Grazie ai Tavisti, sempre più isolati
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FERROVIE/ Sempre meno treni in Regione
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
FERROVIE/ Pordenone sempre più isolata
Marzo 17th, 2017 — General, Treni
MV 17 giugno
Treni, pendolari allarmati
«Pordenone sempre più isolata»
Tagli in vista ai convogli per Venezia, mail di protesta inviata in Regione. «Già ora, così come sono, le corse non sono sufficienti a garantirci il servizio»
PORDENONE. Pendolari allarmati dalle notizie dei possibili tagli di Trenitalia ai treni che percorrono le linee regionali e quelle di collegamento con il Veneto: il rischio, dicono Marco Chiandoni ed Elti Cattaruzza, portavoce di due comitati di viaggiatori, è di rimanere ancora di più isolati, visto che già attualmente «le corse non sono sufficienti a coprire le esigenze di chi deve spostarsi».
Entrambi, tuttavia, attendono gli sviluppi della vicenda, annunciando che, qualora le indiscrezioni trapelate corrispondessero al vero, i loro gruppi si renderebbero protagonisti di azioni di protesta nei confronti dell’azienda, ma anche di governo centrale e Regione. Il comitato di Chiandoni, a dire il vero, una prima iniziativa l’ha già messa in essere: una delle responsabili, Cristina Sartor, venerdì scorso, non appena venuta a conoscenza dei possibili tagli, ha inviato una mail ai competenti uffici della Regione per chiedere chiarimenti. «Siamo preoccupati, è inutile nasconderlo, ma attendiamo – ha riferito Chiandoni -. Bisognerà vedere quali treni saranno eventualmente interessati e se ci sarà una loro sostituzione: il quadro, attualmente, è abbastanza fumoso. Speriamo non si verifichino le condizioni previste, perché già oggi abbiamo numerosi problemi» ha proseguito il portavoce dei pendolari che utilizzano la linea Pordenone – Udine, per poi aggiungere: «Va detto che da marzo puntualità e pulizia sono migliorate, ma eventuali tagli finirebbero unicamente col pesare sulle tasche di cittadini già molto tartassati: non si riesce ancora a comprendere che il trasporto su rotaia migliora la qualità di vita delle persone e quella dell’ambiente e, di conseguenza, non si fa nulla per incentivarlo, costringendo chi deve muoversi a utilizzare la macchina».
Sulla stessa lunghezza d’onda Cattaruzza, responsabile del gruppo di pendolari che viaggia verso Venezia. «A una situazione non certo idilliaca si andrebbero ad aggiungere ulteriori tagli. Di questo passo dove andremo a finire?», si chiede. «Restiamo vigili, in attesa di capire se si tratta di un bluff, come spesso accade in questo settore; qualora non fosse così, manifesteremo nelle sedi e con i modi opportuni il nostro dissenso». Anche lui pone l’accento sull’isolamento a cui si rischierebbe di andare incontro. «Molti di noi devono sopportare tante peripezie per arrivare e tornare da Venezia: già attualmente il numero di treni è insoddisfacente, mi chiedo come si possa pensare di ridurlo ancora. È insensato che questo Paese non comprenda l’importanza di sostenere il trasporto su rotaia, che potrebbe risolvere tanti problemi. In ogni caso, monitoreremo la situazione».
DUMBLES / Aborto: embrioni per lumini
Marzo 17th, 2017 — Aborto, General

E stiamo pur certe che questa indefinibile entità verrà agitata nella fattispecie di persona fatta e finita fintantoché non riusciranno a cancellare la parola aborto dall’orizzonte di ogni donna che decidesse di non portare a termine una gravidanza.
Dei fatti in questione ne hanno parlato molti blog con la campagna #save 194.
Ricordiamo brevemente: alla fine del 2011 una ragazza minorenne chiede al consultorio di Spoleto, in virtù degli articoli 4 e 12 della legge 194 di poter abortire senza che ne siano informati i genitori. In questi casi, la struttura sanitaria redige una relazione per il giudice tutelare che, a sua volta, può autorizzare la donna, con atto non soggetto a reclamo, a ricorrere all’intervento.
