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BASSA FRIULANA/ Stop OGM

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Messaggero Veneto 23 agosto 2015

mv 23 agosto 2015

 

Stop agli Ogm: a Porpetto esulta il Coordinamento

«Anche nella Bassa friulana stop al mais Ogm. Così il sindaco-biologo Pietro Dri e l’agricoltore di San Giorgio di Nogaro Cesare Sguazzin dovranno riporre nel cassetto i loro piani Ogm. La nostra attenzione resta alta per intervenire a contrastare ogni distorsione concettuale e pratica su questo problema». Marinella Bragagnini, del Coordinamento di difesa ambientale della Bassa friulana, entra a gamba tesa contro gli estimatori delle coltivazioni Ogm. «Il tentativo di Giorgio Fidenato e Leandro Taboga – dice – di attuare una sedicente sperimentazione con mais Ogm in “campo aperto” è stato definitivamente stroncato dalla Procura di Udine, che, pure mossasi in ritardo, ha ordinato la completa distruzione del campo di mais di Laibacco in comune di Colloredo. Dobbiamo ricordare che il Coordinamento per la biodiversità era intervenuto già il 21 luglio a chiedere un tempestivo intervento di rimozione e distruzione delle colture di mais Ogm sia a Vivaro che a Colloredo. Per quanto riguarda il contenzioso sugli Ogm sviluppatosi nella Bassa, speriamo che questo triste capitolo sia definitivamente chiuso. Ricordiamo che il sindaco Dri si era imposto all’attenzione dell’opinione pubblica per aver arbitrariamente dichiarato la disponibilità del Comune di Porpetto a ospitare le coltivazioni di mais Ogm. Ora – conclude Bragagnini – esce definitivamente perdente!». (f.a.)

NO OGM/ Distrutto anche il mais ogm del campo di Vivaro

MV 20 agosto 2015 Colloredo di Montealbano
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/08/20/news/campi-di-mais-ogm-la-procura-manda-all-aria-i-piani-di-fidenato-1.11959889?ref=hfmvudec-3

 

 

MV 4 agosto 2015 

 

mv-pn-4-8-2015

La sfida di Fidenato:

«Chiederò i danni

ai giudici no Ogm»

L’imprenditore chiama in causa i magistrati di Cassazione

«Sono perseguitato, basta spendere i soldi dei cittadini»

 

Giorgio Fidenato non ha ottemperato

all’ordine della Procura

di distruggere le coltivazioni

di mais Ogm a Vivaro e

così, ieri mattina, in un paio

d’ore ci hanno pensato a farlo

gli agenti del Corpo forestale.

Mail leader di Agricoltori federati

non è stato con le mani in

mano: «Denuncerò i giudici,

in quanto devono rispettare il

diritto europeo, superiore a

quello italiano. Questa persecuzione

deve finire». L’imprenditore

agricolo sarà così uno

dei primi a utilizzare la nuova

norma sulla responsabilità civile

dei magistrati, chiamando

in causa la terza sezione penale

della Cassazione che aveva

legittimato il provvedimento

di sequestro e distruzione del

mais Ogm coltivato nel 2014,

sentenza richiamata, lo scorso

mese, da Procura e gip di Pordenone

per ordinare la distruzione

del coltivato 2015.

Giorgio Fidenato ieri mattina

non è andato a Vivaro.Mentre

la Forestale distruggeva ciò

che aveva seminato a maggio

in duemila metri quadri di appezzamento

(poi arato per evitare

dispersioni), lui, nel suo

ufficio, leggeva una comunicazione

dagli Usa, accostandola

a una pannocchia e a un chilo

di farinaOgmappoggiate sulla

scrivania: il brevetto ventennale

è scaduto, gli agricoltori

americani possono seminare

soia Ogm «senza dare un euro

alla Monsanto». Col provvedimento

della Procura in mano,

sbotta: «Esiste una giurisprudenza

europea del 2011 che

spiega chiaramente come si

gestiscono le misure di emergenza.

