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REPRESSIONE ANTIANARCHICA/ volevano la «Distruzione dello Stato e del capitale»; e che male c’è!?

Nuovo complotto della Digos Torinese contro anarchici che, guarda guarda, come riporta la Stampa di Torino, puntavano niente meno che alla

 

«Distruzione dello Stato e del capitale» era l’obiettivo ideologico del gruppo anarchico torinese arrestato dalla Digos.

 

leggere per credere

 

http://www.lastampa.it/2016/09/06/italia/cronache/torino-blitz-contro-gli-anarchici-del-fai-QrVtzGhYcBCsTGiCnNUfFL/pagina.html

 

Mi sento da sempre estraneo alle, chiamiamole, beghe interne al movimento anarchico, inteso in senso lato, ma, di fronte alla Stato che normalmente complotta per sterminare i suoi oppositori, segnatamente gli anarchici, non si può non essere solidali con gli arrestati per la loro lotta contro il potere, e sinceramente non è che mi interessi che tipo di azione hanno messo in atto per raggiungere l’onesto e normalissimo obiettivo della «Distruzione dello Stato e del capitale».

Poi se le strade scelte sono più o meno produttive, se le coloriture ideologiche sono più o meno gradite, mi pare secondario.

Semmai, oggi come oggi, varrebbe la pena di interrogarci su quali siano i problemi veramente importanti e quale sarà lo scenario globale del dominio degli Stati e del capitale nei prossimi decenni; tutto ciò per capire cosa conviene fare e/o come necessariamente saremo costretti a muoverci nella nuova drammatica realtà globale che avanza. Quello che ci preserva il futuro non ha nulla a che vedere con lo scenario ontologico ottocentesco, nel quale è stato generato l’anarchismo, la lotta di classe, il movimento operaio, la prima internazionale e via discorrendo.

C’è oramai la certezza che entro questo secolo la catastrofe climatica darà origine ad un effetto domino, ad una reazione a catena di disastri che muteranno completamente il senso stesso dell’esistenza della specie umana nel Pianeta.

Dobbiamo quindi anche chiederci se vale la pena di sacrificare la propria vita per qualcosa di non decisivo, di fronte alla oramai certa e dimostrata impossibilità di cambiare l’esistente.

 

In ogni caso, solidarietà a tutt* le compagne e i compagni arrestat* per la «Distruzione dello Stato e del capitale» per l’Anarchia

 

Paolo De Toni – Cespuglio 8 settembre 2016

 

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Non approvando per nulla la posizione del compagno Paolo de Toni ed essendo questo un sito collettivo metto un documento datato ma sempre attuale in cui la Federazione Anarchica Italiana (quella a cui la Federazione Anarchica Informale ha volutamente preso l’acronimo per derisione e per creare confusione) dice la sua su certi metodi di lotta.

Da parte mia nessuna solidarietà a chi fa parte (se ne fa parte ovviamente) di un organizzazione che fra le sue brillanti azioni nel corso degli anni ha ferito un postino e un uscere e non ha mai chiesto scusa.

un compagno del Gruppo Anarchico Germinal a titolo individuale.

MOZIONE DELLA FEDERAZIONE ANARCHICA ITALIANA del GENNAIO 2004 sempre attuale.
L’anarchia è prioritaria, ma non si fa per posta

Se questo fosse un mondo accettabile, se l’informazione non fosse una pericolosa arma di guerra, di quelle destinate alla distruzione di massa, senza alcun riguardo verso l’inerme popolazione civile, la notizia che qualcuno aveva incendiato i soliti cassonetti e poi spedito per posta qualche libro infarcito di petardi, avrebbe avuto la propria degna collocazione in cronaca.

