PORDENONE: Autogestione dei territori e dei saperi/FOTO

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Il 27 e 28 ottobre si svolgeranno a Pordenone, nel quartiere di Villanova presso il Pefabbrikato di Via PIrandello 22, due giornate intense e particolari: le giornate dell’AUTOGESTIONE DEI TERRITORI E DEI SAPERI. L’intento è quello di mettere assieme l’agire e il pensare libertario, ecologista e solidale attraverso l’incontro, il confronto e la condivisione di esperienze e saperi sul/del territorio. Territorio che diventa plurale, perché “i territori” sono luoghi di vita dove la natura e la storia di uomini e donne cambiano e determinano la società a 360°. Il nostro proposito è proprio quello di cambiare radicalmente questa stessa società che partendo dall’utilizzo del territorio come ambiente da sfruttare, come luogo di produzione e di consumo finisce per fondarsi sul “dominio” dell’uomo sulla natura stessa, dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla donna.
Esistono già pratiche autogestionarie, orizzontali e collettive qui e ora nel nostro paese. Si tratta di dargli visibilità, metterle in rete e diffonderle nei territori lasciando piena autonomia di sperimentazione.

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Incontri italo-sloveni su treni, energia e altro

da Il Piccolo del 21 ottobre 2012 —   pagina 11   sezione: Attualità

Italia e Slovenia accelerano «Subito la macroregione»

di Mauro Manzin INVIATO A BRDO PRI KRANJU L’Italia mostra le carte e mette sul tavolo diplomatico la sua “nuova” strategia politica con cui gestire la sua Ostpolitik, ben incardinata nell’ambito geopolitico dell’Unione europea. Lo strumento operativo scelto dalla Farnesina si chiama Macro-regione adriatico-ionica, una sorta di catalizzatore di nuove energie operative nella politica di allargamento dell’Ue ma anche volano per sviluppare nuovi interessanti prospettive economiche, industriali, energetiche, ma anche sociali. L’occasione è stata la riunione del Comitato dei ministri di Italia e Slovenia qui a Brdo pri Kranju, la bucolica tenuta che fu del maresciallo Tito. Nella costituzione della nuova Macro-regione europea «la volontà dell’Italia – spiega il ministro degli Esteri Giulio Terzi – è che venga attuata una strategia a tutto tondo che assicuri coerenza ed efficacia agli interventi comunitari, nazionali e locali, ciò per promuovere lo sviluppo di quei Paesi, non solo nel settore marittimo, ma anche in ambiti, altrettanto importanti, come l’ambiente e il turismo. È quanto ci chiedono le istituzioni locali e le società civili di un’area dove le forme di cooperazione regionale sono numerose e producono ottimi risultati». Ma attenzione. Per avere un risultato concreto e ottimale sul piano del ritorno economico, industriale, portuale ed energetico «bisogna eliminare dal tavolo qualsiasi forma di localismo», sostiene sempre Terzi, localismo che, soprattutto nei Balcani è troppo spesso sinonimo di veteronazionalismo che in queste terre, politicamente, paga ancora. Ed è in quest’ottica europea che si inserisce l’altra opportunità che viene fornita dal Corridoio Baltico-Adriatico che «consentirà alle zone interessate – puntualizza Terzi – di diventare delle piattaforme collegate al Baltico da vere e proprie “catene logistiche” di trasporto di persone e merci, attraverso il funzionamento integrato delle attività portuali, retro-portuali, ferroviarie e stradali». E perché tutto ciò si concretizzi serve fare sistema anche perché dobbiamo pensare che un porto come quello di Amburgo riesce a movimentare molto, ma molto di più degli scali di Trieste, Capodistria e Fiume messi assieme. «Le potenzialità sono enormi – precisa il responsabile della Farnesina – il Corridoio attraverserà sei Stati (oltre all’Italia, l’Austria, la Repubblica Ceca, la Polonia, la Slovacchia e la Slovenia), rafforzando la coesione di uno dei territori più competitivi d’Europa che annovera qualcosa come 15 porti, 300 università, 75 distretti produttivi e una crescita media del reddito stimata attorno al 6%». La Macro-regione adriatico-ionica, è emerso dai colloqui di ieri con la Slovenia che peraltro esercita ed eserciterà fino al 2013 la presidenza dell’Iniziativa adriatico-ionica vera incubatrice della Macro-regione, potrà fornire un grande contributo al processo europeo dei Paesi dell’area, promuovendo un processo di omogeneità e integrazione al loro interno. Quindi, nel quadro di avvicinamento dei Balcani occidentali all’Ue la Macro-regione (ecco lo “strumento operativo” dell’Ostpolitik italiana) potrà stimolare il concreto utilizzo coordinato ed efficiente dei fondi comunitari e nazionali già disponibili, senza bisogno di risorse aggiuntive, ma utilizzando al meglio quanto è già disponibile. E di questi tempi non è certo cosa da poco.

 

 

da Il Piccolo del 20 ottobre 2012

Terzi: «Nessuno blocchi l’ingresso della Croazia»

Il ministro degli Esteri rilancia l’allargamento dopo le minacce slovene e tedesche «L’Italia si aspetta che i Paesi membri diano prova di lungimiranza politica»

 

di Mauro Manzin

BRDO PRI KRANJU. L’Italia non cambia. Anzi, con ancora più determinazione, ribadisce la propria Ostpolitik volta a una politica di inclusione dei Balcani occidentali nell’Unione europea. Lo ribadisce chiaramente il ministro degli Esteri, Giulio Terzi ieri a Brdo pri Kranju per guidare il Comitato dei ministri italo-sloveno.

La Slovenia sta vivendo una pesante crisi economica. Che impressione ha ricavato dai colloqui qui a Brdo?

La Slovenia sta agendo con determinazione su entrambi i fronti, quello interno e quello europeo. Nel 2012 il Parlamento di Lubiana ha varato un importante pacchetto di norme in materia di bilancio che dovrebbe consolidare i conti pubblici. Sul piano europeo la Slovenia ha già ratificato i recenti provvedimenti adottati dall’Ue in materia economico-finanziaria, ossia il Fiscal Compact e il Meccanismo europeo di stabilità. Il quadro è complesso, ma abbiamo fiducia che la Slovenia sia sulla strada giusta.

Dopo le tanto conclamate ma mai attuate autostrade del mare sta ora prendendo forma il Corridoio Baltico-Adriatico. Capodistria è inserita o no nel tracciato?

Lo è. Il Corridoio è destinato a fornire un forte contributo alla valorizzazione del progetto delle autostrade del mare rafforzando le connessioni tra i porti del Nord Adriatico, la rete di trasporti dell’Europa settentrionale e i collegamenti di quest’ultimi con i mercati dell’Europa orientale e dell’Asia. Il Corridoio consentirà alle zone interessate di diventare delle piattaforme collegate al Baltico da vere e proprie “catene logistiche” di trasporto, attraverso il funzionamento integrato delle attività portuali, retro-portuali, ferroviarie e stradali.

C’è poi la questione aperta della macroregione adriatico-ionica.

