TRIESTE: report e foto manifestazione antimilitarista

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Trieste: anche il coro sociale Voci Arcutinate in piazza

Siam fratelli, non vogliam più la guerra”

 

Anche a Trieste, lo stesso giorno della manifestazione di Carrara, si è tenuta una “passeggiata canora” contro tutte le guerre e in solidarietà a Soledad Nicolazzi, una compagna anarchica che il 4 novembre a Carrara, nella piazza in cui si svolgevano i “festeggiamenti” della Prima Guerra Mondiale, aveva intonato “O Gorizia tu sei maledetta” e per tale motivo era stata portata via a forza dai poliziotti. Alle sette di sera il coro sociale delle “Voci Arcutinate” – in quasi trenta cantanti! – si è trovato tra due vie dedicate a due “signori macellai” della Prima Guerra Mondiale, Cadorna e Diaz, e proprio da questo punto ha levato il proprio canto, dedicato alle vittime di tutti i massacri di ieri e di oggi.

Da “O Piamontesi” a “O Gorizia tu sei maledetta” e da “Fuoco e mitragliatrici” a “O mamma traditora”, per finire con “Prendi il fucile e gettalo per terra” per una sera in città non si sono sentiti inni inneggianti alla guerra o alla nazione ma canzoni antimilitariste provenienti da diverse epoche e diversi luoghi, in particolare riferite alle sofferenze provate dai soldati in trincea durante Prima Guerra Mondiale ma non solo.

Il coro ha attraversato il centro storico di Trieste, fermandosi a cantare in diversi punti. Alcuni solidali portavano con sé cartelli antimilitaristi, per spiegare anche con le parole scritte il senso di questa manifestazione. E’ stato distribuito anche il testo della canzone “O Gorizia”, per far sì che la potesse cantare più gente possibile. Molte persone si sono fermate ad ascoltare, qualcuna si è anche unita al coro, in maniera spontanea e genuina.

E’ stato anche ricordato che il 12 dicembre non è una data scelta a caso: lo stesso giorno, 46 anni fa, scoppiò a Milano una bomba che uccise 16 persone. Naturalmente per lo Stato i colpevoli furono da subito gli anarchici, e solo dopo mesi e mesi di lotte e di controinformazione – passando per l’assassinio del compagno anarchico Pino Pinelli – fu chiaro (ma ancora non per tutti) che il mandante era lo Stato che aveva armato la mano dei fascisti. La strage di Stato di Piazza Fontana continua ancora oggi ad essere un simbolo della violenza brutale del potere e del terrorismo di Stato.

Il coro sociale “Voci Arcutinate”, attivo da più di un anno, riprende parte del vasto repertorio dei canti antimilitaristi e si ritrova ogni settimana presso la sede del gruppo Germinal, per cantare, parlare, confrontarsi sui canti via via proposti.

http://www.ildeposito.org/archivio/gruppi/cori/voci-arcutinate

 

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(questa breve apparirà su umanità nova)

ANTIFA/ Aggiornamenti Antifascismo e Anti-repressione

5 dicembre. Udine. Si è svolta un’azione di disturbo con volantinaggio (volantino con firma Nuova Autonomia Udinese) contro un nuovo comizio-presidio di Fiamma Nazionale questa volta in Borgo Stazione

7 dicembre. Udine. La questura ha notificato un foglio di via da Udine per la pratica di antifascismo militante realizzata il 21 novembre in Piazza Libertà.

Questo fatto è particolarmente grave e probabilmente seguiranno altre iniziative repressive da parte della questura.

Il foglio di via viene oramai usato dal questore in maniera assolutamente arbitraria, come strumento di repressione politica con efficacia immediata, che autoalimenta la criminalizzazione verso chi lotta contro il potere. Come fa  a non andare ad Udine una persona che abita vicino ad Udine e che a Udine ci andava sempre per le più svariate ragioni?

