Trieste 18 Marzo. Sciopero generale e presidio

 

Trieste 18 Marzo. Sciopero generale e presidio

 

Anche a Trieste, come in molte altre città, si è svolta una manifestazione in occasione dello sciopero generale proclamato da USI-AIT, CUB e SICOBAS. I compagni e le compagne dell’USI-AIT per tutta la mattinata del 18 marzo hanno allestito un presidio in Largo Barriera, per spiegare le ragioni dello sciopero e manifestare contro le politiche del governo sul lavoro e soprattutto contro le politiche di guerra e le spese militari.

In Italia la spesa destinata alle forze armate (escludendo i carabinieri) si attesta oggi circa sull’1,5% del prodotto interno e lordo, ma – secondo gli accordi presi all’interno della NATO – è destinata ad aumentare fino al 2%. La spesa per il 2015 è stata di 17 miliardi di euro, di cui ben 4,7 miliardi per l’acquisto di aerei e navi da guerra. Una cifra spropositata, a fronte delle molte lamentele sorte negli ambienti militari per fantomatici annunci di tagli e riduzioni. Tutto questo senza contare la spesa per le missioni all’estero (leggi guerre) che equivale a circa 900 milioni.

Mentre i fondi per la sanità e per le scuole vengono sempre più ridotti, le spese militari restano stabili, anche perché il governo si sta preparando, nonostante gli annunci ufficiali, ad una nuova guerra (che in realtà c’è già) in Libia. Gli interessi economici in ballo sono considerevoli, a cominciare dallo sfruttamento dei giacimenti petroliferi da parte dell’ENI.

Ma in questo paese c’è un’altra guerra in atto non dichiarata: quella contro i lavoratori e contro gli sfruttati: è una guerra combattuta a colpi di leggi (Jobs Act, Buona Scuola, ecc.) e di accordi con i sindacati di Stato (l’ultimo in ordine di tempo è l’accordo sul Testo Unico di Rappresentanza, firmato con la Confindustria non solo da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ma anche da Cobas e USB), che da una parte legittimano lo sfruttamento e il precariato e dall’altra blindano i contratti nazionali e aziendali, in modo che non si possa levare alcuna voce contraria.

 

A livello locale i maggiori temi affrontati sono stati quelli della sanità e dei servizi educativi. Sul diritto alla salute, la Regione Friuli Venezia Giulia (a guida PD) sta passando come uno schiacciasassi, tagliando posti letto, personale sanitario e interi reparti come la Prima Chirurgica a Cattinara. Sul fronte dei servizi educativi c’è una buona notizia che riguarda la stabilizzazione di alcune decine di colleghi, ottenuta dopo molte pressioni, ma anche, dall’altra parte, la sempre maggior carenza di materiali e di fondi destinati alle attività educative. Da sempre noi chiediamo che i servizi educativi siano equamente finanziati, liberi e gratuiti.

 

A livello di adesioni lo sciopero, secondo i primi dati, ha raggiunto le aspettative, nonostante una copertura mediatica scarsa e distorta e grosse falle nella copertura informativa ufficiale. A livello mediatico quello del 18 marzo è passato quasi esclusivamente come uno sciopero dei trasporti, ed ovviamente sono stati esaltati i disagi e oscurate le motivazioni. Inoltre la comunicazione ufficiale – obbligatoria in caso di attivazione dei contingenti minimi – non è arrivata in diversi settori del pubblico impiego, tanto che è stato necessario sollecitare sia l’ufficio scolastico regionale sia il Comune. Malgrado ciò, a Trieste diverse scuole sono rimaste chiuse e vi sono state adesioni di una certa rilevanza anche nel comparto sanitario e nel trasporto ferroviario.

 

Una giornata di lotta, quella di oggi, che per essere davvero efficace deve essere inserita in un percorso conflittuale, che dimostri in modo chiaro che c’è chi alza la testa e non è più disposto ad accettare in silenzio.