L’Italia è molto impegnata affinchè entro l’anno il Consiglio d’Europa dia mandato alla Commissione per mettere a punto una strategia Ue per la macroregione adriatico-ionica. Il 2014 sarà l’anno della presidenza italiana e greca e intendiamo fare in modo che per quella data l’ancoraggio di tutti i Paesi ancora non Ue dell’area (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia) al percorso europeo si a una realtà concreta in una ideale e virtuosa congiunzione con i Paesi Ue che partecipano alla strategia (Italia, Slovenia, Grecia e Croazia). Con un significato politico molto importante: nel centenario dello scoppio della Prima Guerra mondiale i Paesi adriatico-ionici devono ritrovarsi uniti e coesi nel segno dei valori europei.

Sul versante energetico la Slovenia ha costituito una società con Gazprom per la gestione del gasdotto Southstream. Qual è la strategia italiana a Nordest?

Noi intendiamo favorire le interconnessioni e l’integrazione dei mercati dell’energia, a Nordest così come verso le altre fondamentali direttrici mediterranee e sudorientali. È necessario sviluppare una rete infrastrutturale per diversificare le fonti e le rotte di approvvigionamento. In questa prospettiva guardiamo con interesse a quei progetti capaci di incrementare i flussi energetici verso l’Italia a beneficio della sicurezza energetica nazionale e, più in generale, europea.

Quindi Southstream è coerente con la strategia italiana?

L’Italia sostiene questo progetto al quale partecipa Eni con una quota del 20% per la realizzazione del tratto offshore. Qualora prevalesse l’ipotesi di punti di approdo del gasdotto a Tarvisio rispetto all’alternativo approdo in Austria, tale interesse sarebbe ulteriormente consolidato.

A breve la Croazia sarà la 28ma stella d’Europa, ma c’è il rischio di un veto della Slovenia relativo alla questione della Ljubljanska Banka.

Auspichiamo che le questioni bilaterali siano composte in modo concorde senza conseguenze sul processo di allargamento. Ci aspettiamo che tutti diano prova di visione strategica e lungimiranza politica.

La Germania però si sta dimostrando riottosa all’allargamento dell’Ue, per Berlino addirittura la Croazia non sarebbe pronta all’adesione.

Ho parlato spesso con gli amici tedeschi dell’allargamento e devo dire che abbiamo numerose convergenze. Penso alla visione condivisa del processo di allargamento quale strumento politico per incoraggiare i Paesi candidati ad adeguarsi agli standard europei con positive ricadute in termini di maggiore sviluppo, accresciuta prosperità e rafforzamento dello stato di diritto.

Quindi l’Italia è ampiamente favorevole all’allargamento a Est dell’Ue.

Abbiamo una strategia chiara che ritiene il percorso di integrazione europea dei Balcani occidentali un fattore fondamentale di sviluppo, stabilizzazione e riconciliazione, secondo i meriti e le singole capacità di ogni Paese.

Un allargamento che comprende anche la Turchia?

Certo, nell’interesse dell’Italia, della Turchia e della stessa Ue. La nuova “positive Agenda” della Commissione rappresenta una buona cornice che potrà dare rinnovato impulso ai negoziati con Ankara e favorire il processo di liberalizzazione del regime dei visti per i cittadini turchi.

Nell’attuale politica di risparmio quale sarà la sorte del Consolato generale d’Italia a Capodistria?

Ho deciso di nominare un nuovo console generale, la dottoressa Maria Cristina Antonelli, persona di grande esperienza nel settore consolare. Quindi, in un momento difficilissimo per le risorse della Farnesina, manteniamo Capodistria. Un forte segnale di attenzione alla minoranza italiana e alla nostra presenza culturale, politica ed economica in Slovenia.

 

da Il Piccolo del 19 ottobre 2012 —   pagina 13   sezione: Attualità

Dall’energia ai treni, vertice italo-sloveno

TRIESTE La quarta riunione del Comitato di coordinamento dei ministri di Italia e Slovenia si terrà oggi a Brdo pri Kranju e si inquadra in un anno particolarmente ricco di incontri bilaterali che, nella ricorrenza del ventennale dello stabilimento delle relazioni diplomatiche italo-slovene, ha avuto il suo apice nella Visita di Stato in Slovenia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano(9-11 luglio). La riunione si articola in 5 incontri bilaterali paralleli ai quali parteciperanno per l’Italia, oltre al ministro degli Esteri Terzi, il ministro dell’Ambiente Clini, il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Ciaccia, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Vari, il sottosegretario all’Istruzione Rossi Doria. «Le relazioni bilaterali con la Slovenia sono ottime», affermano fonti diplomatiche italiane. La riunione si articola in 5 incontri bilaterali. Si parlerà dei progetti di rigassificatori nel Golfo di Trieste della gestione delle risorse idriche e della cooperazione ambientale nell’Adriatico. Per quanto riguarda l’istruzione in agenda c’è il ripristino della cattedra di Lingua slovena presso l’Università La Sapienza, il riconoscimento reciproco dei diplomi e la cooperazione nel settore dell’istruzione). Per quanto riguarda le infrastrutture e i trasporti ci si confronterà sul collegamento ferroviario Trieste-Divaccia sulle collaborazioni fra i porti nel Nord Adriatico e sullo sviluppo dei programmi infrastrutturali. Si tratterà anche di cooperazione economica bilaterale e investimenti, di cooperazione territoriale transfrontaliera, di energia e delle interferenze radiotelevisive.(m. man.)
ANSA 19 ottobre 2012

Gas: Clini, presto riunione con Slovenia e Croazia

Per discutere di politiche energetiche e ambientali comuni

(ANSA) – BRDO (SLOVENIA), 19 OTT – L’Italia ha proposto di tenere una riunione trilaterale con Slovenia e Croazia ”entro la fine dell’anno o all’inizio del 2013, comunque molto presto” per discutere insieme delle politiche energetiche e ambientali dell’alto Adriatico, per poi affrontare nel dettaglio ”le singole problematiche che sono state oggetto di contenziosi” tra i Paesi, come il progetto del rigassificatore di Zaule, nel porto di Trieste, e di quello offshore. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a margine della quarta riunione del Comitato di coordinamento dei ministri italo-sloveno in corso a Brdo, in Slovenia.

L’obiettivo della riunione ”non è quello di convincere qualcuno sulle bonta’ dei progetti italiani ma di capire insieme cosa vogliamo fare”, valutando anche i progetti di Slovenia e Croazia, ha aggiunto Clini riferendo che la proposta di un incontro trilaterale e’ stata accettata dal collega sloveno Franc Bogovic.

”Il ruolo del gas naturale nell’economia italiana, in quella della Slovenia e anche in quella della Croazia, che ormai e’ un paese dell’Ue, e’ molto importante anche ai fini del rispetto dei nostri obblighi ambientali, in particolare la seconda fase del protocollo di Kyoto a partire dal prossimo anno e l’impegno in vista della conferenza sui cambiamenti climatici di Doha a dicembre, ha spiegato il ministro italiano.

