Trieste: performance del Living Theatre contro i CIE

living CIE 7A Trieste si ricomincia a parlare di CIE e l’occasione è stata una performance del Living Theatre svoltasi ieri in piazza della Borsa a conclusione di un laboratorio durato vari giorni. I teatranti hanno svolto una coinvolgente rappresentazione davanti a numerosi sostenitori e curiosi. La performance era volta a denunciare l’esistenza di questi non-luoghi di tortura anche attraverso spezzoni audio presi dai media locali sul CIE di Gradisca. Durante l’iniziativa è stato diffuso ai passanti un volantino informativo sui CIE del Gruppo Anarchico Germinal.

 

 

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RIGASSIFICATORE: Clini rilancia

Dal Piccolo del 09/04/13

Clini: «Meglio un rigassificatore assieme a Slovenia e Croazia»

di Silvio Maranzana «In sei mesi Gas Natural avrà tutto il tempo per valutare e proporre per il rigassificatore di Trieste un’ubicazione alternativa a Zaule o in subordine l’Autorità portuale potrebbe riesaminare e riequilibrare le previsioni dei suoi traffici. Ma la presentazione del progetto di un impianto off shore al quale possano concorrere anche Slovenia e Croazia sarebbe auspicabile». Un paio di giorni dopo la firma del decreto con il quale ha temporaneamente sospeso l’efficacia della Valutazione d’impatto ambientale (Via) rilasciata nel luglio 2009 alla società catalana, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini fa il punto sul tormentato iter del più discusso impianto mai progettato sul territorio triestino. Ministro Clini, le conclusioni della Commissione incaricata del supplemento istruttorio sulla Via al rigassificatore di Zaule non ci sono o comunque non paiono nette e inequivocabili. Non è vero, le conclusioni ci sono e sono molto chiare. Si afferma che a fronte del tipo d’incremento di traffico portuale previsto la realizzazione di un rigassificatore in quella localizzazione non è possibile. Di conseguenza il via libera a quell’ubicazione sarebbe andato a pregiudicare i piani di sviluppo del porto e più estensivamente della città per cui ho ritenuto di non poterlo dare. Ciò però non significa una bocciatura del progetto? Così com’era doveroso sentire il parere delle amministrazioni locali, ho ritenuto altrettanto giusto che l’impresa potesse proporre un’ubicazione alternativa per il rigassificatore, appurato definitivamente che quella di Zaule non va bene. Ma se la proposta sarà fatta, non si renderebbe anche necessario modificare il Piano regolatore del porto la cui istruttoria è già in fase avanzata per l’approvazione? Non necessariamente, potrebbe essere individuata un’area che non vada a interferire con lo sviluppo del porto e comunque poi la valutazione su quali strumenti andare a modificare spetterebbe alle autorità competenti e alle amministrazioni locali. Quanto a Zaule, l’unico modo per mantenere quell’ubicazione, è modificare le strategie di sviluppo da parte dell’Autorità portuale. Ora la procedura perlomeno slitta di sei mesi o comunque il ministero dello Sviluppo economico (il ministro Passera è dichiaratamente favorevole a Zaule) potrebbe convocare anticipatamente la Conferenza dei servizi per l’Autorizzazione unica? Mi pare logico che non possa accadere. Sostanzialmente dunque passate la “grana” al prossimo governo? Non passiamo nulla al prossimo governo perché comunque non deve trattarsi di una decisione politica. Semplicemente dopo le posizioni contrarie delle amministrazioni locali e della Regione, non potevo essere io ad assumere una decisione che sarebbe andata comunque ad incidere sui piani di sviluppo della città. A livello ipotetico è stata avanzata in alternativa l’idea di un rigassificatore off shore realizzato con la compartecipazione di Italia, Slovenia e Croazia. Le sembra fattibile? Non so se esiste un’ipotesi concreta di questo tipo. Dico però che non vi è dubbio che le scelte di insediamenti energetici devono essere il risultato di valutazioni condivise. E soprattutto in questo caso, quando sono in gioco tre Paesi dell’Unione europea che si dividono lo spazio di un mare piccolo, ma in posizione altamente strategica. Se vi sono proposte in questo senso siamo pronti a valutarle. Non è ancora accaduto? Io stesso in un recente incontro bilaterale del governo italiano con quello sloveno ho auspicato la possibilità di collaborazioni di questo tipo perché un impianto del genere risulterebbe estremamente utile all’Italia: non si tratta solo di non dipendere dal gas russo, ma soprattutto di pianificare gli approvigionamenti energetici per uno sviluppo sostenibile

