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Documentario su Umberto Tommasini su RAI3

Il documentario sulla vita di Umberto Tommasini, di circa 60′, è in

programma per domenica 23 febbraio su RaiTre FVG a partire dalle 9.45.

Sarà replicato mercoledì 26 febbraio, sul canale 103 del digitale terrestre,

alle 21.10

La regia è di Ivan Bormann e Fabio Toich

 

Per maggiori info sul progetto:


http://www.anarchistlife.com/index.php/it/


 

da Il Piccolo del 23 febbraio 2014 – Pagina 61 – Cultura e spettacoli

È un film la vita dell’anarchico Tommasini

Oggi su RaiTre il documentario di Ivan Bormann e Fabio Toich sul fabbro triestino che fondò il gruppo Germinal

Umberto Tommasini, un fabbro anarchico triestino. Ma soprattutto un concentrato di vita, uno che ha lasciato il segno in ogni persona che ha incontrato ancor più che nella storia. Un fabbro anarchico triestino ma anche un bombarolo, un militante, un combattente, un confinato, e a suo modo sempre un vincente, determinato com’era a incarnare quel suo inesauribile sogno di libertà. Oggi, alle 9.45 su RaiTre (replica mercoledì alle 21.10 sul canale 103 del digitale terrestre), verrà trasmessa l’anteprima del documentario “An Anarchist life”, omaggio di Ivan Bormann e Fabio Toich, autori triestini catturati dal fascino del personaggio. «Abbiamo letto il libro di Claudio Venza e Clara Germani “L’anarchico Triestino” – spiegano – scritto nell’84 trascrivendo delle registrazioni in cui Umberto aveva raccontato la sua vita». «In un primo momento abbiamo semplicemente voluto condividere una lettura appassionante», precisa Bormann, che ammette poi di aver accolto con entusiasmo l’idea del socio di farci un film. «Ne abbiamo parlato anche assieme agli autori del libro – spiega ancora – e così abbiamo deciso di sviluppare l’adattamento per un documentario». Una produzione a bassissimo costo tutta triestina che ha ottenuto il contributo del Fondo Regionale per l’Audiovisivo per lo sviluppo, e alla quale hanno partecipato Drop Out, la IG coop. di Omar Soffici, il direttore della fotografia Daniele Trani, la scenografa Belinda De Vito e DJ Glitch, autore della colonna sonora. Il film ricostruisce la vicenda umana e politica di Tommasini, esponente dell’anarchismo europeo del secolo scorso, nato a Vivaro nel 1896 ma vissuto prevalentemente a Trieste. Partendo dal suo ambiente familiare (con tanto di biblioteca sociale in una delle due stanze di casa) e il suo arrivo in città, i primi scontri di piazza fra italiani e austriaci, e poi la guerra, soprattutto quella di Spagna, alla quale partecipò con impeto pensando che lì avrebbe potuto finalmente realizzare i suoi ideali rivoluzionari. Dopo la delusione, il rientro, prima in Francia e poi ancora a Trieste dove riprese il mestiere di fabbro e nel ’68, ormai settantenne, fondò il gruppo Germinal assieme a tanti giovani coi quali si trovava sempre a suo agio. Un modo di concepire la politica che legittima Venza a sostenere che per Tommasini l’anarchismo è “un modo sostenibile di vivere e non solo una fase giovanile della vita”. «Era empatico con il mondo – aggiunge Toich – non si sarebbe mai chiuso in una torre d’avorio teorizzando su questioni ideologiche, era sempre calato nella società». Su di lui anni fa si era espresso anche Claudio Magris, quando gli si chiese se a suo parere Tommasini potesse dirsi un uomo felice. Rispose che non sapeva se fosse felice, ma di sicuro era un uomo “risolto”. La sua figura emerge in maniera vivida dai racconti di amici e familiari seduti attorno a un tavolo nella casa di Vivaro, attingendo anche a materiale d’archivio, analogie prese in prestito dal cinema intercalate da inserti animati (Fabio Babich), la voce narrante di Anita Kravos e le letture di Pino Cacucci, Ascanio Celestini e Simone Cristicchi. Lo schema del documentario storico biografico, richiama in parte il precedente lavoro del duo Bormann-Toich, “Sconfinato – Storia di Emilio”, in cui si raccontava di Emilio Coslovi, prete operaio, interprete radicale del messaggio evangelico, puro e testardo fino a farne una malattia, che in qualche modo rappresenta l’antitesi di Umberto Tommasini. «Due personaggi complementari e antitetici» ammette Bormann, e Toich aggiunge: «Ci interessano personaggi presi nell’ingranaggio della storia. Mentre Coslovi implode, Tommasini ne esce alla grande. Il suo vero messaggio non è quello di vivere in maniera anarchica, ma piuttosto di vivere in maniera piena».

