Entries from Marzo 2017 ↓

TOLMEZZO/ Report e foto

Tolmezzo sabato 30 marzo 2013: un’ottima esperienza di auto-organizzazione

Intervista a Massimo Passamani sulle vicende del carcere di Tolmezzo

tolmezzo a  30 03 2013

tolmezzo f 30 03 2013

 

Continue reading →

Krško 2, una centrale a rischio sisma

da Il Piccolo

Krško 2, una centrale a rischio sisma

Bocciato dall’Istituto per la sicurezza nucleare francese il raddoppio dell’impianto Una scossa e sarebbe catastrofe

TRIESTE. La Slovenia sta puntando molto sul raddoppio della centrale nucleare di Krško i cui lavori dovrebbero iniziare nel 2015 (crisi permettendo) e scommette anche sull’interessamento di investitori stranieri nel progetto. Tutto si sta svolgendo in gran silenzio, se ne parla poco e quando lo si fa è una questione di sussurri. Come quelli che sono giunti in questi giorni dalla Croazia (padrona per il 50% dell’impianto nucleare attuale) e riportati dal quotidiano di Zagabria Jutarnji List.

Ebbene lo studio realizzato dall’Istituto francese per la sicurezza nucleare e radiologica proprio in vista della costruzione della cosiddetta centrale di Krško 2 (1600 megawatt di potenza pari a tre volte dell’impianto già esistente) fornisce un risultato inequivocabile: la zona di Krško che sarebbe interessata dalla costruzione risulta essere molto sensibile ai movimenti tellurici, per cui, concludono gli specialisti francesi, il progetto di costruzione di Krško 2 andrebbe fermato.

La relazione francese ha creato grosso disappunto, nervosismo e imbarazzo in Slovenia al punto che Martin Novšak, il direttore della società Gen Energija che gestisce la centrale per conto dello Stato sloveno, ha immediatamente dato l’ordine di secretare la relazione inviandola immediatamente all’analisi degli esperti e dei tecnici sloveni dell’agenzia che si occupa della sicurezza nucleare del Paese. La Gen Energija è la società capofila per il progetto di Krško due e ha dato vita a un consorzio con di quattro società per approntare lo studio di fattibilità del raddoppio della centrale nucleare esistente. L’Istituto francese per la sicurezza nucleare è una di questa e già a fine gennaio ha consegnato la sua relazione in cui, lo ripetiamo, si scrive molto chiaramente che in caso di terremoto, visto il terreno particolarmente sensibile su cui andrebbe a sussistere la centrale, si avrebbero conseguenze disastrose e ha quindi consigliato di bloccare il progetto.

Se della sicurezza di Krško è direttamente interessata la regione Friuli-Venezia Giulia (dista a 100 km di distanza in linea d’aria dall’impianto in Slovenia) ma anche l’intero Nordest, figuriamoci la sensibilità che un simile tema esercita sulla Croazia e sulla capitale Zagabria che dista solo 5 chilometri da Krško. Ma gli altri soci del consorzio guidato da Gen Energija si dissociano dal punto di vista francese. L’Agenzia slovena per la sicurezza nucleare sostiene, secondo fonti riservate, che essendoci punti di vista così difformi sull’argomento bisognerà effettuare ulteriori studi prima di trarre una conclusione definitiva. La Slovenia sostiene che la relazione francese non parla di conseguenze disastrose, ad esempio, in relazione alla centrale già esistente e visto che la nuova sorgerebbe su un’area praticamente adiacente a quella interessata dall’impianto in funzione la cosa deve essere ulteriormente approfondita.

