RONCHI DEI PARTIGIANI/ 12 settembre Presidio Antifascista

 

Circa 40 persone hanno partecipato all’iniziativa

 

https://www.facebook.com/RonchiDeiPartigiani

comunicato stampa per il 12

 

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Ronchi dei Partigiani scende in piazza

venerdì 12 settembre 2014

dalle ore 17.00 alle ore 19.00

Presidio Antifascista

NEWS La Questura di Gorizia ha vietato il presidio in contrapposizione a quello della Lega Nazionale di fronte al Monumento a D’Annunzio.

Il luogo del Presidio Antifascista è in Piazza Unità, in centro a  Ronchi 

(vedi piantine)

  

Nel sito della Lega Nazionale, si legge che, “Elda Sorci, annuncia la cerimonia che, come ormai tradizione, ricorderà il 95.mo anniversario dell’Impresa di Fiume di Gabriele D’Annunzio e dei suoi Legionari, e che si terrà venerdì 12 settembre 2014 alle ore 18.00,alla stele che a San Polo di Monfalcone ricorda la storica data”.

In tale data, a Ronchi, nonostante tutto ed il tutto, in piazza dell’Unità, innanzi al monumento alla Resistenza,  dopo decenni, si è ritornati a contestare tale evento, la sua esaltazione, la sua celebrazione, perché, quella marcia, viene reputata militarista ed antesignana del fascismo e si auspicava una presa di distanza da parte delle istituzioni da quella marcia di occupazione e da ogni iniziativa finalizzata alla sua esaltazione. D’altronde anche l’ex Senatore Bacicchi, durante la presentazione del suo libroRiflessi di una Grande Guerra,patrocinato dall’ANPI, ha ricordato che “l’impresa fiumana di D’Annunzio e dei suoi Legionari fu un nocivo attacco a un debole regime liberaldemocratico e una marcia lungo una strada che portò non solo alla periferica Fiume ma fu propedeutica a quella fascista su Roma” e che “i valori, che giustamente onorano il gonfalone di Ronchi e la storia della sua gente, non si possono confondere con la storia politica di D’Annunzio e dei suoi Legionari che tali valori contrastano”.Su questa impresa, sul caso Ronchi dei Legionari e Ronchi dei Partigiani si rinvia a questo post ed ai commenti come linkati, rintracciabile in rete Da Ronchi «dei Legionari» a Ronchi dei Partigiani. Di cos’è il nome un nome?  nel sito del collettivo Wu Ming, che comunque sarà presto disponibile, in versione cartacea. Ora il Monumento a D’Annunzio,ai legionari, in ricordo dell’Impera di Fiume, impresa nel senso di marcia militare, ove tra olio di ricino, manganelli,violenze e razzismi,tra croati definiti come schiaveria barbarica, scimmie e mandrie di porci, realizzato durante il mandato di un Sindaco di Monfalcone aderente a Gladio, su un terreno privato concesso da coniugi triestini per lire una, progettato nella sua parte finale da un architetto risultante essere tra i fondatori del Sindacato Fascista degli Architetti, non è stato voluto sul territorio del Comune di Ronchi per i seguenti motivi: Autorizzazione occupazione area per erezione monumento a Gabriele D’Annunzio”, Comune di Ronchi dei legionari – Provincia di Gorizia, Deliberazione del Consiglio comunale n. 36, Prot. N. 4992 del 12 luglio 1960 (…) “che tale impresa sul piano storico come oramai riconosciuto da tutta la storiografia non china ad interessi di parte, anticipa sul piano politico, ideale nonché organizzativo il movimento fascista (esaltazione nazionalista,violenza armata ecc) tenuto che nel momento presente, e la cerimonia che lo inaugurerebbe si risolverebbe di quei precedenti e costituirebbe indubbiamente cattivo contributo ad una serena interpretazione storica della quale più che mai si deve sentire la responsabilità di fronte alle nuove generazioni in vista della impegnativa edificazione di rapporti