L’eco mediatica suscitata dei petardi inviati a Romano Prodi, al presidente della BCE, all’Eurojust e ad alcuni eurodeputati, qualche giorno dopo l’incendio di un paio di cassonetti nel centro di Bologna, è divenuta il pretesto per elevare al massimo “l’allarme terrorismo” che Berlusconi e Bush avevano pronosticato nelle settimane precedenti. Da una sponda all’altra dell’Atlantico erano rimbalzati gli annunci di attentati con relativa militarizzazione dei voli e del territorio. Con queste misure, la guerra duratura e preventiva intende raggiungere il duplice obiettivo, da un lato, di alimentare la paura per via dell’insicurezza evocata da un nemico esterno sempre in agguato,  e dall’altro di tenere sotto scacco tutti i soggetti coinvolti nel collasso di un sistema di disciplinamento sociale, economico e politico che necessariamente implica la criminalizzazione, l’espulsione e l’eliminazione violenta di chiunque non si riconosca nelle regole del gioco. All’epoca della guerra totale al terrorismo occorre di tanto in tanto innalzare la tensione, altrimenti si corre il rischio che il lezzo dei cadaveri dei bambini morti in Afghanistan o la notizia dei prigionieri iracheni picchiati a morte, risulti alla fine intollerabile anche per i tolleranti sudditi di questo nostro nord capitalista e guerrafondaio.

D’altro canto, nel nostro paese, da mesi il Ministero dell’Interno ed i media agitano lo spauracchio del terrorismo, indicando negli anarchici il pericolo maggiore. Alcune indecenti veline poliziesche erano giunte persino ad ipotizzare una mano anarchica dietro la triste moda di avvelenare le bottiglie di acqua minerale. In un’epoca in cui i governi promuovono la privatizzazione delle risorse idriche assetando decine di milioni di persone in tutto il pianeta, in un’epoca in cui le lordure prodotte dal capitalismo rendono l’acqua imbevibile, non si trova di meglio che gettare fango su chi si oppone a questo scempio.

Ma, se gli anarchici sono stati il bersaglio preferito del governo e della stampa, le attenzioni di questi signori hanno avuto una ben più ampia portata. Retate e perquisizioni nelle case e nei quartieri abitati da migranti sono stati all’ordine del giorno per tutto il 2003. Gli immigrati sono stati trattati in blocco come potenziali criminali, sino a comminare espulsioni in base a meri sospetti di collusione con organizzazioni terroriste. Per non parlare dei tranvieri che sono entrati nel novero dei pericolosi delinquenti per aver tentato di ottenere un pugno di euro in più scioperando fuori dalle gabbie imposte da una legislazione che ha ridotto il diritto di sciopero ad una barzelletta. E, prima di loro, era toccato ai milioni di persone che avevavo manifestato contro la guerra, contro il militarismo, contro la politica neocoloniale del governo italiano. Sul piano interno, pertanto, la guerra preventiva impone di neutralizzare sul nascere ogni tentativo di autorganizzazione sociale che sfugga ai balbettanti meccanismi di recupero e integrazione istituzionale, attivati dai partiti e dagli apparati sindacali di stato.
In definitiva chiunque critichi l’azione dell’esecutivo finisce con l’essere in odore di terrorismo: al punto che la mera opposizione all’abolizione dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori o alla definitiva precarizzazione del lavoro sancita della legge 30 ha finito con l’essere collegata agli uccisori di Biagi.
A fine anno, a degna conclusione di un periodo in cui ogni forma di dissenso è stata puntualmente criminalizzata, sono arrivati puntuali questi pacchetti. Innocui per i destinatari ma sapientemente utilizzati sulla via della realizzazione locale dello stato di polizia globale.

Già si parla di leggi speciali che vanno ad aggiungersi alle tante leggi repressive di un trentennio in cui ogni nuova “emergenza” si è portata via un po’ delle pur esili libertà conquistate. Contro i ceti subalterni è già allo studio l’ipotesi di estensione del reato associativo di derivazione fascista che si fa beffe, come sempre, dell’apparente assioma liberale sulla responsabilità individuale di fronte al giudice penale.
L’allarme suscitato dalla posta natalizia ha finito con il dare una spinta probabilmente decisiva al lento e faticoso processo di costituzione di una polizia europea: a carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili si uniranno anche gli eurocop!