Di diverso avviso Hrvoje Perhari„, il rappresentante croato nel consiglio di amministrazione della centrale nucleare, il quale sostiene che la relazione francese parla anche degli attuali rischi e pericoli inerenti a Krško 1 e il tutto è in fase di approfondimento. Davor Grgi„, presidente della Società nucleare croata, è pienamente a conoscenza della situazione e dichiara allo Jutranji: «Non è pensabile che la relazione francese si preoccupi solo della nuova centrale nucleare e non esamini anche lo stato della sicurezza di quella già esistente». Per ora il governo croato sul progetto di Krško 2 non prende posizione mentre l’Austria ha già dato il proprio parere negativo al raddoppio. I lavori di costruzione di Krško 2 dovrebbero partire nel 2015 e durare 4 anni. L’impianto avrà una “durata” di 60 anni, mentre Krško uno avrebbe ancora 20 anni di “sopravvivenza”.

UDINE/ Nuovo Spazio Sociale, avvisaglie di repressione

Pasquetta con sbirri

Il pignarul del 6 gennaio 2013 era andato meravigliosamente, con grande partecipazione di gente del quartiere.  Siamo là spesso, dentro la ex caserma osoppo, con i portoni aperti e la gente tranquillamente entra a vedere i lavori in corso.  Invece ora, nel giro di pochi giorni, prima un attacco attraverso la stampa, da parte di due consiglieri comunali di destra, subito rintuzzato;  ed oggi, il giorno di pasquetta, mentre una decina di ragazz* stavano facendo festa, sfruttando il pomeriggio di sole di una primavera che non vuole arrivare, ecco che arrivano invece sei macchine di polizia, carabinieri e vigili urbani. Poi se ne sono anche andati, gli sbirri, dopo aver fatto le classiche identificazioni, che di per sè hanno una funzione di deterrenza ed intimidazione. Queste concomitanze, saranno magari casuali, ma non bisogna sottovalutarle.

Staremo a vedere, intanto godiamoci le foto

pasquetta-con-sbirri-2013

 

Continue reading →

Anche sul Piccolo il De profundis per la TAV

dal Piccolo

MARTEDÌ, 02 APRILE 2013

Pagina 17 – Regione
Il sogno europeo che si infrange a Nordest
Viaggio lungo il tracciato del Corridoio V tra cantieri fermi e binari inesistenti. I rebus della linea interrata a Trieste e del “niet” sloveno
Reportage nel cuore del vecchio continente
strada in salita Sul progetto dell’Alta velocità ferroviaria pesa la disorganizzazione dei porti e dei terminal intermodali
gli ostacoli in fvg Costi alti, tempi lunghi e il pericolo di un deturpamento del paesaggio in un’area che deve fare i conti anche con la “tratta balneare”