NOTAV: mozione antitav a Duino

Dal Piccolo del 10/04/13

Mozione anti Tav in Consiglio

DUINO AURISINA La nuova linea ad alta capacità ferroviaria, in gran parte interrata, che da Aurisina dovrebbe attraversare il territorio carsico comunale, quello di Sgonico, Monrupino e Sesana, sarà al centro del dibattito durante il Consiglio comunale di oggi, dalle 9. Il consigliere della Lista Kukanja, Walter Ulcigrai, presenterà una mozione affinché la massima assise possa esprimere la “preoccupazione per il metodo antidemocratico con cui la decisione (di predisporre la nuova linea, ndr), lesiva degli interessi delle comunità interessate e in spregio delle determinazioni legittime delle stesse, è stata assunta”. Ulcigrai sottolinea «l’assoluta assenza di un progetto economico e finanziario che supporti in maniera seria il rapporto tra i costi di costruzione di tale infrastruttura – un miliardo di euro, parrebbe – e i benefici nei tempi di percorrenza dei treni nella tratta, di circa 4 minuti». Altresì rimarcando il perdurare di una gravissima crisi economica che attraversa e coinvolge in maniera profonda tutte le popolazioni. Perciò il Consiglio comunale di Duino Aurisina sarà chiamato a ritenere “ingiustificata” la costruzione di una nuova infrastruttura a servizio del traffico merci. E, “nella certezza che lo sviluppo del traffico ferroviario resta la principale alternativa allo smisurato aumento del numero degli autotreni che circolano sulle strade”, a proporre di “sviluppare, nei tempi più brevi e con la condivisione delle amministrazioni e delle collettività interessate, un progetto serio e finanziariamente percorribile, di ammodernamento della linea ferroviaria esistente”. La mozione di Ulcigrai impegna infine sindaco e amministrazione a intraprendere in tutte le sedi ritenute opportune ogni azione necessaria a impedire iniziative estemporanee, non condivise con gli enti interessati dall’opera: gli unici referenti degli interessi delle collettività rappresentate. (ti. ca.)

DUMBLES / SELezioni

Acqua di  SELtz

Prendete l’immagine qui a fianco; l’estetica e bucolica immagine botticelliana a corredo di un tema  alquanto complesso ed articolato come quello del “dominio” su donne e natura; focalizzate in particolare il tema “violenza sulle donne”; mettete tutto nella prospettiva dell’ecofemminismo ed avrete costruito, se pur non benissimo, un “modulo” non convenzionale di dissertare sull’argomento che dopo tanti femminicidi sembra essersi posato sui padiglioni auricolari della “gente comune”.

Poi provate ad immaginare quali figure potrebbero esporre su questo tema a partire dal concetto di “dominio” e poi andate a guardare la seconda parte della locandina che è questa qui a fianco; 

non che gli argomenti sopra esposti debbano essere appannaggio di qualcun* in particolare e non di altr*; ma quando quest* altr* si presentano come: onorevole parlamentare di SEL, sindaco di Udine (uscente e ricandidato alle elezioni comunali), candidat* di SEL alle regionali, candidati di SEL alle comunali, membro del coordinamento nazionale di SEL, e la sigla dell’iniziativa è il logo di SEL con la formula delle recenti elezioni politiche: “con Vendola”…, la perplessità è d’obbligo ed il pensiero più legittimo è che la cosa è confezionata per accreditare i candidati di SEL per le prossime elezioni.
Insomma una semplice operazione di packaging elettorale dove ci si infiocchetta un po’ per essere più presentabili all’appuntamento con l’urna.

