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Trieste: Mercatino dei libri scolastici usati ogni martedì e giovedì

Vi segnaliamo questa bella iniziativa promossa dall’Unione degli studenti presso la nostra sede.

 

La vendita dei libri scolastici usati che abbiamo raccolto si terrà ogni martedì e giovedì dalle 18 alle 21, presso il Germinal (Via del Bosco 52/a) a partire dal 16 agosto.
Potete trovare aggiornamenti, notizie e maggiori informazioni sulla nostra pagina facebook: https://www.facebook.com/UnioneDegliStudentiTrieste/

Se avete altri libri usati da portarci, potrete ancora farlo durante lo svolgimento del mercatino. :) 

Prodaja knjig se bo odvijala vsak torek in četrtek od 18.00 do 21.00 v ulici del Bosco 52/a od 16 avgusta do polovice septembra. Več informacij dobite na facebook strani: https://www.facebook.com/UnioneDegliStudentiTrieste/
Če imate rabljene knjige, ki nam jih želite prinesti, nam jih še lahko oddate na sejmu.

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Il caro-libri è uno dei problemi più comuni che gli studenti si trovano costretti ad affrontare ogni anno. Il mercatino del libro usato è un momento di aiuto reciproco tra studenti, dove si cerca di alleggerire le spese esorbitanti dei libri scolastici, denunciando i prezzi esagerati di quest’ultimi.
La nostra educazione non dovrebbe essere sottoposta a speculazioni delle grandi case editrici che cambiano edizioni soltanto per farci comprare lo stesso libro per tre volte di seguito.

 

Gruppo Anarchico Germinal

 

TRIESTE: conclusa l’occupazione degli studenti medi

 

Si e’ conclusa domenica l’occupazione nata venerdì durante la giornata di sciopero generale. pubblichiamo il comunicato dell’UDS 

CORTEO E OCCUPAZIONE DELL’EX SUCCURSALE DEL GALILEI – SCIOPERO SOCIALE

Sono finiti i tre giorni di occupazione all’ex succursale del Galilei. A tre giorni dal corteo, ieri abbiamo deciso di lasciare lo spazio con la promessa di continuare a farci sentire dentro e fuori le scuole.
La mattina del 14 siamo scesi in corteo e poi abbiamo occupato lo spazio, assieme al coordinamento studenti e medi e tanti altri ragazzi, per il diritto allo studio, per gli spazi studenteschi e per il reddito contro il “Jobs Act” e la “Buona Scuola”, proposte coerenti con quelle dei governi degli ultimi vent’anni.
Abbiamo occupato per tre giorni la scuola abbandonata perché da tempo rivendichiamo uno spazio dedicato e gestito dagli studenti in questa città, un luogo per rilanciare il confronto, la discussione, la socialità tra noi ragazzi, ma nessuno ci ha mai ascoltato.
Questo gesto simbolico, inserito nello Sciopero Sociale che ha attraversato tutto il Paese, è stato il megafono che ci ha permesso di incuriosire un gran numero di ragazzi e molti abitanti del quartiere che sono venuti a trovarci nei giorni scorsi. L’attenzione che siamo riusciti ad ottenere in questi giorni con la TAZ ci permette adesso di tornare nelle nostre scuole con un nuovo slancio: la lotta non si ferma, c’è ancora molto da costruire tutti assieme.
Il diritto allo studio e la liberazione dei saperi, anche tramite gli spazi di socialità, sono una necessità in un Paese in crisi da quasi otto anni, con una povertà, una disoccupazione e una precarietà dilagante.
Ad oggi il 18% (con vette al Sud del 25%) dei ragazzi di questo Paese non riesce a concludere il percorso formativo. Se è vero che i saperi oggi stanno alla base dell’attuale sistema economico, è necessario rilanciare gli investimenti sull’istruzione, ricerca e sviluppo, introdurre un reddito studentesco efficace a garantire a tutti l’accesso alla scuola e introdurre un reddito di cittadinanza o un reddito minimo garantito, perché ogni individuo dovrebbe potersi garantire la dignità, specialmente quando la disoccupazione raggiunge record storici (quella giovanile è al 44,2%).
Non esiste ad oggi, inoltre, una legge quadro nazionale per il diritto allo studio, in quanto a gestire l’accesso all’istruzione sono le singole Regioni.
Molte di queste Regioni possiedono leggi per il diritto allo studio vecchie, obsolete e tra queste c’è il Friuli Venezia Giulia, la cui legge per il diritto allo studio risale a trent’anni fa.
Rivendichiamo quindi una legge quadro nazionale per il diritto allo studio e continuiamo a proporre il nostro modello di legge Regionale con la nostra proposta.
Dalla piazza di venerdì e dallo spazio occupato continua così una lotta per una scuola per tutti, un lavoro non sfruttato, un futuro non precario
INCROCIAMO LE BRACCIA, INCROCIAMO LE LOTTE, LIBERIAMO I SAPERI, LIBERIAMO GLI SPAZI!

