Entries from Marzo 2017 ↓
Marzo 17th, 2017 — General, Gruppo Anarchico Germinal
Bellissima serata ieri sera! Alessio Lega, Leonardo Spinedi e Giancarlo Lombardi sono stati bravissimi coinvolgendo tutta la piazza. Il concerto è stato dedicato a Edvino Ugolini, compagno recentemente scomparso. Sono stati anche ricordati i prossimi appuntamenti di lotta di questa settimana contro il rigassificatore e contro la TAV.
Quasi un centinaio di persone è passata a vedere il concerto ed ha affollato il banchetto coi libri, cd (l’ultimo cd di Alessio Lega andato esaurito!) e cibo. Ottime anche le offerte che hanno permesso di coprire le spese dell’iniziativa ed avere un piccolo avanzo che andrà a sostenere le attività e la sede del Germinal. Piazzetta Puecher si è rivelata un’ottima location per le iniziative e i contatti presi in quartiere ci aprono delle possibilità per nuovi spazi per iniziative estive il prossimo anno.
Peccato per chi non c’era che si è perso una gran serata ma tranquilli il prossimo anno Alessio sarà di nuovo con noi! Ci si vede nelle piazze nei prossimi giorni e alle prossime iniziative…ricordo che la nostra sede di via del Bosco 52/A è aperta ogni giovedì dalle 18 alle 20. Il nostro blog è germinalts.noblogs.org










Marzo 17th, 2017 — General, Mare
DA NOTARE CHE IL PICCOLO CENSURA LA PRESENZA DEI NOTAV BEN PRESENTI CON BANDIERE,STRISCIONE E VOLANTINAGGIO PER IL PRESIDIO DI MERCOLEDI’ SOTTO IL COMUNE. SARA’ UN CASO?





Dal Piccolo del 17/09/13
E in piazza arriva la protesta “eterogenea”
di Pierpaolo Pitich TRIESTE Sono da poco passate le 17, quando la vice presidente della Commissione europea Viviane Reding esce dal Centro Congressi della Stazione Marittima, al termine del “Dialogo con i cittadini”: ad attenderla circa duecento manifestanti che, quando si accorgono che sta lasciando l’edificio dalla porta opposta a quella prevista, scortata dal servizio d’ordine, accennano ad una contestazione, spostandosi in blocco con tanto di cori e striscioni. Reding sfreccia via in automobile, protetta dal cordone di sicurezza, mentre gli agenti in tenuta anti sommossa evitano che ci sia il minimo contatto. È stato l’unico momento di tensione nel pomeriggio di protesta organizzato nel piazzale della Stazione Marittima contro il rigassificatore. I primi striscioni compaiono già poco prima delle 14: l’area è completamente transennata ed occupata dai mezzi blindati di polizia e carabinieri, mentre all’esterno il clima rimane sostanzialmente tranquillo. In realtà sembra di assistere a due presidi distinti: da una parte le associazioni ambientaliste, con i loro interventi al microfono e con gli striscioni “Trieste dice no ai rigassificatori” e “Giù le mani dal golfo di Trieste”. Dall’altra i rappresentanti del Movimento Trieste Libera con le immancabili magliette e bandiere e con gli striscioni che inneggiano al Tlt, ma anche con un eloquente “Rigassificatore game over”. Stesso obiettivo dunque, ma motivazioni di fondo diverse. «Stiamo portando avanti una battaglia che dura da anni e dove l’aspetto più importante è quello della sicurezza – spiegano Dario Predonzan del Wwf ed Ettore Calandra di Legambiente -. L’unica strada da percorrere è quella di annullare definitivamente la Valutazione di impatto ambientale viziata da errori e ripartire da zero». Una questione che invece non si pone nemmeno per gli esponenti di Trieste Libera. «Non ha nessun senso parlare di rigassificatore, in quanto le leggi italiane non hanno alcun valore all’interno del Porto di Trieste – dice Roberto Giurastante -. Il convegno di oggi è solo una campagna elettorale dell’Ue che cerca di convincere i cittadini ad andare al voto il prossimo anno». Nel piazzale sventolano anche le bandiere di Rifondazione comunista, Sel, Comunisti Italiani e Movimento 5 Stelle. «Il rigassificatore porterebbe alla fine del Porto di Trieste, ma c’è qualcuno che non vuol rispettare la volontà popolare» il commento del consigliere comunale Marino Andolina, mentre per Stojan Spetic, segretario regionale dei Comunisti Italiani: «Siamo di fronte ad una Europa che limita la democrazia e finge di ascoltare i cittadini». Secondo Giulio Lauri di Sel è l’«attuale governo che adesso deve far valere la posizione già espressa dai cittadini e dalle istituzioni locali», mentre per il grillino Paolo Menis è «fondamentale la partecipazione dei cittadini, troppo spesso messa sotto i piedi e ignorata anche a livello europeo»
Rigassificatore, l’Ue cede la palla a Roma
La vicepresidente della Commissione Reding arriva a Trieste e assicura: «Aspettiamo la valutazione ambientale italiana»
di Giovanni Tomasin
TRIESTE. La Commissione europea rimette all’Italia la decisione sull’opportunità o meno di realizzare un rigassificatore a Zaule. Dopo che nei mesi scorsi Bruxelles aveva definito «strategico» un impianto nell’Alto Adriatico, senza però specificare la locazione, ieri a Trieste la vicepresidente della Commissione Viviane Reding ha aggiustato il tiro. «Prima di arrivare qui ho parlato con i colleghi della Commissione: mi hanno detto che si attende la conclusione della nuova valutazione di impatto ambientale italiana prima di pronunciarsi nel merito».
Reding è sbarcata nel capoluogo regionale per l’ultimo incontro di un tour che ha portato i rappresentanti dell’Unione a incontrare i cittadini europei: accompagnata dal ministro agli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, alla presenza della governatrice Debora Serracchiani, Reding ha risposto alle domande di ottocento italiani, sloveni e croati. Diverse le osservazioni fatte dai triestini in merito al rigassificatore, mentre fuori dalla Stazione marittima circa duecento persone protestavano contro il progetto. Moavero ha posto l’accento su come il governo italiano abbia «appositamente sospeso per sei mesi la procedura di Via per confrontarsi con il territorio e le istituzioni locali», aggiungendo poi che «la Commissione europea discuterà di questo argomento nelle prossime settimane e, come ha detto Reding, di certo starà a sentire il parere dell’Italia». Su quale sia questo parere, però, il ministro ha preferito non sbilanciarsi.
In apertura dell’incontro il sindaco di Trieste Roberto Cosolini ha colto l’occasione per ribadire la contrarietà delle istituzioni locali non tanto alle necessità strategiche di rifornimento energetico europee, quanto «a questo specifico progetto, che per la sua locazione ha sollevato criticità ben precise di carattere ambientale e in ambito di sicurezza».
Ma nel dibattito di ieri non si è parlato soltanto di rigassificatore. Prima dell’incontro con i cittadini, Reding ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Il dialogo transfrontaliero di Trieste riunisce cittadini di quattro paesi vicini e rappresenta un esempio importante di ciò che veramente significa un’Europa senza frontiere. Non dobbiamo mai dimenticare che il diritto alla libera circolazione di ogni cittadino europeo è un bene da tutelare e proteggere. Non è negoziabile. L’allarmismo populista intorno al turismo sociale non ha spazio in Europa. Dobbiamo restare fedeli ai principi che sono alla base dell’Unione europea e la libera circolazione è il nucleo di ciò che l’Ue è e rappresenta».
