Entries from Marzo 2017 ↓
Marzo 17th, 2017 — Loro
|
Dici TAV, dici TRUFFA
per non dire mafia, camorra, frode, corruzione, associazione a delinquere, traffico di rifiuti, abuso d’ufficio, e poi molto altro ancora.
Come al solito i/le NO TAV hanno ragione.
Deliziatevi con questo bel quadretto:
|
Appalti alle Coop rosse. Indagata ex presidente Umbria. A Maria Rita Lorenzetti, ex presidente della Regione Umbria e presidente dell’Italferr (società di progettazione del gruppo Ferrovie) vengono contestati l’abuso di ufficio, l’associazione a delinquere e la corruzione, “svolgendo la propria attività nell’interesse e a vantaggio della controparte Nodavia e Coopsette (soggetti appaltanti, ndr) mettendo a disposizione dell’associazione le proprie conoscenze personali i propri contatti politici e una vasta rete di contatti grazie ai quali era in grado di promettere utilità ai pubblici ufficiali avvicinati e conseguendo altresì incarichi professionali nella ricostruzione dei terremoto in Emilia in favore del coniuge”.
Tra gli altri indagati, ci sono Valerio Lombardi, dirigente Italferr, responsabile unico del procedimento e Gualtiero Bellomo, funzionario della commissione ‘Valutazione impatto ambientale’ (Via) del ministero delle Infrastrutture; quest’ultimo, secondo i magistrati, in cambio di “assunzioni di parenti, consulenze” e altri favori personali, “si metteva a disposizione per stilare pareri compiacenti”. Indagato anche Ercole Incalza, ex consigliere del ministro Lunardi, dirigente dell’unità di missione del ministero delle infrastrutture. Coinvolti anche imprenditori e funzionari del ministero dell’ambiente e di società di Fs. (Il Fatto Quotidiano)
Ah, un tocco di classe: la trivella sequestrata si chiama Monna Lisa. In questo momento anche noi abbiamo il suo sorriso appena accennato, evanescente, impercettibile, beffardo.
Marzo 17th, 2017 — Carceri

In Friuli Venezia Giulia ci sono 5 carceri (Gorizia,Pordenone, Trieste, Tolmezzo, Udine) con la possibilità di ospitare 548 detenuti ma attualmente sono circa 900 con un indice di sovraffollamento del 164% . A Pordenone la situazione è in linea con quella generale (67.428 detenuti su una disponibilità di 45.817 posti), ci sono 43 posti regolamentari ma i reclusi sono 85! Quando ti ritrovi in 6 o più in una cella di neppure 20 mq è un inferno (ci sono carceri che rinchiudono anche 9/10 persone in meno di 20 mq con la turca e un secchio come sciacquone), inoltre la struttura pordenonese è vecchia, fatiscente e insalubre.
Continue reading →
Marzo 17th, 2017 — Mare
dal Piccolo del 22/01/13
Clini: «Troppo superficiale il via libera a Gas Natural»
di Silvio Maranzana Il rigassificatore si allontana da Zaule. «Capiremo a metà febbraio, quando saranno scaduti i 45 giorni del supplemento di istruttoria per la Valutazione di impatto ambientale, se potrà essere già questo governo a dare l’Autorizzazione unica per quella Piattaforma tecnologica e logistica di rigassificazione che dovrà comunque sorgere nell’Alto Adriatico.» Lo ha dichiarato ieri a Trieste il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ha partecipato a un summit in Prefettura sul progetto di Gas Natural, ma la possibilità appare molto flebile. «La Valutazione d’impatto ambientale conclusasi in modo positivo nel luglio 2009 è stata rilasciata in modo affrettato – ha affermato il ministro – perché non ha preso in considerazione i dati previsionali sullo sviluppo dello scalo che pure erano già noti perlomeno dal maggio precedente. Bisognava invece valutare più attentamente sia le dimensioni dei traffici che le destinazioni d’uso delle varie aree. I dati non possono rimanere cristallizzati ed essere quelli di sette anni fa quando Gas Natural ha presentato il progetto. Per cui oggi è completamente privo di senso affermare che la localizzazione identificata non presenta elementi di pericolosità dal punto di vista ambientale perché si sta ragionando su uno scenario vecchio di sette anni. Ma d’altro canto – ha sottolineato Clini – anche nel Piano regolatore del porto