MONFALCONE: foto banchetto informativo sul Kurdistan

Fischia ancora il vento a Monfalcone. In una bella giornata di bora partecipato banchetto in piazza per l’occasione restituita alla città e agli antifascisti.

 

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 http://libertari-go.noblogs.org/post/2015/10/27/banchetto-informativo-e-solidale-con-kobane/

 

TRIESTE/ 6 novembre Presidio antipsichiatrico

 
VENERDI 6 NOVEMBRE ORE 16:00
A TRIESTE IN PIAZZA ORTIS
PRESIDIO ANTI-PSICHIATRICO.
 
I poteri economici e politici si inscrivono nei nostri corpi costringendoci ad atteggiamenti preconfezionati. QUESTO FA si che questi siano considerati naturali e quindi giusti. La psicologia e la psichiatria qui intercedono descrivendo la normalità e delimitandone i confini, considerando inadeguato e malato colui che esce da questa condizione. La comunità deve prendere coscienza di quanto LA concezione di malattia SIA ARBITRARIA, per restituire la libertà a quelli che vengono considerati matti e dare dignità al loro pensiero.
 
 

INCONTRO ANTIPSICHIATRICO
 Giuseppe Bucalo
Antipsichiatra, coordinatore del soccorso viola,
associazione sostenitrice dei pazienti psichiatrici,
sarà a Trieste per parlare di tutto cio’.
VENERDI’ 27 NOVEMBRE ORE 17.30
VIA FABIO SEVERO 23
CASA DELLO STUDENTE E3

 
 

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ANTIMILITARISMO/ Contro il 4 novembre

Redipuglia, perchè si chiama così

http://www.lagazzettagiuliana.it/?p=364

https://www.facebook.com/RonchiDeiPartigiani/

 

Udine affissione

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/11/04/news/centro-tapezzato-di-volantini-contro-le-forze-armate-1.12385603

 

Trieste presidio

https://www.facebook.com/events/1716616881908030/

 

 

Fortezza europa: foto dal confine sloveno/austriaco

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Martedì 3 novembre, un gruppo di compagni e compagne del Gruppo Anarchico Germinal assieme ad altri solidali e con l’aiuto dei compagn* anarchic* sloveni è andato a vedere la situazione dei profughi sul confine fra la slovenia e l’austria nella località di Sentilj e, per quanto possibile, dare una mano.
 
Seguono alcune foto della “terra di nessuno” fra i due confini, dove, ogni giorno, migliaia e migliaia di profughi (fra cui moltissimi bambini e bambine) aspettano per ore e ore al freddo e al gelo senza servizi igienici.
 
Sia il lato sloveno che austriaco sono completamente militarizzati ed è molto difficile avvicinarsi ai profughi.
 

SMASH FORTRESS EUROPE!

 

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Trieste: foto e report del presidio antimilitarista del 4 novembre

Nonostante il giorno feriale quasi un centinaio di persone ha partecipato al presidio indetto da “Trieste antimilitarista” contro le celebrazioni per il 4 novembre, giornata di festa per le forze armate.

L’iniziativa ha cercato di essere comunicativa il più possibile con vari interventi al microfono, striscioni, volantinaggi, cartelli e banchetti informativi.

I momenti culminanti sono stati l’esibizione del coro sociale “Voci arcutinate” e il cambio simbolico dei nomi delle vie Diaz e Cadorna in “Via la guerra dalla storia” e “Via ammutinati della brigata catanzaro” (a ricordo di uno dei più importanti atti di insubordinazione avvenuti durante la prima guerra mondiale). 

Il Gruppo Anarchico Germinal ha aderito e partecipato attivamente all’iniziativa

(aderivano ARCI Trieste, Associazione Culturale “Tina Modotti”, Associazione Politica per la Costituente della Sinistra / Trieste per Tsipras,Circolo del Manifesto – Trieste, Collettivo UP – Attivismo Critico, Comitato Pace e Convivenza “Danilo Dolci”, FIOM, Gruppo Anarchico Germinal,Gruppo BDS – Trieste,L’altra Europa per Tsipras – Trieste ,PCdI Federazione della Sinistra,PRC Federazione della Sinistra,Salaam ragazzi dell’Olivo,Sinistra Anticapitalista Trieste)

Di seguito foto e volantino.

No al militarismo 4novembre bis

 

 

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Sterpo di Bertiolo/ Quest’acqua è buonissima

mv 09 11 2015

 

mv 9 novembre 2015

GRANDI OPERE/ Il ritorno di Sonego

Succede a Trieste lunedì 9 novembre

 

E’ TORNATO NERONE !

