Cordenons/ 2° festa dell’ecologia sociale e del mutualismo

2° festa dell’ecologia sociale e del mutualismo 1 giugno 2014

ecologia sociale pn 2014

 

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DUMBLES/ Monsanto

no mons logo

Dannata

Monsanto

Il 24 maggio, era la giornata della

 Marcia Globale Contro Monsanto.

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Azioni dimostrative a Pordenone

columbus

 

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TRIESTE: assolti per la contestazione a Moretti

Il tribunale di Trieste ha assolto oggi, lunedì 26 maggio, tutti i 21 denunciati per “manifestazione non autorizzata” per la contestazione a Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello stato avvenuta il 29 febbraio 2012, perchè il “fatto non sussiste”.

Un assoluzione che, alla fine della scorsa udienza di poche settimane prima, pareva quasi scontata visto che anche la PM si era espressa in tal senso. Ma anche questa volta il noto PM Federico Frezza ha voluto metterci lo zampino, mandando venerdì pomeriggio via fax una memoria in procura in cui si diceva fortemente contrariato della richiesta della PM e, con ben tre pagine di motivazioni, chiedeva la condanna di tutti e tutte gli imputati/e. Una impegno e dedizione degni decisamente di miglior causa nonchè fuori da ogni prassi consolidata. Nonostante ciò di fronte a dei fatti chiari (ovvero che era stato lo spostamento del vertice deciso all’ultimo ad aver causato lo spostamento del presidio che ha causato la denuncia) il giudice non ha potuto che assolvere.

Ora e sempre NOTAV

Uno degli imputati presente

 

 

Dal Piccolo 

2014-05-27

NON FU ASSEDIO A MORETTI: 21 ASSOLTI

“Il fatto non sussiste”. Luca Tornatore e altri venti attivisti No-Tav sono stati assolti ieri mattina dal giudice Marco Casavecchia a chiusura del processo di primo grado a loro carico per manifestazione non autorizzata in occasione della “visita” del 29 febbraio del 2012 a Trieste di Mauro Moretti, allora amministratore delegato delle Ferrovie. Il supermanager dello Stato, quel giorno, era atteso infatti in città per trattare di infrastrutture ferroviarie retroportuali con i rappresentanti delle istituzioni locali, capitanati dal sindaco Roberto Cosolini e dall’assessore regionale ai Trasporti dell’epoca Riccardo Riccardi. Si sarebbero dovuti vedere, da agenda, in Municipio. Per questo i giovani della sinistra antagonista si erano organizzati per il loro “assedio” sotto il palazzo del Comune. Salvo poi scoprire, all’ultimo minuto, per le vie informali, che la riunione era stata spostata “al volo” al Museo Revoltella. E così, “al volo”, pure loro avevano traslocato ai piedi del Revoltella. Moretti, scortato dalla Digos, era riuscito alla fine ad andarsene, letteralmente di corsa, evitando i No-Tav. L’inchiesta del pm Federico Frezza che ne era scaturita non aveva escluso in una prima fase l’ipotesi di un eventuale reato associativo, al punto che erano scattate perquisizioni in ufficio e a casa di Tornatore. In aula però, alla luce delle carte raccolte, si era andati per la sola manifestazione non autorizzata. Accusa contestata dagli avvocati della difesa Luca Maria Ferrucci e Deborah Berton, che avevano sostenuto come la manifestazione – che si sarebbe dovuta tenere in piazza Unità, solo perché era lì che i “potenti” si dovevano incontrare – fosse stata invece autorizzata.(pi.ra.)

NO OGM: azioni dimostrative nel pordenonese

La Monsanto come la Dupont, piuttosto che Syngenta, sono grandi multinazionali che detengono il 90% del mercato mondiale di semi e prodotti chimici. In occasione della giornata mondiale contro la Monsanto che si terrà sabato 24 maggio abbiamo voluto organizzare due azioni dimostrative davanti ai consorzi agrari dove vengono venduti mangimi ottenuti da coltivazioni ogm di mais, soia e colza. Per noi la lotta contro gli ogm significa combattere questo sistema agroindustriale basato sulla sterile ricerca del profitto di pochi attraverso rapporti di monopolio e di dominio, e proporre nuovi modelli di relazioni sociali fondati sull’autoderminazione alimentare.

