Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati Veneto
Riepilogo
1. Delibera Regione Veneto del 3 ottobre (pubblicata il 18 ottobre)
http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/Pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=258848
2. Interrogazione Deputati PD del Veneto 4 ottobre
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=7550&stile=8
3 Delibera Regione FVG del 17 ottobre pubblicata il 20 ottobre
http://mtom.regione.fvg.it/storage//2013_1920/Testo%20integrale%20della%20Delibera%20n%201920-2013.pdf
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ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01144
Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 91 del 04/10/2013
Marzo 17th, 2017 — General, Nocività
da Il Fatto Quotidiano
Ferriera di Trieste, gli operai: “Ecco le prove degli sversamenti inquinanti”
Una sostanza densa e di colore scuro, versata a terra da un addetto dell’impianto siderurgico di Trieste, la Ferriera. A parlare sono le immagini dei video che ilfattoquotidiano.it pubblica in esclusiva, e sul quale gli operai non hanno dubbi: “Quello è il catrame che esce dagli impianti. Sanno che non andrebbe fatto e fanno anche di peggio, da anni”. Immagini che mettono in allarme l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che decide di informare la procura di Trieste. Procedure delle quali la stessa proprietà si dichiara all’oscuro. Il sospetto di sversamenti contaminanti ricade su una fabbrica già sotto accusa, per l’impatto ambientale e i livelli delle sue emissioni. La centralina che l’Arpa ha installato nei pressi della fabbrica supera da anni i rilevamenti del Tamburi di Taranto per la concentrazione nell’aria di sostanze cancerogene come il benzo(a)pirene. Tra fumi, odori e rumori, chi abita a Servola, il rione popolare che ospita lo stabilimento, ha paura. E non sente più ragioni: “Chiudetelo” di Franz Baraggino e Stefano Tieri
Marzo 17th, 2017 — General, No OGM
Messaggero Veneto
24/10/13
Terreni a Tramonti per gli Ogm L’assessore difende la biodiversità
TRAMONTI DI SOTTO E’ soltanto «l’ennesima burlesca operazione mediatica del fantomatico circolo Bettino Craxi (da oggi geneticamente modificato) in quanto non si sa né dove abbia sede né se annoveri tramontini iscritti, visto e considerato che il suo presidente (unico affiliato?) non risiede nemmeno nel nostro comune». L’assessore alle attività produttive Gregorio Piccin risponde con ironia alla proposta-provocazione di Piero Crozzoli: quella di mettere a disposizione terreni per la coltivazione di mais Ogm. Al di là delle battute, quel che sta cuore all’amministrazione è ribadire una posizione già espressa con la delibera che definisce Tramonti di Sotto Comune libero da Ogm. «Difendiamo la nostra scelta di prendere una posizione netta e precisa sul tema Ogm: esclusa una astensione, il consiglio comunale si è espresso unitariamente a favore del principio di precauzione, della difesa della biodiversità e per la sovranità alimentare gravemente e scientificamente minacciate da multinazionali come la Monsanto – analizza Piccin –. Senza considerare che gli sbandierati aumenti di produttività agricola sono una colossale balla, le già precarie condizioni degli agricoltori schiacciati dalla grande distribuzione e dalla monocoltura si aggraveranno ulteriormente con le sementi Ogm». Il 9 novembre il Comune parteciperà all’iniziativa del Coordinamento per la biodiversità del Friuli Venezia Giulia con la quale sarà ufficialmente lanciata la campagna “Comune antitransgenico” «nella speranza che il nostro esempio possa essere ripreso anche da altri Comuni affinché sia rimarcato agli enti superiori, dalla Regione al governo, che almeno l’80 per cento della popolazione italiana è diffidente se non contraria agli Ogm in tavola. Se esistono, come riferisce il ministro Orlando, i riferimenti di legge con cui rendere attuativo il decreto interministeriale che impedisce la semina Ogm – è l’appello dell’assessore –, la presidente Serrachiani deve agire nel nome e nell’interesse dei suoi amministrati. Altrimenti si faccia chiarezza sull’eventuale vuoto legislativo per giungere a una conclusione chiara in tempi brevi».(m.mi.)