La valutazione e la gestione

di un rischio grave emanifesto

compete esclusivamente

alla commissione e al consiglio

europeo, sotto il controllo

del giudice dell’Unione». Ad

oggi, prosegue Fidenato, «la

commissione Ue, nonostante

lo Stato italiano abbia approvato

un decreto che vieta il

Mon810 (il 12 luglio 2013, prorogato

il 22 gennaio 2015),non

ha modificato né ristretto l’autorizzazione

alla semina. Io,

cittadino europeo, rispetto il

diritto comunitario». Eppure

la terza sezione della Cassazione

ha ritenuto legittimi sequestro

e distruzione del coltivato

in quanto «l’assemblea plenaria

del parlamento europeo ha

approvato la nuova legislazione

in materia» che permette

agli Stati membri di limitare o

vietare le coltivazioni contenenti

Ogm sul loro territorio.

«Una sentenza pronunciata il

16 aprile,quandola legge sulla

responsabilità civile dei magistrati

era già entrata in vigore».

Aspetti temporali non secondari,

secondo il leader di Agricoltori

federati: «Se il giudice

nazionale ha dubbi, l’Europa

non lo lascia solo, lo invita a rivolgersi

alla Corte di giustizia».

L’imprenditore agricolo si richiama

all’articolo 2 della legge

sulla responsabilità civile

dei magistrati, laddove recita

che «in caso di violazione manifesta

del diritto comunitario

si deve tener conto anche della

mancata osservanza dell’obbligo

di rinvio pregiudiziale ai

sensi del Trattato sul funzionamento

dell’Ue, nonché del

contrasto dell’atto o del provvedimento

con l’interpretazione

espressa dalla Corte di giustizia

». Ma, prosegue Fidenato,

«si è scelto di “correre dietro”

al Tar del Lazio e al Consiglio

di Stato, che bloccano la

coltivazione sulla base del

principio di precauzione. Si

spendono tempo e soldi dei

contribuenti italiani – attacca

– per una materia di competenza

dell’Ue. Chiedo, quindi,

ai giudici un rendiconto del

tormento che mi viene provocato

». Per farlo, Giorgio Fidenato

si è affidato all’avvocato

Edoardo Longo: «L’unico –

chiosa con sottile polemica –

che si è reso disponibile ad assistermi

nella causa contro i

giudici».

 

Un “centro di ricerca” a Colloredo

 

La prima semina di mais

geneticamente modificato, messa

in atto da Giorgio Fidenato, risale

alla primavera di cinque anni fa,

nei suoi campi di Vivaro e Fanna,

posti subito sotto sequestro dalla

magistratura per tre anni:

indagato e processato per

l’ipotesi di reato di coltivazione

illecita di organismi

geneticamente modificati, nel

2013 Fidenato è stato assolto

«perché il fatto non costituisce

reato». All’epoca, il giudice

monocratico sospese il processo e

chiese un parere alla corte di

giustizia europea, che si

pronunciò a favore

dell’imprenditore agricolo di

Fanna.A seguito di quella

sentenza, l’Italia varò un decreto

con le “misure di emergenza”, nel

luglio 2013, vietando di fatto la

coltivazione sul territorio

nazionale di Ogm.A settembre

dello stesso anno l’Ersa sostenne

che non vi erano «evidenze

scientifiche che possano

supportare le misure di

emergenza» mentre la corte di

giustizia europea stabilì che la

materia fosse di esclusiva

competenza della commissione

Ue. Lo stesso anno Giorgio

Fidenato seminò e raccolse mais

Ogma Vivaro e Mereto di Tomba.

Terza semina, nel 2014, a Vivaro,

Fanna, Mereto di Tomba e

Colloredo di Montalbano. Si

mossero le Procure di Pordenone

e Udine, perché nel frattempo era

intervenuta anche la Regione. Il

coltivato fu distrutto,mai

processi non sono ancora partiti.

