L’interrogazione PD del 4 ottobre sulla TAV Ve-Ts + riepilogo

Riepilogo

 

1. Delibera Regione Veneto del 3 ottobre (pubblicata il 18 ottobre) 

http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/Pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=258848

 

2. Interrogazione Deputati PD del Veneto 4 ottobre

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=7550&stile=8

 

3 Delibera Regione FVG del 17 ottobre pubblicata il 20 ottobre

http://mtom.regione.fvg.it/storage//2013_1920/Testo%20integrale%20della%20Delibera%20n%201920-2013.pdf

 

 

 

 

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ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01144

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 91 del 04/10/2013

Firmatari

Primo firmatario: RUBINATO SIMONETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/10/2013

Elenco dei co-firmatari dell’atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MOGNATO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 04/10/2013
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 04/10/2013
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 04/10/2013
ZOGGIA DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO 04/10/2013
MORETTO SARA PARTITO DEMOCRATICO 04/10/2013
Commissione assegnataria

Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)

Destinatari

Ministero destinatario:

Attuale delegato a rispondere: 

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 

delegato in data 04/10/2013

Stato iter: 

IN CORSO

Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/10/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01144

presentato da

RUBINATO Simonetta
testo di
Venerdì 4 ottobre 2013, seduta n. 91

RUBINATOMOGNATOMARTELLAMURERZOGGIA e MORETTO. —Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che: 
al termine della scorsa legislatura, la Camera si è occupata dello status dell’iter progettuale della nuova linea ad alta velocità/alta capacità Venezia-Trieste, tratta facente parte dell’ex-corridoio TEN-T 5 «Lisbona-Kiev», ora rinominato corridoio 3 «Mediterraneo», con riferimento al progetto cosiddetto «litoraneo», finanziato dalla regione del Veneto e sottoposto da Italferr alla procedura di valutazione di impatto ambientale in un primo momento in modalità project splitting a dicembre 2010, e in un secondo momento, a seguito dei rilievi mossi, in maniera «riunita» a giugno 2012, nonostante detto tracciato, avesse trovato l’opposizione pressoché unanime dei sindaci, associazioni e cittadini, essendo costoso ed impattante, tagliando tra l’altro in due una delle poche aree di campagna veneta ancora integra; 
in particolare con risoluzione in Commissione Trasporti n. 8/00209 la Camera impegnava il Governo ad assumere le iniziative di competenza dirette a svolgere una reale comparazione fra il predetto tracciato «litoraneo» all’esame della Commissione VIA e il nuovo tracciato proposto dal Commissario straordinario all’asse ferroviario Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi, di potenziamento della linea Storica oggi sottoutilizzata al 60 per cento (sul quale si era registrata l’adesione della maggior parte dei comuni interessati, delle associazioni degli agricoltori e delle associazioni ambientaliste), nonché quello in affiancamento del sistema autostradale A4, al fine di garantire la compiutezza e la validità sostanziale della procedura di valutazione di impatto ambientale; 
il Ministro dello sviluppo economico, in risposta all’interrogazione n. 4/19261, aveva altresì annunciato che il commissario Mainardi aveva chiesto ad RFI/Italferr la disponibilità a sviluppare le attività progettuali relative al tracciato sulla linea esistente, di indicarne i tempi e costi stimati e, previo parere del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti circa l’opportunità di individuare un nuovo corridoio, riavviare il confronto con il territorio, per pubblicizzare e discutere la scelta più opportuna; 
successivamente, con DGR n. 386 del 25 marzo 2013, la regione del Veneto ha approvato un atto aggiuntivo al Protocollo d’Intesa con Rete Ferroviaria Italiana nel quale si afferma che «si rinnova l’impegno a considerare prioritario il completamento dell’asse ferroviario interessato dal Corridoio 5 ed in particolare la realizzazione delle tratte Milano – Padova e Venezia – Trieste»; 
nella variante parziale al piano territoriale regionale di coordinamento (P.T.R.C. 2009), con attribuzione della valenza paesaggistica legge regionale 23 aprile 2004 n. 11 – articolo 25 e articolo 4, adottata con DGRV n. 427 del 10 aprile 2013, nella tavola 04 Mobilità – Sistema Ferroviario, la rete AV/AC esistente segue il tracciato ferroviario Mestre-Torino, arrestandosi nella stazione di Venezia-Mestre. Di progetto è previsto il suo proseguimento in direzione Trieste attraverso una direttrice che persegue l’ipotesi del percorso in gronda lagunare; 
tuttavia il consiglio regionale del Veneto con deliberazione n. 92 del 28 giugno 2012 relativa alla mozione n. 151, dal titolo «Linea AV/AC Mestre-Portogruaro: la Regione esprima una scelta chiara a garanzia dei territori interessati», aveva dato incarico al Presidente della Regione Veneto di: esprimere nelle sedi istituzionali competenti formale contrarietà al progetto di tracciato cosiddetto basso – litoraneo; scegliere l’attuale corridoio infrastrutturale di ferrovia e autostrada A4 come la sede più idonea per ospitare l’opera infrastrutturale prevista; attivare ogni utile azione per reperire le risorse necessarie al rafforzamento dell’attuale linea ferroviaria per sfruttarne al massimo le potenzialità; 