Ronchi/ Novità sul polo intermodale

dal Messaggero Veneto del 19 ottobre 2012

Aeroporto a nuovo entro il 2015

Presentato alla giunta il progetto preliminare da 17 milioni di euro per il polo intermodale di Ronchi. Diventerà un polo integrato tra logistica ferroviaria, stradale e aerea. Il piano vale complessivamente 17 milioni di euro e si basa sostanzialmente sulla connessione tra l’attuale aeroporto e la linea ferroviaria che transita a pochi passi dallo scalo

di Beniamino Pagliaro

TRIESTE L’aeroporto del Fvg diventa intermodale: ieri il progetto preliminare del nuovo polo che metterà finalmente in connessione lo scalo con la vicina linea ferroviaria è stato presentato alla giunta regionale. Il progetto (nato negli atenei della regione, nelle facoltà di architettura di Udine e Trieste), darà vita a un polo integrato tra logistica ferroviaria, stradale e aerea. Il piano vale complessivamente 17 milioni di euro e si basa sostanzialmente sulla connessione tra l’attuale aeroporto e la linea ferroviaria che transita a pochi passi dallo scalo. Il primo lotto vale 13 milioni di euro, di cui oggi si ha già una copertura per 9,3 milioni di euro, in parte fondi comunitari.

L’assessore ai Trasporti, Riccardo Riccardi, e il presidente della spa, Sergio Dressi, hanno confermato l’intenzione di procedere nel minor tempo possibile all’adozione dei progetti definitivi. Il piano prevede un iter di dieci mesi per autorizzazioni e appalto integrato e 23-28 mesi per la realizzazione. Con la nuova stazione ferroviaria, lo scalo sarà così collegato ai centri urbani via rotaia. Il progetto ha un aspetto rilevante in vista del network tra gli aeroporti di Venezia, Treviso e Trieste.

La manifestazione di interesse di Save per diventare partner industriale della Regione, che oggi è azionista unico dello scalo, è infatti l’unica pervenuta all’amministrazione regionale. L’esecutivo riunito ieri a Trieste ha anche approvato il regolamento sulla definizione e le modalità per il finanziamento dei progetti delle imprese che operano nei settori in crisi. «È così possibile attuare quella parte di legge regionale sull’agevolazione dell’accesso al credito delle imprese che prevede aiuti de minimis alle aziende che più sentono la crisi», ha ricordato l’assessore Federica Seganti, indicando che in particolare l’articolo 14 della legge prevede la concessione di 2 milioni di euro alla Camera di Commercio di Udine e di altri 2 a quella di Pordenone per l’attuazione di progetti per l’innovazione delle imprese e per offrire occasioni di contatto, informazione e conoscenze.

Le aziende potranno presentare le domande entro i primi mesi del 2013, dopo che verrà sottoscritta tra gli enti una convenzione. In materia di sanità, la giunta ha approvato una delibera che descrive l’iter per la realizzazione dei nuovi ospedali di Cattinara-Burlo Garofolo a Trieste e del nuovo nosocomio di Pordenone. La realizzazione dei due ospedali sarà parallela ma seguirà due strade diverse dal punto di vista economico-finanziario. Il nosocomio di Pordenone sarà realizzato attraverso il sistema del project financing, mentre, per Trieste, l’Azienda ospedaliero-universitaria è autorizzata ad avviare la progettazione preliminare per la quale verrà bandito un concorso di progettazione comunitario. Infine, l’esecutivo ha dato il via libera al regolamento per la concessione dei contributi straordinari a vantaggio delle associazioni di volontariato che svolgono l’attività di trasporto di malati, anziani e disabili.

 

 

da Il Piccolo del 19 ottobre 2012

 

Un “plastico” per il polo dell’aeroporto di Ronchi

Dressi presenta il modellino del progetto. Il tutto va realizzato entro giugno 2015, pena la perdita dei fondi

di Roberto Urizio

TRIESTE. La Giunta regionale ha potuto vedere in forma tridimensionale il futuro polo intermodale di Ronchi dei Legionari. Con tanto di plastico in perfetto stile “Porta a Porta”, il presidente dell’Aeroporto del Friuli Venezia Giulia, Sergio Dressi, ha mostrato il risultato finale del progetto che dovrebbe unire lo scalo aeroportuale, la strada e la ferrovia per garantire una migliore fruibilità dei diversi assi di trasporto. Quello illustrato ieri da Dressi è un progetto preliminare che ha visto in prima fila le due Università, in particolare quella di Trieste con il preside della Facoltà di Architettura, Giovanni Fraziano, insieme a un gruppo di sei ricercatori dell’ateneo giuilano. «Formalmente siamo alla progettazione preliminare – spiega Dressi – ma di fatto siamo in fase piuttosto avanzata e vicina a un progetto definitivo che dovrebbe permetterci entro tempi brevi di ottenere l’approvazione, da parte del Comune di Ronchi, della variante al piano regolatore».

I tempi non sono ancora così stretti ma non è nemmeno il caso di tergiversare perché l’opera deve essere conclusa e rendicontata entro il giugno del 2015 per non perdere i finanziamenti europei già ottenuti per la realizzazione del polo. Si tratta di un intervento da complessivi 17 milioni di euro, di cui 13 per il primo lotto già finanziati con 9,5 milioni tra fondi europei e l’integrazione della Regione che ora dovrà ulteriormente intervenire per dare completa copertura finanziaria all’opera.

Il polo intermodale di Ronchi sorgerà su un’area di 475.000 metri quadrati a soli 250 metri dal terminal passeggeri dell’aeroporto. E’ prevista la realizzazione di due parcheggi, uno multipiano da 500 posti macchina e uno a livello della strada da mille posti. Sarà costruita una stazione delle autocorriere e una ferroviaria che sarà collegata all’aeroporto da un’apposita passerella che “scavalcherà” la strada che passa davanti all’ingresso dello scalo di Ronchi dei Legionari. I lavori saranno suddivisi in due lotti: il primo, da 13 milioni di euro, vedrà la realizzazione delle strutture fondamentali dell’opera. Alla conclusione del primo lotto il polo sarà infatti già fruibile dagli utenti. Il secondo lotto, il cui costo è previsto in 4 milioni di euro, vedrà la realizzazione di strutture “accessorie”.

 

 

 

da Il Piccolo del 18 ottobre 2012 —   pagina 18

Dressi porta agli assessori il plastico del futuro polo intermodale di Ronchi

L’ipotesi della piattaforma intermodale a servizio dell’aeroporto di Ronchi prende forma. E non solo in senso figurato. Le idee progettuali, sviluppate dagli esperti delle università di Trieste e Udine con la supervisione del preside di Architura Giovanni Fraziano, sono state infatti condensate in un plastico tridimensionale. Plastico che, questa mattina, farà ingresso a Palazzo. Il presidente dell’aeroporto Sergio Dressi ne illustrerà caratteristiche e segreti alla giunta regionale, arricchendo la presentazione con slide e piantine. Il plastico consentirà di mettere a fuoco visivamente la localizzazione delle varie soluzioni pensate per potenziare i collegamenti con lo scalo regionale: dalla stazione dei treni a quella delle autocorriere, dal grande parcheggio interrato ai nuovi stalli in superficie a disposizione dei passeggeri. Una volta incassato il via libera dalla giunta, spiega Dressi, si potrà proseguire con maggior decisione nell’iter del progetto, per non rischiare di perdere i previsti finanziamenti europei, che scadranno a giugno 2015.