Per non dire del polverone che ha finito per porre in secondo piano lo scontro istituzionale sull’informazione, le crescenti difficoltà all’interno della maggioranza o questioni quali le pensioni e le opposte libertà di licenziamento e di sciopero. E in questi stessi giorni la compagine guidata dal cavalier Berlusconi, dopo aver risolto con altre leggi “speciali” i problemi suoi e della sua classe di appartenenza, si accinge a spazzar via quello che resta del sistema previdenziale ed a rilanciare l’attacco contro le residuali garanzie stabilite dallo Statuto dei lavoratori.

Se un’azione dovesse essere giudicata dai suoi risultati non potremmo avere dubbi sui mittenti di tale fumosa corrispondenza. E, diciamolo chiaro, per qual che ci riguarda poco importa se gli autori siano alle dirette dipendenze del Ministero dell’Interno o svolgano generosa opera di volontariato. Gratuito o retribuito il loro è uno sporco lavoro.

Infatti con i pacchi sono arrivate anche lettere che li rivendicavano a nome di una neonata aggregazione informale il cui acronimo “FAI” è identico a quello della Federazione Anarchica Italiana. Evidente l’intento irrisorio, forse meno evidente ma ben più grave la volontà di mettere in difficoltà anarchiche ed anarchici impegnati in una dura lotta quotidiana per la costruzione di una società di libere ed eguali.

Ma una tale società non si può imporre. Gli anarchici sanno che la libertà è una pratica collettiva che necessita di impegno costante perché si radichi nelle coscienze e nell’agire quotidiano di ciascuno, traducendosi in azione comune e lotta sociale. La rivolta contro l’oppressione diviene sterile fiammata se, insieme, non costruisce, non sa contaminare l’ambiente in cui vive e senza il quale si estinguerebbe.

Bakunin sosteneva che la libertà di ciascuno è accresciuta dalla libertà di tutti: qui vive e si alimenta il nocciolo profondo dell’anarchismo sociale, che, costitutivamente, è progettualità rivoluzionaria, spinta alla trasformazione che vede protagonisti in prima persona gli oppressi e gli sfruttati.

L’agire degli anarchici si sostanzia all’interno dei movimenti sociali, nei percorsi di autonomia da ogni istituzione, nella capacità di dar vita ad organizzazioni specifiche e di massa improntate ai principi dell’autogestione e del federalismo. Una Federazione Anarchica è un ambito di relazione e confronto vivo tra uomini e donne che condividono il metodo libertario ed hanno in comune un programma di mutamento sociale radicale. Una Federazione Anarchica preconizza in concreto l’ambito sociale nella quale vorremmo vivere, dove il rapporto diretto, faccia a faccia, il confronto ed anche lo scontro tra opzioni diverse mirano alla sintesi possibile nel rispetto delle scelte e dei percorsi individuali. La sua costituzione formale è garanzia di libertà, perché l’intesa associativa che la costituisce si fonda sull’autonomia dei gruppi e degli individui.

Gli anarchici della Federazione Anarchica sono abituati, loro malgrado, ad affrontare la repressione. Il nostro impegno nelle piazze, nei posti di lavoro, contro il razzismo, il militarismo, la guerra, l’oppressione capitalista e statale solo nell’ultimo anno ci è costato numerose denunce. Per non parlare delle manganellate, delle perquisizioni, della costante opera di disinformazione operata dai media.

Siamo stati alle manifestazioni contro la globalizzazione capitalista, di fronte ai lager per immigrati ed alle carceri, nelle lotte contro le fabbriche di morte, le discariche nucleari, gli inceneritori, abbiamo fatto scioperi e picchetti, siamo presenti nelle lotte per la casa e gli spazi sociali, ovunque si pratichi l’autorganizzazione, l’azione diretta, il rifiuto della delega e la partecipazione: dalla Lucania della rivolta contro la discarica nucleare ai tranvieri in lotta.
Governo e stampa si ostinino pure nel binomio bombe ed anarchici, terrorismo ed anarchia: non ci lasceremo intimorire, oggi come nel 1969. Con buona pace di chi ha creduto di metterci in difficoltà, manipolando la nostra sigla e gettandola in pasto dei media. Sono tanti quelli che ci conoscono e sanno bene chi sono i terroristi che ogni giorno bombardano, avvelenano, opprimono, sfruttano, uccidono, incarcerano i senza potere e gli sfruttati. Essi siedono sui banchi dei governi, nelle gerarchie di tutte le chiese, nei consigli di amministrazione delle aziende e delle banche, tra le fila dei parlamenti, nei quartieri generali degli eserciti. Per sconfiggerli occorre l’impegno solidale degli oppressi e degli sfruttati: i soli capaci di mettere fine all’oppressione, alla gerarchia, allo stato.

