Serata benefit anticarceraria per Francesco Gimmy Puglisi Condannato in cassazione a 14 anni nel 2012, per gli scontri del G8 del 2001 a Genova. |
Onda Resistente
Marzo 19th, 2017 — Carceri, General
Serata benefit anticarceraria per Francesco Gimmy Puglisi Condannato in cassazione a 14 anni nel 2012, per gli scontri del G8 del 2001 a Genova. |
Marzo 19th, 2017 — Carceri, General
Tolmezzo sabato 16 aprile a partire dalle ore 15.00
Presidio contro il 41 bis davanti al carcere
L’Ateneo Libertario Friulano sostiene le iniziative contro il 41-bis e contro il carcere in generale
Marzo 19th, 2017 — Carceri, General
Martedì 29 dicembre a partire dalle ore 17.00 ad Udine sotto il carcere di Via Spalato si svolgerà un presidio anticarcerario per denunciare, in particolare, la repressione e le vessazioni a cui sono sottoposti i detenuti islamici.
Il Presidio è indetto dal Coordinamento Contro il Carcere e la Repressione di Udine
Contestualmente, in questa fase, a nord est, prosegue la denuncia della repressione verso il movimento anarchico, colpito con una pioggia di denunce, processi, fogli di via, diffide e limitazioni della libertà indidividuale e dell’ iniziativa politica e sociale, mai viste precedentemente.
Marzo 19th, 2017 — Carceri, General
Riceviamo e pubblichiamo.
LA CATASTROFE E’ OGNI GIORNO IN CUI NON ACCADE NULLA
E sicuramente di cose ne sono accadute nelle ultime settimane e negli ultimi mesi nella galera di Santa Maria Maggiore, a Venezia. Gennaio 2015, dentro quelle infami mura muore Adrian, un ragazzo di 19 anni, così come Cherib nel 2009. Metà luglio, un ragazzo recluso incendia i materassi della cella, intossicando tre secondini. 27 luglio, un prigioniero stacca con un morso una falange a uno sbirro. La rappresaglia della direzione: vengono chiusi tutti i blindi per
tutto il giorno. 29 luglio, una forte battitura della maggior parte dei ragazzi scuote
le mura e la monotonia di Santa Maria Maggiore, seguita da un giorno
intero di sciopero della fame. Una cinquantina di persone si raduna sotto il carcere, improvvisando un presidio in solidarietà. La protesta è stata efficace: i blindi e le porte delle celle sono di nuovo aperte ed è possibile passeggiare tra i corridoi. 21 agosto, di nuovamente sotto le mura. Qualcuno dentro incendia dei fogli di giornale e inizia un’altra battitura. Un detenuto è in
sciopero della fame da ferragosto per chiedere il trasferimento in un’altra struttura. 10 settembre, i detenuti proclamano una protesta quotidiana, con forti battiture tre volte al giorno e condivisa dalla quasi totalità dei prigionieri, contro tanti aspetti della realtà carceraria, dal dispotismo della direttrice, che vieta qualsiasi attività
all’interno, alla semplice voglia di protestare e portare avanti una critica generalizzata al sistema carcere, ribellandosi alla propria condizione di reclusi. 16 settembre, calorosa battitura che coinvolge tutti i detenuti del braccio destro, che sventolano bandiere costruite con magliette bianche attaccate alle scope. Urlano “libertà” e “sempre avanti”, il tutto supportato da un numero sempre più cospicuo di solidali, impegnati
anche in saluti al carcere femminile della Giudecca, già dal 2 agosto. Numerosi sono stati, per amici, parenti e solidali, i saluti, i
colloqui selvaggi e le presenze complici fuori da quelle infami mura. Tutta questa voglia di vivere lottando per la libertà ha fortemente infastidito i secondini, che hanno messo in isolamento un ragazzo particolarmente attivo nella lotta, e che, sostenuti da esponenti del Movimento 5 Stelle, hanno trovato un palcoscenico per le proprie lagnanze dagli amici di sempre, giornali e giornalisti. La vendetta dello Stato, nota anche come Giustizia, è arrivata venerdì 18 settembre 2015, di mattina, quando sono stati notificati tre fogli
di via a due compagni (rispettivamente 3 anni e 1 anno) e una compagna (3 anni) di Venezia. Motivazione: le recenti manifestazioni
anticarcerarie. Il giorno dopo, sabato 19 mattina, un quarto foglio di via per un altra compagna (2 anni). Ma quando di cose ne succedono (e ne sono successe e ne stanno succedendo!), quando un intero carcere risuona della protesta dei suoi reclusi, quando delle guardie finiscono in ospedale, quando un escluso si ribella, allora la forza c’è per rispondere alla catastrofe
della pace sociale o per reagire alla repressione, che in questi ultimi mesi, da Venezia a Torino, da Cagliari a Bologna, da Trento alla nostra addomesticata Udine, si esprime in particolare con fogli di via, avvisi orali e sorveglianza speciale. Si rilanciano i prossimi appuntamenti con ancora più forza e determinazione:
Sabato 26 settembre 2015 ore 15, presidio sotto il carcere di Vicenza,
via della Scola, 150
Sabato 3 ottobre 2015 ore 15, presidio sotto il carcere di Venezia, rio Terra dei Pensieri, Santa Croce
Solidarietà attiva a tutti i ribelli, dentro e fuori dalle galere!
