Incontri italo-sloveni su treni, energia e altro

da Il Piccolo del 21 ottobre 2012 —   pagina 11   sezione: Attualità

Italia e Slovenia accelerano «Subito la macroregione»

di Mauro Manzin INVIATO A BRDO PRI KRANJU L’Italia mostra le carte e mette sul tavolo diplomatico la sua “nuova” strategia politica con cui gestire la sua Ostpolitik, ben incardinata nell’ambito geopolitico dell’Unione europea. Lo strumento operativo scelto dalla Farnesina si chiama Macro-regione adriatico-ionica, una sorta di catalizzatore di nuove energie operative nella politica di allargamento dell’Ue ma anche volano per sviluppare nuovi interessanti prospettive economiche, industriali, energetiche, ma anche sociali. L’occasione è stata la riunione del Comitato dei ministri di Italia e Slovenia qui a Brdo pri Kranju, la bucolica tenuta che fu del maresciallo Tito. Nella costituzione della nuova Macro-regione europea «la volontà dell’Italia – spiega il ministro degli Esteri Giulio Terzi – è che venga attuata una strategia a tutto tondo che assicuri coerenza ed efficacia agli interventi comunitari, nazionali e locali, ciò per promuovere lo sviluppo di quei Paesi, non solo nel settore marittimo, ma anche in ambiti, altrettanto importanti, come l’ambiente e il turismo. È quanto ci chiedono le istituzioni locali e le società civili di un’area dove le forme di cooperazione regionale sono numerose e producono ottimi risultati». Ma attenzione. Per avere un risultato concreto e ottimale sul piano del ritorno economico, industriale, portuale ed energetico «bisogna eliminare dal tavolo qualsiasi forma di localismo», sostiene sempre Terzi, localismo che, soprattutto nei Balcani è troppo spesso sinonimo di veteronazionalismo che in queste terre, politicamente, paga ancora. Ed è in quest’ottica europea che si inserisce l’altra opportunità che viene fornita dal Corridoio Baltico-Adriatico che «consentirà alle zone interessate – puntualizza Terzi – di diventare delle piattaforme collegate al Baltico da vere e proprie “catene logistiche” di trasporto di persone e merci, attraverso il funzionamento integrato delle attività portuali, retro-portuali, ferroviarie e stradali». E perché tutto ciò si concretizzi serve fare sistema anche perché dobbiamo pensare che un porto come quello di Amburgo riesce a movimentare molto, ma molto di più degli scali di Trieste, Capodistria e Fiume messi assieme. «Le potenzialità sono enormi – precisa il responsabile della Farnesina – il Corridoio attraverserà sei Stati (oltre all’Italia, l’Austria, la Repubblica Ceca, la Polonia, la Slovacchia e la Slovenia), rafforzando la coesione di uno dei territori più competitivi d’Europa che annovera qualcosa come 15 porti, 300 università, 75 distretti produttivi e una crescita media del reddito stimata attorno al 6%». La Macro-regione adriatico-ionica, è emerso dai colloqui di ieri con la Slovenia che peraltro esercita ed eserciterà fino al 2013 la presidenza dell’Iniziativa adriatico-ionica vera incubatrice della Macro-regione, potrà fornire un grande contributo al processo europeo dei Paesi dell’area, promuovendo un processo di omogeneità e integrazione al loro interno. Quindi, nel quadro di avvicinamento dei Balcani occidentali all’Ue la Macro-regione (ecco lo “strumento operativo” dell’Ostpolitik italiana) potrà stimolare il concreto utilizzo coordinato ed efficiente dei fondi comunitari e nazionali già disponibili, senza bisogno di risorse aggiuntive, ma utilizzando al meglio quanto è già disponibile. E di questi tempi non è certo cosa da poco.

 

 

da Il Piccolo del 20 ottobre 2012

Terzi: «Nessuno blocchi l’ingresso della Croazia»

Il ministro degli Esteri rilancia l’allargamento dopo le minacce slovene e tedesche «L’Italia si aspetta che i Paesi membri diano prova di lungimiranza politica»

 

di Mauro Manzin

BRDO PRI KRANJU. L’Italia non cambia. Anzi, con ancora più determinazione, ribadisce la propria Ostpolitik volta a una politica di inclusione dei Balcani occidentali nell’Unione europea. Lo ribadisce chiaramente il ministro degli Esteri, Giulio Terzi ieri a Brdo pri Kranju per guidare il Comitato dei ministri italo-sloveno.