PORDENONE NO MONSANTO

 

CARA DI GRADISCA: di nuovo i lavoratori senza stipendio

Anche con “solo” il CARA aperto la Connecting People continua a non navigare in buone acque, non si capisce come possano anche solo pensare di riaprire il CIE…

 

 

Dal Piccolo 

2014-05-25

LAVORATORI DEL CARA DA 4 MESI SENZA STIPENDIO

GRADISCA Stipendi arretrati per i lavoratori di Cie e Cara, il silenzio della Prefettura. Nuova tragica puntata della telenovela che vede protagonisti i dipendenti del centro immigrati di Gradisca. I dipendenti della Connecting People hanno maturato nuovamente quattro mensilità non pagate per il loro lavoro e vivono nell’incertezza e nella disperazione. Martedì incontreranno al Monte di Pietà di Gradisca i sindacati Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl per concordare in assemblea nuove azioni con cui denunciare la propria situazione. Due mesi fa il consorzio Connecting People aveva firmato un concordato in bianco in Tribunale per risolvere la crisi economica in cui si era venuta a trovare, con numerose ditte creditrici che avevano oramai avanzato richieste di pignoramento. Da giugno a dicembre 2013 (più la tredicesima mensilità)i salari dei dipendenti del consorzio erano stati pagati all’80% direttamente dalla Prefettura, ma a tutt’oggi il rimanente 20% non è stato ancora versato. Il 20% di sette mensilità corrisponde in pratica a uno stipendio e mezzo. Nel frattempo l’ultimo stipendio erogato per molti dipendenti è stato a gennaio. Non basta. Itc, cooperativa collegata che forniva ai due centri gli interpreti e mediatori linguistici previsti dall’appalto col Ministero, per crisi aziendale dovuta ai mancati pagamenti da parte di Connecting People (che a sua volta non riceve i soldi dalla Prefettura), a fine marzo ha licenziato i 9 operatori suoi dipendenti che lavoravano nelle strutture di Gorizia. Le organizzazioni sindacali sono riuscite a far riassumere tutti gli operatori dalla cooperativa Luoghi Comuni, scongiurando l’interruzione del servizio e non facendo perdere neanche un giorno di lavoro ai dipendenti. Denunciano i sindacati: «In tutta questa fase la Prefettura, benché avvisata tempestivamente della situazione, è sempre stata assente e non è mai intervenuta Né a sostegno dei lavoratori licenziati né delle organizazioni sindacali. che da sole hanno portato avanti i contatti con Luoghi Comuni per le riuscita di questo riassorbimento di personale». «Ripetutamente – spiegano Michele Lampe della Uil, Monica Zanolla della Cgil ed Elisa Miani della Cisl – abbiamo chiesto incontri alla Prefettura per poter dare risposte ai lavoratori che rappresentano, stremati da mesi e mesi senza stipendio, incerti su quello che sarà il destino del Cie (riaperto oppure no? ndr) con una parte politica che ne chiede la chiusura definitiva, senza considerare le conseguenze sociali che avrebbe tale decisione sulle famiglie dei lavoratori. Ribadiamo quindi la richiesta di un incontro urgente per lavorare insieme ai rappresentanti del Governo per trovare insieme la soluzione migliore per questa intricata vicenda». Luigi Murciano

CIE DI GRADISCA: non riaprirà? (agg.30/05)

Non si capisce nè i lavori interni a che punto siano veramente e soprattutto in cosa possa essere riconvertita la struttura…

 

Messaggero veneto

 2014-05-30, 26 Gorizia

Tomasinsig: «Ribadiremo ad Alfano il no a Cie e Cara»