politici basati sul rispetto reciproco e sulla specifica collaborazione internazionale secondo la lettura e lo spirito della Costituzione, tenuto altresì conto delle tradizioni popolari ed antifasciste della popolazione di Ronchi, mentre si rammarica che gruppipolitici ed organizzazioni di massa che dicono di ispirarsi ai valori della Costituzione e dell’antifascismo non scindono le proprie responsabilità dall’iniziativa in corso”, nega l’autorizzazione a realizzare il monumento ai legionari ed a D’Annunzio, in ricordo dell’Occupazione di Fiume sul proprio territorio.  Cosa è cambiato, cosa è mutato nel corso del tempo? Specialmente oggi che la Croazia è in Europa? Come poter celebrare l’occupazione di una città appartenente ad uno Stato diverso? Eppure in una della facciate del Comune di Ronchi si potrà leggere la data del 1919, quando quella marcia partì da Ronchi, senza l’adesione di nessun cittadino di Ronchi, che altro non fu che una base temporanea per qualche ora, e che vide mutato il proprio nome da Ronchi di Monfalcone in dei Legionari, come deliberato dal consiglio comunale fascista subito dopo pochi giorni il suo insediamento, e come decretato dal governo fascista nel 1925, dopo il conferimento della cittadinanza onoraria a Mussolini, revocata grazie alle  battaglie antifasciste solo in questo 2014, ed in pieno periodo di affermazione delle leggi fascistissime. E la data del 1924, quando, sotto il governo fascista si realizzò l’annessione di Fiume all’Italia. Ora, un Sindaco, quando indossa la fascia tricolore, rappresenta tutta la comunità. La circolare 4 novembre 1998, n. 5/98. Fascia tricolore del Ministero dell’Interno, a tal proposito, ricorda: “L’alto ruolo istituzionale svolto dal sindaco impone, pertanto, un uso corretto e conveniente della fascia tricolore nell’avvertita consapevolezza della dignità e del decoro della carica, e tale da non scalfire la realtà dello Stato come elemento di unità giuridica, nel cui ambito ogni cittadino è tenuto a partecipare al mantenimento dei valori che lo caratterizzano e lo fondano. Viene attribuito ad un elemento simbolico una specifica funzione che è distintiva, siccome finalizzata a rendere palese la differenza tra il sindaco e gli altri titolari di pubbliche cariche e che, nel contempo, sottolinea l’impegno che il sindaco si assume nei confronti dello Stato e della comunità locale”. A quale titolo il Sindaco di Ronchi, lista di appartenenza Partito Democratico, è andato con la fascia tricolore alla celebrazione della marcia di occupazione di Fiume? In nome e per conto di chi?  Vi è stato un dibattito in consiglio comunale? Una sorta di mandato? Si coglie l’occasione, visto quanto già scritto, di sollecitare un dibattito, tra le altre cose, per chiedere l’oscuramento del manufatto come situato nel territorio del comune di Monfalcone, che risulterebbe essere allacciato all’impianto elettrico del Comune di Ronchi. Luigi Bon, consigliere comunale eletto nelle liste di Federazione della Sinistra Rifondazione Comunisti Italiani al Comune di Ronchi ricorda che: “nel 2010 veniva richiesto da parte di chi celebra la marcia su Fiume di allacciare l’impianto di illuminazione del monumento alla rete. Nel marzo del 2011 la Giunta Comunale di Ronchi approvava all’unanimità l’istruttoria per l’allacciamento”. Chi paga e chi ha pagato i costi di quell’impianto di illuminazione? E’ stata informata di ciò la comunità di Ronchi che non ha voluto sul proprio territorio quel monumento? Per concludere, mi hanno informato, alcuni testimoni, che durante quella celebrazione, in Monfalcone, al monumento a D’Annunzio, alcune persone si sono salutate con il “camerata”.

