La catastrofe è ogni giorno in cui non accade nulla-comunicato

Riceviamo e pubblichiamo.

 

LA CATASTROFE E’ OGNI GIORNO IN CUI NON ACCADE NULLA

E sicuramente di cose ne sono accadute nelle ultime settimane e negli ultimi mesi nella galera di Santa Maria Maggiore, a Venezia. Gennaio 2015, dentro quelle infami mura muore Adrian, un ragazzo di 19 anni, così come Cherib nel 2009. Metà luglio, un ragazzo recluso incendia i materassi della cella, intossicando tre secondini. 27 luglio, un prigioniero stacca con un morso una falange a uno sbirro. La rappresaglia della direzione: vengono chiusi tutti i blindi per
tutto il giorno. 29 luglio, una forte battitura della maggior parte dei ragazzi scuote
le mura e la monotonia di Santa Maria Maggiore, seguita da un giorno
intero di sciopero della fame. Una cinquantina di persone si raduna sotto il carcere, improvvisando un presidio in solidarietà. La protesta è stata efficace: i blindi e le porte delle celle sono di nuovo aperte ed è possibile passeggiare tra i corridoi. 21 agosto, di nuovamente sotto le mura. Qualcuno dentro incendia dei fogli di giornale e inizia un’altra battitura. Un detenuto è in
sciopero della fame da ferragosto per chiedere il trasferimento in un’altra struttura. 10 settembre, i detenuti proclamano una protesta quotidiana, con forti battiture tre volte al giorno e condivisa dalla quasi totalità dei prigionieri, contro tanti aspetti della realtà carceraria, dal dispotismo della direttrice, che vieta qualsiasi attività
all’interno, alla semplice voglia di protestare e portare avanti una critica generalizzata al sistema carcere, ribellandosi alla propria condizione di reclusi. 16 settembre, calorosa battitura che coinvolge tutti i detenuti del braccio destro, che sventolano bandiere costruite con magliette bianche attaccate alle scope. Urlano “libertà” e “sempre avanti”, il tutto supportato da un numero sempre più cospicuo di solidali, impegnati
anche in saluti al carcere femminile della Giudecca, già dal 2 agosto. Numerosi sono stati, per amici, parenti e solidali, i saluti, i
colloqui selvaggi e le presenze complici fuori da quelle infami mura. Tutta questa voglia di vivere lottando per la libertà ha fortemente infastidito i secondini, che hanno messo in isolamento un ragazzo particolarmente attivo nella lotta, e che, sostenuti da esponenti del Movimento 5 Stelle, hanno trovato un palcoscenico per le proprie lagnanze dagli amici di sempre, giornali e giornalisti. La vendetta dello Stato, nota anche come Giustizia, è arrivata venerdì 18 settembre 2015, di mattina, quando sono stati notificati tre fogli
di via a due compagni (rispettivamente 3 anni e 1 anno) e una compagna (3 anni) di Venezia. Motivazione: le recenti manifestazioni
anticarcerarie. Il giorno dopo, sabato 19 mattina, un quarto foglio di via per un altra compagna (2 anni). Ma quando di cose ne succedono (e ne sono successe e ne stanno succedendo!), quando un intero carcere risuona della protesta dei suoi reclusi, quando delle guardie finiscono in ospedale, quando un escluso si ribella, allora la forza c’è per rispondere alla catastrofe
della pace sociale o per reagire alla repressione, che in questi ultimi mesi, da Venezia a Torino, da Cagliari a Bologna, da Trento alla nostra addomesticata Udine, si esprime in particolare con fogli di via, avvisi orali e sorveglianza speciale. Si rilanciano i prossimi appuntamenti con ancora più forza e determinazione:

Sabato 26 settembre 2015 ore 15, presidio sotto il carcere di Vicenza,
via della Scola, 150

Sabato 3 ottobre 2015 ore 15, presidio sotto il carcere di Venezia, rio Terra dei Pensieri, Santa Croce

Solidarietà attiva a tutti i ribelli, dentro e fuori dalle galere!

