Entries from Marzo 2017 ↓
Marzo 18th, 2017 — Bassa friulana, General
Assemblee pubbliche sulle fontane e sui temi del servizio idrico integrato si sono svolte a Ruda (1° settembre) a Aiello del Friuli (2 settembre) e ad Aquileia (3 settembre) con la sala decisamente piena.
La campagna di mobilitazione, discussione e raccolta firme sulla petizione popolare, che ha raggiunto ad ora circa sei mila firma, si concluderà domenica 21 settembre con una manifestazione pubblica a San Gioergio di Nogaro in Piazza della Fontana ( frazione di Chiarisacco) alle ore 17.00. Ci sarà anche la dimostrazione del funzionamento della “pompa di calore” acqua-aria ed acqua-acqua
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Foto dell’assemblea di Aquileia 3 settembre 2014



Marzo 18th, 2017 — CIE = Lager, General
da Il Piccolo del 6 settembre 2014
Cie e Cara, sale la tensione
Sindaci isontini in rivolta
Nell’incontro con la Sesta commissione il primo cittadino di Gradisca ha rilevato
che «affiancare le due strutture significa rischiare attriti fra gli immigrati »
I Comuni dell’Isontino fanno quadrato e si appellano alla Regione. È ancora il delicato tema degli immigrati a spingere l’intero territorio locale a bussare alle porte di piazza Oberdan, tanto più davanti all’emergenza delle tendopoli sulle rive dell’Isonzo. A preoccupare è soprattutto il futuro dei centri di Gradisca. Vari sindaci, che nelle scorse settimane avevano sottoscritto un ordine del giorno in opposizione alla riapertura del Cie e all’ipotesi di riconversione in Cara, oltre che per domandare sostegno nella gestione di quello che viene definito un “problema umanitario”, sono stati sentiti ieri in Sesta commissione presieduta da Franco Codega (Pd). Proprio l’esponente dei democratici, in apertura di dibattito, ha fatto notare che la ristrutturazione del Cie è quasi conclusa e, sebbene da più parti siano giunte rassicurazioni in merito alla chiusura, i recenti lavori di ristrutturazione farebbero intendere altro: «Stiamo rivedendo tutto come prima, con le stesse gabbie. Vogliamo chiarezza»”, ha affermato. «L’edificio non è fatto per l’accoglienza e non ha i requisiti minimi per esserlo», ha rilevato il sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig. «Inoltre, affiancare Cie e Cara significa rischiare attriti tra gli ospiti. Il Comune, a fine luglio, ha accolto un ordine del giorno con cui adoperarsi in particolare presso la Prefettura affinché la chiusura del Cie sia definitiva e al contempo il Cara non sia ampliato», ha ribadito. «A questo problema – ha detto ancora Tomasinsig – si affianca la presenza, da mesi, di alcuni stranieri che, in attesa di vedere accolta la richiesta di asilo già presentata, bivaccano lungo il greto dell’Isonzo in una baraccopoli. Sono persone che vivono da noi, vanno tutelate. Lunedì ci sarà un tavolo in prefettura a Gorizia e sarà sollecitata una soluzione, ma c’è bisogno del sostegno di tutti. Sono persone note alla questura e vanno prese in carico da subito». L’assessore provinciale alle Politiche socio-assistenziali di Gorizia, Ilaria Cecot, è d’accordo con il Comune di Gradisca e ne ha firmato l’odg. «Da noi – ha spiegato – non sono rispettate le leggi sugli immigrati. Per gli stranieri sull’Isonzo abbiamo chiesto la collaborazione della Protezione civile, perché abbiano almeno una tenda dove dormire, ma tale richiesta – non essendo di competenza della Provincia – dev’essere avanzata dai soggetti competenti. Speriamo che la Regione non intervenga solo nella progettualità, ma anche nell’emergenza dell’immigrazione. Abbiamo caserme e ospedali chiusi che potrebbero accogliere queste persone». Il sindaco di Sagrado, Elisabetta Pian, ha chiesto una legge regionale specifica: «Vanno pensate altre soluzioni di accoglienza». Per il sindaco di Monfalcone, Silvia Altran, è necessario gestire i flussi d’immigrazione verso diversi territori: «Da noi – ha sottolineato – gli stranieri sono aumentati dal 15% al 18%».
Marzo 18th, 2017 — General, Uncategorized
A causa di forti pressioni esterne mediatiche e
sbirresche alla fine ci è stato negato il posto dove si doveva tenere
l’assemblea e il concerto di PN Rebel, per chi è interessato a
venire il tutto si sposterà al Circolo Zapata sempre dalle 17.30
Marzo 18th, 2017 — General, Informazione
A causa di forti pressioni esterne mediatiche e
sbirresche alla fine ci è stato negato il posto dove si doveva tenere
l’assemblea e il concerto di PN Rebel, per chi è interessato a
venire il tutto si sposterà al Circolo Zapata a Pordenone in via Pirandello 22 (quartiere Villanova) sempre dalle 17.30
Marzo 18th, 2017 — General, Storia ed attualità
Marzo 18th, 2017 — Contro il negazionismo, General
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E così a Paluzza il 13 settembre 2014 potremo assistere ad un’altra puntata del revisionismo storico internalista.
Infatti nella manifestazione indetta dall’Anpi è previsto come relatore nientemeno che Renato Garibaldi

