Sabato 12 aprile Presidio solidale
davanti al Tribunale di Trieste
con Maurizio Alfieri, Valerio Crivello
e detenuti/e in lotta
Marzo 18th, 2017 — Carceri, General
Marzo 18th, 2017 — Bassa friulana, General
Rassegna stampa MV 11 aprile 2014
Fontane, Regione sotto accusa
San Giorgio, annunciate manifestazioni contro la “strozzatura” dei pozzi
SANGIORGIO DI NOGARO
Il “Popolo delle fontane” è in rivolta
contro la Regione: si annunciano
manifestazioni di
piazza e una raccolta di firme
contro la “strozzatura” dei pozzi.
Oltre 200 persone hanno partecipato
alla assemblea dell’altra
sera, convocata dal Coordinamento
di Difesa ambientale
della Bassa friulana. Dopo l’introduzione
del portavoce del
Comitato, Paolo De Toni, che
ha comunicato un’ulteriore vittoria
per i rimborsi del canone
di depurazione, questa volta riguardanti
gli utenti degli
“sfioratori” (341 a San Giorgio e
385 a Torviscosa) e le modifiche
al regolamento di fognatura
che eliminano la previsione della
vasca condensa grassi per gli
edifici esistenti, si è passati al tema
caldissimo della serata,
quello relativo alla “strozzatura
delle fontane”.
E’ stato sottolineato che la situazione
prospettata dal verbale
della IV commissione regionale
del 15 gennaio scorso appare
ancora più grave di quanto
fino ad ora emerso. Infatti, nel
verbale della commissione si
legge la frase: “La commissione
condivide pertanto le misure
proposte all’articolo 50, tendenti
alla limitazione delle portate
prelevate dai pozzi, mediante
l’apposizione di dispositivi di
regolazione del flusso atti ad
impedire l’esercizio a getto continuo.
La commissione inoltre
valuta che i tempi di adeguamento
di cui alcomma 2 possano
essere accorciati e che il limite
di utilizzo medio giornaliero
di cui al comma 4 sia ulteriormente
ridotto all’effettivo fabbisogno
auspicando, comunque,
il coinvolgimento degli enti locali
nella fase di consultazione
pubblica. Si propone anche l’installazione
di contatori permonitorare
l’effettivo consumo.”
Sono intervenuti i consiglieri
regionali Cristian Sergo dei grillini
e Mauro Travanut del Pd.
Sergo si è trovato nella situazione
di dover giustificare il voto
positivo in commissione. Travanut
si è reso conto della gravità
della situazione e ha garantito
un immediato interessamento
e un coinvolgimento del sindaco
dei Cervignano anche per ottenere
in Regione una moratoria
dell’articolo 50 e stoppare
l’impostazione in atto, giudicata
fortemente penalizzante per
gli utilizzatori dei pozzi artesiani.
Molti interventi fra il pubblico,
sia sul tema delle fontane
che su quello dei canoni di acquedotto,
scarico e depurazione.
Come anticipato, sono da
attendersi iniziative per il prossimo
futuro: manifestazioni di
piazza e una raccolta di firme,
oltreché costringere i sindaci
ad esprimersi su questo problema.
Francesca Artico
Marzo 18th, 2017 — General, No OGM
Sentenze del Tar del Lazio e del Tribunale di Udine in materia di OGM
Riflessioni e considerazioni
In questo caso ci riferiamo alle recenti sentenze della Magistratura che riguardano due vicende: una è il ricorso al TAR del Lazio contro il Decreto Interministeriale 187 del 10 agosto 2013 emanato dal Governo, che vieta in Italia la coltivazione degli OGM per diciotto mesi e l’altra è il processo del Tribunale di Udine a un agricoltore friulano che aveva seminato mais transgenico nel 2011.
La stretta relazione tra le due vicende giudiziarie è particolarmente evidente, tenuto conto dell’imminente avvio della nuova annata agraria, caratterizzata da una serie di dichiarazioni da parte di alcuni agricoltori che annunciano la volontà di seminare varietà transgeniche determinandone la loro diffusione, con conseguenze gravi e irreversibili sull’ambiente, l’agricoltura e la salute.
La decisione del Tar di rinviare la sentenza sul suddetto Decreto Interministeriale di quarantacinque giorni, (di là dei risultati che prevediamo a favore del ricorrente), ci appare ispirata dal buonsenso e volta ad impedire l’aggravarsi della deriva transgenica per l’anno in corso. Invece, non è stata così oculata la decisione della magistratura locale di emanare, nello stesso giorno, la pur scontata assoluzione dell’agricoltore friulano.