Di fatti, il consultorio di Spoleto trasmette la relazione al giudice il quale però non prende alcun provvedimento e trasmette invece un rilievo di incostituzionalità all’Alta Corte a proposito dell’articolo 4 della legge 194. La Corte discuterà in merito il prossimo 20 giugno.
A supporto del suo agire il giudice tutelare del Tribunale di Spoleto, cita una sentenza della Corte Europea del 18 ottobre 2011.
Una delizia per gli avvoltoi che da 34 anni aspettano di banchettare sulle spoglie della 194.
La vicenda ha quasi del paradossale; nasce da un ricorso di Greenpeace -orientato ad individuare i limiti etici della brevettabilità del vivente- vs un ricercatore tedesco, Oliver Brustle, che nel 1997 depositò un brevetto relativo a cellule progenitrici neurali ricavate dal cellule staminali embrionali.
Il Tribunale federale dei brevetti diede ragione a Greenpeace e dichiarò la nullità del brevetto. Brustle fece poi ricorso alla Corte federale di Cassazione tedesca la quale interpellò la Corte di Giusizia UE sulla interpretazione da dare alla nozione di “embrione umano”.
Ed eccoci alla sentenza di cui sopra che in sostanza, pur precisando che il suo intervento non era rivolto ad affrontare e risolvere un problema di natura etica, stabiliva, l’interpretazione da dare alla Direttiva 98/44/CE – Art 6, n. 2, lett. c), ovvero che: “…sin dalla fase della sua fecondazione qualsiasi ovulo umano deve essere considerato embrione umano, dal momento che la fecondazione è tale da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano”
Ed ecco il “la” per il giudice spoletino che, invece che applicare la 194 rispondendo alla richiesta della ragazza, interviene intravedendo nel dictus della Corte europea una affermazione, decisa ed inequivoca quanto mai prima d’ora, dell’assoluto rilievo giuridico attribuito all’«embrione umano», e perciò considerato un soggetto di primario valore giuridico da tutelare in modo assoluto avverso il pericolo di qalsivoglia indebita utilizzazione mediante invenzioni per finalita’ industriali o commerciali e, ancor piu’ espressamente, escludendosi qualsivoglia brevettabilità…
Dal brevetto all’aborto, universi assolutamente diversi per contesti, soggetti, sviluppi, finalità, si salta ad un:
…non sembra inesatto affermare, dunque, che l’«embrione umano» debba qualificarsi alla luce dell’intervenuta decisione europea come «essere» provvisto di una autonoma soggettivita’ giuridica…
E dunque il seguito, è pura tautologia perché, … se tale interpretazione non erra, sembra necessario farne diretta applicazione nel diritto interno allo Stato e, per i fini qui ci occupano, porre d’ufficio la questione della compatibilita’ fra tale affermato principio e la facolta’ prevista dall’art. 4 della
legge n. 194/1978 di procedere volontariamente all’interruzione della gravidanza entro i primi novanta giorni dal concepimento: cio’ comportando, come e’ ovvio, l’inevitabile risultato della distruzione di quell’embrione umano che, come si e’ visto, e’ stato riconosciuto quale soggetto da tutelarsi in modo assoluto nel diritto vivente della Corte europea…
Ed eccoci dentro il mantra pro life stando al quale … l’«embrione umano» e’ suscettibile di tutela assoluta in quanto «uomo» in senso proprio, seppur ancora nello stadio di sua formazione/costituzione mediante il progressivo sviluppo delle cellule germinali… (*)
Un forzato periplo giuridico per arrivare ad una conclusione (la solita, peraltro) sciocca, illogica e antiscientifica e cioè che le cellule germinali sono un “uomo”; mentre lo stadio di formazione/costituzione, che pur si nomina, in realtà, non si considera perché è un divenire biologico; un processo-se pur convenzionalmente diviso in stadi di sviluppo- che disturba l’assunto puramente morale e discrezionale che poggia sull’artefatta uguaglianza embrione=uomo.
Ma il divenire non è essere; ci dispiace; un embrione non è un bambino, un bambino non è un uomo, un uomo non è una donna.