Renato Garibaldi: chi è costui?
Lettera di Federico Sabot al Messaggero Veneto

Renato Garibaldi e Terza Posizione

Tratto da http://www.stragi.it/2agost80/sen01/pag00586.htm
(clicca per ingrandire l’immagine)
Renato Garibaldi e Roberto Menia
il 12 luglio 2007 Renato Garibaldi organizzò una iniziativa populista a Villa Manin per contrapporsi alla cena dei VIP di Riccardo Illy. “Casualmente” arrivarono 100 fascisti capitanati da Roberto Menia con un sacco di magliette esattamente identiche a quelle fatte da Garibaldi (qualcosa del tipo “E io pago”) ed egemonizzarono la festa con tanto di slogans fascisti e saluti romani. Garibaldi non volle fare nessun comunicato di condanna dell’incursione:
Infatti come dimostra l’articolo di qui sotto ha ottimi rapporti con Menia
Il Piccolo 8 marzo 2011
Fini festeggia l’Unità con Garibaldi
Non solo Garibaldi. Gianfranco Fini, nel giorno in cui farà tappa a Tolmezzo per celebrare l’Unità d’Italia, renderà omaggio anche a uno dei simboli nazionali più amati del mondo: le Frecce tricolori. Lo anticipa Roberto Menia, il coordinatore regionale del Fli, amico di lunga data del presidente: «Fini atterrerà a Rivolto nella mattinata del 19 e, prima di andare in Carnia, farà visita alla pattuglia acrobatica tricolore». di Roberta Giani wTRIESTE Non si arrende mai perché il suo motto è “vita militia est”, la vita è un combattimento, e perché ce l’ha nel sangue: Renato Garibaldi, pronipote dell’eroe dei due mondi, non conosce sfide impossibili. Stavolta, però, ne ha vinta una proibitiva: voleva celebrare, con Gianfranco Fini e un «moto» di popolo, i primi centocinquant’anni dell’Unità d’Italia nella piccola Tolmezzo. La sua patria adottiva. E ci è riuscito. Il presidente della Camera, è storia di ieri, ha detto sì: arriverà in Carnia il 19 marzo, dove lo attendono l’erede garibaldino, un tripudio di cori e fanfare, la Canzone del Piave e l’Inno d’Italia, un monologo «stile Benigni», tante emozioni. E persino uno strappo al protocollo: l’alzabandiera affidato a Dionisio, uno dei cinque figli del vulcanico Renato, dieci anni appena, «perché è ai bambini che dobbiamo consegnare questa Italia». Cinquant’anni, «spirito libero» e inevitabilmente «rivoluzionario», Renato è pronipote di un ramo cadetto del grande condottiero: «Il mio diretto antenato è Giuseppe Maria, lo zio di Garibaldi. Io sono ligure ma, finita l’università, mi sono trasferito in Carnia. La terra di mia madre». Da molti anni, ormai, vive con la moglie Eleonora e la prole nella minuscola Cercivento dove fa l’agricoltore, «come Garibaldi a Caprera», organizza festival culturali e pianifica le sue campagne esplosive, imprevedibili e trasversalissime: Riccardo Illy e Renzo Tondo, i governatori di ieri e di oggi, ne sanno qualcosa. L’uno subì l’affronto della “controcena” di Villa Manin dove Renato rispose a colpi di sardelle (gratuite) alla cena ufficiale dei vip a base di salmone. E l’altro, poche settimane fa, incassò lo smacco della rivolta dei 4mila carnici scesi in piazza in difesa dell’acqua e della montagna. «Non guardo in faccia nessuno. Se credo in una cosa, combatto, cercando la giustizia. Risultato? Ho solo nemici…» scherza, ma non troppo, Garibaldi. E ammette che la sua ultima impresa rischia di procurargli nuove ostilità. I berluscones e le truppe padane che “comandano” (non solo) a Tolmezzo storcono il naso: «Un assessore comunale leghista ha osato dirmi che non dovevo invitare Fini…». Ma Renato, figurarsi, tira dritto: «Voglio solo festeggiare degnamente l’anniversario anche perché nel 1911 la maggioranza socialista di Tolmezzo ostacolò le celebrazioni per i cinquant’anni». Detto, fatto: l’erede del generale ha preso carta e penna, steso il suo programma e il suo invito al presidente, ottenuto il patrocinio dell’istituto internazionale di studi Giuseppe Garibaldi «il cui presidente, un galantuomo, è un fratello per me», e infine “arruolato” Roberto Menia. «Gli sono riconoscente. Ha portato la mia lettera al presidente. E il presidente, evidentemente, ha apprezzato la mia idea di festeggiare in una delle tante piccole comunità ricche di valori e ideali che fanno grande l’Italia». Conferma, indirettamente, Menia: «È un’iniziativa valida». Il Garibaldi di Cercivento, ormai lanciato, non teme imprevisti: «Abbiamo già spedito più di 150 inviti istituzionali. E ci auguriamo che il governatore, il presidente della Provincia, il sindaco e gli assessori partecipino in massa. Ma in ogni caso, in piazza a Tolmezzo, i protagonisti saranno la terza carica dello Stato e i cittadini. Quei cittadini che, a differenza di quanto avviene in altre città, hanno invitato Fini e ottenuto la sua disponibilità». Non c’è dubbio, insomma, e gli amici e i nemici si rassegnino: «Il 19 marzo sarà una giornata memorabile. Io sono fierissimo di essere italiano e voglio che tutti lo siano».
Garibaldi e Fini che spettacolo! Della serie “Alcuni italiani non si arrendono”
Fini alla fine si è anche arreso, ma il nostro renatino continua imperterrito tanto in giro ci sono molti fessacchiotti …
Qui sotto le foto del 19 marzo 2011 a Tolmezzo

