UDINE/ Collettivo Makhno: è uscita la Caraula n. 5

Copertina fronte-retro della Caraula n.5  a cura del Collettivo Makhno

caraula 5 retro  caraula 5 fronte

 

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Gradisca: il CIE non riapre più

da Il Piccolo del 13 settembre 2014

 

È ufficiale: il Cie non riaprirà più

Il sottosegretario Manzione a Brandolin: «Al limite verrà utilizzato come centro d’accoglienza»

 

GRADISCA Il Cie di Gradisca non riaprirà. Non si contano le volte in cui negli ultimi anni il territorio isontino, la sua gente, i suoi amministratori hanno sognato di sentire questa affermazione. Ebbene, il Cie non riaprirà. A confermarlo è il governo stesso. Ma la politica, si sa, è fatta di sfumature. E questa affermazione in realtà ne potrebbe celare un’altra, come in una matrioska. Va tradotta, esplicitata, interpretata. Il Cie di Gradisca non riaprirà come Cie, ovvero non sarà piu’ una struttura di detenzione amministrativa per immigrati irregolari. Ma all’occorrenza – leggasi in caso di emergenze – l’ex caserma Polonio potrebbe essere utilizzata come Cda, ovvero centro di accoglienza. Ecco perche’ la notizia, anziché farla gioire, fa tremare Gradisca. E con la Fortezza, un po’ tutto l’Isontino. La conferma che il Cie di Gradisca non riaprirà i battenti come Centro di identificazione ed espulsione è arrivata dal sottosegretario all’Interno Domenico Manzione che, rispondendo ad un’interrogazione del deputato Giorgio Brandolin (Pd), ha fornito non pochi elementi di riflessione sulle ipotesi di riapertura del Cie. Il funzionamento del Cie è temporaneamente sospeso a partire dal mese di novembre scorso, per lavori di ripristino dopo le rivolte che lo devastarono nell’estate dello scorso anno. «Attualmente – ha spiegato il sottosegretario in risposta alle richieste di Brandolin – sono in fase di completamento i lavori necessari per ripristinare l’agibilità della struttura, al fine di un suo eventuale riutilizzo, in via eccezionale, come Centro di accoglienza (Cda) per far fronte agli sbarchi di profughi sul territorio nazionale». «Come era stato più volte annunciato – commenta Brandolin – arriva la conferma che il Cie non riaprirà e il vicino Cara non sarà ampliato: i lavori attualmente in corso sono solo di riparazione in vista di una eventuale apertura (solo in casi eccezionali) come Cda a supporto dell’attuale Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) che già ora ha anche funzioni di Cda”.Lo scorso luglio il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, di cui Brandolin è vicepresidente, aveva ascoltato la relazione del sindaco di Gradisca Linda Tomasinsig, che aveva esposto un’elaborata relazione sulla situazione del centro, spiegando quali sono le pressioni a cui il territorio deve rispondere. Nel corso dell’audizione si era ribadito quanto il Ministro dell’Interno aveva messo per iscritto, ovvero che il Cie non riaprirà e sul Cara “non si prenderanno decisioni non condivise da Comune e Regione”. La stessa Tomasinsig commenta con prudenza le parole del sottosegretario. “Prendiamo atto della possibile non riapertura del Cie. Ma ora bisogna capire quali siano le condizioni per un suo riutilizzo come presunto Centro di accoglienza in caso di emergenze. A noi sembra peraltro – afferma decisa Tomasinsig – che in piena emergenza-immigrazione ci siamo da tempo. Il vicino Cara ha gia’ funzioni anche di Cda ed attualmente ospita piu’ di 200 persone richiedenti asilo».

 

Dipendenti del Cara, dalla Prefettura nuovi versamenti per gli arretrati

 