Marco Barone 

 

 

relatori 

 

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carabinieri

 

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da Il Piccolo del 14 settembre 2014

Legionari o Partigiani? Ronchi si divide sul nome


Cerimonie contrapposte ma pacifiche tra i sostenitori dell’appellativo legato all’impresa di Fiume e quelli che lo vorrebbero ispirato alla Resistenza

Una contrapposizione pacifica. Anche se la distanza resta, incolmabile. Legionari o Partigiani: alle spalle dell’antico nome di Ronchi distinguibile ed unico appare il richiamo alla marcia su Fiume che Gabriele D’Annunzio guidò all’alba del 19 settembre 1919. Così, venerdì sera, ai piedi della colonna romana che ricorda l’impresa, si è consumata la tradizionale cerimonia promossa dalle sezione di Fiume della Lega Nazionale e dal comitato per la valorizzazione storico-letteraria di Gabriele D’Annunzio. Cerimonia che, tra gli altri, ha visto presente anche il sindaco, Roberto Fontanot, che già da alcuni anni, assicurando la partecipazione della municipalità ronchese, ha avviato una sorta di riappacificazione con il passato. Molti i labari delle delle associazioni combattentistiche e d’arma e tanti ronchesi. «Sono convinto – ha detto Adriano Ritossa – che l’opuscoletto realizzato per l’occasione, dove abbiamo riportato alcuni stralci della Carta Del Carnaro, ovvero della costituzione della Reggenza di Fiume, trattata in modo magistrale dal professor Fulvio Rocco, abbia non solo informato quanti vogliono conoscere la storia ma pure dimostrato anche agli scettici la trasversalità del Fiumanesimo e posto nella giusta evidenza la figura del poeta-soldato. Crediamo di aver fatto una azione di formazione civica per tutti i cittadini e, così come annunciato nel corso della manifestazione, per il prossimo anniversario provvederemo alla stesura di un libro, in modo da fornire un quadro storico degli eventi ancora più esaustivo ed ampio». Sul fronte opposto, con un presidio i piazza Unità, coloro i quali spingono per arrivare a Ronchi dei Partigiani. «Esistono altre marce – è stato detto – che hanno visto Ronchi come soggetto invece che come inconsapevole testimone come per quella di D’Annunzio e dei suoi legionari che ne dà il suffisso a partire dall’epoca fascista. Le marce per cui Ronchi e la sua popolazione meritano di essere ricordati furono perlomeno tre e videro colonne di uomini e donne attraversare la cittadina isontina nei giorni successivi all’8 settembre del 1943». La prima delle marce è quella che vede gli operai salire sul Carso a costituire la Brigata Partigiana Proletaria la cui storia gloriosa e tragica. La seconda è quella fatta dagli internati sloveni e croati nei campi di concentramento per slavi approntati dallo stato italiano anche in località a noi vicine quali Visco, Gonars e Sdraussina. L’altra marcia che attraversa in senso opposto pressapoco negli stessi giorni Ronchi è quella dei militari italiani che dopo l’armistizio dell’8 settembre, ma in particolare la storiografia jugoslava parla di rotta o capitolazione che pare definizione più appropriata, rientravano dalla campagna di occupazione dei Balcani in cui si erano macchiati di orrende gesta. «È a queste tre marce, forse meno note e meno teatralmente rivoluzionarie – si è proseguito – che Ronchi e la sua popolazione hanno dimostrato il proprio valore. Valore che non è militare ma che parte dal grande cuore di questa località e dei suoi abitanti».

 

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Piazza dell’Unità Ronchi 

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Vietato il presidio davanti al monumento a D’Annunzio

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Contro la ricorrenza della marcia di occupazione di Fiume (Rijeka) presso l’area

del Monumento a D’Annunzio in Monfalcone ed in tale occasione si presenterà

“Inchiesta sul Monumento a D’Annunzio ed ai Legionari in Monfalcone: Dal

fiumanesimo, al fascismo, a Gladio…”

Ne parleremo in una conferenza stampa pubblica con:

Luca Meneghesso, storico Marco Barone, blogger, attivista. Si invitano a partecipare tutte le realtà

antifasciste perché Ronchi e la Bisiacaria non sono sono dei legionari. Hanno già, alcune realtà,

annunciato per il 12 settembre 2019, centenario della marcia di occupazione di Fiume la

volontà di realizzare un pellegrinaggio da Ronchi a Fiume per omaggiare e ricordare

quell’evento. Nostalgici di militarismo da una parte, e di fascismo dall’altra a Ronchi,decorata al

Valor Militare per la Guerra di Liberazione, non devono trovare spazio, in nessun luogo e nessuna

forma. Il 12 settembre è una data ed una ricorrenza che deve essere contestata, criticata e non

esaltata. Anche per questo il 12 settembre effettueremo un presidio antifascista,per ricordare cosa è

stata la marcia di Occupazione su Fiume, marcia che ha anticipato il fascismo e che è stata

consegnata in eredità al fascismo dal suo stesso comandante, quale D’Annunzio. Ribadiremo la

totale estraneità di Ronchi e della Bisiacaria a quell’evento, difeso, ad oggi, soprattutto da

militaristi e fascisti. Auspichiamo che entro il 2019 Ronchi d.l. possa ritornare ad essere

semplicemente Ronchi con l’aggiunta città dei partigiani o città decorata al Valor Militare per la

guerra di liberazione, come sostenuto, in questo secondo caso, da Silvano Bacicchi; auspichiamo

che il monumento ai legionari ed a D’Annunzio, possa essere oscurato, rilevato che l’impianto di

illuminazione è collegato alla rete elettrica del Comune di Ronchi, proprio quel Comune che si è

rifiutato di realizzare sul proprio territorio quel manufatto perché reputato, giustamente,

come“esaltazione di una impresa fascista”.

Certo, sarebbe cosa buona e giusta provvedere all’integrale rimozione di quel monumento fonte di

richiamo di nostalgici, ma nell’attesa che ciò possa un giorno democraticamente accadere,

ricorderemo in modo critico cosa è stata quell’impresa, eversiva, militarista ed antesignana del

fascismo ed auspichiamo che il Comune di Monfalcone e quello di Ronchi prendano le distanze da

quella marcia di occupazione e da ogni iniziativa finalizzata alla sua esaltazione