I risultati di queste operazioncine sono affari loro, ci incuriosisce però questa novità dell’”ecofemminismo” che per come è piazzato lì sembrerebbe essere  il luogo di enunciazione, l’ambito di riferimento e di pensiero dal quale i/le convenuti/e analizzano la violenza sulle donne.
Di “ecofemminismi” ultimamente ce ne sono diversi, e questo è anche un bene perchè significa che ognun* lo elabora e lo arricchisce a partire dalla propria storia e diversità, ma parliamo di elaborazioni all’interno del movimento che ha un back ground nel femminismo (e come potrebbe essere altrimenti?) nell’antifascismo, nell’antisessismo, nell’antispecismo, nel queer… e per quanto ci riguarda anche nell’etnofemminismo (*), non è sicuramente il femminismo tinteggiato di verde con il prefisso “eco” per renderlo più gentile, più accettabile, più addomesticato più presentabile all’appuntamento del 21-22 aprile.
No, veramente…! Non scherziamo, l’ecofemminismo istituzionale No…, non fosse per il semplice fatto che l’analisi del dominio che sta alla base di un serio presupposto ecofemminista non può prescindere dalla considerazione dello Stato come struttura di dominio per eccellenza.
Poi, possiamo discutere di tutto,ma senza prendere in giro nessun*; senza a darla a bere con iniziative nelle quali l’ecofemminismo non sta legato nemmeno col filo di fiaro.

 

(*) Intendiamo con questo termine l’essere femministe  a partire dal proprio essere in un luogo, dalla propria lingua…, dalla propria ontologia senza per forza rinnegarla o mitizzarla; anzi, facendone un punto di autocoscienza fondamentale per costruire la propria autodeterminazione.

25 APRILE PN: this machine kills fascists!

2504pnQuest’anno un 25 aprile unitario grazie al percorso del Coordinamento Antifascista Pordenonese che ha avuto un primo significativo vagito con i 300 antifascisti che hanno ridicolizzato i 50 zombies di Fiamma Tricolore paracadutati in città come alieni e come carogne ricacciati. Visto il riaffiorare degli ultimi mesi di neomilitanti di Forza Nuova e Casapound s’è deciso di unire nuovamente le forze e darsi una progettualità a 360°. Dalla prima uscita, con la conferenza sul “confine orientale” di A. Kersevan che ha veduto oltre 150 presenze all’incontro, siamo giunti all’organizzazione del 25 aprile a cui invitiamo tutt* a partecipare e sostenere.

Ecco il programma completo:
ore 9.00 P.le ellero allerta antifa+bella ciao

ore 10.30 ex caserma martelli
ricordo partigiani+corone
sound system+interventi+ cibo+musica

Ore 17.00 polisportiva villanova-pordenone
area festa in piassa, Via Pirandello
CONCERTO
*POZDAM – post punk
*Nor-east-rebels – oi! core
*Cape carneval polaroid
* Haters Gonna Hate – punk rock
*Pablo Perissinotto – cantautore

ingresso gratuito
rifornimento cibo+bevande

****** ama la musica odia il fascismo ********

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Monfalcone: mafia e riciclaggio nei cantieri navali

da La Repubblica

Le mani dei boss sui cantieri navali del Nord
Arrestato Corradengo, il re delle coibentazioni

Da semplice operaio era diventato un affermato manager: secondo la Dia avrebbe potuto contare sui capitali di una delle cosche mafiose più potenti di Palermo. In manette anche la moglie. Sigilli a tre società. Il direttore della Dia, De Felice: “Lotta incessante alle infiltrazioni mafiose nell’economia legale del nostro paese”

 