per il quale la Valutazione d’impatto ambientale (Via) e la Valutazione ambientale strategica (Vas) sono ancora al vaglio del mio ministero non prevede il rigassificatore. E anche questo è intollerabile, cioé, come si direbbe in parole povere, che la mano destra non sappia ciò che fa la sinistra.» Eppure il ministro Clini ha anche negato che la localizzazione di Zaule sia stata già scartata sebbene si siano già pronunciati in maniera negativa il Comune di Trieste e i Comuni minori, la Provincia, l’Autorità e il Comitato portuale, associazioni ambientaliste, comitati di cittadini e di esperti e bene o male alla fine anche lo stesso governatore Renzo Tondo. «Bisogna attendere che tutti i dati siano stati valutati – ha precisato Clini – e a questo scopo la Commissione del mio ministero un lasso di tempo di 45 giorni che non sono ancora scaduti.» Al termine la nuova Via si potrebbe concludere con un parere stavolta negativo, com’è più probabile, oppure potrebbe ribadire il parere positivo. Risulta comunque pressoché impossibile che possa essere questo governo a dare l’Autorizzazione unica. Ma il ministro ha tenuto anche a precisare che gli studi supplementari, il procedere con i piedi di piombo, il prendere tutte le cautele e le misure di sicurezza necessarie riguardano la localizzazione del rigassificatore, ma non mettono in forse l’opportunità di farlo. «Localizzazioni alternative dovranno essere proposte dalle imprese – ha affermato – potrebbero anche essere off shore oppure al di fuori del territorio del Comune di Trieste, ma va ribadita la strategicità di una Piattaforma per la rigassificazione del gas nell’Alto Adriatico.» All’incontro di ieri hanno partecipato tra gli altri il prefetto Francesca Adelaide Garufi, gli assessori regionali a Programmazione e finanze Sandra Savino, alle Infrastrutture di trasporto Riccardo Riccardi, l’assessore comunale Umberto Laureni, l’assessore provinciale Vittorio Zollia e la presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi che con lo studio sulla crescita dei traffici portuali ha portato l’elemento determinante a innescare la sostanziale riapertura della Valutazione d’impatto ambientale.
Marzo 17th, 2017 — No OGM
Messaggero Veneto del 22/01/13
Mais ogm, indagine dell’Ue Regione e Stato nel mirino
L’Unione europea potrebbe aprire una procedura di infrazione contro l’Italia sulle coltivazioni Ogm. E’ quanto paventa il presidente di Agricoltori federati Giorgio Fidenato, sotto processo a Pordenone per avere coltivato mais geneticamente modificato, che ha inviato una denuncia alla Direzione generale per la salute e i consumatori dell’Ue, la quale ha inoltrato una richiesta di informazioni all’Italia. «La Commissione europea – si legge nella lettera inviata al ministro delle Politiche agricole, della Salute, dell’Ambiente e alla Regione – ha ricevuto una denuncia in base alla quale certe disposizioni della legislazione italiana in tema di coltivazione di sementi geneticamente modificate non sarebbero in linea con le normative Ue. Per accertare gli aspetti di fatto e di diritto in gioco, saremmo grati se le autorità italiane potessero fornirci una risposta completa e accurata entro 70 giorni». I quesiti sono sei. Fidenato – che ha coltivato mais ogm Mon210 autorizzato dall’Ue senza autorizzazione dell’Italia e per questo condannato a 30 mila euro dal tribunale di Pordenone con confisca e distribuzione del mais, con successivo sequestro dell’azienda – mette in discussione il decreto legislativo 212/01 (non sarebbe conforme alle direttive Ue e mai sarebbe stato notificato) sull’emissione deliberata nell’ambientedi ogm e la legge regionale 5/11 del Friuli Venezia Giulia, che non sarebbe conforme all’articolo 22 della stessa direttiva. Sono sei le domande che la Commissione europea rivolge all’Italia. L’articolo 1 del decreto legislativo 212/01 (per il quale Fidenato è sotto processo) è ancora in vigore, e perché non è stato notificato all’Ue? Le autorità italiane continuano ad applicarlo nonostante la sentenza del 2011 (che ha