Il convegno nazionale della F.A.I. – Milano, 10-11 gennaio 2004

Compagne e compagni di Torino, Alessandria, Vercelli, Cuneo, Milano, Novate, Varese, Bergamo, Venezia, Trieste, Savona, Chiavari, Genova, La Spezia, Carrara, Livorno, Pisa, Reggio Emilia, Parma, Correggio, Val D’Enza, Bologna, Imola, Chieti, Roma, Napoli, Palermo.

REPRESSIONE/ Mastelloni, chi era costui?

Ora si capisce bene che anche il processo per l’iniziativa No Tav contro la Serracchiani del 10 settembre 2011, la criminalizzazione del Nuovo Spazio Sociale nella ex Caserma Osoppo, le denunce per i No Tav a Trieste e per il CIE di Gradisca e altre iniziative repressive, rientrano in un piano di repressione preventiva, studiato a tavolino, contro quel poco di antagonista che si muove in Regione, fuori dalla copertura della sinistra istituzionale.

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mv online 4 marzo

Terrorismo: riunione delle Digos del Nordest a Trieste

Il procuratore Mastelloni convoca i dirigenti per gli insurrezionalisti. Analizzati gli episodi avvenuti in Trentino

UDINE. Antistatalismo e anticarcerario. Sarebbero le due linee di lotta seguite dai gruppi anarco- insurrezionalisti, in particolare nei tre attentati compiuti nel corso del 2014 in Trentino Alto Adige. Sarebbe emerso nel corso di una riunione convocata negli uffici della procura di Trieste dal procuratore capo Carlo Mastelloni. Analizzando i tre episodi trentini sarebbe stata individuata una «seriazione» dell’operatività attuata per azioni dimostrative, denominate «attentatini».

Secondo quanto si è appreso, nel corso dell’incontro si sarebbe fatto il punto sulla situazione dei vari gruppi anarco-insurrezionalisti nel Nordest e, in particolare, in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia. La riunione si sarebbe svolta alcuni giorni fa e vi avrebbero partecipato, tra gli altri, i dirigenti della Digos di Trieste, Pordenone, Udine e Trento.

Inquirenti e investigatori ritengono che gli «attentatini siano stati compiuti con tecniche elementari ma progressivamente sempre più raffinate, caratterizzati, appunto, dalla «serialità». I dirigenti intervenuti appartengono a città dove tradizionalmente è forte da tempo la presenza di questo tipo di antagonismo, il cui attivismo sarebbe stato definito «intenso». Gruppi dei quali farebbero parte anche militanti dei No Tav.

I tre episodi sono: Rovereto (Trento), inizio di gennaio, esplosione di una bombola di gas causando lievi danni a mura di aziende che avevano a che fare con la costruzione del nuovo carcere di Trento e della Tav Milano-Bologna; Trento, il 28 gennaio, esplosione di una bombola di gas davanti al Tribunale di sorveglianza, rivendicata dall’area anarchica; Trento, esplosione davanti alla sede di Casa Pound il 26 marzo scorso.

REPRESSIONE/ Arrestato il compagno Massimo Passamani

COMUNICATO COORDINAMENTO TRENTINO E MOVIMENTO NO TAV VAL SUSA

A pochi giorni dal campeggio No Tav, che inizierà giovedì a Marco di Rovereto, l’arresto di Massimo Passamani, i domiciliari per Daniela Battisti e le perquisizioni a una decina di attivisti No Tav trentini, è un tentativo di gettare paure sull’intero movimento No Tav. L’operazione, mentre il movimento trentino No Tav sta crescendo e maturando (a maggio a Trento più di 1000 persone hanno partecipato al corteo contro l’opera), è palese: si spera così di screditare il movimento, di additarlo come pericoloso e violento, di far credere alle persone che partecipando alla lotta No Tav sarebbero “manovrati dagli anarchici”. Dalla Val Susa al Trentino invece il movimento No Tav sta dimostrato di riuscire ad essere un luogo in cui nessuno manovra nessuno, ma tutti si lotta insieme, ciascuno con i propri mezzi, contro opere inutili e devastanti e contro la prepotenza di chi le vorrebbe imporre.