Annunciato con il clamore delle grandi occasioni, è tornato alla ribalta e senza il minimo pudore ha usato il palazzo della Regione per rilanciare la TAV e per rifarsi una verginità.                   

Lo avevamo lasciato al disonore della cronaca il giorno in cui Illy e il suo centro sinistra si erano dissolti come neve al sole, o per meglio dire per colpa della spocchia del capo, ma anche per l’insopportabile arroganza e presunzione del suo assessore alle infrastrutture. Noi non gli abbiamo dato tregua e ovunque andasse eravamo lì, pronti a contraddire le sue fanfaronate: sicché per non perdere la faccia aveva preso l’abitudine di evitare il confronto e si era fatto anguilla, pronto a tagliare la corda con la solita scusa dell’impegno istituzionale.  In verità, l’uscita di scena di Lodovico Sonego non era stata indolore, né di poco peso; tant’è che a distanza di un decennio ne paghiamo ancora le conseguenze: fiumi di denaro spesi per lanciare una TAV mai decollata, un elettrodotto inutile che si è fatto strada fra spintoni e falsi clamorosi, un cementificio mai nato…

Uscito di scena, ne avevamo perso le tracce: non senza un sospiro di sollievo.  Poi, improvvisamente eccolo riapparire nelle liste elettorali del PD e, a dimostrazione che per certi miracoli il Padre Eterno non c’entra affatto, eccolo   a pigiare bottoni nel Senato della Repubblica con il piglio di chi mette il cuore oltre l’ostacolo pur di non rinunciare ad un centesimo del suo vitalizio. Uomini di sinistra d’altri tempi, coerenti e tutti d’un pezzo come lui, non se ne vedono più! Rossi come i rapanelli, sebbene in superficie. Ma ecco arrivare la riforma del Senato, la disoccupazione e forse un futuro di stenti. Ma lui no si arrende

 

Dopo lungo dibattere, i suoi biografi oggi sono concordi nel dire che l’ispirazione gli sia piovuta addosso, non tanto dalla serie televisiva dei Puffi, quanto dall’indimenticato “Torna a casa Lassie”. In effetti, con l’esperienza accumulata  negli anni trascorsi all’assessorato regionale e i guai combinati in quella veste, egli si è convinto di organizzare il suo rilancio in quello stesso palazzo che lo aveva visto insalutato ospite. Altrove, non se lo sarebbe filato nessuno!

Infilata la casacca di capo della delegazione italiana al Central European Initiative (un carrozzone di nessuna importanza!)  ha quindi preso possesso del salone d’onore, incurante di mettere a dura prova quel povero Francesco Giuseppe che nel suo ritratto vi campeggia da duecento anni, costretto com’è a sorbirsi le malefatte dei padroni di turno. Le sede è prestigiosa, sufficiente a impressionare le delegazioni dei Balcani, affluite con i denari di Pantalone e costrette a meritarsi vitto e alloggio: senza scampo e alternative di sorta, dato che di lunedì i negozi triestini restano inesorabilmente chiusi.

La sceneggiata inizia davanti ai delegati stranieri e al solito gruppo di rappresentanti locali sempre pronti alla bisogna, come se vivessero riposti in uno degli armadi del palazzo. Sul tavolo della presidenza, il Pantheon di casa nostra, pronto a fare il discorsino di circostanza, che nemmeno c’entra con l’avvenimento. Non senza dare evidenti segni di impazienza la governante si lascia sfilare il discorso di benvenuto e di apertura della sessione. E’ Sonego a tenere banco e lo fa con la grazia e l’arguzia di un norcino inglese quando con energiche, sapienti mosse, si avvia a squartare la suina carcassa fumante.

E’ una farsa recitata in lingua inglese, ma nessuno sembra accorgersene, tanto meno il pacioso Iacop che mentre farfuglia cose senza un filo logico, ti aspetti sempre che dalla tasca gli esca una trottola, una biglia o una figurina dei Pokemon. L’unica ad aver capito il gioco è la governante e per questo non vede l’ora di andarsene. Il gioco è chiaro: tutto quell’ambaradan è stato messo in piedi per  impressionare i delegati stranieri e convincerli a conferire a Sonego la presidenza del CEI alla prossima seduta plenaria che si svolgerà a Skopje in dicembre. Insomma, il lupo si è fatto agnello e, per carpire lo scettro del gregge, è disposto a tutto, a perorare la causa dei Balcani, a farli entrare nella Nato… Per impressionarli li porta a mangiare al Savoia, li blandisce e per dimostrare le sue doti ha fatto accorrere ben due commissari europei.  