permesso alla Pioneer di coltivare ogm, ndr)? A seguito della sentenza, l’Italia intende modificare la sua legislazione per assicurare l’ottemperanza della sentenza? Il decreto legislativo 23/03 è ancora in vigore ed è stato notificato all’Ue? La legge regionale del Friuli Venezia Giulia è ancora in vigore, è stata notificata all’Ue? La sesta domanda è un invito a fornire commenti sulle argomentazioni inviate da Giorgio Fidenato. Il presidente di Agricoltori federati attacca: «Sono ben 16 i giudici attraverso i quali sono passato per poter fare ciò che l’Unione europea consente. Sono stato accusato di essere fuori legge, ora dai quesiti si evince che i provvedimenti normativi non sono stati notificati». Il processo a Fidenato è sospeso fino a luglio, proprio perché il giudice ha inviato una serie di quesiti all’Unione europea. EnriLisetto
Marzo 17th, 2017 — Carceri
dal Messaggero Veneto
22/01/13
Presidio anarchico davanti al carcere
Sit-in e presidio anti-carcere per stare dalla parte dei ragazzi che vedono il mondo a scacchi, dietro del sbarre del Castello: Iniziativa libertaria l’ha programmato sabato 26 gennaio, alle 17.30, sotto il carcere di Pordenone tra piazza della Motta e via Roma. «Solidarietà anticarceraria – ha annunciato il movimento che somma altre forze tra Cobas e immigrati in città -. Oltre alla necessità contingente di supportare le istanze dei carcerati su questioni basilari come il sovraffollamento, la salute, lo sfruttamento, la violenza quotidiana, pensiamo si debba uscire da quel meccanismo mentale, imposto in secoli di cultura dominante (quella che Foucault descrisse bene in “Sorvegliare e punire”). La società non ha bisogno del carcere». La casa circondariale di Pordenone soffre di sovraffollamento (i detenuti sono 85, il doppio di quelli ospitabili) e condizioni generali che sono difficili: da anni si aggiorna il progetto discusso di un nuovo carcere senza che si arrivi a una soluzione. «E’ una bugia dire che il carcere serve – sostengono gli anarchici -. Quello di cui abbiamo bisogno è di eliminare il ricatto economico, sociale e quindi politico del capitale, delle sue leggi e dei loro sicari noti come funzionari di partito, ovvero rappresentati dello Stato». Quello che chiedono, per mettere una pietra sopra all’attendismo: condizioni diverse per gli ospiti del castello. Una prospettiva sempre più lontana tenuto conto che il piano carceri si è impantanato e il finanziamento promesso dalla Regione per compartecipare alla costruzione della struttura non c’è, sostituito dall’ipotesi di un project financing a San Vito al Tagliamento senza ancora certezze. (c.b.)
07/01/13
Sit-in anarchico «Penitenziario da chiudere»
Presidio anti-carcerario per i ragazzi dietro le sbarre del castello: Iniziativa libertaria l’ha programmata il 26 gennaio, alle 17.30, sotto il carcere di Pordenone. «Solidarietà anticarceraria – ha annunciato il movimento dopo i presidi già effettuati a Tolmezzzo alla vigilia di Capodanno -. Oltre alla sacrosanta necessità contingente di supportare le istanze dei carcerati su questioni basilari come il sovraffollamento, la salute, lo sfruttamento, la violenza quotidiana, pensiamo si debba uscire da quel meccanismo mentale, imposto in secoli di cultura dominante (quella che Foucault descrisse bene in “sorvegliare e punire”). La società non ha bisogno di strutture carcerarie». Il carcere di Pordenone soffre ormai da decenni di un cronico sovraffollamento e di condizioni generali difficili: da anni si aggiorna la decisione di costruire una nuova casa circondariale senza che si arrivi a una soluzione. «E’ una bugia dire che il carcere serve – sostengono gli anarchici -. Quello di cui abbiamo bisogno è di eliminare il ricatto economico, sociale e quindi politico del capitale, delle sue leggi e dei loro sicari noti come funzionari di partito, ovvero rappresentati dello Stato». Saranno in via Roma anche rappresentanti delle associazioni immigrati e dei Comitati di base per chiedere condizioni diverse per gli ospiti del castello. (c.b.)