13 dicembre. Gorizia. Il quotidiano il Piccolo riporta la notizia di scritte antifasciste anarchiche sul distributore gestito da un noto esponente xenofobo a Goriziail piccolo 13 dicembre 2015

 

15 dicembre. Udine. E’ stato notificato l’avviso di continuazione indagini preliminari ai tre indagati per la bandiera italiana bruciata nella notte del 24 aprile 2015

 

Volantino del 5 dicembre  a firma NAU Nuova Autonomia Udinese

antifa nau

UDINE/ Martedì 29 dicembre presidio anticarcerario

Martedì 29 dicembre a partire dalle ore 17.00 ad Udine sotto il carcere di Via Spalato si svolgerà un presidio anticarcerario per denunciare, in particolare, la repressione e le vessazioni a cui sono sottoposti i detenuti islamici.

Il Presidio è indetto dal Coordinamento Contro il Carcere e la Repressione di Udine

Contestualmente, in questa fase, a nord est,  prosegue la denuncia della repressione verso il movimento anarchico, colpito con una pioggia di denunce, processi, fogli di via, diffide e limitazioni della libertà indidividuale e dell’ iniziativa politica e sociale, mai viste precedentemente.

UDINE/ Volantino di denuncia sulla vicenda della ex Caserma Osoppo

Volantino del “CSA in esilio” distribuito in 500 copie nei giorni di 17-18-19 decembre 2015

davanti alla ex caserna Osoppo (ingresso da Via Adige) all’iniziativa finanziata dal Comune,

denominata Bandus  https://www.facebook.com/events/936200423123732/

 

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Rivogliamo i nostri spazi!!

 

Quella della chiusura dello Spazio Sociale presso l’ex caserma Osoppo (durato dal dicembre 2012

al novembre 2013) è stata, da un lato, una operazione beceramente repressiva della Questura e

della Procura e, dall’altro, una dimostrazione di miseria politica da parte dell’amministrazione

Honsell, appena rieletta nel maggio dello stesso anno. Praticamente, Questura e Procura hanno

imposto al Comune di revocarci la convenzione che avevamo siglato, attuando una vera e propria

operazione di regime poliziesco e golpista, di fronte alla quale Honsell ha dimostrato di essere un

nanetto politico; “oramai il pasticcio è fatto” ci disse l’8 giugno 2013, in Piazza XX Settembre, durante lo

svolgimento del concerto che ci fu vietato di tenere nel cortile della caserma Osoppo, che avevamo in

concessione! Con quella frase ci liquidò e oggi non ci commuovono affatto le sue

lacrime di coccodrillo, come si è visto nell’udienza del processo del 13 novembre 2015. In quella

stessa udienza abbiamo posto la questione che, nel 2013, avevamo fornito a Lorenzo Agostini,

responsabile del servizio infrastrutture del Comune, la perizia di

stabilità statica del capannone ove ora si svolgeranno le iniziative

pseudo-pacifiste del 17,18,19 dicembre 2015. Ebbene, senza alcuna

giustificazione, (anche di fronte alla domanda del Pubblico Ministero,

nell’udienza del 13 novembre) Agostini, che aveva sempre affermato

che dentro la caserma non c’erano strutture agibili, cestinò la nostra

richiesta di accesso a tale capannone. Oggi invece vediamo che lo

stesso capannone è miracolosamente diventato agibile e ciò,

dobbiamo supporre, grazie anche alla nostra perizia del 2013. Ma

che gente è questa!? Questori e Pubblici Ministeri forcaioli, che danno

la caccia alle streghe; Giudici senza scrupoli che fanno capire di aver

già scritto la sentenza di condanna; politici e funzionari pubblici senza

un minimo di coerenza e dignità. Questa è la situazione che

abbiamo di fronte e che denunciamo con forza, senza paura

delle conseguenze e tanto meno di essere smentiti. Infine, già dal

3 dicembre, abbiamo inoltrato la richiesta al Comune, per svolgere il

Pignarul 2016 dentro la caserma, nel piazzale raggiungibile

dall’ingresso di via Adige, così come nel 2013, ma non abbiamo

ancora ricevuto nessuna risposta.