 

Nessuno gli deve toccare il giocattolo, sicché quando il buon commissario del porto di Trieste termina l’unica relazione in programma e, aperto il dibattito,   gli fai pacatamente ammettere che non esiste una politica regionale, né un coordinamento che metta in rete i tre porti della Regione, Sonego ti fa subito togliere la parola da una bionda paraninfa che, alloggiata al tavolo della presidenza, gli regge il gioco. Nel paese dove il presidente di RFI è stato appena arrestato per corruzione e la TAV costa quattro volte il costo europeo, nessuno può prendere la parola, ad eccezione dei delegati stranieri che non lo danno a sapere. Cosicché, quando dal pubblico si eleva una voce di dissenso nei confronti dell’alta velocità regionale, chiamano la Digos ed è un parapiglia.

Quando poi, con ben quattro ore di ritardo sta per arrivare l’unico Commissario Europeo di quelli previsti, il timore della contestazione -o per meglio dire la coda di paglia- comincia a trapanare il cervello di Sonego. Forte di una tradizionale attitudine alla intolleranza, ci ordina di abbandonare d’immediato la sala e, di fronte al nostro diniego, affida l’incombenza all’ispettore della Digos, il quale è troppo competente per dare corso alle brame di un senatore in crisi di astinenza di potere. Intanto, costretto ad assistere alla scena dall’alto della sua effige, il buon Cecco Beppe ha un moto di rabbia e, allora, ti rendi conto che tua nonna aveva ragione: l’Austria era davvero un paese ordinato.

Ma ecco Jan Brinkhorst, commissario del cosiddetto corridoio mediterraneo, prendere finalmente la parola: sette minuti di imperdonabili ovvietà, condite con il ricatto del finanziamento europeo che salta qualora non ci si mette d’accordo sulla tratta Trieste Divacia. Siamo alla frutta: giusto il tempo per la bionda paraninfa di raccomandare la designazione di Sonego a presidente dei Balcani nella sessione di Skopje. In quel mentre vedi l’ex senatore Rosseti bighellonare per le vie del centro, oppresso da una incipiente obesità e dalla responsabilità di aver retto per troppi anni il moccolo alla TAV con i soldini pubblici. La RAI e i giornalisti hanno visto e udito tutto: ma sempre inutilmente!                                                                       


Tibaldi Aldevis              Comitato per la Vita del Friuli Rurale  www.facebook.com/comitato.friulirurale


REGIONE FVG/ Sulla falsificazione dei fatti riguardanti CdC di Trieste e CPI pubblicata su informa-azione

La vicenda in questione è trattata a questo link sul sito informa-azione pubblicata il 3 novembre 2015

http://www.informa-azione.info/trieste_antifascismo_se_vedo_un_punto_nero_ci_vado_al_bar