GRADISCA «Il ministro Alfano dice che è pronto ad ascoltare le istanze del territorio in merito al Cie? Bene, siamo pronti a ribadirle in tutte le sedi»: il mandato di Linda Tomasinsig, primo sindaco donna nella storia di Gradisca, è cominciato, a tutti gli effetti, con il botto. Le dichiarazioni venute dal titolare del Viminale nel corso di una riunione del comitato Schengen («Il Cie di Gradisca d’Isonzo non riaprirà se dal territorio verrà confermata la contrarietà a tale struttura» aveva detto Alfano rispondendo ad un’interrogazione del parlamentare isontino Giorgio Brandolin) vanno intese come l’assist a lungo sperato dall’amministrazione comunale della Fortezza. Un assist confermato anche dal prefetto di Gorizia, Zappalorto, che ha ulteriormente rafforzato le parole del ministro dell’Interno. E Tomasinsig, che a giorni nominerà il proprio esecutivo, è certa di farsi trovare pronta. «Su Cie e Cara le due amministrazioni, di cui ho fatto parte come consigliere ed assessore, e quella che mi accingo a guidare hanno sempre avuto le idee molto chiare – premette Tomasinsig –. Le parole del ministro Alfano costituiscono un’occasione molto importante, direi decisiva, per ribadire la nostra posizione. Siamo sempre stati contrari al Cie, perchè a nostro avviso non rappresentava una soluzione e per l’impatto sulla cittadina. Oggi siamo non solo contrari ad una sua riapertura, ma anche ad un ampliamento della capienza del Cara, il centro per richiedenti asilo». Qui, però, il discorso si fa più complesso. È chiaro che, se anche il Cie non riaprisse una volta terminati i lavori di ristrutturazione, non è che si dissolverà nel nulla. E quegli spazi, stando a rumors insistenti, potrebbero essere destinati ad un ampliamento del Cara. «Non abbiamo nulla da eccepire su una razionalizzazione degli spazi dell’altro centro – scandisce Tomasinsig, dimostrando di avere le idee molto chiare anche su questa sfumatura – ma solo se basata sulle presenze attuali. Il Cara, specie dopo il recente ampliamento a centro di prima accoglienza, è spesso ai limiti della capienza. Per questo diciamo che gli spazi attualmente inutilizzati del Cie possono anche servire a migliorare le attuali condizioni di accoglienza del Cara. Ma non ad ospitare più richiedenti asilo di quanti gia’ non siano accolti. Gradisca non avrebbe le forze per fare fronte a un impatto del genere. Resta poi da capire come il Cie, con le sue sbarre, possa essere adattato a centro di accoglienza. Anche su questo chiederemo risposte». Linda Tomasinsig spiega come l’obbiettivo a lungo termine («condiviso da Regione, Provincia e Comune») sia un giorno l’accoglienza diffusa dei profughi oggi trattenuti al Cara su tutto il territorio regionale, con piccole unità facilmente gestibili rispetto ai grandi numeri oggi presenti a Gradisca. Tomasinsig è consapevole di come potrebbe finalmente aprirsi un capitolo nuovo, 14 anni dopo l’inizio della tormentata vicenda del centro immigrati. «Ci batteremo in ogni modo – dice – così come hanno fatto le amministrazioni precedenti. Non è corretto affermare che la politica isontina non ha voluto opporsi al Cie. Ci si è battuti in molti modi, e il mio predecessore Franco Tommasini ha pagato anche personalmente la propria contrarietà». (l.m.)