Il pubblico, attraverso un sistema di consultazione elettronica, ha espresso la sensazione di non essere ascoltato dalle istituzioni europee: «L’ascolto c’è in incontri come questo ma non solo – ha risposto Reding -. Le elezioni europee a cui ci stiamo avvicinando sono una tappa importantissima per il dialogo fra l’Unione e i suoi cittadini, ed è pertanto fondamentale che gli elettori scelgano i loro europarlamentari e li votino in maniera tale da veder rappresentate le loro istanze nel migliore dei modi».
Conversando con la stampa, Moavero ha parlato delle prospettive generate dai finanziamenti europei: «Penso che parlare di Europa matrigna in Italia sia particolarmente fuorviante. Siamo alla fine del periodo del bilancio europeo 2007-2013 e abbiamo ancora il 60% di fondi strutturali da spendere. Sono circa 16 miliardi. Con il cofinanziamento nazionale obbligatorio fanno circa 30 miliardi. Nel programma finanziario europeo 2014-2020 ci saranno oltre 29 miliardi per l’Italia che con il cofinanziamento nazionale fanno circa 58. Stiamo parlando quindi da adesso al 2020 di una somma pari a circa 85-90 miliardi di euro a disposizione della crescita economica e della creazione di posti di lavoro». A dar man forte, sottolineando l’importanza di far capire che «essere cittadini europei, soprattutto per le giovani generazioni, è il futuro», la governatrice ed ex europarlamentare Serracchiani.
ARTICOLO SUL SITO BORA.LA
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Il piccolo censura anche oggi il presidio NOTAV . Ma noi ci saremo. 18.30 sotto il comune!
Dal Piccolo del 18/09/13
Tav, oggi voto in aula Ma Sel va contro il suo stesso assessore
Il partito sulla delibera del “non parere”: «Serve un no» Laureni: mancano elementi. Bandelli: risibile. Pd schierato
di Fabio Dorigo Né sì, né no. Ni. Sulla Tav locale il Comune di Trieste sceglie la terza via. Una delibera “indecisa” è quella che l’amministrazione comunale, per mano dell’assessore all’Ambiente Umberto Laureni, sottoporrà stasera all’esame del Consiglio comunale, al primo appuntamento dopo la pausa estiva. Ma si può votare una delibera che non delibera anche se solo simbolica (visto che non è vincolante né per la Regione né per il governo centrale)? L’amministrazione teorizza la non decisione come scelta politica. Ovvero delibera di “non esprimere parere” sull’Alta velocità ferroviaria Ronchi-Trieste arrivata al progetto preliminare con alcune, ma non tutte, prescrizioni accolte da Rfi-Italferr. Ma Sinistra ecologia e libertà ha già annunciato ieri in una conferenza stampa, preventivamente, che voterà contro la delibera che porta la firma dello stesso assessore Laureni, che sta in giunta in quota Sel. «Noi confermiamo il voto contrario dell’altro anno» dice il capogruppo di Sel Marino Sossi. Una posizione condivisa dalla Federazione di sinistra che ha già annunciato da tempo il parere negativo. «Serve anche un minimo di solidarietà territoriale. Visto che tutti i comuni interessati dalla Tav si sono espressi negativamente, non possiamo far finta di niente» aggiunge Sossi. Una delibera che non è né carne, nè pesce. Anzi, la delibera era nata con parere contrario (visto che le Ferrovie non aveva rispettato tutte le prescrizioni a cui Trieste aveva vincolato il parere favorevole un anno fa), che poi è stato modificato dall’assessore in un “non parere” nel tentativo di una mediazione impossibile. «Il Consiglio comunale non può non esprimersi. O sì, o no. Non siamo mica Don Abbondio» aggiunge Sossi piazzando una citazione scolastica dai “Promessi sposi”. «C’è il dubbio che non esprimendo un parere resti il parere favorevole dello scorso anno» spiega Sossi. Il parere favorevole era stato ottenuto nell’agosto 2012 con il concorso determinante del centrodestra. Per questo Sel chiede alla maggioranza un voto contrario. «Dopo aver ingoiato un rospo dietro l’altro, dalla Tares al Park Audace, ora è giusto che sulla Tav siano gli altri ad allinearsi a Sel. Mi sembra poi che il Pd sia al governo in molti comuni che hanno votato contro» spiega Sossi. Un appello che per ora cade nel vuoto. «Noi siamo per la delibera della giunta che sceglie di “non esprimere parere”» chiude subito Giovanni Maria Coloni, capogruppo del Pd. Ma come la mettiamo con l’assessore Laureni in quota Sel? «A lui piacciano le mediazioni» allarga le braccia Sossi. «La delibera è in contrasto con il parere favorevole di un anno fa, ma propone una pausa di riflessione. Mi spiace che il mio partito non colga questa differenza – spiega Laureni -. Mi rendo conto che la scelta di esprimere un parere che di fatto decide di non decidere è un controsenso. Ma non abbiamo in mano tutti gli elementi per decidere». Difficile fare pronostici sul voto di questa sera. Le maggioranze in Consiglio variano come il tempo. L’opposizione, a differenza di anno fa, sembra pronta a dire no a una delibera che non sceglie. Franco Bandelli (Un’Altra Trieste): «Fa ridere un Consiglio comunale che esprime un non parere». E Paolo Rovis (Pdl): «Così votiamo no». Un appello che arriva anche dal mondo ambientalista, con una nota del Wwf, dopo l’audizione di lunedì scorso e quella di ieri con Italferr: «Ci attendiamo che il Consiglio voti secondo logica e dignità, esprimendo un parere negativo». “Così è se vi pare” direbbe Pirandello. E non si riferiva ad alcuna delibera sulla Tav.
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
RASSEGNA STAMPA | I trucchi di Sonego e la necessità di una risposta politica
NEWS: nella notte la giunta comunale è stata battuta e l’oscena mozione di “non parere” è stata bocciata. Domani maggiori dettagli.
Bel presidio mercoledì 18 settembre in attesa delle decisioni del Consiglio Comunale sulla TAV

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Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
VERGOGNOSA CENSURA DEL PICCOLO DEL PRESIDIO NOTAV SOTTO IL COMUNE!!!