Al solito, come le contraddizioni emerse lo scorso anno, tra la Regione FVG e il Governo nazionale, hanno favorito la coltivazione e il raccolto dei primi campi transgenici in Italia, ugualmente le attuali contraddizioni tra Magistratura locale e nazionale, continuano a incoraggiare le criminali provocazioni di quel manipolo di produttori, favorevoli all’introduzione di colture ottenute con tecniche transgeniche, al soldo delle multinazionali.
In questi giorni, subito dopo la sentenza friulana, abbiamo osservato un trattore che stava seminando sullo stesso campo che l’anno scorso era stato coltivato a OGM dal proprietario.
Se si trattasse ancora di una semina transgenica, in quel campo come in altri di chiunque altro, noi lo segnaleremo e verificheremo presto se le Istituzioni locali avranno il coraggio di applicare coerentemente i disposti legislativi, seppur deboli e temporanei, che vietano la coltivazione di mais MON810 ( ad es. la moratoria della Regione FVG), distruggendo immediatamente le colture e sanzionando i responsabili di quelle semine.
Lo ripetiamo da mesi, da anni, è assolutamente necessario impedire la diffusione di coltivazioni transgeniche su tutto il continente europeo (e a livello globale) modificando il contorto e contraddittorio sistema normativo che regola la diffusione degli OGM a favore della libertà di scelta degli Stati membri, a difesa della sovranità alimentare e per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile in stretta relazione con il territorio e la produzione di cibo sano.
Nel frattempo, è necessario che le nostre Istituzioni resistano alle pressioni delle multinazionali e alle attuali ingerenze della Commissione europea, emanando norme di divieto generalizzato su tutto il territorio nazionale, abbandonando definitivamente ogni riferimento alla coesistenza o alla definizione di sole zone ogm free, come invece intendono fare.
Infatti, sia la “nuova” modifica della LR del FVG ( che il neo ministro all’agricoltura, Maurizio Martina, vuole adottare a livello nazionale), sia le direttive della Commissione Agricoltura girate agli europarlamentari italiani, sono orientate verso quel tipo di provvedimenti. Altri Stati, come recentemente la Francia, stanno dimostrando molta più coerenza e determinazione. Speriamo possano servire da esempio.
COORDINAMENTO TUTELA BIODIVERSITÀ FVG
Marzo 18th, 2017 — General, Manifestazioni
Più chiaro di così! Squadrismo di Stato!!
a quanto pare i cretini ( definizione del capo della Polizia, Pansa) sono più di uno
nuovo video
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Che ridere!
repubblica 14 aprile
Repubblica on line 13 aprile
Marzo 18th, 2017 — Carceri, General
Giù mura jukebox
Marzo 18th, 2017 — General, Mare
dal Piccolo
2014-04-16, 20 Nazionale
di Silvio Maranzana Dopo anni di pericolosi tiraemolla, stavolta è proprio finita: il rigassificatore di Trieste muore prima di nascere. «Il procedimento avviato dal Ministero dell’Ambiente presumibilmente si chiuderà con la revoca della Valutazione d’impatto ambientale positiva a suo tempo adottata e conseguentemente il Ministero dello Sviluppo economico dovrà rigettare la domanda di autorizzazione alla costruzione dell’impianto». È la risposta data ieri dal sottosegretario del Mise Claudio De Vincenti alla deputata di Sel Serena Pellegrino che oltre un anno fa, per la precisione il 9 aprile 2013, aveva presentato un’interpellanza sull’impianto di Zaule. Il 17 ottobre, il direttore generale del ministero dell’Ambiente Mariano Grillo aveva annunciato che il suo dicastero era sul punto di revocare il decreto di compatibilità ambientale, a Gas Natural a cui dava dieci giorni per replicare. Poi da Roma solo silenzio con in mezzo il passaggio dal Governo Letta al Governo Renzi. Resta in piedi soltanto la causa intentata da Gas Natural dinanzi al Tar del Lazio per invalidare la sospensione di sei mesi al decreto di compatibilità decretata dall’ex ministro Clini. All’udienza del 18 marzo però è stata la stessa società di Barcellona a chiedere un rinvio. «Lo schema del decreto di revoca – ha riferito ieri De Vincenti – era già stato firmato dall’ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e inoltrato il 13 febbraio per la firma del ministro per i Beni culturali, ma essendo nel frattempo mutata la