Marzo 19th, 2017 — General, Manifestazioni locali
riceviamo e diffondiamo
Quali problemi possono sorgere dalla nascita di un piccolo centro di accoglienza per i rifugiati a Muggia?
È possibile che la presenza dei rifugiati si traduca in un fatto positivo per l’intera Comunità attraverso attività socialmente utili per il nostro territorio?
Come possiamo evitare che l’accoglienza ai rifugiati, a causa di interventi sbagliati, diventi un problema per i cittadini di Muggia?
Se vogliamo saperne di più, partecipiamo all’incontro con Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà – ICS.
L’ICS, fondato nel 1993, si occupa da anni di risolvere i gravi e urgenti problemi delle persone richiedenti asilo e dei rifugiati, dapprima provenienti dall’ex-Jugoslavia e oggi provenienti dalle zone in conflitto o in presenza di drammi umanitari. Gestisce il programma di accoglienza dei rifugiati a Trieste dal 2001.
E’ stato tra i promotori a livello nazionale dello SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che attualmente coinvolge oltre 400 comuni. È componente del direttivo nazionale dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI).
Mercoledì 12 agosto alle ore 17.00
Sala “G. Millo” di P.zza della Repubblica, 4 – Muggia
Ingresso libero
organizza Cittadini Liberi ed Eguali di Muggia
Marzo 19th, 2017 — Centri Sociali, General
http://www.tuttosquat.net/comunicati-di-solidarieta-al-barocchio-squat/
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Torino
NESSUNO SGOMBERO! NESSUN NUOVO MANICOMIO!
Nonostante siano trascorsi circa 4 mesi dalla chiusura degli OPG
(Ospedali psichiatrici giudiziari), sancita dalla Legge 81/2014, ad oggi
queste strutture sono ancora aperte e la maggior parte delle Regioni
risultano essere ancora inadempienti per quanto riguarda i progetti di
superamento degli ex manicomi criminali. La Regione Piemonte, dovendo
dunque presentare in tutta fretta questi piani, pena il commissariamento
e la – forse ancor più grave – perdita dei finanziamenti statali, ha
pensato bene di prendere in carico gli “internati” attualmente rinchiusi
nell’ex OPG di Castiglione delle Stiviere, concentrandosi in particolare
sull’apertura di 2 REMS (Residenze per l’esecuzione delle misure di
sicurezza), una in un ex SPDC in provincia di Biella e una presso la
Comunità “il Barocchio” di Grugliasco. Si chiudono gli OPG, per aprire i
“miniOPG”, considerati il “nuovo volto umano” della psichiatria
criminale, ma che sono frutto della stessa logica contenitiva ed
escludente, basata sul dispositivo manicomiale della cura-custodia e sul
concetto di pericolosità sociale, nostra pesante eredità lombrosiana e
fascista (codice Rocco del 1930) per cui il “folle” era considerato
incurabile, pericoloso, irresponsabile e quindi da isolare dalla società
e da rinchiudere per sempre in un’istituzione manicomiale. Anche a detta
degli stessi addetti ai lavori, nei fatti nulla cambia se non lo
spostamento della gestione dal ministero di “giustizia” a quello della
sanità e quindi direttamente alle amministrazioni regionali; l’unica
novità pare essere la certezza della durata della reclusione (che dovrà
corrispondere a quella prevista per il reato compiuto) ma anche questa è
uno specchio per le allodole, visto che, finito di scontare la pena, i
reclusi saranno costretti a seguire dei programmi
terapeutico-riabilitativi individuali, attivati dai Dipartimenti di
Salute Metale, che prevederanno il trasferimento in altre strutture
psichiatriche e l’inizio di un processo di perenne assistenza
psichiatrica territoriale e di reinserimento sociale infinito, promesso
ma mai raggiunto, legato indissolubilmente a pratiche e percorsi
coercitivi, obbligatori e contenitivi. Un cappio che è destinato a non
allentarsi tanto facilmente! Per il Piemonte sono stati stanziati oltre
12 milioni di euro, che, visti i ritardi accumulati per la realizzazione
di queste opere, sono stati in buona parte, circa 6 milioni, destinati a
soluzioni temporanee, con voci di spesa delle più varie, che sicuramente
soddisfano le esigenze personali di amministratori e imprenditori