sulla base del suddetto mandato la regione Veneto, cui compete la scelta della localizzazione urbanistica del tracciato, avrebbe dovuto sostenere presso le sedi istituzionali competenti il progetto di conservazione e ammodernamento del tracciato storico della linea della alta velocità/alta capacità (AV/AC) nella tratta Mestre-Portogruaro; 
nell’ultimo aggiornamento del «Programma Infrastrutture Strategiche – XI Allegato Infrastrutture» (Settembre 2013) al documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF) si afferma che la presente fase di recessione economica e l’inaspettata fase di blocco della crescita debbano essere utilizzate come una occasione «per verificare l’attendibilità degli scenari già definiti e per una loro messa a punto» e di conseguenza è opportuno «un rinvio dei livelli di saturazione che ci consentirà – nei prossimi anni – una migliore graduazione degli interventi ma non certo una rinuncia agli stessi». Inoltre, nel procedere dell’analisi si individua fra le cause dei maggiori costi del trasporto rispetto ad altri Paesi dell’Unione Europea «la congestione e la assenza di reti e di nodi logistici efficienti ed efficaci». Infine, nell’elenco delle progettazioni non incluse nel perimetro deliberate dal CIPE (2002-2013 settembre), per la nuova linea AV/AC Venezia-Trieste risulta iscritta solo la tratta Ronchi-Trieste, incluso il raddoppio del raccordo linea bivio San Polo-Monfalcone la quale è a sua volta finanziata con soli 48 milioni di euro a fronte dei 1745,80 milioni di euro previsti quali costo della tratta e dei 5700 milioni di euro previsti per l’intera linea Venezia-Trieste; 
il 19 settembre 2013 la Commissione ministeriale d’impatto ambientale ha indetto un vertice con le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia per esaminare il progetto preliminare della linea dell’alta velocità/alta capacità (AV/AC) Venezia – Trieste, relativo alla tratta Mestre-Portogruaro, cosiddetto tracciato basso o litoraneo, presentato nel 2010 da Italferr; 
in tale sede, cui non ha partecipato alcun rappresentante della Regione Veneto, la Commissione ministeriale ha disposto che Italferr presenti entro poche settimane le integrazioni al suindicato progetto «litoraneo», preannunciando in tal modo una decisione che dovrebbe giungere entro poche settimane, di fatto ignorando la proposta alternativa di valorizzazione della linea ferroviaria esistente, elaborata e trasmessa alla regione Veneto nel 2012 dal Commissario straordinario ministeriale Mainardi e sulla quale gli enti locali interessati si sono favorevolmente espressi –: 
quali iniziative urgenti intenda porre in essere per interrompere la procedura di Via sul tracciato litoraneo o quanto meno per assicurare la comparazione dei differenti tracciati proposti nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale affinché venga conclusa quanto prima, garantendo un giudizio oggettivo e non viziato da mancanze e difetti formali, come messi in risalto anche da una sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo; 
quale soluzione il Governo intenda sostenere in relazione al completamento dell’asse ferroviario est-ovest Venezia-Trieste facente parte del Corridoio transeuropeo 3 «Mediterraneo»; 
quale sia lo stato di avanzamento della proposta relativa al potenziamento/adeguamento della linea ferroviaria esistente, così come proposto dal commissario straordinario all’opera, architetto Bortolo Mainardi, in maniera tale da avviare, prima della fase di progettazione preliminare, un confronto costruttivo con il territorio applicando il modello del «dibattito pubblico»; 
se non ritenga opportuno, date le esigue risorse economiche stanziate e quelle che saranno disponibili in futuro, considerata la situazione della finanza pubblica, e in linea con quanto contenuto nel «programma infrastrutture strategiche – XI allegato infrastrutture», dare in questa fase la priorità al potenziamento dei nodi e alla realizzazione di infrastrutture di scambio che incentivino l’intermodalità e l’interoperabilità fra i vari mezzi di trasporto per poter attuare quanto prima un progetto realistico di modernizzazione e potenziamento della linea esistente, oggi sottoutilizzata, anche attraverso stralci funzionali successivi, per conseguire benefici immediati per l’utenza, garantendo la consistenza di traffici passeggeri a lunga distanza, traffici merci e traffici di pendolari intorno ai principali nodi, ragionando in termini di reali servizi e prestazioni di trasporto e non di mere infrastrutture, come indica la stessa strategia dell’Unione europea. 
più in generale, se il Governo abbia intendimento di assumere un’iniziativa normativa per l’introduzione del modello di «democrazia partecipata» già attuato da altri Paesi europei, che prevede una fase preventiva di ascolto e confronto con il territorio, le istituzioni e gli attori locali, già nella fase precedente la progettazione delle grandi infrastrutture. (5-01144)