Dal Piccolo
Comune, giunta bocciata sulla tav
VENERDÌ, 20 SETTEMBRE 2013
di Fabio Dorigo Rischiare la crisi su un “non parere”. A Trieste succede. La maggioranza di centrosinistra del Comune finisce sotto per la prima volta dopo oltre due anni su una delibera sulla Tac/Tav che non delibera nulla. Da non credere. Tutto accade a notte fonda in Consiglio comunale con la votazione sul documento equilibrista messo a punto dall’assessore Umberto Laureni: 19 contrari e 17 favorevoli. Maggioranza bocciata proprio a inizio anno scolastico e a ridosso del report di metà mandato. Un corto circuito politico che è riuscito a saldare gli opposti: i No Tav con i pro Tav. A promuovere il “non parere” della giunta il Pd in blocco (il partito del sindaco), i Cittadini e Trieste cambia. L’ala sinistra, con Sel e Federazione di sinistra in prima fila, hanno votato assieme all’opposizione (Forza Italia, Pdl, Un’Altra Trieste, Movimento 5 Stelle, Lista Dipiazza, Lista civica indipendente). Con loro anche Paolo Bassi, ex Idv ora nel gruppo misto. E la sospensione del giudizio sull’Alta velocità ferroviaria diventa una “sospensione” della maggioranza. “Epochè” alla greca. La maggioranza che decide di non decidere. Con il sindaco Roberto Cosolini che in aula, nel cuore della notte, preannuncia “conseguenze politiche”. Fortuna vuole che la Tav (facile immaginarne il motivo) non sta nel programma di coalizione. «Non possiamo fare finta che non sia successo nulla. La sconfitta della giunta c’è stata. Abbiamo subito una battuta di arresto» ammette a malincuore il primo cittadino annunciando un chiarimento («Meglio di verifica che sa di vecchia politica»). Anche perché ormai non si contano le volte che Sel o la Federazione della sinistra si smarcano dalle scelte della giunta. Un anno fa, sempre sulla Tav, venne in soccorso parte dell’opposizione, a far passare il parere favorevole condizionato a una serie di prescrizioni (che Italferr ha accolto solo in parte). «Adesso basta. C’è bisogno di un chiarimento. Dirò le cose che intendo fare nei prossimi due anni e chiederò responsabilità da parte della maggioranza. Voglio sapere chi ci sta. Chi non vuole starci è libero di non starci più. C’è un patto, ma non un obbligo. Nessun appello alla disciplina anche se ogni tanto un po’ di disciplina ci vorrebbe» chiarisce Cosolini che non vuole essere cotto a fuoco lento. E intanto difende la delibera bocciata («Non è vero che non diceva nulla. Anzi ha un precedente illustre: la giunta Illy approvò due libere senza parere sul rigassificatore») e il suo assessore Laureni («Gode della mia stima incondizionata»). «La realtà è che nessuno può cantare vittoria. Il voto contrario ha visto prevalere i sostenitori del no aprioristico e ideologico e quelli del sì senza condizioni della Tav. Un pasticcio» sottolinea Cosolini. Che alla Tav è favorevole. «La mia delibera era un tentativo di mediazione. Si sa: io sono contrario alla Tav e il sindaco è favorevole» ammette con onestà l’assessore Laureni. «Mi dispiace che il mio partito non abbia capito la novità della delibera: è il primo mezzo passo indietro del Comune dopo sei pareri favorevoli espressi in passato». E così la Regione si troverà senza il parere del Comune di Trieste (nella migliore delle ipotesi avrebbe avuto una delibera con un “non parere”). E anche vero che la prima bozza della delibera dell’assessore Laureni esprimeva un parere contrario. «È un buon momento per il movimento No Tav, ma un brutto momento per il centrosinistra al governo della città» sintetizza Marino Andolina, capogruppo della Federazione della sinistra. Marino Sossi, capogruppo di Sel, non presente in aula al momento del voto per problemi di salute, esulta: «Finalmente viene così rispettato il voto contrario dei comuni minori e dei consigli circoscrizionali. Quello che non capisco è il Pd che a Duino e Sgonico vota in un modo e a Trieste all’opposto. Non ha una linea neppure a livello provinciale. Noi, invece, dobbiamo chiarire la posizione ambigua tenuta dal nostro assessore». Il Pd difende la sua “non scelta” comunale. «Il voto contrario in Consiglio – spiegano il capogruppo Giovanni Maria Coloni e Mario Ravalico – è stato il frutto dell’estemporanea saldatura fra posizione opposte. Si potrebbe dire che stavolta è prevalso il partito del “no se pol”: spiace che anche una parte della maggioranza abbia preso questa posizione e non si potrà non trarne motivi di seria riflessione per il futuro». Conseguenze politiche? «Se qualcuno vuole conseguenze politiche da questo voto, se ne assume tutta la responsabilità – dice il saggio presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic -. La Tav non era inserita nel programma amministrativo proprio perché si sapeva che non era possibile trovare accordi». Un “non parere” già scritto prima della delibera
«È GIUNTA L’ORA DELLE LARGHE INTESE?»
La provocazione di Ferrara e de Gioia. M5S: «I cittadini vogliono risposte chiare»
Il “non parere” sulla Tav unisce il “sì” e il “no” all’Alta velocità ferroviaria. Un compromesso che, secondo alcuni, potrebbe addirittura preludere a un cambio di maggioranza. Le grandi intese che stanno tramontando a Roma potrebbero risorgere a Trieste. «Ora dall’abile stratega Cosolini ci aspettiamo un’ulteriore mossa. Quella, cioè, di riportare immediatamente la delibera in Consiglio comunale con il suo parere, quello favorevole. Senza inutili compromessi con Sel e Federazione della Sinistra e con un risultato certo. Maggioranza garantita con i voti di Pdl e Pd. Che si stia preparando la grande coalizione anche a Trieste per evitare i ricatti politici della sinistra?» si interrogano Maurizio Ferrara e Roberto de Gioia, gli ex leghisti che hanno fondato la Lista Civica Indipendente. Fantapolitica? Illazioni? Chissà. Michele Lobianco, consigliere di Fli, parla di «intense sfumature pirandelliane e di un impossibile compromesso che il sindaco ha ricercato con la “sinistra estrema”,creando di fatto un vero “papocchio” sonoramente bocciato. Ora non c’è né delibera né parere e né maggioranza». Tutto sbagliato, tutto da rifare. L’opposizione che l’altra notte ha votato compatta (non capita spesso) assieme alla sinistra non ha una linea comune sulla Tav. Il Movimento 5 Stelle è, per esempio contrario. «Sulla Tav a Trieste tutti i cittadini che si oppongono a questa opera assurda e inutile hanno ottenuto ieri una piccola vittoria» dichiarano i consiglieri comunali Paolo Menis e Stefano Patuanelli. «Per fortuna il Consiglio comunale ha bocciato la “non” delibera – aggiungono i due portavoce del M5S -, un documento che il centrosinistra ha presentato senza prendere posizione univoca sulla Tav. I cittadini chiedono risposte chiare e la politica non può rispondere con non pareri».
da triesteallnews.it
- POLITICA Hanno votato contro, oltre all’intera opposizione, anche Federazione della Sinistra, Sel e Paolo Bassi del gruppo misto

- 19.9.2013 | 17.55 – «Sulla Tav a Trieste tutti i cittadini che si oppongono a questa opera assurda e inutile hanno ottenuto ieri una piccola vittoria». Questo il commento dei consiglieri comunali M5S Paolo Menis e Stefano Patuanelli (nella foto) sulla bocciatura della delibera comunale che non esprimeva alcun parere sul tracciato Venezia – Trieste.
Hanno votato contro la delibera, oltre all’intera opposizione, anche Federazione della Sinistra, Sel e Paolo Bassi del gruppo misto.
«Per fortuna il Consiglio comunale ha bocciato la “non” delibera – proseguono i due portavoce del M5S -, un documento che il centrosinistra ha presentato senza prendere posizione univoca sulla Tav. Almeno per lo spazio di una serata è prevalso il buon senso nel Municipio triestino. I cittadini chiedono risposte chiare e la politica non può rispondere con non pareri».
«Non ci illudiamo che il voto di ieri possa cambiare da solo le sorti della guerra al progetto Tav/Tac – aggiungono Menis e Patuanelli -. Le battaglie continuano e il M5S boccerà sempre progetti di devastazione ambientale e che per di più non stanno in piedi dal punto di vista economico». La proposta del M5S sul trasporto ferroviario è chiara. «Il trasporto su ferro è fondamentale. Piuttosto che impantanarsi in progetti irrealizzabili si proceda a potenziare le linee ferroviarie esistenti e a eliminare i colli bottiglia del sistema regionale quali la tratta Udine – Cervignano e il bivio San Polo a Monfalcone».