 

Un po’ di storia

 

1. Via Volturno 1987 – 2006

Il 30 maggio 1987 vengono occupati spazi inutilizzati dell’ex mercato ortofrutticolo di Udine in via

Volturno, nasce così il Centro Sociale Autogestito. L’esperienza costituiva il punto di arrivo di una lunga e

articolata elaborazione, sviluppatasi negli anni precedenti, sulla necessità di spazi sociali, dalla Bassa

Friulana (da ricordare tra l’altro lo “storico” concerto punk a Torviscosa il 2 ottobre 1982), a Udine, ad altre

parti del Friuli, e da una precedente occupazione dell’ex centro schermografico di via Colugna (1985).

 

“Con questa AZIONE DIRETTA volta all’apertura di nuovi SPAZI SOCIALI-°©‐ESPRESSIVI-°©‐CULTURALI-°©‐

AUTOGESTITI in prima persona senza ingerenze da parte di partiti o associazioni preconfezionate,

diamo vita ad uno spazio dove creare propri momenti di PRODUZIONE CULTURALE ANTAGONISTA,

dove REALIZZARE UNA SOCIALITA’ NON MERCIFICATA, dove L’UNITA’ TRA DIVERSI

SI ESPLICHI NELLA FORMA PIU’ MATURA DELLA LIBERTA’,

dove CRESCERE INDIVIDUALMENTE, KOLLETTIVAMENTE ED IDEOLOGICAMENTE,

RIFIUTANDO GHETTI URBANI, EROINA E DISGREGAZIONE SOCIALE”.

(Tratto dal volantino del 30.5.87, firmato: Gruppo per il Centro Sociale Autogestito – Kollettivo Farcs).

 

Autogestione, confronto assembleare, sensibilità libertaria, musica autoprodotta, lotta alle droghe pesanti e

occhio critico a quelle leggere, antimilitarismo, ecofemminismo, valorizzazione della lingua e della cultura

locale, ecologia sociale, radicamento nelle lotte del territorio e nella difesa dell’ambiente sono sempre stati i

cardini dell’azione del CSA.

Tralasciando l’elevatissimo numero di concerti, iniziative culturali, assemblee pubbliche su temi di attualità

svolti in questi 22 anni, si possono ricordare (senza alcuna pretesa di completezza):

• L’apertura nel dicembre 1990 di un centro autogestito di prima accoglienza per immigrati in una delle due

palazzine dell’ex mercato. Il centro viene violentemente sgomberato con un ingente spiegamento di

polizia alle 4,45 del 20 dicembre 1991 per essere poi riaperto alcuni mesi dopo. Segue un attentato con

bottiglie incendiarie nella notte del 20 luglio 1993, cui risponde una grande manifestazione antirazzista. Ci

fu anche un processo ad alcun* attivist* dal quale ne uscirono assolt*. Il centro di prima accoglienza ha

funzionato fino al giugno 2006, costituendo, praticamente, l’unica esperienza fattiva in città, a fronte della

politica parolaia delle istituzioni. Sul tema dell’antirazzismo, a partire dal 2004, il CSA ha collaborato

attivamente con la lotta contro l’istituzione del CPT di Gradisca d’Isonzo. L’esperienza, nei primi anni

’90, della rivista USMIS riviste par gnovis culturis furlanis e planetariis e dell’omonimo spazio culturale

ed espositivo situato nella Cjanive (cantina) sotto il centro di prima accoglienza, la solidarietà con gli altri

spazi autogestiti (es. occupazione del CSA Farkadize nel 1994 a San Giorgio di Nogaro).

• L’attività femminista, dal 1992, del collettivo Dumbles – Feminis furlanis libertariis , l’impegno antimilitarista

contro tutte le guerre (più o meno “umanitarie”) che si sono susseguite in questi anni ed il sostegno dato ad

obiettori di coscienza totali, la trasmissione settimanale Zardins magnetics a Radio Onde furlane.