Nel giro di pochi anni, aveva fatto una carriera senza precedenti: da operaio dei Cantieri navali di Palermo era diventato un facoltoso imprenditore, a capo di alcune aziende leader nel settore delle costruzioni navali. Giuseppe Corradengo, 49 anni, sembrava non avere rivali nel settore della coibentazione, le sue società ottenevano appalti fra i bacini di La Spezia, Marghera, Monfalcone e Ancona. Alcuni anche per conto di Fincantieri. Corradengo è stato arrestato questa mattina dagli investigatori del centro operativo Dia di Palermo, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa: le indagini della Procura antimafia del capoluogo siciliano sostengono che l’ex operaio diventato manager abbia potuto contare sui capitali di una delle più antiche cosche mafiose di Palermo, quella dell’Acquasanta. Corradengo sarebbe stato un prestame del clan Galatolo, una dinastia di mafia che dagli anni Ottanta è stata sempre legata al capo di Cosa nostra, Salvatore Riina.

Il provvedimento di arresto, firmato dal gip di Palermo Piergiorgio Morosini su richiesta del pm Pierangelo Padova, riguarda anche altre cinque persone: la moglie di Corradengo, Rosalia Viola, pure lei accusata di aver fatto da prestamome ai mafiosi dell’Acquasanta. In carcere è finito il boss Vito Galatolo, il figlio dello storico capomafia della cosca. Indagata a piede libero è invece la moglie del boss, Maria Concetta Matassa. In carcere sono altri tre prestanome del clan, anche loro impegnati nel settore dei lavori navali: Domenico Passarello, Vincenzo Procida 

 

e Rosario Viola.   

E’ stato un pentito, Angelo Fontana, un tempo anche lui esponente di punta del clan Acquasanta a svelare il ruolo di Corradengo. Gli investigatori della Dia, coordinati dal colonnello Giuseppe D’Agata, hanno poi seguito per mesi le attività dell’imprenditore, scoprendo che poteva contare su un ambasciatore davvero particolare, la moglie. Era lei ad incontrare la moglie di Vito Galatolo, intanto finito in carcere. Le due donne avrebbero così costituito un canale riservato di comunicazione fra il mafioso e il suo prestanome, con l’obiettivo di riciclare al meglio nel settore navale i proventi delle attività illecite di Cosa nostra. 

Sotto sequestro sono finite le società “Nuova Navalcoibent srl”, con sede a La Spezia, “Eurocoibenti srl” e “Savemar srl”, entrambe con sede in Palermo. Dice il direttore della Dia, Arturo De Felice, oggi a Palermo: “Continuiamo senza sosta, in sinergia con le direzioni distrettuali antimafia, nella complessa opera di disarticolazione di tutte le infiltrazioni mafiose all’interno dell’economia legale, che purtroppo sono presenti non solo sul territorio siciliano, ma anche a livello nazionale”.


da La Nuova Venezia

Mestre, mafia e riciclaggio nei cantieri navali

Tre imprese nelle mani delle cosche che investivano nel settore. Arrestato a Mestre il figlio di un boss di Palermo

Una carriera fulminante quella del 49enne palermitano Giuseppe Corradengo: da semplice operaio dei Cantieri navali del capoluogo siciliano a imprenditore, alla guida di tre aziende leader nel settore delle costruzioni navali, con appalti anche alla Fincantieri di Marghera e Monfalcone. E’ stato arrestato per concorso esterno in associazione mafioso e con lui sono finiti dietro le sbarre altre sei persone, tra cui il 40enne Vito Galatolo, figlio del boss della cosca di Acquasanta di Palermo. Galatolo è stato arrestato a Mestre, nel suo appartamento di via San Pio X, dove risiedeva da tempo: lavorava in un cantiere navale veneziano.

Stando alle accuse della Procura antimafia palermitana, Corradengo controllava la «Nuova Navalcoibent srl» di La Spezia, la «Eurocoibenti srl» e la «Savemar srl» di Palermo, aziende che sarebbero state fondate con capitali mafiosi e sarebbero state rette da soggetti vicini alle cosche. Corradengo e i suoi sarebbero riusciti a condizionare il settore delle costruzioni navali e le attività dell’indotto in Liguria e nei due maggiori porti dell’Adriatico, Marghera e Monfalcone.