Infine Menis e Patuanelli ringraziano coloro che in questi anni hanno fornito analisi, dati e considerazioni su questo aberrante progetto. «Ringraziamo il Wwf con Dario Predonzan, Legambiente con Andrea Wehrenfennig, il comitato No Tav, gli attivisti di tutti i partiti e movimenti che si battono in difesa del nostro territorio. Senza il loro supporto la battaglia di ieri in consiglio comunale sarebbe stata persa».
Dal Primorski del 19/09/13
Trst: drevi mnenje o hitri železnici
Tržaški občinski svet bo na današnji seji izdal mnenje glede proge Ronke-Trst
Pred županstvom bo tudi demonstracija Odbora No TAV iz Trsta in s Krasa (KROMA)
Tržaški občinski svet bo na današnji seji izdal mnenje glede preliminarnega projekta za gradnjo visokohitrostne železnice med Trstom in Benetkami in specifično glede odseka med Ronkami in Trstom. O tem so se že izrekle vse pristojne javne uprave v deželi Furlaniji-Julijski krajini, ki so vse oddale negativen glas. Edini, ki tega še ni storil, je tržaški občinski svet.
Sicer se ne bo mestna skupščina izrekla proti hitri železnici, so povedali člani naravovarstvene organizacije WWF in pokrajinske stranke SEL, ki so včeraj opozorili, da ne bo občinski svet dejansko izrekel mnenja. Na ponedeljkovi avdiciji v pristojni občinski komisiji je namreč Dario Predonzan v imenu WWF obsodil predlog o sklepu tržaškega občinskega odbora, češ da ne predvideva v bistvu nobenega mnenja, niti pozitivnega niti negativnega. Skupščina bi morala v bistvu oceniti, ali je družba RFI-Italferr upoštevala pripombe in pogoje, ki jih je postavila tržaška občina lani (ko je tudi izdala pozitivno mnenje). Občinski odbor zdaj ugotavlja, da družba RFI-Italferr ni upoštevala vseh pogojev, kljub temu pa ne namerava izreči negativnega mnenja, je poudaril Predonzan.
Naravovarstvena organizacija WWF in stranka SEL zato pričakujeta, da bodo tržaški občinski svetniki glasovali »na osnovi logike in dostojanstva« in da bodo torej zavrnili projekt družbe RFI-Italferr.
Odbor NO TAV iz Trsta in s Krasa pa je najavil, da bo med razpravo v občinskem svetu (začetek seje je predviden ob 19. uri) priredil demonstracijo pred županstvom in zahteval, da občinski svet zavrne prošnjo družbe RFI-Italferr. Kdor podpira ta projekt, pravi Odbor No TAV iz Trsta in s Krasa, je pajdaš pri pravi goljufiji na račun skupnosti in okolja.
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
I trucchi di Sonego (manca solo la pistola sul tavolo) e la necessità di una risposta politica
Ecco allora che ritorna la cortina fumogena di Sonego che serve per far credere che esiste ancora un progetto completo ed in particolare per avere i pareri favorevoli delle Regioni FVG e Veneto ed infatti quella stupidella della serracchiani è già schierata sul progetto 2010 e secondo la pennivendola del messaggero anche Zaia è d’accordo, ma in Veneto non è stata attivata alcuna procedura sulle recenti integrazioni di Italferr-RFI.
Come farà il Ministero dell’Ambiente a dare un parere positivo a questo condizioni?
Per quanto riguarda gli interbìventi a Roma, non dobbiamo sperare molto da quell’altro impiastro della Pellegrino di SEL che pensa solo alla sua carriera.
Dovrebbero attivarsi i Grillini, ma mi pare che non diano alcun segno di vita su questo problema, sel fronte romano.
La questione è veramente abominevole e richiede una risposta politica, magari con una manifestazione fvg + veneto a Trieste
commento di Paolo De Toni 20 settembre 2013
Messaggero Veneto del 20/09/13
Il tracciato Tav non si cambia
VENERDÌ, 20 SETTEMBRE 2013 pag 14 regione
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Il Ministero apre alla linea ad alta capacità studiata da Italferr, il percorso è quello del 2010
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UDINE Il tempo dei ripensamenti è finito. Il progetto dell’alta velocità-alta capacità da Venezia a Trieste, redatto nel 2010 da Italferr, va avanti nonostante i mal di pancia dei Comuni e di una parte della cittadinanza. Ieri pomeriggio a Roma al Ministero dell’Ambiente, i gruppi istruttori della Commissione di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas si sono riuniti per dare il via alla procedure di valutazione sulle quattro tratte interessate (Mestre-aeroporto Marco Polo, aeroporto-Portogruaro; Portogruaro-Ronchi; Ronchi-Trieste). Convocati, oltre ai rappresentanti di Rfi, Italferr, Ispra e Ministero dei beni e delle attività culturali, anche le due Regioni. Un primo vertice che fa da spartiacque al lavoro fatto nell’ultimo anno sul territorio del Friuli Venezia Giulia e più in generale al lavoro fatto nelle due Regioni dall’avvio della procedura commissariale. La commissione infatti – che ha chiesto un integrazione alle ferrovie sulla documentazione relativa alle tratte – ha iniziato un percorso irreversibile che è quello che porterà, nel giro di tre-quattro mesi alla conclusione della valutazione di impatto ambientale sul progetto 2010. Debora Serracchiani aveva anticipato la sua intenzione di andare avanti su quel tracciato nell’incontro del 12 agosto con i sindaci della bassa friulana. Questo nonostante 18 primi cittadini su 21 avessero chiesto al commissario straordinario Bortolo Mainardi uno studio di fattibilità per valutare alternative. Ma anche in Veneto la Regione, con Luca Zaia, ha deciso di procedere con il tracciato balneare. Il progetto del 2010 prevede per la prima tratta – 10 chilometri tra Mestre e l’aeroporto – un investimento da 772 milioni di euro. Dal Marco Polo a Portogruaro, 61,5 chilometri, il costo previsto è invece pari a 2,683 milioni di euro. In Friuli Venezia Giulia il valore ipotizzato per l’investimento sfiora i quattro miliardi: 2,246 per la Portogruaro-Ronchi e 1,745 per la tratta Ronchi dei Legionari – Trieste. Il progetto prevede la realizzazione di un’opera classificabile, specialmente in Friuli Venezia Giulia dove una buona parte sarà realizzata in affiancamento all’autostrada ma dove ci sarà comunque un impatto sui territori della Bassa friulana, come alta capacità ferroviaria perché gli studi sulla conformazione del terreno hanno escluso la possibilità di superare i 250 chilometri orari. Ci saranno anche tratti in cui la velocità sarà inferiore ai 200 chilometri orari. Quanto alle distanze, in 43 minuti sarà possibile percorrere la distanza che separa l’aeroporto di Venezia da Ronchi. Definire i tempi dell’opera è invece prematuro perché l’istruttoria è ancora molto lunga (siamo solo alla progettazione preliminare) e perché le risorse per la realizzazione – al finanziamento europeo del corridoio si dovrà aggiungere il cofinanziamento italiano – sono per lo più ancora sulla carta. Ma proprio perché ogni passaggio è complesso e macchinoso, la procedura di Via diventa il tempo entro il quale sono ammessi ravvedimenti sulla progettazione. Ravvedimenti non più pensabili per la linea a Nordest. Il commissario Mainardi, che nel suo ruolo si è speso per cercare di mediare tra gli interessi delle parti, non si lascia tentare dalle polemiche e preferisce rimanere al suo posto. «Continuo a svolgere il ruolo che mi compete monitorando l’iter procedurale del progetto» si limita a dire. Quanto alla bontà della scelta: «Non è tra i miei compiti la scelta dei tracciati dei corridoi di alta velocità e alta capacità, io debbo solo segnalare criticità ed eventualmente iniziative per superarle». Segnalazioni che la politica evidentemente ha valutato diversamente. Martina Milia