Ferriera di Trieste peggio dell’ILVA di Taranto

da Il Fatto Quotidiano

Ferriera di Trieste, gli operai: “Ecco le prove degli sversamenti inquinanti”

 

Una sostanza densa e di colore scuro, versata a terra da un addetto dell’impianto siderurgico di Trieste, la Ferriera. A parlare sono le immagini dei video che ilfattoquotidiano.it pubblica in esclusiva, e sul quale gli operai non hanno dubbi: “Quello è il catrame che esce dagli impianti. Sanno che non andrebbe fatto e fanno anche di peggio, da anni”. Immagini che mettono in allarme l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che decide di informare la procura di Trieste. Procedure delle quali la stessa proprietà si dichiara all’oscuro. Il sospetto di sversamenti contaminanti ricade su una fabbrica già sotto accusa, per l’impatto ambientale e i livelli delle sue emissioni. La centralina che l’Arpa ha installato nei pressi della fabbrica supera da anni i rilevamenti del Tamburi di Taranto per la concentrazione nell’aria di sostanze cancerogene come il benzo(a)pirene. Tra fumi, odori e rumori, chi abita a Servola, il rione popolare che ospita lo stabilimento, ha paura. E non sente più ragioni: “Chiudetelo”  di Franz Baraggino e Stefano Tieri

NO OGM: rassegna stampa 23-24

Messaggero Veneto

24/10/13
Terreni a Tramonti per gli Ogm L’assessore difende la biodiversità

TRAMONTI DI SOTTO E’ soltanto «l’ennesima burlesca operazione mediatica del fantomatico circolo Bettino Craxi (da oggi geneticamente modificato) in quanto non si sa né dove abbia sede né se annoveri tramontini iscritti, visto e considerato che il suo presidente (unico affiliato?) non risiede nemmeno nel nostro comune». L’assessore alle attività produttive Gregorio Piccin risponde con ironia alla proposta-provocazione di Piero Crozzoli: quella di mettere a disposizione terreni per la coltivazione di mais Ogm. Al di là delle battute, quel che sta cuore all’amministrazione è ribadire una posizione già espressa con la delibera che definisce Tramonti di Sotto Comune libero da Ogm. «Difendiamo la nostra scelta di prendere una posizione netta e precisa sul tema Ogm: esclusa una astensione, il consiglio comunale si è espresso unitariamente a favore del principio di precauzione, della difesa della biodiversità e per la sovranità alimentare gravemente e scientificamente minacciate da multinazionali come la Monsanto – analizza Piccin –. Senza considerare che gli sbandierati aumenti di produttività agricola sono una colossale balla, le già precarie condizioni degli agricoltori schiacciati dalla grande distribuzione e dalla monocoltura si aggraveranno ulteriormente con le sementi Ogm». Il 9 novembre il Comune parteciperà all’iniziativa del Coordinamento per la biodiversità del Friuli Venezia Giulia con la quale sarà ufficialmente lanciata la campagna “Comune antitransgenico” «nella speranza che il nostro esempio possa essere ripreso anche da altri Comuni affinché sia rimarcato agli enti superiori, dalla Regione al governo, che almeno l’80 per cento della popolazione italiana è diffidente se non contraria agli Ogm in tavola. Se esistono, come riferisce il ministro Orlando, i riferimenti di legge con cui rendere attuativo il decreto interministeriale che impedisce la semina Ogm – è l’appello dell’assessore –, la presidente Serrachiani deve agire nel nome e nell’interesse dei suoi amministrati. Altrimenti si faccia chiarezza sull’eventuale vuoto legislativo per giungere a una conclusione chiara in tempi brevi».(m.mi.)