Contro le guerre di oggi e di domani, per l’autogestione!

 

Un compagno dell’USI-AIT

 

Trieste 18 Marzo. Sciopero generale e presidio

Trieste 18 Marzo. Sciopero generale e presidio

 

 

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Anche a Trieste, come in molte altre città, si è svolta una manifestazione in occasione dello sciopero generale proclamato da USI-AIT, CUB e SICOBAS. I compagni e le compagne dell’USI-AIT per tutta la mattinata del 18 marzo hanno allestito un presidio in Largo Barriera, per spiegare le ragioni dello sciopero e manifestare contro le politiche del governo sul lavoro e soprattutto contro le politiche di guerra e le spese militari.

In Italia la spesa destinata alle forze armate (escludendo i carabinieri) si attesta oggi circa sull’1,5% del prodotto interno e lordo, ma – secondo gli accordi presi all’interno della NATO – è destinata ad aumentare fino al 2%. La spesa per il 2015 è stata di 17 miliardi di euro, di cui ben 4,7 miliardi per l’acquisto di aerei e navi da guerra. Una cifra spropositata, a fronte delle molte lamentele sorte negli ambienti militari per fantomatici annunci di tagli e riduzioni. Tutto questo senza contare la spesa per le missioni all’estero (leggi guerre) che equivale a circa 900 milioni.

Mentre i fondi per la sanità e per le scuole vengono sempre più ridotti, le spese militari restano stabili, anche perché il governo si sta preparando, nonostante gli annunci ufficiali, ad una nuova guerra (che in realtà c’è già) in Libia. Gli interessi economici in ballo sono considerevoli, a cominciare dallo sfruttamento dei giacimenti petroliferi da parte dell’ENI.

Ma in questo paese c’è un’altra guerra in atto non dichiarata: quella contro i lavoratori e contro gli sfruttati: è una guerra combattuta a colpi di leggi (Jobs Act, Buona Scuola, ecc.) e di accordi con i sindacati di Stato (l’ultimo in ordine di tempo è l’accordo sul Testo Unico di Rappresentanza, firmato con la Confindustria non solo da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ma anche da Cobas e USB), che da una parte legittimano lo sfruttamento e il precariato e dall’altra blindano i contratti nazionali e aziendali, in modo che non si possa levare alcuna voce contraria.

 

A livello locale i maggiori temi affrontati sono stati quelli della sanità e dei servizi educativi. Sul diritto alla salute, la Regione Friuli Venezia Giulia (a guida PD) sta passando come uno schiacciasassi, tagliando posti letto, personale sanitario e interi reparti come la Prima Chirurgica a Cattinara. Sul fronte dei servizi educativi c’è una buona notizia che riguarda la stabilizzazione di alcune decine di colleghi, ottenuta dopo molte pressioni, ma anche, dall’altra parte, la sempre maggior carenza di materiali e di fondi destinati alle attività educative. Da sempre noi chiediamo che i servizi educativi siano equamente finanziati, liberi e gratuiti.

 

A livello di adesioni lo sciopero, secondo i primi dati, ha raggiunto le aspettative, nonostante una copertura mediatica scarsa e distorta e grosse falle nella copertura informativa ufficiale. A livello mediatico quello del 18 marzo è passato quasi esclusivamente come uno sciopero dei trasporti, ed ovviamente sono stati esaltati i disagi e oscurate le motivazioni. Inoltre la comunicazione ufficiale – obbligatoria in caso di attivazione dei contingenti minimi – non è arrivata in diversi settori del pubblico impiego, tanto che è stato necessario sollecitare sia l’ufficio scolastico regionale sia il Comune. Malgrado ciò, a Trieste diverse scuole sono rimaste chiuse e vi sono state adesioni di una certa rilevanza anche nel comparto sanitario e nel trasporto ferroviario.