Coordinamento contro il carcere e la repressione – Udine
Marzo 18th, 2017 — Carceri, General
Marzo 18th, 2017 — Carceri, General
Udine Sala B Erdisu sabato 15 novembre ore 17.30
Trenta persone, molto attente, hanno partecipato all’iniziativa molto interessante e densa di contenuti
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SABATO 15 NOVEMBRE 2014 – ore 17.30
SALA A dell’ ERDISU viale Ungheria 43 UDINE
Il regime di 41 BIS (detto comunemente carcere duro) fu introdotto dalla legge n. 306 del 1992.
Con esso, viene concessa al Ministro di Grazia e Giustizia la facoltà di sospendere, per “gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica”, l’applicazione delle regole di trattamento nei confronti dei detenuti, per reati di criminalità organizzata e di terrorismo. “La stessa definizione di alcune parole chiave come “terrorismo”, “criminalità”, da parte degli organismi statali e sovranazionali sono vaghe e generiche per essere applicabili, secondo la necessità, a questa o a quellla forza sociale, in ragione delle necessità dello Stato e dei rapporti di forza”.
Il 41 BIS prevede l’inasprimento delle condizioni detentive. L’efficacia di tale norma doveva essere temporanea, ma questa temporaneità ha perso il suo significato, dal momento che numerose leggi di proroga hanno fatto si che sia rimasta in vigore per 10 anni, finchè la legge n.279 del 2002 l’ha resa definitiva, come se si vivesse nella perenne emergenza.
“Il carcere moderno nasce sul finire dell’Ottocento, insieme ad un altro grappolo di istituzioni -scuola, manicomi, ricoveri per poveri, per anziani, per disabili, e si configura sin dal primo momento come un’istituzione che priva la persona reclusa dei diritti umani fondamentali, per esempio recidendo le sue relazioni affettive, la sua sessualità, e determinandone la morte sociale.
Se ne potrebbe quindi discutere il mito originario e metterne in dubbio la necessità. Invece, ai giorni nostri, al suo interno, succede qualcosa di indicibile – di cui infatti si preferisce non parlare – che riduce ulteriormente i diritti della persona, si accresce e si stabilizza un processo di annichilimento e cosificazione,…”
Il libro che presentiamo si prefigge il compito di “portare l’attenzione sull’applicazione dell’art. 41 BIS dell’Ordinamento Penitenziario e di mostrare, dal punto di vista del criminalizzato, l’abnormità del pensiero forcaiolo che, da destra e da sinistra, vuole seppellire vive centinaia di persone”.
Prendendo l’esperienza armata degli anni settanta come analizzatore, si presenta la nascita del 41 BIS e del corollario di articoli di legge che, dal 1986 ad oggi, sono in uso per privare di ogni diritto quei detenuti dei quali si vuole, con la forza, cancellare l’identità per sostituirla con un’altra.
In tal senso, nella sua funzione fondamentale, il 41 BIS si accosta alla tortura, infatti “il fine ultimo della tortura non è, in sé, ottenere informazioni, bensì distruggere l’identità personale del torturato per sostituirla, sia pur provvisoriamente, con un’altra identità, plasmata allo scopo di servire la causa dei torturatori”.
Maria Rita Prette è curatrice del Progetto Memoria per le edizioni Sensibili alle foglie.
Organizza il Coordinamento contro il carcere e la repressione di Udine
Marzo 18th, 2017 — Carceri, General
Abbiamo pensato ad una battitura solidale radiofonica
che verrà fatta mercoledì 4/12 alle 16.00
da radio onde furlane e in contemporanea
da radio black out e radio onda rossa e forse qualcun’altra.
Questa lettera arriva dalla seconda sezione Nuovi Giunti femmile del carcere delle Vallete. Racconta le condizioni a cui sono costrette queste detenute e un episodio drammatico che hanno vissuto, censurato dall’amministrazione penitenziaria. Con coraggio e collettivamente propongono un momento di lotta il 4 dicembre, a cui è doveroso dare voce. E’ importante diffonderla il più possibile tra gli uomini e le donne detenute in altre strutture carcerarie.
A margine della lettera viene specificato che la loro protesta non è per chiedere l’amnistia o l’indulto, ma per ottenere qualcosa di molto più vicino alle loro necessità e potenzialità di auto-organizzazione: lottare per la propria dignità e contro la quotidianità assassina che sono costrette a subire.
Marzo 18th, 2017 — Carceri, General
Trieste 8 febbraio 2014
Via del Coroneo ore 09.30
SOLIDARIETA’ CON MAURIZIO E VALERIO,
PRESIDIO DAVANTI AL TRIBUNALE
Marzo 18th, 2017 — Carceri, General
Report. Una trentina di persone ha partecipato al presidio con una efficace, runorosa e prolungata battitura sulla sbarre del carcere. Venerdì 21 febbraio dalle 21 alle 23 davanti al carcere di Udine Presidio e battitura solidale con i detenuti in sciopero della fame |
Marzo 18th, 2017 — Carceri, General
30 marzo. Tre carceri, tre presidi: Roma, Ferrara e Alessandria | Ferrara, cariche della polizia: report