Entries Tagged 'Uncategorized' ↓

Trieste, azione di solidarietà con il Kurdistan

Trieste, cartelli sul consolato turco per ricordare la strage di Suruc

e contro il terrorismo di stato

Anche a Trieste è stato ripreso l’m 001appello del collettivo “Iniziativa Anarchica” di Ankara per una giornata internazionale contro il terrorismo dello stato turco e per ricordare tutte le vittime del brutale attentato di lunedì 20 luglio a Suruc, che ha causato 32 morti fra gli attivisti che si stavano recando a Kobane per contribuire alla ricostruzione della città. Fra i morti vi sono anche due compagni anarchici di 19 anni, Alper Sapan e Evrim Deniz Erol.

 

Due cartelli sono stati appesi alle porte dell’edificio che ospita la sede del consolato turco a Trieste in Piazza Unità.

 

Un piccolo gesto per ricordare la responsabilità del governo turco nella repressione della popolazione curda e la sua complicità con gli assassini dello Stato Islamico.

Solidarietà al Kurdistan in lotta! Kobane resiste!

m 003

m 002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

m 004

Trieste Si può fare! Gli educatori precari del Comune ottengono la proroga. L’azione diretta paga.

m 3Trieste

Si può fare! Gli educatori precari del Comune ottengono la proroga. L’azione diretta paga.

 

Lunedì 11 maggio si è svolta a Trieste una manifestazione promossa dal Comitato Precari Area Educazione, che riunisce educatrici ed educatori precari dei ricreatori, degli asili nido e delle scuole dell’infanzia del Comune di Trieste. Il motivo della manifestazione era quello di chiedere una proroga delle attuali graduatorie supplenti di asili nido e ricreatori, in modo da tutelare i lavoratori e difendere la continuità dei servizi educativi e di coloro che quotidianamente vi lavorano. Più di un centinaio di educatrici ed educatori vi hanno preso parte, chiedendo un incontro urgente ai capigruppo in Consiglio regionale e all’assessore alla funzione pubblica Paolo Panontin. L’incontro è stato fruttuoso: nell’imminente seduta del Consiglio verrà infatti presentato un emendamento, firmato da tutti i gruppi consiliari, per la proroga di un anno delle graduatorie, accogliendo così in toto le richieste del Comitato Precari.

E’ un risultato ottenuto solo grazie alla mobilitazione che in questi mesi i lavoratori dei servizi educativi triestini hanno messo in campo, in maniera diretta e autogestionale, senza deleghe ai sindacati istituzionali.

L’unione Sindacale di Base (USB) e l’Unione Sindacale Italiana (USI-AIT) hanno sostenuto l’azione del Comitato, erano presenti in piazza e continueranno a sostenere la lotta dei precari. Chi non si è visto sono stati i sindacati istituzionali, che in sede di rappresentanze unitarie si erano spesi a parole a favore della proroga ma non hanno fatto nulla di concreto, pur essendo stati invitati in piazza dal Comitato precari stesso.

Ma questo è solo il primo passo. La mobilitazione può e deve continuare verso la definitiva stabilizzazione di tutti i precari che lavorano nei servizi educativi da anni e anni e che ancora non hanno alcuna certezza sul proprio futuro.

A gennaio 2015 sono stati assunti in ruolo più di duecento lavoratori dell’Area Educazione del Comune di Trieste, dopo una serrata e continua mobilitazione durata molti mesi. E’ il momento di pretendere con forza nuove assunzioni. Per farla finita con il ricatto del precariato e per dare nuove prospettive ai servizi educativi della città.

L’unione Sindacale Italiana USI-AIT, come ha sempre fatto, sosterrà i lavoratori nelle battaglie per i propri diritti, senza deleghe e senza mediazioni.

Con l’azione diretta si vince!