“Binario morto, alla scoperta del Corridoio 5 e dell’alta velocità che non c’è” (Chiarelettere, pag. 224 euro 12,90), è il libro-reportage in cui due giornalisti, Andrea De Benedetti e Luca Rastello, hanno riportato i loro “appunti di viaggio” dopo aver percorso il lungo e in largo il tragitto che collega le città di Lisbona e Kiev. Punto di partenza e stazione di arrivo, appunto, di uno dei corridoi europei attraversati da convogli ad alta velocità. Andrea De Benedetti si occupa prevalentemente di sport, società e cultura per le testate “GQ”, “Guerin Sportivo”, “il manifesto”. Il suo ultimo lavoro è “Val più la pratica. Piccola grammatica immorale della lingua italiana”. Luca Rastello, cronista del quotidiano “La Repubblica” e scrittore, nella sua carriera ha diretto “Narcomafie” e “L’Indice” e ha lavorato per “Diario”. Ha pubblicato il reportage sui Balcani “La guerra in casa”, il romanzo “Piove all’insù”, il saggio “La frontiera addosso” e il libro testimonianza “Io sono il mercato. Metodi e stile del perfetto narcotrafficante”.
di Gianpaolo Sarti wTRIESTE Immaginavano di trovarsi in stazioni gremite, convogli zeppi e cantieri crepitanti. «Tutto pronto per accogliere l’arrivo dell’ospite senza il quale la festa non poteva avere inizio: la Tav». Invece? «Invece in alcuni tratti non c’era nemmeno uno scheletro di rotaia…». Un “Binario morto”, come sentenzia il titolo del libro-reportage di Andrea De Benedetti e Luca Rastello, edito da Chiarelettere. «Allora a cosa serve il Corridoio 5?», si sono chiesti i due giornalisti percorrendo per la prima volta l’intero itinerario Lisbona-Kiev. Un viaggio in cui hanno verificato lo stato di avanzamento dei progetti e dei lavori per la costruzione di un’infrastruttura che, nei piani Ue, dovrebbe mettere in comunicazione l’Europa occidentale con quella orientale per garantire promettenti sbocchi di mercato. Ma di fatto la Tav non esisterà mai perché i binari ad alta velocità hanno spese di mantenimento che inciderebbero pesantemente anche sul costo del trasporto merci. E i Paesi, inoltre, non la vogliono. Le stesse linee interne esistenti sarebbero in perdita. La Tav «interessa a pochi – è l’analisi – e non per la sua portata globale, ma per le ricadute a brevissimo termine sull’economia locale». L’inchiesta andrebbe a sfatare una “leggenda metropolitana” o, meglio, ferroviaria, ripetuta recentemente dal ministro Passera, secondo cui la tratta Torino-Lione «pone l’Italia al centro dell’asse verticale e di quello orizzontale» dei traffici europei. È così? Un interrogativo in cui finisce, inevitabilmente, il nodo sulla Val di Susa. E quel pezzettino fantasma che (non) collega Trieste alla Slovenia. Il viaggio lungo l’asse Ovest-Est del continente comincia, naturalmente, dal Portogallo. Che, di per sé, è già una porta chiusa. Visto che, documentano De Benedetti e Rastello, con i suoi 16,7 miliardi di disavanzo accumulato tra il 2000 e il 2010 per gli enti statali che si occupano di trasporto, «il Paese non ha alcuna intenzione né possibilità di assumere impegni per nuove opere». Il corridoio rimarrebbe senza ingresso principale. La Spagna, tappa successiva del reportage, è arrivata alla conclusione che l’alta velocità (l’Ave) che corre ad esempio tra Madrid-Siviglia e Madrid e Andalusia e Madrid- Barcellona è sottoutilizzata: non si recuperano nemmeno i costi d’investimento. Ecco il tunnel della Torino-Lione, un “accanimento”, lo definisce Sergio Bologna, esperto mondiale di logistica e consulente di Commissione europea e vari ministeri. Un accanimento perché l’80% delle merci che entrano in Italia o ne escono su rotaia transita dai valichi di Svizzera e Austria. «Dimostriamo di non essere capaci di agganciarci a infrastrutture esistenti, realizzate da altri – osserva Bologna – ma non ci facciamo problemi a chiedere all’Europa ulteriori capitali per la Torino-Lione…». Su tutto, mette in luce il libro, grava il tema dei nodi: la disorganizzazione di porti, terminal intermodali e magazzini che crea congestione. «La velocità – è il ragionamento – senza una gestione logica “crea ingorgo”». Il viaggio continua ancora in Italia tra Torino, Milano e Brescia, con le previsioni su Pil, traffici in caduta, indagini su appalti, espropri e la fioritura di frecce rosse e bianche a fronte dei tagli ai collegamenti regionali. Per approdare a Mestre, con Veneto e Fvg alle prese con il progetto di “alta velocità balneare”. Da Jesolo a Monfalcone con la linea interrata sotto il Carso fino a raggiungere lo snodo di Divaccia in Slovenia. Costi alti, tempi lunghi, paesaggio deturpato. «Il progetto naufraga – ripercorrono De Benedetti e Rastello –. Trieste rifiuta il passaggio della linea interrata e Unicredit si tira indietro dall’idea di triplicare Monfalcone. Poi? Poi “il corridoio scompare”». Non esistono treni per la Slovenia: soppressi dal dicembre 2011. «Il Piano delle infrastrutture sloveno esclude sia il tratto della Trieste-Divaccia sia il collegamento tra i porti di Capodistria e di Trieste», ricordano i giornalisti. Per raggiungere Lubiana e continuare in treno verso l’Ucraina, si sa, bisogna prendere la corriera.