Marzo 17th, 2017 — Internazionale
Aggiornamento al 22 gennaio
L’11. gennaio (venerdì) si sono svolte più manifestazioni da Capodistria (intorno alle 300 persone) fino alla più grande, quella a Lubiana con più di 10.000 persone. Una manifestazione colorata, con un gran numero di gruppi differenti e iniziative che si e svolta di fronte al parlamento sulla piazza della Rivoluzione. Gruppi musicali (fra i quali anche band slovene molto note), recita di poesie fatte dai poeti più rinomati in slovenia, orazioni, teatro con scontri fra zombi e marionette di politici …
Il blocco anticapitalista ha fatto anche un giro delle strade del centro città. La polizia lo stesso giorno era in sciopero parziale ma ciò non li ha fermati nel reprimere con pepper spray un gruppo di persone che hanno simbolicamente spostato il recinto della polizia in piazza con il tiro la corda. Inoltre uno degli attivisti più attivi nella lotta dei cancellati (anche lui per lunghi anni un cancellato) è stato ieri (21/1) accusato (senza alcuna evidenza) dalla polizia di aver partecipato al tiro di corda con il quale cosi la avrebbe commesso il reato penale di ostacolo a pubblico ufficiale!
Dall’11. gennaio, anche per via della relazione della Commisione anti-corruzione il governo e clinicamente morto. Il leader del opposizione (anche menzionato nella relazione) ha congelato lo status di presidente del partito Pozitivna Slovenia (partito più grande nel parlamento anche se all’ opposizione). Il primo ministro Janša invece non vuole andarsene per il momento anche se la coalizione adesso esiste solamente su carta siccome già tre dei cinque partiti che la formano hanno annunciato la loro uscita dal governo se il primo ministro non si dimette.
Se si guarda un po’ le ultime statistiche realizzate dal Centro di misurazione dell’ opinione pubblica (Facolta di scienze politiche, programma finanziato dal governo) solamente il 16% delle persone supporta il governo! Un nuovo record di di sfiducia mai raggiunto prima (prima della caduta del governo di Pahor – oggi presidente di stato – era più del 20%). Per non parlare che da 1 a 5 il governo nella valutazione ha ottenuto 2 il primo ministro 1,88. Il 90% delle persone intervistate è insoddisfatto con lo stato della democrazia e il 76% si e espresso favorevole alle proteste. I dati più interessanti anche per la nostra lotta sono invece che il 60% vorrebbe cambiamenti graduali della società e il 30% invece vorrebbe un cambiamento radicale della società attraverso dell’ azione rivoluzionaria. Come mai abbiano chiesto ciò alla gente è un mistero. La cosa chiara invece è che il governo sta diventando ogni giorno più nervoso. E ciò si vede dalla tattica che ha scelto per reprimere il movimento in corso.
A Maribor le visite a casa dei consiglieri comunali vanno avanti quasi ogni giorno anche se la polizia li prova a reprimere con multe (il che in tempo di crisi sono peggiori di qualche giorno in galera – anche perchè in Slovenia la multa non si può convertire in giorni di galera ma solamente in giorni di lavoro gratuito- se il giudice lo permette).
A Maribor oggi la seconda visita al comune. ieri c’è stata la prima e quando un gruppo di attivisti è entrato nello stabile del comune e voleva restarci la polizia ha arrestato uno dei più esposti e così un piccolo gruppo è andato di fronte alla polizia. L’attivista è poi stato rilasciato e in serata si e svolta una piccola manifestazione intorno alle 100 persone di fronte al comune.