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Marzo 17th, 2017 — General, Loro
MV 24 settembre
INFRASTRUTTURE
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Sulla Tav si rompe il fronte dei sindaci della Bassa
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Alcuni amministratori attaccano i colleghi sulla scelta del potenziamento del tracciato
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SAN GIORGIO DI NOGARO «È venuto il momento di prendere le distanze dall’attuale tavolo dei sindaci e di aprire un secondo tavolo con la partecipazione delle amministrazioni di Latisana, Precenicco, Muzzana e San Giorgio di Nogaro: ne parlerò con i sindaci e con tutti coloro che sono d’accordo di procedere, in linea con il pensiero del presidente della Regione e di Roma, con il tracciato 2010». Si rompe il fronte dei sindaci sul tracciato della Tav: il sindaco di Palazzolo dello Stella, Mauro Bordin, attacca i colleghi sul potenziamento e il quadruplicamento della linea storica. «Abbiamo appreso con enorme piacere che il tempo dei ripensamenti è finito – dice – e che il progetto dell’Av/Ac Venezia-Trieste redatto nel 2010 da Italferr, va avanti in quanto a Roma al Ministero dell’Ambiente, i gruppi istruttori della Commissione di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas si sono riuniti per dare il via alla procedure di valutazione sulle quattro tratte interessate (Mestre-aeroporto Marco Polo, aeroporto-Portogruaro; Portogruaro-Ronchi; Ronchi-Trieste). Si tratta di una decisione razionale visto che il tracciato 2010 venne condiviso e sottoscritto anche dai rappresentati dei Comuni che oggi invocano ipotesi alternative, decisione che conferma la linea illustrata dal presidente della Regione in occasione dell’ultimo incontro. Il mio Comune, da sempre stato favorevole a un tracciato in affiancamento all’autostrada, non si è mai opposto a un progetto che dovrebbe rappresentare una base di sviluppo per l’Italia e per il Nord-Est. Tuttavia abbiamo richiesto un passaggio intelligente, capace di limitare gli effetti negativi sulla nostra Comunità». «Riteniamo – continua – che un tracciato deve partire da un attento esame della situazione attuale, frutto di un’urbanizzazione che si è sviluppata nel corso dei decenni. Si deve prendere atto che Latisana, Precenicco, Palazzolo, Muzzana e San Giorgio di Nogaro si sono sviluppate lungo e in affiancamento all’attuale tracciato ferroviario: un potenziamento e un quadruplicamento della linea storica sarebbe devastante per il territorio di tali Comuni. Si tratta di un’ipotesi non percorribile che non può essere presa in considerazione. Per tale ragione il passaggio in affiancamento all’autostrada è la soluzione ideale». «Abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare al tavolo dei sindaci in quanto ritenevamo fosse giusto risolvere, con opportuni accorgimenti tecnici, i problemi di altre realtà, nell’ottica solidaristica che deve contraddistinguere i rapporti tra chi, come noi sindaci, è chiamato a difendere le proprie comunità e il proprio territorio. Purtroppo – conclude Bordin – tale tavolo si sta trasformato in uno strumento utile a forzare la mano al fine di ottenere una revisione totale del tracciato. Non vedo lo spirito di collaborazione e reciproca attenzione.
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MV 22 settembre

Tav, i sindaci preparano la protesta
di Francesca Artico
Tiussi: «Vogliamo soluzioni condivise e un tracciato alternativo a quello del 2010, che fa acqua da tutte le parti»
UDINE. «Sulla Tav vogliamo soluzioni condivise». A ribadirlo è Cristiano Tiussi (nel riquadro a destra), sindaco di Bagnaria Arsa, che interviene in qualità di presidente delegato dall’assemblea permanente dei sindaci dei 19 comuni coinvolti dal tracciato della Tav in Fvg.
«Il commissario governativo per l’Alta velocità per la tratta Venezia-Ronchi dei Legionari – spiega a nome dei colleghi – da più di un anno sta portando avanti un approccio per fasi funzionali che valuti, prima della realizzazione di una nuova linea ad alta velocità, l’adeguamento dell’esistente ed eventualmente il suo potenziamento (quadruplicamento), se necessario».
I Comuni del Veneto hanno chiesto a maggioranza di cassare il tracciato “litoraneo” previsto nel progetto preliminare del 2010 e hanno ottenuto dal commissario un progetto di prefattibilità alternativo. «I Comuni del Friuli Venezia Giulia, da Ronchis a San Canzian d’Isonzo, hanno rivolto al commissario, a stragrande maggioranza, analoga richiesta – continua Tiussi – per un tracciato alternativo rispetto a quello del 2010, evidenziandone incongruenze, criticità e osservazioni sostanziali nello studio dell’ingegner Debernardi, depositato a febbraio in Regione e in commissione Via, senza avere alcun riscontro.
Apprendiamo, inoltre, che la Provincia di Gorizia ha recentemente dato un netto parere contrario alle integrazioni del progetto preliminare Av/Ac Ronchi dei Legionari – Trieste perchè non tengono conto di importanti richieste presentate da Provincia e Comuni isontini. Da parte sua, il consiglio comunale di Trieste non approva la delibera di giunta sulle stesse integrazioni. Ieri – aggiunge – la presidente della Regione Debora Serracchiani, con senso di responsabilità, ha chiesto di sospendere il procedimento di Via e di dare contestualmente mandato a Rfi di presentare entro un mese un’ipotesi alternativa e migliorativa del tracciato esistente».
«A questo punto – prosegue Tiussi –, siamo quasi tutti d’accordo che il progetto 2010 fa acqua da tutte le parti e che la priorità non è una nuova linea ad alta velocità dagli altissimi costi economici, ambientali e sociali, in ogni caso realizzabile solo fra qualche decennio, bensì l’adeguamento dell’esistente con l’eliminazione dei famosi “colli di bottiglia”.
Eppure, nonostante ciò, la Commissione nazionale di Via prosegue imperterrita nell’iter di valutazione di impatto ambientale sul progetto del 2010, che si concluderà entro 3-4 mesi. E preoccupa il fatto che, subito dopo, il progetto passerà all’esame del Cipe per la definitiva approvazione. Prima che il processo divenga irreversibile, mi sembra indifferibile la ripresa di un ampio confronto tra tutti gli attori istituzionali in campo, privilegiando prospettive di buon senso e a breve termine. In questo contesto – conclude –, i Comuni faranno responsabilmente la loro parte, come hanno fatto finora».