L’ultima semina, la scorsa

primavera, a Vivaro e Colloredo. Il

mais del primo appezzamento è

stato distrutto proprio ieri dalla

Forestale su ordine della Procura

di Pordenone; nel secondo caso,

invece, ha provveduto lo stesso

Fidenato, senza rendere

necessario l’intervento della

magistratura. «E’ stata svolta

una sperimentazione – ha detto –

col consorzio Amiga,

principalmente per studiare come

il polline si diffonde in relazione

alle correnti del vento e come

reagiscono gli insetti». Sono stati

conservati quattro metri

quadrati di trinciato coperto

«dove ogni settimana studiamo

che tipo di insetti ci sono e come si

comportano. I saggi, su maisOgm

e free, proseguiranno – ha

concluso Fidenato – sino alla

prossima primavera».

 

 

 

Distruggere immediatamente le coltivazioni di mais ogm a Vivaro e Colloredo!

Gli eventi successivi del 4 e del 20 agosto

Messaggero Veneto 23 luglio 2015

coordinamento per la biodiversità

Mais Ogm: «Vanno rimosse e distrutte le coltivazioni»

UDINE Il Coordinamento per la biodiversità del Fvg chiede «la rimozione e la distruzione immediata delle colture di mais Ogm a Vivaro e a Colloredo di Montalbano». Stante il ritardo con cui, secondo il Coordinamento, le istituzioni si muovono in risposta alle “provocazioni” relative alle semine di mais transgenico, «anche quest’anno ci troviamo di fronte al sequestro di colture in un avanzato stadio di crescita». La normativa vigente vieta le coltivazioni transgeniche «e considerata l’urgenza della situazione è necessario distruggere e rimuovere immediatamente la coltura di mais transgenico del campo di Vivaro sequestrato dalla Forestale e gli appezzamenti di Colloredo in cui sono state autodenunciate delle pseudo-sperimentazioni Ogm in campo aperto».

 

vivaro
Foto a Vivaro

 

Diffondiamo il testo del comunicato del “Coordinamento tutela biodiversità FVG” relativamente alle coltivazioni di mais ogm di Vivaro e Colloredo Montalbano inviato alla stampa regionale e da divulgare.

Alleghiamo anche alcune foto pervenuteci di cartelli di sequestro apparsi sul campo di Colloredo e di una scritta realizzata da ignoti a Vivaro che chiede la distruzioni dei campi ogm suddetti.

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NO OGM: comunicato del coordinamento per la tutela della bioversità

In questi giorni abbiamo seguito con sofferenza il susseguirsi delle notizie riguardanti la solita questione degli ogm in agricoltura che, nella nostra regione, vergognosamente, si ripresenta puntualmente da più anni.

Vergognosamente perchè crediamo sia giunta l’ora di lasciarcela alle spalle una volta per tutte ed iniziare un percorso serio che restituisca un senso ad un sistema agricolo che ha perso ogni relazione con i valori fondamentali dell’agricoltura, che sono quelli di nutrire in modo sano ed adeguato gli esseri viventi (uomini, animali e piante) in equilibrio con le risorse e le diversità ambientali e a tutela e salvaguardia delle stesse, cominciando dal locale per arrivare al globale.

L’industrializzazione sempre più spinta del settore agricolo, caratterizzato dalle produzioni monocolturali e iniziato con la cosiddetta “rivoluzione verde”, si è dimostrato un fallimento completo sotto tutti gli aspetti: nutrizionale, ambientale , economico e sociale.

Fame (nei paesi poveri) e malnutrizione (nei paesi ricchi), inquinamento delle falde acquifere da pesticidi e nitrati, effetto serra e cambiamenti climatici ( 18% del totale solo da allevamento), depauperamento e desertificazione dei suoli, perdita della biodiversità colturale, culturale e ambientale (deforestazione, riordini fondiari, ecc.), neolatifondismo, abbandono delle campagne, urbanizzazione e cementificazione del territorio, perdita di potere contrattuale degli agricoltori a favore delle speculazioni del mercato finanziario sul cibo, ….e potemmo continuare ancora a lungo nell’elencare le ripercussioni negative dell’attuale modello agroalimentare.