A dimostrazione della pretestuosità degli arresti basti pensare che questi sono stati disposti dalla procura il 2 agosto: un mese fa. L’attesa, a fronte del presunto “pericolo terrorismo”, fino a due giorni prima del campeggio, fa pensare che a far paura non siano i terroristi, ma piuttosto la varietà e la determinazione dell’intero movimento.
Massimo, Daniela, e tutti gli altri indagati, al nostro movimento hanno dato e continuano a dare tanto in Trentino come in Valsusa. Per questo gli siamo vicini adesso e speriamo di averli presto liberi accanto a noi.
Non ci facciamo intimorire da queste operazioni, vi aspettiamo tutti giovedì sera alle 20.00 assemblea di apertura del Campeggio No Tav Trentino ai Giardini Polifunzionali di Marco di Rovereto.
E per chiunque avesse dubbi riguardo la partecipazione, rompete gli indugi, perchè mai come ora il segnale che vogliamo dare è quello della serenità delle nostre ragioni, della partecipazione e della determinazione a bloccare queste opere, perchè ne va del nostro futuro e della nostra dignità.
Coordinamento No Tav Trentino
Movimento No Tav Valsusa

Trentino – Operazione repressiva, arrestato Massimo Passamani

All’alba del 27 agosto 2012, prosegue l’offensiva estiva contro il movimento anarchico. Le informazioni sono ancora poche, ma si parla di 43 indagati per associazione sovversiva (270bis) e diverse perquisizioni principalmente tra Trento e Rovereto, tra cui lo spazio El Tavan. Una compagna, Daniela, è stata messa agli arresti domiciliari, mentre un compagno, Massimo, è stato tratto in arresto presso il carcere di Tolmezzo.

Per scrivere al compagno:
Massimo Passamani
C.C. di Tolmezzo
via Paluzza, 77 – 33028 Tolmezzo (UD)

Solidarietà con le compagni e i compagni perquisiti e indagati, Massimo e Daniela liberi!
Seguiranno aggiornamenti

Lun, 27/08/2012 – 10:08

 

 

Trento, operazione della Digos: due arresti tra gli anarchici, dieci perquisizioni domiciliari

Blitz della Digos: arrestati due anarchici, perquisiti i centri

Oltre 10mila le intercettazioni ambientali effettuate e passate al vaglio, 92mila le ore di riprese video analizzate,148.990 i contatti telefonici, 18.000 le comunicazioni telematiche intercettate

di Redazione 27/08/2012
Massimo Passamani

Massimo Passamani

Massimo Passamani, storico leader degli anarchici roveretani, è stato arrestato con l’accusa di associazione eversiva questa notte dalla Digos di Trento nel corso di un’operazione condotta dalla Direzione centrale di prevenzione della polizia di Stato. Passamani, la cui “attività anche in val di Susa”, si spiega in una nota, “ha destato allarme ed attenzione”, è ora rinchiuso nel carcere di Spini di Gardolo. Nell’operazione è stata arrestata anche un’altra militante del movimento anarchico. Daniela Battisti, 35enne a cui il gip ha però concesso gli arresti domiciliari. Sono state anche effettuate delle perquisizioni in due centri a Trento e Rovereto, oltre che in dieci abitazioni di altrettante persone ritenute dagli inqurenti vicine al movimento. Durante il blitz sono anche stati sequestrati oggetti, documenti e materiale informatico “di interesse investigativo”,

Il procuratore della Repubblica di Trento Giuliano Amato tiene a precisare che questa operazione non è stata condotta al fine di reprimere un’ ideologia, ma “quando un messaggio ideologico si trasforma in qualcosa di violento che va contro la legge, la questione si sposta sul piano penale e va quindi contrastata”. Dello stesso avviso è anche il questore Jacobone: “tutti possono esercitare il diritto costituzionale di manifestare e portare il proprio dissenso in piazza, ma nella legalità”