Mio commento sul MV online
Sarebbe anche ora che i Sindaci si sveglino, spero però che abbiano capito la portata del problema, ma siccome dubito che questo sia vero, faccio un promemoria:
Italferr in nome e per conto di RFI ha presentato le integrazioni SOLO sulla tratta Ronchi dei Legionari Trieste chiedendo al Ministero dell’Ambiente che venga approvato il progetto preliminare SOLO per questa tratta.
nella lettera accompagnatoria firmata da Michele Marzano per RFI si legge
° lo studio trasportistico sopracitato ha confermato l’opportunità di realizzare i Progetti della linea AV/AC Venezia Trieste per sequenza di Lotti Funzionali, da avviare in coerenza con l’aumento della domanda di traffico;
° nell’ambito dei lotti funzionali sono altresì individuati gli specifici interventi prioritari;
° il primo di detti interventi è lo sdoppiamenti di Bivio San Polo, che consente di predisporre le opere propedeutiche alla realizzazione della Linea AV/AC poco dopo la stazione di Ronchi – Aereoporto, eliminando il “collo di bottiglia” attualmente determinato dalla confluenza delle Linee Mestre-Trieste e Udine-Trieste in ingresso a Monfalcone;
° L’interlocuzione del Commissario Straordinario per l’asse ferroviario Venezia Trieste con il territorio, relativamente alle tratte venete e friulane da Venezia a Ronchi del Legionari ha registrato un quasi unanime dissenso dei comuni sul tracciato presentato nel 2010 e a tal riguardo il commissario ha predisposto tramite RFI uno studio di fattibilità alternativo in affiancamento alla linea ferroviaria esistente tra Mestre e Portogruaro.
°Il tracciato della tratta AV/AC Ronchi dei legionari Trieste non è condizionato dal tracciato Mestre-Ronchi dei Legionari o da soluzioni ad esso alternative che possano eventualmente emergere dalle indicazioni del Commissario Straordinario, atteso che l’attestamento nella futura Stazione di Ronchi del Legionari è fissato univocamente; si ritiene che un ulteriore ritardo nell’iter approvativo del Progetto preliminare della tratta Ronchi del Legionari Trieste possa comportare il de finanziamento europeo dell’opera Per le motivazioni sopra elencate, si comunica di aver dato mandato alla Società Italferr SpA di inviare a codesta Commissione la sola Documentazione Integrativa predisposta per la tratta Ronchi dei Legionari Trieste al fine di poter permettere l’espressione del parere di compatibilità ambientale in forma autonoma rispetto alle altre tratte.
————————–—-
Commento. Ora la maggior parte dei Comuni anche sulla Tratta Ronchi-Trieste ha dato parere negativo e a Trieste il PD ha subìto uno smacco notevole visto che la mozione del “non parere” è stata bocciata dal Consiglio Comunale. In realtà però nessuno ha rilevato formalmente che la richiesta di parere di compatibilità ambientale su una sola tratta formulata da RFI è IRRICEVIBILE, in quanto già il Ministero aveva richiesto un progetto UNITARIO sull’intero Asse Venezia-Trieste, cosa che si era concretizzata nel 2012 con una relazione di ricucitura di tutte e 4 le tratte, presentando formalmente un nuovo progetto al Ministero e sul quale tutti sono stati chiamati a presentare le osservazioni (questa volta diversamente dal 2011, sull’intero progettoI).
Quindi le azioni che devono fare oggi i Comuni sono
1. demistificare l’operato del Senatore Lodovico Sonego ( membro della 8a commissione lavori pubblici e comunicazioni) e smentire nettamente che esista ancora il progetto 2010;
2. rilevare con forza al livello Ministeriale che l’operazione in corso è ILLEGITTIMA;
3. ribadire che l’intervento a Bivio San Polo si può fare indipendentemente dall’Asse AV/AC e quindi impedire che quest’intervento diventi la scusa con cui approvare il progetto 2010.
4. Agire in maniera unitaria, chiara e trasparente in opposizione al progetto AV/AC a livello Regionale eliminando tutte le sacche di complicità di cui godono Sonego e il gruppo, oramai totalmente minoritario ma non per questo meno pericoloso, dei Tavisti in Veneto e Friuli VG:
Oramai è dimostrato che quest’opera è una truffa e i Sindaci devono prenderne atto in tutto e per tutto. Ogni titubanza sarà deleteria; viceversa basta una posizione lineare, chiara e forte per chiudere definitivamente questa terrificante vicenda.
De Toni Paolo
Marzo 17th, 2017 — General, No OGM
Dal messaggero veneto del 24/09/13
PORDENONE Parte dal piccolo Comune di Tramonti di Sotto la nuova battaglia istituzionale contro la semina Ogm in Friuli Venezia Giulia. Con una delibera approvata a maggioranza, l’amministrazione si proclama “Comune libero da produzioni agricole transgeniche”, facendo proprio un documento di Legambiente. «La delibera, che ha ovviamente un valore simbolico – spiega l’assessore all’ambiente e alle attività produttive, Gregorio Piccin – sarà inviata alla Regione oltre che all’associazione intercomunale di cui facciamo parte (ndr con Maniago capofila) e all’Anci (l’associazione dei Comuni), sperando che tutti i Comuni la adottino». Il documento arriva – non a caso – il giorno dopo l’iniziativa del Coordinamento per la tutela della Biodiversità in Friuli Venezia Giulia assieme all’attivista Vandana Shiva durante Pordenonelegge. (m.m.)
Protesta anti-Fidenato: «Il mais geneticamente modificato favorisce la celiachia»
«Il mais geneticamente modificato aumenta la sindrome della celiachia: no all’Ogm nel campo di Fidenato a Vivaro». Giovanna Casalini ha lanciato l’appello a Pordenonelegge, domenica scorsa, per il gruppo pordenonese di celiaci. Con il Coordinamento per la tutela della biodiversità Fvg, ha chiesto alla Regione di sequestrare e distruggere il raccolto, a base di mais transgenico, in agenda il 5 ottobre. «La celiachia – ha detto la Casalini che è molto attiva anche nel comitato contro le biomasse – è una patologia autoimmune sempre più diffusa tra la popolazione. Circa 135mila nuovi casi ogni anno: buona parte dovuti all’alimentazione di pasta fatta con il mais geneticamente modificato. L’80% di pasta che mangiamo è prodotta con mais che arriva dagli Usa: stop agli Ogm nelle campagne di casa nostra». L’intolleranza al glutine, una sostanza che si forma dall’unione di due proteine per mezzo dell’acqua, è la sindrome in aumento anche nel Pordenonese. I celiaci, in genere, non possono consumare i cereali che contengono questa sostanza: frumento, orzo e segale. Tra i più noti sintomi della celiachia vi sono i disturbi dell’apparato digerente in genere, gonfiore addominale, ma anche vomito e diarrea, disturbi dell’umore e spossatezza. «A tutto questo, ora si aggiunge anche il rischio di sviluppare una forma di tumore del sangue – indica Casalini – il “linfoma”. L’alimentazione deve essere sana». (c.b.)
