Entries from Marzo 2017 ↓

PORDENONE: volantino su Piazza Fontana

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SAN QUIRINO: no al biogas

Pagina 37 – Pordenone stampa locale,
Biogas, l’impatto ambientale è un’incognita
Stefano Santarossa denuncia: «L’Ass si è detta non in grado di valutare le ricadute di questi impianti»
SAN QUIRINO Impianti a biogas e, in particolare, quello previsto a San Foca: Stefano Santarossa, presidente di Radicali friulani e capogruppo consiliare di San Quirino Cambia lancia l’allarme e afferma che nell’istruttoria «l’Ass non è in grado di valutarne l’impatto sulla salute». «Oggi – dichiara –, il consiglio comunale di San Quirino dovrà esprimersi con un sì o con un no su procedimento e istruttoria che avrebbero dovuto seguire un iter con il coinvolgimento e l’informazione della cittadinanza. Ci troviamo invece con il voto sulla convenzione che pemetterà, se approvata, la partenza ai primi di gennaio del funzionamento a regime dell’impianto con tutti i rischi connessi E’ necessario – afferma – dare il via a una mobilitazione per fermare la conclusione dei lavori di costruzione della centrale a biogas a San Foca, che servirà a produrre un megawatt di energia elettrica attraverso l’utilizzo di 20.000 tonnellate di biomasse vegetali e reflui zootecnici. La partita sulla centrale a biogas, dalla documentazione a nostra disposizione – prosegue –, mostra dati non chiari e preoccupanti». «Nell’istruttoria – fa sapere Santarossa – sono evidenti passaggi poco chiari e in un caso davvero preoccupanti. Il caso più eclatante è nella risposta dell’Ass, chiamata alla conferenza di servizi per approvare l’opera: nel parere ufficiale si dichiara che “dal punto di vista sanitario, risulta estremamente difficile, sulla base dei dati scientifici a nostra disposizione relativi a questa tipologia di impianto, riuscire a valutare l’impatto sulla salute dei cittadini”. Sono dunque fondate, le preoccupazioni dei residenti rispetto alla collocazione dell’impianto a ridosso del centro abitato di San Foca in direzione di vento prevalente e per i possibili rischi che, impianti come questo, possano determinare gravi danni alla salute d’uomo e animali». «Tutta la fretta voluta dall’amministrazione comunale – conclude il capogruppo consiliare – nasconde la preoccupazione che gli incentivi economici dall’anno prossimo si ridurranno fortemente, e pertanto senza la certezza delle super sovvenzioni, pagate, non va dimenticato, con le bollette più care d’Europa da parte dei consumatori cittadini, non vi sarà per la ditta produttrice il ricavo economico sperato. Com’è possibile che dal 23 aprile 2012, data della domanda di autorizzazione unica per la costruzione della centrale elettrica, soltanto oggi il consiglio comunale si trovi a dover affrontare questo tema e con tutte queste ombre?»

Slovenia, dilaga la rivolta sociale nelle piazze (agg.22 dic).

Aggiornamento al 22 dicembre
Qui trovate un video della manifestazione di ieri, 22.12. a Lubiana chiamata PROTESTIVAL (un gioco di parole – protesta e proslava/commemorazione della Giornata Nazionale). Come si vede nel video più di mille persone anche ieri a Lubiana a protestare di fronte al parlamento e al centro nazionale della cultura dove si svolgeva parte della commemorazione ufficiale (inaugurazione del nuovo presidente di Stato e la Giornata Nazionale).

Quando guarderete il video non abbiate paura quando un rapper canta in una canzone “sieg heil” perchè la canzone parla in realtà del fascismo in cui viviamo ogni giorno – ed è una critica del neonazifascismo.

https://www.youtube.com/embed/i2l029l6-c8

Per quanto riguarda sabato, 21. 12. alla fine c’erano 9 manifestazioni (Lubiana, Maribor, Murska Sobota, Slovenska Bistrica, Postumia, Capodistri, Lendava, Ajdovščina e Mirna Peč). La maggiorparte di un paio di centinaia di persone, tranne quella a Maribor – 1.500 – 2.000 persone e a Lubiana dove i media parlano da 6.000 fino a 10.000 persone.