 

Da Il Piccolo del 29 maggio 2014

GRADISCA «Non riapriremo il Cie di Gradisca se dal territorio continueranno a giungere segnali di netta contrarietà a tale apertura». È il senso della risposta che il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha dato ieri alla Camera, nella riunione del comitato Schengen, a un’interrogazione dell’onorevole Giorgio Brandolin che fa parte del comitato Schengen. Il prefetto di Gorizia, Vittorio Zappalorto, è sceso nel dettaglio della vicenda: «Il ministro Alfano ha sostanzialmente assicurato di voler seguire le istanze del territorio. I politici locali, dalla presidente della Regione Serracchiani a molti amministratori isontini, hanno assunto un orientamento ben preciso sull’argomento». Sui tempi e le modalità della chiusura del Cie è prematuro parlarne. Ancora il prefetto: «Proprio oggi (ieri ndr) il ministero dell’Interno ha sbloccato la procedura che riguarda il primo stralcio dei lavori di ristrutturazione dell’edificio. Ciò ci consentirà di effettuare tutti quei lavori necessari per il collaudo della struttura e per riportarla alla sua funzionalità originaria. A questo punto è tutto da verificare l’avvio del secondo stralcio». L’intervento in atto, che dovrebbe essere concluso a settembre, prevede un impegno di spesa di 800 mila euro; sicché si può ipotizzare che l’edificio, se non ospiterà il Cie, non resterà certamente inutilizzato. «Certo che no – ribadisce il prefetto – . Posso immaginare uno sviluppo del Cara». Alla domanda se il Cie potrebbe essere trasformato in carcere, Zappalorto afferma che «si tratta di ipotesi che non stanno né in cielo né in terra». Resta da capire ora come far giungere al ministro Alfano la contrarietà del territorio alla riapertura del Cie. Un tavolo tecnico? Un incontro con Serracchiani e i sindaci? Zappalorto: «Dico semplicemente che se il ministro chiederà lumi al prefetto non ci saranno dubbi sulla risposta». Ora aspetta al neosindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig tenere alta l’attenzione sul Cie e attivarsi per cementare ulteriormente il fronte anti-Cie. Un problema che insiste in particolare su Gradisca ma investe tutto l’Isontino. Speriamo si possa sanare una delle pagine più brutte della politica isontina risalente all’epoca in cui la filiera amministrativa locale (Comune di Gradisca, Provincia e Regione) non riuscì (volle?) validamente opporsi alla scelta del governo, adducendo difficoltà operative insormontabili in virtù della secretazione degli atti burocratici e tecnici del Cie. Chissà perché quando vuole la burocrazia statale riesce a sveltire gli iter. Cie ha significato la difficoltà degli operatori che vi hanno lavorato (senza contare i contenziosi scaturiti dalle gare d’appalto e l’attuale vertenza stipendi), ha significato drenare forze di polizia al controllo del territorio, ha significato innumerevoli problemi all’ordine pubblico, ha significato un ulteriore appesantimento delle strutture sanitarie locali, ha significato soprattutto una valanga di soldi pubblici necessari alla costruzione e alla riparazione dei continui danni provocati dalle rivolte. In ultimo ma non per ultimo ha significato rinchiudere in un sostanziale carcere centinaia di immigrati.

ANTIFA/ Continuano le aggressioni fasciste

ANTIFA/ Udine: Attenzione ai “Nazionalisti Friulani”

Rassegna stampa

mv giugno 2014

 

 

L’Osservatorio Regionale Antifascista ha scovato le iniziative a breve scadenza dei “nazionalisti friulani”, un gruppo di mentecatti fascistoidi che sono riusciti a farsi dare la palestra del liceo Marinelli per le loro schifezze. 

 

Udine
https://www.facebook.com/events/1426001040993974/

 

Gorizia
https://www.facebook.com/events/255191084673538/?unit_ref=related_events

 

Pordenone

https://www.facebook.com/events/715582345149897/?unit_ref=related_events

 

Stanno partendo iniziative di contrasto.

Qui un post di denuncia di Marco Barone.

http://xcolpevolex.blogspot.it/

 

Si stanno organizzando gli studenti antifascisti ad Udine

aggiornamento 6 giugno 2014

 

UD/ MOV STUD/ I FASCISTI ORGANIZZANO CORSI DI ANTIAGGRESSIONE CONTRO GLI IMMIGRATI AL LICEO MARINELLI DI UDINE

Qui il testo del volantino in pdf: i fascisti organizzano corsi di autiaggressione contro gli immigrati al liceo marinelli di udine – definitivo.