24/10/13
Seminò Ogm, spese legali risarcite a Dalla Libera
Ha tentato fino alla fine di bloccare la trebbiatura del mais Mon 810 – con il famigerato decreto interministeriale di luglio 2013 anti Ogm – ma alla fine ha dovuto desistere. E ora deve pure pagare 2 mila euro a causa del primo decreto interministeriale, quello di tre anni fa. Lo Stato italiano risarcirà infatti le spese legali – di 2.000 euro per l’appunto – all’agricoltore Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra, per il caso del 2010. Nel marzo di tre anni fa infatti i Ministri Zaia, Prestigiacomo e Fazio firmarono un decreto per vietare a Dalla Libera di seminare sul suo campo mais transgenico. Quindici mesi dopo il Tar del Lazio condannò il Ministero delle politiche agricole a risarcire Dalla Libera, per avergli impedito di coltivare sementi Ogm nei suoi terreni nonostante una sentenza del Consiglio di Stato avesse riconosciuto il suo diritto. «Dopo oltre due anni il Ministero rispetta le leggi, ha dichiarato Dalla Libera. Il risarcimento delle spese legali è solo il primo dei rimborsi – annuncia Dalla Libera – che aspettiamo per i danni economici subiti. Riteniamo giusto però che a rimborsarci siano proprio quei Ministri che volutamente non hanno rispettato le leggi europee e non lo Stato sotto forma di tasse pagate dai cittadini». (m.m.)
23/10/13
Terreni della Val Tramontina concessi per seminare mais Ogm
L’associazione Lis Aganis, il Comune di Clauzetto e l’università di Ferrara, in collaborazione con l’Asd Semiperdo orienteering, l’Associazione culturale Pradis e il Gruppo speleologico Pradis promuovono il “Paleorienteering”, una giornata che coniuga l’aspetto storico-culturale-ambientale della valle di Pradis a quello sportivo, in programma domenica nel sito delle grotte di Pradis. Chiunque – ma in particolare i ragazzi delle scuole primarie provenienti da tutta la regione – avrà la possibilità di cimentarsi, condotto da archeologi, ricercatori e studenti universitari, in un laboratorio che riprodurrà le attività dell’archeologo nel cantiere di scavo archeologico, scoprire la valle di Pradis, visitare la forra e il museo della grotta. Si inizierà alle 10. Prenotazioni allo 0427-764425 oppure inviando una mail a info@ecomuseolisaganis.it. TRAMONTI DI SOTTO Giorgio Fidenato, protagonista della prima semina transgenica italiana a Vivaro, ad aprile potrebbe cominciare a coltivare mais Ogm anche in Val Tramontina. Piero Crozzoli, del Circolo della libertà Bettino Craxi, metterà a disposizione del coltivatore, anche a titolo gratuito, alcuni lotti di terreno a Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto (l’assemblea civica di quest’ultimo municipio ha deliberato contro il biotech). A inizio 2014, saranno definiti i dettagli dell’operazione. «Ho colto al volo la proposta di Crozzoli – ha spiegato Fidenato – e sono pronto a sbarcare in Val Tramontina. A febbraio andranno programmati gli acquisti dei semi, così da essere pronti per la coltivazione ad aprile». Che Fidenato non avesse intenzione di fermare la propria attività, nonché battaglia, è cosa nota, tant’è che a settembre aveva pure chiamato a raccolta duemila agricoltori nel Nord Italia, per una semina di massa. L’agricoltore sta ricevendo proposte da vari comuni della regione per effettuare coltivazioni Ogm: quella avanzata da Crozzoli non rappresenta un caso isolato, ma è comunque destinata a fare discutere. Diversi residenti in valle non hanno accolto la notizia di buon grado. Al di là della contrarietà, però, le amministrazioni municipali non potranno impedire a Fidenato di coltivare. Il consiglio comunale di Tramonti di Sotto ha detto no agli Ogm, con un ordine del giorno, ma questo atto non ha valore a livello giuridico: spetta agli enti superiori disciplinare