La Slovenia sta vivendo una pesante crisi economica. Che impressione ha ricavato dai colloqui qui a Brdo?

La Slovenia sta agendo con determinazione su entrambi i fronti, quello interno e quello europeo. Nel 2012 il Parlamento di Lubiana ha varato un importante pacchetto di norme in materia di bilancio che dovrebbe consolidare i conti pubblici. Sul piano europeo la Slovenia ha già ratificato i recenti provvedimenti adottati dall’Ue in materia economico-finanziaria, ossia il Fiscal Compact e il Meccanismo europeo di stabilità. Il quadro è complesso, ma abbiamo fiducia che la Slovenia sia sulla strada giusta.

Dopo le tanto conclamate ma mai attuate autostrade del mare sta ora prendendo forma il Corridoio Baltico-Adriatico. Capodistria è inserita o no nel tracciato?

Lo è. Il Corridoio è destinato a fornire un forte contributo alla valorizzazione del progetto delle autostrade del mare rafforzando le connessioni tra i porti del Nord Adriatico, la rete di trasporti dell’Europa settentrionale e i collegamenti di quest’ultimi con i mercati dell’Europa orientale e dell’Asia. Il Corridoio consentirà alle zone interessate di diventare delle piattaforme collegate al Baltico da vere e proprie “catene logistiche” di trasporto, attraverso il funzionamento integrato delle attività portuali, retro-portuali, ferroviarie e stradali.

C’è poi la questione aperta della macroregione adriatico-ionica.

L’Italia è molto impegnata affinchè entro l’anno il Consiglio d’Europa dia mandato alla Commissione per mettere a punto una strategia Ue per la macroregione adriatico-ionica. Il 2014 sarà l’anno della presidenza italiana e greca e intendiamo fare in modo che per quella data l’ancoraggio di tutti i Paesi ancora non Ue dell’area (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia) al percorso europeo si a una realtà concreta in una ideale e virtuosa congiunzione con i Paesi Ue che partecipano alla strategia (Italia, Slovenia, Grecia e Croazia). Con un significato politico molto importante: nel centenario dello scoppio della Prima Guerra mondiale i Paesi adriatico-ionici devono ritrovarsi uniti e coesi nel segno dei valori europei.

Sul versante energetico la Slovenia ha costituito una società con Gazprom per la gestione del gasdotto Southstream. Qual è la strategia italiana a Nordest?

Noi intendiamo favorire le interconnessioni e l’integrazione dei mercati dell’energia, a Nordest così come verso le altre fondamentali direttrici mediterranee e sudorientali. È necessario sviluppare una rete infrastrutturale per diversificare le fonti e le rotte di approvvigionamento. In questa prospettiva guardiamo con interesse a quei progetti capaci di incrementare i flussi energetici verso l’Italia a beneficio della sicurezza energetica nazionale e, più in generale, europea.

Quindi Southstream è coerente con la strategia italiana?

L’Italia sostiene questo progetto al quale partecipa Eni con una quota del 20% per la realizzazione del tratto offshore. Qualora prevalesse l’ipotesi di punti di approdo del gasdotto a Tarvisio rispetto all’alternativo approdo in Austria, tale interesse sarebbe ulteriormente consolidato.

A breve la Croazia sarà la 28ma stella d’Europa, ma c’è il rischio di un veto della Slovenia relativo alla questione della Ljubljanska Banka.

Auspichiamo che le questioni bilaterali siano composte in modo concorde senza conseguenze sul processo di allargamento. Ci aspettiamo che tutti diano prova di visione strategica e lungimiranza politica.

La Germania però si sta dimostrando riottosa all’allargamento dell’Ue, per Berlino addirittura la Croazia non sarebbe pronta all’adesione.

Ho parlato spesso con gli amici tedeschi dell’allargamento e devo dire che abbiamo numerose convergenze. Penso alla visione condivisa del processo di allargamento quale strumento politico per incoraggiare i Paesi candidati ad adeguarsi agli standard europei con positive ricadute in termini di maggiore sviluppo, accresciuta prosperità e rafforzamento dello stato di diritto.

Quindi l’Italia è ampiamente favorevole all’allargamento a Est dell’Ue.