A un anno da quando tre neonazisti francesi hanno assassinato Clement Meric, giovane antifascista anarchico; in un clima in cui negli ultimi giorni a Trento e a Torino sono stati accoltellati due antifascisti, domenica 8 giugno 2014, nella palestra del Liceo Scientifico Marinelli, in via Urbanis a Udine, laterale di viale Leonardo da Vinci dalle ore 9 alle ore 13, il gruppo politico razzista e xenofobo di estrema destra “Nazionalisti Friulani”, insieme a ADRA Close Combat (che già organizza, sempre presso la palestra del Marinelli, corsi di Krav Maga israeliano) e all’Ente di Promozione Sportiva Riconosciuto dal CONI, organizzano un corso di autodifesa che loro stessi così presentano su Facebook: «Il Friuli è sempre stato un territorio dove la sicurezza e l’onestà erano parti integrati della società e contraddistinguevano il cittadino friulano. Eppure i furti, le rapine, il bullismo, le truffe, i raggiri sono diventati, negli ultimi anni, fatti di cronaca quotidiani, che vedono sempre più spesso gli immigrati come protagonisti in negativo.

[…].
Noi vogliamo estirpare la delinquenza affinché il Friuli ritorni ad essere quel territorio sicuro che tutti conoscevamo. In questo contesto si inseriscono varie azioni  che realizzeremo. La prima è uno stage gratutito, organizzato da maestri di ADRA Close Combat, sulla sicurezza e sulla difesa personale».

785_1060328911722_6231_nTra gli organizzatori Luciano Tubetto, nella foto a lato, sulla destra, presso la tomba di Mussolini.

Quest’iniziativa va anche a infangare il nome del liceo Marinelli, il cui dirigente si è giustamente schierato contro gli elementi nazisti e fascisti dei Nazionalisti Friulani, chiedendo alla provincia (a cui spetta l’amministrazione delle palestre scolastiche) di revocare l’autorizzazione a questo corso.

È inaccettabile per noi che organizzazioni politiche tentino di avvicinarsi alle scuole con la loro propaganda (come si legge sulle loro pagine Facebook) di odio razzista, intollerante e islamofobo, mascherata dietro attività sportive.

NON ACCETTIAMO QUESTE PROVOCAZIONI!!

STUDENTI SEMPRE ANTIFASCISTI E ANTIRAZZISTI!

 

 

 

 

 

 

Movimento Studentesco di Udineantifa-rifatta-red

studentiudine.org

fip via scalo nuovo giugno 2014

ANTIFA/ Iniziative contro i “Nazionalisti Friulani”

GORIZIA 10 giugno: Concerto e presidio contro i “Nazionalisti Friulani”

gorizia-antifa-10-06-2014

Minireport. Dopo i volantinaggi al Liceo Marinelli di Udine a cura del Movimento Studentesco, si è svolto il presidio indetto dall’ORA (Osservatorio Regionale Antifascista) a Gorizia. Un gruppo di circa cinquanta compagne e compagni, dopo i concerti pomeridiani antifa in un Bar di Corso Verdi, si è spostato di fronte al “Rap di Ue” il bar dove si è svolto il convegno dei “nazionalisti friulani” (erano in SEI!).  La Piazza è stata tenuta per due ore fino a che ( ed oltre) i fascistoidi non se ne sono andati.