locali. Mancano all’appello 6 milioni, già stanziati nel 2012, da
spendere per le opere definitive, di cui gli atti però paiono essere
secretati, perché non se ne trova traccia nelle documentazioni
istituzionali ufficiali. La clinica “Barocchio” di Grugliasco, di
fianco all’omonima casa occupata, è stata scelta come futura REMS;
funzionari pubblici fin troppo interessati e zelanti sperano di far
partire i lavori già a settembre-ottobre. La versione ufficiale è che si
inizi da piccoli lavori di adeguamento, ma la solidarietà verso una casa
occupata da 23 anni è più forte dei segreti che volevano stravolgere
l’iter democratico, in una cascata ministeri-sindaco-primario, e le
bugie sono troppo grosse per rimanere chiuse in quattro uffici. Così il
cerchio si chiude: esiste ed è reale l’intenzione di sgomberare il
Barocchio Squat per fare spazio ad una struttura di coercizione e
detenzione. Oltre al danno la beffa! La segretezza e la mancanza di
trasparenza di quest’operazione sono un chiaro segnale di quanto stato,
regione e comune siano consapevoli di rischiare per mettersi in tasca
due picci in più. La città di Torino, da sempre punto caldo di conflitto
sociale, saprà rispondere a dovere a questo affronto. La realizzazione
dell’ennesima opera coercitiva non sarà ben accetta, a maggior ragione
se dobbiamo perdere un’occupazione storica, fucina per 23 anni di
attività delle più svariate, da eventi culturali e artistici a pratiche
di autocostruzione e sperimentazione dell’autogestione, con nuovi
paradigmi, che superano i rapporti dettati dal denaro e
dall’autoritarismo, sempre comunque consapevoli che “ognuno è pazzo a
suo modo”. Siamo forti della certezza che con un affronto così non solo
tutte le persone che hanno goduto di questa esperienza negli anni, che
hanno coltivato le proprie lotte in questa casa e che sono ad essa
sentimentalmente legate, ma anche tutte quelle che semplicemente
preferiscono avere uno spazio di libertà in più ed un luogo di
reclusione in meno saranno pronte ad ostacolare in ogni modo questi
progetti!
STATE AGITATI
BAROCCHIO SQUAT
Marzo 19th, 2017 — General, No OGM
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Messaggero Veneto 23 agosto 2015
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Stop agli Ogm: a Porpetto esulta il Coordinamento
«Anche nella Bassa friulana stop al mais Ogm. Così il sindaco-biologo Pietro Dri e l’agricoltore di San Giorgio di Nogaro Cesare Sguazzin dovranno riporre nel cassetto i loro piani Ogm. La nostra attenzione resta alta per intervenire a contrastare ogni distorsione concettuale e pratica su questo problema». Marinella Bragagnini, del Coordinamento di difesa ambientale della Bassa friulana, entra a gamba tesa contro gli estimatori delle coltivazioni Ogm. «Il tentativo di Giorgio Fidenato e Leandro Taboga – dice – di attuare una sedicente sperimentazione con mais Ogm in “campo aperto” è stato definitivamente stroncato dalla Procura di Udine, che, pure mossasi in ritardo, ha ordinato la completa distruzione del campo di mais di Laibacco in comune di Colloredo. Dobbiamo ricordare che il Coordinamento per la biodiversità era intervenuto già il 21 luglio a chiedere un tempestivo intervento di rimozione e distruzione delle colture di mais Ogm sia a Vivaro che a Colloredo. Per quanto riguarda il contenzioso sugli Ogm sviluppatosi nella Bassa, speriamo che questo triste capitolo sia definitivamente chiuso. Ricordiamo che il sindaco Dri si era imposto all’attenzione dell’opinione pubblica per aver arbitrariamente dichiarato la disponibilità del Comune di Porpetto a ospitare le coltivazioni di mais Ogm. Ora – conclude Bragagnini – esce definitivamente perdente!». (f.a.)
Marzo 19th, 2017 — General, Kurdistan
Striscione apparso a Pordenone in via Gorizia
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Marzo 19th, 2017 — General, Manifestazioni locali
Nonostante brutto tempo ottima riuscita di tutte le iniziative dal settimo torneo di calcio antirazzista, all’assemblea pubblica di PN rebel e per finire ai concerti.
Tra i vari temi si pubblicizzato in maniera massiccia il corteo del 12 settembre a Trieste per il Kurdistan.