Nel frattempo nascono nuovi gruppi e coordinamenti. Più o meno si sta cristallizzando la situazione e le posizioni – chi lotta per andare al potere e chi come noi per l’abolizione di governanti e governi locali, statali …
Per fortuna c’è moltissima gente che condivide la posizione anarchica e perciò forse sarà possibile almeno in parte neutralizzare le nuove vecchie facce dei partiti politici …
Domani, 23. 1. sciopero generale dei lavoratori del settore pubblico e vari settori dell’ economia (più di 100.000 lavoratori – o quasi un quinto di tutti i lavoratori). Anche se la maggior parte dovrà scioperare sul posto di lavoro ci saranno più manifestazioni – si parla di 9 città.
Le proteste in giro per la Slovenia vanno cosi avanti – per il momento indette:
26. 1. alle 17:00 su piazza Tito a Capodistria
2. 2. alle 9:00 a Golte sulle piste da sci – dove ogni anno si ritrovano i simpatizzanti del partito del primo ministro
L’ 8. 2. invece (festa nazionale della cultura) si terranno nuovamente manifestazioni in più città a Lubiana alle 16:00 e a Capodistria alle 15:00.
Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
da Il Piccolo MERCOLEDÌ, 23 GENNAIO 2013 Pagina 29 – Gorizia-Monfalcone
Polo intermodale, il primo appalto entro aprile
RONCHI DEI LEGIONARI Entra nella sua fare operativa il progetto del nuovo polo intermodale dei trasporti di Ronchi dei Legionari. Venerdì, indetta dalla società di gestione, capofila del progetto, si svolgerà l’attesa conferenza dei servizi tra tutti gli enti interessati, al fine anche di giungere a un accordo sull’organizzazione dei lavori. Il primo appalto potrebbe essere assegnato entro aprile. Un progetto da 6 milioni di euro, primo stralcio funzionale di un’opera che complessivamente ne costerà 17, sostenuti anche dall’Unione europea che ha fissato nel 2015 la conclusione dei lavori. Il polo intermodale, i cui primi passi sono stati mossi ben 13 anni fa, sorgerà su un’area di 475mila metri quadrati a soli 250 metri dal terminal passeggeri. E’ prevista la realizzazione di due parcheggi, uno multipiano da 500 posti macchina e uno a livello della strada da mille posti. Sarà costruita una stazione delle autocorriere ed una fermata ferroviaria sulla linea Trieste-Venezia, che sarà collegata all’aeroporto da un’apposita passerella che “scavalcherà” la strada regionale 14. E sarà proprio questa la prima delle opere a essere messa in cantiere. La fermata ferroviaria sarà utilizzata sin da subito dai passeggeri che, in questo modo, avranno modo di raggiungere tutti i centri della regione. Il progetto, realizzato dalle Università di Trieste e di Udine, sarà presentato nella sua interezza in occasione della conferenza di venerdì mattina, in occasione della quale, poi, il direttore generale della Spa aeroportuale, Paolo Stradi, inquadrerà l’opera nell’ambito dei piani di sviluppo aerotrasportistico nazionale. Si passerà poi alla presentazione ed alla consegna del progetto, integrato con la relazione paesaggistica ed all’accordo sulle modalità di espressione dei pareri sul progetto definitivo. Era stato l’assessore regionale ai trasporti dell’epoca, Giovanni De Benedetto, uno dei primi a crederci ed a pensare a quest’innovativa realtà di interscambio fra modi di trasporto stradale, ferroviario ed aereo, in grado di offrire ai viaggiatori vari servizi e diverse opportunità commerciali e ricreative, in un ambiente confortevole e caratterizzato da ampi spazi verdi. Ma per ora di strutture accessorie come quelle commerciali non se ne parla, troppo costose e poco invitanti considerando il periodo di crisi. Meglio concentrarsi sugli aspetti di interscambio dei vari sistemi di trasporto che faranno di Ronchi un aeroporto ancor più concorrenziale.