Trieste. Marzo internazionalista

Trieste. Marzo internazionalista

Nelle ultime settimane la sede del Gruppo Anarchico Germinal ha ospitato numerosi incontri e meeting con compagni e compagne da diverse parti del mondo. A fine febbraio la sede ha ospitato un incontro fra alcuni compagni dell’USI-AIT e compagni/e provenienti dalla cittadina di Koper subito oltre confine. Qui si è da tempo creata un’interessante connessione fra il gruppo anarchico locale “Alternativa Obstaja” (aderente alla FAO-Federazione per l’organizzazione anarchica aderente all’IFA) e il sindacato dei portuali, entrambi presenti all’incontro. A koper è presente l’unico porto del paese e da alcuni anni è presente questo forte e combattivo sindacato, indipendente dalle grandi centrali sindacali riformiste. Questi lavoratori (alcune centinaia) sono riusciti a ottenere grandi miglioramenti salariali e anche a bloccare il processo di privatizzazione del porto. Questo sindacato è basato sul metodo assembleare, rifiuta funzionari pagati e pratica l’azione diretta ed è un caso unico al momento nel paese. L’incontro è stato molto proficuo ed ha aperto le porte ad una collaborazione fattiva fra le diverse realtà.
Sabato 9 marzo ha fatto tappa a Trieste Ronnie Barkan, compagno israeliano di “Anarchici contro il muro”, in italia per un giro di conferenze organizzato dalla campagna BDS (Boicotta-Disinvesti-Sanziona). L’iniziativa (coorganizzata dal Germinal, da Salaam Ragazzi dell’Olivo e dal locale gruppo BDS) ha avuto una grande successo tanto che la sala dove si è svolta non è riuscita a contenere le oltre ottanta persone arrivate. All’inizio della conferenza è stato letto l’appello di sostegno per le spese legali dell’IFA per anarchici contro il muro. Ronnie ha tenuto incollati alla sedia i presenti partendo dalla storia dell’area per arrivare alle lotte attuali nel paese e al boicottaggio internazionale. La giornata si è chiusa con una riuscitissima cena di autofinanziamento nella sede del Germinal di cui parte del ricavato è andato ai compagni e compagne israeliani.
Giovedì 14 marzo è stata la volta dell’assemblea pubblica sulle lotte popolari contro il governo che da mesi investono la Slovenia. Compagn* provenienti da varie città del paese hanno spiegato ai numerosi presenti e curiosi la situazione sociale, l’intervento degli anarchici e le prospettive future. Particolarmente interessante è la situazione a Maribor (seconda città del paese e culla della rivolta) dove si stanno formando della assemblee popolari in vari quartieri.
Infine (ma non per importanza) il 23 e 24 marzo la nostra sede ha ospitato una riunione della CRIFA (periodico meeting delle commissioni internazionali delle federazioni aderenti all’IFA). Per due giorni compagni e compagni provenienti da Italia, Francia, Spagna, Slovenia, Croazia e Olanda si sono confrontati sui numerosi temi all’ordine del giorni. Come sempre sono stati molto importanti i momenti conviviali per poter sviluppare nuove relazioni e nuovi contatti. E stato un periodo intenso ma molto proficuo e soddisfacente per il nostro gruppo, in particolare per le relazioni concrete sempre più strette con le realtà anarchiche slovene e croate e la sede di via del Bosco assume sempre più un ruolo importante come luogo di incontro e confronto. La prossima tappa sarà l’importante fiera del libro anarchico dei balcani che si terrà a Lubiana dal 24 al 26 maggio.