la materia. «Fidenato venga pure in valle a coltivare – ha affermato il sindaco Giampaolo Bidoli –. Non spetta a noi vietare la semina, nonostante la nostra contrarietà al biotech». L’assemblea civica di Tramonti di Sopra, invece, ha preferito non esprimersi al riguardo. «Affronteremo la discussione in consiglio – ha detto il primo cittadino Antonino Titolo –. Non abbiamo ancora preso posizione in merito». Tanti sostengono che la proposta avanzata da Crozzoli a Fidenato vada letta come una provocazione, ma il leader del Cdl Craxi ha subito smentito. «Nessuna provocazione: gli Ogm rappresentano il futuro – ha precisato –. Inoltre, sono noti i vantaggi delle colture transgeniche dal punto di vista ambientale, sanitario ed economico». Il fronte del no agli Ogm è comunque più forte a Tramonti di Sotto, dove l’esecutivo sta pensando pure di concedere la cittadinanza onoraria a Vandana Shiva, attivista e ambientalista indiana, famosa per la battaglia contro le colture transgeniche. Giulia Sacchi
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
dal Piccolo
23/10
Kallas: l’Italia investa sulle reti europee
di Christian Benna BRUXELLES
L’Europa ci riprova a far salire l’Italia a bordo dell’alta velocità e delle connessioni intermodali. Ma non sarà facile: ne è consapevole Siim Kallas, vicepresidente Ue e responsabile delle politiche per i trasporti, che la settimana scorsa ha presentato a Tallin il nuovo piano per lo sviluppo della rete transeuropea che sarà discusso dall’europarlamento a novembre. Al posto del “vecchio” Corridoio 5, dopo che Lisbona e Kiev hanno abbandonato il progetto, c’è il tragitto ribattezzato “Mediterraneo” che dovrebbe far sfrecciare merci e passeggeri dalla penisola iberica fino all’Ungheria. In mezzo però c’è l’Italia, con la Torino-Lione che non smette di ribollire di tensioni e la Venezia-Trieste-Lubiana, alle prese oltre con i comitati del no, con gli screzi tra Fvg e Veneto, e la preferenza slovena a viaggiare su Klagenfurt. Cambia il nome, ma restano i problemi, insomma. Si farà mai questa direttrice ad alta velocità? Il valzer dell’indecisione italiano fa perdere per un attimo tutto l’aplomb diplomatico del vicepresidente Ue. «Che cos’altro posso dire su questo tema? – si interroga il commissario nel giorno in cui presenta a Bruxelles gli altri due pilastri del trasporto europeo (carburanti alternati al petrolio e mobilitò urbana). «Si tratta di una decisione che devono prendere i governi. A Tallin abbiamo svelato uno dei piani più ambiziosi per lo sviluppo di una rete integrata e intermodale in Europa. Piano che è stato approvato da tutti gli stati membri, ora ci attende l’iter legislativo del parlamento europeo e ci auguriamo di far entrare in vigore la direttiva entro la fine dell’anno. Poi sta ai decisori locali implementare le strategie». In ballo ci sono 26 miliardi di euro, da spendere tra il 2014 al 2020. La metà di questi soldi sono destinati ai progetti sull’asse Est-Ovest ritenuti prioritari. Per i quali l’Unione Europea, come è il caso della Torino Lione, è disposta a mettere sul piatto fino al 40% del costo totale dell’opera. «L’Europa – afferma Kallas – disegna e negozia i piani delle infrastrutture in un quadro dove i corridoi servono per alimentare gli scambi europei. L’Italia come gli altri governi dell’Unione deve assumere una posizione netta e portarla avanti. Un paese come il vostro non può rimanere chiuso dalle Alpi. Non fare questi investimenti sarebbe un danno per tutta l’Europa». I corridoi principali individuati dall’esecutivo comunitario giungono al termine del dialogo con i soggetti interessati e il dibattito con il Parlamento Ue, e formeranno le arterie dei trasporti nel mercato unico europeo e, assicurano a Bruxelles, “rivoluzioneranno” le connessioni