24/10/13
Seminò Ogm, spese legali risarcite a Dalla Libera

 

Ha tentato fino alla fine di bloccare la trebbiatura del mais Mon 810 – con il famigerato decreto interministeriale di luglio 2013 anti Ogm – ma alla fine ha dovuto desistere. E ora deve pure pagare 2 mila euro a causa del primo decreto interministeriale, quello di tre anni fa. Lo Stato italiano risarcirà infatti le spese legali – di 2.000 euro per l’appunto – all’agricoltore Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra, per il caso del 2010. Nel marzo di tre anni fa infatti i Ministri Zaia, Prestigiacomo e Fazio firmarono un decreto per vietare a Dalla Libera di seminare sul suo campo mais transgenico. Quindici mesi dopo il Tar del Lazio condannò il Ministero delle politiche agricole a risarcire Dalla Libera, per avergli impedito di coltivare sementi Ogm nei suoi terreni nonostante una sentenza del Consiglio di Stato avesse riconosciuto il suo diritto. «Dopo oltre due anni il Ministero rispetta le leggi, ha dichiarato Dalla Libera. Il risarcimento delle spese legali è solo il primo dei rimborsi – annuncia Dalla Libera – che aspettiamo per i danni economici subiti. Riteniamo giusto però che a rimborsarci siano proprio quei Ministri che volutamente non hanno rispettato le leggi europee e non lo Stato sotto forma di tasse pagate dai cittadini». (m.m.)

 

23/10/13

Terreni della Val Tramontina concessi per seminare mais Ogm

L’associazione Lis Aganis, il Comune di Clauzetto e l’università di Ferrara, in collaborazione con l’Asd Semiperdo orienteering, l’Associazione culturale Pradis e il Gruppo speleologico Pradis promuovono il “Paleorienteering”, una giornata che coniuga l’aspetto storico-culturale-ambientale della valle di Pradis a quello sportivo, in programma domenica nel sito delle grotte di Pradis. Chiunque – ma in particolare i ragazzi delle scuole primarie provenienti da tutta la regione – avrà la possibilità di cimentarsi, condotto da archeologi, ricercatori e studenti universitari, in un laboratorio che riprodurrà le attività dell’archeologo nel cantiere di scavo archeologico, scoprire la valle di Pradis, visitare la forra e il museo della grotta. Si inizierà alle 10. Prenotazioni allo 0427-764425 oppure inviando una mail a info@ecomuseolisaganis.it. TRAMONTI DI SOTTO Giorgio Fidenato, protagonista della prima semina transgenica italiana a Vivaro, ad aprile potrebbe cominciare a coltivare mais Ogm anche in Val Tramontina. Piero Crozzoli, del Circolo della libertà Bettino Craxi, metterà a disposizione del coltivatore, anche a titolo gratuito, alcuni lotti di terreno a Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto (l’assemblea civica di quest’ultimo municipio ha deliberato contro il biotech). A inizio 2014, saranno definiti i dettagli dell’operazione. «Ho colto al volo la proposta di Crozzoli – ha spiegato Fidenato – e sono pronto a sbarcare in Val Tramontina. A febbraio andranno programmati gli acquisti dei semi, così da essere pronti per la coltivazione ad aprile». Che Fidenato non avesse intenzione di fermare la propria attività, nonché battaglia, è cosa nota, tant’è che a settembre aveva pure chiamato a raccolta duemila agricoltori nel Nord Italia, per una semina di massa. L’agricoltore sta ricevendo proposte da vari comuni della regione per effettuare coltivazioni Ogm: quella avanzata da Crozzoli non rappresenta un caso isolato, ma è comunque destinata a fare discutere. Diversi residenti in valle non hanno accolto la notizia di buon grado. Al di là della contrarietà, però, le amministrazioni municipali non potranno impedire a Fidenato di coltivare. Il consiglio comunale di Tramonti di Sotto ha detto no agli Ogm, con un ordine del giorno, ma questo atto non ha valore a livello giuridico: spetta agli enti superiori disciplinare la materia. «Fidenato venga pure in valle a coltivare – ha affermato il sindaco Giampaolo Bidoli –. Non spetta a noi vietare la semina, nonostante la nostra contrarietà al biotech». L’assemblea civica di Tramonti di Sopra, invece, ha preferito non esprimersi al riguardo. «Affronteremo la discussione in consiglio – ha detto il primo cittadino Antonino Titolo –. Non abbiamo ancora preso posizione in merito». Tanti sostengono che la proposta avanzata da Crozzoli a Fidenato vada letta come una provocazione, ma il leader del Cdl Craxi ha subito smentito. «Nessuna provocazione: gli Ogm rappresentano il futuro – ha precisato –. Inoltre, sono noti i vantaggi delle colture transgeniche dal punto di vista ambientale, sanitario ed economico». Il fronte del no agli Ogm è comunque più forte a Tramonti di Sotto, dove l’esecutivo sta pensando pure di concedere la cittadinanza onoraria a Vandana Shiva, attivista e ambientalista indiana, famosa per la battaglia contro le colture transgeniche. Giulia Sacchi