Un compagno

 
tratto da Umanità Nova

Secondo invito per il Balkan Anarchist Bookfair 2013

Secondo invito alla Balkan Anarchist Bookfair 2013
10 anni della Balkan Anarchist Bookfair May 24th-26th, 2013, Ljubljana in Slovenia

Nel pieno del tumulto della prima, massiva, decentralizzata e non gerarchica rivolta nella storia recente della Slovenia, La Federazione per le Organizzazioni Anarchiche invita tutt* a venire a Ljubljana il prossimo maggio e unirsi nella Balkan Anarchists BookFair (BAB)/Fiera balcanica del libro anarchico per festeggiare il decimo anniversario dal lancio di un evento che mette in contatto le comunità anarchiche, locali, regionali ma anche più ampiamente internazionali.

Come le persone si ribellano contro il sistema capitalista, le misure d’austerity e le elite politiche, stanno avendo luogo numerosi esperimenti di democrazia diretta dal basso, organizzazioni non gerarchiche nei posti di lavoro, di studio nella vita quotidiana, o almeno stanno cominciando ad essere immaginate. Nello stesso modo, confermiamo attraverso la nostra esperienza quotidiana che tali movimenti sono sempre vulnerabili alla criminalizzazione, ai tentativi di centralizzazione e di usurpazione del nuovo terreno politico per mano delle elite esistenti o nascenti. In tempi come questi diventa sempre più importante che il movimento anarchico analizzi le dinamiche sociali e politiche in tempo reale e che agisca tramite l’azione diretta.

Pertanto vogliamo invitare tutt* ad unirsi a noi in un processo comune di costruzione di uno spazio politico per la riflessione sul nuovo terreno di lotta che impostoci dal capitalismo, su come resistere e come combatterlo. Il capitale ci spinge ai margine della società e ci deruba del controllo sulle nostre vite, la gente inventa nuove forme di mutuo aiuto, solidarietà e organizzazione politica e sociale.
Le questioni per gli anarchici sono chiare: Come possiamo organizzare la resistenza dal basso? Come possiamo collaborare con movimenti sociali più ampi in modo da costruire relazioni contro e oltre lo sfruttamento capitalistico? E come sviluppiamo alternative concrete e sostenibili che non solo resistano alla devastazione del capitalismo, ma che aprano la strada per una trasformazione rivoluzionaria della nostra vita quotidiana?
Queste e altre ancora saranno le questioni che comporranno la discussione principale su l’anarchismo e il suo ruolo nei più ampi movimenti sociali. Siamo anche lieti di annunciare che l’incontro balcanico sul nazionalismo avrà luogo durante la BAB, dove esamineremo la situazione in loco e le forme di collaborazione transazionali per la lotta in corso e quelle future.

Qui di seguito altri eventi della BAB:
Discussioni: Il ruolo delle donne nel movimento anarchico; ecologia radicale nei territori dell’ex Yugoslavia; sindacalismo radicale; alternative socio-economiche in chiave anarchica; fascismo e crisi in Grecia; la rivolta in Slovenia; federazioni delle organizzazioni anarchiche internazionali; la crisi e la lotta contro l’austerity nelle diverse regioni d’Europa.
Workshop: pubblicazioni anarchiche; trasmissioni radio; rivendicazioni della precarietà in condizioni di austerity; identità anarchica e movimenti sociali.
Mostre: l’incontro anarchico a St.Imier 2012; le passate edizioni del BAB la musica e l’intrattenimento: concerti, Djs e cabaret.
Fiera del libro e Food not bombs.

BAB sarà una comunità autogestita che decide collettivamente su tutte le questioni attraverso assemblee giornaliere dei partecipanti. Vorremmo che questo incontro allarghi l’ambito delle immaginazioni politiche che creano forme di nuove alleanze, per questo provvederemo a uno spazio aperto che renda possibile alle persone di auto-organizzarsi sul posto. Non fuggiremo dai problemi interni al movimento. Percio’ provvederemo ad uno spazio sicuro dove i compagni, se lo desiderano, saranno liberi di esprimersi e abbiano a che vedere collettivamente con qualsiasi problema dovesse nascere durante l’iniziativa. BAB non è uno spettacolo per consumatori, il suo successo dipende dall’energia e gli sforzi collettivi. Perciò tutti i volontari che vogliono aiutare nell’organizzazione durante l’iniziativa sono più che benvenuti.