Colei che ultima, dovrebbe subire la norma di incostituzionalità che si invoca, colei che in tutto questo essere e divenire, andare e venire di embrioni/uomini nemmeno si nomina per questa voragine sessista del diritto, perché tacitamente inclusa, ma soprattutto includente, contenente l’embrione/uomo e in quanto tale soggetto di diritto se e solo se l’embrione sarà un embrione e non un “uomo”.
In tal caso a lei non sarà riconosciuta alcuna facoltà di decidere cosa fare di quelle cellule germinali dentro il suo utero contenitore.
La facoltà di agire sul proprio corpo, dipenderà ancora da cosa i giudici vogliono vedere in quelle cellule.
“Che cos’è una stella?” scriveva Laura Conti nel 1981 “E’ un lumino che sta nel cielo. Ma sappiamo che non è un lumino. Che cos’è un pavone? E’ un pollo con una coda sontuosa. Ma sappiamo che un pavone non è un pollo. Dire che un embrione è un grumo di sangue è altrettanto antiscientifico quanto dire che un embrione è un bambino. Come una rosa è una rosa è una rosa, anche un embrione è un embrione è un embrione” (**) e le stelle sono quantomeno sferoidi luminosi di plasma che generano energia nel proprio nucleo attraverso processi di fusione nucleare…, ma forse gli illustri dell’Alta Corte vorranno ancora vedere l’immagine più rassicurante e nitida delle stelle come lumini nel cielo e della donna come vas honorabile contenitrice e gneratrice di “uomini” nell‘empireo patriarcale.
Il 20 giugno 2012 lo sapremo.
(*) le parti in corsivo sono stralci dalla Ordinanza del Giudice tutelare di presso il Tribunale di Spoleto del 03/01/2012; non l’abbiamo lincata perchè, nonostante l’imperativo della riservatezza, riporta le iniziali della ragazza richiedente l’intervento.
(**) Laura Conti, “Il tormento e lo scudo” 1981, Mazzotta, Milano
CIE DI GRADISCA: detenuti sul tetto
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Da Il Piccolo del 19/06/12
Gradisca , ancora tensione al Cie I detenuti salgono sul tetto
di Luigi Murciano GRADISCA Ancora tensione al Cie di Gradisca. Proprio nel corso della visita di una delegazione di parlamentari del Pd alcuni ospiti della struttura di identificazione hanno inscenato una azione di protesta, salendo sul tetto dell’ex Polonio e minacciando nuovi episodi di autolesionismo (tagli alle braccia o l’ingestione di bulloni) che peraltro si stanno facendo sempre più frequenti nelle ultime giornate tanto, da costringere il Pronto Soccorso di Gorizia a una attività continua. E’ giallo, inoltre, sullo sciopero della fame di un immigrato di nazionalità marocchina. L’uomo, che avrebbe intrapreso la protesta da alcuni giorni, sarebbe caduto a terra dopo avere accusato un malore. Smentisce questa versione dei fatti l’ente gestore, la coop siciliana Connecting People, che parla di uno sciopero della fame solamente annunciato ma non confermato dalle analisi cui il maghrebino sarebbe stato sottoposto. Sia come sia, la situazione al Cie rimane bollente. «Una polveriera molto più pericolosa di altri centri che abbiamo visitato» ha affermato senza mezze misure Rosa Villecco Calipari, che ha guidato una delegazione di parlamentari Pd composta anche da Delia Murer, Tamara Blazina, Carlo Pegorer ed Ivano Strizzolo. Un’iniziativa svolta in sintonia con la campagna nazionale LasciateCientrare per la trasparenza sulle strutture di identificazione ed espulsione della penisola. La visita isontina al Cie e al vicino Cara è durata oltre tre ore. La struttura isontina ospita oggi 82 immigrati a fronte di una capienza reale ridotta ad appena 74 posti dopo i recenti danni alla “zona blu”. Ma presto potrà contare su 44 nuovi posti letto, quelli della ristrutturata “zona verde”. «Nei Cie vi sono meno diritti che in un carcere – ha spiegato Calipari -. Basti pensare che a Gradisca gli ospiti non possono utilizzare nè la mensa (i pasti si consumano in cella ndr) nè il campo da calcio. Chiaro che questa situazione crea alienazione e paranoie. E se questo governo intende razionalizzare le spese – conclude – dovrebbe accorciare i tempi di trattenimento e razionalizzare questo contorto meccanismo. I continui travasi da un Cie all’altro certo non risolvono i problemi dell’immigrazione». Conclude Blazina: «E’ pericolosa la promiscuità di casi così diversi fra gli ospiti. Non possono essere rinchiusi per 6 mesi nella stessa cella immigrati cui sono scaduti i documenti e stranieri che usciti dal carcere si vedono affibbiare un supplemento di pena».