Le indagini sono state condotte dalla Digos che ha tenuto sotto controllo il G.A.I.T. (gruppo anarchico insurrezionalista trentino) Gli episodi contestati sono 28, si va dagli attentati contri i ripetitori Vodafone e Wind, ai cavi tesi lungo la ferrovia per disturbare il passaggio del Frecciargento durante la festa della sicurezza a Rovereto il 12 aprile 2012, ai danneggiamenti di mezzi dell’ esercito, Polfer e Trenitalia. Vandalismi a sportelli bancari, situazioni di conflitto tra anarchici e forze dell’ordine durante lo sgombero dell’ Assillo Occupato di via Manzoni, fino alle azioni di disturbo commesse fuori provincia, in Val di Susa, a Roma e in Grecia. In totale gli indagati sono 43, otto di loro sono i leader del gruppo. Nel corso delle perquisizioni, una decina, sono stati sequestrati bastoni, coltelli, maschere antigas, caschi ed un computer. Nessuno degli oggetti sequestrati è stato trovato nelle abitazioni delle due persone arrestate. Ispezionate anche le sedi degli anarchici a Rovereto e a Trento, in via San Martino. La perquisizione ha richiesto l’ impiego di cinquanta uomini tra Questura di Trento e commissariato di Rovereto

I numeri: oltre 10mila le intercettazioni ambientali effettuate e passate al vaglio, 92mila le ore di riprese video analizzate,148.990 i contatti telefonici, 18.000 le comunicazioni telematiche intercettate, 80 gli eventi giudiziari presi in considerazione di cui 28 sono stati considerati nell’ ambito di questo procedimento. Le indagini sono iniziate il 6 Ottobre 2009 e hanno avuto termine il 21 agosto 2012.

 

Passamani ha alle spalle una lunghissima militanza: una coerenza portata avanti dagli anni Novanta, quando era poco più che ventenne, sia per le prese di posizione a favore di un gruppo di anarchici arrestati sul Garda e poi condannati per essere gli autori di alcune rapine in Trentino, sia per la contrarietà alla leva militare (allora obbligatoria). Scappato in Francia per sfuggire a un mandato di cattura in seguito a un’indagine dei Ros, venne arrestato perché sorpreso con documenti falsi, detenuto alla Santè di Parigi e poi rilasciato dopo che le accuse si rivelarono del tutto infondate. Tornato a Rovereto, è diventato il riferimento delle battaglie politiche del movimento anarchico, di cui diffonde le idee anche attraverso interventi sulle riviste anarchiche diffuse nel mondo.

Potrebbe interessarti: http://www.trentotoday.it/cronaca/anarchici-arrestati-trento-passamani.html
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Iniziative contro la repressione e l’arresto di Passamani

Appello alla mobilitazione

 

Contro la repressione del Movimento No Tav, che si batte per una causa giustissima e si trova di fronte la congiura Stato-Banche-Mafia, sono in preparazione da parte del Comitato No Tav Udine

1. un volantinaggio per lunedì 3 settembre a Tolmezzo dalla 10.00 alle 13.00 al mercato

2. un presidio per sabato 8 settembre davanti al carcere di Tolmezzo dalle 16.00 alle 19.30

Ulteriori info nei prossimi giorni

Si ricorda che il Comitato No Tav Udine adotta come unico simbolo di rappresentazione politica  la bandiera No Tav

 

La scelta di Tolmezzo è ovviamente dovuta al fatto che in quel carcere di massima sicurezza è stato incarcerato il compagno Massimo Passamani

