PORDENONE: continua la campagna contro gli OGM

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La governatrice del FVG Debora Serracchiani, forte delle recenti procedure europee contro il Decreto anti OGM del Governo (che non ha voluto applicare), attende una opinione, dice, da chi ha messo in discussione le “oculate” decisioni della Regione in materia di OGM: non possiamo farla attendere!!!

Il nostro Coordinamento ha denunciato più volte le scelte contraddittorie delle nostre istituzioni che, definendosi contrarie agli OGM, hanno invece emanato dei provvedimenti che ne hanno permesso la coltivazione ed il raccolto in Friuli (per ora).

Già il Decreto interministeriale del Governo, ora soggetto alla procedura di infrazione dell’Europa, che vieta per soli diciotto mesi (?) la coltivazione degli OGM in Italia, era chiaramente inadeguato ad impedire l’ introduzione delle coltivazioni transgeniche, essendo dichiaratamente un “tampone” atto a “dare il tempo” alle Regioni di emanare le norme sulla coesistenza previste dalle normative europee.

Non averlo neanche applicato per distruggere i campi transgenici friulani, come hanno deciso di fare i nostri amministratori regionali, ed introdurre subito ed unilateralmente le norme sulla coesistenza, è stata un’ulteriore beffa a danno della maggioranza dei cittadini che non vogliono gli OGM sui loro territori e nelle loro valenze agricole ed ambientali.

Il ridicolo “balletto di responsabilità” che si sono scambiati la Regione ed il Governo, ha poi chiuso un quadro infelice che lascia un’ombra oscura sulla fiducia che possiamo dare alle nostre istituzioni.

Ora, ci vogliono far credere che il Regolamento sulla coesistenza che la Regione FVG si appresta ad emanare, ci salverà dalle prossime semine transgeniche da tempo preannunciate dal manipolo di ogiemmisti locali, ringalluzziti dai “risultati” dello scorso anno.

Noi siamo sempre stati contrari a tale provvedimento e, ancor di più, abbiamo manifestato la nostra contrarietà dopo aver letto i contenuti della bozza presentata all’attenzione dei portatori di interesse durante le consultazioni attuate dai tecnici regionali.

Se il regolamento passasse così come presentato, una buona percentuale del territorio regionale (es. provincia di PN) potrebbe essere interessato da estese coltivazioni OGM.

Se invece venissero introdotte misure più restrittive, che di fatto impedirebbero le coltivazioni transgeniche, il provvedimento sarebbe respinto in sede europea.

Stessa conseguenza avrebbe la richiesta di una “moratoria” temporanea sulle coltivazioni OGM, ipotizzata dalla Regione, in attesa che il regolamento venga approvato (o bocciato) dall’Europa.

Infatti, lo stesso decreto interministeriale del Governo è di fatto una moratoria in attesa dell’introduzione delle norme sulla coesistenza: e l’Italia per questo sta subendo una procedura di infrazione.

In sostanza, dovremmo aver imparato che non esiste alcuna norma che vieti le coltivazioni transgeniche che non venga contestata in sede europea.

Ed è un grave errore continuare a rincorrere soluzioni deboli e tampone che continuano ad esporci ai ricatti delle multinazionali e all’ingerenza della controversa legislazione comunitaria.

L’unica soluzione percorribile sta nel sostenere con forza la modifica della normativa europea sugli OGM sostenendo le proposte già presentate dal 2010, che prevedono la piena libertà di scelta per gli Stati membri sulle coltivazioni transgeniche. Le prossime scadenze elettorali sono un’ottima opportunità!

Anche su questo fronte, le posizioni italiane in sede europea sono deboli e contraddittorie e si limitano a chiedere zone OGM-free e riduzione dei limiti di tolleranza.

Se le nostre istituzioni vogliono recuperare la fiducia e l’appoggio dei cittadini su questo importante argomento, devono dimostrare di avere la coerenza e il coraggio di “resistere” ai richiami delle istituzioni europee, come stanno facendo molti altri Stati che continuano a vietare gli OGM sui loro territori, applicando nuove clausole di salvaguardia, finché non verranno opportunamente modificate le norme europee.

Per ora abbiamo assistito solo a vergognosi tentennamenti!

Noi, assieme alle altre associazioni contrarie agli OGM, che si stanno coalizzando anche in Veneto, Lombardia, e a livello nazionale, continueremo a sensibilizzare la società civile affinché si costituisca un fronte compatto contro la deriva transgenica e a favore di una modello agricolo ed agroalimentare a misura d’uomo, nel rispetto delle risorse e degli equilibri ambientali.

Nella prossima, imminente, annata agraria, deve essere evitata e/o distrutta qualsiasi altra semina ogm: se non lo faranno le istituzioni, dovremo pensarci noi cittadini?

IL COORDINAMENTO PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ FVG