Dal Messaggero Veneto del 23/09/13
«Dietro gli ogm c’è solo caccia ai soldi»
PORDENONE «Eliminare il mais di Fidenato entro il 5 ottobre». Terre “free” dagli Ogm e stop alla legge regionale di coesistenza: l’ultimatum è partito da Pordenonelegge per Vivaro. Dove cresce il mais dai semi Monsanto 810: ieri, il Coordinamento per la tutela della biodiversità Fvg ha fatto il punto in due step con Vandana Shiva, leader indiana dell’eco-rivoluzione. Prima nel palatenda della Provincia e poi, sull’erba del parco San Valentino. «E’ illegale il raccolto di Fidenato – l’eco-scienziata che combatte le multinazionali come Monsanto ha appoggiato il fronte no-Ogm di Aiab-FVvg, Aprobio, Ctb, Isde, Legambiente Fvg e Wwf-Fvg -. Dobbiamo promuovere leggi di salvaguardia del territorio libero da Ogm». L’eco-rivoluzione è guidata dal cuore e dall’amore per il cibo naturale, i semi senza brevetti industriali, l’acqua, la libertà dei popoli, la biodiversità e la terra. «Ritorno alla terra»: lo ha predicato, intervistata da Valeria Palumbo a Pordenonelegge e nel faccia a faccia con il popolo no-Ogm. «Abbraccia il tuo nemico e agisci per cambiare la legge – è gandhiana la teoria della nuova ecologia sociale -. La globalizzazione ha generato una nuova schiavitù. E’ una guerra contro la natura, contro le donne, contro i bambini, contro i poveri. E’ una guerra di culture monolitiche contro la diversità. Agent Orange, l’agente chimico che fu spruzzato sul Vietnam, è usato come erbicida». E ancora: «Dobbiamo fare pace con la Terra perché è l’unico modo di proteggere i diritti umani». Vandana Shiva denuncia l’uso degli Ogm da parte di multinazionali come Monsanto: influendo sui governi ha cercato di affermare come colture predominanti le proprie. «Salviamo i semi, fonte preziosa e libera di vita – ha creato il gruppo Navdanya (“Nove semi”) nel 1991 con succursale a Firenze -. Un mondo fatto da semi creati per distruggersi, semi che producono una sola volta senza dare vita ad altre generazioni, perché creati e brevettati per non farlo, non è un mondo sano. E’ un mondo sotto scacco delle corporation, con l’obiettivo chiaro della caccia al denaro: senza limiti e contro natura». Chiara Benotti
22/09/13
Arriva Vandana Shiva, protesta anti-Ogm
La protesta anti-Ogm approda a Pordenonelegge. Come aveva annunciato dopo la manifestazione di Vivaro, il coordinamento per la tutela della Biodiversità in Friuli Venezia Giulia oggi sarà a Pordenone. Prima all’appuntamento con Vandana Shiva – premio Nobel indiano divenuta un punto di riferimento nel mondo per la lotta al sostegno della biodiversità – programmato a Pordenonelegge e poi, alle 17.30, terrà una conferenza stampa con la stessa attivista . «Il coordinamento tutela biodiversità assieme ad associazioni ambientaliste e di categoria chiederà a Vandana Shiva – si legge in una nota – di essere la prima firmataria di un appello in cui si per ribadisce la nostra contrarietà agli Ogm in agricoltura e per forzare la Regione e il Governo italiano ad impedire l’introduzione degli Ogm sul territorio». Le richieste saranno: «Che i semi, siano considerati beni comuni (perché alla base del concetto di sovranità alimentare) e quindi siano proprietà di tutti; che venga considerata la necessità di continuare e implementare lo scambio di varietà autoctone e antiche e che non siano assoggettate a nessun brevetto», che i Comuni aderiscano alla campagna Ogm Free, che vengano distrutte le coltivazioni seminate. (m.m.)
Marzo 17th, 2017 — General, Uncategorized
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Di seguito prima gli aggiornamenti della Tenda per la Pace e i diritti e di seguito la rassegna stampa.
22/09 Dal CIE: “Verso le 3 del mattino 3 persone sono riuscite a scappare , ma una di loro è rimasta ferita in modo grave. Più tardi c’è stato un altro tentativo di fuga, bloccato dalla polizia. Ci sono poi stati violenti scontri con la polizia, ci sono due feriti: uno con 3 punti di sutura al viso e l’altro con contusioni al braccio e al ginocchio”
21/09 Da questa notte sono riprese le agitazioni all’interno del CIE di Gradisca d’Isonzo, le persone sono tornate sul tetto, la “causa scatenante” sembra essere stata ancora una volta la convalida ad una persona che chiede volontariamente il rimpatrio e gli viene “promesso” di settimana in settimana di esser mandato via. Durante la notte sono state tolte, da parte dei trattenuti, la maggior parte delle reti che chiudono dall’alto le gabbie. La polizia in tenuta antisommossa era sul tetto.
ore 14.30 un operatore della RAI è davanti al CIE vede del fumo, ma non sappiamo ancora l’origine (se incendio o gas lacrimogeni) all’operatore viene impedito di filmare ed è stato identificato. Le persone sono ancora sul tetto.
Dal Piccolo
23/09/13
Sedie contro gli agenti, tre evasi al Cie
di Luigi Murciano GRADISCA Il Cie di Gradisca è un colabrodo. Dopo un’evasione avvenuta nella giornata di sabato, altri tre immigrati sono riusciti a far perdere le proprie tracce nella notte successiva. All’interno della struttura isontina sono state, ancora una volte, ore turbolente. Una vera e propria rivolta all’ex caserma Polonio con gli ospiti che si sono alternati nell’occupazione del tetto della struttura, spaccando anche le ringhiere. E alla fine tre clandestini ce l’hanno fatta a scappare, un’evasione in pieno stile western: con delle corde improvvisate, infatti, hanno preso al lazo la ringhiera esterna e con un perfetto passaggio alla marinara sono riusciti a transitare dall’altra parte e darsi alla macchia dopo un salto nel vuoto di 4 metri. Il tutto mentre il contingente dei più facinorosi faceva arretrare dalle loro postazioni militari e poliziotti con lanci di sedie, bottiglie riempite di sassi trovati nel cantiere che, ironia della sorte, dovrebbe ripristinare la sicurezza nelle sezioni danneggiate. Il tutto è durato fino all’alba e la tensione non è scemata neppure nella giornata di ieri. «Nulla cambierà finché non saranno riparate le reti che impediscono la salita sui tetti e le uscite in massa degli ospiti. Il centro è in mano loro» protestano forze dell’ordine e operatori. I dipendenti della Connecting People, l’ente gestore del Cie, fra l’altro non ricevono lo stipendio da tre mesi. La causa dei disordini è stata la comunicazione di un rinvio di un giorno dell’uscita dalla struttura per uno degli immigrati, che successivamente alla notifica del provvedimento si sarebbe fatto prendere dal nervosismo. L’uomo, che aveva richiesto il rimpatrio volontario, dovrebbe ora essere rilasciato nella giornata di martedì. Così perlomeno gli sarebbe stato assicurato. Di certo in appoggio all’immigrato, che si è anche procurato un taglio piuttosto serio ad un braccio, è scaturita la notte scorsa anche la protesta dei compagni. Un gruppo di ospiti aveva divelto gran parte delle reti che avvolgono le cosiddette vasche di contenimento esterne alle camerate, e fra queste anche la rete che inibiva l’accesso al tetto del Cie, già teatro delle proteste di agosto. La polizia ha raggiunto i tetti, ma non vi sono stati scontri né uso di lacrimogeni per ripristinare le condizioni di sicurezza. Le nuove proteste degli immigrati arrivano a poche ore dalla risposta all’interpellanza della deputata Serena Pellegrino (Sel) al governo Letta sulle condizioni di vita all’interno della struttura. «Il Cie di Gradisca d’Isonzo e tutti i Cie d’Italia vanno completamente ripensati: attraverso un percorso parlamentare è necessario riconsiderare le modalità di funzionamento, i servizi necessari, i criteri per gli appalti» la risposta da parte del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, all’iniziativa della Pellegrino. Situazione del Cie isontino che, pochi giorni fa, il presidente della Commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani, il senatore Luigi Manconi, aveva definito «illegale». «Ho ribadito nel mio intervento – spiega la deputata di Sel – che la permanenza a 18 mesi del trattenimento pone il nostro Paese al di fuori del consesso giuridico internazionale. La fuga dal Cie, è bene ricordarlo, per il nostro ordinamento non costituisce reato. Siamo pronti alla discussione in aula per rivedere le norme che regolano i Cie e l’intero impianto della legge Bossi-Fini. Non è un problema di risorse, per i Cie italiani sono già previsti interventi per 55 milioni di euro. Si tratterebbe solo di utilizzarli al meglio».