La fiera del libro si terrà nello spazio autonomo culturale Metelkova Mesto, occupato nel 1993 e autogestito da allora. Molto collettivi che sono attivi al Metelkova si uniranno a noi negli incontri per aiutarci a creare uno spazio aperto e inclusivo per la riflessione, lo scambio e l’affermazione di idee e pratiche anarchiche.

Invitiamo tutti a sostenere l’evento con partecipazione e materiali. L’iniziativa sarà completamente gratuita, organizzata secondo i principi di solidarietà, mutuo aiuto e la costruzione di un’energia comune al di là di tutti i confini.

Contro la devastazione capitalista, costruiamo solidarietà e resistenza!

Per qualsiasi domanda e informazione contattateci al bab2013[at]riseup.net

Tutte le informazioni (programma, mappe, info per i volontari, posti per dormire ecc) verranno aggiornate sul sito a-federacija.org

Federation for Anarchist Organizing FAO // Ljubljana, Marzo 2013

UDINE/ le scemenze di Adriano Ioan

Ma chi è questo, che spara stupidaggini a gratis?

La sede della Croce Rossa è nel degrado?

Il candidato Sindaco Adriano Ioan, invece di criticare chi la gestisce, se la prende con il Centro Sociale.

Perchè non ce la danno a noi quella sede e poi vediamo?

 

Continue reading →

UDINE/ A chi mandiamo la fattura?

Domenica 7 aprile. Lavori in corso all’ex caserma osoppo

foto-01-7-aprile-13 foto-02-7-aprile-13

 

Continue reading →

Garante detenuti Lazio; in Cie di Gorizia gravi violazioni principi di umanità

da Tm News, 6 aprile 2013

Immigrazione: Garante detenuti Lazio; in Cie di Gorizia gravi violazioni principi di umanità

Ospiti costretti a dormire per mesi sulle reti o in terra, senza materassi e lenzuola; visite dall’esterno limitate ai parenti degli immigrati ed ingresso precluso alle associazioni di volontariato e agli avvocati, tranne a quelli di fiducia degli ospiti.

Queste sono solo alcune delle condizioni-limite che si sarebbero verificate nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Gradisca e che hanno indotto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni a scrivere al Ministero dell’Interno ed al Prefetto di Gorizia sollecitando l’urgente verifica di tali situazioni.

Ad originare la lettera una segnalazione telefonica giunta, all’Ufficio del Garante, da uno degli ospiti ristretti da 5 mesi al Cie di Gradisca-Gorizia, dove sono presenti circa 80 persone tutte trattenute per effetto di provvedimenti amministrativo, senza aver commesso reati. Il Cie di Gradisca è stato, in passato, più volte teatro di rivolte, episodi di tensione e tentativi di fuga.

In base alla denuncia ricevuta risulterebbe che nel Cie di Gradisca-Gorizia siano presenti diverse criticità. Nella struttura non esisterebbero spazi ricreativi; gli ospiti hanno a disposizione solo un campo di calcio, del quale possono usufruire solo in caso di “buona condotta”. Mancherebbe un protocollo di idoneità alla permanenza, attraverso cui valutare le persone in ingresso. Tutto è a discrezione degli operatori sanitari e risponde ai loro criteri di arbitrarietà. Sarebbe assente anche il regolamento interno, o almeno gli ospiti non possono visionarlo.

Non sarebbe presente neanche il servizio di assistenza legale: i soli avvocati autorizzati all’ingresso sono quelli di fiducia dei presenti. Gli ospiti non possono avere cellulari (a differenza di quanto accade negli altri Cie) e, a seguito della rivolta del febbraio 2011, per molti mesi sarebbero stati eliminati materassi e lenzuola dai dormitori, con le persone presenti che hanno dormito sulle strutture nude dei letti o a terra.