 

Unione Sindacale Italiana USI-AIT – Trieste

http://www.usi-ait.org/

 

Articolo del quotidiano di Trieste “Il Piccolo” del 12/5/2015

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/05/12/news/via-libera-alla-proroga-salva-precari-1.11405416

 

 

CIE DI GRADISCA: Manconi insiste sull’allargamento del CARA

Dal Piccolo del 20/01/14

Manconi: «Aiuto ai profughi anche negli spazi dell?ex Cie»

di Luigi Murciano GRADISCA «Il Cara di Gradisca è una struttura che va ampliata in virtù del numero di persone che sta attualmente ospitando, e che è destinato a crescere ulteriormente». Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, non ha dubbi. Secondo il senatore Pd, che lo ha visitato nella mattinata di ieri, il Centro per richiedenti asilo della cittadina isontina andrebbe potenziato per poter operare al meglio. Magari riconvertendo in Cara, questa l’opinione di Manconi, l’altro centro gradiscano: ovvero il Cie, il centro di espulsione per clandestini attualmente in ristrutturazione dopo le rivolte dei mesi scorsi. «Il Cie va chiuso in quanto luogo ove i diritti umani sono sospesi o addirittura calpestati – ha affermato il parlamentare – come del resto avevamo appurato in una recente visita. Ma la realtà del Cara è ben diversa. È una struttura che assolve ad un compito fondamentale previsto dalla nostra Costituzione: quello di fornire assistenza alle persone in attesa di asilo politico e protezione internazionale perchè perseguitate o fuggite dalla guerra. E va aiutato a svolgere la sua funzione al meglio. La chiusura del Cie, che noi vogliamo, potrebbe lasciare eventuali spazi ad un ampliamento del Cara». Posizione netta, quella di Manconi, che assicura di non essere il solo a vederla in questo modo. «Questa mia ipotesi è condivisa anche dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e da tante associazioni che si occupano di studi sulle problematiche dell’immigrazione». Meno entusiasta di queste parole il Comune di Gradisca, che nelle scorse settimane aveva messo nero su bianco la sua contrarietà alla riapertura del Cie, ma anche all’ampliamento del Cara. I numeri non sarebbero più gestibili dal territorio, che a queste persone (libere di circolare) non riuscirebbe più a garantire risposte sociali, tantomeno senza risorse. «Sappiamo dell’ostilità degli enti locali a questa ipotesi, così come siamo consapevoli che a livello centrale si vuole riaprire il Cie. Ma la commissione ha il dovere di presentare le proprie riflessioni». Di certo, come ha appurato ieri Manconi nel corso della sua visita fiume (ben 4 ore) accompagnato dalla direttrice Cardella e dai funzionari della Prefettura, il Cara di Gradisca è una struttura complessa. Lo sanno bene i dipendenti, che svolgono responsabilmente un lavoro delicatissimo nonostante continui ritardi nell’erogazione degli stipendi. Manconi li ha incontrati. Attendono le mensilita’ di novembre, dicembre, la tredicesima e un 20% di pregressi. Sono stremati, chiedono tempistiche certe. Il nuovo contratto di appalto è stato depositato alla Corte dei Conti e questo dovrebbe finalmente riportare tutto alla normalità. «Anche il cambio della guardia alla guida della Prefettura dovrebbe aprire un nuovo capitolo in questo senso» afferma Manconi. Di certo il Cara negli ultimi mesi è cambiato. La sua capienza è stata portata dai 138 posti standard a 204 per consentire l’apertura di una sezione Cda, ovvero di accoglienza per i profughi sbarcati sulle coste siciliane. Attualmente gli ospiti del Cara/Cda sono 176, ma il turnover nella sezione di accoglienza è continuo. Il bisogno di spazi è effettivo. Attualmente non vi sono all’ex Polonio né minori né nuclei familiari. «Se ci fossero – spiegano dalla direzione – troveremmo qualche difficoltà ad organizzarci con gli spazi». L’80% di quanti approda al Cda invece rimane per poche ore: poi si volatilizza perchè non ha interesse a chiedere protezione al nostro Paese ma mira al Nord Europa. Lo Stato lascia fare, ma il ricambio è costante. Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Eritrea, Mali, Senegal, Ghana, Nigeria i Paesi piu’ rappresentati. Per i richiedenti asilo in media la permanenza al Cara dura 120 giorni. C’è assistenza sanitaria, psicologica, mediazione culturale, orientamento legale. Esistono una ludoteca e luoghi dedicati al culto. «Contrariamente ad altri centri – conferma Manconi – l’opinione degli ospiti sui servizi è buona. Ma il governo dovrebbe investire maggiori risorse sul diritto all’asilo e sull’integrazione di queste persone. I tempi di attesa per entrare nel circuito Sprar sono lunghi, ma qualcosa si sta muovendo».