 

Una giornata di lotta, quella di oggi, che per essere davvero efficace deve essere inserita in un percorso conflittuale, che dimostri in modo chiaro che c’è chi alza la testa e non è più disposto ad accettare in silenzio.

Contro le guerre di oggi e di domani, per l’autogestione!

 

Un compagno dell’USI-AIT

 

 

PORDENONE: striscioni antifascisti per ricordare DAX

La memoria non si cancella, con DAX nel cuore!

Oggi, Mercoledì 16 Marzo, è il tredicesimo anniversario dell’omicidio di Davide Cesare, “Dax” per Amici e Compagni.
Una notte cominciata in Via Brioschi, nel quartiere Ticinese a Milano, dove un branco di nazi-fascisti organizzò un vile agguato contro militanti Antifascisti aggredendoli a coltellate e ferendone gravemente tre. Uno di loro, Davide “Dax”, rimase a terra, colpito a morte.
Venuti a conoscenza della tragedia, Amici e Compagni accorsero all’ospedale San Paolo per avere notizie ma ad attenderli, quasi un secondo agguato, si trovarono di fronte un massiccio dispiegamento di pattuglie di polizia e carabinieri (tra cui elementi del famigerato 3° battaglione Lombardia, noto per essersi distinto nei feroci pestaggi del G8). Dopo pochi istanti di tensione le forze dell’ordine si scatenarono in brutali cariche contro gli amici di Dax, con feroci pestaggi all’interno e all’esterno della struttura ospedaliera. Numerosi riportarono pesanti ferite, colpiti in faccia e al capo con corpi contundenti “speciali” quali mazze da baseball e manganelli “tonfa”.
Ricordiamo oggi quello che accadde tredici ani fa, perché quei fatti rimangano impressi nella memoria collettiva, ma soprattutto per non dimenticare Dax. E’ nostra convinzione che per farlo vivere per sempre e sentirlo ancora al nostro fianco nelle lotte, sia necessario continuare, le battaglie a cui lui stesso si dedicava con passione, e che mantenere viva la sua memoria non significhi limitarsi a commemorare la sua persona ma perseverare nella pratica militante Antifascista e Antirazzista, sopratutto in questi ultimi anni ora che i rigurgiti neofascisti, nazionalisti, xenofobi stanno aumentando in maniera esponenziale. Le aggressioni ad opera di gruppi neofascisti, come Forza Nuova o Casa Pound, nei confronti di Compagni, di migranti, omosessuali e delle persone più discriminate sono oramai quotidianità a cui non possiamo assuefarci e rimanere indifferenti.
“Dax” ci ha insegnato che bisogna praticare l’opposizione a questo clima sociale e che per poter fermare questa deriva populista e razzista è necessario auto-organizzarsi ovunque, nei quartieri, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, attraverso la controinformazione e sviluppando pratiche di mutuo aiuto e di solidarietà sociale.

Nord Est Antifa

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GORIZIA/ E’ morto l’avvocato Roberto Maniacco

L’ho conosciuto a Trieste nel 1975 nelle sede del Gruppo Anarchico Germinal, dove era venuto di persona ad istruirci per l’autodifesa nella marcia antimilitarista Trieste-Aviano, contro la repressione delle azioni antimilitariste e dei volantinaggi davanti alle caserme che venivano sistematicamente bloccati con il sequestro dei volantini.

Ha difeso una miriade di compagn* per processi politici e tossicodipendenti caduti nelle mani della criminalizzazione Statale. Personalmente l’ho avuto come avvocato per vari processi per diffamazione tramite volantini ed anche tramite internet (la querela del Leghista Luca Dordolo contro il sito www.ecologiasociale.org ). Come CSA lo abbiamo avuto al processo conseguente allo sgombero della seconda palazzina di Via Volturno, che ospitava gli immigrati (processo svoltosi circa nel 1995) e poi per il processo per Via Scalo Nuovo (aprile 2011).  E’ stato determinante anche per vari processi sul CPT di Gradisca per esempio quello sulla diffusione dei progetti di ristrutturazione, coperti da segreto di Stato.