Marzo 17th, 2017 — Nocività
da Il Piccolo MERCOLEDÌ, 23 GENNAIO 2013 Pagina 18-19 – Gorizia-Monfalcone
Amianto, strage ignorata nell’Isontino
Nonostante le centinaia di vittime le istituzioni latitano nel far valere i diritti di una provincia pesantemente segnata
È come se l’aereo più grande al mondo, l’Airbus A380, con a bordo 853 passeggeri fosse precipitato sull’Isontino. Tutti morti. È come se nell’inerzia dell’impatto al suolo avesse seminato morte per altrettante persone. È come se da oggi al 2020 altri due, tre, quattro A380 fossero condannati a precipitare con il loro carico di vite umane. È la più grande tragedia che abbia colpito la provincia di Gorizia dopo le due guerre e dopoguerre. Questa tragedia si chiama amianto. Questo terribile minerale usato almeno dagli inizi del Novecento in diversi settori industriali, cantieristica soprattutto, provoca dei tumori al polmone che non danno scampo. E uccidono anche a distanza di trenta-quarant’anni dal “contagio”. Amianto significa cantiere navale di Monfalcone, ma non solo. Significa l’eternit che ci circonda, significa le patologie spietate che hanno attaccato anche centinaia di lavoratori di altre aziende. Eppure, sembra importare poco o nulla questa tragica realtà. Che dovrebbe essere affrontata come unica e vera priorità della sanità isontina. Non è solo una questione monfalconese. Invece, l’attenzione sembra essere concentrata esclusivamente sul Punto nascita, sulla trombolisi, sulle code del Pronto soccorso, sul “ci portano via questo o quello”. Argomenti legittimi, sia chiaro, ma infinitamente meno seri delle malattie asbesto-correlate. Del resto sui problemi seri della sanità isontina si registra puntuale il fuggi fuggi dei politici locali. Salvo rare eccezioni (Valenti, Brussa) chi ricorda un’iniziativa di consiglieri regionali o parlamentari sulla vergognosa vicenda dell’Ospizio marino? Chi ricorda un’interpellanza, una mozione, una banale interrogazione sul caso-amianto nella provincia di Gorizia che abbia avuto un effetto concreto? Chi ricorda un sit-in (a parte quelli delle vedove dei morti d’amianto per stimolare l’avvio dei processi) dei locali ecologisti, pacifisti e scioperifamisti su questa tragedia? Centinaia di vittime morte due volte. Dall’amianto e dal disinteresse delle istituzioni. La Provincia fa il suo con i contributi per la rimozione dell’eternit. Ma è poco. Nella provincia con una delle più alte concentrazioni di morti per amianto tutti assieme si dovrebbe lavorare per ottenere una sorta di risarcimento morale per il sacrificio sopportato. Ma non solo. Paradossalmente lo straordinario carico di lutti potrebbe essere speso, ci si consenta il paradosso, come valore aggiunto della nostra realtà sanitaria al tavolo della spartizione dei servizi. Invece, non c’è traccia del promesso centro unico dell’amianto che si dovrebbe realizzare al San Polo di Monfalcone. Lo stesso direttore dell’Ass isontina Bertoli ha ammesso che la sua istituzione appare assai remota stante la confusione degli interessati sui contenuti di questo centro. Non ci sono fondi pubblici sufficienti per stimolare la ricerca scientifica affinché si giunga a cure più efficaci. Il servizio di Medicina nucleare, interfaccia dei malati di amianto, è indebolito. Nonostante i progressi nell’assistenza, le famiglie colpite da questa tragedia sono spesso lasciate sole. Dovrebbe essere convocata una conferenza allargata a istituzioni, comunità scientifica, sindacati, associazioni nel tentativo di trovare una linea comune che porti all’assunzione della piena consapevolezza di cosa significa amianto nell’Isontino. E se nell’attesa gli specializzandi in Pediatria o i medici dell’Ordine dei medici della provincia di Udine volessero chiosare qualcosa sarebbero ben accetti. Continue reading →
Marzo 17th, 2017 — Sequestro e futuro
MV 6 febbraio 2013
Il portavoce del Csa, Paolo De Toni, è stato assolto per il blitz del 10 agosto 2011 La difesa: era stata soltanto un’azione dimostrativa in un’area degradata
di Luana de Francisco
Udine. La firma del Csa, come sempre provocatoria, parlava di “okkupazione”. Ma il blitz del suo portavoce, Paolo De Toni, almeno in quell’occasione, puntava a un risultato prettamente dimostrativo: attirare l’attenzione della pubblica amministrazione, per convincerla a recuperare un’area degradata e restituirla alla città con una funzione sociale. Ecco perchè, quando il pm Andrea Gondolo gli aveva fatto notificare un decreto di condanna a 500 euro di multa, aveva deciso di resistere e, attraverso il proprio difensore, avvocato Andrea Sandra, chiesto di andare a dibattimento. Il processo gli ha dato ragione.