Il Gruppo Anarchico del sodalizio libertario friulano

Non sapendo come etichettarci la Questura di Udine ha adottato questa definizione arzigogolata e ridondante: “Gruppo Anarchico del sodalizio libertario friulano”.

La cosa interessante appunto è che in Friul, Alc si mof ancje senze vì une sigle, un timbro, une etichette di tacasi in tor.

Come dire “io troverò sempre qualcun* dispost* a lottare insieme a me senza prestare giuramento alla mia bandiera”

W lo spontaneismo anarchico quindi. Siamo da sempre anti-organizzatori, ma molto più organizzati di certi burocrati pseudo rivoluzionari che oramai hanno stretto alleanza con partiti “comunisti” e varie associazioni legalizzate, non disdegnando di firmare volantini con il Pd, e l’ARCI che poi infama gli antifascisti militanti e spontanei (chi si è sorpreso delle infamate di antonellafiore o è un coglione o è in malafede).

No sigle, ma autogestione reale!!

PS. Piuttosto che con Franzil, che usa l’antifascismo per farsi la campagna elettorale,  preferiamo di gran lunga stare in compagnia degli anarco-insurrezionalisti.

F.to

Il Gruppo Anarchico del sodalizio libertario friulano 🙂

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Foto Tolmezzo 8 settembre

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http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2012/10/24/news/anonymous-saccheggia-anche-la-polizia-di-udine-1.5915078

 

Anonymous saccheggia anche la polizia di Udine

Sul sito del movimento di hacker un’ordinanza trafugata alla Questura friulana. Nel documento i servizi di ordine pubblico per una manifestazione di Tolmezzo

di Luana de Francisco

 

UDINE. Hanno pescato negli archivi on-line della polizia, hanno selezionato qualcosa come 3 mila 500 file e li hanno pubblicati su internet. Alla mercè di tutti. E in barba alla privacy di centinaia di agenti e alla segretezza di non poche e delicate indagini. L’ultimo “assalto” di Anonymous Italia risale alla notte scorsa e, questa volta, a tremare è anche il Friuli. Perchè tra i database finiti nel mirino dei cyberattivisti c’è pure quello della Questura di Udine.

Server “bucati”. Due le possibili porte d’ingresso degli hacker: il sito www.poliziadistato.it. o il portale riservato Doppia Vela. Sfruttando la vulnerabilità dell’uno o dell’altro sistema, Anonymous è riuscito ad accedere anche ad alcune caselle di posta elettronica, a “saccheggiare” una mole enorme di documenti e comunicazioni private (1,3 Gb) e a squadernarli sul web.

E, per l’esattezza, sullo stesso blog del movimento italiano e sul sito internazionale di area “anonima” Paranoia, alla voce “operazione AntiSec”, che in gergo si riferisce appunto alle azioni rivolte contro forze dell’ordine, intelligence e security. «Il livello di sicurezza dei vostri sistemi – si legge sul blog – è davvero scadente, e noi ne approfittiamo per prenderci la nostra vendetta».

I segreti della polizia. Nella marea di “leaks”, cioè di dati trafugati, compaiono sia documenti di routine, sia materiale coperto da segreto. Ma anche informazioni “sensibili” relative ad agenti e dirigenti: stipendi, permessi, scambi di mail, attività sotto copertura, spostamenti e trasferimenti di detenuti.

Tra i file più “scottanti”, invece, intercettazioni, la relazione sull’incidente al valsusino Luca Abbà, caduto da un traliccio mentre veniva inseguito da un poliziotto, durante una manifestazione No Tav, le informative sui movimenti antagonisti attivi a Torino. E, ancora, gli ordini dei lacrimogeni, i verbali sugli scontri nelle manifestazioni studentesche, con tanto di nomi e cognomi, e un documento di protesta del Sialp al ministro degli Interni.

Le “rivelazioni” su Udine. L’ordinanza porta la data del 7 settembre scorso ed è indirizzata dal questore Antonio Tozzi a un lungo elenco di dirigenti di polizia e, per conoscenza, al prefetto, al sindaco di Tolmezzo, alla Stradale e al comandante della Compagnia carabinieri.

Niente di particolarmente riservato, per la verità: tre paginette in tutto, per informare colleghi, responsabili delle altre forze dell’ordine e autorità sui servizi di ordine e sicurezza pubblica previsti per il giorno successivo, in occasione del presidio di solidarietà organizzato dal gruppo anarchico del sodalizio libertario friulano e dal gruppo anarco-insurrezionalista del Trentino, davanti alla casa circondariale del capoluogo carnico.

Il questore: siamo tranquilli. «Si è verificata una violazione del sito della Polizia di Stato, ma, almeno per quel che ci riguarda, quella trafugata e pubblicata è un’ordinanza assolutamente accessibile. Non per niente, tra i destinatari, figurano anche enti istituzionali». Il questore di Udine, Antonio Tozzi, getta acqua sul fuoco. «I documenti riservati – spiega – viaggiano con posta certificata e quella non mi risulta sia stata lambita da Anonymous. Nè sul sito è possibile trovare i rapporti di polizia».

A infastidire, piuttosto, potrebbe essere il fatto che, su quell’ordinanza, fossero riportati anche i numeri di cellulare di un paio di dirigenti. «Ormai, di cose inaccessibili al cento per cento – commenta il questore – ce ne sono ben poche. Siamo tutti in qualche modo “noti”, poliziotti compresi. Anonymous non mi preoccupa: penso si tratti di un’esibizione di capacità informatiche, a loro modo pericolose, ma non certo pregiudizievoli per la sicurezza. Tanto meno per quella della provincia di Udine».

STUDENTI TRIESTE: domani e venerdì di nuovo in piazza

Dal Piccolo del 24/10/12

 

Gli studenti ritornano in piazza. Sono sul piede di guerra. Il pezzo di cornicione crollato lunedì mattina all’istituto Nautico per loro rappresenta la goccia che fa traboccare il vaso.

 

Domani pomeriggio alle 16 gli alunni degli istituti superiori affiancati da alcuni universitari, daranno vita da un presidio in piazza Oberdan, sotto la sede del Consiglio regionale.

 

Il giorno successivo, il 26 ottobre, aderendo alla manifestazione prevista a livello nazionale, scenderanno in corteo partendo alle 9 da piazza Goldoni.

 

Il cedimento del cornicione del Nautico che frantumandosi ha colpito uno studente per fortuna in maniera non grave, ha avuto risonanza nazionale a tal punto che anche Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli studenti, è intervenuto: «Questa volta uno studente è rimasto ferito – ha commentato – non aspetteremo in silenzio la prossima vittima».