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Marzo 19th, 2017 — General, Kurdistan
Trieste, 12 settembre, manifestazione in solidarietà alla resistenza kurda
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Album fotografico su facebook
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Marzo 19th, 2017 — General, Manifestazioni
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Lo striscione di apertura del corteo
Report ( dall’ evento facebook della manifestazione https://www.facebook.com/events/1067408343283676/ ).
Una nuova generazione di antifascisti è scesa in Piazza!! E non ha paura né di casapound né della polizia che, come al solito, protegge i fascisti!
Oggi, a Gorizia, infatti si è vista nuovamente e chiaramente, in opera, l’abbinata classica composta da fascisti e polizia. Un episodio da manuale!
In primo luogo, dagli incredibili blocchi della celere, dai quali non passava neanche una mosca, hanno lasciato entrare i fasci in piazza del Municipio e poi, una volta che gli antifascisti li hanno individuati e atterrati, gli sbirri li hanno protetti a colpi di manganello contro i compagni: una delle merde era l. b. di casapound udine. Oramai i giochi si sono chiariti, ognuno sul proprio territorio sappia che i fascisti, in quanto sicuri di godere della protezione sbirresca, questurina e istituzionale, sono entrati in azione.
I fascisti, oggi come ieri, sono servi e strumenti del potere, contro il movimento di classe.
Solidarietà totale ai compagni feriti dalle manganellate.
Nessuna titubanza nell’antifascismo militante.
Di seguito il report che apparirà su Umanità Nova
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Marzo 19th, 2017 — General, Noi
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No Tav, No Repressione
davanti al Teatro Nuovo
“Giovanni da Udine”
NO TAV = NO MAFIA
Ma Caselli non ne sa niente, di quanto è buono il TAV con la tangente?
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News a proposito di TAV e mafie
http://radioblackout.org/2015/09/tav-il-senatore-limprenditore-e-ndrangheta/
Udine giovedì 24 settembre ore 20.00
Presidio – Volantinaggio
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Oltre una ventina di attivist* ha partecipato all’iniziativa
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segue testo del volantino + rassegna stampa
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Marzo 19th, 2017 — General, Profughi e flussi migratori
VENERDI’ 25 SETTEMBRE ORE 17
PIAZZA PREŠERNOV
Molti di noi guardano con preoccupazione alla vergognosa risposta data dall’Ue e dai suoi Stati membri alla crisi dei rifugiati. L’Ungheria ha chiuso e militarizzato il proprio confine con la Serbia. Germania e Austria hanno sospeso l’accordo di Schengen e reintrodotto il controllo sui confini interni dell’Ue.
La risposta del governo sloveno è irresponsabile e inappropriata. Il tipo di copertura mediatica e le azioni delle élite politiche, che stanno cercando di nascondere le responsabilità dell’Ue nella crisi, stanno alimentando il clima di paura irrazionale nei confronti dei rifugiati; paura che a sua volta dà luogo a un’ondata di xenofobia e razzismo senza precedenti. Alcuni gruppi politici di ideologia nazi-fascista intendono trarre vantaggio da questa situazione e hanno annunciato una manifestazione contro i rifugiati prevista per venerdì 25 settembre 2015 e intitolata “Slovenia, proteggi I tuoi confini” (“Slovenija zavaruj meje”).
Una rete di collettivi, organizzazioni e individui ha costituito un Fronte antirazzista, il quale sta costruendo relazioni di solidarietà con i rifugiati e ha deciso di reagire all’imminente manifestazione nazi-fascista lanciando un festival per l’apertura totale dei confini.
Attraverso questa iniziativa vogliamo dimostrare che una manifestazione per la chiusura dei confini è inaccettabile, in quanto la chiusura dei confini è stata la causa della morte di migliaia di rifugiati lungo le frontiere dell’Ue. La nostra società è variegata e le differenza culturali ci arricchiscono e ci rafforzano. Risponderemo all’irrazionale paura che sta alimentando ignoranza e odio avviando un dialogo interculturale che non ignori i rapporti di dominazione stabiliti attraverso il colonialismo e la devastazione capitalistica – rapporti che ancora oggi vengono riprodotti.
Il dialogo interculturale è un appello per una società della condivisione basata sul riconoscimento delle differenze e sulla reale emancipazione di ogni persona.