È partita dalle dichiarazioni dei pentiti Angelo Fontana, Gioacchino Basile e Francesco Onorato l’operazione della Dia che ha portato a sei ordinanze di arresto per presunti esponenti del clan mafioso di Resuttana e dell’Acquasanta che si era infiltrato da anni nella cantieristica navale.

Le indagini sono state avvalorate da intercettazioni ambientali che hanno fornito riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori così come le indagini sulle variazioni societarie. «Spiccano i nomi di Vito Galatolo e Angelo Fontana», ha spiegato il procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi, « per la loro costante ingerenza nella cantieristica navale di Palermo. Le famiglie agivano in regime di monopolio gestendo le commesse per lavori particolarmente remunerativi e qualificati. C’erano due metodi paralleli (corruzione vertici Fincantieri e intimidazioni) per avere controllo totale di questi lavori non facendo partecipare altre ditte agli appalti». «Alla fine degli anni Novanta», ha proseguito, «i cantieri entrano in crisi e decidono di delocalizzare aggredendo sia le zone di Trapani e Messina che la zona adriatica e tirrenica. La prima era affidata ai Galaltolo, con Giuseppe Corradengo a Monfalcone, mentre la gestione area tirrenica è andata ai Fontana che lavorano a La Spezia». Le indagini hanno evidenziato inoltre l’importante ruolo delle mogli di Galatolo e Corradengo che erano parte integrante del sistema di gestione e di spartizione dei lavori. Per il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo ad aiutare la mafia è anche la cattiva congiuntura economica, che consente «di distorcere più agevolmente il mercato, piegando le imprese più bisognose di capitale alle sue esigenze, anche quelle delle regioni settentrionali». L’organizzazione mafiosa sta abbandoando la Sicilia per la forte pressione investigativa , diversificando i suoi investimenti e rivolgendosi al Nord.

TERRITORIO-BIOREGIONI/ Bassa friulana, cronache

da facebook

Nota. Nell’assemblea popolare del 13 aprile, alla quale hanno partecipato oltre 100 persone, ho detto esplicitamente che sono anarchico e che non posso candidarmi a sindaco per questa ragione.

Paolo De Toni

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  1. BOCCIATI!!

    Messaggero Veneto VENERDÌ, 19 APRILE 2013 Pagina 43 – Provincia

    Allacciamenti è polemica sulle risposte

    SAN GIORGIO DI NOGARO Paolo De Toni, del Comitato difesa ambientale, nel corso del dibattito dalla platea è intervenuto sulla questione-allacciamenti. «Quelle che abbiamo sentito sull’argomento – ha detto – sono non risposte: hanno avuto cinque anni di tempo per studiare un problema assolutamente fondamentale per la popolazione di San Giorgio e ci siamo sentiti dire che “bisogna attendere”, Bertoldi, che “bisognerebbe far fare uno studio all’università”, Di Luca, “che la Corte dei Conti non permetterebbe interventi nei siti privati”, Del Frate. Ci si chiede: ma per il vecchio regolamento non si poneva il problema della Corte dei Conti? Questa domanda era un banco di prova sulla capacità di affrontare problemi certamente complessi, ma non impossibili da risolvere e l’esito – a detta di De Toni – è stato negativo per tutti e tre i candidati alla poltrona di sindaco». (f.a.)

  2. L’altra facciata del volantino distribuito ieri sera. Ne avevo stampato 300 copie e sono riuscito a darne fuori 250, quindi considerando i rigetti (pochissimi) e le coppie che ne prendono solo uno, pèenso che al massimo c’erano 320 persone in sala

    Foto: L'altra facciata del volantino distribuito ieri sera. Ne avevo stampato 300 copie e sono riuscito a darne fuori 250, quindi considerando i rigetti (pochissimi) e le coppie che ne prendono solo uno, pèenso che al massimo c'erano 320 persone in sala

    • Paolo De Toni Formato testo
      Contro le elezioni farsa
      Per un futuro federalista, ecologico e sostenibile

      La crisi c’è, si è fatta sempre più grave e continuerà.