L’abbiamo già ribadito più volte, le coltivazioni transgeniche non sono innovative ma rappresentano l’evoluzione più spinta di un sistema agricolo ed agroalimentare sbagliato e fallito che con gli ogm porta con se il grave rischio di conseguenze irreversibili sull’ambiente, sulla salute, sull’economia e sulla società.

E non facciamoci ingannare dalla falsa propaganda “scientista” dei paladini del transgenico!

Negli Stati Uniti, tra i maggiori produttori di ogm, stanno venendo alla luce innumerevoli problematiche legate a queste coltivazioni:

  • I fenomeni di resistenza di infestanti e parassiti ai principi attivi delle piante ogm sono sempre più incontrollabili, al punto che sono stati prodotte e autorizzate nuove varietà transgeniche tolleranti all’uso di più pesticidi, tra i quali il famigerato “agente arancio”usato in Vietnam.

  • I fiumi e le falde acquifere sono contaminati dai pesticidi presenti nei residui delle coltivazioni transgeniche, per questo, negli Usa, i valori massimi di contaminanti ammessi nelle acque potabili sono molto più elevati di quelli europei (fino a 7000 volte per alcuni di essi)

  • Tracce di pesticidi e diserbanti utilizzati nelle colture transgeniche vengono rilevati nelle urine e nel sangue della popolazione rurale ed urbana.

  • In 20 anni il 90% delle farfalle Monarca sono sparite , vittime delle colture industriali ogm e dei loro pesticidi. Per proteggerle è in corso la richiesta di iscrizione di questi insetti alla lista delle specie in via di estinzione.

Infine, per quanto riguarda le recenti novità legislative, crediamo che, pur introducendo la libertà di divieto degli ogm per gli stati membri a livello europeo e dimostrando una certo grado di opposizione all’utilizzo degli stessi in agricoltura con il nuovo decreto nazionale e l’attuale legge regionale, esse presentino comunque delle grosse lacune per cui le multinazionali biotech, direttamente , tramite accordi commerciali internazionali (vedi TTIP) o indirettamente , tramite i loro “sicari” locali, tenteranno sempre di aggirarle per evitare limiti ai loro profitti. Per questo è necessario che le istituzioni rispondano con fermezza!

Prima ancora di essere un garbuglio di leggi, le scelte agricole ed alimentari dei popoli sono un diritto inalienabile che deve svilupparsi in equilibrio con le risorse ambientali e culturali. La terra e il cibo sono dei beni comuni e non della merce!

Quindi va cercata e distrutta ogni coltivazione ogm presente sui nostri territori e le aziende agricole coinvolte devono essere punite e messe sotto sequestro cautelativo.

Noi continueremo a vigilare affinché le norme vigenti, che in Italia e in Friuli vietano le coltivazioni transgeniche, vengano fatte rispettare!

 
Coordinamento per la tutela della biodiversità FVG

NO OGM: aggiornamenti dal Coordinamento per la biodiversità

 

https://biodiversitafvg.wordpress.com/2015/03/02/non-e-vero-che-se-coltivassimo-piante-ogm-saremmo-in-grado-di-fare-a-meno-delle-importazioni-di-mangimi/

 

https://biodiversitafvg.wordpress.com/2015/03/02/coesistenza-uno-studio-tedesco-individua-in-chilometri-la-distanza-per-evitare-linquinamento-ambientale-di-altri-campi-coltivati-non-ogm/

 

https://biodiversitafvg.wordpress.com/2015/03/02/arctic-golden-e-arctic-granny-ancora-una-volta-al-servizio-di-colui-che-ha-il-brevetto-al-momento-non-ne-abbiamo-bisogno-grazie/

 

https://biodiversitafvg.wordpress.com/2015/03/02/nel-2010-invasero-gli-uffici-pordenonesi-di-agricoltori-federati-con-spray-e-manganelli-tra-di-loro-anche-lex-consigliere-regionale-alessandro-metz-il-leader-del-biotech/