tra est e ovest. Tra i 9 nuovi corridoi disegnati dalla penna di Bruxelles 4 di questi passano dall’Italia, e due coinvolgono il Fvg, il tracciato Mediterraneo, e l’Adriatico-Baltico. Sono previsti 15 mila km di binari ad alta velocità, 35 progetti per agevolare gli spostamenti e gli scambi alle frontiere, 94 porti e 38 aeroporti con migliori collegamenti a ferrovie e strade. Per l’Italia tutto questo comporterà, tra le altre cose, la realizzazione della linea ferroviaria veloce Torino-Lione e, per il completamento del medesimo corridoio europeo, la realizzazione del tratto di competenza italiana della linea linea Venezia-Lubiana. «Non sta a noi dire – prosegue Kallas – come l’Italia deve organizzare il processo decisionale per avviare le opere, e quindi tra autorità centrali e governi regionali, tra interventi pubblici o privati». Fatto sta che le risorse a disposizione non sono immense. E verranno finanziate solo le opere definite prioritarie, con lavori in fase avanzata (almeno a livello progettuale) e soprattutto condivise dai territori che presentano le proposte all’Ue. Il rischio è che Trieste, in attesa di politiche di sistema, rimanga tagliata fuori dalle nuove direttrici, magari con la Slovenia che punta su Klagenfurt per evitare tunnel e gallerie sul Carso
22/10
Moretti: subito la Tav da Milano a Venezia
VENEZIA «La priorità è completare la Tav Milano-Venezia a nord e la Napoli-Bari a sud. Chi sostiene come prioritario il corridoio Adriatico-Baltico sono altri, non io»: Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, intervenuto a un convegno sulle politiche dei trasporti a Venezia, detta la linea sull’alta velocità e si mostra scettico sulla politica dei corridoi transeuropei nella quale crede molto invece Bruxelles.Una strategia che di fatto esclude ancora una volta il nodo di una linea veloce da Venezia a Trieste. Il Corridoio Baltico Adriatico si estende dal Nordest (Bologna-Ravenna), a salire verso i porti di Venezia, Trieste e Capodistria, quindi verso Graz, Vienna, Bratislava, per divaricarsi in Polonia verso il porto di Stetino e dall’altro lato verso Gdansk e quindi più a Nord fino ai Paesi Baltici. Secondo Moretti nella nuova legge di stabilità varata dal governo «ci sono sicuramente fondi per la Tav», anche se – puntualizza – deve ancora «ancora vedere i documenti». L’Italia insomma può fare da sola e l’ad di Trenitalia è convinto non solo che questa sia la scelta giusta ma che ci siano anche le possibili coperture finanziari. Per l’ad di Trenitalia negli investimenti per i trasporti la logica dev’essere quella che garantisce i risultati migliori. «Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice, ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti», ha aggiunto. Moretti si è anche aoffermato sul problema rovente del sovraffollamento sui treni: «Occorrono più risorse – ha affermato- perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima efficienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfilacciatura indubbiamente c’è, anche se occorre tempo per una programmazione dei servizi a medio-lungo termine». Per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare «quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo», ha detto. «Quante aziende di trasporto stanno in piedi oggi in Italia? – ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprenditori – Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo perché altrimenti non sta in piedi niente, altrimenti non ci salviamo». Il manager delle ferrovie ha detto di attendersi passi avanti positivi dalla nuova Autorità dei trasporti: «Auspico che l’Autorità dei trasporti abbia molta più forza per poter parlare e dettare le regole a cui conformarci». pcf
18/10
La Trieste-Capodistria resta nelle priorità Ue