NO TAV/ Intervista a Luca Abbà
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
Luca Abbà è ritornato in valle
AN ANARCHIST LIFE-Video documentario su Umberto Tommasini
Marzo 17th, 2017 — General, Storia
Alcune righe per aggiornarvi sul work in progress relativo al film documentario dal titolo provvisorio “An Anarchist Life”. Come saprete, abbiamo trovato una giovane cooperativa, IG di Trieste, pronta a sposare il progetto e così, dopo la prima iniezione di fiducia della raccolta fondi attraverso il crowdfunding sul sito Produzioni Dal Basso, abbiamo potuto presentare una domanda per il Fondo per lo Sviluppo della Regione Friuli. La Associazione Drop Out ha poi deciso di investire un altra piccola quota, credendo particolarmente nel progetto. Ma a tutt’oggi non siamo riusciti a chiudere un piano finanziario definitivo, manca qualche migliaio di euro all’appello. Abbiamo quindi pensato di aprire sul sito ufficiale del film
una sezione dedicata alla possibilità di pre-acquistare delle copie. Tale possibilità ci permetterà anche una distribuzione internazionale, anche se relativa ad una nicchia di interessati. Per quanto riguarda altre forme distributive, pensiamo sicuramente di partecipare a più festivals possibili, ma anche a forme di distribuzione militante e capillare in giro per l’Italia e per altri paesi, oltre che a sondare tutte le possibilità di passaggi televisivi possibili (siamo in fase di trattative con Rai Storia, Rai tre regionale, Telekoper e molti altri canali..). La distribuzione in sala cinematografica resta ancora una chimera per un prodotto documentario del genere, ma non ci arrendiamo anche su quel versante. Inoltre studieremo le possibilità di vendita online, attraverso forme di download o streaming.
Per quanto riguarda invece la fase di realizzazione, naturalmente non siamo stati fermi ad aspettare di chiudere il budget. Siamo in fase di chiusura della fase di sviluppo e ricerca, abbiamo lavorato intensamente in questo senso, sia facendo interviste preliminari a testimoni, storici, amici e conoscenti di Umberto, sia a conoscitori del contesto sociale, politico e culturale in cui si è mosso. Parallelamente abbiamo attivato una forte e lunga ricerca iconografica su materiali d’archivio, riuscendo ad ottenere il permesso di utilizzare importanti archivi, quali quello della CNT – FAI spagnola, e di altre realtà. Stiamo concludendo accordi con l’Archivio Nazionale della Resistenza, e la Cineteca del Friuli, oltre che con collezioni fotografiche e fototeche di vari soggetti, pubblici e privati.
Stiamo anche finendo la scrittura del trattamento/sceneggiatura, e abbiamo identificato cast e troupe da coinvolgere. Stiamo realizzando alcuni sopralluoghi in locations dove girare, ed abbiamo realizzato alcune interviste importanti e focali per il film, nonché documentato alcuni momenti di vita attuale che richiamano la memoria di Umberto, quali lo spostamento di sede del Germinal di Trieste e l’inaugurazione della biblioteca a lui dedicata.
Siamo grati a tutti voi per il sostegno, l’appoggio, l’aiuto e la fiducia che ci date e ci avete dato. Intendiamo finire le riprese nei primi mesi autunnali del 2012, ed andare subito dopo in postproduzione, quindi contate di vedere su tutti gli schermi, in mondovisione, An ANARCHIST LIFE – DANDO DEL TU AL MONDO entro dicembre 2012!!! Naturalmente, se volete essere ancora più certi, un piccolo investimento, nel pre-acquisto di una copia del dvd a 10 euro, vi permetterà di aiutarci a rendere la cosa ancora più certa e celere.