TRIESTE: foto del corteo studentesco

Vivace ma purtroppo poco partecipato il corteo di stamattina degli studenti medi indetto da Uds e Coordinamento studenti medi. Tensione con la polizia all’inizio di viale XX settembre quando un cordone di digos e antisommossa ha impedito la deviazione del corteo che voleva affiggere una targa antifascista.

In seguito c’è stato un lancio di uova di vernice sul palazzo del consiglio regionale in piazza Oberdan e un altro momento di tensione con spintoni sotto la sede della lega nord.

INFO-ACTION REPORTER

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Striscione spuntato sotto la sede della lega:

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STUDENTI TRIESTE: corteo sotto la piogga

Dal Piccolo del 12/10/13

Traffico impazzito per il corteo studentesco

Più sicurezza nelle scuole e due netti no alle prove d’ingresso Invalsi e al finanziamento alle scuole private a discapito di quelle pubbliche. Quasi 300 studenti sotto una pioggia scrosciante hanno scelto ieri mattina di scendere in strada pacificamente e di urlare ad alta voce i motivi del loro dissenso. Scortato da polizia e carabinieri in assetto antisommossa il colorato corteo promosso dall’Uds, una volta lasciatosi alle spalle piazza Goldoni, si è incamminato verso via Carducci, effettuando una prima significativa sosta in piazza Oberdan davanti al Palazzo del Consiglio regionale. «Cosa aspettate politici, aspettate il morto?», è stato urlato da un partecipante, riferendosi alla pessima situazione in cui giacciono tanti edifici scolastici e alla contemporanea accusa di scarso interesse da parte delle istituzioni per quanto riguarda gli interventi da apportare per quantomeno appianare la situazione attuale. Esibendo gli striscioni “Alzati, indignati, manifesta per una scuola una migliore” e “La scuola è un diritto, finanziarla un dovere”, il corteo si è spostato in direzione di via Ghega sino a fare tappa in piazza della Libertà. Davanti alla stazione dei treni, ad attendere i manifestanti, una trentina di poliziotti piazzati davanti all’ingresso dell’edificio. «Col caschetto e il manganello siete come i playmobil», la risposta da parte degli studenti di fronte agli uomini in divisa. Tra fumogeni, slogan quali “No tav!” e “Via via la polizia”, con in sottofondo le note di Modena City Ramblers, Manu Chao e altri artisti, sventolando bandiere rosse e vessilli di Uds e Fiom, il corteo ha proseguito lentamente la sua strada verso le rive. Dopo un’altra sosta mirata, ma sempre pacifica, davanti alla Banca d’Italia, i ragazzi, passate oltre due ore dall’inizio della loro rumorosa marcia sotto la pioggia, sono finalmente giunti a destinazione in piazza Unità con assemblea finale davanti alla Prefettura, anch’essa controllata da Digos e forze dell’ordine in assetto antisommossa. Tanti i vigili urbani impegnati a dirigere il traffico congestionato con automobilisti inferociti di fronte ad una città semiparalizzata. «E’ assurdo bloccarci per una manifestazione studentesca”, ha urlato una donna al volante del suo Suv. Qualcuno però ha avuto parole di elogio. «Avanti così ragazzi, voi siete il futuro, fate bene a protestare e lottare», il commento di un anziano. E intanto oggi l’Uds ha indetto un’assemblea al multicultural center di via Valdirivo. Riccardo Tosques

 

STUDENTI TRIESTE/ report e foto 12 ottobre

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Anche a Trieste gli studenti e le studentesse sono scesi in piazza contro i tagli al sistema scolastico, contro la legge Aprea e contro le politiche sulla scuola del governo Monti e del ministro Profumo.