 

https://biodiversitafvg.wordpress.com/2015/03/02/fidenato-mostra-le-piante-non-mi-fermeranno-la-battaglia-degli-ogm/

 

PORDENONE: continua la campagna contro gli OGM

omologazioneogm

 

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NO OGM: comunicato del coordinamento per la biodiversità del FVG

Sentenze del Tar del Lazio e del Tribunale di Udine in materia di OGM

Riflessioni e considerazioni

 
I vari provvedimenti legislativi di volta in volta emanati dalle nostre Istituzioni sulla questione degli OGM, non finiscono mai di stupirci per la loro profonda contraddittorietà.

In questo caso ci riferiamo alle recenti sentenze della Magistratura che riguardano due vicende: una è il ricorso al TAR del Lazio contro il Decreto Interministeriale 187 del 10 agosto 2013 emanato dal Governo, che vieta in Italia la coltivazione degli OGM per diciotto mesi e l’altra è il processo del Tribunale di Udine a un agricoltore friulano che aveva seminato mais transgenico nel 2011.

La stretta relazione tra le due vicende giudiziarie è particolarmente evidente, tenuto conto dell’imminente avvio della nuova annata agraria, caratterizzata da una serie di dichiarazioni da parte di alcuni agricoltori che annunciano la volontà di seminare varietà transgeniche determinandone la loro diffusione, con conseguenze gravi e irreversibili sull’ambiente, l’agricoltura e la salute.

La decisione del Tar di rinviare la sentenza sul suddetto Decreto Interministeriale di quarantacinque giorni, (di là dei risultati che prevediamo a favore del ricorrente), ci appare ispirata dal buonsenso e volta ad impedire l’aggravarsi della deriva transgenica per l’anno in corso. Invece, non è stata così oculata la decisione della magistratura locale di emanare, nello stesso giorno, la pur scontata assoluzione dell’agricoltore friulano.

Al solito, come le contraddizioni emerse lo scorso anno, tra la Regione FVG e il Governo nazionale, hanno favorito la coltivazione e il raccolto dei primi campi transgenici in Italia, ugualmente le attuali contraddizioni tra Magistratura locale e nazionale, continuano a incoraggiare le criminali provocazioni di quel manipolo di produttori, favorevoli all’introduzione di colture ottenute con tecniche transgeniche, al soldo delle multinazionali.

In questi giorni, subito dopo la sentenza friulana, abbiamo osservato un trattore che stava seminando sullo stesso campo che l’anno scorso era  stato coltivato a OGM dal proprietario.

Se si trattasse ancora di una semina transgenica, in quel campo come in altri di chiunque altro, noi lo segnaleremo e verificheremo presto se le Istituzioni locali avranno il coraggio di applicare coerentemente i disposti legislativi, seppur deboli e temporanei, che vietano la coltivazione di mais MON810 ( ad es. la moratoria  della Regione FVG), distruggendo immediatamente le colture e sanzionando i responsabili di quelle semine.

Lo ripetiamo da mesi, da anni, è assolutamente necessario impedire la diffusione di coltivazioni transgeniche su tutto il continente europeo (e a livello globale) modificando il contorto e contraddittorio sistema normativo che regola la diffusione degli OGM a favore della libertà di scelta degli Stati membri, a difesa della sovranità alimentare e per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile in stretta relazione con il territorio e la produzione di cibo sano.

Nel frattempo, è necessario che le nostre Istituzioni resistano alle pressioni delle multinazionali e alle attuali ingerenze della Commissione europea, emanando norme di divieto generalizzato su tutto il territorio nazionale, abbandonando definitivamente ogni riferimento alla coesistenza o alla definizione di sole zone ogm free, come invece intendono fare.