Volantino per il presidio di Tolmezzo

Foto presidio 8 settembre

Presidio confermato. Tolmezzo sabato 8 settembre dalle 16.00 alle 19.30

Nonostante il trasferimento del compagno Massimo Passamani da Tolmezzo (UD) alla sezione “Alta Sicurezza” del carcere di Alessandria, abbiamo deciso di confermare il presidio.
La prima e banale ragione è che Massimo è ancora detenuto e un presidio di solidarietà non necessita di vicinanza fisica per far giungere il proprio messaggio e il proprio calore.
In secondo luogo, nel carcere la situazione è pessima, e lo stesso Massimo in questi pochi giorni ha constatato e denunciato pestaggi ai danni dei detenuti. In tal senso non basterà il suo trasferimento a far calare il silenzio su questa situazione.
Come NoTAV abbiamo intrapreso un percorso di lotta che, dalla difesa di un territorio, ci ha portato a scoprirci incapaci di assistere passivamente agli abusi del potere, e anche in questo caso non abbiamo intenzione di girarci dall’altra parte.
Infine siamo fermamente convinti che la miglior solidarietà sia dare nuova forza alle lotte intraprese da compagn* e da persone che da esse vengono allontanate con misure cautelari. La lotta contro il carcere quale strumento di controllo sociale e repressione del dissenso è una di queste e in tal senso questo presidio vuole essere un modesto contributo.
Ribadiamo ancora una volta la nostra solidarietà a Massimo e ai NO TAV ancora detenuti o colpiti da altre misure repressive.

Comitato NO TAV Udine

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REPRESSIONE ANTIANARCHICA/ Retate cilene a Firenze

Soidarietà alle compagne e ai compagni colpiti dalla repressione
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Il profilo Facebook
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Rassegna stampa
Repubblica

Anarchici, 22 provvedimenti a Firenze – Foto
Violenze. Sabotaggi a bancomat e telecamere

Operazione scattata all’alba contro appartenenti alla compagine denominata “Spazio Liberato 400 Colpi”. Danni a sistemi di videosorveglianza e a sedi di partiti e istituzioni

CRONACA

Blitz contro gli anarchici
22 misure cautelari

Operazione scattata all’alba contro appartenenti all’area anarchica che fa riferimento agli ambienti studenteschi e alla compagine denominata “Spazio Liberato 400 Colpi”

di LAURA MONTANARI

Studenti, incensurati, quasi tutti fiorentini. L’operazione della polizia contro gli esponenti del gruppo anarchico “Spazio Liberato 400 colpi” è in corso a Firenze dall’alba. Il Gip Rocchi ha emesso 22 misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta della procura che vede indagate 78 persone. Sono per lo più ragazzi che fanno riferimento a un gruppo anarchico che si riuniva in alcune stanze di proprietà dell’università, nel centro storico. I locali sono ora sotto sequestro.

Le misure cautelari riguardano 19 toscani, un napoletano, uno di Ancona e uno Nuoro. I destinatari dei provvedimenti hanno tutti tra i venti e trenta anni e sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione istigazione a delinquere, occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.

Presidio studentesco davanti alla polizia, guarda le foto
“Ma quali anarchici, molti di noi sono solo studenti”

Corriere 4 maggio

Firenze, arrestati ventidue anarchici

08:32 CRONACHE Colpita l’organizzazione denominata «Spazio liberato 400 colpi», indagate nel complesso 78 persone. Le accuse: associazione a delinquere, violenza privata, occupazione abusiva

 

le accuse: associazione a delinquere, violenza privata occupazione abusiva di edifici

Firenze: arrestati 22 anarchici

Colpita l’organizzazione denominata «Spazio liberato 400 colpi», indagate nel complesso 78 persone

le accuse: associazione a delinquere, violenza privata occupazione abusiva di edifici

MILANO – È in corso a Firenze una vasta operazione della polizia contro appartenenti all’area anarchica che fa riferimento agli ambienti studenteschi e della compagine locale denominata «Spazio liberato 400 colpi». Sono 22 le misure cautelari in corso di esecuzione da parte della Digos fiorentina coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione-Ucigos. L’indagine è stata svolta con il contributo informativo dell’Aisi, l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna.

INDAGINE – L’indagine vede complessivamente indagate 78 persone ed è stata costantemente coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Ucigos. I destinatari delle misure cautelari – 19 toscani, un napoletano, un nuorese e un anconetano, la cui età oscilla tra i venti e trenta anni – sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione istigazione a delinquere, occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.

Corriere della Sera Redazione online
04 maggio 2011