Ancora una piccola schiarita nella complessa situazione dei dipendenti del Cie e del Cara. Dopo l’anticipo dell’80% degli stipendi da luglio a dicembre 2013, per il quale poi nelle scorse settimane era stato reperito il denaro per erogare il restante 20%, è arrivato negli scorsi mesi sempre dalla Prefettura la corresponsione di un’ingente somma da utilizzare per il pagamento del personale e dei prestatori d’opera che permettono il funzionamento della struttura per migranti di Gradisca. È questa la buona notizia riferita dal sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, all’interrogazione del deputato Giorgio Brandolin in merito alla grave situazione economica di lavoratori dell’ex Cie, gestito come il Cara dal consorzio Connecting People di Trapani. La risposta è stata che la Prefettura «ha provveduto a corrispondere, in due tempi, l’80% delle retribuzioni previste da luglio a dicembre 2013, comprese le tredicesime» e che «inoltre, nei mesi giugno e luglio scorsi, ha corrisposto un’ingente somma all’ente gestore, quale corrispettivo dei servizi resi». Il Sottosegretario ha inoltre voluto assicurare che «la vicenda è seguita con la massima attenzione dalla Prefettura, al fine di tutelare i diritti dei lavoratori che prestano servizio al centro, e allo stesso tempo, garantire adeguati standard di accoglienza».

NO OGM: nuovo comunicato del Coordinamento per la difesa della biodiversità

Gli interventi legislativi e le loro applicazioni non sono sufficienti a salvaguradare la biodiversità.

Nelle ultime settimane sembra che il fronte pro-ogm stia incassando diverse sconfitte, mentre i contrari stiano ottenendo delle vittorie di cui molti si danno i meriti. Secondo noi la questione non sta proprio così. Per prima cosa, il coordinamento tutela biodiversità FVG non ritiene di aver vinto niente. Diamo, naturalmente, una valutazione positiva agli interventi legislativi effettuati nei gironi scorsi dall’amministrazione regionale, avvenuti anche a seguito delle numerose mobilitazioni popolari che hanno posto in evidenza i limiti della coesistenza. Ma riteniamo anche che gli strumenti legislativi non siano sufficienti. Infatti, essi devono ancora essere vagliati e valutati dal consiglio europeo e le recenti notizie provenienti dall’Efsa, non preannunciano nulla di buono. La scorsa primavera la Francia, aveva vietato la coltivazione del mon 810, anche alla luce delle ricerche del dott Gilles-Eric Séralini, biologo molecolare dell’Università di Caen, in Normadia, le quali dimostrano la nocività del transgenico. l’Efsa, ai primi di settembre ha comunicato il respingimento della richiesta della nazione cisalpina di vietare le colture ottenute con tecniche transgeniche. Non dimentichiamo, poi, la minaccia proveniente dai TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) il cui scopo primario è l’eliminazione delle barriere normative, viste come limiti di profitto dalle multinazionali. Tali barriere rappresentano degli standard orami consolidati in ambito europeo come le normative ambientali, i diritti dei lavoratori, le norme di sicurezza alimentare, comprese la restrizione sugli OGM, i regolamenti sull’uso di sostante chimiche tossiche, etc. Accordi che sono presi senza informare l’opinione pubblica, e non è un caso! Inoltre, ricordiamo che in Europa sono importati tonnellate di soia, colza e mais ottenuti da semi transgenici coltivati nel continente americano da cui si ottengono mangimi destinati agli allevamenti intesivi. Inoltre, è in scadenza il Dlgs del 10 agosto 2013, di cui non si sa nulla su come il Parlamento abbia intenzione di pronunciarsi. Tutto questo ci dimostra, che i soli interventi legislativi non sono sufficienti nel lungo periodo sul piano ecologico, essi sono solo delle toppe. Lo diciamo fin dall’inizio della nostra costituzione, e lo abbiamo ribadito in ogni nostro comunicato stampa e iniziative, per noi è fondamentale un cambiamento nel paradigma della produzione del cibo. Nei media locali si parla di rottura del fronte pro-ogm, ma noi non esultiamo di fronte a certe notizie, poiché quegli agricoltori hanno rinunciato non per una presa di coscienza sulla questione del transgenico e di fare agricoltura, ma bensì per paura di effetti sul piano legale. Finché ci saranno imprenditori agricoli e non contadini, nessun avrà vinto.

Consideriamo assurde e ridicole le provocazioni le recenti provocazioni di seminare il mais a settembre e crediamo che ci sia bisogno di interventi da parte di qualche assistente sociale per aiutare certe persone che sembrano aver perso il lume della ragione.

Desideriamo un mondo migliore, desideriamo nuove forme di relazioni sociali, desideriamo un altro modo di fare agricoltura, dichiariamo il nostro no agli Ogm perché diciamo NO all’agroindustria del profitto a discapito della fertilità della terra.