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STUDENTI TRIESTE: domani e venerdì di nuovo in piazza

Dal Piccolo del 24/10/12

 

Gli studenti ritornano in piazza. Sono sul piede di guerra. Il pezzo di cornicione crollato lunedì mattina all’istituto Nautico per loro rappresenta la goccia che fa traboccare il vaso.

 

Domani pomeriggio alle 16 gli alunni degli istituti superiori affiancati da alcuni universitari, daranno vita da un presidio in piazza Oberdan, sotto la sede del Consiglio regionale.

 

Il giorno successivo, il 26 ottobre, aderendo alla manifestazione prevista a livello nazionale, scenderanno in corteo partendo alle 9 da piazza Goldoni.

 

Il cedimento del cornicione del Nautico che frantumandosi ha colpito uno studente per fortuna in maniera non grave, ha avuto risonanza nazionale a tal punto che anche Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli studenti, è intervenuto: «Questa volta uno studente è rimasto ferito – ha commentato – non aspetteremo in silenzio la prossima vittima».

 

Ieri mattina tecnici della Provincia hanno fatto un sopralluogo in piazza Hortis per determinare la causa del crollo. «La parte alta in pietra del cornicione non rivela nessun cedimento», dichiara Mariella De Francesco, assessore provinciale all’edilizia scolastica. Singolare la versione dell’assessore: «Il pezzo caduto e che ha colpito lo studente era piccolo, – spiega – poteva essersi staccato da tempo ed essere caduto dopo essere stato mosso da un colombo o un gabbiano…».

 

I rappresentanti locali del movimento studentesco si sono riuniti ieri pomeriggio e hanno deciso le tappe della due giorni di protesta. Obbiettivo: denunciare l’inadeguatezza della strutture scolastiche, la scarsa sicurezza degli edifici e la mancanza di fondi

 

«La situazione è scandalosa – denuncia Irene Capasso dell’Unione degli Studenti (Uds)- fino ad oggi anche da parte della Provincia ci sono state solo promesse, tante parole e pochi fatti».

 

Le fa eco Tommaso Gandini, anima del movimento Autogestito Scoordinamento Studentesco: «E’ da 4 anni che il coordinamento studentesco di Trieste rivolge appelli alla Provincia – avverte – ma la risposta è sempre la stessa. Dicono che è la Regione che deve attribuire dei fondi per l’edilizia scolastica». «Nel corso della recente iniziativa Trieste Next – continua Gandini – la Provincia si è vantata del progetto di un nuovo polo scolastico dove trasferire Carducci e Dante. Ma ad oggi non c’è nemmeno un progetto, sono ancora solo parole».

 

Secondo gli studenti la maggior parte delle scuole superiori di Trieste non è a norma. «Basti pensare – racconta Gandini – che il percorso di emergenza del Deledda finisce in un cortile dove c’è la caldaia. Figuriamoci se un incendio dovesse scoppiare proprio lì». «Non ci faremo intimidire, – aggiungono i ragazzi – non vengano ad accusarci di fare cose illecite: sono le istituzioni che ci obbligano a frequentare edifici che mettono a rischio la nostra incolumità».

 

Amarezza anche per le decisioni del governo. «Le scuole pubbliche cadono a pezzi – spiega Tina De Denaro dell’Uds – e loro decidono di destinare fondi a quelle private».

 

Negli ultimi anni gli studenti sono stati ricevuti dagli assessori provinciali Adele Pino e Mariella De Francesco. Sostengono invece di aver chiesto un incontro con la Regione e di non averlo mai ottenuto. «Non risulta nessuna richiesta di incontro, – replica Roberto Molinaro, assessore regionale all’Istruzione – da parte mia c’è la massima disponibilità».

STUDENTI TRIESTE: corteo selvaggio e tafferugli

Dal Piccolo online del 26/10/12

A Trieste la scuola protesta: corteo e traffico in tilt. Tafferugli davanti al municipio

Centinaia di studenti sfilano per le vie del centro, nonostante gli scrosci di pioggia. Superlavoro per i vigili urbani, automobilisti inbufaliti

 

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Un nutrito gruppo di studenti (300 secondo la Questura, 500 secondo i maniferstnti) sono partiti in corteo non autorizzato stamattina da piazza Goldoni, nonostante gli scrosci di pioggia, per arrivare in piazza Unità dopo avere girato per il centro città ed essersi divisi anche in più “falangi”.