Gianfranco Fini e Renato Garibaldi

Qui si vede anche Honsell (l’iniziativa non era istituzionale ma organizzata da Garibaldi)

No comment!
Marzo 18th, 2017 — General, Informazione
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Report PN Rebel Festival
Ringraziamo con tutto il cuore le 300 persone che hanno partecipato al primo PN REBEL FEST. Iniziato con un’assemblea come non se ne vedono a Pordenone, con più di 50 persone a discutere delle proprie vite, di Pordenone e di come la si vorrebbe e poi continuata con un concertone dove 5 gruppi si sono alternati convogliando un’energia davvero vitale. Ed è proprio ai gruppi che hanno partecipato con convinzione a questo progetto che si fa strada che vogliamo rivolgere il secondo ringraziamento. Ma tutto questo, questa storia pensata, discussa e organizzata da più di 2 mesi assieme, per un attimo sembrava dover svanire.
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Marzo 18th, 2017 — Auto-organizzazione, General
Trieste/Servizi educativi ancora una volta sotto attacco
Dopo i titoloni sui giornali (“assumeremo 200 precari”) esce non al cinema ma nella realtà…
La grande beffa!
L’anno scolastico inizia nei peggiori dei modi, almeno per quanto riguarda i servizi educativi (asili nido, scuole dell’infanzia e ricreatori) del Comune di Trieste. Se si va a leggere gli articoli pubblicati da Il Piccolo sembrerebbe che tutti o quasi gli educatori precari siano assunti, mentre la realtà è molto diversa.
Nei ricreatori si va verso una situazione in cui più della metà di coloro che fino ad oggi avevano lavorato in modo continuo per tutto l’anno resteranno a casa e non molto diverso, sembra, sarà lo stato dell’arte negli asili nido e scuole dell’infanzia.
Una situazione che non potrà non avere pesanti ripercussioni sulla famiglie che usufruiscono di questi servizi per molti mesi da oggi in avanti…
Sì ok… ma poi tutti assunti giusto? In realtà è tutto da capire e niente è ancora chiaro. Alla richiesta di un incontro con l’Assessore al Personale, dopo una conferenza stampa in piazza Unità organizzata dall’Unione Sindacale di Base, le educatrici e gli educatori precari si sono visti negare l’accesso alla sala della Giunta da un cordone di vigili urbani, mentre non è stata data ancora alcuna risposta ai tanti quesiti che i lavoratori hanno posto.