PORDENONE: spostato il festival PN REBEL a causa delle pressioni degli sbirri

A causa di forti pressioni esterne mediatiche e
sbirresche alla fine ci è stato negato il posto dove si doveva tenere
l’assemblea e il concerto di PN Rebel, per chi è interessato a
venire il  tutto si sposterà al Circolo Zapata sempre dalle 17.30

Foto dell’iniziativa a Trieste coi NOTAV TERZO VALICO

Una 50ina le persone presenti e molto interesse. Buona la raccolta fondi per le spese legali.

 

notavterzovalixotrieste130713-2

notavterzovalixotrieste130713-3

notavterzovalixotrieste130713-4

notavterzovalixotrieste130713

 

CIE DI GRADISCA: nuove fughe!!!!

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

st1\:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:””; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:”Times New Roman”; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Di seguito prima gli aggiornamenti della Tenda per la Pace e i diritti e di seguito la rassegna stampa.

22/09  Dal CIE: “Verso le 3 del mattino 3 persone sono riuscite a scappare , ma una di loro è rimasta ferita in modo grave. Più tardi c’è stato un altro tentativo di fuga, bloccato dalla polizia. Ci sono poi stati violenti scontri con la polizia, ci sono due feriti: uno con 3 punti di sutura al viso e l’altro con contusioni al braccio e al ginocchio”

21/09 Da questa notte sono riprese le agitazioni all’interno del CIE di Gradisca d’Isonzo, le persone sono tornate sul tetto, la “causa scatenante” sembra essere stata ancora una volta la convalida ad una persona che chiede volontariamente il rimpatrio e gli viene “promesso” di settimana in settimana di esser mandato via. Durante la notte sono state tolte, da parte dei trattenuti, la maggior parte delle reti che chiudono dall’alto le gabbie. La polizia in tenuta antisommossa era sul tetto.

ore 14.30 un operatore della RAI è davanti al CIE vede del fumo, ma non sappiamo ancora l’origine (se incendio o gas lacrimogeni) all’operatore viene impedito di filmare ed è stato identificato. Le persone sono ancora sul tetto.

 