 

Coordinamento contro il carcere e la repressione – Udine 

NO OGM/ Conferenza a Colloredo di Montealbano + FidenaRo? No Grazie!

fidenato 03

Il giorno prima

(giovedì 8 ottobre)

della conferenza

contro gli OGM

a Colloredo

(venerdì 9 ottobre)

evento facebook

+ foto

150 persone in sala 

c’era stata

una conferenza

di Fidenato

(assieme

ad un altro

ciarlatano)

a Codroipo

(nella

sala conferenze

della BCC)

e allora

abbiamo

pensato

di lasciargli

un regalino

 

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UDINE/ Assoluzione per il processo No Tav

Martedì 13 ottobre pomeriggio è stata pronunciata la sentenza di assoluzione (dopo 4 udienze) verso il compagno De Toni Paolo per la contestazione alla Serracchiani (a quel tempo parlamentare europea) del 10 settembre 2011 nel Parco del Cormor a Udine. Il capo di imputazione era organizzazione di manifestazione non autorizzata; le motivazioni della sentenza: il fatto non sussiste.

QUI il link a quell’evento del 10 settembre 2011

igloo

 

 

OVUNQUE KOBANE/ Tour Regionale

         22 – 23 – 24 ottobre 2015 Trieste – Udine – Pordenone

kobane date

 

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Aggiornamento situazione repressiva (Udine-Gorizia-Trieste)

Aggiornamenti sulla repressione da Udine, Gorizia e Trieste

UDINE Settembre-Ottobre 2015

1) Caduta la denuncia a tre anarchici di violazione delle prescrizioni per una contestazione allo spettacolo fascista e revisionista “Magazzino 18” di Simone Cristicchi sulle foibe, che è stato messo in scena un anno e mezzo fa a Udine, al tetro “Giovanni da Udine”.

2) Archiviato il procedimento per lancio di oggetto volto a offendere a un anarchico di Udine, accusato durante un presidio antifascista a Gorizia di un anno e mezzo fa di aver lanciato una bottiglia di vetro verso un fascista che avrebbe colpito il collo di uno sbirro.

3) Giugno 2015, convegno del PD sui migranti. Alcuni anarchici contestano l’iniziativa e tre vengono denunciati per manifestazione non autorizzata e oltraggio a istituzione pubblica (in due) e per oltraggio a pubblico ufficiale (il terzo). Cadono le accuse ai primi due.

4) Martedì 13 settembre pomeriggio è stata pronunciata la sentenza di assoluzione (dopo 4 udienze) verso il compagno De Toni Paolo per la contestazione alla Serracchiani (a quel tempo parlamentare europea) del 10 settembre 2011 nel Parco del Cormor a Udine. Il capo di imputazione era organizzazione di manifestazione non autorizzata; le motivazioni della sentenza: il fatto non sussiste. link

 

TRIESTE Ottobre 2015

Assoluzione per tutti i compagni e le compagne in primo grado per il reato di “manifestazione non autorizzata” relativo al corteo spontaneo del 01 marzo 2012 dopo la caduta dal traliccio in Val Susa del compagno Luca Abbà. Condannato invece a 6 mesi con la condizionale un compagno accusato di aver insultato un digossino durante la manifestazione. E’ la terza assoluzione in due anni per reati di “manifestazione non autorizzata” relativi a cortei antirazzisti e NOTAV avvenuti fra il 2010 e il 2012.

 

il 13 novembre 2015 ad Udine ci sarà la terza udienza per il “processo kafkiano” contro lo spazio sociale autogestito alla ex caserma osoppo, stroncato con un complotto questura-procura-comune, nell’estate 2013.

PORDENONE: manifestazione per la libertà e ricostruzione di Kobane

pnkobane1novembre

LUBIANA: giornata di azione internazionale contro i confini

SABATO 31 OTTOBRE H.11.00 AL TOVARNA ROG

+++ “LJUBLJANA CALLING!” +++
Call for international meeting, manifestation and solidarity action in Slovenia

(ENGLISH/SLOVENSKO)

For more than a week the so-called Balkan Route is passing through Slovenia. The Slovenian government intended to impose the entrance quota of 2500 refugees per day and Croatia answered by sending the refugees and migrants over the so-called “Green” border. This controversy between Slovenia and Croatia created dire humanitarian conditions for the refugees and migrants. The Slovenian government used this self-induced humanitarian emergency and what they call a chaotic situation on the Southern border to rapidly militarize the society and call for an EU summit on the Balkan Route.