 

Ieri mattina tecnici della Provincia hanno fatto un sopralluogo in piazza Hortis per determinare la causa del crollo. «La parte alta in pietra del cornicione non rivela nessun cedimento», dichiara Mariella De Francesco, assessore provinciale all’edilizia scolastica. Singolare la versione dell’assessore: «Il pezzo caduto e che ha colpito lo studente era piccolo, – spiega – poteva essersi staccato da tempo ed essere caduto dopo essere stato mosso da un colombo o un gabbiano…».

 

I rappresentanti locali del movimento studentesco si sono riuniti ieri pomeriggio e hanno deciso le tappe della due giorni di protesta. Obbiettivo: denunciare l’inadeguatezza della strutture scolastiche, la scarsa sicurezza degli edifici e la mancanza di fondi

 

«La situazione è scandalosa – denuncia Irene Capasso dell’Unione degli Studenti (Uds)- fino ad oggi anche da parte della Provincia ci sono state solo promesse, tante parole e pochi fatti».

 

Le fa eco Tommaso Gandini, anima del movimento Autogestito Scoordinamento Studentesco: «E’ da 4 anni che il coordinamento studentesco di Trieste rivolge appelli alla Provincia – avverte – ma la risposta è sempre la stessa. Dicono che è la Regione che deve attribuire dei fondi per l’edilizia scolastica». «Nel corso della recente iniziativa Trieste Next – continua Gandini – la Provincia si è vantata del progetto di un nuovo polo scolastico dove trasferire Carducci e Dante. Ma ad oggi non c’è nemmeno un progetto, sono ancora solo parole».

 

Secondo gli studenti la maggior parte delle scuole superiori di Trieste non è a norma. «Basti pensare – racconta Gandini – che il percorso di emergenza del Deledda finisce in un cortile dove c’è la caldaia. Figuriamoci se un incendio dovesse scoppiare proprio lì». «Non ci faremo intimidire, – aggiungono i ragazzi – non vengano ad accusarci di fare cose illecite: sono le istituzioni che ci obbligano a frequentare edifici che mettono a rischio la nostra incolumità».

 

Amarezza anche per le decisioni del governo. «Le scuole pubbliche cadono a pezzi – spiega Tina De Denaro dell’Uds – e loro decidono di destinare fondi a quelle private».

 

Negli ultimi anni gli studenti sono stati ricevuti dagli assessori provinciali Adele Pino e Mariella De Francesco. Sostengono invece di aver chiesto un incontro con la Regione e di non averlo mai ottenuto. «Non risulta nessuna richiesta di incontro, – replica Roberto Molinaro, assessore regionale all’Istruzione – da parte mia c’è la massima disponibilità».

TORVISCOSA/ Contro il Biogas

il Biogas a Torviscosa poteva essere fermato

Vanno respinte le affermazioni dell’assessore Turco che il Comune ha le mani legate

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Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Piemonte Sentenza 21 dicembre 2011, n. 1342

sul ricorso numero di registro generale 304 del 2011, integrato da motivi aggiunti, proposto da: Comune di Luserba San Giovanni, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato (omissis); contro Provincia di Torino, in persona del Presidente pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati (omissis); nei confronti di Azienda agricola (…), in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati (omissis); per l’annullamento della determinazione 23 dicembre 2010, prot. n. 180-47784/2010, con cui il Dirigente del Servizio qualità dell’aria e delle risorse energetiche della Provincia di Torino ha autorizzato l’Azienda agricola (…) alla costruzione ed all’esercizio di un impianto di cogenerazione alimentato da biomassa legnosa nel Comune di Luserna S. Giovanni;

In sintesi si afferma che:

-> l’autorizzazione unica può variare la pianificazione urbanistica soltanto se c’è stata una ponderata valutazione della coerenza della valutazione con le esigenze della pianificazione

-> la realizzazione dell’impianto non può stravolgere le esigenze della pianificazione;

-> l’eventuale dissenso del Comune deve essere preso in adeguata considerazione, attentamente ponderato ed eventualmente superato nella determinazione conclusiva, ma sempre sulla scorta di una motivazione adeguata che dia conto delle posizioni prevalenti emerse in seno alla conferenza e delle ragioni per cui l’insediamento è stato ritenuto, nel confronto dialettico dei vari interessi pubblici, compatibile con le caratteristiche dell’area interessata;

il TAR del Piemonte concludeva la sentenza con alcune prescrizioni

b) riconvocare la conferenza di servizi;

d) concludere la conferenza di servizi con la determinazione conclusiva del responsabile del procedimento, dando conto delle posizioni prevalenti emerse in seno alla conferenza;

Quindi  con un ricorso al TAR tale impianto poteva essere bocciato o quanto meno il TAR avrebbe costretto a rifare la conferenza dei servizi e quindi a prendere in considerazione il parere contrario della Sovaintendenza, arrivato in ritardo, ed ignorato, con il quale si dimostrava che era in atto uno stavolgimento del territorio.



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STRALCI della sentenza

È vero che l’articolo 12 del Dlgs 387/2003 prevede che l’autorizzazione unica “costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico”, ma tale norma va letta secondo canoni di ragionevolezza e alla luce dei principi di (mera) semplificazione procedimentale che la ispirano.

L’autorizzazione unica, infatti, si inserisce nella pianificazione urbanistica e può variare quest’ultima soltanto se, nell’ambito del relativo procedimento, si sia giunti ad una ponderata valutazione circa la coerenza sostanziale dell’autorizzazione unica con le esigenze della pianificazione, con la conseguenza che l’effetto di variante dell’autorizzazione unica è soltanto un meccanismo di semplificazione.

L’effetto di variante dell’autorizzazione unica non significa prevalenza sostanziale di questo procedimento sulle scelte di pianificazione, quasi che la realizzazione di un impianto di cogenerazione potesse stravolgere le linee di programmazione dell’uso del territorio che ciascuna amministrazione correttamente si pone: se così non fosse, se l’eventuale dissenso del Comune sotto il profilo urbanistico potesse essere superato sul semplice rilievo che, in ogni caso, l’autorizzazione unica produce di diritto la variazione delle previsioni urbanistiche ostative alla realizzazione dell’impianto, tanto varrebbe non invitarla neppure, l’Amministrazione Comunale, a partecipare ai lavori della conferenza.

Né si può ritenere che le esigenze connesse all’approvvigionamento energetico da fonte rinnovabile – che sono certamente prioritarie e di rilievo comunitario e che proprio per questo hanno ispirato la semplificazione procedimentale delineata dal legislatore statale nel citato articolo 12 Dlgs 387/2003 – siano talmente preminenti da legittimare la totale pretermissione delle esigenze di tutela del territorio, dell’ambiente e della salute pubblica connesse alla pianificazione territoriale.

Ciò non significa, peraltro, che l’Amministrazione comunale sia titolare di un potenziale potere di “veto” in ordine alla realizzazione dell’impianto: significa soltanto che, nell’ambito della conferenza di servizi decisoria di cui al citato articolo 12, l’eventuale dissenso del Comune deve essere preso in adeguata considerazione, attentamente ponderato ed eventualmente superato nella determinazione conclusiva, ma sempre sulla scorta di una motivazione adeguata che dia conto delle posizioni prevalenti emerse in seno alla conferenza e delle ragioni per cui l’insediamento è stato ritenuto, nel confronto dialettico dei vari interessi pubblici, compatibile con le caratteristiche dell’area interessata; una volta che in esito alla conferenza di servizi l’autorità procedente sia pervenuta a siffatta (motivata) conclusione, per il rilascio dell’autorizzazione unica non sarà necessario attivare la complessa procedura di variazione dello strumento urbanistico, ma la stessa autorizzazione unica determinerà di diritto l’effetto di variante urbanistica.