La prima cosa che va detta è che la questione dell’incontro fra CPI e un esponente della Casa delle Culture di Trieste (area cosiddetta dei disobbedienti) non è stata di pubblico dominio fino a che il sito inform-azione l’ha pubblicato e resa leggibile a tutti, sbirri compresi; e qui stà la prima notizia falsa data in quell’articolo quando dice essendo solo ora il fatto di pubblico dominio”. Anzi si trattava di una vicenda tutta in chiave triestina e della quale non si era saputo nulla nel resto della Regione. Qui dall’altra parte stà il primo errore dei gruppi e delle individualità antifasciste di Trieste. Un evento del genere, cioè l’incontro con dei fascisti (accaduto mesi fa, peraltro non si sa quando, anche se certamente successivo al 23 maggio) è intrinsecamente sbagliato e senza alcuna giustificazione e, soprattutto doveva quanto meno essere sottoposto subito all’attenzione dell’intero movimento regionale che è sceso in piazza contro casapound a partire dalla grande manifestazione antifascista ed antimilitarista del 23 maggio 2015 organizzata dall’Osservatorio Regionale Antifascista. Quando si è venuti a conoscenza di questo fatto, ai primi di novembre 2015, Il problema spinoso immediato è stato ovviamente di verificare il senso di tale incontro per capire si trattava di una cosa grave o di un errore riconducibile a tipologie di condotta superficiale che spesso accadono in varie situazioni. Essendo il comunicato su inform-azione partorito anche in territorio udinese va detto che l’autore/autori non hanno adottato la stessa perentorietà per eventi simili e anche peggiori, in ambito udinese, dei quali gli stessi autori sono ben a conoscenza e anzi li continuano ad ignorare. Se mi si chiede di fare esempi concreti sulla situazione udinese, che conosco bene, li faccio volentieri e li potrei legittimamente fare da subito trattandosi in vari casi di cose già, non solo note all’interno dei movimenti, ma decisamente pubbliche a tutti gli effetti. I duri e puri non esistono e gli errori nella militanza politica li fanno tutti, solo che le persone con un minimo di saggezza lavorano per la correzione degli errori invece i settari li strumentalizzano per farsi strada e cooptare in maniera subdola nuovi adepti e stabilire una fittizia linea di demarcazione in modo manicheo e strumentale. Le verifiche sul caso CPI-Casa delle Culture hanno portato all’esito che si è trattato niente di più che una leggerezza condotta per altro da una singola persona, e che assolutamente nessuna trattativa di non belligeranza con i fascisti è stata condotta. Quindi la questione si poteva chiudere semplicemente con un richiamo al mantenimento dell’assoluto rigore politico nell’applicazione del principio che con i fascisti non si parla, non si partecipa mai in nessuna forma alle loro iniziative, non si lasciano entrare nei comitati popolari, o nelle manifestazioni studentesche, anche se dicono di condividere i temi, eccetera…. Cioè l’antifascismo è prima di tutto un insieme di misure preventive che devono impedire ogni contaminazione dell’azione politica dei movimenti quando scendono in piazza nonchè durante la loro attività anche ludiche, culturali musicali eccetera. Cosa, oggi come oggi, sempre più importante visti i mescheramenti che in particolare casapound assume

Ritornando all’articolo di inform-azione, esso è stato oggetto di un aggiornamento il 4 novembre dove si dice che tutta una serie di esponenti di sigle politiche citate,  hanno solidarizzato con i disobbedienti e i loro metodi di incontro con CasaPound”Questo è assolutamente falso, perchè ancorchè si sia rilevato che il fatto non aveva la connotazione che veniva veicolata verbalmente (il patto di non belligeranza) è stata mantenuta viva la critica che con i fascisti non ci deve essere alcuna relazione e che del fatto stesso doveva essere informato il movimento che si batte contro i fascisti e cpi in particolare. Ovviamente molti hanno  denunciato che l’articolo su informa-azione era una strumentalizzazione. L’aggiornamento del 4 novembre infine tradisce ancora di più la natura strumentale, (anche attraverso la consequenzialità persone-sigle, peraltro approssimativa) di chi ha voluto dare in pasto al pubblico una vicenda e i suoi sviluppi collaterali, mai pubblici, che poteva/doveva essere solo oggetto di discussione interna e come tale era iniziata.

 

Paolo De Toni – Cespuglio

San Giorgio di Nogaro 14 novembre 2015

Contro l’Isis e i suoi complici, a fianco della Rojava in lotta

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Oggi a Trieste, su iniziativa dell’Unione degli Studenti si è tenuto in mattinata in piazza Unità un presidio solidale di risposta agli attentati di Parigi. Si leggeva nell’appello: “Massima solidarietà alle vittime del terrorismo. Di fronte ai drammatici fatti di questa notte e di questi ultimi giorni, non possiamo restare a guardare. Domani in piazza Unità per stare vicini ai nostri fratelli e alle nostre sorelle in Francia, in Libano, in Afghanistan e nel Kurdistan. Il silenzio sulle brutalità d’oltremare è stato spezzato da un violento attacco al cuore dell’Europa, ad una città che era già stata ferita nel precedente attentato.
Contro il gesto folle e brutale, contro ogni razzismo, odio religioso e xenofobia, per stare vicini a chi sta vivendo nel terrore, a chi come i kurdi di Kobane si oppone con la propria vita all’avanzata degli integralismi, a chi ha perso i propri cari e a chi si sta rifugiando in Europa per fuggire proprio da barbarie come questa. Noi non resteremo in silenzio.
Con la mente a Parigi, il cuore in Medioriente e la rabbia a Kobane.”

 

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Iniziative questo fine settimana

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VENERDI’ a LUBIANA “Frontiere aperte per tutt*” festival

 

SABATO a BAGNARIA ARSA concerto-festival per Affinità Libertarie

 

SABATO a PORDENONE “Viareggio brucia” incontro con Riccardo Antonini

 

SABATO a PORDENONE presidio “Mai con Salvini”