L’Avvocato Maniacco, una persona assolutamente da non dimenticare, che deve restare nella memoria storica e politica del movimento.

Paolo De Toni

 

Sulla strage di Peteano

https://www.radioradicale.it/scheda/46443/46503-appello-strage-di-peteano#a=302129&i=2526544

 

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/03/29/news/morto-l-avvocato-maniacco-storico-penalista-del-fvg-1.13204761

 

 

maniacco

 

 

TRIESTE: una festa senza confini

sangiacomo6 Quella di sabato 2 aprile è stata una bella giornata antifascista e antirazzista nel popolare quartiere di S.Giacomo. Grazie anche al clima mite, per oltre cinque ore l’iniziativa promossa da Trieste Antifascista – Antirazzista ha animato la piazza in un’atmosfera serena e gioiosa. Con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia si è partiti con un ricco pranzo sociale, che ha visto i contributi gastronomici di vari partecipanti, tra cui alcuni rifugiati.

 

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PORDENONE: solidarietà antifascista

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SOLIDARIETÀ A PIPPO, FERMARE IL NEOFASCISMO, CHIUDERE CASAPOUND!

Apprendiamo del tentato omicidio a Trento per mano fascista di ieri notte dopo una festa in piazza, organizzata dalla Rete contro i fascismi. Un attivista della Rete e del centro sociale Bruno, allontanatosi dalla festa per ritornare a casa, è stato seguito dal responsabile locale di CasaPound che l’ha colpito prima con un martello e, successivamente, con un coltello.

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UDINE: attacco hacker contro le prassi sanitarie sul“Disturbo da deficit di attenzione/iperattività”

Da il piccolo online del 31 marzo 2016

L’assalto web alla sanità sferrato da un sedicenne

Minorenne friulano appartenente ad Anonymous indagato come responsabile della campagna contro le prassi italiane sul Disturbo da deficit di attenzione di Davide Vicedomini

UDINE. La polizia postale lo ritiene il principale responsabile dei recenti attacchi informatici ai siti delle aziende sanitarie, a causa dei quali sono stati resi pubblici i dati sensibili dei pazienti. Protagonista un sedicenne conosciuto nell’ambiente con il nickname di “Artek”.

Gli agenti nella mattinata di ieri hanno eseguito perquisizioni a Udine, dove il ragazzo risiede insieme alla madre, e a Venezia dove ha domicilio il padre, un ingegnere informatico.

I fatti contestati si riferiscono alla campagna denominata #OpSafePharma, lanciata dal noto movimento Anonymous il 16 marzo, e consistente in attacchi informatici di diversa natura, quale forma di protesta contro le prassi della sanità in materia di “Disturbo da deficit di attenzione/iperattività”.

La campagna aveva portato a violare diversi siti, tra cui l’Istituto superiore della sanità, il Ministero della salute, le Asl di numerose Regioni e le Asl locali. Attraverso gli attacchi informatici la campagna di Anonymous aveva non solo reso inagibili i siti destinatari, ma reso pubblici diversi dati sensibili estratti dai database ad esempio dell’Aifa e della Croce Rossa Italiana.

«Salve. Noi siamo Anonymous – così si rivolgeva l’hacker udinese – e con questa operazione vogliamo rivendicare i diritti dei nostri cittadini, in particolare coloro che vengono etichettati nelle peggiori maniere. Etichettati da chi? Etichettati dai medici, ovvero da neuropsichiatri, psicologi e da tutto il compartimento che riguarda in generale i servizi sociali, soprattutto nell’ambito minorile. Le etichette sono iperattività, ipercineticismo, disturbi della condotta, disturbo ossessivo compulsivo e disturbo oppositivo provocatorio, dove le persone (soprattutto in età minorile) vengono certificate con la Legge 104/2. L’operazione vuole rivendicare i diritti di chi questi disturbi non li ha e quindi di questo certificato non necessita. Anonymous con #OpSafePharma vuole rivendicare i diritti di queste persone, non sopprimerli, perchè se una persona richiede la legge 104/2, dopo che viene attentamente considerato il caso di certificarla, e lei la richiede, è giusto che venga applicata. Solo quando uno chiede aiuto va aiutato. Ma quando uno è perfettamente sano e non ne ha bisogno, allora non si può forzare alla cura».