The results of the Sunday summit are measures corresponding to EU policies, meant to demolish the movement of refugees and migrants. They decided on concrete measures to slow down refugees and migrants with the intention of establishing so-called hot spots in Greece and to designate Turkey as a buffer zone for refugees and migrants. After pushing the people on their journey to freedom and a decent life in dire humanitarian conditions, they used terrible images from the Slovene-Croatian border to talk more about deportation, externalization of the repressive and violent migration regime, the selection and stratification of refugees and migrants in the process of registration of which the aim is to destroy their collective power. 

We are the people daily involved in solidarity with refugees and migrants travelling through Slovenia trying to reach their final destinations. We do not see refugees and migrants as either hopeless victims or as an invasive force but autonomous people with a desire for a better life. What we are perceiving in our day to day engagements on the border is that the attitude of the Slovenian authorities leads to the dehumanization of refugees and migrants and turns this route into a total institution whose aim is to isolate refugees and migrants from the broader society and subject them to procedures of policing, selection and deportation. We also perceive that activities of solidarity by independent volunteers are more and more restricted by authorities. 

We believe that the only way to address these dire humanitarian conditions of refugees and migrants is to build relations with them. The solution is not sending people back or subjecting them to a life without perspective in closed refuge centres isolated from broader society. The solution is to build a common European society together, as citizens, refugees and migrants. 

We call to meet in Ljubljana, on Saturday 31 of October, 11am to participate in a transnational meeting and manifestation against the militarization of Slovenian borders and the attempts of the EU to break the movement of refugees and migrants. After the manifestation in Ljubljana, we will go together to the border as international independent volunteers to express solidarity with refugees and migrants and to build another, open Europe together. 

Contact us at frontabrezmeja@gmail.com

#openborders #noborderspower #stopmilitarization #refugeeswelcome

Tako imenovana balkanska ruta že več kot teden dni vodi tudi skozi Slovenijo. Slovenske oblasti so poskušale uvesti kvoto 2500 beguncev, ki bi jih sprejeli dnevno. Odziv Hrvaške na kvoto je bilo pošiljanje beguncev in migrantov preko tako imenovane zelene meje. Ta kontroverza je povzročila strahotne humanitarne pogoje in izredno stanje na južni meji, ki so ga slovenske oblasti izkoristile za militarizacijo družbe po hitrem postopku. Prav tako je bila »kaotična situacija«, kot jo imenujejo, povod za srečanje držav članic EU na temo balkanske rute. 

Rezultati nedeljskega srečanja se povsem skladajo s siceršnjimi politikami EU, ki uničujejo gibanje beguncev in migrantov: sprejeta je bila odločitev, da naj se begunce in migrante ustavi z gradnjo zbirnih centrov v Grčiji in spreminjanjem Turčije v tamponsko območje. Oblasti so ljudi na poti v svobodo in dostojno življenje najprej porinile v strahotne humanitarne pogoje, potem pa grozljive podobe iz slovensko-hrvaške meje izrabile za govor o povečanju števila deportacij, o eksternalizaciji represivnega in nasilnega migracijskega režima ter kot opravičilo za stratifikacijo beguncev in migrantov. Skozi proces selektivne registracije poskušajo uničiti njihovo kolektivno moč. 

Smo ljudje, ki se dnevno srečujemo in smo solidarni s tistimi, ki poskušajo preko Slovenije doseči svoj končni cilj. Begunci in migranti za nas niso niti nemočne žrtve niti invanzivna sila. So avtonomni subjekti z željo po boljšem življenju. Skozi svoje vsakodnevne dejavnosti na mejah zaznavamo, da vodi odnos slovenskih oblasti v dehumanizacijo beguncev in migrantov, njihovo pot pa spreminja v totalno institucijo policijskega nadzora, selekcije in deportacij ter izolacije od ostale družbe. Prav tako zaznavamo vse večje prepreke za solidarnostno delovanje neodvisnih prostovoljcev, ki jih oblasti vedno bolj omejujejo. 