 

http://biodiversitafvg.wordpress.com/

UDINE/ Processi in corso

 

Mercoledì 17 settembre  per l’occupazione della ex caserma osoppo + resistenza a pubblico ufficiale (fatti del 2013)

Imputati i compagni Paolo De Toni e Andrea Di Lenardo

(udienza fitro)

 

http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=2093:udine-opla-e-arrivato-il-sequestro&catid=131:no-repressione

 

http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=2080:udine-sbirri-di-continuo&catid=131:no-repressione

 

http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=2029:udine-nuovo-spazio-sociale-avvisaglie-di-repressione&catid=131:no-repressione

 

 

 

Giovedì 9 ottobre processo No Tav per la contestazione alla Serracchiani (fatti del 10 settembre 2011 al parco del Cormor)

Imputato il compagno  Paolo De Toni

(deposizione testi del PM)

http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=1277:no-tav-udine-sabato-10-settembre-volantinaggio-contro-il-pd&catid=82:noi

 

 

Giovedì 16 ottobre Processo per resistenza a pubblico ufficiale (fatti del 13 novembre 2014)

Imputato il compagno Alberto Casonato

(udienza filtro)

 

http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=2261:udine-kabu-libero-repressione-sempre-peggio&catid=96:repressione-diffusa

 

Presentazioni del manuale “Difesa Legale”

difesa legale

 

 

 

Venerdì 19 settembre ore 20.30 a Trieste

al Germinal, Via del Bosco 52a

 

Sabato 20 settembre ore 17.30 a Udine

presso Affinità libertarie, via Tolmezzo 87

 

 

 

 

 

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Manifestazione a Trieste. Palestina: tregua non è pace!+Report

palestina fronte

Un'importante manifestazione promossa da un insieme variegato di gruppi e associazioni cittadine ma che vedrà la partecipazione anche di compagni e compagne di altre città della regione.

Un'occasione importante in cui scendere in piazza per riaffermare la solidarietà alla popolazione palestinese.

Leggi sotto il report che apparirà su Umanità Nova.

 

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RIGASSIFICATORE: il comune di Duino dice NO