BRUXELLES Con l’approvazione del regolamento Ten-t, in programma all’Europarlamento per fine ottobre, passerà dal 30 al 40% il contributo che la Commissione Ue potrà erogare per la realizzazione delle opere di quelle infrastrutture che rientrano nel cosiddetto «core network» intermodale dei nove corridoi paneuropei. E tra i tratti c’è anche la Trieste-Capodistria. Lo si è appreso in occasione dell’appuntamento “Ten-T days” organizzato dal commissario ai Trasporti Ue Siim Kallas a Tallin ed al quale sono intervenuti i ministri francese Frédéric Cuvillier e italiano Maurizio Lupi per parlare dell’opera strategica per l’Ue. «I due Stati – ha detto Kallas – si sono tutti impegnati a fare la loro parte». «La Tav si deve fare perchè è impensabile che l’Italia resti indietro», ha detto ieri il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato in occasione della visita al cantiere dell’opera. Con l’approvazione del regolamento Ten-t sarà possibile un finanziamento fino al 40% per la parte che riguarda le opere. Il contributo dell’Ue per scavare e attrezzare il tunnel di 57 km potrà così arrivare fino a 3,4 miliardi di euro sul costo totale di 8,5. La Francia dovrebbe mobilitare 2,2 miliardi di euro, mentre l’Italia 2,9. Cuvillier e Lupi fanno sapere che l’infrastruttura «non è più un progetto, ma un’opera ormai definitivamente avviata con lavori in corso, e che continuerà con determinazione». Ma l’Italia è presente in altri tre dei nove corridoi “prioritari” disegnati dall’Ue. Il corridoio Baltico-Adriatico, lungo 2400 km, dovrà collegare i porti della Polonia, sul Baltico, con quelli del mar Adriatico. Da Danzica, passando per Varsavia e Vienna, fino a Venezia, Trieste e Ravenna, con rami da Stettino a Katowice, da Graz via Udine a Trieste, così come via Lubiana fino a Trieste/Capodistria. Tra le opere da realizzare: l’adeguamento della linea a doppio binario Udine-Cervignano-Trieste, le interconnessioni dei porti di Trieste, Venezia, e Ravenna, con ulteriore sviluppo delle piattaforme multimodali. Il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, parte dal confine tra Finlandia e Russia, arriva al cuore dell’Europa e poi va verso sud col Corridoio del Brennero fino a Verona. In Italia poi si sviluppa verso Bologna, Roma e Napoli con rami che arrivano al porto di Genova, Livorno, Bari e Taranto, prima di raggiungere Palermo. E poi ancora Malta, attraverso le autostrade del mare. Il principale collo di bottiglia è tra Monaco e Verona, ed il Corridoio del Brennero viene ritenuta «un’opera cruciale» per il suo completamento. Anche in questo caso l’Ue è pronta a portare al 40% il contributo per i lavori. Mentre il Corridoio Reno-Alpino è uno dei percorsi più battuti d’Europa, collega i porti del nord di Rotterdam e Anversa a quello del bacino del Mediterraneo di Genova e ad altri centri economici dell’Europa occidentale.
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
TAV, veniamo al dunque;
né “quadruplicamento” né “progetto 2010”.
Peraltro qualsiasi “modifica sonstanziale” prevede un nuovo progetto e una nuova Valutazione di Impatto Ambientale, per cui le richieste di Zaia e della Serracchiani o cadono nel vuoto o sono una bocciatura secca del progetto 2010 e stop.
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Marzo 17th, 2017 — General, Storia
In occasione del centenario della fondazione della casa del popolo un gruppo di compagni e compagne della zona assieme ad altri provenienti da Trieste e Pordenone ha riaffermato con la propria presenza anche le origini anarchiche della casa. Molto visibili le bandiere anarchiche e buona la diffusione della nostra stampa e del volantino preparato per l’occasione. Da notare che la nostra presenza è stata completamente ignorata dall’articolo del Messaggero.