Grazie ancora a tutti, con molti di voi ci sentiremo presto, per varie questioni.
ciao e grazie
ivan e fabio
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NO TAV/ Volantino per lo sciopero del 22 giugno e Aperitivo NOTAV
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
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No Tav Udine Foto 30 giugno
![]() Foto Udine 30 giugno 2012
Sabato 30 giugno “Aperitivo No Tav”
in Piazza Libertà dalle 19.00 alle 22.00
![]() Foto Udine 22 giugno 2012
Venerdì 22 giugno presidio-volantinaggio
“Più Treni, Meno Tav” in Stazione dalle 17.00 alle 19.30
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CIE DI GRADISCA: allo sbando (agg.28/06)
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Dal Piccolo del 28/06/12
Caso stipendi al Cie Indaga la Prefettura
di Luigi Murciano GRADISCA La Prefettura di Gorizia adotterà tutte le verifiche necessarie in merito ai ritardi nei pagamenti degli operatori del Cie e Cara denunciati dai sindacati. Questo l’esito di un incontro svoltosi ieri mattina fra il Viceprefetto vicario, Gloria Allegretto, e le rappresentanze di Cgil/Fp e Cisl/Fisascat. Queste nei giorni scorsi avevano posto l’accento sui «ripetuti ritardi» nel pagamento dei lavoratori da parte dell’ente gestore Connecting People, ma anche sulle difficoltà finanziarie -secondo i sindacati dovute alle miniproroghe della gestione di appena 10 giorni- che impedirebbero addirittura l’acquisto dei materiali essenziali, come quelli per la sanificazione degli ambienti e l’igiene personale degli ospiti. Il clima di incertezza è stato sviscerato alla dottoressa Allegretto, che a nome dell’ente ha assicurato «massima attenzione e l’adozione di verifiche consequenziali» sul problema degli stipendi. La Prefettura precisa che il regime delle brevi proroghe alla gestione rappresenta «un provvedimento straordinario e cautelare, in attesa dell’acquisizione dei pareri di rito richiesti al Viminale e ad organi di consulenza giudico-istituzionale». Come noto infatti il Cie è ancora “ostaggio” di una vertenza giudiziaria al Consiglio di Stato per l’aggiudicazione definitiva dell’appalto del 23 dicembre 2010, inizialmente vinto da una cordata guidata dalla francese Gepsa. «Nell’ipotesi in cui tali pareri venissero espressi favorevolmente, e ciò dovrebbe avvenire in tempi brevissimi – fa sapere la Prefettura – dovrà essere comunque adottato un nuovo decreto di aggiudicazione definitiva da notificare a tutti i partecipanti alla gara». Intanto Connecting People reagisce alle accuse. Il consiglio di amministrazione del consorzio trapanese ha dato mandato ai suoi legali di tutelare la società «considerate le troppe affermazioni prive di fondamento». A detta della coop siciliana risultano «non vere e lesive» le esternazioni sui gravi ritardi di pagamento: da gennaio ad oggi i ritardi «sono stati solo di pochi giorni, nonostante il grande arretrato di pagamenti da parte della Prefettura di Gorizia» si legge in una nota.«Non è mai esistita e non esiste la volontà di non concedere ferie ai dipendenti, e ancor di più è infondata la presunta assenza di materiali di protezione individuale, di pulizie o per l’igiene personale». Connecting People si dichiara «disponibile al dialogo, purchè corretto e veritiero»
Messaggero Veneto del 28/06/12
Gestione Cie, verso un contratto a tempo indeterminato