 

UDINE: No ai “Nazionalisti Friulani”

Qui il testo del volantino in pdf del movimento studentesco di Udine distribuito al Marinelli:

i fascisti organizzano corsi di antiaggressione contro gli immigrati al liceo marinelli di udine 

A un anno da quando tre neonazisti francesi hanno assassinato Clement Meric, giovane antifascista anarchico; in un clima in cui negli ultimi giorni a Trento e a Torino sono stati accoltellati due antifascisti, domenica 8 giugno 2014, nella palestra del Liceo Scientifico Marinelli, in via Urbanis a Udine, laterale di Via Leonardo da Vinci, dalle ore 9 alle ore 13, il gruppo politico razzista e xenofobo di estrema destra “Nazionalisti Friulani”, insieme a ADRA Close Combat (che già organizza, sempre presso la palestra del Marinelli, corsi di Krav Maga israeliano) e all’Ente di Promozione Sportiva Riconosciuto dal CONI, organizzano un corso di autodifesa che loro stessi così presentano su Facebook:

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NO OGM: azione diretta contro i campi OGM a Vivaro-aggiornato 07/06)

Messaggero Veneto del 07/06

Ogm, devastato il campo di Vivaro

di Enri Lisetto PORDENONE I vandali hanno colpito nel campo “madre di tutte le battaglie” pro Ogm, quello appena campionato dalla Forestale a Vivaro, quello dove Giorgio Fidenato ha denunciato di avere seminato mais Mon810 nonostante il divieto di Stato e Regione. Durante la notte dell’antivigilia dell’appuntamento di Colloredo di Montalbano – oggi alle 10 a Laibacco verrà presentato il campo prova intitolato Biodiversità e Ogm – mani ignote hanno estirpato 500 su 3 mila 200 metri quadrati di mais, circa 4 mila piantine in tutto, e poi hanno piantato un cartello: «Serracchiani e Bolzonello: ora continuate voi!». Ma la Regione condanna l’azione in quanto «si tratta di violazione e danneggiamento di proprietà privata». Giorgio Fidenato denuncerà l’atto vandalico: «Quelle piante estirpate resteranno lì, a testimonianza di vigliacchi combattenti che non mostrano la loro faccia. Se avessero coraggio non agirebbero di notte, di nascosto e, come me, visto che sono sicuri delle loro ragioni, si sottoporrebbero a procedimento penale». L’incursione – accertata anche dalla Digos della questura di Pordenone che ha compiuto un sopralluogo nel campo devastato – viene condannato «con forza» dal vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello. Ma l’imprenditore agricolo di Arba “ignora” la solidarietà: «Mi sono autodenunciato per la semina Ogm: Stato e Regione non sono nella legalità. Coloro che hanno violato la legge pagheranno». Proprio nei giorni scorsi gli agenti del Corpo forestale e dell’Ersa hanno compiuto sopralluoghi negli appezzamenti di Vivaro e Mereto di Tomba: «Qualora dai controlli arrivasse la conferma che quelle sementi sono Ogm – chiosa Bolzonello – ci dovremo rivolgere alla Procura della Repubblica per evidenziare che quelle semine sono state fatte contravvenendo alle normative nazionali e a quelle regionali. In quel caso chiederemo al proprietario di estirpare quelle piante e alla legge di fare il suo corso». Il 30 marzo lo stesso campo di Vivaro era stato oggetto di un’invasione da parte di 150 «tute bianche» da Venezia, Mestre, Padova, Vicenza, Trento e Trieste che avevano seminato canapa biologica, mentre la villetta del leader di Futuragra Silvano Della Libera, poco distante, era stata oggetto di lancio di fumogeni e di un quintale di sterco. EnriLisetto

 

dal Messaggero Veneto online del 06/06/14

Estirpato nella notte il mais Ogm

Incursione nei campi di Vivaro seminati con il granturco geneticamente modificato dall’imprenditore Fidenato

noogmvivaro

 

VIVARO. Ignoti, questa notte, hanno tagliato il mais Ogm seminato dall’imprenditore Giorgio Fidenato a Vivaro, nello stesso appezzamento preso di mira gli anni scorsi.

Estirpato mezzo seminato (danno non superiore ai 500 euro, ma coltivazione stagionale saltata), per 1.500 metri quadrati di area coltivata.