22/09/13
Nuove tensioni all’ex Polonio Gli ospiti tornano sul tetto
TRIESTE Torna a salire la tensione all’interno del Cie di Gradisca. La scorsa notte un gruppo di immigrati ha occupato nuovamente il tetto della struttura isontina, già teatro nelle scorse settimane di accese proteste e indicenti. Ad accendere la miccia questa volta, ha riferito la parlamentare di Sel Serena Pellegrino, sarebbe stata la comunicazione di un rinvio di un giorno dell’uscita dalla struttura per uno degli ospiti che, dopo aver ricevuto l’infelice notizia, si sarebbe fatto prendere dal nervosismo. E proprio per manifestare solidarietà al diretto interessato, un gruppetto di stranieri ha inscenato la protesta sul tetto, poi rientrata nel corso delle ore successive. Le difficili condizioni di vita all’interno dell’ex Polonio saranno al centro del dibattito intitolato “Cie, se lo conosci lo chiudi. Nuove politiche per l’accoglienza e l’immigrazione”, organizzato oggi alle 18 ad Aiello del Friuli nell’ambito della “Festa giusta” promossa dagli esponenti Sel del Friuli Venezia Giulia.
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Ecco gli aggiornamenti della tenda della Pace e i diritti, di seguito la rassegna stampa.
22/09 Dal CIE: “Verso le 3 del mattino 3 persone sono riuscite a scappare , ma una di loro è rimasta ferita in modo grave. Più tardi c’è stato un altro tentativo di fuga, bloccato dalla polizia. Ci sono poi stati violenti scontri con la polizia, ci sono due feriti: uno con 3 punti di sutura al viso e l’altro con contusioni al braccio e al ginocchio”
21/09 Da questa notte sono riprese le agitazioni all’interno del CIE di Gradisca d’Isonzo, le persone sono tornate sul tetto, la “causa scatenante” sembra essere stata ancora una volta la convalida ad una persona che chiede volontariamente il rimpatrio e gli viene “promesso” di settimana in settimana di esser mandato via. Durante la notte sono state tolte, da parte dei trattenuti, la maggior parte delle reti che chiudono dall’alto le gabbie. La polizia in tenuta antisommossa era sul tetto.
ore 14.30 un operatore della RAI è davanti al CIE vede del fumo, ma non sappiamo ancora l’origine (se incendio o gas lacrimogeni) all’operatore viene impedito di filmare ed è stato identificato. Le persone sono ancora sul tetto.
Dal Piccolo
23/09
Sedie contro gli agenti, tre evasi al Cie
di Luigi Murciano GRADISCA Il Cie di Gradisca è un colabrodo. Dopo un’evasione avvenuta nella giornata di sabato, altri tre immigrati sono riusciti a far perdere le proprie tracce nella notte successiva. All’interno della struttura isontina sono state, ancora una volte, ore turbolente. Una vera e propria rivolta all’ex caserma Polonio con gli ospiti che si sono alternati nell’occupazione del tetto della struttura, spaccando anche le ringhiere. E alla fine tre clandestini ce l’hanno fatta a scappare, un’evasione in pieno stile western: con delle corde improvvisate, infatti, hanno preso al lazo la ringhiera esterna e con un perfetto passaggio alla marinara sono riusciti a transitare dall’altra parte e darsi alla macchia dopo un salto nel vuoto di 4 metri. Il tutto mentre il contingente dei più facinorosi faceva arretrare dalle loro postazioni militari e poliziotti con lanci di sedie, bottiglie riempite di sassi trovati nel cantiere che, ironia della sorte, dovrebbe ripristinare la sicurezza nelle sezioni danneggiate. Il tutto è durato fino all’alba e la tensione non è scemata neppure nella giornata di ieri. «Nulla cambierà finché non saranno riparate le reti che impediscono la salita sui tetti e le uscite in massa degli ospiti. Il centro è in mano loro» protestano forze dell’ordine e operatori. I dipendenti della Connecting People, l’ente gestore del Cie, fra l’altro non ricevono lo stipendio da tre mesi. La causa dei disordini è stata la comunicazione di un rinvio di un giorno dell’uscita dalla struttura per uno degli immigrati, che successivamente alla notifica del provvedimento si sarebbe fatto prendere dal nervosismo. L’uomo, che aveva richiesto il rimpatrio volontario, dovrebbe ora essere rilasciato nella giornata di martedì. Così perlomeno gli sarebbe stato assicurato. Di certo in appoggio all’immigrato, che si è anche procurato un taglio piuttosto serio ad un braccio, è scaturita la notte scorsa anche la protesta dei compagni. Un gruppo di ospiti aveva divelto gran parte delle reti che avvolgono le cosiddette vasche di contenimento esterne alle camerate, e fra queste anche la rete che inibiva l’accesso al tetto del Cie, già teatro delle proteste di agosto. La polizia ha raggiunto i tetti, ma non vi sono stati scontri né uso di lacrimogeni per ripristinare le condizioni di sicurezza. Le nuove proteste degli immigrati arrivano a poche ore dalla risposta all’interpellanza della deputata Serena Pellegrino (Sel) al governo Letta sulle condizioni di vita all’interno della struttura. «Il Cie di Gradisca d’Isonzo e tutti i Cie d’Italia vanno completamente ripensati: attraverso un percorso parlamentare è necessario riconsiderare le modalità di funzionamento, i servizi necessari, i criteri per gli appalti» la risposta da parte del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, all’iniziativa della Pellegrino. Situazione del Cie isontino che, pochi giorni fa, il presidente della Commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani, il senatore Luigi Manconi, aveva definito «illegale». «Ho ribadito nel mio intervento – spiega la deputata di Sel – che la permanenza a 18 mesi del trattenimento pone il nostro Paese al di fuori del consesso giuridico internazionale. La fuga dal Cie, è bene ricordarlo, per il nostro ordinamento non costituisce reato. Siamo pronti alla discussione in aula per rivedere le norme che regolano i Cie e l’intero impianto della legge Bossi-Fini. Non è un problema di risorse, per i Cie italiani sono già previsti interventi per 55 milioni di euro. Si tratterebbe solo di utilizzarli al meglio».
22/09
Nuove tensioni all’ex Polonio Gli ospiti tornano sul tetto
TRIESTE Torna a salire la tensione all’interno del Cie di Gradisca. La scorsa notte un gruppo di immigrati ha occupato nuovamente il tetto della struttura isontina, già teatro nelle scorse settimane di accese proteste e indicenti. Ad accendere la miccia questa volta, ha riferito la parlamentare di Sel Serena Pellegrino, sarebbe stata la comunicazione di un rinvio di un giorno dell’uscita dalla struttura per uno degli ospiti che, dopo aver ricevuto l’infelice notizia, si sarebbe fatto prendere dal nervosismo. E proprio per manifestare solidarietà al diretto interessato, un gruppetto di stranieri ha inscenato la protesta sul tetto, poi rientrata nel corso delle ore successive. Le difficili condizioni di vita all’interno dell’ex Polonio saranno al centro del dibattito intitolato “Cie, se lo conosci lo chiudi. Nuove politiche per l’accoglienza e l’immigrazione”, organizzato oggi alle 18 ad Aiello del Friuli nell’ambito della “Festa giusta” promossa dagli esponenti Sel del Friuli Venezia Giulia.