Qui di seguito un comunicato stampa dell’Unione Sindacale Italiana sulla vicenda.
La beffa.
L’Unione Sindacale Italiana, aderente all’Associazione Internazionale dei Lavoratori, esprime grave preoccupazione per il futuro dei servizi educativi di Trieste e delle centinaia di lavoratrici e lavoratori precari che quotidianamente vi operano con passione e impegno.
Non sono per nulla sufficienti le rassicurazioni da parte dell’amministrazione comunale, che si è impegnata a garantire circa 200 assunzioni in ruolo suddivise fra asili nido, scuole dell’infanzia e ricreatori, in diversi profili lavorativi, a partire da gennaio 2015.
Queste rassicurazioni, più volte espresse attraverso comunicati ufficiali e riportate dalla stampa locale, non ci bastano in quanto:
– I numeri, se confermati, non basteranno a coprire il fabbisogno per i tre servizi, ma colmeranno solo alcune lacune, senza contare i posti che si renderanno disponibili da qui al prossimo anno.
– Non sono ancora chiare le modalità con cui verranno assunti i lavoratori in possesso dei requisiti richiesti. Si tratterà di stabilizzazioni, come viene specificato anche nella legge regionale 15/2014, ma quali sono i criteri che verranno adottati per formulare le graduatorie? E ancora, il Comune continuerà a gestire le supplenze? Per rispondere a questi ed altri interrogativi da parte di diverse decine di educatori precari è stato richiesto un incontro all’Assessore al Personale Treu, ma l’unica risposta è stata quella di trovarsi di fronte uno schieramento di vigili urbani che bloccava l’accesso alle scalinate del Palazzo della Giunta.
– Infine, la questione più urgente: fra oggi e dicembre 2014 si profilano pesantissimi tagli ai servizi educativi: nei ricreatori più della metà di coloro che fino ad ora lavoravano stabilmente e continuativamente verranno lasciati a casa, così come negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia molte educatrici ed educatori che da anni erano presenti nelle diverse strutture non verranno più richiamati in servizio.
Una vera e propria beffa, che comporterà pesanti ripercussioni sul funzionamento dei servizi e grossi problemi alle famiglie. Non solo fino a dicembre, ma sicuramente anche oltre, visto che la programmazione viene fatta a inizio anno scolastico e non a gennaio.
Questa situazione, quali ne siano le ragioni, si sarebbe potuta evitare se la Giunta si fosse impegnata ad inserire nello statuto comunale l’essenzialità e l’infungibilità dei servizi educativi pubblici, come richiesto non solo dai lavoratori, ma da numerosissime famiglie che usufruiscono degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e dei ricreatori di questa città.
L’USI-AIT continuerà a sostenere ed appoggiare la mobilitazione delle educatrici e degli educatori precari del Comune, non solo per salvaguardare il futuro occupazionale di centinaia di persone, ma soprattutto per la sopravvivenza stessa di servizi per l’infanzia e l’adolescenza pubblici e aperti a tutti e tutte.
Trieste, 8 settembre 2014
Unione Sindacale Italiana /Associazione Internazionale dei Lavoratori
Marzo 18th, 2017 — General, Storia ed attualità
Circa 40 persone hanno partecipato all’iniziativa
https://www.facebook.com/RonchiDeiPartigiani