9. Alla luce di quanto esposto, il ricorso è fondato e va accolto, nei termini e nei limiti precisati.

10. Ai sensi dell’articolo 34 comma 1 lettera e) C.p.a., si ritiene opportuno indicare le misure idonee ad assicurare l’attuazione della presente decisione da parte dell’Amministrazione provinciale, la quale dovrà, in particolare, secondo le modalità e nel rispetto dei termini di cui all’articolo 14.11 dell’allegato 1 al Dm 10 settebre 2010:

a) richiedere al soggetto proponente di produrre il progetto definitivo della rete di teleriscaldamento e gli ulteriori chiarimenti istruttori richiesti dal Comune di Luserna S. Giovanni e non ancora evasi;

b) riconvocare la conferenza di servizi;

c) riesaminare in conferenza di servizi, alla luce dei chiarimenti resi dal proponente anche in ordine alla rete di teleriscaldamento, i profili di dissenso formulati dal Comune di Luserna S. Giovanni sotto il profilo urbanistico ed edilizio;

d) concludere la conferenza di servizi con la determinazione conclusiva del responsabile del procedimento, dando conto delle posizioni prevalenti emerse in seno alla conferenza;

e) adottare il provvedimento conclusivo di rilascio o di diniego dell’autorizzazione unica di cui all’articolo 12 Dlgs 387/2003 in senso conforme al contenuto della determinazione conclusiva di cui al punto precedente, avendo riguardo sia all’impianto di cogenerazione sia alla rete di teleriscaldamento.

11. Le spese di lite possono essere compensate per la complessità delle questioni esaminate.

PQM

Il Tribunale amministrativo regionale per il Piemonte (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso e sui motivi aggiunti indicati in epigrafe:

a) li accoglie e per l’effetto annulla gli atti impugnati, nei limiti e per gli effetti indicati in motivazione;

b) compensa le spese di lite.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

Così deciso in Torino nella camera di consiglio del giorno 17 novembre 2011 con l’intervento dei Magistrati:

(omissis)

Depositata in segreteria il 21 dicembre 2011.

 

 

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Messaggero Veneto VENERDÌ, 26 OTTOBRE 2012 Pagina 45 – Provincia

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Comune contro Regione: no alla centrale a biogas

Torviscosa, il vicesindaco Settimo: farò di tutto per fermare l’ennesimo impianto Ma l’assessore ai lavori pubblici gli tarpa le ali: abbiamo le mani legate in materia

TORVISCOSA «Se io fossi stato in minoranza avrei bloccato la costruzione della centrale a biogas Torre Zuina Energy, già un anno fa; essendo un amministratore ho dovuto rivedere tutte le carte delle procedure prima di procedere con i sette esposti: io farò di tutto per fermare quell’impianto anche se l’unico modo per farlo sarà ricorrere alla Magistratura». Deciso e durissimo l’attacco rivolto mercoledì sera nell’affollata assemblea pubblica di Torviscosa, dal vicesindaco, Mareno Settimo, alla Regione rea di non aver legiferato in materia energetica e verso la Conferenza dei servizi (15 febbraio 2012) che senza avere il parere della Soprintendenza, ha dato parere favorevole, «conferenza che farà da filo conduttore a tutta la vicenda». Non ha risparmiato neppure l’opposizione che al di là delle polemiche, per «non aver guardato le carte e verificato se nei pareri ci fossero delle incongruenze». Se per l’assessore ai lavori pubblici, Marco Turco, il Comune ha “le mani legate in materia”, per il sindaco le autorizzazioni sono date da uffici sovracomunali «e nessun cittadino, eccetto il vicesindaco, ha presentato osservazioni quando potevano farlo». «Questa è la quarta centrale di Torviscosa (tre di aziende agricole e la Edison)- ha detto Settimo – una quinta è in stand by, ma se la Regione non legifera, ne potrebbero arrivare altre, e quello che sto facendo è proprio per bloccarne l’arrivo in futuro. Il consiglio comunale ha espresso all’unanimità parere contrario all’adozione del Pac (piano attuativo comunale) facendo proprie la motivazioni del responsabile dell’area tecnica Flavio Filippi che rilevava come l’insediamento proposto fosse fra la storica Roggia Zuina (300 anni) e Roggia Castra o Riolino, in parte all’interno delle fasce di rispetto previsto dalla legge Galasso». Settimo ha sottolineato che «l’iter procedurale di questo impianto presenta palesi incongruenze e diverse contraddizioni soprattutto in merito alle norme che tutelano i beni paesaggistici (Dl. 42/04)», ribadendo tutta la sua preoccupazione sulla provenienza dei cereali che verranno bruciati nell’impianto: quelli prodotti in loco non saranno sufficienti; oltre al fatto che una centrale di questo tipo (1Mw) non ha bisogno di autorizzazione all’emissione di fumi in atmosfera. Durissimo l’attacco dell’ambientalista Paolo De Toni, all’Ufficio tecnico dell’Unione che ha predisposto le procedure: «è scandaloso – ha detto – che San Giorgio, decida per una cosa che interessa Torviscosa e riguarda Bagnaria». Forti preoccupazioni sono state espresse da Claudio Scaini del Villaggio Roma, sui numerosi camion che transitano per la frazione, «adesso per costruire la centrale e poi per approvvigionarla». Francesca Artico