      I Comuni sono senza soldi.
      I Comuni sono “macchine” inefficienti e sprecone di risorse.
      I piccoli Comuni, non potranno reggere alle sfide del futuro, di fatto sono già morti.
      Bisogna elaborare urgentemente un progetto avanzato di fusione dei piccoli Comuni.
      Per quanto ci riguarda, per esempio, non si tratta solo della fusione di San Giorgio con Torviscosa, cosa necessaria, ma non sufficiente.
      Si tratta di creare un’unità amministrativa almeno di 20 mila abitanti, vale a dire San Giorgio di Nogaro, Torviscosa, Porpetto, Carlino, Muzzana del Turgnano e Marano Lagunare.
      Chi non ha capito questo ed insiste a far politica come se nulla fosse successo negli ultimi anni, non potrà elaborare nessuna strategia per dare soluzione ai problemi strutturali, di sviluppo, di sostenibilità e di salvaguardia ambientale che ci riguardano, ma, viceversa, farà solo danni, se non altro perché farà perdere tempo prezioso.
      I prossimi, qui a San Giorgio di Nogaro, saranno 5 anni di agonia a meno che non si vada velocissimamente alla fusione di San Giorgio con Torviscosa ed immediatamente a nuove elezioni, con il programma di un ulteriore allargamento.
      La fusione San Giorgio-Torviscosa è solo il primo step per dare un segnale agli altri Sindaci rimbambiti che ci circondano al fine di procedere spediti verso una nuova e più importante aggregazione di Comuni che deve essere fatta, non secondo simpatie fra Sindaci e opportunismi varii, ma secondo un’analisi geo-politica, oggettiva e scientifica del territorio. In particolare, per quanto riguarda la nostra zona, la peculiarità del ciclo idrico è un elemento essenziale: falde artesiane, fontane, fiumi di risorgiva, zone umide, laguna. Nell’insieme si tratta di quello che si chiama un bio-regione ed è questo che costituisce il fondamento per l’unità nella diversità antropologica, sociale e politica delle genti che vivono un questa territorio. Creare un macro Comune di questo genere non significa annullare le diversità, che certe volte addirittura distinguono le frazioni dai capoluoghi, ma muoversi in un ottica autenticamente federalista, nella quale si vanno ad accentrare solo le funzioni amministrative, ma a decentrare ulteriormente quelle politiche e decisionali, per garantire un’effettiva partecipazione popolare alla scelte di autogoverno del territorio. Tutto ciò attraverso nuove forme di democrazia diretta nella quale la scadenza elettorale viene declassificata ad una funzione più tecnica che politica, in quanto la politica si fa in maniera diffusa e partecipata su tutto il territorio.

      Queste sono le basi ideologiche per uscire dalla crisi e riorganizzare la vita per i prossimi decenni, nei quali alla crisi economica si sommeranno la crisi climatica e quella energetica. La bassa friulana ha risorse per potersi costruire un futuro più sicuro se ci si sbarazza delle vecchia politica e ci si muove in maniera corale verso una società più sostenibile, ecologica, libera e autenticamente democratica.

      Comitato Difesa Ambientale
      fip c/o De Toni Paolo San Zorz di Nojar 17 di avril doimil e tredis

  3. il Messaggero Veneto di oggi praticamente ho imposto io i temi della discussione