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Ronchi dei Partigiani scende in piazza
venerdì 12 settembre 2014
dalle ore 17.00 alle ore 19.00
Presidio Antifascista
NEWS La Questura di Gorizia ha vietato il presidio in contrapposizione a quello della Lega Nazionale di fronte al Monumento a D’Annunzio.
Il luogo del Presidio Antifascista è in Piazza Unità, in centro a Ronchi
(vedi piantine)
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Marzo 18th, 2017 — General, No OGM
COLLOREDO DI MONTE ALBANo
Al posto dell’annunciata semina di mais transgenico soltanto una sorta di “prova” per sondare la germinabilità delle sementi nello stesso campo distrutto per ordine della Procura lo scorso 19 luglio e dissequestrato l’altroieri. Un escamotage, la prova, che di fatto nasconde la rottura del fronte pro-Ogm tra i “duri e puri” (Giorgio Fidenato e Leandro Taboga) e chi, come Ennio Dordolo, contesta i toni usati dallo stesso Fidenato contro la Procura e quanti, come i contadini, ieri non se la sono sentita di seminare in grande stile per evitare l’iscrizione nel registro degli indagati. Dalla Sicilia, dove si trova per qualche giorno di ferie, Fidenato assicura che la semina avverrà in settimana e che il timore da parte degli agricoltori «ci sta tutto, tante e tali sono le pressioni». Fidenato rassicura che il fronte pro-Ogm verrà ricompattato al suo rientro dalla Sicilia, in programma mercoledì sera, e quindi nei giorni successivi sarà lui stesso a seminare i 6 mila 500 metri quadrati del campo di proprietà del biologo Taboga. «Non posso assolutamente condannare – dice ancora – chi ha avuto un po’ di timore. Sono situazioni assolutamente comprensibili. Da parte nostra metteremo subito alla prova la nuova legge regionale misteriosamente approvata dai nostri politici di cui non conosciamo il testo di legge spedito a Bruxelles». La “prova” di semina è stata giustificata da Taboga con la necessità di valutare la germinabilità delle sementi Ogm che hanno una data di scadenza. In realtà, lui stesso si era reso conto della necessità di rinviare la semina vera e propria viste le defezioni di Ennio Dordolo e di suo nipote Luca, quest’ultimo indicato come quello che materialmente avrebbe effettuato la semina con il trattore. Per questo, appena saputo delle assenze, aveva invitato gli agricoltori presenti a procedere con la semina a mano, informandoli che chi avesse accettato, con tutta probabilità, sarebbe poi stato iscritto nel registro degli indagati. «Oggi siamo qui – è stata la laconica replica di uno dei presenti – unicamente per festeggiare il dissequestro del campo. Poi, in settimana qualcuno provvederà alla semina». Ma non è questo il solo punto di frizione nel fronte Ogm. Diversi agricoltori hanno infatti contestato la modalità con cui si è arrivati all’appuntamento di ieri. «Meglio sarebbe stato – afferma un altro agricoltore – seminare senza farlo sapere e poi riferirlo ai media a cosa fatta. Così abbiamo soltanto prestato il fianco agli avversari del transgenico». Alla fine comunque tutti d’accordo sulla scelta della semina di “prova” e sull’opportunità del rinvio. «La vera notizia di oggi – sono ancora le parole di Taboga – è che il trattamento delle vespe anti-piralide non ha sortito grandi risultati. Qui c’è un campo trattato in questo modo e uno con i pesticidi. Bene, la vespetta è risultata efficace, ma soltanto per il 20 per cento del mais, mentre i pesticidi si sono dimostrati nettamente più efficaci. A questo punto gli agricoltori e gli utenti devono capire che le alternative sono soltanto due: o la scelta del mais trattato con i pesticidi, oppure quello transgenico. Noi continuiamo a dire che il mais Ogm è assolutamente sicuro e innocuo rispetto al trattamento con i pesticidi». Ieri nel campo di Colloredo di Monte Albano c’è stato anche un sopralluogo della Forestale che ha preso atto che nulla è stato seminato.
Dal Messaggero Vento dell’08 settembre 2014 di Domenico Pecile
http://biodiversitafvg.wordpress.com/