TAV news (dal Piccolo)

dal Piccolo

23/10

Kallas: l’Italia investa sulle reti europee

 

di Christian Benna BRUXELLES

L’Europa ci riprova a far salire l’Italia a bordo dell’alta velocità e delle connessioni intermodali. Ma non sarà facile: ne è consapevole Siim Kallas, vicepresidente Ue e responsabile delle politiche per i trasporti, che la settimana scorsa ha presentato a Tallin il nuovo piano per lo sviluppo della rete transeuropea che sarà discusso dall’europarlamento a novembre. Al posto del “vecchio” Corridoio 5, dopo che Lisbona e Kiev hanno abbandonato il progetto, c’è il tragitto ribattezzato “Mediterraneo” che dovrebbe far sfrecciare merci e passeggeri dalla penisola iberica fino all’Ungheria. In mezzo però c’è l’Italia, con la Torino-Lione che non smette di ribollire di tensioni e la Venezia-Trieste-Lubiana, alle prese oltre con i comitati del no, con gli screzi tra Fvg e Veneto, e la preferenza slovena a viaggiare su Klagenfurt. Cambia il nome, ma restano i problemi, insomma. Si farà mai questa direttrice ad alta velocità? Il valzer dell’indecisione italiano fa perdere per un attimo tutto l’aplomb diplomatico del vicepresidente Ue. «Che cos’altro posso dire su questo tema? – si interroga il commissario nel giorno in cui presenta a Bruxelles gli altri due pilastri del trasporto europeo (carburanti alternati al petrolio e mobilitò urbana). «Si tratta di una decisione che devono prendere i governi. A Tallin abbiamo svelato uno dei piani più ambiziosi per lo sviluppo di una rete integrata e intermodale in Europa. Piano che è stato approvato da tutti gli stati membri, ora ci attende l’iter legislativo del parlamento europeo e ci auguriamo di far entrare in vigore la direttiva entro la fine dell’anno. Poi sta ai decisori locali implementare le strategie». In ballo ci sono 26 miliardi di euro, da spendere tra il 2014 al 2020. La metà di questi soldi sono destinati ai progetti sull’asse Est-Ovest ritenuti prioritari. Per i quali l’Unione Europea, come è il caso della Torino Lione, è disposta a mettere sul piatto fino al 40% del costo totale dell’opera. «L’Europa – afferma Kallas – disegna e negozia i piani delle infrastrutture in un quadro dove i corridoi servono per alimentare gli scambi europei. L’Italia come gli altri governi dell’Unione deve assumere una posizione netta e portarla avanti. Un paese come il vostro non può rimanere chiuso dalle Alpi. Non fare questi investimenti sarebbe un danno per tutta l’Europa». I corridoi principali individuati dall’esecutivo comunitario giungono al termine del dialogo con i soggetti interessati e il dibattito con il Parlamento Ue, e formeranno le arterie dei trasporti nel mercato unico europeo e, assicurano a Bruxelles, “rivoluzioneranno” le connessioni tra est e ovest. Tra i 9 nuovi corridoi disegnati dalla penna di Bruxelles 4 di questi passano dall’Italia, e due coinvolgono il Fvg, il tracciato Mediterraneo, e l’Adriatico-Baltico. Sono previsti 15 mila km di binari ad alta velocità, 35 progetti per agevolare gli spostamenti e gli scambi alle frontiere, 94 porti e 38 aeroporti con migliori collegamenti a ferrovie e strade. Per l’Italia tutto questo comporterà, tra le altre cose, la realizzazione della linea ferroviaria veloce Torino-Lione e, per il completamento del medesimo corridoio europeo, la realizzazione del tratto di competenza italiana della linea linea Venezia-Lubiana. «Non sta a noi dire – prosegue Kallas – come l’Italia deve organizzare il processo decisionale per avviare le opere, e quindi tra autorità centrali e governi regionali, tra interventi pubblici o privati». Fatto sta che le risorse a disposizione non sono immense. E verranno finanziate solo le opere definite prioritarie, con lavori in fase avanzata (almeno a livello progettuale) e soprattutto condivise dai territori che presentano le proposte all’Ue. Il rischio è che Trieste, in attesa di politiche di sistema, rimanga tagliata fuori dalle nuove direttrici, magari con la Slovenia che punta su Klagenfurt per evitare tunnel e gallerie sul Carso

 

 

22/10

Moretti: subito la Tav da Milano a Venezia

 