Il Piccolo 17 settembre 2014

Duino, il Comune dice no al mini-rigassificatore                                                                                                                                                  Parere “non favorevole” al progetto del Lisert presentato della società Smart gas. Il documento non è vincolante ma sarà inviato al ministero dell’Ambiente 
di Tiziana Carpinelli -DUINO AURISINSA : Dopo 14 pagine, 7 capitoli e 36, tra osservazioni e richieste di integrazioni, arriva infine – nero su bianco – il parere “non favorevole” sul progetto esaminato ieri dalla Commissione consiliare II, in seduta congiunta con la Conferenza dei capigruppo. Dunque, contrariamente a quanto annunciato venerdì dal capogruppo dei democrats Michele Moro, l’assise ha voluto esplicitare l’orientamento dei componenti sulla proposta di realizzare a Monfalcone un terminale di stoccaggio, rigassificazione e distribuzione del gnl di piccola taglia. Non era obbligatorio: per esempio la Provincia di Trieste, la prima a deliberare, non l’ha fatto, limitandosi a trascrivere la trentina di osservazioni. Ma evidentemente i consiglieri di Duino Aurisina hanno inteso consegnare alla Regione (il sindaco ha assicurato che il “documento non sarà toccato” dalla giunta) non solo un atto che, in copia, andrà direttamente al ministero per entrare nel procedimento, ma anche un indirizzo di carattere politico. Difatti la dicitura “non favorevole” è stata apposta solo al termine della Capigruppo, avvenuta a porte chiuse, cioè a fine lavori della Commissione II, coordinata da Maurizio Rozza, durante la quale si sono invece “limate” le 36 osservazioni e richieste di integrazioni prodotte. Frutto di 5 commissioni, il parere (non vincolante) contiene 7 punti, così intitolati: valutazioni generali, aspetti legati alle esigenze di tutela del paesaggio, alla sicurezza, all’inquinamento acustico, al traffico; e ancora: interazioni con la nautica da diporto e con la pesca, aspetti legati alla tutela degli ecosistemi. Il primo rilievo riguarda la richiesta di provvedere “all’integrazione degli atti con le alternative progettuali”, in quanto “la procedura di Via esige, ai sensi dell’art 21 dlgs 152/2006, di identificare e valutare tutte le opzioni alternative al progetto stesso, compresa la sua non realizzazione (“opzione zero”)”. Se da un lato la Commissione ritiene che “l’implementazione dell’utilizzo del gnl quale integrazione a una politica spinta sul risparmio energetico” sia “da sostenere”, dall’altro esprime però “perplessità sulla sostenibilità economica dell’intervento”. Inoltre, sempre per la commissione, “vanno preliminarmente chiariti, anche da parte delle autorità regionali e nazionali competenti, le interazioni e relazioni tra il progetto qui proposto e quello programmato dalla società Gas natural nel Nord Adriatico”. Sollevate anche le questioni della compatibilità del progetto con la candidatura in itinere del Carso a patrimonio Unesco, delle “valenze storiche, trascurate nello studio, dell’ambito Timavo-Hermada” e della sovrapposizione di progetti in corso di valutazione, vedi l’escavo del canale d’ingresso al porto monfalconese. Quanto al tema del paesaggio, la commissione ha richiesto l’integrazione dello studio con nuovi foto-inserimenti del progetto, in particolare prendendo come riferimento Rilke, Castello e Belvedere di Sistiana. Sul capitolo della sicurezza, citando la nuova caratterizzazione del 2010 e dunque affermando che “in Italia non esiste un comune non sismico” e che “per inciso Monfalcone è inserita nella classe di sismicità 3”, la Commissione richiede al proponente di “aggiornare gli elaborati e lo studio”, “valutando potenziali effetti e rischi sugli impianti”. Sollecitato anche un piano di ricerca e bonifica di ordigni bellici per l’area. E una valutazione dell’opzione di interramento dei serbatoi. Articolate anche le osservazioni sul traffico, distinto su gomma e ferro. Quindi la Commissione ha vagliato le interazioni con diportismo e pesca, concludendo il parere con la tutela degli ecosistemi, in cui, tra i vari aspetti, si connota positivamente “la scelta di riutilizzare per gli scambi termini legati alla rigassificazione le acque di processo dell’impianto cartario esistente nell’ambito, evitando così gli impatti derivanti dall’abbassamento della temperatura dell’acqua”. «Si riporta però anche – ravvisa la Commissione – la soluzione alternativa in caso di chiusura o fermo della cartiera, ossia la captazione diretta dell’acqua. Lo studio va integrato con l’analisi degli impatti sul bacino Timavo-Locavaz in questo scenario, rammentando che buona parte dell’area è inserita nella Zsc».    
 RIGASSIFICATORE
E dalla Provincia una trentina di rilievi tecnici 
TRIESTE  : Anche il consiglio provinciale di Trieste ha assunto all’unanimità la deliberazione con la quale ha espresso le proprie osservazioni in merito al progetto relativo al terminale del Lisert. Gli uffici provinciali dell’assessore all’ambiente e pianificazione territoriale, Vittorio Zollia, hanno esaminato con particolare attenzione – dice una nota ufficiale – gli elaborati presentati da Smart Gas ed hanno formulato una trentina di rilievi di varia natura “evidenziando vizi procedurali, mancanze relative a puntuali riferimenti a vigenti atti programmatori sia nazionali che regionali, carenze progettuali ed esigenze integrative riferite a molteplici aspetti scarsamente analizzati”. La delibera ha, tra l’altro, evidenziato in via preliminare, dal punto di vista procedimentale, la mancata applicazione della legge Seveso secondo cui il progetto deve essere sottoposto all’attenzione della popolazione. Ma non solo. Per sommi capi, ecco gli altri addebiti. “Il progetto di rigassificazione in esame non può essere ritenuto attuativo delle infrastrutture definite dalla Strategia nazionale né dal Piano energetico regionale e pertanto non lo si può valutare in termini di coerenza con le esigenze energetiche derivanti. E non risulta dimostrata l’esigenza di un nuovo impianto di rigassificazione nelle acque costiere dell’Adriatico settentrionale… la presenza di un nuovo impianto non incide direttamente su un’eventuale riduzione del costo del gas, che la stessa Sen fa dipendere da altri fattori. E ancora: “L’impianto impatta su aree di vincolo ambientale inserite in una Zona Industriale, in modo temporaneo (costruzione del metanodotto) o permanente (area dell’impianto)… va analizzata l’attività in progetto in relazione con insediamenti umani, portualità, pesca e nautica: tutte queste funzioni sono previste in coincidenza sul piano programmatico”. E più avanti: “La realizzazione dell’impianto dipende dal completamento dei lavori di dragaggio del porto di Monfalcone (Via tuttora in corso). Riteniamo opportuno un maggiore raccordo tra i due procedimenti. È opportuno verificare se la disponibilità di Gn in loco possa favorire la riconversione a gas della centrale termoelettrica di Monfalcone”. Infine, “è necessario l’approfondimento dell’analisi economica del progetto, anche in relazione al quadro economico-finanziario dell’intervento e alla possibilità di ricevere contributi pubblici, in rapporto allo scarso impiego dei terminali Gnl esistenti a livello nazionale…” La Provincia chiede ancora lumi su altri aspetti non secondcari: il problrema della costruzione su pali, poco documentata; l’impatto del traffico terrestre e navale; le servitù; il crono-programma e il problema della profondità dei canali.