NO TAV/ Udine Azione Diretta alla Stazione

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 L’azione è durata dalle 17.10 alle 19.10 poi è intervenuta la Questura

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NO TAV/ Udine oltre 100 in corteo

Scandaloso il Messaggero Veneto

Quasi 120 partecipanti al corteo No Tav e Antifascista di sabato 22 febbraio ad Udine.

Con interventi al microfono prima della partenza in Piazza Libertà e  tappe e comizi davanti alla Prefettura, alla Casa dello Studente ed alla Stazione Ferroviaria, dove ci si è agganciati all’azione diretta del giorno prima.

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NO TAV/ Trieste Foto, report e rassegna stampa

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Circa 150 persone hanno partecipato al corteo sfidando il freddo. L’iniziativa si è svolta nell’arco di quasi due ore percorrendo buona parte del centro cittadino. Numerosi gli slogan e gli interventi al microfono che hanno caratterizzato le numerose soste e tappe durante il percorso. 

 

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NO TAV/ Udine Messaggero Veneto scandaloso

No si sa se ridere o piangere. Il ragazzo che per l’occasione avrebbe svolto il ruolo di giornalista non si è neanche accorto che c’è stato un corteo che ha attraversato Via Vittorio Veneto, Viale Ungheria, Via Aquileia, Viale Europa Unita, Via Roma per finire in Piazzale della Repubblica. Eppure gli era stato detto che il corteo partiva alle 17.30. Al momento della foto poi le persone in Piazza era oltre cinquanta; al momento della partenza del corteo  un centinaio e successivamente sono ancora aumentate. Si vede che aveva premura di fare l’articolo, che per il resto, meglio così, ha riportato almeno integralmente il contenuto degli striscioni.

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Messaggero Veneto DOMENICA, 23 FEBBRAIO 2014 Pagina 16 – Cronache

IL PRESIDIO

Striscioni e bandiere,

i No Tav si prendono la Loggia

Una trentina di persone in piazza Libertà per chiedere il rilascio dei quattro attivisti arrestati in Piemonte

 

Una trentina di aderenti al movimento “No Tav” si sono ritrovati, ieri, in piazza Libertà per partecipare alla manifestazione di protesta organizzata dal Coordinamento di Udine e della Bassa Friulana in occasione della giornata nazionale di mobilitazione e di lotta contro l’imputazione di terrorismo dei quattro attivisti detenuti in Piemonte in seguito all’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte. Dopo il blitz di venerdì sera, in cui due aderenti alla protesta si sono arrampicati sulla pensilina della stazione ferroviaria di Udine riuscendo ad appendere uno striscione con la scritta “No-Tav liberi. Contro la devastazione dei territori, la speculazione e la mafia”, il gruppo di protesta si è ritrovato all’ombra della Loggia del Lionello per esprimere solidarietà, e chiedere il rilascio dei loro quattro compagni (Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò) in carcere dallo scorso dicembre. Oltre ai gruppi No-Tav che si riconoscono nei due Coordinamenti, hanno partecipato alla manifestazione una serie di comitati collaterali come quello “Per la vita del Friuli rurale” e il “Dumbles – feminis furlanis libertaris”. Tanti gli striscioni e le bandiere sventolare, srotolati sotto gli occhi attenti di polizia, carabinieri e vigili urbani. Si è partiti da “Contro la crisi del capitalismo, lotta di classe e antifascismo”, al “Giù le mani dalla terra” del “Comitato per il Friuli rurale”, ai “No-Tav liberi corpi, libere relazioni in libero territorio”, passando per “Fermeremo questo treno, la lotta è libertà, nel cuore sole e baleno, la Tav non passerà”, arrivando infine al manifesto del “Dumbles” in cui si poteva leggere “No Tav, si Tavan, ju lis zatis dal plui biel poete furlan”. Al di là della diversità di lotta il nucleo centrale della manifestazione si è svolto per protestare contro le decisioni della procura di Torino adottate nei confronti dei quattro attivisti arrestati dopo i sabotaggi in Val di Susa. Per i No-Tav, l’avallo da parte del tribunale del Riesame delle accuse lanciate dal pubblico ministero piemontese rappresenta «una gravità inaudita: se dovesse passare il teorema terroristico questo potrebbe essere applicato a qualunque lotta sociale». Da qui, quindi, la necessità di “agire concretamente contro l’occupazione militare, la devastazione del territorio e la predazione delle risorse”. (m.p.)