Per il giudice monocratico del tribunale di Udine, Emanuele Lazzàro, quella del 10 agosto 2011 nell’ex macello di via Sabbadini non era stata un’occupazione abusiva. De Toni, quindi, non poteva essere accusato di invasione di terreni o edifici pubblici. Da qui, la formula piena (“perchè il fatto non sussiste”) scelta dal magistrato per motivare la sentenza di assoluzione. Al termine della discussione, il vpo aveva invece ribadito la tesi accusatoria e chiesto per lui una pena pecuniaria.
Iniziata e finita nel giro di 24 ore, l’“occupazione lampo” del portavoce del Centro sociale autogestito si era tradotta nell’affissione di due cartelli a un portone arrugginito su via della Roggia e nell’introduzione in due edifici dell’ex macello – la sala bovini e quella posta di fronte -, entrambi di proprietà del Comune e ricadenti in un’area dichiarata dismessa e inagibile. A farlo sloggiare, quella stessa sera, erano stati gli agenti della Digos. La mattina successiva, la Polizia municipale aveva completato l’opera, “blindando” l’area e sbarrando così la strada all’irriducibile anarchico. Soddisfatto per la riuscita del blitz – che di lì a poco avrebbe portato alla firma di una convenzione con il Comune per la concessione al Csa dell’utilizzo di una parte dell’ex caserma Osoppo -, De Toni aveva tuttavia aggiunto alla propria collezione una nuova denuncia. Per occupazione abusiva, appunto.
«L’accusa non è fondata – aveva spiegato l’avvocato Sandra -. Per poter parlare di invasione di edifici, occorre che vi sia una presa di possesso o che vi si realizzino delle opere. Il tutto, per un periodo di tempo apprezzabilmente lungo. De Toni, invece, si era limitato a entrare in una delle tante aree del Comune in stato di totale abbandono, come avvenne anche per quella di via Scalo nuovo (il caso era finito a sua volta davanti al giudice dibattimentale e chiuso con l’assoluzione di De Toni e di altre 35 persone dall’ipotesi di reato di invasione arbitraria di proprietà altrui, ndr), per dare corso a una classica azione dimostrativa. Soltanto proclami, dunque, finalizzati a ribadire la richiesta al Comune di mettere a disposizione del Csa spazi altrimenti inutilizzati».
La sortita in via Sabbadini era nata proprio dallo sgombero imposto dai carabinieri dalla palazzina di proprietà di Trenitalia e Ferrovie dello Stato. Era il 10 dicembre 2009 e De Toni si era impegnato a individuare una nuova sede, entro la scadenza del secondo “esilio”. Una volta dentro l’ex macello, aveva definito i locali “occupati” «per nulla pericolanti, nè soggetti a infiltrazioni d’acqua, come la maggior parte degli altri edifici dell’area, ma pieni di rifiuti e bisognosi di una massiccia bonifica. Qui – aveva affermato – è facile entrare e questo ne ha fatto spesso i dormitori per i “senza tetto”. Io stesso mi sono limitato a passare attraverso una rete, senza bisogno di scavalcare».
Marzo 17th, 2017 — Carceri
11 febbraio 2013 Infoaction di nuovo online dopo circa 20 giorni di default
iniziative precedenti perse
———————————————————-
L’incredibile avventura degli elicotteROS

sabato 9 gennaio iniziativa anticarceraria
“Una cella in Piazza”
Evento facebook
Continue reading →