• L’impegno contro la costruzione del Palazzo della Regione (un vero e proprio ecomostro) nell’area dell’ex

mercato ortofrutticolo. Purtroppo l’obiettivo non è stato conseguito, ma è solo grazie al CSA se le due palazzine

(di grande interesse architettonico) si sono salvate dalle ruspe.

• La mobilitazione in tutte le battaglie ambientali sul territorio dalla Bassa Friulana alla Carnia, dalle Valli

del Natisone, al Tagliamento, dalla lotta contro l’elettrosmog a quella recente contro la TAV (che ha avuto

i suoi momenti di punta nelle grandi manifestazioni del 1 maggio 2006, 2007 e 2008 a Cervignano)

 

2. Via Scalo Nuovo 2006 – 2009

Alla fine di maggio 2006 i lavori per il Palazzo della Regione sono alle fasi conclusive e si avvicina il

momento dello sgombero. A parole sia Regione che Comune riconoscono la necessità di dare una nuova

sede al CSA, nei fatti si palleggiano le responsabilità col consueto gioco dello scaricabarile. È il Centro

Sociale a risolvere il problema “trasferendosi” il 2 giugno 2006 nella palazzina di via Scalo Nuovo, di

proprietà delle Ferrovie, abbandonata da anni. Sei camion di rifiuti vengono portati in discarica, cortile

ed edificio vengono ripuliti e l’attività prosegue (sia pure in uno spazio decisamente più piccolo da quello

di Via Volturno). Il passaggio alla nuova sede genera una denuncia per occupazione a carico di 36 persone

(il processo si è concluso con l’assoluzione degli imputati, l’8 aprile 2011).

Tra le attività che hanno avuto maggiore sviluppo in questo periodo di vita del CSAscalonuovo, bisogna

ricordare le riuscite mobilitazioni studentesche contro la “riforma” Gelmini organizzate dal Movimento

Studentesco e dal Collettivo Makhno e le iniziative antifasciste (per esempio la mobilitazione contro l’arrivo

a Udine del negazionista Irving nel settembre 2009).

 

LA REPRESSIONE IN FRIULI: perquisizioni, denunce, condanne, sgomberi…

Ma nel corso del 2008 – 2009 si sono abbattuti sul Friuli livelli di repressione finora sconosciuti.

Sulla “normale” vicenda del processo contro i 36 presunti occupanti di via Scalo Nuovo si sono innestati una serie di

eventi di inaudita gravità.

Settembre 2008: i carabinieri compiono una perquisizione a sorpresa del CSA, forzano le porte e sequestrano computer

e documenti. Il pretesto è dato da una denuncia presentata da una giornalista di estrema destra, molestata via internet da

qualche ignoto. Gli inquirenti cercano di scaricare sui frequentatori del CSA, contro cui la giornalista aveva scritto

alcuni velenosi articoli, la responsabilità delle molestie. Dalla perquisizione si origina una ulteriore denuncia per

occupazione contro i titolari dei contratti Enel e telefono.

Ottobre 2008: proteste contro la “riforma” Gelmini, la polizia interviene durante un’occupazione del liceo scientifico

“Marinelli” di Udine identificando i presenti. Ordinaria amministrazione ?

Settembre 2009: poco dopo la manifestazione contro la presenza del negazionista Irving a Udine il sito libertario

regionale viene danneggiato da un attacco hacker. Il sito era stato querelato dalla solita giornalista. I danni sono così

gravi da obbligare a trasmigrare presso un altro provider. Coincidenze ?

Novembre 2009: due studenti maggiorenni del “Marinelli” si vedono notificare un decreto penale di condanna a 15

giorni di arresto (commutati in una multa di 570 euro a testa) per l’occupazione della scuola dell’anno precedente,

verranno poi assolti il 16 dicembre 2010.