INFO-ACTION REPORTER
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Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Dal messaggero veneto del 27/10/13
Il Wwf stoppa il progetto dell’Alta velocità
UDINE Il Wwf stoppa il progetto Tav e lo ribadisce nelle osservazioni presentate ai Ministeri Ambiente, Beni culturali e Infrastrutture e alla Regione Fvg, inerenti le integrazioni degli studi ambientali depositate questa estate da RFI-Italferr. «Anche queste ultime integrazioni – si osserva – presentano le medesime gravissime lacune e carenze già riscontrate nelle precedenti versioni degli studi, consegnate alla fine del 2010 e nell’estate 2012, sia di contenuti che di metodi legate sostanzialmente ad un’incompleta conoscenza del contesto ambientale in cui la mega opera verrebbe a calarsi, oltre ad una consapevole sottovalutazione degli impatti dell’opera stessa». Il Wwf osserva ad esempio che RFI-Italferr trascura di valutare le conseguenze dell’impatto delle gallerie previste (22 km nel sottosuolo carsico) sulle acque sotterranee e sugli ecosistemi che da queste dipendono. «Si aggiunge un evidente scollamento tra le scelte progettuali e le previsioni di traffico contenute nelle integrazioni. Previsioni che – continua il Wwf – non giustificano affatto la necessità di una nuova linea Av/Ac, bensì semmai interventi graduali di miglioramento della rete esistente (tutt’altro che satura) e di eliminazione di alcuni “colli di bottiglia”: raddoppio Udine-Cervignano, nodo di bivio San Polo, ect. Anche l’analisi costi-benefici (prodotta con quasi tre anni di ritardo) denuncia un grave errore metodologico, che porta a sovrastimare i benefici per quanto concerne il traffico merci. A tale proposito va pur sempre ricordato, tra l’altro, che sulla rete TAV esistente in Italia non è transitato un solo treno merci». Francesca Artico
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Dal Coordinamento Libertario Isontino
Dopo le minacce dei giorni scorsi della lega, oggi mani a noi ignote hanno imbiancato le scritte inneggianti alla libertà come se questo fermasse la nostra aspirazione ad un mondo di liberi ed uguali e quella dei migranti al diritto ad una vita dignitosa fuori da quelle mura in cui sono stati rinchiusi solo perchè senza dei documenti…
da Il Piccolo del 29 ottobre 2013
La Lega Nord ripulirà il muro di cinta del Cie di Gradisca
Una manifestazione del Carroccio è stata annunciata per domenica 17 novembre per togliere le scritte inneggianti alla libertà
La Lega Nord ha annunciato una manifestazione per domenica 17 novembre dinanzi al Cie di Gradisca d’Isonzo. L’obiettivo è quello di ripulire il muro di cinta del centro immigrati dalle scritte vergate un mese fa da un gruppo di manifestanti, scritte che riportano in varie lingua la parola “libertà”. Intanto prosegue la protesta dei dipendenti di Connecting People, la cooperativa che gestisce Cie e Cara, per il ritardo da 4 a 6 mesi nei pagamenti degli stipendi. Si è svolta un’assemblea sindacale durante la quale è emersa la denuncia dei lavoratori sul palleggio di responsabilità fra l’ente gestore e la Prefettura sul mancato sblocco della liquidità che garantirebbe il pagamento dei salari.