I vandali hanno poi affisso un cartello: «Serracchiani e Bolzonello, ora pensateci voi».

Dura la reazione di Fidenato: «Sono talmente sicuri delle loro ragioni che fanno le incursioni notturne per non farsi scoprire. Ipocriti: questa è la gente che ostacola la semina Ogm, mentre noi ci costringono ad autodenunciarci».

Dal Piccolo online del 06/06/14

 

Incursione notturna anti-Ogm, strappate le piantine di mais

 

Sotto tiro ancora una volta i campi di Fidenato, che lotta per poter seminare vegetali transgenici. Un cartello per firmare la devastazione. Il vicepresidente della Regione, Bolzonello: «Vandali da condannare»

 

 

 

 

Un’incursione notturna è stata compiuta la scorsa notte nel campo di Giorgio Fidenato a Vivaro, in provincia di Pordenone, dove era stato seminato mais Ogm. Ignoti vandali ambientalisti hanno strappato le piante che erano nel frattempo cresciute. Hanno quindi piantato un cartello con la scritta «Serracchiani e Bolzonello, ora pensateci voi», riferendosi alla presidente e al vicepresidente del Friuli Venezia Giulia.

 

Negli scorsi mesi lo stesso campo era stato oggetto di un’invasione da parte di «tute bianche» e il podere di Fidenato era stato imbrattato con scritte sui muri.

 

Ed è proprio il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, a definire l’incursione avvenuta la scorsa notte come «un atto di vandalismo da condannare con forza, in quanto si tratta di violazione e danneggiamento di proprietà privata».

 

 

Rispetto al sospetto che Fidenato abbia coltivato nelle sue proprietà nelle province di Udine e Pordenone delle varietà di mais geneticamente modificato, Bolzonello ha ricordato che la Regione, con la collaborazione del Corpo Forestale regionale, di quello dello Stato e dell’Ersa, sta compiendo su quei terreni delle analisi. «Qualora dai controlli arrivasse la conferma che quelle sementi sono Ogm – ha affermato -, ci dovremo rivolgere alla Procura della Repubblica di Udine e di Pordenone per evidenziare che quelle semine sono state fatte contravvenendo alle normative nazionali e a quelle regionali. In quel caso – ha concluso – chiederemo al proprietario di estirpare quelle piante e alla legge di fare il suo corso».

 

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Riceviamo questo testo di rivendicazione dell’azione e lo pubblichiamo integralmente.

Anticipata la festa della trebbiatura di mais OGM a Vivaro.

Avevamo capito che è vietato coltivare OGM, sembrava una legge dello Stato. Sembrava anche che il governo regionale avesse la volontà di impedire tali coltivazioni. Era un abbaglio! Di fatto la volontà è di farci capire e metabolizzare come tutto ciò sia inevitabile, tanto che ora si discute solo di regole per normare la coesistenza fra colture modificate e colture tradizionali, evitando di attuare la clausola di salvaguardia.

Infatti, anche questa primavera, chi ha voluto seminare OGM ha potuto agire indisturbato.

Per un attimo ci era sembrato che si volesse tutelare la nostra agricoltura, la nostra terra, la nostra dignità. Quello che invece accade è che tutti gli organi e gli innumerevoli enti regionali preposti al controllo, non prendendosi alcun onere e responsabilità, di fatto stanno tutelando gli interessi di grossi imprenditori e delle multinazionali che ci stanno dietro.

Il parallelo è presto fatto: così come Bolzonello, Serracchiani e compagnia briscola si sono inchinati/inclinati di fronte a Fidenato ed il suo MON(A) 810, così noi “ONESTI MIETITORI” abbiamo messo a 90 le piantine incriminate.

Abbiamo cominciato col levarne parecchie. Chissà se “lo Stato” che tutto vede e tutto può (quando vuole) è in grado di fare il suo lavoro: ESTIRPARE I CAMPI COLTIVATI A OGM .

gli ONESTI MIETITORI