compagine governativa lo stesso decreto è stato restituito al ministro dell’Ambiente ora in carica (Gian Luca Galletti, ndr.) che sta procedendo ai controlli e agli approfondimenti procedurali e amministrativi prima della firma». Non ci fosse stato il cambio di governo, pare di capire, la domanda sarebbe già stata rigettata. E per l’impianto di Gas Natural non vi è alcuna speranza nemmeno in siti alternativi. «La delocalizzazione dell’impianto – ha specificato infatti il sottosegretario – poteva essere valutata dal ministero dell’Ambiente alla scadenza del termine, cioé il 18 ottobre, in funzione del verificarsi o meno di una delle due circostanze alternative previste nel decreto ministeriale, cioé lo spostamento dell’impianto in altra località da parte della società proponente o la revisione del Piano regolatore portuale per renderlo compatibile con la presenza dell’impianto». «Ma nessuna delle due ipotesi – si sottolinea più avanti – si è realizzata e il ministro dell’Ambiente ha avviato il procedimento di revoca». In una nota, Serena Pellegrino ha sottolineato come «l’azione di Sinistra Ecologia Libertà abbia ottenuto una fondamentale presa di posizione da parte del ministero dello Sviluppo economico». De Vincenti ha anche comunicato che «proseguono i lavori del Tavolo di coordinamento trilaterale (Italia, Slovenia, Croazia) di tutte le iniziative infrastrutturali dell’Alto Adriatico nel corso dei quali sono esaminati anche i progetti di terminali di rigassificazione in Slovenia, nel porto di Capodistria e nell’isola di Veglia in Croazia». Se il progetto di Capodistria avanzasse per Trieste sarebbe un’autentica beffa.
Marzo 18th, 2017 — 25 Aprile, General
Marzo 18th, 2017 — 25 Aprile, General
Marzo 18th, 2017 — 25 Aprile, General
Una mattina mi son svegliato…ed ho incontrato il questor!
Apprendiamo dalla stampa che la questura ha messo il divieto di cantare “Bella ciao” durante la commemorazione del 25 aprile a Pordenone. Nell’attesa che il questore vieti anche di studiare a scuola, mangiare a pranzo e pisciare al bagno, è bene precisare che non accettiamo alcun divieto e che canteremo, come ogni anno, “Bella ciao” in piazzale Ellero.
Comunichiamo fin d’ora che saremo in molti a cantarla e che non intendiamo accettare questo ennesimo atto di censura e repressione nei confronti di libere manifestazioni ed espressioni. Infatti, questo assurdo e inaccettabile divieto arriva dopo che è stato negato il presidio pacifico a Vivaro di domenica 6 aprile al coordinamento biodiversità FVG, così come con ogni probabilità sarà negato anche il presidio di Cordenons del 26 aprile contro Forza Nuova e Fiamma Tricolore presso la sala consigliare del Comune, presidio notificato ancora martedì 22 aprile.
Perché durante la visita della ministra Kienge al Comune di Pordenone non c’è stato alcun problema di ordine pubblico e fu “garantito” al manipolo di fascisti di Forza Nuova, Fiamma Tricolore e Casapound di protestare, presidiare, lanciare fumogeni e urla?
Come mai signor questore esistono due pesi e due morali quando si tratta di garantire libertà di espressione ad alcune parti politiche rispetto ad altre?
Non era mai successo negli ultimi anni che la questura intervenisse in modo così repressivo e riteniamo il vaso ormai colmo.
Ciriani, Grizzo o chicchessia potranno trovare facilmente alleati presso istituzioni compiacenti come prefettura e questura ma non troveranno certo succubi e sottomessi cittadini.
Abbiamo di fatto cacciato i nostalgici di Azione Giovani ancora 7 anni fa da piazzale Ellero, quando con una sfilata vergognosa volevano commemorare anche i morti fascisti mistificando il 25 aprile, ora a distanza di anni il questore vorrebbe farli parlare dal palco zittendo ogni dissenso e umiliando chi si riconosce nella resistenza negandogli il canto che più di tutti la rappresenta?
Signorno!
Coordinamento Antifascista Antirazzista Pordenonese
Marzo 18th, 2017 — 25 Aprile, General
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Il 25 aprile un gruppo di solidali con i quattro compagni arrestati in Val Susa con l’accusa di terrorismo hanno esposto uno striscione di fronte alla Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio in Italia, e distribuito volantini alle persone dirette alle celebrazioni per la festa della liberazione.