Dal Piccolo

23/09/13

Sedie contro gli agenti, tre evasi al Cie

di Luigi Murciano GRADISCA Il Cie di Gradisca è un colabrodo. Dopo un’evasione avvenuta nella giornata di sabato, altri tre immigrati sono riusciti a far perdere le proprie tracce nella notte successiva. All’interno della struttura isontina sono state, ancora una volte, ore turbolente. Una vera e propria rivolta all’ex caserma Polonio con gli ospiti che si sono alternati nell’occupazione del tetto della struttura, spaccando anche le ringhiere. E alla fine tre clandestini ce l’hanno fatta a scappare, un’evasione in pieno stile western: con delle corde improvvisate, infatti, hanno preso al lazo la ringhiera esterna e con un perfetto passaggio alla marinara sono riusciti a transitare dall’altra parte e darsi alla macchia dopo un salto nel vuoto di 4 metri. Il tutto mentre il contingente dei più facinorosi faceva arretrare dalle loro postazioni militari e poliziotti con lanci di sedie, bottiglie riempite di sassi trovati nel cantiere che, ironia della sorte, dovrebbe ripristinare la sicurezza nelle sezioni danneggiate. Il tutto è durato fino all’alba e la tensione non è scemata neppure nella giornata di ieri. «Nulla cambierà finché non saranno riparate le reti che impediscono la salita sui tetti e le uscite in massa degli ospiti. Il centro è in mano loro» protestano forze dell’ordine e operatori. I dipendenti della Connecting People, l’ente gestore del Cie, fra l’altro non ricevono lo stipendio da tre mesi. La causa dei disordini è stata la comunicazione di un rinvio di un giorno dell’uscita dalla struttura per uno degli immigrati, che successivamente alla notifica del provvedimento si sarebbe fatto prendere dal nervosismo. L’uomo, che aveva richiesto il rimpatrio volontario, dovrebbe ora essere rilasciato nella giornata di martedì. Così perlomeno gli sarebbe stato assicurato. Di certo in appoggio all’immigrato, che si è anche procurato un taglio piuttosto serio ad un braccio, è scaturita la notte scorsa anche la protesta dei compagni. Un gruppo di ospiti aveva divelto gran parte delle reti che avvolgono le cosiddette vasche di contenimento esterne alle camerate, e fra queste anche la rete che inibiva l’accesso al tetto del Cie, già teatro delle proteste di agosto. La polizia ha raggiunto i tetti, ma non vi sono stati scontri né uso di lacrimogeni per ripristinare le condizioni di sicurezza. Le nuove proteste degli immigrati arrivano a poche ore dalla risposta all’interpellanza della deputata Serena Pellegrino (Sel) al governo Letta sulle condizioni di vita all’interno della struttura. «Il Cie di Gradisca d’Isonzo e tutti i Cie d’Italia vanno completamente ripensati: attraverso un percorso parlamentare è necessario riconsiderare le modalità di funzionamento, i servizi necessari, i criteri per gli appalti» la risposta da parte del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, all’iniziativa della Pellegrino. Situazione del Cie isontino che, pochi giorni fa, il presidente della Commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani, il senatore Luigi Manconi, aveva definito «illegale». «Ho ribadito nel mio intervento – spiega la deputata di Sel – che la permanenza a 18 mesi del trattenimento pone il nostro Paese al di fuori del consesso giuridico internazionale. La fuga dal Cie, è bene ricordarlo, per il nostro ordinamento non costituisce reato. Siamo pronti alla discussione in aula per rivedere le norme che regolano i Cie e l’intero impianto della legge Bossi-Fini. Non è un problema di risorse, per i Cie italiani sono già previsti interventi per 55 milioni di euro. Si tratterebbe solo di utilizzarli al meglio».

 

22/09/13

Nuove tensioni all’ex Polonio Gli ospiti tornano sul tetto

TRIESTE Torna a salire la tensione all’interno del Cie di Gradisca. La scorsa notte un gruppo di immigrati ha occupato nuovamente il tetto della struttura isontina, già teatro nelle scorse settimane di accese proteste e indicenti. Ad accendere la miccia questa volta, ha riferito la parlamentare di Sel Serena Pellegrino, sarebbe stata la comunicazione di un rinvio di un giorno dell’uscita dalla struttura per uno degli ospiti che, dopo aver ricevuto l’infelice notizia, si sarebbe fatto prendere dal nervosismo. E proprio per manifestare solidarietà al diretto interessato, un gruppetto di stranieri ha inscenato la protesta sul tetto, poi rientrata nel corso delle ore successive. Le difficili condizioni di vita all’interno dell’ex Polonio saranno al centro del dibattito intitolato “Cie, se lo conosci lo chiudi. Nuove politiche per l’accoglienza e l’immigrazione”, organizzato oggi alle 18 ad Aiello del Friuli nell’ambito della “Festa giusta” promossa dagli esponenti Sel del Friuli Venezia Giulia.