10 dicembre 2009 i Carabinieri, su ordine della Magistratura, effettuano il

“sequestro preventivo” del Centro Sociale Autogestito apponendo i sigilli ai

locali. Otto studenti (quasi tutti minorenni) presenti per una riunione del

Movimento Studentesco vengono identificati, fotografati, pesantemente

intimiditi e nei giorni successivi convocati in caserma per vedersi

notificare una denuncia per occupazione. Da notare che le Ferrovie, proprietarie

dello stabile, non hanno mai richiesto alcun sequestro che risulta quindi il

risultato di un’autonoma iniziativa di Carabinieri e Magistratura. Anche la

formula del “sequestro preventivo” di uno spazio occupato è del tutto inedita. Da

quel momento si è data origine ad una serie di iniziative per la riapertura di uno spazio sociale autogestito…

 

3. Ex-Caserma Osoppo 2012 -2013

Dopo un lungo periodo di trattative con il

Comune si arriva all’esperienza del Nuovo

Spazio Sociale nell’ex Caserma Osoppo (dal

dicembre 2012 – al novembre 2013), ma anche

qui la repressione si fa sentire con sequestri,

denunce e processi tuttora in corso (il 29 gennaio

2016 ci sarà la prossima udienza del processo per

la ex caserma Osoppo). Oggi la situazione

Udinese è ben nota a tutti. La repressione aveva

iniziato a manifestarsi in modo significativo nel

2008-2009 e si era già acuita sotto il questore

Tozzi, soprattutto per opera del vicequestore

Pigani. Poi, dal novembre 2014 con l’arrivo del

questore Cracovia siamo entrati in un’era di

completa paranoia poliziesca. Oggi come oggi,

denunce, perquisizioni, sequestri, fogli di via,

minacce di sorveglianza speciale, sono sempre più

frequenti, ed accanto a questo viene invece garantita

la piena agibilità politica ai neofascisti dichiarati.

Un po’ di autoriflessione. Oggi, il movimento

libertario e autogestionario, che ha fatto nascere il

CSA e, successivamente, nelle varie epoche storiche,

è stato ri-generato dal CSA stesso, appare in realtà

ancora vitale anche se frammentato e diviso al suo

interno. Le varie componenti ideologiche, che prima,

anche se con grande conflittualità, sono comunque

riuscite a convivere nella lotta comune per gli

spazi sociali autogestiti, oggi vanno ognuna

per la propria strada, accantonando però in

questo modo la prospettiva di una nuova

occupazione o almeno di una nuova

esperienza autogestionaria, pubblica, aperta,

e partecipata, così come lo sono state le

esperienza realizzate fino ad oggi.

 

Riferimenti web.

Dal 2001 al 2008 su

http://www.ecologiasociale.org/pg/csaudine.html

dal 2008 al 2011 su

http://csascalonuovo.noblogs.org

e, con continuità, dal 2009 ad oggi su

http://www.info-action.net/

Fip Udine via scalo nuovo 15 dicembre (Pinelli assassinato dallo Stato) 2015 a cura del CSA in esilio

Istria: No Border No Wire!

filospinatoDa qualche giorno varie zone del confine fra slovenia e croazia sono “addobbate” con centinaia di metri di filo spinato in funzione anti-profughi, nonostante da quelle parti negli ultimi anni non sia passato praticamente nessuno. L’iniziativa è del governo sloveno ed è chiaramente una mossa propagandistica per “rassicurare” la parte di opinione pubblica spaventata dal flusso migratorio proveniente dai balcani, nonché un altro modo per far irritare la vicina croazia, con cui i rapporti diplomatici sono sempre stati freddini e da quando è iniziato il flusso dei profughi sono decisamente peggiorati. Per ora questa brillante idea ha avuto due effetti pratici: uccidere un sacco di animali selvatici e far incazzare praticamente tutti -dal governo croato agli animalisti, dagli antirazzisti agli abitanti del luogo agli operatori turistici della zona-.