Traffico bloccato nel centro, ingorghi e automobilisti spazientiti, tanta polizia attorno ai ragazzi e superlavoro per i vigili del fuoco. Gli studenti sono arrivati sotto il Municipio e chiedono al sindaco, “vista la pericolosità degli istituti scolastici” (citando in particolare il crollo di un cornicione l’altro giorno al Nautico), di chiudere subito le scuole cittadine. La situazione è degenerata nel momento in cui il sindaco Cosolini, impegnato in altre attività istituzionali, ha rifiutato di far salire nel suo ufficio alcuni giovani. In piazza Unità qualcuno ha cercato di forzare il blocco e sono scoppiati tafferugli. Durante il corteo in via Mazzini sono stati lanciati due fumogeni dentro il portone della Banca popolare di Vicenza.

In piazza Goldoni contemporanea manifestazione di un gruppo di lavoratori di Unicredit Ubis (che ha sede in via Silvio Pellico, ex Monte di Pietà) che dicono no alle esternalizzazioni.

Ore 10.50: momenti di forte tensione davanti al Municipio in piazza Unità. Il sindaco Roberto Cosolini, impegnato nella cerimonia programmata alle 11 in Consiglio comunale per le celebrazioni della Lega Nazionale, ha fatto sapere di non potere ricevere al momento gli studenti giunti in piazza Unità chiedendo di parlare con lui. Il sindaco si è detto anche disponibile a fare incontrare subito i ragazzi con il vicesindaco o con l’assessore all’istruzione, ma il gruppo di giovani ha rifiutato. I ragazzi stanno cercando di entrare in Municipio con la forza: scontro in corso con le forze dell’ordine – polizia in tenuta antisommossa – e i vigili urbani. I ragazzi stanno tirando uova contro il portone.

 

Ore 11.10 Dal palazzo del Municipio sono uscite, per parlare con i ragazzi, gli assessori Antonella Grim e Fabiana Martini (che è anche vicesindaco). Il dialogo è in corso. Situazione più tranquilla.

Ore 11.45 Gli assessori comunali Fabiana Martini (vicesindaco e delega alla sicurezza e personale ) e Antonella Grim (istruzione) hanno contattato gli assessori provinciali Mariella Magistri De Francesco (edilizia scolastica) e Adele Pino (istruzione), che si sono dette disponibili a raggiungere Martini e Grim in piazza Unità. Si attende dunque l’arrivo di Pino e De Francesco e anche quello del comandante dei vigili del fuoco: l’intenzione è quella di effettuare immediatamente un sopralluogo all’istituto Nautico, uno dei complessi scolastici più vetusti della città, dal quale nei giorni scorsi si sono staccati dei calcinacci che hanno lievemente ferito uno studente.

 

Ore 11.50 Il gruppo di ragazzi si sta dirigendo in piazza Hortis dove ha sede l’istituto Nautico, nel quale i ragazzi stessi hanno già manifestato chiaramente l’intenzione di entrare in massa, pensando forse a occuparlo. Assente l’assessore all’istruzione della Provincia Adele Pino, l’assessore provinciale all’edilizia scolastica Mariella Magistri de Francesco è già nella sede scolastica. Arrivato anche il comandante dei vigili del fuoco. Si apprestano ad andare in piazza Hortis anche gli assessori comunali Fabiana Martini e Antonella Grim.

 

Ore 12.20 Di nuovo forte tensione tra studenti e polizia in tenuta antisommossa. Il gruppo è arrivato davanti all’istituto Nautico, dove sono giunti anche gli assessori comunali Fabiana Martini e Antonella Grim raggiungendo l’assessore provinciale Mariella Magistri De Francesco già sul posto. L’intenzione era quella di effettuare un sopralluogo, cui gli assessori si erano detti disponibili così come il comandante dei vigili del fuoco, anch’egli sul posto. Ma il preside della scuola Raffaele Marchione, al quale non era stata preannunciata alcuna visita nè fatta alcuna comunicazione, si è detto  pronto a fare entrare nell’istituto gli assessori, ma non gli studenti: ha fatto chiudere tutte le finestre, presidiate da agenti in tenuta antisommossa, per impedire dialoghi tra ragazzi dentro e quelli fuori dall’istituto. I ragazzi stanno premendo per entrare, urla e fischi.

 

Ore 13.10 La manifestazione si è appena conclusa, complice la pioggia. Nessun sopralluogo al Nautico da parte degli assessori comunali e provinciali presenti, che hanno preferito rinunciare vista anche l’impossibilità di entrare per i ragazzi, cui il preside Raffaele Marchione ha impedito l’accesso. Lo stesso preside è invece sceso in piazza Hortis a parlare con gli studenti, esprimendo solidarietà alla loro protesta per le condizioni in cui versa il patrimonio edilizio scolastico e annunciando un prossimo incontro tra tutti i presidi indetto proprio sulla materia. Marchione ha anche annunciato di volersi impegnare affinché una delegazione di studenti sia presente all’incontro tra dirigenti scolastici.

STUDENTI TRIESTE: dopo le mobilitazioni le intimidazioni

Dal Piccolo del 27/10/12

Studenti, dopo il corteo l’assalto al Municipio

Parapiglia e lancio di uova in piazza Unità dove i manifestanti hanno tentato l’irruzione in Comune. Volevano parlare con Cosolini, ma era impegnato

di Laura Tonero

 

«Io a scuola studio, non muoio». Così recitava uno degli striscioni esibiti ieri mattina dagli studenti scesi ancora una volta in corteo per urlare, con tutta la loro forza, disappunto per la precarietà degli edifici scolastici. Durante la manifestazione non sono mancati alcuni momenti di tensione.

Poco più di 280 ragazzi secondo le fonti delle Questura, 500 secondo gli organizzatori, alle 9 sotto un cielo plumbeo si sono riuniti in piazza Goldoni per poi muoversi lungo via Mazzini, immettersi sulle Rive e dirigersi in via Einaudi e piazza della Borsa.

Stavolta niente musica a scandire la lenta marcia verso il Municipio. Solo slogan e fischi. L’obiettivo degli studenti aderenti a Unione degli Studenti, Autogestito Scordinato Studentesco e Casa delle Culture ieri era ben preciso: «Vogliamo parlare con il sindaco – hanno spiegato – ci ha dato appuntamento, l’abbiamo registrato mentre ci prometteva un incontro. Pretendiamo che lui chiuda le scuole facendo appello allo stato di emergenza».

La manifestazione, in adesione a quella organizzata a livello nazionale, a Trieste ha avuto come spunto il cedimento di un pezzo di intonaco dalla facciata dell’istituto Nautico che ha colpito un giovane studente. Quell’incidente è diventato il simbolo della precarietà delle strutture scolastiche.

Il corteo, peraltro non autorizzato, composto prevalentemente da alunni degli ultimi anni delle scuole superiori triestine, è stato scortato da agenti di polizia, carabinieri e vigili urbani chiamati a gestire il traffico andato inevitabilmente in tilt. La viabilità in centro è entrata in crisi.

Dai megafoni venivano lanciati messaggi di incitamento, soliti slogan contro le forze dell’ordine, accuse alle istituzioni incapaci di trovare fondi necessari a rendere le scuole adeguate e idonee ad ospitare chi il ha diritto di studiare.

Un paio di fumogeni sono stati lanciati all’entrata dell’agenzia della Banca Popolare di Vicenza in via Mazzini. Il corteo ha raggiunto piazza della Borsa proprio mentre in quella dell’Unità, alle 10, si teneva l’Alzabandiera in onore del 58° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia. Gli agenti della Digos che hanno dialogato con i ragazzi fin dai primi passi del corteo, li hanno convinti a fermarsi. Ad attendere che la cerimonia finisse.

Ma gli studenti, più che aspettare, hanno fatto marcia indietro dividendosi in due serpentoni: uno ha imboccato Corso Italia, l’altro via San Spiridione. Per riunirsi poi in via Roma e raggiungere insieme piazza dell’Unità al termine dell’Alzabandiera.

Sistematisi sotto l’entrata principale del Comune, alla notizia che il sindaco non sarebbe sceso per dialogare con loro perchè impegnato con i rappresentanti della Lega Nazionale, hanno tentato di forzare il cordone formato dalle forze dell’ordine a protezione del portone di ingresso del Municipio.

Attimi di tensione, agenti di polizia e carabinieri hanno tentato, utilizzando solo gli scudi anti-sommossa, di allontanare i giovani che in risposta hanno lanciato una decina di uova. Alcune hanno imbrattato il portone del Comune, altre sono finite sui giubbotti degli agenti in borghese e sulle divise di vigili e poliziotti in divisa. Alcuni ragazzi, quasi a voler sfidare gli agenti, hanno tenuto le braccia alzate, in segno di resa.

«Scendi giù, scendi giù, scendi a manifestare pure tu!». Hanno urlato invitando nuovamente il primo cittadino ad incontrarli. Ma Roberto Cosolini non si è fatto vedere e ha delegato il vice sindaco, Fabiana Martini, e l’assessore all’Educazione, Antonella Grim, ad incontrare i giovani manifestanti. «Ho tre figlie e dunque sono al corrente dello stato in cui versano le scuole cittadine»,- ha detto Martini. «Fatemi avere una lista delle carenze di ogni istituto». Ma agli studenti le rassicurazioni non sono bastate e hanno preteso un sopralluogo immediato all’Istituto Nautico.

I ragazzi intanto stanno preparando altre tre manifestazioni per il mese prossimo: il 14. il 16 e il 17 dicembre torneranno in piazza.

 

Dal Piccolo

Studenti ribelli in corteo, Padulano chiama i genitori

Il questore li convocherà per esporre loro i rischi ai quali vanno incontro i figli. Manifestanti segnalati alla Procura

di Corrado Barbacini

 

Il questore Giuseppe Padulano convoca i genitori degli studenti più scalmanati che hanno partecipato al corteo di venerdì scorso. Lo scopo è chiaro. Una ramanzina, un ultimatum «per informarli dei rischi e delle conseguenze penali a cui vanno incontro con comportamenti che possono condizionare anche il futuro dei giovani stessi».

Quella della convocazione dei genitori da parte del questore è una delle conseguenze della manifestazione indetta con l’obiettivo di protestare contro il degrado degli edifici scolastici. Ma poi ci sono le denunce. La Digos trasmetterà alla Procura una dettagliata informativa sulla vicenda, integrata dalle immagini realizzate dalla polizia scientifica. In pratica – secondo il rapporto della Questura – alcuni tra i manifestanti (200 per la Questura, 500 per gli organizzatori) hanno tentato dapprima di forzare il cordone delle forze dell’ordine disposto a protezione dell’ingresso principale del municipio; poi alcuni di questi (identificati dalla Digos) hanno lanciato uova sui muri del palazzo municipale e sugli agenti stessi. In una nota la Questura evidenzia, in proposito, che «pur non verificandosi scontri fisici tra manifestanti e agenti, che hanno mantenuto sempre un professionale atteggiamento “passivo” di fronte alle provocazioni, è risultata evidente l’inconsapevole aggressività mostrata da alcuni ragazzi di 15 anni, forse strumenti di alcune persone probabilmente più esperte».

La manifestazione era iniziata alle 9. I giovani delle scuole superiori si erano riuniti in piazza Goldoni per poi muoversi lungo via Mazzini, immettersi sulle Rive e dirigersi in via Einaudi e piazza della Borsa. Ma il percorso è stato diverso da quello inizialmente concordato con la polizia.

L’obiettivo di Unione degli Studenti, Autogestito Scordinato Studentesco e Casa delle Culture era preciso: «Vogliamo parlare col sindaco – hanno spiegato – ci ha dato appuntamento, l’abbiamo registrato mentre ci prometteva un incontro. Pretendiamo che lui chiuda le scuole facendo appello allo stato di emergenza».

I manifestanti si erano sistemati sotto l’entrata principale del Comune. Saputo che il sindaco non sarebbe sceso per dialogare con loro perché impegnato in una cerimonia nell’aula del Consiglio comunale, avevano tentato di forzare il cordone formato dalle forze dell’ordine a protezione del portone del Municipio. Attimi di tensione: poliziotti e carabinieri avevano cercato, usando solo gli scudi anti-sommossa, di allontanare i giovani che avevano risposto lanciando una decina di uova. Uova che in parte avevano imbrattato il portone del Comune, in parte erano finite sui giubbotti degli agenti in borghese e sugli abiti di vigili e poliziotti in divisa. Alcuni ragazzi, quasi in sfida agli agenti, avevano tenuto le braccia alzate, in segno di resa.

 

da Triesteallnews.it

E ora è arrivata la segnalazione alla Procura con le relative denunce. Ma anche la «convocazione» dei genitori da parte del questore.

Scontri con gli studenti, il questore Padulano: «Voglio incontrare i genitori dei minorenni scesi in piazza»

SCUOLA I Cobas: «Chiudere gli istituti che non sono sicuri». L’Uds contro Cosolini: «Ha fatto orecchie da mercante»

 

27.10.2012 | 16.59 – Dopo la manifestazione studentesca di ieri, con momenti di tensione fra manifestanti e forze dell’ordine davanti al Municipio e in piazza Hortis, oggi è arrivata la notizia che il questore Padulano, nel corso della prossima settimana, vuole incontrare i genitori di alcuni ragazzi identificati ieri durante i tafferugli. La motivazione in una nota diffusa nel pomeriggio: “informarli dei rischi di conseguenze penali a cui vanno incontro con comportamenti che possono condizionare anche il futuro dei giovani stessi”.

Secondo la Questura di Trieste i circa 200 ragazzi delle scuole superiori scesi in piazza per protestare contro lo stato dell’edilizia scolastica hanno scelto un percorso diverso da quello concordato con le forze dell’ordine, arrecando disagi al traffico in centro.

“Alcuni ragazzi, identificati dalla Digos e dalla Polizia scientifica, hanno effettuato un lancio di uova sui muri del palazzo – conferma la Questura -, mentre il gruppo facendo pressione sui poliziotti e vigili urbani ha tentato di fare ingresso nel Comune. Pur non verificandosi scontri fisici tra i manifestanti e gli agenti, che hanno mantenuto sempre un professionale atteggiamento “passivo” di fronte alle provocazioni, è risultata evidente l’inconsapevole aggressività mostrata da alcuni ragazzi di quindici anni, forse strumenti di alcune persone probabilmente più esperte”.

Ragazzi e ragazze che però hanno già raccolto l’appoggio dei sindacati. “I Cobas Scuola Fvg manifestano la solidarietà a tutta la comunità scolastica che manifesta e protesta per una scuola pubblica statale degna di tal nome. Gli studenti e le studentesse di Trieste hanno diffuso la loro voce per le vie della città denunciando ancora una volta lo stato di precarietà degli edifici scolastici e chiedendo, come sostenuto anche dalla nostra organizzazione, la chiusura delle scuole non sicure”.

“Siamo scesi in piazza in tanti e ribelli per rompere il muro di silenzio che ci circonda – dice l’Unione degli studenti che attacca duramente il sindaco Cosolini -. Dopo innumerevoli pressioni siamo riusciti a vedere il sindaco, che (dopo il crollo al Nautico, ndr) per tutta risposta ha fatto orecchie da mercante dicendo addirittura ”ci sono morti?”, quasi a indicare che altrimenti la situazione non era degna della sua attenzione”.

“Se questa è l’attenzione che viene dedicata, dal sindaco di Trieste, ai problemi che caratterizzano da tempo gli edifici scolastici triestini, che altro aggiungere? – scrivono i Cobas -. Poi non stupiamoci se gli studenti e le studentesse di Trieste decidono di manifestare apertamente per le vie della città il loro sdegno e la loro giusta preoccupazione, che deve essere anche la nostra preoccupazione, poiché la scuola è un bene pubblico comune e deve essere difeso come tale”.

Ieri la giunta Cosolini avrebbe anche promesso agli studenti un sopralluogo al Nautico da parte dei vigili del fuoco che, però, pare non siano mai arrivati. “Un’altra giornata di prese in giro” il commento amaro dell’Uds che annuncia nuove iniziative di protesta.

 

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STUDENTI TRIESTE: primo tentativo di occupazione

Dal Piccolo del 07/11/12

Scuola a Trieste, tentativo d’occupazione al “Max Fabiani”

 

Gli studenti protestano soprattutto contro il degrado della struttura che li ospita. Il preside non ci sta. Assemblea dei “rivoltosi” nel piazzale dell’istituto

 

Scuola triestina ancora in subbuglio. Questa mattina gli studenti dell’istituto per geometri “Max Fabiani” di via Cantù hanno messo in atto un tentativo di occupazione della struttura. All’inizio delle lezioni un gruppo di giovani ha affisso gli striscioni davanti all’ingresso della scuola, serrando con catena e lucchetti il portone. Molti dei ragazzi non sono entrati in classe. La manifestazione è motivata dal degrado in cui versa l’edificio che ospita l’istituto, a detta degli studenti ormai in condizioni insostenibili per mancanza di manutenzione e di interventi di miglioria che si fanno attendere da anni. In particolare, la lamentela riguarda l’impossibilità di accedere ai laboratori (tutti o quasi fuori uso) per le lezioni tecniche.

 

Il preside, però, si è fermamente opposto all’occupazione, ha allertato la Digos e ha impedito ai giovani di prendere possesso di uffici, corridoi e classi: dopo una lunga trattativa, i ragazzi hanno in ogni caso deciso di non entrare e hanno immediatamente convocato un’assemblea che si è svolta nel piazzale antistante lo stesso “Max Fabiani”. Nelle foto scattate da Massimo Silvano, la protesta degli studenti del “Fabiani”

STUDENTI TRIESTE: partono le denunce?

Dal Piccolo del 12/11/12

 

Studenti in corteo, il pm apre un fascicolo

 

Informativa della Digos alla Procura: ipotizzati resistenza a pubblico ufficiale e istigazione a delinquere

di Laura Tonero

 

Il pubblico ministero Federico Frezza ha aperto un fascicolo a carico di 10 dei giovani che hanno preso parte al corteo studentesco del 27 ottobre scorso. Nell’informativa inviata dalla Digos alla Procura, si ipotizza per loro il reato di resistenza a pubblico ufficiale. «Agli stessi studenti – specifica Luca Carocci, capo della Digos di Trieste – viene contestato il fatto di avere dato vita a una manifestazione non autorizzata. A due ragazzi anche l’istigazione a delinquere».

 

In passato gli studenti triestini hanno sempre chiesto autorizzazione alla Questura prima di dar vita ad un corteo indicando il punto di partenza, il percorso definito e il luogo di arrivo. Non è mai stata negata loro una richiesta di manifestazione.

 

Grazie a un accordo preventivo sul percorso, per le forze dell’ordine è più semplice garantire la sicurezza e gestire i problemi legati al traffico derivanti dal passaggio dal serpentone di manifestanti.

 

Lo scorso 27 ottobre gli studenti sono scesi in piazza attraversando via Mazzini, un tratto delle Rive, via Einaudi, piazza della Borsa, via Roma e corso Italia senza alcuna autorizzazione. Arrivati in piazza Unità d’Italia, sistematisi sotto l’entrata principale del Comune, hanno chiesto di incontrare il sindaco. Alla notizia che Roberto Cosolini non sarebbe sceso per dialogare con loro, i ragazzi hanno tentato di forzare il cordone formato dalle forze dell’ordine a protezione del portone di ingresso del Municipio. Partiti da piazza Goldoni in circa 300, davanti al Municipio si sono ridotti ad una sessantina.

 

Nel tentare di fare irruzione in Comune alcuni ragazzi hanno gettato sull’entrata delle uova. Altri intanto incitavano i compagni a fare pressione.

 

La polizia scientifica aveva posizionato all’entrata del Comune delle telecamere. L’azione degli studenti è stata ripresa. Sono state scattate delle fotografie. È verosimile che la Digos sia venuta in possesso anche di alcuni spezzoni di audio registrati dai microfoni delle telecamere di alcune emittenti televisive.

 

I responsabili del tentativo di irruzione sono stati individuati. Sono maggiorenni. Di loro la Digos conosce ormai nome e cognome, sono stati tutti identificati.

 

Dopo quegli episodi il questore – che per questo è stato contestato pesantemente da studenti e alcuni genitori e docenti – ha convocato le famiglie di alcuni alunni per avvertirle delle conseguenze penali e amministrative alle quali i figli vanno incontro.