SCUOLA/ Udine: Mozione dell’Assemblea dei docenti del Copernico

L’assemblea sindacale dei docenti del Liceo scientifico “Copernico” di Udine riunita il 25.10.2012 esprime la sua totale contrarietà alla bozza della legge di stabilità presentata dal Governo in Parlamento in particolare per il previsto aumento (senza compenso) delle ore di cattedra da 18 a 24 ore per i docenti della secondaria.
Prescindendo dalla ridda di notizie contrastanti che si susseguono in queste ore su di un possibile ritiro o ridimensionamento della proposta, appare di una gravità inaudita il solo fatto che sia stata presentata. Questa norma infatti non solo è palesemente incostituzionale (art. 36 “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionale alla quantità e qualità del suo lavoro”) ma non riconosce la mole di lavoro sommerso dei docenti e rischia di peggiorare in modo irreparabile la qualità della scuola pubblica.
A 18 ore di lezione frontale alla settimana nella secondaria corrispondono altrettante ore settimanali tra riunioni, preparazione e correzione delle verifiche (incluse le prove integrative al di fuori del calendario scolastico), preparazione delle lezioni, adempimenti relativi alla programmazione preventiva e consuntiva, valutazioni intermedie e finali, valutazione e scelta dei libri di testo (con relative schede e relazioni), comunicazioni periodiche e finali (orali e scritte) con le famiglie, aggiornamento e formazione. Come sa chiunque insegni il nostro tempo è ormai quasi completamente saturato dalle attività pre e post scuola. Aumentare l’orario di cattedra (così come l’aumento del numero di allievi per classi) vuol dire semplicemente peggiorare il servizio: scambiare quantità in cambio di qualità ed evidenzia quanto poco interessi a chi ci governa la qualità del percorso formativo. L’unica preoccupazione del governo sembra infatti quella di tagliare le spese e gli organici mentre la crisi economica in atto richiederebbe investimenti nell’istruzione.
L’orario di cattedra degli insegnanti è peraltro perfettamente in linea con la media europea che è di 18,1 ore nella secondaria di I grado e di 16,3 nella secondaria di II grado (fonte: Eurydice agenzia ufficiale dell’Unione Europea, 2011).
I docenti del Liceo “Copernico” chiedono a tutte le forze sindacali la più ferma opposizione a questa misura e ad altri possibili tagli nella scuola (come l’eliminazione del Fondo d’Istituto) e deliberano le seguenti forme di lotta immediate:
dimissioni da tutti gli incarichi organizzativi dell’Istituto: coordinatori di Dipartimento e di consiglio di classe, funzioni strumentali, responsabili di laboratorio, sostituzione a pagamento dei colleghi assenti, disponibilità ad anticipi e posticipi di orario per sostituire colleghi assenti;
conferma del blocco di tutti i viaggi di istruzione , con l’estensione anche a tutte le uscite di un giorno o di mezza giornata.
I sottoscritti si riservano di individuare un inasprimento delle lotta qui prospettata nel caso in cui non venga ritirata la proposta di legge sull’aumento dell’orario, anche se le ore aggiuntive dovessero essere in numero minore di quello inizialmente previsto.

Tav Trieste-Venezia, lo stop di Moretti

da Il Piccolo del 26 ottobre 2012

 

Tav Trieste-Venezia, lo stop di Moretti

L’ad delle Ferrovie: «Siamo ancora alla progettazione e quindi è prematuro parlare di investimenti»

 

 

di Massimo Greco

TRIESTE. L’alta velocità procede ancora troppo piano sulla tratta Venezia-Trieste, dunque è prematuro parlare di investimenti. A rilevare la lentezza dell’iter progettuale è lo stesso amministratore delegato delle Fs Mauro Moretti, ieri a Venezia per un convegno. «Ho visto – ha dichiarato il manager delle Ferrovie – che anche in questi giorni ci sono state delle non accettazioni sul tracciato da parte di una serie di sindaci. Siamo ancora alla fase di progettazione, quindi prima di poter parlare dei soldi per gli investimenti, occorre avere un programma chiaro dei tempi di definizione del progetto».

Se la Venezia-Trieste ad alta velocità resta nel limbo dei desiderata, con differente ritmo sembra invece evolversi la situazione a Ovest del capoluogo lagunare. Moretti è stato esplicito: «La Venezia-Milano ad alta velocità è l’opera più importante da fare in Italia. Bisogna dare atto a questo governo di aver finanziato la Milano-Brescia, un primo passo importante perchè è la zona più congestionata. Speriamo di chiudere il collegamento tra la metropoli lombarda e Brescia entro il 2016».

Già messa a punto la Padova-Venezia, che era l’altra tratta a maggiore congestione di traffico, «adesso dobbiamo procedere gradualmente – ha scandito Moretti – fino a Verona e da Verona fino a Padova. Proprio sulla Verona-Padova stiamo definendo il preliminare, vi sono iniziative di sostegno assolutamente apprezzabili, che però non risolvono il problema del finanziamento». Brennero-Bologna e Milano-Venezia – ha osservato l’ad delle Fs – sono le linee che disegnano e attraversano l’area “forte” del Paese.

Moretti ha affrontato altri importanti temi relativi alla politica dei trasporti nazionale, lamentando la carente attenzione nei confronti della rotaia, sottoutilizzata rispetto alla modalità su gomma.

E’poi tornato sul trasporto ferroviario locale, sottolineando come, rispetto ad altri Paesi europei, l’utenza e le Regioni paghino decisamente meno il servizio, che invece ha bisogno di più consistenti risorse. «Contentissimi», commenta Moretti, se si vorranno bandire le gare, perchè questa esigenza finanziaria verrà finalmente evidenziata, visto che alle gare «fino a questo momento non ha partecipato nessuno e noi abbiamo dovuto continuare a fare il servizio anche dove a volte non lo vorremmo fare».

Nel derby sull’alta velocità, che vede opposti Trenitalia e Ntv, Moretti non ha voluto perdersi una battuta sulle dimissioni, presentate l’altro giorno da Luca Cordero di Montezemolo, dalla presidenza della compagnia ferroviaria privata. «Le dimissioni di Montezemolo – ha celiato – sono un campionato perso. Mi sembra che qui non abbia vinto il Mondiale, come è abituato a fare con la Ferrari. Gli auguro anch’io di vincere un giorno in Formula 1, ma intanto, lui, questo campionato lo ha perso». Ricordiamo che al posto di Montezemolo è stato nominato Antonello Perricone.

 

Tav Trieste-Venezia, lo stop di Moretti

da Il Piccolo del 26 ottobre 2012

 

Tav Trieste-Venezia, lo stop di Moretti

L’ad delle Ferrovie: «Siamo ancora alla progettazione e quindi è prematuro parlare di investimenti»

 

 

di Massimo Greco

TRIESTE. L’alta velocità procede ancora troppo piano sulla tratta Venezia-Trieste, dunque è prematuro parlare di investimenti. A rilevare la lentezza dell’iter progettuale è lo stesso amministratore delegato delle Fs Mauro Moretti, ieri a Venezia per un convegno. «Ho visto – ha dichiarato il manager delle Ferrovie – che anche in questi giorni ci sono state delle non accettazioni sul tracciato da parte di una serie di sindaci. Siamo ancora alla fase di progettazione, quindi prima di poter parlare dei soldi per gli investimenti, occorre avere un programma chiaro dei tempi di definizione del progetto».

Se la Venezia-Trieste ad alta velocità resta nel limbo dei desiderata, con differente ritmo sembra invece evolversi la situazione a Ovest del capoluogo lagunare. Moretti è stato esplicito: «La Venezia-Milano ad alta velocità è l’opera più importante da fare in Italia. Bisogna dare atto a questo governo di aver finanziato la Milano-Brescia, un primo passo importante perchè è la zona più congestionata. Speriamo di chiudere il collegamento tra la metropoli lombarda e Brescia entro il 2016».

Già messa a punto la Padova-Venezia, che era l’altra tratta a maggiore congestione di traffico, «adesso dobbiamo procedere gradualmente – ha scandito Moretti – fino a Verona e da Verona fino a Padova. Proprio sulla Verona-Padova stiamo definendo il preliminare, vi sono iniziative di sostegno assolutamente apprezzabili, che però non risolvono il problema del finanziamento». Brennero-Bologna e Milano-Venezia – ha osservato l’ad delle Fs – sono le linee che disegnano e attraversano l’area “forte” del Paese.