    GIOVEDÌ, 18 APRILE 2013 Pagina 62 – Provincia

    Allacciamenti, primo nodo per i candidati

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    Foto: il Messaggero Veneto di oggi praticamente ho imposto io i temi della discussione GIOVEDÌ, 18 APRILE 2013 Pagina 62 - Provincia   Allacciamenti, primo nodo per i candidati   Sala gremita al confronto fra gli aspiranti sindaci. Tutti d’accordo, ma ricette diverse, sul maxi-Comune da 20 mila abitanti   i dibattiti del messaggero veneto»SAN GIORGIO         SAN GIORGIO DI NOGARO Sala gremitissima ieri sera, al “San Zorz”, per il confronto fra i tre candidati sindaci di San Giorgio di Nogaro - Enzo Bertoldi, Rachele Di Luca e Pietro Del Frate - moderato dal direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier: un dibattito che testimonia come non sia vero che la politica non interessi ai cittadini. Fuori dall’auditorium, il Comitato di difesa ambientale della Bassa friulana ha distribuito un volantino in cui si chiedeva ai tre candidati di sottoscrivere un documento per dichiarare «la legittimità o la non legittimità delle spese di allacciamento fognario integralmente a carico del richiedente, problema che interessa 1.200 famiglie di San Giorgio, ma che sembra non interessare i candidati». Nella seconda parte del volantino si sosteneva, invece, l’elaborazione di un progetto avanzato di fusione tra i Comuni del territorio (inserendo oltre a San Giorgio e Torviscosa, Marano, Carlino, Porpetto e Muzzana) per creare un’unità amministrativa di 20 mila abitanti in grado di reggere alle sfide del futuro. Il confronto è entrato subito nel vivo con la presentazione da parte dei candidati dei propri schieramenti e della propria visione, nonché di come siano andate le cose per l’ultima amministrazione. Ma il direttore Monestier ha chiesto cosa pensassero degli allacciamenti. La Di Luca ha evidenziato che «ci sono regolamenti che vanno rispettati, ma di fatto bisogna verificare se quello che stiamo facendo è corretto o no, sarebbe opportuno chiedere uno studio, magari dell’Università di Udine, e chiedere all’Ato se ci sono risorse da usare per ammortizzare i costi». Del Frate ha ribadito che se il pubblico interviene a sostegno del privato sugli allacciamenti «subito la Corte dei conti interviene. La legge Galli dice che ci dobbiamo allacciare, abbiamo richiesto delle deroghe e le useremo finché potremo, poi l’ente gestore deciderà quanto gli spetta». Enzo Bertoldi ha detto, invece, che il problema degli allacciamenti fognari è tema di giurisprudenza. «Oggi si sta modificando il regolamento per cui chiediamo a De Toni, portavoce del comitato ambientale, di attendere e poi ci misureremo per analizzare tutti gli aspetti». Fusione con Torviscosa o altri Comuni limitrofi: tutti d’accordo, seppur con ricette diverse. Per Bertoldi va promosso «un progetto credibile con i paesi limitrofi, al fine di giungere a un’aggregazione di più Comuni, per tagliare i costi, migliorare i servizi e aumentare il potere contrattuale di quest’area strategica per la Provincia e la Regione». Di Luca: «Per noi il domani di San Giorgio si può scrivere con i Comuni vicini, guardando con fiducia assieme a loro a un orizzonte più ampio, a un territorio omogeneo e identitario, a politiche di programmazione concertata che abbia come obiettivo politico finale la fusione». Per Del Frate, invece, bisogna «integrare le funzioni dell’Unione San Giorgio - Torviscosa con interventi per allargare la partecipazione dei Comuni limitrofi. Ogni Comune dovrà, però, decidere autonomamente se la collaborazione dovrà concludersi con la fusione in un nuovo Comune o se vorrà mantenere la propria autonomia». Francesca Artico

MONFALCONE: falsi pacchi bomba, mitomani al lavoro?

Come spesso accade in questi casi i media (tv, radio ecc) fanno confusione e disinformazione nominando senza scopo la Federazione Anarchica Italiana.(www.federazioneanarchica.org)

 

 

Dal messeggero veneto

VENERDÌ, 19 APRILE 2013

 

Pagina 27 – Gorizia

 

STRADE CHIUSE

 