CIE DI GRADISCA: nuova rivolta

Nuova rivolta questa notte dentro il lager. Pubblichiamo le due brevi info fatte girare dalla Tenda per la pace e i diritti questa notte.
 
1)

 I reclusi del CIE di Gradisca sono ora tutti fuori dalle gabbie, alcuni nei corridoi altri nel campo di calcio, notizie non confermate danno tre persone portate in ospedale per intossicazione. Tre stanze sono state incendiate. Alla base dell’ennesima rivolta ancora le disumane condizioni e l’insostenibilità dei CIE

 
2)
Siamo davanti al CIE di Gradisca, una colonna di fumo si alza da dentro, sono entrate un’ambulanza e un’auto medica. I vigili del fuoco erano fuori ma abbiamo visto una camionetta andarsene. Da dentro ci dicono che hanno bruciato i materassi e c’é gente svenuta
 
SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI!

Tav Trieste-Venezia, lo stop di Moretti

da Il Piccolo del 26 ottobre 2012

 

Tav Trieste-Venezia, lo stop di Moretti

L’ad delle Ferrovie: «Siamo ancora alla progettazione e quindi è prematuro parlare di investimenti»

 

 

di Massimo Greco

TRIESTE. L’alta velocità procede ancora troppo piano sulla tratta Venezia-Trieste, dunque è prematuro parlare di investimenti. A rilevare la lentezza dell’iter progettuale è lo stesso amministratore delegato delle Fs Mauro Moretti, ieri a Venezia per un convegno. «Ho visto – ha dichiarato il manager delle Ferrovie – che anche in questi giorni ci sono state delle non accettazioni sul tracciato da parte di una serie di sindaci. Siamo ancora alla fase di progettazione, quindi prima di poter parlare dei soldi per gli investimenti, occorre avere un programma chiaro dei tempi di definizione del progetto».

Se la Venezia-Trieste ad alta velocità resta nel limbo dei desiderata, con differente ritmo sembra invece evolversi la situazione a Ovest del capoluogo lagunare. Moretti è stato esplicito: «La Venezia-Milano ad alta velocità è l’opera più importante da fare in Italia. Bisogna dare atto a questo governo di aver finanziato la Milano-Brescia, un primo passo importante perchè è la zona più congestionata. Speriamo di chiudere il collegamento tra la metropoli lombarda e Brescia entro il 2016».

Già messa a punto la Padova-Venezia, che era l’altra tratta a maggiore congestione di traffico, «adesso dobbiamo procedere gradualmente – ha scandito Moretti – fino a Verona e da Verona fino a Padova. Proprio sulla Verona-Padova stiamo definendo il preliminare, vi sono iniziative di sostegno assolutamente apprezzabili, che però non risolvono il problema del finanziamento». Brennero-Bologna e Milano-Venezia – ha osservato l’ad delle Fs – sono le linee che disegnano e attraversano l’area “forte” del Paese.

Moretti ha affrontato altri importanti temi relativi alla politica dei trasporti nazionale, lamentando la carente attenzione nei confronti della rotaia, sottoutilizzata rispetto alla modalità su gomma.

E’poi tornato sul trasporto ferroviario locale, sottolineando come, rispetto ad altri Paesi europei, l’utenza e le Regioni paghino decisamente meno il servizio, che invece ha bisogno di più consistenti risorse. «Contentissimi», commenta Moretti, se si vorranno bandire le gare, perchè questa esigenza finanziaria verrà finalmente evidenziata, visto che alle gare «fino a questo momento non ha partecipato nessuno e noi abbiamo dovuto continuare a fare il servizio anche dove a volte non lo vorremmo fare».