Moretti ha affrontato altri importanti temi relativi alla politica dei trasporti nazionale, lamentando la carente attenzione nei confronti della rotaia, sottoutilizzata rispetto alla modalità su gomma.

E’poi tornato sul trasporto ferroviario locale, sottolineando come, rispetto ad altri Paesi europei, l’utenza e le Regioni paghino decisamente meno il servizio, che invece ha bisogno di più consistenti risorse. «Contentissimi», commenta Moretti, se si vorranno bandire le gare, perchè questa esigenza finanziaria verrà finalmente evidenziata, visto che alle gare «fino a questo momento non ha partecipato nessuno e noi abbiamo dovuto continuare a fare il servizio anche dove a volte non lo vorremmo fare».

Nel derby sull’alta velocità, che vede opposti Trenitalia e Ntv, Moretti non ha voluto perdersi una battuta sulle dimissioni, presentate l’altro giorno da Luca Cordero di Montezemolo, dalla presidenza della compagnia ferroviaria privata. «Le dimissioni di Montezemolo – ha celiato – sono un campionato perso. Mi sembra che qui non abbia vinto il Mondiale, come è abituato a fare con la Ferrari. Gli auguro anch’io di vincere un giorno in Formula 1, ma intanto, lui, questo campionato lo ha perso». Ricordiamo che al posto di Montezemolo è stato nominato Antonello Perricone.

 

STUDENTI TRIESTE: corteo selvaggio e tafferugli

Dal Piccolo online del 26/10/12

A Trieste la scuola protesta: corteo e traffico in tilt. Tafferugli davanti al municipio

Centinaia di studenti sfilano per le vie del centro, nonostante gli scrosci di pioggia. Superlavoro per i vigili urbani, automobilisti inbufaliti

 

FOTO

 

Un nutrito gruppo di studenti (300 secondo la Questura, 500 secondo i maniferstnti) sono partiti in corteo non autorizzato stamattina da piazza Goldoni, nonostante gli scrosci di pioggia, per arrivare in piazza Unità dopo avere girato per il centro città ed essersi divisi anche in più “falangi”.

Traffico bloccato nel centro, ingorghi e automobilisti spazientiti, tanta polizia attorno ai ragazzi e superlavoro per i vigili del fuoco. Gli studenti sono arrivati sotto il Municipio e chiedono al sindaco, “vista la pericolosità degli istituti scolastici” (citando in particolare il crollo di un cornicione l’altro giorno al Nautico), di chiudere subito le scuole cittadine. La situazione è degenerata nel momento in cui il sindaco Cosolini, impegnato in altre attività istituzionali, ha rifiutato di far salire nel suo ufficio alcuni giovani. In piazza Unità qualcuno ha cercato di forzare il blocco e sono scoppiati tafferugli. Durante il corteo in via Mazzini sono stati lanciati due fumogeni dentro il portone della Banca popolare di Vicenza.

In piazza Goldoni contemporanea manifestazione di un gruppo di lavoratori di Unicredit Ubis (che ha sede in via Silvio Pellico, ex Monte di Pietà) che dicono no alle esternalizzazioni.

Ore 10.50: momenti di forte tensione davanti al Municipio in piazza Unità. Il sindaco Roberto Cosolini, impegnato nella cerimonia programmata alle 11 in Consiglio comunale per le celebrazioni della Lega Nazionale, ha fatto sapere di non potere ricevere al momento gli studenti giunti in piazza Unità chiedendo di parlare con lui. Il sindaco si è detto anche disponibile a fare incontrare subito i ragazzi con il vicesindaco o con l’assessore all’istruzione, ma il gruppo di giovani ha rifiutato. I ragazzi stanno cercando di entrare in Municipio con la forza: scontro in corso con le forze dell’ordine – polizia in tenuta antisommossa – e i vigili urbani. I ragazzi stanno tirando uova contro il portone.

 

Ore 11.10 Dal palazzo del Municipio sono uscite, per parlare con i ragazzi, gli assessori Antonella Grim e Fabiana Martini (che è anche vicesindaco). Il dialogo è in corso. Situazione più tranquilla.

Ore 11.45 Gli assessori comunali Fabiana Martini (vicesindaco e delega alla sicurezza e personale ) e Antonella Grim (istruzione) hanno contattato gli assessori provinciali Mariella Magistri De Francesco (edilizia scolastica) e Adele Pino (istruzione), che si sono dette disponibili a raggiungere Martini e Grim in piazza Unità. Si attende dunque l’arrivo di Pino e De Francesco e anche quello del comandante dei vigili del fuoco: l’intenzione è quella di effettuare immediatamente un sopralluogo all’istituto Nautico, uno dei complessi scolastici più vetusti della città, dal quale nei giorni scorsi si sono staccati dei calcinacci che hanno lievemente ferito uno studente.

 

Ore 11.50 Il gruppo di ragazzi si sta dirigendo in piazza Hortis dove ha sede l’istituto Nautico, nel quale i ragazzi stessi hanno già manifestato chiaramente l’intenzione di entrare in massa, pensando forse a occuparlo. Assente l’assessore all’istruzione della Provincia Adele Pino, l’assessore provinciale all’edilizia scolastica Mariella Magistri de Francesco è già nella sede scolastica. Arrivato anche il comandante dei vigili del fuoco. Si apprestano ad andare in piazza Hortis anche gli assessori comunali Fabiana Martini e Antonella Grim.

 

Ore 12.20 Di nuovo forte tensione tra studenti e polizia in tenuta antisommossa. Il gruppo è arrivato davanti all’istituto Nautico, dove sono giunti anche gli assessori comunali Fabiana Martini e Antonella Grim raggiungendo l’assessore provinciale Mariella Magistri De Francesco già sul posto. L’intenzione era quella di effettuare un sopralluogo, cui gli assessori si erano detti disponibili così come il comandante dei vigili del fuoco, anch’egli sul posto. Ma il preside della scuola Raffaele Marchione, al quale non era stata preannunciata alcuna visita nè fatta alcuna comunicazione, si è detto  pronto a fare entrare nell’istituto gli assessori, ma non gli studenti: ha fatto chiudere tutte le finestre, presidiate da agenti in tenuta antisommossa, per impedire dialoghi tra ragazzi dentro e quelli fuori dall’istituto. I ragazzi stanno premendo per entrare, urla e fischi.

 

Ore 13.10 La manifestazione si è appena conclusa, complice la pioggia. Nessun sopralluogo al Nautico da parte degli assessori comunali e provinciali presenti, che hanno preferito rinunciare vista anche l’impossibilità di entrare per i ragazzi, cui il preside Raffaele Marchione ha impedito l’accesso. Lo stesso preside è invece sceso in piazza Hortis a parlare con gli studenti, esprimendo solidarietà alla loro protesta per le condizioni in cui versa il patrimonio edilizio scolastico e annunciando un prossimo incontro tra tutti i presidi indetto proprio sulla materia. Marchione ha anche annunciato di volersi impegnare affinché una delegazione di studenti sia presente all’incontro tra dirigenti scolastici.