Il Piccolo 17 settembre 2014 Monfalcone
Rigassificatore, il Comune chiede “compensazioni”

L’amministrazione cittadina chiama in causa la Regione per sapere quanto l’impianto sia ritenuto strategico per la politica energetica del Fvg 

A maggioranza, con il non voto di buona parte dell’opposizione di centrodestra e “Cambiamo Monfalcone”, il Consiglio ha approvato la griglia di osservazioni al progetto di Smartgas al Lisert. In aula il Pd, primo partito dell’alleanza al governo della città, ha apportato dei correttivi al documento predisposto dagli uffici nell’ambito della procedura di Via nazionale del progetto. Ribadendo l’assenza dell’analisi costi-benefici, ritenuta fondamentale dal sindaco Silvia Altran per permettere di esprimere un giudizio finale, il Pd ha chiamato in causa non solo il proponente, sollecitato a fornirla, ma anche la Regione. In sostanza, il Comune vuole capire se l’impianto sia strategico per la politica energetica regionale, anche a fronte del fatto che il progetto «non rappresenta alcun vincolo per la conversione di altre industrie consumatrici di combustibili fossili». Leggi la centrale termoelettrica A2A. Nel caso in cui la risposta fosse affermativa, il Comune domanda alla Regione «gli impegni che la stessa intende assumere nei confronti della cittadinanza monfalconese». Il sindaco, oltre che il capogruppo del Pd Paolo Frisenna, pur sottolineando gli aspetti innovativi del progetto, ha ribadito come l’amministrazione ritenga fondamentale la salvaguardia del futuro del porto. Pur modificata, rimane quindi un’osservazione in cui il Comune chiede di chiarire i possibili effetti dei venti dominanti sulle navi gasiere in accosto e gli eventuali provvedimenti utili a evitare ostacoli alle procedure di emergenza in caso di avarie o incidenti ad altre unità navali in porto e in transito. «Il tema della sicurezza è importante – ha detto il sindaco – e non si può prescindere da esso. Credo questo sia un impianto che guarda avanti, ma ci sono però tanti aspetti da chiarire. Servono garanzie per l’ambiente e la salute in un territorio che sopporta già tanti carichi a vantaggio dell’intera comunità regionale». Sugli aspetti della tutela della salute in un’area che sta ancora pagando l’uso dell’amianto si è soffermato anche l’assessore all’Ambiente Gualtiero Pin che ha chiarito la propria posizione. Dalle osservazioni non scompare nemmeno, comunque, la richiesta di verificare se il progetto sia assoggettabile a Vas (Valutazione ambientale strategica), visto che le opere a mare rappresentanto per l’ente locale delle le modifiche sostanziali sia al Piano regolatore comunale sia al Piano regolatore del porto ancora vigenti. La maggioranza, con la condivisione di Giovanni Iacono di Sel, ha poi ribadito il resto delle osservazioni in cui si chiedono delucidazioni su localizzazioni alternative, impatti su aria, suolo, ambiente marino in fase di cantiere e di esercizio e approfondimenti anche sul tema paesaggistico a fronte di rendering dell’impianto giudicati poco efficaci. La maggioranza, sempre con il sostegno di Iacono, ha poi votato un odg con cui, richiamando la sua precedente posizione a favore di un progressivo superamento dell’uso dei combustibili fossili, impegna il sindaco innanzitutto a “riaffermare in tutte le sedi la volontà dell’amministrazione di favorire lo sviluppo del litorale, tutelando l’ambiente e la sicurezza dei cittadini». Il sindaco dovrà poi proporre alla Regione un tavolo sullo sviluppo energetico, industriale e portuale del litorale isontino che sia propedeutico alla programmazione strategica per il futuro della città e del litorale, coinvolgendo le principali realtà industriali e i soggetti che operano anche nel mercato dell’energia. La maggioranza ha approvato compatta l’odg presentato da Iacono con cui pure si sollecita la Regione a confrontarsi su nuovo Piano regolatore del porto e bonifiche delle aree industriali. In più, però, il sindaco è sollecitato a farsi promotore della costituzione di un consorzio pubblico-privato per la ricerca sulle energie rinnovabili, oltre che a coinvolgere le imprese che aderiranno al progetto Smartgas «affinché precisino come vorrebbero il mantenimento e lo sviluppo di posti di lavoro nelle loro aziende». Laura Blasich