VENEZIA «La priorità è completare la Tav Milano-Venezia a nord e la Napoli-Bari a sud. Chi sostiene come prioritario il corridoio Adriatico-Baltico sono altri, non io»: Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, intervenuto a un convegno sulle politiche dei trasporti a Venezia, detta la linea sull’alta velocità e si mostra scettico sulla politica dei corridoi transeuropei nella quale crede molto invece Bruxelles.Una strategia che di fatto esclude ancora una volta il nodo di una linea veloce da Venezia a Trieste. Il Corridoio Baltico Adriatico si estende dal Nordest (Bologna-Ravenna), a salire verso i porti di Venezia, Trieste e Capodistria, quindi verso Graz, Vienna, Bratislava, per divaricarsi in Polonia verso il porto di Stetino e dall’altro lato verso Gdansk e quindi più a Nord fino ai Paesi Baltici. Secondo Moretti nella nuova legge di stabilità varata dal governo «ci sono sicuramente fondi per la Tav», anche se – puntualizza – deve ancora «ancora vedere i documenti». L’Italia insomma può fare da sola e l’ad di Trenitalia è convinto non solo che questa sia la scelta giusta ma che ci siano anche le possibili coperture finanziari. Per l’ad di Trenitalia negli investimenti per i trasporti la logica dev’essere quella che garantisce i risultati migliori. «Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice, ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti», ha aggiunto. Moretti si è anche aoffermato sul problema rovente del sovraffollamento sui treni: «Occorrono più risorse – ha affermato- perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima efficienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfilacciatura indubbiamente c’è, anche se occorre tempo per una programmazione dei servizi a medio-lungo termine». Per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare «quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo», ha detto. «Quante aziende di trasporto stanno in piedi oggi in Italia? – ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprenditori – Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo perché altrimenti non sta in piedi niente, altrimenti non ci salviamo». Il manager delle ferrovie ha detto di attendersi passi avanti positivi dalla nuova Autorità dei trasporti: «Auspico che l’Autorità dei trasporti abbia molta più forza per poter parlare e dettare le regole a cui conformarci». pcf     

 

18/10

La Trieste-Capodistria resta nelle priorità Ue

 

BRUXELLES Con l’approvazione del regolamento Ten-t, in programma all’Europarlamento per fine ottobre, passerà dal 30 al 40% il contributo che la Commissione Ue potrà erogare per la realizzazione delle opere di quelle infrastrutture che rientrano nel cosiddetto «core network» intermodale dei nove corridoi paneuropei. E tra i tratti c’è anche la Trieste-Capodistria. Lo si è appreso in occasione dell’appuntamento “Ten-T days” organizzato dal commissario ai Trasporti Ue Siim Kallas a Tallin ed al quale sono intervenuti i ministri francese Frédéric Cuvillier e italiano Maurizio Lupi per parlare dell’opera strategica per l’Ue. «I due Stati – ha detto Kallas – si sono tutti impegnati a fare la loro parte». «La Tav si deve fare perchè è impensabile che l’Italia resti indietro», ha detto ieri il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato in occasione della visita al cantiere dell’opera. Con l’approvazione del regolamento Ten-t sarà possibile un finanziamento fino al 40% per la parte che riguarda le opere. Il contributo dell’Ue per scavare e attrezzare il tunnel di 57 km potrà così arrivare fino a 3,4 miliardi di euro sul costo totale di 8,5. La Francia dovrebbe mobilitare 2,2 miliardi di euro, mentre l’Italia 2,9. Cuvillier e Lupi fanno sapere che l’infrastruttura «non è più un progetto, ma un’opera ormai definitivamente avviata con lavori in corso, e che continuerà con determinazione». Ma l’Italia è presente in altri tre dei nove corridoi “prioritari” disegnati dall’Ue. Il corridoio Baltico-Adriatico, lungo 2400 km, dovrà collegare i porti della Polonia, sul Baltico, con quelli del mar Adriatico. Da Danzica, passando per Varsavia e Vienna, fino a Venezia, Trieste e Ravenna, con rami da Stettino a Katowice, da Graz via Udine a Trieste, così come via Lubiana fino a Trieste/Capodistria. Tra le opere da realizzare: l’adeguamento della linea a doppio binario Udine-Cervignano-Trieste, le interconnessioni dei porti di Trieste, Venezia, e Ravenna, con ulteriore sviluppo delle piattaforme multimodali. Il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, parte dal confine tra Finlandia e Russia, arriva al cuore dell’Europa e poi va verso sud col Corridoio del Brennero fino a Verona. In Italia poi si sviluppa verso Bologna, Roma e Napoli con rami che arrivano al porto di Genova, Livorno, Bari e Taranto, prima di raggiungere Palermo. E poi ancora Malta, attraverso le autostrade del mare. Il principale collo di bottiglia è tra Monaco e Verona, ed il Corridoio del Brennero viene ritenuta «un’opera cruciale» per il suo completamento. Anche in questo caso l’Ue è pronta a portare al 40% il contributo per i lavori. Mentre il Corridoio Reno-Alpino è uno dei percorsi più battuti d’Europa, collega i porti del nord di Rotterdam e Anversa a quello del bacino del Mediterraneo di Genova e ad altri centri economici dell’Europa occidentale. 