Abbiamo una strategia chiara che ritiene il percorso di integrazione europea dei Balcani occidentali un fattore fondamentale di sviluppo, stabilizzazione e riconciliazione, secondo i meriti e le singole capacità di ogni Paese.

Un allargamento che comprende anche la Turchia?

Certo, nell’interesse dell’Italia, della Turchia e della stessa Ue. La nuova “positive Agenda” della Commissione rappresenta una buona cornice che potrà dare rinnovato impulso ai negoziati con Ankara e favorire il processo di liberalizzazione del regime dei visti per i cittadini turchi.

Nell’attuale politica di risparmio quale sarà la sorte del Consolato generale d’Italia a Capodistria?

Ho deciso di nominare un nuovo console generale, la dottoressa Maria Cristina Antonelli, persona di grande esperienza nel settore consolare. Quindi, in un momento difficilissimo per le risorse della Farnesina, manteniamo Capodistria. Un forte segnale di attenzione alla minoranza italiana e alla nostra presenza culturale, politica ed economica in Slovenia.

 

da Il Piccolo del 19 ottobre 2012 —   pagina 13   sezione: Attualità

Dall’energia ai treni, vertice italo-sloveno

TRIESTE La quarta riunione del Comitato di coordinamento dei ministri di Italia e Slovenia si terrà oggi a Brdo pri Kranju e si inquadra in un anno particolarmente ricco di incontri bilaterali che, nella ricorrenza del ventennale dello stabilimento delle relazioni diplomatiche italo-slovene, ha avuto il suo apice nella Visita di Stato in Slovenia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano(9-11 luglio). La riunione si articola in 5 incontri bilaterali paralleli ai quali parteciperanno per l’Italia, oltre al ministro degli Esteri Terzi, il ministro dell’Ambiente Clini, il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Ciaccia, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Vari, il sottosegretario all’Istruzione Rossi Doria. «Le relazioni bilaterali con la Slovenia sono ottime», affermano fonti diplomatiche italiane. La riunione si articola in 5 incontri bilaterali. Si parlerà dei progetti di rigassificatori nel Golfo di Trieste della gestione delle risorse idriche e della cooperazione ambientale nell’Adriatico. Per quanto riguarda l’istruzione in agenda c’è il ripristino della cattedra di Lingua slovena presso l’Università La Sapienza, il riconoscimento reciproco dei diplomi e la cooperazione nel settore dell’istruzione). Per quanto riguarda le infrastrutture e i trasporti ci si confronterà sul collegamento ferroviario Trieste-Divaccia sulle collaborazioni fra i porti nel Nord Adriatico e sullo sviluppo dei programmi infrastrutturali. Si tratterà anche di cooperazione economica bilaterale e investimenti, di cooperazione territoriale transfrontaliera, di energia e delle interferenze radiotelevisive.(m. man.)
ANSA 19 ottobre 2012

Gas: Clini, presto riunione con Slovenia e Croazia

Per discutere di politiche energetiche e ambientali comuni

(ANSA) – BRDO (SLOVENIA), 19 OTT – L’Italia ha proposto di tenere una riunione trilaterale con Slovenia e Croazia ”entro la fine dell’anno o all’inizio del 2013, comunque molto presto” per discutere insieme delle politiche energetiche e ambientali dell’alto Adriatico, per poi affrontare nel dettaglio ”le singole problematiche che sono state oggetto di contenziosi” tra i Paesi, come il progetto del rigassificatore di Zaule, nel porto di Trieste, e di quello offshore. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a margine della quarta riunione del Comitato di coordinamento dei ministri italo-sloveno in corso a Brdo, in Slovenia.

L’obiettivo della riunione ”non è quello di convincere qualcuno sulle bonta’ dei progetti italiani ma di capire insieme cosa vogliamo fare”, valutando anche i progetti di Slovenia e Croazia, ha aggiunto Clini riferendo che la proposta di un incontro trilaterale e’ stata accettata dal collega sloveno Franc Bogovic.

”Il ruolo del gas naturale nell’economia italiana, in quella della Slovenia e anche in quella della Croazia, che ormai e’ un paese dell’Ue, e’ molto importante anche ai fini del rispetto dei nostri obblighi ambientali, in particolare la seconda fase del protocollo di Kyoto a partire dal prossimo anno e l’impegno in vista della conferenza sui cambiamenti climatici di Doha a dicembre, ha spiegato il ministro italiano.