 

CLIMA/ L’anarchismo di fronte alla catastrofe climatica

L’anarchismo di fronte alla catastrofe climatica

 agli sgoccioli

Vediamo una recente fotografia della

situazione sui mutamenti climatici e

sull’Anthropogenic Global Warming,

da parte della scienza ufficiale.

 

Il 9 settembre 2014 il WMO (World

Meteorological Organization) ha emesso

il comunicato stampa n. 1002

dal titolo “Record Greenhouse Gas

Levels Impact Atmosphere and Oceans”

 

http://www.wmo.int/pages/mediacentre/press_releases/pr_1002_en.html

 

Ginevra, 9 settembre 2014 (WMO) –

La quantità di gas serra nell’atmosfera

ha raggiunto un nuovo record nel 2013,

spinta da un aumento dei livelli di anidride

carbonica.

Le osservazioni della rete Global

Atmosphere Watch (GAW) del

WMO hanno mostrato che i livelli di

CO2 sono aumentati di più tra il 2012 e

il 2013 che durante ogni altro anno dal

1984. I dati preliminari hanno indicato

che questo è probabilmente legato al

ridotto assorbimento di CO2 da parte

della biosfera terrestre, oltre al costante

aumento delle emissioni di CO2.

 

Le dichiarazioni di Michel Jarraud

segretario generale del WMO contenute

nel comunicato

 

 “Sappiamo senza alcun dubbio che

il nostro clima sta cambiando

e sta diventando sempre più estremo a

causa di attività umane, come la combustione

di combustibili fossili”

 

“The Greenhouse Gas Bulletin mostra

che, lungi dal cadere, la concentrazione

di anidride carbonica nell’atmosfera

è effettivamente aumentata

lo scorso anno al tasso più veloce per

quasi 30 anni.

Dobbiamo invertire questa tendenza

riducendo le emissioni di CO2 e di altri

gas ad effetto serra su tutta la linea”

 

“Il tempo è agli sgoccioli.”

 

“L’anidride carbonica rimane nell’atmosfera

per molte centinaia di anni e

nell’oceano ancora più a lungo. Le

emissioni di CO2 del passato, presente

e futuro avranno un impatto

cumulativo sia per il riscaldamento che

l’acidificazione globale degli oceani . Le

leggi della fisica non sono negoziabili”

 

“Il Bollettino Greenhouse Gas fornisce

una base scientifica per il processo

decisionale. Abbiamo la

conoscenza, abbiamo gli strumenti

per tentare di mantenere l’aumento

della temperatura entro i 2 ° C, per dare

al nostro pianeta una possibilità e per

dare ai nostri figli e nipoti un futuro. Implorare

l’ignoranza non può più essere

una scusa per non agire”

 

Le dichiarazioni di Wendy Watson-

Wright, segretario esecutivo della Commissione

oceanografica intergovernativa

dell’UNESCO, contenute nel comunicato

 

“L’inclusione di una sezione sulla

acidificazione degli oceani in questo numero

del Bollettino gas serra del WMO

è appropriata e necessaria. Ora l’oceano,

come driver primario del clima del

pianeta e attenuatore del cambiamento

climatico, diventa un elemento centrale

delle discussioni sul cambiamento climatico

stesso”

 

“Se il riscaldamento globale non è

una ragione abbastanza forte per ridurre

le emissioni di CO2, l’acidificazione degli

oceani dovrebbe esserlo, dal momento

che i suoi effetti si fanno già sentire

e aumenteranno per molti decenni a

venire. Mi unisco preoccupazione del

WMO Segretario Generale Jarraud –

Siamo a corto di tempo”.