GRADISCA Nella prima decade di luglio potrebbe arrivare da Roma il via libera per il contratto d’appalto a tempo indeterminato per la gestione di Cie e Cara di Gradisca. La novità è stata resa nota ieri ai sindacalisti di Fisascat e funzione pubblica di Cgil e Cisl dal vicario del prefetto, Allegretto. I sindacati sono stati informati del fatto che l’ultima proroga del contratto concessa a Connecting people è stata di 20 giorni anziché i soliti 10. Lo riferisce Massimo Bevilacqua, Cisl fp. Nel frattempo, Connecting people intende adire alle vie legali per le «affermazioni prive di fondamento» sostenute nella conferenza stampa del 25 giugno di Cisl e Cgil a Gradisca. «Da gennaio a oggi precisiamo – ribadisce la società consortile, come già spiegato dal componente del cda Mauro Maurino su queste colonne – i ritardi di pagamento degli stipendi dei lavoratori sono solo di pochi giorni, nonostante il grande arretrato di pagamenti che si registra da parte della Prefettura di Gorizia. Non è mai esistita e non esiste volontà alcuna di non concedere ferie ai dipendenti e ancor di più risulta infondata la dichiarata assenza di materiali di protezione individuale, sempre regolarmente distribuiti. Così come risulta priva di ogni fondamento la mancanza di materiale per le pulizie e per l’igiene personale degli ospiti». Nessun blocco delle ferie e degli stipendi è stato ventilato da Connecting people, che si dichiara invece sempre pronta al dialogo e a un dibattito «teso a migliorare le condizioni di vita e lavoro all’interno di Cie e Cara, piuttosto che assistere a campagne pretestuose a danni di imprese e istituzioni che contribuiscono quotidianamente a dare prospettive economiche e di posti di lavoro al territorio». Ilaria Purassanta
26/06/12
Il Piccolo
Cie allo sbando, i sindacati “minacciano” la Prefettura
di Luigi Murciano GORIZIA «Dalla Prefettura di Gorizia sinora solo silenzi. Ma se i diritti dei lavoratori e le regole continueranno a non essere rispettati, potrebbe doverne rispondere in sede civile e penale». Clamorosa levata di scudi dei sindacati contro l’attuale gestione del Cie di Gradisca. Nel mirino l’Ufficio del governo e la cooperativa siciliana Connecting People, che opera nella struttura dal 2008 e il cui contratto è scaduto nel dicembre del 2010. Vengono denunciati i continui ritardi nei pagamenti degli operatori e nell’acquisto di forniture, l’inesistenza di ferie lunghe, le scarse condizioni di sicurezza. Una situazione figlia delle continue microproroghe della gestione – di appena dieci giorni – che la Prefettura concede a Connecting People. La coop continua ad operare in regime di prorogatio in attesa che i tribunali stabiliscano se le spetti continuare nella gestione o se questa vada affidata alla cordata capeggiata dalla francese Gepsa, che la gara d’appalto l’aveva vinta prima di vedersi revocare il provvedimento dal Tar. A fare le spese di questo bailamme sono i lavoratori, come denunciato da Cisl (Elisa Miani e Paolo Duriavig per la Fisascat, Massimo Bevilacqua per la Fp) e Cgil (Raffaella Martinello e Mafalda Ferletti per Fp). Disposti, se l’aria non cambierà, a fare rispondere la Prefettura in solido per i ritardi degli stipendi dovuti ai 46 operatori del Cie (più i 25 del Cara): «La situazione è inaccettabile. Le miniproroghe compromettono la qualità del lavoro e non danno continuità alla gestione: mancano persino i soldi per la pulizia degli ambienti e i prodotti per l’igiene personale degli ospiti. L’azienda si dice impossibilitata a rispettare le tempistiche perchè è lo Stato a pagare in ritardo. L’Ufficio del Governo dal canto suo minimizza. Ora basta. La Prefettura accerti se l’ente gestore sta rispettando il contratto e conceda proroghe più lunghe in modo da potere organizzare il lavoro e dare maggiori certezze ai lavoratori».