Le visite dall’esterno sono autorizzate solo per chi ha la possibilità di certificare il legame di parentela con l’ospite. Anche le associazioni di volontariato ed i soggetti esterni, prima autorizzati all’ingresso, da mesi non avrebbero possibilità di effettuare colloqui. Grazie ad un accordo istituzionale, da anni nella Regione Lazio il Garante dei Detenuti ha infatti estero la propria attività di verifica e tutela dei diritti delle persone sottoposte a limitazioni delle libertà personali anche al Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria.

“Frequentando da anni il Cie di Ponte Galeria – ha detto il Garante Angiolo Marroni – è possibile constatare l’evidente differenza di trattamento praticato in questa struttura gestita dalla cooperativa sociale Auxilium in collaborazione con le autorità di polizia e quella così negativamente rappresentata nel CIE di Gradisca”.

Per questi motivi, nella sua lettera – inviata al Capo Dipartimento libertà civili e immigrazione del Ministero dell’Interno Angela Pria, e al Prefetto di Gorizia Maria Augusta Marrosu – il Garante ha invitato le istituzioni ad “accertare la veridicità delle informazioni riferite che, se reali, sono inaccettabili e violano ogni principio di umanità e rispetto per la persona”.

“La drammatica crisi economica ed istituzionale del Paese – ha detto il Garante Angiolo Marroni – ha relegato in secondo piano le problematiche dell’immigrazione. In tutta Italia migliaia di persone provenienti da altri Paesi vivono quotidianamente una situazione da tortura psicologica, all’interno di strutture come i Cie trasformati in vere e proprie carceri con, paradossalmente, addirittura meno diritti di quelli che sono garantiti a chi si trova negli Istituti di reclusione”.

RIGASSIFICATORE: Sospesa la VIA

www.triesteallnews.it

Battuta d’arresto per il rigassificatore di Zaule, Via sospesa e nuovo sito da individuare

  • CRONACA È quanto deciso dal ministro Corrado Clini. L’impianto non sarebbe compatibile con il traffico marittimo e con lo sviluppo portuale dello scalo triestino
  • 5.4.2013 | 15.20 – «Il ministro dell’ambiente Corrado Clini ha inviato per la controfirma al ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, il decreto con cui viene sospesa per sei mesi l’efficacia della Via, la Valutazione di impatto ambientale, sul progetto della spagnola Gas Natural per la costruzione del rigassificatore nella baia di Zaule. Il decreto recepisce il parere espresso ieri dalla Commissione Via del ministero dell’ambiente a conclusione dell’istruttoria aggiuntiva sul progetto, effettuata sulla base del rapporto dell’Autorità portuale di Trieste del dicembre 2012 sui programmi di sviluppo dello scalo».

    «Durante l’istruttoria, la Commissione Via ha anche acquisito i pareri contrari al progetto presentati dal Comitato portuale e dalla Regione Friuli-Venezia Giulia. Nello specifico, il provvedimento prende atto delle mutate situazioni del traffico marittimo a Trieste e delle prospettive di potenziamento delle attività previste dal Piano regolatore portuale. Il rigassificatore, se realizzato con le modalità progettate dalla Gas Natural, non appare compatibile con il traffico portuale attuale e soprattutto con gli sviluppi futuri». Così recita la nota comparsa poco fa sul sito del Ministero dell’Ambiente. 

     

    «Il nuovo decreto – è il commento di Clini – sospende l’efficacia della Via rilasciata nel luglio del 2009 e rinvia alla Gas Natural e all’Autorità portuale la decisione di provvedere entro sei mesi a individuare per l’impianto una localizzazione alternativa compatibile con il Piano regolatore portuale, oppure a modificare il Piano regolatore in modo da renderlo compatibile con il progetto del terminale». La notizia sta rapidamente facendo il giro del web.