da Il Piccolo del 30 ottobre 2013
La Lega pulirà le scritte sul muro del Cie
La manifestazione si terrà il 17 novembre. Dipendenti in agitazione per il ritardo degli stipendi
Cie e Cara sempre nell’occhio del ciclone. La tensione cresce anche sul piano politico: per domenica 17 novembre la Lega Nord ha preannunciato una manifestazione di fronte al centro immigrati con l’intento di ripulire il muro di cinta dalle scritte vergate dai manifestanti (la parola “libertà” in diverse lingue) nel corso di una manifestazione tenutasi un mese fa. Intanto ieri i dipendenti di Connecting People, il consorzio siciliano che gestisce le due strutture per migranti, si sono riuniti in un’assemblea per discutere eventuali azioni di protesta per gli stipendi non ancora erogati. I ritardi vanno dalle quattro alle sei mensilità. I lavoratori contestano il “palleggio” di responsabilità fra l’ente gestore e la Prefettura sul mancato sblocco della liquidità che garantirebbe il pagamento dei salari. E protesta anche il Sap , il Sindacato autonomo di polizia, per le riunioni della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale che invece di svolgersi al Cie si tengono alla Prefettura di Gorizia con dispendio di soldi e forze. Nei giorni scorsi tre tunisini sono stati ascoltati nel corso di un’audizione che si è tenuta in Prefettura, diversamente dalle udienze del Giudice di pace che invece continuano a svolgersi al Cie. Il Sap è critico verso la decisione del Prefetto di far riunire la Commissione territoriale nel Palazzo del Governo. «A nostro avviso – dice il segretario Obit – si tratta di una scelta antieconomica in un clima che dovrebbe essere di taglio delle spese. Invece per l’accompagnamento degli immigrati a Gorizia si sono dovuti impiegare tre agenti hanno dovuto fare la spola Gradisca-Gorizia percorrendo quasi 50 chilometri e protraendo il loro orario ben oltre le sei ore. Il tutto per evitare che sia la Commissione a riunirsi nei locali già predisposti al Cie».
Marzo 17th, 2017 — General, Storia ed attualità
Qui c’era il campo di concentramento/internamento di Gris (Bicinicco):
da dominio devastante su bambini, donne e uomini a devastazione della natura e del territorio.
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Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
dal Piccolo del 30/10/13
Una mozione grillina per affondare la Tav
TRIESTE Il Movimento 5 Stelle torna a ribadire il suo fermo no alla Tav e chiede alla giunta di lavorare a soluzioni alternative. Lo fa con una mozione, presentata in Consiglio regionale. «La linea ferroviaria Alta Velocità-Alta Capacità Venezia-Trieste è insostenibile dal punto di vista economico e pericolosa per l’ambiente. Vanno ascoltati i Comuni», è la posizione espressa dai consiglieri regionali Cristian Sergo e Andrea Ussai, oltre che da i consiglieri comunali di Trieste Paolo Menis e Stefano Patuanelli. Con la mozione M5S punta, in particolare, a impegnare l’esecutivo a percorrere strade diverse, potenziando e valorizzando le infrastrutture esistenti. Una soluzione che deve riguardare l’intera tratta Portogruaro-Ronchi, e non solo quella tra il fiume Tagliamento e il Comune di Cervignano e che porti alla cancellazione definitiva di nuove gallerie o l’ampliamento di quelle esistenti in Carso. «Viste le continue modifiche e integrazioni progettuali, a questo punto chiediamo con forza che si faccia una nuova analisi dei costi benefici del progetto – ha ribadito Sergo – e che per la valutazione del progetto preliminare venga convocata la Conferenza dei Servizi, anche nella fase preliminare proprio per tutelare maggiormente i territori interessati». «È incongruente sostenere come fa qualcuno – precisa ancora il movimento – che questo progetto deve essere portato avanti per sostenere l’attività del Porto di Trieste. Gli stessi tecnici di Rfi hanno confermato che la linea attuale potrebbe sostenere un traffico fino a quattro volte superiore. Quindi il Porto può e deve esser sviluppato ma non ha alcun bisogno di una nuova ferrovia». M5S, prosegue il consigliere comunale Patuanelli, «dice no a opere di questo tipo perché le risposte date dallo Stato sono quasi sempre inaccettabili. È vero che il Porto di Trieste ha bisogno di infrastrutture ma il progetto preliminare non risponde affatto alle esigenze dello scalo. Bisogna invece intervenire sui punti di interconnessione con la rete ferroviaria, veri nodi critici del trasporto. Con un decimo delle risorse previste per questo progetto potremmo risolvere tutti i problemi. C’è poi la questione delle gallerie sotterranee che avrebbero un impatto insostenibile per il Carso e che finirebbero per inquinare le acque di falda». (g.s.)