 

 

 

 

ACQUA/ Cervignano contro la truffa dell’acquedotto di quartiere

mv online 23 febbraio 2014

 

A difesa dei pozzi artesiani ora nasce “Acquanostra”

A difesa dei pozzi artesiani
ora nasce “Acquanostra”

di Elisa Michellut

Cervignano, il comitato istituito al termine di un incontro sul caro bollette. «Intendiamo rappresentare gli oltre 450 utenti che hanno ricevuto conti salati»
 
 
 
 

CERVIGNANO. Residenti, segreterie unitarie dei pensionati di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Cervignanese, rappresentanti dell’opposizione (Petenel per Svolta di sinistra) ed esponenti del “Comitato di difesa ambientale Bassa friulana”. Alla riunione pubblica, decisamente affollata, organizzata, venerdì sera, in via Turisella, c’erano tutti. Obiettivo: fare chiarezza, una volta per tutte, dopo le polemiche sul “caro bollette”.

Intanto, sempre venerdì, al termine dell’incontro pubblico, è nato “Acquanostra”, comitato che riunisce i cittadini serviti dai pozzi artesiani in gestione al Cafc, che ieri è stato ricevuto dal sindaco, in municipio.

«Quello di venerdì – riferiscono i referenti del comitato – è stato un dibattito sereno. Abbiamo fatto il punto su quanto accaduto negli ultimi mesi e abbiamo ripercorso tutti i “passaggi di mano” dei nostri pozzi. Si è formata una task force di cittadini, una dozzina in tutto, che porterà avanti le istanze del comitato e che intende rappresentare tutti i cervignanesi serviti dai pozzi di quartiere, quegli oltre 450 utenti che si sono visti recapitare bollette, anche molto esose, e che intendono riappropriarsi di un bene prezioso come l’acqua.

Le aree interessate sono: via Turoldo, via Primo Carnera, zona Turisella, lottizzazione la Rotonda e la lottizzazione di Muscoli». Precisa Giampaolo Chendi, del Comitato fontane della Bassa, invitato come esperto: «Il riferimento normativo da cui partire è la legge 13 del ’95, grazie alla quale vi è la possibilità di togliere al Cafc la gestione dell’acqua. La gente non ha mai firmato atti di cessione e vuole tornare a una gestione privata dei pozzi».

Ieri, come detto, il gruppo di lavoro è stato ricevuto dal sindaco. «Sono state presentate – spiga il comitato – le richieste per rivedere la tariffazione per l’anno in corso, rapportandola non alla singola utenza ma al nucleo familiare. Con il sistema attuale, sono penalizzate le famiglie numerose. Intendiamo compiere tutti i passi necessari affinché la gestione venga affidata nuovamente ai cittadini associati sotto forma condominiale, così come avviene per la centralina idrica di via Demanio. Il sindaco si è reso disponibile a sostenerci fin da subito, fornendo tutto il supporto necessario nella ricerca di atti e nei rapporti con il Cafc».