 

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CIE DI GRADISCA: no a qualsiasi ipotesi di riapertura! (agg.23/12)

cie

Apprendiamo

dal Piccolo

di oggi,

martedì 22

dicembre,

che ci sono

voci insistenti,

provenienti

dal ministero,

di una possibile

riapertura

del lager

di Gradisca

 

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E’ uscito il numero 123 di Germinal!

germinaltestata

 

E‭’ ‬appena uscito il n.‭ ‬123‭ (‬dicembre‭ ‬2015‭) ‬di‭ “‬Germinal‭”‬,‭ ‬giornale anarchico e libertario di Trieste,‭ ‬Friuli,‭ ‬Isontino,‭ ‬Veneto,‭ ‬Slovenia e‭…

Questo numero ospita diversi articoli dedicati all’impegno antirazzista e antimilitarista in regione‭ (‬e a Bologna‭)‬.‭ ‬Il Kurdistan,‭ ‬terreno di lotta contro lo Stato Islamico,‭ ‬è presente con l’intervista a un militante kurdo,‭ ‬ora rifugiato,‭ ‬e la riflessione sulla Gineologia‭ “‬paradigma delle donne kurde‭”‬.‭ ‬Per la prima volta,‭ ‬dopo molti anni,‭ ‬due articoli riguardano Muggia:‭ ‬storie di anarchici e attuale opposizione al razzismo anche qui dilagante.‭ ‬E‭’ ‬poi tradotto un raro volantino sloveno del‭ ‬1927‭ ‬in difesa di Sacco e Vanzetti,‭ ‬mentre una pagina di fumetti annuncia un prossimo libro di Fabio Santin sul campo di Renicchi d’Anghiari‭ (‬AR‭)‬.‭ ‬Qui furono internati gli anarchici,‭ ‬tra cui Tommasini,‭ ‬dopo la chiusura del confino di Ventotene nell’estate‭ ‬1943.

A Trieste oltre che nella sede del Germinal in via del Bosco 52a ogni giovedì dalle 18 alle 20 lo trovi anche presso:

Libreria Indertat v.Diaz 22

Emporio Ecologico La Raganella in Cavana

Bottega del Mondo v.Torrebianca 22

Edicola in p.Tommaseo

 

Un numero di‭ ‬16‭ ‬pagine costa‭ ‬2‭ ‬euro e si può chiedere al

Gruppo Anarchico Germinal,‭ ‬via del Bosco‭ ‬52/A,‭ ‬34137‭ ‬Trieste, ‬col C/C‭ ‬16525347‭ ‬intestato a Germinal c/o Centro studi Libertari,‭ ‬oppure a‭ ‬gruppoanarchicogerminal@hotmail.com

 

E lo trovate presso i gruppi e le sedi anarchiche e libertarie della rete di infoaction.net

PORDENONE: Fermiamo il massacro del popolo kurdo!

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28 dicembre 2015

Stanotte è stato messo uno striscione dai compagni e dalle compagne di Iniziativa Libertaria davanti al Comune di Pordenone per denunciare il massacro che il Governo turco sta perpetrando contro il popolo kurdo.

segue comunicato

 

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UDINE/ Antifascismo: sassi contro sede di casapound

mv online 30 12 2015

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/12/30/news/sassi-contro-casapound-1.12696597?ref=search

 

mv cartaceo 31 12 2015

 

mv 31 12 2015

 

mv 31 12 2015 f

 

 

 

Aggiornamenti dal confine sloveno-croato

Al confine Croazia-Slovenia i rifugiati vengono separati per paese di origine e rimandati indietro!

Dobova 17/11

Prima di arrivare in Slovenia, alle persone viene dato un documento da firmare. I documenti non son tradotti quindi le persone non sanno cosa firmano. Quando arrivano in Slovenia, le persone vengono separate sulla base di questi documenti. Ad alcuni viene permesso di passare, mentre altri vengono spediti indietro in Croazia con i treni. Al momento le persone dall’Africa, dall’ Afghanistan a dall’ Iraq vengono rimandate indietro. A Dobova ci sono volontari internazionali e autorganizzati che hanno piantato una tenda dietro la stazione. Chi volesse aiutare vada lì. Aiuto sarà necessario soprattutto da sabato in poi, quando questo gruppo di internazionali lascerà il posto.

Tradotto da:

https://www.facebook.com/FrontaBrezMeja/?fref=nf