NO TAV/ Lo scontro fra Sindaci dimostra che l’opera è incompatibile con il territorio

TAV, veniamo al dunque;

 

“quadruplicamento”  né “progetto 2010”.

 

Peraltro qualsiasi “modifica sonstanziale” prevede un nuovo progetto e una nuova Valutazione di Impatto Ambientale, per cui le richieste di Zaia e della Serracchiani o cadono nel vuoto o sono una bocciatura secca del progetto 2010 e stop.

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100 anni della Casa del Popolo di Prato Carnico: Foto, articoli e report

pratoCARNICO251013 

In occasione del centenario della  fondazione della casa del popolo un gruppo di compagni e compagne della zona assieme ad altri  provenienti da Trieste e Pordenone ha riaffermato con la propria presenza anche le origini anarchiche della casa. Molto visibili le bandiere anarchiche e buona la diffusione della nostra stampa e del volantino preparato per l’occasione. Da notare che la nostra presenza è stata completamente ignorata dall’articolo del Messaggero.

INFO-ACTION REPORTER

 

 

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NOTAV: anche il wwf ribadisce il suo secco NO

Dal messaggero veneto del 27/10/13

Il Wwf stoppa il progetto dell’Alta velocità

 

UDINE Il Wwf stoppa il progetto Tav e lo ribadisce nelle osservazioni presentate ai Ministeri Ambiente, Beni culturali e Infrastrutture e alla Regione Fvg, inerenti le integrazioni degli studi ambientali depositate questa estate da RFI-Italferr. «Anche queste ultime integrazioni – si osserva – presentano le medesime gravissime lacune e carenze già riscontrate nelle precedenti versioni degli studi, consegnate alla fine del 2010 e nell’estate 2012, sia di contenuti che di metodi legate sostanzialmente ad un’incompleta conoscenza del contesto ambientale in cui la mega opera verrebbe a calarsi, oltre ad una consapevole sottovalutazione degli impatti dell’opera stessa». Il Wwf osserva ad esempio che RFI-Italferr trascura di valutare le conseguenze dell’impatto delle gallerie previste (22 km nel sottosuolo carsico) sulle acque sotterranee e sugli ecosistemi che da queste dipendono. «Si aggiunge un evidente scollamento tra le scelte progettuali e le previsioni di traffico contenute nelle integrazioni. Previsioni che – continua il Wwf – non giustificano affatto la necessità di una nuova linea Av/Ac, bensì semmai interventi graduali di miglioramento della rete esistente (tutt’altro che satura) e di eliminazione di alcuni “colli di bottiglia”: raddoppio Udine-Cervignano, nodo di bivio San Polo, ect. Anche l’analisi costi-benefici (prodotta con quasi tre anni di ritardo) denuncia un grave errore metodologico, che porta a sovrastimare i benefici per quanto concerne il traffico merci. A tale proposito va pur sempre ricordato, tra l’altro, che sulla rete TAV esistente in Italia non è transitato un solo treno merci». Francesca Artico

Inaccettabile provocazione della Lega: la libertà non si cancella! (agg.31/10)

Dal Coordinamento Libertario Isontino

Dopo le minacce dei giorni scorsi della lega, oggi mani a noi ignote hanno imbiancato le scritte inneggianti alla libertà come se questo fermasse la nostra aspirazione ad un mondo di liberi ed uguali e quella dei migranti al diritto ad una vita dignitosa fuori da quelle mura in cui sono stati rinchiusi solo perchè senza dei documenti…

 

da Il Piccolo del 29 ottobre 2013

La Lega Nord ripulirà il muro di cinta del Cie di Gradisca

Una manifestazione del Carroccio è stata annunciata per domenica 17 novembre per togliere le scritte inneggianti alla libertà

La Lega Nord ha annunciato una manifestazione per domenica 17 novembre dinanzi al Cie di Gradisca d’Isonzo. L’obiettivo è quello di ripulire il muro di cinta del centro immigrati dalle scritte vergate un mese fa da un gruppo di manifestanti, scritte che riportano in varie lingua la parola “libertà”. Intanto prosegue la protesta dei dipendenti di Connecting People, la cooperativa che gestisce Cie e Cara, per il ritardo da 4 a 6 mesi nei pagamenti degli stipendi. Si è svolta un’assemblea sindacale durante la quale è emersa la denuncia dei lavoratori sul palleggio di responsabilità fra l’ente gestore e la Prefettura sul mancato sblocco della liquidità che garantirebbe il pagamento dei salari.