Il primo cittadino conferma: «La gente, giustamente, vuole chiarezza. L’istituzione sarà al loro fianco. La prossima settimana chiederò al Cafc di mettersi a disposizione». Chiunque volesse contattare il comitato può scrivere all’indirizzo mail acquacervignano2014@gmail.com

UDINE/ Altre iniziative sulla Palestina

Malaka

 

News. Cambio di programma

Malaka Mohammad non ha ricevuto il visto necessario per entrare in Italia per cui non sarà presente all’inconto di sabato nel contesto delle iniziative dell’ “ASSEMBLEA PALESTINA LIBERA UDINE”.

Sabato ci troveremo comunqe, 1 Marzo ore 21:00, sempre presso sala B dell’ex Erdisu di viale Ungheria 45/A Udine

per la proiezione dell’interessantissimo film / documentario “This is my Land… Hebron”, una commovente e splendida descrizione della terribile occupazione sionista nella città palestinese di Hebron dalla voce della popolazione civile e delle pochissime voci di dissidenza israeliane.

 

Gaza “Student Sotto Assedio” 

Sabato 1 Marzo ore 21.00
presso la sala B dell’ ex-Erdisu
di Viale Ungheria 45/A Udine
 

 

 

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NO TAV/ Adesso la parola alla Serracchiani

Commento. Piaccia o non piaccia, in un modo o nell’altro, tutti i Sindaci si sono espressi contro il progetto 2010, e anche se questi qui sotto, manovrati da Sonego e Lupi, lanciano un patetico invito a non fare un “salto nel buio”, in realtà, ciò che deve prevalere è la logica amministrativa e cioè che la Regione deve prendere atto che, al di là delle formulazione di alternative più o meno fantasiose, ciò che conta è il parere, di fatto contrario, che è stato dato al progetto che ha in mano il Ministero dell’Ambiente. Quindi ora a conculsione dell’Iter della procedura VIA la Regione dovrebbe trasmettere al Ministero un parere negativo. Ovviamente la logica politica continuerà a prevalere sulle regole, che le istituzioni stesse si sono date. Certamente faranno di tutto per forzare la situazione e andare contro ogni logica; staremo a vedere come ne esce la governante del FVG da questo inghippo.

 


Messaggero Veneto DOMENICA, 23 FEBBRAIO 2014 Pagina 53 – Provincia LATISANA

Tav, i primi cittadini chiedono

chiarezza alla Regione

 

LATISANA Prima la Regione faccia chiarezza su quale potrebbe essere il progetto successivo a quello del 2010. E poi si può chiedere al ministero di fermarne la verifica ambientale. Lo sostengono nove sindaci della Bassa friulana, ribadendo che non parte da loro la richiesta di fermare il progetto della Tav, «perché si tratterebbe di un salto nel buio», non sapendo quale delle versioni al momento oggetto di discussione potrebbe prenderne il posto: il quadruplicamento dell’attuale linea, che non piace agli stessi sindaci, o lo sdoppiamento della linea, (portato avanti dagli amministratori della Bassa), da Mestre a nord, seguendo la Pordenone-Udine, per le merci e a sud, sulla Portogruaro-Latisana-Cervignano, per i passeggeri. E’ quanto hanno scritto alla Regione, pochi giorni fa, i sindaci di Latisana, Salvatore Benigno, San Michele al Tagliamento, Pasqualino Codognotto, San Giorgio di Nogaro, Pietro del Frate, Palazzolo dello Stella, Mauro Bordin, Muzzana del Turgnano, Vittorino Gallo, Precenicco, Massimo Occhilupo, Ronchis, Vanni Biasutti, Carlino, Diego Navarria e Porpetto, Pietro Dri, constatando l’assenza di una regia regionale o meglio interregionale, «visto che la questione rischia di provocare tensioni e fratture fra i sindaci che si trovano ad affrontare un’opinione pubblica locale sospettosa rispetto a una così importante e impattante opera infrastrutturale», si legge nella lettera inviata alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, per chiedere la convocazione un incontro con tutti i sindaci e fare chiarezza sull’iter progettuale dell’alta capacità-alta velocità, dopo che gli stessi sindaci, a ottobre, hanno rivolto analoga richiesta al presidente della Regione Veneto, che li ha incontrati a metà novembre per una verifica della situazione sul versante veneto. «E’ difficile affrontare la questione Tav nel silenzio della Regione e in assenza di indicazioni – scrivono i nove sindaci alla Serracchiani – o forse sarebbe più corretto dire in presenza di indicazioni contrastanti, considerato che quanto era stato riferito ai sindaci del Friuli Venezia Giulia, durante un incontro dell’estate scorsa, è stato, poi, smentito con una delibera della giunta regionale, che di fatto ha preso in considerazione la possibilità di un tracciato alta velocità-alta capacità diverso dal progetto attualmente in corso di valutazione al ministero delle infrastrutture, comprendente lo sfruttamento della “linea storica” Trieste-Venezia, sen    za tenere in dovuta considerazione le problematiche dei territori interessati». Paola Mauro