PONTI, NON MURA!
Fronte antirazzista senza confini
Statement of the Antiracist front without borders
::: Festival of open borders for ALL :::
::: 25.9.15 // 17.00 // LJUBLJANA // PREŠERNOV TRG :::
Many of us are concerned about the shameful response of EU and its member states to the refugee crisis. Hungary closed its border with Serbia and militarized it. Germany and Austria abolished the Schengen agreement and again introduced control on the internal borders of EU. The response of the Slovenian government is irresponsible and inappropriate. Media coverage and the actions of political elites that are trying to cover up the responsibilities of the EU for the refugee crisis are fuelling the climate of irrational fear of refugees that is giving rise to yet unseen flood of xenophobic and racist standpoints. Certain political groups with nazi-fascist ideologies want to take advantage of the current situation. These same forces announced a demonstration against refugees under the name “Slovenia, protect your borders” (“Slovenija zavaruj meje”) on Friday, 25th of September 2015.
Antiracist front, which is a network of collectives, organizations and individuals, is building solidarity with refugees and decided to react to the coming nazi-fascist demonstration with a festival for open borders for all. Through this, we want to show that a demonstration, calling for closed borders, is unacceptable since closed borders are responsible for thousands of dead refugees on the borders of EU. Our society is diverse and cultural differences enrich and empower us. We will answer the irrational fear that is fuelling ignorance and bigotry with intercultural dialogue. The latter does not ignore relations of domination that were established through colonial history and capitalist devastation and which are still reproduced today. Intercultural dialogue is a call for a society of the common, a society based on acknowledgment of differences and real emancipation of everyone.
BRIDGES, NOT WALLS!
Antiracist front without borders
Facebook event: https://www.facebook.com/events/1614909638769715/permalink/1616426535284692/
Marzo 19th, 2017 — General, Kurdistan
PORDENONE mercoledì 22 luglio, in P.tta Cavour dalle ore 18.00
https://www.facebook.com/events/1464826427172187/1465115407143289/
UDINE sabato 25 luglio Borgo Stazione ore 18.00
https://www.facebook.com/ateneofriulano
foto Udine
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Volantino
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Lunedì 20 luglio a Suruç, cittadina curda in territorio turco, un attentato esplosivo provoca una strage ad una conferenza stampa della Federazione delle Associazioni di Giovani Socialisti (SGDF).
Suruç si trova a pochi chilometri dal confine con il territorio siriano controllato dai curdi, vicino alla città di Kobanê, completamente distrutta dopo l’assedio dello Stato Islamico. I militanti della SGDF, che avrebbero dovuto partecipare a dei progetti di ricostruzione della città di Kobanê, si trovavano a Suruç perché questa cittadina è base per ogni attività di aiuto oltre il confine. Lo stato turco però aveva impedito domenica 19 il passaggio del confine ai militanti della SGDF, e la bomba esplode proprio durante la conferenza stampa organizzata per denunciare la repressione del governo turco.
Secondo i numeri ufficiali sono 32 le vittime della strage, sembra però che i morti siano già 50. La maggior parte sono giovani socialisti, ma vi sono anche due anarchici di 19 anni. Oltre 100 i feriti di cui molti gravemente.
Non si tratta di un atto di terrorismo indiscriminato ma di un massacro mirato che punta ad eliminare fisicamente giovani militanti così come ad intimidire quelle forze che sostengono la resistenza della Rojava (Kurdistan occidentale in territorio siriano) e in particolare la ricostruzione di Kobanê. La responsabilità della strage è del governo turco che in Siria foraggia lo Stato Islamico e nello stesso territorio turco supporta gruppi paramilitari fascisti e religiosi per eliminare ogni potenzialità rivoluzionaria in Rojava così come in Turchia.
Il governo turco attraverso i suoi sicari attacca chi lavora alla ricostruzione di Kobanê perché è attraverso la ricostruzione, che non serve solo a costruire strade e edifici ma anche a gettare le basi della nuova società libera che può avviarsi un processo rivoluzionario.
SOSTENIAMO LA RICOSTRUZIONE DI KOBANÊ
SOSTENIAMO LA RESISTENZA E LA RIVOLUZIONE IN ROJAVA
CON LE COMPAGNE E I COMPAGNI COLPITI DAL TERRORISMO DELLO STATO TURCO