 

 

da Il Piccolo del 30 ottobre 2013

La Lega pulirà le scritte sul muro del Cie

La manifestazione si terrà il 17 novembre. Dipendenti in agitazione per il ritardo degli stipendi

Cie e Cara sempre nell’occhio del ciclone. La tensione cresce anche sul piano politico: per domenica 17 novembre la Lega Nord ha preannunciato una manifestazione di fronte al centro immigrati con l’intento di ripulire il muro di cinta dalle scritte vergate dai manifestanti (la parola “libertà” in diverse lingue) nel corso di una manifestazione tenutasi un mese fa. Intanto ieri i dipendenti di Connecting People, il consorzio siciliano che gestisce le due strutture per migranti, si sono riuniti in un’assemblea per discutere eventuali azioni di protesta per gli stipendi non ancora erogati. I ritardi vanno dalle quattro alle sei mensilità. I lavoratori contestano il “palleggio” di responsabilità fra l’ente gestore e la Prefettura sul mancato sblocco della liquidità che garantirebbe il pagamento dei salari. E protesta anche il Sap , il Sindacato autonomo di polizia, per le riunioni della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale che invece di svolgersi al Cie si tengono alla Prefettura di Gorizia con dispendio di soldi e forze. Nei giorni scorsi tre tunisini sono stati ascoltati nel corso di un’audizione che si è tenuta in Prefettura, diversamente dalle udienze del Giudice di pace che invece continuano a svolgersi al Cie. Il Sap è critico verso la decisione del Prefetto di far riunire la Commissione territoriale nel Palazzo del Governo. «A nostro avviso – dice il segretario Obit – si tratta di una scelta antieconomica in un clima che dovrebbe essere di taglio delle spese. Invece per l’accompagnamento degli immigrati a Gorizia si sono dovuti impiegare tre agenti hanno dovuto fare la spola Gradisca-Gorizia percorrendo quasi 50 chilometri e protraendo il loro orario ben oltre le sei ore. Il tutto per evitare che sia la Commissione a riunirsi nei locali già predisposti al Cie».

 


 

Marco Barone: Diciamo no alla provocazione della Lega Nord al CIE di Gradisca il 17 novembre

ANTIFASCISMO/ Manifestazione a Gris il 1° novembre (+ foto e rassegna stampa)

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Qui c’era il campo di concentramento/internamento di Gris (Bicinicco):

da dominio devastante su bambini, donne e uomini a devastazione della natura e del territorio.

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NOTAV: i grillini in regione battono un colpo

dal Piccolo del 30/10/13

Una mozione grillina per affondare la Tav

 
TRIESTE Il Movimento 5 Stelle torna a ribadire il suo fermo no alla Tav e chiede alla giunta di lavorare a soluzioni alternative. Lo fa con una mozione, presentata in Consiglio regionale. «La linea ferroviaria Alta Velocità-Alta Capacità Venezia-Trieste è insostenibile dal punto di vista economico e pericolosa per l’ambiente. Vanno ascoltati i Comuni», è la posizione espressa dai consiglieri regionali Cristian Sergo e Andrea Ussai, oltre che da i consiglieri comunali di Trieste Paolo Menis e Stefano Patuanelli. Con la mozione M5S punta, in particolare, a impegnare l’esecutivo a percorrere strade diverse, potenziando e valorizzando le infrastrutture esistenti. Una soluzione che deve riguardare l’intera tratta Portogruaro-Ronchi, e non solo quella tra il fiume Tagliamento e il Comune di Cervignano e che porti alla cancellazione definitiva di nuove gallerie o l’ampliamento di quelle esistenti in Carso. «Viste le continue modifiche e integrazioni progettuali, a questo punto chiediamo con forza che si faccia una nuova analisi dei costi benefici del progetto – ha ribadito Sergo – e che per la valutazione del progetto preliminare venga convocata la Conferenza dei Servizi, anche nella fase preliminare proprio per tutelare maggiormente i territori interessati». «È incongruente sostenere come fa qualcuno – precisa ancora il movimento – che questo progetto deve essere portato avanti per sostenere l’attività del Porto di Trieste. Gli stessi tecnici di Rfi hanno confermato che la linea attuale potrebbe sostenere un traffico fino a quattro volte superiore. Quindi il Porto può e deve esser sviluppato ma non ha alcun bisogno di una nuova ferrovia». M5S, prosegue il consigliere comunale Patuanelli, «dice no a opere di questo tipo perché le risposte date dallo Stato sono quasi sempre inaccettabili. È vero che il Porto di Trieste ha bisogno di infrastrutture ma il progetto preliminare non risponde affatto alle esigenze dello scalo. Bisogna invece intervenire sui punti di interconnessione con la rete ferroviaria, veri nodi critici del trasporto. Con un decimo delle risorse previste per questo progetto potremmo risolvere tutti i problemi. C’è poi la questione delle gallerie sotterranee che avrebbero un impatto insostenibile per il Carso e che finirebbero per inquinare le acque di falda». (g.s.)