Infatti, sia la “nuova” modifica della LR del FVG ( che il neo ministro all’agricoltura, Maurizio Martina,  vuole adottare a livello nazionale), sia le direttive della Commissione Agricoltura girate agli europarlamentari italiani, sono orientate verso quel tipo di provvedimenti. Altri Stati, come recentemente la Francia, stanno dimostrando molta più coerenza e determinazione. Speriamo possano servire da esempio.

 

COORDINAMENTO TUTELA BIODIVERSITÀ FVG

NO OGM: azioni dimostrative nel pordenonese

La Monsanto come la Dupont, piuttosto che Syngenta, sono grandi multinazionali che detengono il 90% del mercato mondiale di semi e prodotti chimici. In occasione della giornata mondiale contro la Monsanto che si terrà sabato 24 maggio abbiamo voluto organizzare due azioni dimostrative davanti ai consorzi agrari dove vengono venduti mangimi ottenuti da coltivazioni ogm di mais, soia e colza. Per noi la lotta contro gli ogm significa combattere questo sistema agroindustriale basato sulla sterile ricerca del profitto di pochi attraverso rapporti di monopolio e di dominio, e proporre nuovi modelli di relazioni sociali fondati sull’autoderminazione alimentare.

PORDENONE NO MONSANTO

 

NO OGM: azione diretta contro i campi OGM a Vivaro-aggiornato 07/06)

Messaggero Veneto del 07/06

Ogm, devastato il campo di Vivaro

di Enri Lisetto PORDENONE I vandali hanno colpito nel campo “madre di tutte le battaglie” pro Ogm, quello appena campionato dalla Forestale a Vivaro, quello dove Giorgio Fidenato ha denunciato di avere seminato mais Mon810 nonostante il divieto di Stato e Regione. Durante la notte dell’antivigilia dell’appuntamento di Colloredo di Montalbano – oggi alle 10 a Laibacco verrà presentato il campo prova intitolato Biodiversità e Ogm – mani ignote hanno estirpato 500 su 3 mila 200 metri quadrati di mais, circa 4 mila piantine in tutto, e poi hanno piantato un cartello: «Serracchiani e Bolzonello: ora continuate voi!». Ma la Regione condanna l’azione in quanto «si tratta di violazione e danneggiamento di proprietà privata». Giorgio Fidenato denuncerà l’atto vandalico: «Quelle piante estirpate resteranno lì, a testimonianza di vigliacchi combattenti che non mostrano la loro faccia. Se avessero coraggio non agirebbero di notte, di nascosto e, come me, visto che sono sicuri delle loro ragioni, si sottoporrebbero a procedimento penale». L’incursione – accertata anche dalla Digos della questura di Pordenone che ha compiuto un sopralluogo nel campo devastato – viene condannato «con forza» dal vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello. Ma l’imprenditore agricolo di Arba “ignora” la solidarietà: «Mi sono autodenunciato per la semina Ogm: Stato e Regione non sono nella legalità. Coloro che hanno violato la legge pagheranno». Proprio nei giorni scorsi gli agenti del Corpo forestale e dell’Ersa hanno compiuto sopralluoghi negli appezzamenti di Vivaro e Mereto di Tomba: «Qualora dai controlli arrivasse la conferma che quelle sementi sono Ogm – chiosa Bolzonello – ci dovremo rivolgere alla Procura della Repubblica per evidenziare che quelle semine sono state fatte contravvenendo alle normative nazionali e a quelle regionali. In quel caso chiederemo al proprietario di estirpare quelle piante e alla legge di fare il suo corso». Il 30 marzo lo stesso campo di Vivaro era stato oggetto di un’invasione da parte di 150 «tute bianche» da Venezia, Mestre, Padova, Vicenza, Trento e Trieste che avevano seminato canapa biologica, mentre la villetta del leader di Futuragra Silvano Della Libera, poco distante, era stata oggetto di lancio di fumogeni e di un quintale di sterco. EnriLisetto

 

dal Messaggero Veneto online del 06/06/14

Estirpato nella notte il mais Ogm

Incursione nei campi di Vivaro seminati con il granturco geneticamente modificato dall’imprenditore Fidenato

noogmvivaro

 

VIVARO. Ignoti, questa notte, hanno tagliato il mais Ogm seminato dall’imprenditore Giorgio Fidenato a Vivaro, nello stesso appezzamento preso di mira gli anni scorsi.