Gradisca: sciopero al CIE

da Il Piccolo del 26 febbraio 2014

Ritardi negli stipendi, a Gradisca il Cie sciopera

L’astensione dal lavoro è stata fissata pe ril prossimo 7 marzo

 

altGRADISCA. Ritardi negli stipendi, si va verso un clamoroso sciopero dei dipendenti del Cie/Cara di Gradisca. I lavoratori del doppio centro immigrati isontino hanno proclamato per venerdì 7 marzo una giornata di sciopero con presidio davanti alla sede della Prefettura di Gorizia.

La decisione è stata presa nel corso di una riunione indetta ieri dalle tre principali sigle sindacali (Cgil Funzione Pubblica, Fisascat Cisl, Uil Fpl), nella quale è emersa in tutta la sua drammaticità non soltanto la situazione dei dipendenti del consorzio siciliano Connecting People e dei liberi professionisti (medici e infermieri), ma anche un probabile collasso della struttura stessa, gestita da una cooperativa a un passo dal crac. I lavoratori e le lavoratrici del consorzio Connecting People impiegati al Cara e al Cie (attualmente chiuso per ristrutturazione) sono nuovamente senza stipendio dal novembre del 2013.

Risale alla fine di dicembre scorso l’ultima erogazione dei salari: già allora le mensilità arretrate erano 4, e solo dopo una lunga trattativa i sindacati erano riusciti ad ottenere che le spettanze fossero liquidate direttamente dalla Prefettura (senza che il denaro passasse dunque attraverso l’ente gestore), seppure nella misura del 80%. A seguito dell’ennesima rivolta che a novembre ha portato alla chiusura del Cie, i dipendenti di quella struttura sono in Cassa integrazione in deroga fino al 31 marzo. Ad oggi i lavoratori non hanno percepito lo stipendio di novembre, dicembre e la tredicesima 2013, oltre a quelli di gennaio e febbraio di quest’anno. Sono dunque cinque le mensilità pregresse.

Medici e infermieri a partita Iva non vedono un soldo addirittura da 10 mesi e ieri hanno esposto dei cartelli di protesta al di fuori dell’ex Polonio. Come mai la Prefettura non ha proseguito nell’erogazione diretta dei salari, bypassando Connecting? Il procedimento, è stato spiegato, è stato sospeso per la sopraggiunta ingiunzione di una ditta creditrice nei confronti del consorzio, la Serenissima ristorazione, che forniva i pasti al Cie/Cara.

L’ufficio territoriale del governo, in sostanza, ha congelato i pagamenti come forma di autotutela. Quella fra Prefettura e Connecting People è la storia di un rapporto controverso, sfociato in un processo che vede imputati alcuni funzionari per truffa ed esponenti della coop siciliana per associazione a delinquere. Con il procedimento ancora in corso, ente governativo e coop siciliana sono legate l’una all’altra mani e piedi pur non essendosi mai amate. E l’incubo per i lavoratori si è dunque rinnovato. Di certo la situazione ora sta diventando insostenibile.

PORDENONE: continua la campagna contro gli OGM

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