Caos a Monfalcone per un doppio allarme-bomba

 

di Fabio Malacrea Doppio allarme bomba a Monfalcone. Per oltre due ore, dalle 6.30 alle 9. Centro cittadino paralizzato, strade chiuse, bus e pullman deviati, inquilini costretti a restarsene chiusi in casa per il ritrovamento di due pacchi-bomba con “firma” anarchica (“Fai”) sotto la redazione del “Piccolo” in via Fratelli Rosselli e davanti alla sede di via 9 Giugno della Carisparmio Fvg. L’allarme è rientrato attorno alle 9, quando gli artificieri hanno accertato che i due ordigni erano finti e quindi innocui. Le indagini, assunte dalla Dia di Trieste, stanno ora cercando di capire se si tratti di un “avvertimento”, di una protesta, di un tentativo di inquinare il clima preelettorale o semplicemente di uno “scherzo” di pessimo gusto. Al momento le forze dell’ordine stanno valutando anche se ci sia una connessione tra i due finti pacchi-bomba e una scritta (“Morte all’imperialismo”) apparsa ieri mattina su un muro di via del Rosario. Nel frattempo gli agenti hanno “campionato” un liquido contenuto nei due pacchi, cercato tracce e impronte sugli “ordigni”. Il primo allarme-bomba è scattato attorno alle 6.30. È stata una guardia giurata al rientro del turno di notte a scoprire il pacco delle dimensioni di una scatola da scarpe, avvolto con del mastro adesivo, con due fili sporgenti e la sigla “Fai”, a ridosso del portoncino esterno del condominio di via Fratelli Rosselli in cui si trova la sede monfalconese del “Piccolo”. Gli agenti del Commissariato hanno provveduto alla chiusura al traffico di via Fratelli Rosselli tra viale San Marco e largo Arena, mentre ai residenti del condominio al civico 20 è stato chiesto di non uscire. All’interno dell’involucro c’erano una grossa busta di plastica contenente un liquido trasparente, inodore e oleoso e due fili elettrici ma senza alcun innesco. «Un lavoro scenografico», ha rilevato uno degli artificieri. Un’”imitazione” di una bomba fatta ad arte, quindi. Il secondo allarme è scattato solo alcuni minuti dopo in via 9 Giugno. Le due strade sono state riaperte al traffico attorno alle 8.30.

 

UDINE/ Primavera antiberlusconiana

Un risveglio non da poco quello udinese di giovedì 18 aprile e Il berluska ha fatto veramente una gran brutta figura. Non si aspettava certo che nella tranquilla Udine si risvegliasse un antiberlusconismo così agguerrito e allo stesso tempo spontaneo. Un’ottima performance quella di Piazza Matteotti (San Giacomo) che fa ben sperare per il futuro.

 

facciadaculo

Berlusconi visibilmente sofferente per le contestazioni ad Udine

 

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Raccolta di link

 

Messaggero Veneto

 

piazza

Berlusconi apre il comizio a Udine,
dalla piazza fischi e contestazioni

L’ex premier è salito sul palco davanti a tremila persone in piazza San Giacomo. «Siete invidiosi, noi siamo i più belli»

Berlusconi contestato durante il comizio / VIDEO 12
E c’è chi canta “Bella ciao” / VIDEO
Le immagini della manifestazione in piazza / FOTO

 

Repubblica

 

Contestazioni durante il comizio a Udine video

 

Corriere della Sera

 

 

 

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25 APRILE UD: Fest/Azione Antifascista Ecologista No Tav

Udine: riprendiamoci il 25 aprile
 

Fest/Azione + pranzo vegetariano vegano

Programma

 

Ore 10.00 Piazza Primo Maggio

Partecipazione

libertaria e antagonista

al corteo.

Manifestiamo

contro

vecchi e nuovi fascismi

e contro

un sistema politico ed economico,

oramai in crisi irreversibile,

che rischia di distruggere

le nostre vite.

 

Ore 13.00 nel nuovo spazio sociale

presso la ex-caserma osoppo 

 (ingresso incrocio via Adige-via Natisone

via Natisone è una laterale di via Cividale)
Pranzo vegetariano-vegan

con  cibi e bevande biologici

a Km-zero,

stoviglie biodegradabili,

raccolta differenziata spinta

Antifascista

antifa-militante

Ecologista

antifa-antispecismo

No Tav

resistenza-no-tav 2

evento facebook

segue testo

 

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