«In primis – così si concludevano i messaggi – le associazioni di cura, possono andare a “quel paese”, ci lucrate sopra e basta! Siete proprio dei simpaticoni con i vostri numeri di telefono stile Vanna Marchi “Chiama lo 0***** e cura tuo figlio con i nostri fantastici farmaci e specialisti, soddisfatti o rimborsati. Arrivederci. We are Anonymous, we are a Legion, we don’t forgive, we don’t forget. #Expect us».

Le successive indagini, come poi si è scoperto, hanno messo in luce il disagio profondo vissuto dallo stesso minore rispetto al fatto di possedere un disturbo complesso quale è la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Già a 13 anni si era reso responsabile di altri attacchi informatici. Facendo combaciare questi dati, e visti i precedenti, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche del servizio polizia postale ha indirizzato le proprie indagini verso il 16 enne udinese, ricostruendo lo scenario nel quale aveva pianificato gli attacchi, realizzati per sostenere la propria causa e acquisire, allo stesso tempom, sempre maggiore credito da parte dei vertici di Anonymous.

Una volta certi di avere identificato “Artek”, gli investigatori hanno proceduto insieme al personale della polizia postale di Venezia, Trieste ed Udine alle perquisizioni e al sequestro di diverso materiale informatico, per lo più criptato.

 

TOLMEZZO/ Sabato 16 aprile presidio contro il 41 bis

Tolmezzo sabato 16 aprile a partire dalle ore 15.00

Presidio contro il 41 bis davanti al carcere

Cartoncino

L’Ateneo Libertario Friulano sostiene le iniziative contro il 41-bis e contro il carcere in generale

 

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TRIESTE: in piazza contro le aggressioni omofobe

nomofobiatsCirca 300 persone hanno risposto all’appello di Arcigay-Arcilesbica a scendere in piazza in risposta all’aggressione omofobica avvenuta qualche giorno fa in città.

Il presidio si è svolto in piazza s.giovanni a pochi metri dal luogo dell’aggressione.

Nonostante la presenza e passerella di vari politici è stato comunque importante scendere in piazza per mostrare la propria solidarietà a chi è stato vittima del pestaggio e per riaffermare che la vigilanza contro questi atti intollerabili resta alta.

Durante l’iniziativa è stata espressa anche vicinanza all’immigrato vittima di un aggressione razzista alcuni giorni fa in piazza unità.

Contro il crescente clima di razzismo, omofobia e sessismo scendere in piazza è sempre più necessario.

Come gruppo anarchico germinal eravamo presenti in piazza con uno striscione “Né normali né diversi. Solo persone”, bandiere, diffusione di Umanità Nova e volantinaggio per le prossime iniziative.

Info-action reporter

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NO TAV/ Presidio a Trieste lunedì 8 febbraio

Presidio No Tav in occasione della visita della commissaria europea ai Trasporti, la slovena  Violeta Bulc

PRESIDIO a Trieste lunedì 8 febbraio 2016

in Piazza Unità davanti alla sede della Regione

dalle ore 10.00 fino alle ore 13.00

Comitati No Tav bassa friulana

  

Video del servizio alla RAI

Video Infoaction reporter

 

Contro la truffa della velocizzazione 

Un Miliardo e ottocento milioni per guadagnare 20 minuti?

In realtà vogliono fare un tratto di linea nuova che corrisponde al tracciato TAV

 

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