Messaggero Veneto
Cie, i sindacati: portiamo in tribunale la Prefettura
GRADISCA Sindacati sul piede di guerra e pronti a portare in tribunale la Prefettura di Gorizia per obbligarla in solido a rispondere della situazione dei 76 lavoratori di Connecting people impiegati al Cie e al Cara. Ieri al Monte di pietà di Gradisca i sindacalisti Massimo Bevilacqua (Cisl fp Gorizia), Paolo Duriavig (Fisascat Cisl Fvg), Elisa Miani (Fisascat Cisl Gorizia), Raffaella Martinello (Cgil fp Gorizia) e Mafalda Ferletti (Cgil fp Fvg) hanno denunciato i ritardi sistematici nell’accreditamento degli stipendi agli operatori causati dalle mini-proroghe del contratto di appalto stipulato tra Prefettura e Connecting people. «E’ notizia di oggi – ha detto Miani –, riferitaci da un rappresentante della rsu, che Connecting people ha congelato ferie e stipendi finché non otterrà dalla Prefettura la proroga a tempo indeterminato dell’appalto». La Prefettura proroga di 10 giorni in 10 giorni il contratto d’appalto del servizio a Connecting people, consorzio di cooperative di Trapani. Di conseguenza la cooperativa di gestione, navigando a vista, non eroga puntualmente gli stipendi. Sono puntuali invece le scadenze di mutui e bollette: le famiglie dei lavoratori sono in difficoltà. L’incertezza però causa, come segnalano i sindacati, anche carenze in termini di sicurezza: mancano materiali per la protezione individuale come guanti da lavoro, divise, detersivi e saponi. Tra le conseguenze anche il fatto che gli operatori non possono andare in ferie per periodi lunghi e che i turni sono diffusi a cadenza settimanale e all’ultimo momento. «Intendiamo attivare – ha spiegato Bevilacqua – la procedura per la richiesta del pagamento diretto del committente, che, lo ricordiamo, ha un vincolo di responsabilità in solido con l’appaltatore. Chiederemo pertanto alla Prefettura di pagare direttamente gli stipendi ai lavoratori». Gli operatori di Connecting people sono stati di frequente bersaglio di aggressioni da parte degli ospiti o di lanci di oggetti e c’è pure il rischio di contrarre la scabbia. I sindacati chiedono di garantire gli standard della normativa su salute e sicurezza nei posti di lavoro, offrendo spogliatoi dotati di docce, armadietti chiusi a chiave per gli effetti personali, un servizio di lavanderia per le divise e valutazioni dello stress lavoro-correlato. A Connecting people, invece, i sindacati chiedono pagamenti puntuali e di mettere gli operatori in condizione di lavorare bene, «oppure, se le proroghe brevi non lo consentono, di rinunciare all’incarico». Ilaria Purassanta
PORDENONE: continua la raccolta materiali per i terremotati
Marzo 17th, 2017 — Circolo Libertario E. Zapata, General
DA PORDENONE RACCOLTA MATERIALI DI PRIMA NECESSITA’
Il Circolo Libertario E. Zapata si attiva come centro di raccolta materiali di prima necessità, mettendo a disposizione la sede, in solidarietà e supporto alle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia Romagna.
1-10-24 giugno e 8 luglio
SERVONO SOPRATTUTTO: Acqua, acqua e ancora acqua, olio di oliva, olio di semi, detersivi per i piatti e per il bucato a mano, prodotti per igiene personale, salviette umidificate per igiene intima e multiuso, omogeneizzati ESCLUSIVAMENTE alla frutta. Sono molto carenti di queste cose e sono le più richieste, per cui se è possibile concentriamoci su questo.
E’ poi possibile contattare telefonicamente il circolo al 333.4866588 (Stefano) oppure al 339.6812954 (lino), RECARSI IL GIOVEDI’ DALLE 17.00 ALLE 24.00.
Sabato mattina saremo anche presenti con un banchetto e raccolta spesa fuori da un supermercato di cui daremo notizie a breve.
Domenica 8 luglio ripartirà un’ altra carovana di furgoni per portare il materiale raccolto direttamente a Modena, alla Libera Officina via Tirasegno 7 che è APERTA TUTTI I GIORNI dalle 18 alle 21 nella raccolta e smistamento del materiale da portare nelle zone terremotate. Oltre a chiedere l’aiuto di tutti/e chiediamo a chi è interessato di partecipare direttamente alla raccolta e al viaggio di domenica verso Modena.
La solidarietà, il mutuo appoggio e la trasparenza nel fare rete è il miglior modo per sostenere le popolazioni e arginare ulteriori speculazioni sulla pelle dei terremotati.
VALSUSA/ No Tav: Attacco al “cantiere”
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash