STUDENTI TRIESTE: dopo le mobilitazioni le intimidazioni

Dal Piccolo del 27/10/12

Studenti, dopo il corteo l’assalto al Municipio

Parapiglia e lancio di uova in piazza Unità dove i manifestanti hanno tentato l’irruzione in Comune. Volevano parlare con Cosolini, ma era impegnato

di Laura Tonero

 

«Io a scuola studio, non muoio». Così recitava uno degli striscioni esibiti ieri mattina dagli studenti scesi ancora una volta in corteo per urlare, con tutta la loro forza, disappunto per la precarietà degli edifici scolastici. Durante la manifestazione non sono mancati alcuni momenti di tensione.

Poco più di 280 ragazzi secondo le fonti delle Questura, 500 secondo gli organizzatori, alle 9 sotto un cielo plumbeo si sono riuniti in piazza Goldoni per poi muoversi lungo via Mazzini, immettersi sulle Rive e dirigersi in via Einaudi e piazza della Borsa.

Stavolta niente musica a scandire la lenta marcia verso il Municipio. Solo slogan e fischi. L’obiettivo degli studenti aderenti a Unione degli Studenti, Autogestito Scordinato Studentesco e Casa delle Culture ieri era ben preciso: «Vogliamo parlare con il sindaco – hanno spiegato – ci ha dato appuntamento, l’abbiamo registrato mentre ci prometteva un incontro. Pretendiamo che lui chiuda le scuole facendo appello allo stato di emergenza».

La manifestazione, in adesione a quella organizzata a livello nazionale, a Trieste ha avuto come spunto il cedimento di un pezzo di intonaco dalla facciata dell’istituto Nautico che ha colpito un giovane studente. Quell’incidente è diventato il simbolo della precarietà delle strutture scolastiche.

Il corteo, peraltro non autorizzato, composto prevalentemente da alunni degli ultimi anni delle scuole superiori triestine, è stato scortato da agenti di polizia, carabinieri e vigili urbani chiamati a gestire il traffico andato inevitabilmente in tilt. La viabilità in centro è entrata in crisi.

Dai megafoni venivano lanciati messaggi di incitamento, soliti slogan contro le forze dell’ordine, accuse alle istituzioni incapaci di trovare fondi necessari a rendere le scuole adeguate e idonee ad ospitare chi il ha diritto di studiare.

Un paio di fumogeni sono stati lanciati all’entrata dell’agenzia della Banca Popolare di Vicenza in via Mazzini. Il corteo ha raggiunto piazza della Borsa proprio mentre in quella dell’Unità, alle 10, si teneva l’Alzabandiera in onore del 58° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia. Gli agenti della Digos che hanno dialogato con i ragazzi fin dai primi passi del corteo, li hanno convinti a fermarsi. Ad attendere che la cerimonia finisse.

Ma gli studenti, più che aspettare, hanno fatto marcia indietro dividendosi in due serpentoni: uno ha imboccato Corso Italia, l’altro via San Spiridione. Per riunirsi poi in via Roma e raggiungere insieme piazza dell’Unità al termine dell’Alzabandiera.

Sistematisi sotto l’entrata principale del Comune, alla notizia che il sindaco non sarebbe sceso per dialogare con loro perchè impegnato con i rappresentanti della Lega Nazionale, hanno tentato di forzare il cordone formato dalle forze dell’ordine a protezione del portone di ingresso del Municipio.

Attimi di tensione, agenti di polizia e carabinieri hanno tentato, utilizzando solo gli scudi anti-sommossa, di allontanare i giovani che in risposta hanno lanciato una decina di uova. Alcune hanno imbrattato il portone del Comune, altre sono finite sui giubbotti degli agenti in borghese e sulle divise di vigili e poliziotti in divisa. Alcuni ragazzi, quasi a voler sfidare gli agenti, hanno tenuto le braccia alzate, in segno di resa.

«Scendi giù, scendi giù, scendi a manifestare pure tu!». Hanno urlato invitando nuovamente il primo cittadino ad incontrarli. Ma Roberto Cosolini non si è fatto vedere e ha delegato il vice sindaco, Fabiana Martini, e l’assessore all’Educazione, Antonella Grim, ad incontrare i giovani manifestanti. «Ho tre figlie e dunque sono al corrente dello stato in cui versano le scuole cittadine»,- ha detto Martini. «Fatemi avere una lista delle carenze di ogni istituto». Ma agli studenti le rassicurazioni non sono bastate e hanno preteso un sopralluogo immediato all’Istituto Nautico.

I ragazzi intanto stanno preparando altre tre manifestazioni per il mese prossimo: il 14. il 16 e il 17 dicembre torneranno in piazza.

 

Dal Piccolo

Studenti ribelli in corteo, Padulano chiama i genitori

Il questore li convocherà per esporre loro i rischi ai quali vanno incontro i figli. Manifestanti segnalati alla Procura

di Corrado Barbacini

 

Il questore Giuseppe Padulano convoca i genitori degli studenti più scalmanati che hanno partecipato al corteo di venerdì scorso. Lo scopo è chiaro. Una ramanzina, un ultimatum «per informarli dei rischi e delle conseguenze penali a cui vanno incontro con comportamenti che possono condizionare anche il futuro dei giovani stessi».

Quella della convocazione dei genitori da parte del questore è una delle conseguenze della manifestazione indetta con l’obiettivo di protestare contro il degrado degli edifici scolastici. Ma poi ci sono le denunce. La Digos trasmetterà alla Procura una dettagliata informativa sulla vicenda, integrata dalle immagini realizzate dalla polizia scientifica. In pratica – secondo il rapporto della Questura – alcuni tra i manifestanti (200 per la Questura, 500 per gli organizzatori) hanno tentato dapprima di forzare il cordone delle forze dell’ordine disposto a protezione dell’ingresso principale del municipio; poi alcuni di questi (identificati dalla Digos) hanno lanciato uova sui muri del palazzo municipale e sugli agenti stessi. In una nota la Questura evidenzia, in proposito, che «pur non verificandosi scontri fisici tra manifestanti e agenti, che hanno mantenuto sempre un professionale atteggiamento “passivo” di fronte alle provocazioni, è risultata evidente l’inconsapevole aggressività mostrata da alcuni ragazzi di 15 anni, forse strumenti di alcune persone probabilmente più esperte».

La manifestazione era iniziata alle 9. I giovani delle scuole superiori si erano riuniti in piazza Goldoni per poi muoversi lungo via Mazzini, immettersi sulle Rive e dirigersi in via Einaudi e piazza della Borsa. Ma il percorso è stato diverso da quello inizialmente concordato con la polizia.

L’obiettivo di Unione degli Studenti, Autogestito Scordinato Studentesco e Casa delle Culture era preciso: «Vogliamo parlare col sindaco – hanno spiegato – ci ha dato appuntamento, l’abbiamo registrato mentre ci prometteva un incontro. Pretendiamo che lui chiuda le scuole facendo appello allo stato di emergenza».

I manifestanti si erano sistemati sotto l’entrata principale del Comune. Saputo che il sindaco non sarebbe sceso per dialogare con loro perché impegnato in una cerimonia nell’aula del Consiglio comunale, avevano tentato di forzare il cordone formato dalle forze dell’ordine a protezione del portone del Municipio. Attimi di tensione: poliziotti e carabinieri avevano cercato, usando solo gli scudi anti-sommossa, di allontanare i giovani che avevano risposto lanciando una decina di uova. Uova che in parte avevano imbrattato il portone del Comune, in parte erano finite sui giubbotti degli agenti in borghese e sugli abiti di vigili e poliziotti in divisa. Alcuni ragazzi, quasi in sfida agli agenti, avevano tenuto le braccia alzate, in segno di resa.

 

da Triesteallnews.it

E ora è arrivata la segnalazione alla Procura con le relative denunce. Ma anche la «convocazione» dei genitori da parte del questore.

Scontri con gli studenti, il questore Padulano: «Voglio incontrare i genitori dei minorenni scesi in piazza»

SCUOLA I Cobas: «Chiudere gli istituti che non sono sicuri». L’Uds contro Cosolini: «Ha fatto orecchie da mercante»

 

27.10.2012 | 16.59 – Dopo la manifestazione studentesca di ieri, con momenti di tensione fra manifestanti e forze dell’ordine davanti al Municipio e in piazza Hortis, oggi è arrivata la notizia che il questore Padulano, nel corso della prossima settimana, vuole incontrare i genitori di alcuni ragazzi identificati ieri durante i tafferugli. La motivazione in una nota diffusa nel pomeriggio: “informarli dei rischi di conseguenze penali a cui vanno incontro con comportamenti che possono condizionare anche il futuro dei giovani stessi”.

Secondo la Questura di Trieste i circa 200 ragazzi delle scuole superiori scesi in piazza per protestare contro lo stato dell’edilizia scolastica hanno scelto un percorso diverso da quello concordato con le forze dell’ordine, arrecando disagi al traffico in centro.

“Alcuni ragazzi, identificati dalla Digos e dalla Polizia scientifica, hanno effettuato un lancio di uova sui muri del palazzo – conferma la Questura -, mentre il gruppo facendo pressione sui poliziotti e vigili urbani ha tentato di fare ingresso nel Comune. Pur non verificandosi scontri fisici tra i manifestanti e gli agenti, che hanno mantenuto sempre un professionale atteggiamento “passivo” di fronte alle provocazioni, è risultata evidente l’inconsapevole aggressività mostrata da alcuni ragazzi di quindici anni, forse strumenti di alcune persone probabilmente più esperte”.

Ragazzi e ragazze che però hanno già raccolto l’appoggio dei sindacati. “I Cobas Scuola Fvg manifestano la solidarietà a tutta la comunità scolastica che manifesta e protesta per una scuola pubblica statale degna di tal nome. Gli studenti e le studentesse di Trieste hanno diffuso la loro voce per le vie della città denunciando ancora una volta lo stato di precarietà degli edifici scolastici e chiedendo, come sostenuto anche dalla nostra organizzazione, la chiusura delle scuole non sicure”.

“Siamo scesi in piazza in tanti e ribelli per rompere il muro di silenzio che ci circonda – dice l’Unione degli studenti che attacca duramente il sindaco Cosolini -. Dopo innumerevoli pressioni siamo riusciti a vedere il sindaco, che (dopo il crollo al Nautico, ndr) per tutta risposta ha fatto orecchie da mercante dicendo addirittura ”ci sono morti?”, quasi a indicare che altrimenti la situazione non era degna della sua attenzione”.

“Se questa è l’attenzione che viene dedicata, dal sindaco di Trieste, ai problemi che caratterizzano da tempo gli edifici scolastici triestini, che altro aggiungere? – scrivono i Cobas -. Poi non stupiamoci se gli studenti e le studentesse di Trieste decidono di manifestare apertamente per le vie della città il loro sdegno e la loro giusta preoccupazione, che deve essere anche la nostra preoccupazione, poiché la scuola è un bene pubblico comune e deve essere difeso come tale”.

Ieri la giunta Cosolini avrebbe anche promesso agli studenti un sopralluogo al Nautico da parte dei vigili del fuoco che, però, pare non siano mai arrivati. “Un’altra giornata di prese in giro” il commento amaro dell’Uds che annuncia nuove iniziative di protesta.

 

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