Estirpato mezzo seminato (danno non superiore ai 500 euro, ma coltivazione stagionale saltata), per 1.500 metri quadrati di area coltivata.

I vandali hanno poi affisso un cartello: «Serracchiani e Bolzonello, ora pensateci voi».

Dura la reazione di Fidenato: «Sono talmente sicuri delle loro ragioni che fanno le incursioni notturne per non farsi scoprire. Ipocriti: questa è la gente che ostacola la semina Ogm, mentre noi ci costringono ad autodenunciarci».

Dal Piccolo online del 06/06/14

 

Incursione notturna anti-Ogm, strappate le piantine di mais

 

Sotto tiro ancora una volta i campi di Fidenato, che lotta per poter seminare vegetali transgenici. Un cartello per firmare la devastazione. Il vicepresidente della Regione, Bolzonello: «Vandali da condannare»

 

 

 

 

Un’incursione notturna è stata compiuta la scorsa notte nel campo di Giorgio Fidenato a Vivaro, in provincia di Pordenone, dove era stato seminato mais Ogm. Ignoti vandali ambientalisti hanno strappato le piante che erano nel frattempo cresciute. Hanno quindi piantato un cartello con la scritta «Serracchiani e Bolzonello, ora pensateci voi», riferendosi alla presidente e al vicepresidente del Friuli Venezia Giulia.

 

Negli scorsi mesi lo stesso campo era stato oggetto di un’invasione da parte di «tute bianche» e il podere di Fidenato era stato imbrattato con scritte sui muri.

 

Ed è proprio il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, a definire l’incursione avvenuta la scorsa notte come «un atto di vandalismo da condannare con forza, in quanto si tratta di violazione e danneggiamento di proprietà privata».

 

 

Rispetto al sospetto che Fidenato abbia coltivato nelle sue proprietà nelle province di Udine e Pordenone delle varietà di mais geneticamente modificato, Bolzonello ha ricordato che la Regione, con la collaborazione del Corpo Forestale regionale, di quello dello Stato e dell’Ersa, sta compiendo su quei terreni delle analisi. «Qualora dai controlli arrivasse la conferma che quelle sementi sono Ogm – ha affermato -, ci dovremo rivolgere alla Procura della Repubblica di Udine e di Pordenone per evidenziare che quelle semine sono state fatte contravvenendo alle normative nazionali e a quelle regionali. In quel caso – ha concluso – chiederemo al proprietario di estirpare quelle piante e alla legge di fare il suo corso».

 

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Riceviamo questo testo di rivendicazione dell’azione e lo pubblichiamo integralmente.

Anticipata la festa della trebbiatura di mais OGM a Vivaro.

Avevamo capito che è vietato coltivare OGM, sembrava una legge dello Stato. Sembrava anche che il governo regionale avesse la volontà di impedire tali coltivazioni. Era un abbaglio! Di fatto la volontà è di farci capire e metabolizzare come tutto ciò sia inevitabile, tanto che ora si discute solo di regole per normare la coesistenza fra colture modificate e colture tradizionali, evitando di attuare la clausola di salvaguardia.

Infatti, anche questa primavera, chi ha voluto seminare OGM ha potuto agire indisturbato.

Per un attimo ci era sembrato che si volesse tutelare la nostra agricoltura, la nostra terra, la nostra dignità. Quello che invece accade è che tutti gli organi e gli innumerevoli enti regionali preposti al controllo, non prendendosi alcun onere e responsabilità, di fatto stanno tutelando gli interessi di grossi imprenditori e delle multinazionali che ci stanno dietro.

Il parallelo è presto fatto: così come Bolzonello, Serracchiani e compagnia briscola si sono inchinati/inclinati di fronte a Fidenato ed il suo MON(A) 810, così noi “ONESTI MIETITORI” abbiamo messo a 90 le piantine incriminate.