 

Siamo a corto di tempo??

Per quanto catastrofiche possano apparire

queste dichiarazioni provenienti della

scienza ufficiale, in realtà non lo sono

abbastanza; per quanto possano apparire

oneste, esse fanno comunque parte

della tragedia-farsa sul clima.

Esattamente trenta anni fa quando

avemmo l’occasione di fare dei seminari

con Murray Bookchin sull’ecologia

sociale,

 

http://www.ecologiasociale.org/pg/seminario.html

lo slogan caratterizzante

quel periodo era “Se non faremo

l’impossibile vedremo l’incredibile”.

Il test di sensibilità sulla percezione di

questo problema lo facemmo proprio

sul movimento anarchico che reagì in

maniera smorta, sorda, abbastanza

ignorante e, talvolta, perfino demenziale.

Assunta l’ipotesi di lavoro che

comunque l’anarchismo costituisce il

migliore dei movimenti, la conclusione

non poteva che essere “l’impossibile

non si può fare, per cui attendiamo

serenamente l’incredibile”.

Oggi, negazionisti alla Franco Battaglia

permettendo, la scienza ufficiale

dice che il tempo sta scadendo e che è

urgente agire per ridurre drasticamente

le emissioni di CO2 e gas serra in

generale.

 

Il 21 settembre è la giornata mondiale

contro i mutamenti climatici ed i capi

di stato si incontreranno a New York.

Inutile dire che, come sempre, verrà

recitata una farsa alla quale seguirà un

nulla di fatto.Agire oggi contro i mutamenti

climatici in un sistema economico

capitalista, o comunque fondato sulla

logica della crescita infinita e con uno

standard culturale diffuso che ignora le

leggi della termodinamica (quelle sì che

non sono negoziabili) è semplicemente

impossibile.

Che fare quindi? Certamente è comunque

meglio limitare il più possibile

le emissioni di gas serra, certamente è

utile cambiare gli stili di vita individuali e

collettivi, certamente rimane fondamentale

le Lotta di Classe contro il Capitalismo

e la Lotta Antiautoritaria contro il

Militarismo, lo Stato, le Religioni, e via

dicendo, ma tutto questo messo assieme

è insufficiente per fermare la catastrofe

globale che è già incominciata.

Resta una sola possibilità; sviluppare

un grande movimento, ancora prima

culturale che politico, che deve rivisitare

(almeno) gli ultimi 200 anni di storia e

ripercorrere gli errori che sono stati fatti

fino ad ora.In particolare è necessario

entrare con forza nel dibattito in corso

sulla “Sustainability Science”.

Dentro questo dibattito l’anarchismo ha molto

da dire e in linea di principio potrebbe

essere perfino in grado di orientarne lo

sviluppo, avendo già ben chiarito, grazie

a Bookchin, che esistono le “Epistemologie

del Dominio”, ma che, allo stesso

tempo, esiste una variegata e ricca

possibilità di “Razionalità Libertaria”

che oggi può trovare un’eccezionale

diffusione. Per quanto ci riguarda, andremo

nella direzione di riagganciarci

alla tradizione degli Atenei Libertari, ma

con l’intento esplicito di dare un’impostazione

direttamente legata alla crisi/

catastrofe globale e studiarne tutti gli

aspetti.

 

Paolo De Toni

Gruppo Ecologia Sociale

Friuli

BASSA FRIULANA/ Manifestazione conclusiva per la petizione delle fontane + rass. stampa

Pagina facebook
https://www.facebook.com/aghedipompe

 

 

Oltre 200 persone in assemblea oltre 10.000 firme raccolte

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/09/23/news/fontane-rispettare-la-volonta-della-gente-1.9979635

 

 

San Giorgio di Nogaro Domenica 21 settembre ore 17.00 in Piazza della Fontana in caso di pioggia in Villa Dora

mv 21 settembre 2014

San Giorgio di Nogaro/ Resistenze di ieri ed oggi

San Giorgio di Nogaro venerdì 26 settembre ore 21.00

26 settembre

 

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