Verjamemo, da lahko strahotne humanitarne pogoje, v katerih so se znašli begunci in migranti, naslovimo samo skozi gradnjo odnosov z njimi. Rešitev ni niti v pošiljanju ljudi v države, iz katerih so prišli, niti v tem, da jih izoliramo v zaprte begunske centre in obsodimo na življenje brez vsakršne perspektive. Rešitev je v gradnji nove evropske družbe, katere del bomo kot državljani, begunci in migranti. 

Zato pozivamo na srečanje v Ljubljani, 31. oktobra ob 11h. Mednarodnemu sestanku bo sledila manifestacija proti militarizaciji slovenskih meja in namenom EU, ki skuša zlomiti gibanje beguncev in migrantov. Po manifestaciji se bomo kot skupina mednarodnih neodvisnih prostovoljcev odpravili na meje, kjer bomo izrazili solidarnost z begunci in migranti, da bi skupaj zgradili drugo, odprto Evropo. 

Kontaktiraj nas na frontabrezmeja@gmail.com.

#openborders #noborderspower #stopmilitarization #refugeeswelcome

Contro i confini, i fascisti, i padroni e per la solidarietà internazionale

pnkobane1novembre

SABATO  

 

 

Monfalcone

presidio solidale con la Rojava

 

Gorizia

presidio-volantinaggio antifascista

 

Pordenone

incontro sull’expo e il lavoro

 

Lubiana

manifestazione Noborder in solidarietà ai rifugiati

 

GORIZIA: report e foto del presidio antifa

Come previsto, circa 50 persone hanno partecipato al presidio-volantinaggio antifascista di Gorizia del 31 ottobre. Sono stati distribiti 500 volantini ed effettuati varii interventi interessanti al microfono e, soprattutto, si è avuta la riconferma della vivacità dell’Osservatorio Regionale Antifascista che sa adattarsi alle situazioni più varie, e trovare, di volta in volta, le formule giuste per scendere in Piazza. Peraltro, in questo frangente, non abbiamo colpito solo FN e RSI-Fiamma Nazionale, ma, vista la vicinanza alla loro sede in via Mazzini, anche casapound, bombardata con canzoni partigiane e anche con “il mondo è sempre più blu” di Rino Gaetano, per rivendicare l’appartenenza di questo artista al movimento e non certo ai fascisti e con ciò smascherare anche le miserabili tattiche infiltrative dei “fascisti del terzo millennio”.

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GRADISCA: Commemorazione (+ foto) per Abdelmajid e tutti i morti di CIE

foto Gradisca 12 agosto 2015

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Riceviamo e diffondiamo

 

12 agosto 2015:Commemorazione per Abdel Majid El Kodra e tutti i morti di CIE, ex CIE di Gradisca d’Isonzo, ore 21

La notte tra il 12 e il 13 agosto ricorre il secondo anniversario della caduta di Majid, detenuto nel CIE di Gradisca, dal tetto della struttura. Un tentativo di fuga disperata da quell’inferno di botte e lacrimogeni che era il CIE di Gradisca nell’agosto 2013, una caduta che gli causa un coma da cui non si e’ mai risvegliato, spegnendosi il 30 aprile 2014, lontano da casa e dai suoi familiari.

Majid non e’ la prima e purtroppo neanche l’ultima vittima del sistema CIE.

Durante la serata, ripercorreremo la storia delle violenze all’interno del Centro di Gradisca ma anche quella di alcune vittime negli altri CIE italiani, grazie alla presenza di Ottavia Salvador, del progetto Morti di CIE. Sara’ con noi anche Yasmine Accardo, attivista della Campagna LasciateCIEntrare, che ci raccontera’ di come la lotta contro i CIE sia soprattutto una questione di tutela dei diritti fondamentali dell’uomo.

Ricorderemo Majid e tutte le persone morte di CIE in questi anni di detenzione amministrativa dei migranti, di leggi nemiche dell’essere umano, anni di abusi perpetrati nell’impunità totale in quelle “zone franche del diritto” disseminate sul territorio italiano che sono i Centri di Identificazione ed Espulsione. Continuare a ricordare Majid significa portare avanti la lotta contro la detenzione dei migranti e l’impunita’ che caratterizza tutti gli abusi commessi ai loro danni in qualsiasi centro.

Vi aspettiamo davanti all’ex CIE di Gradisca alle ore 21 del 12 agosto.

Tenda per la Pace e i Diritti e Ospiti in arrivo