Abbiamo cominciato col levarne parecchie. Chissà se “lo Stato” che tutto vede e tutto può (quando vuole) è in grado di fare il suo lavoro: ESTIRPARE I CAMPI COLTIVATI A OGM .

gli ONESTI MIETITORI

 

NO OGM: aggiornamenti dal 13 al 15 giugno

Dal Messaggero veneto online del 15/06/14

Esposto di Sel in tribunale sulle semine Ogm

E il comitato per la biodiversità chiede la distruzione dei campi

PORDENONE. Il caso Ogm torna in tribunale a Pordenone. Ma non per un processo. Domattina i deputati di Sinistra Ecologia Libertà, Serena Pellegrino (componente commissione Ambiente) e Franco Bordo (componente commissione Agricoltura), consegneranno alle 9.15, negli uffici giudiziari del tribunale cittadino, un esposto sulla vicenda della coltivazione di mais geneticamente modificato che ha riguardato, in modo importante, anche terreni della nostra provincia.

Giorgio Fidenato, l’agricoltore che da anni conduce una battaglia per veder riconosciuto il diritto alla semina di mais geneticamente modificato, ha infatti seminato circa 3 mila metri quadri di Mon 810 anche a Vivaro (così come fatto in passato). Una parte di quel mais – il corpo forestale dello Stato e della Regione ha provveduto ai campionamenti delle piante per verificare che si tratti effettivamente di mais biotech – è stato già devastato dai disobbedienti.

Intanto il comitato per la Biodiversità chiede alla Regione di provvedere urgentemente alla distruzione delle colture Ogm seminate da Fidenato.

«Non sono necessari grandi capacità osservative – rilancia il comitato – per accorgersi dello stato in cui versano le nostre campagne, dove troviamo mais, soia, colza, frumento, coltivati usando biocidi di ogni genere per garantire una produttività che oramai la terra non è più in grado di dare a seguito di atroci pratiche agronomiche produttivistiche e non rispettose dei cicli vitali. Non possiamo non far presente che questo sistema è la principale causa d’inquinamento diffuso e d’impoverimento microbiologico della terra e delle falde acquifere»

 

dal Piccolo del 13/06/14

SECONDO STOP ALLA SEMINA DI MAIS OGM IN REGIONE

TRIESTE Nuova “sconfitta” per gli agricoltori pro Ogm del Friuli Venezia Giulia. Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar del Lazio di bloccare le semine biotech in corso nei campi di Vivaro, in provincia di Pordenone, rigettando la richiesta di sospensiva avanzata dagli esponenti dell’associazione Futuragra e rinviando la definitiva decisione nel merito al 4 dicembre, quando di fatto sarà già in vigore la normativa europea che lascia la libertà di non coltivare Ogm ai singoli Stati membri. Ad annunciarlo ieri è stata la Coldiretti, che ha commentato positivamente la scelta del Consiglio di Stato di sostenere la linea del Tar del Lazio. Linea, appunto, che aveva portato alla bocciatura del ricorso presentato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais biotech Mon810 modificato geneticamente. «A questo punto – conclude la Coldiretti – le amministrazioni coinvolte non hanno più nessun alibi per intervenire nella repressione delle coltivazioni illegali per evitare l’aggravarsi delle contaminazioni ambientali in atto». Positivo anche il commento di Ermete Realacci, presidente della commissione Agricoltura della Camera. «Dal Consiglio di Stato arrivano nuone notizie per l’agricoltura italiana e per la sua vocazione all’eccellenza – afferma -. Il Tar del Lazio si era già espresso in aprile aprile bocciando il pretestuoso ricorso di Fidenato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais Ogm MON810 in Italia. Oggi si scrive dunque una bella pagina a tutela della nostra agricoltura e del made in Italy di qualità. Al di là di motivazioni di ordine ambientale e sanitario, infatti, la scelta Ogm è completamente sbagliata per l’Italia».