Nel derby sull’alta velocità, che vede opposti Trenitalia e Ntv, Moretti non ha voluto perdersi una battuta sulle dimissioni, presentate l’altro giorno da Luca Cordero di Montezemolo, dalla presidenza della compagnia ferroviaria privata. «Le dimissioni di Montezemolo – ha celiato – sono un campionato perso. Mi sembra che qui non abbia vinto il Mondiale, come è abituato a fare con la Ferrari. Gli auguro anch’io di vincere un giorno in Formula 1, ma intanto, lui, questo campionato lo ha perso». Ricordiamo che al posto di Montezemolo è stato nominato Antonello Perricone.

 

NOTAV: volantino unitario sulle denuncie a Trieste

notavtriestedenunce

OCCUPYTRIESTE: continua la vertenza sull’Acegas

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 st1\:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:””; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:”Times New Roman”; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Dal Piccolo

VENERDÌ, 23 DICEMBRE 2011

COMUNE, MOZIONE SUGLI STACCHI DI ACEGASAPS

Occupy “spiazza” il Consiglio

Centrosinistra diviso, il centrodestra si riscopre affine agli indignati

Le rivendicazioni di Occupy Trieste danno un nuovo scossone al palazzo. In un colpo solo il centrosinistra si spacca tra forze di lotta (l’ala sinistra) e di governo (baricentro Pd) mentre il centrodestra si riscopre su posizioni affini a quelle dei vituperati “indignati”. Succede tutto nella riunione dei capigruppo del Consiglio comunale di ieri, con all’ordine del giorno anche il ricevimento di una delegazione di due rappresentanti di Occupy, tra cui Luca Tornatore. Il quale presenta un documento sullo scottante tema dello stacco dei consumi di AcegasAps nelle case delle famiglie morose, facendo capire che dopo le proteste a colpi di tenda in piazza, placate dall’impegno di Roberto Cosolini, il Comune avrebbe dovuto muoversi di più proprio su quel fronte. Preso il documento, il centrosinistra Rifondazione esclusa vota, su proposta dipietrista, di continuare la discussione solo dopo aver congedato Tornatore e compagnia. A quel punto, Marino Andolina per la stessa Rifondazione fa proprio quel documento, con la sottoscrizione grillina, adattandolo a mozione urgente da discutere nel Consiglio di oggi. È una carta molto dura, che chiede fra le molteplici cose a sindaco e giunta di entrare in pressing su AcegasAps affinché «le dilazioni di pagamento vengano agganciate a indicatori economici della crisi in questa città e certamente alle posizioni debitorie del ministero dell’Interno e dei grandi debitori, anziché al termine fisso del marzo 2012». Questo perché – sostiene la mozione – «vi sono esposizioni debitorie notevoli nei confronti di AcegasAps da parte del ministero dell’Interno, per le forniture di Prefettura, Questura e carcere, per circa un milione di euro, e da parte di centinaia di “grandi clienti” per varie centinaia di migliaia di euro». La maggioranza però si divide sull’opportunità di affrontarla già oggi in Consiglio. Lo vogliono Rifondazione e Sel (oltre che i grillini) ma non Pd, Idv e le civiche. Il centrodestra si allinea ad Andolina, ma non basta. Il voto ponderale dei capigruppo, anche causa l’assente Lega, finisce 19 a 17 per la non urgenza. «Domani (oggi, ndr) chiederemo sia fatta chiarezza in aula sulla non urgenza dichiarata dal Pd», incalza Franco Bandelli per Un’altra Trieste pregustando la spaccatura dell’altra coalizione. E infatti «i distacchi alle famiglie povere – annota Everest Bertoli dal Pdl – per la sinistra evidentemente sono tema non urgente, da discutere con calma a gennaio». «Quanto si era impegnata a fare – ribatte Giovanni Maria Coloni dal Pd – l’amministrazione ha fatto, stipulando la convenzione con AcegasAps, cosicché si prende già cura di chi ha difficoltà a pagare. Sono chiacchiere strumentali, polemica politica infondata».(pi.ra.)