Aggiornamento al 21 dicembre
Per oggi, 21. 12. sono indette almeno 7 manifestazioni per il momento:
Lubiana alle 15:00
Nova Gorica alle 16:00
Slovenska Bistrica alle 16:00
Ptuj alle 16:00
Murska Sobota alle 16:00
Maribor alle 16:30
Postojna (Postumia) alle 17:00
Per domani, 22. 12. sono gia indette due manifestazioni:
Koper (Capodistria) alle 17:00
Lubiana alle 18:00 – come contro-celebrazione, perchè allo steso tempo si terrà in centro città la celebrazione per la giornata della repubblica e per l’inagurazione del nuovo presidente della repubblica – Borut Pahor ex presidente del governo (2008-2011), parlamentare europeo e nazionale …

Riguardo ai vecchi metodi di repressione invece ieri sera (20.12) intorno le 19.00 la polizia in borghese è arrivata al centro culturale  autonomo Metelkova a Lubiana (dove c’è anche la sede dell’ @-infoshop e la libreria anarchica…) e hanno cercato di creare prove (come ben sanno fare tutti i governi) di attività violente. In altre parole, chi li ha visti ha saputo dire, che erano 6 poliziotti in borghese che stavano raggruppati intorno a due borse di plastica dalle quali hanno estratto bottiglie molotov e sanpietrini, dopo di che li hanno posizionati a terra e hanno cominciato a fotografarli. Quando una ragazza ha chiesto cosa stavano facendo hanno risposto di lasciarli in pace perchè sono investigatori della polizia.Poi è arrivata anche la polizia in uniforma e hanno portato via tutto. Sembra che gli organi della repressione vogliano creare un pretesto per agire più radicalmente contro gruppi di sinistra e contro il centro autonomo Metelkova, e anche probabilmente per usare questo pretesto per azioni piu’ repressive durante la manifestazione che si terrà oggi (21/12).
Una tattica già vista anni fa.Nel 2001 dopo Genova un gruppo di attivisti è andato ad accendere delle candele davanti all’ambasciata Italiana e la polizia dopo questo atto di protesta si è inventata una molotov inesistente. Al tempo questo fu un pretesto per la criminalizzazione del gruppo attivista che fu chiamato con un gioco di parole “Ufficio per gli interventi”.Così sono scattate le inchieste, le perquisizione di case e del Metelkova.Siccome non hanno trovato nulla e nemmeno una sede di questo Uddicio, tutta la costruzione repressiva è fallito.
In ricordo dell’ignoranza repressiva delle autorità del tempo ancora oggi in una delle due piazze del Metelkova, quella chiamata Piazza senza memoria storia, è stata innalzata una scultura sulla quale c’e’ scritto “QUi si trova la sede dell’UZI (Ufficio di intervento).
Dopo 11 pare che sia stasse messa in opera la stessa matrice.Siccome le autorità non possono trovare estremisti di sinistra )perchè ovviamente non ci sono) hanno deciso di crearli.E siccome per la prima grande manifestazione a Lubiana negli scontri erano attivi (come si è mostrato) solamente gruppi di estrema destra (neonazisti) che erano perfino pagati (per il momento di questo dettaglio il governo sembra non aver voglia di parlare più) le autorità (così sembra) hanno deciso di reprimere i gruppi più organizzati al momento che gravitano attorno al Metelkova.Come altrimenti spiegarsi queste due buste di plastica con 15 molotov e sanpietrini subito dopo qualche giorno che al Metelkova si è svolta la prima assemblea generale dei differenti gruppi e realtà per decidere come andare avanti e come creare alternative al sistema attuale. Le autorià hanno paura perchè non non ne abbiamo piu’ di loro.Vogliono dividerci attraverso tali azioni.Ma sembra che non gli vada bene visti che non sanno nemmeno fabbricare prove false.E per quanto riguarda questo governo sono le stesse persone che hanno fa hanno creato un documento che non esisteva nell’archivio di Stato e lo stesso cgoverno che un paio di mesi fa ha “perso” un migliaio di firme che servivano per indire un referendum.
E come ci si aspettava ieri, intorno a mezzanotte, i poliziotti sono tornati al Metelkova e hanno identificato tutte le persone che in quel momento erano in uno dei club – cosa mai successa prima- almeno in questo modo.

 

Aggiornamento 19 dicembre

Ieri, 18. 12. protesta a Piran
Oggi, 19. 12. protesta di studenti e professori a Lubiana, tutto il giorno si terranno lezioni nelle piazze.
Oggi anche una manifestazione alle 15:00 a Trebnje (piccola città con un paio di migliaia di abitanti, dove c’era già stata una manifestazione giorni fa).

Per il 21. 12. per il momento manifestazioni indette a Lubiana alle 15:00 in piazza del Congresso e a Maribor alle 16:30 in piazza Leon Štukelj (vicino alla piazza della Libertà).
Per il 22. 12. è indetta una manifestazione a Koper/Capodistria alle 17:00 in piazza Tito (di fronte allo stabile del comune).

Ieri, 18. 12. a Maribor, dopo la pressione della gente che all’ ultima protesta ha detto che tutti i consigleri del comune se ne devono andare dal consiglio del comune di Maribor entro questo giovedi alle 15:00, quattro consiglieri hanno deciso di dare le dimissioni. Cosi sono già 5 in tutto i consiglieri che se ne sono andati per il momento (in tutto sono 45 i consiglieri il che vuole dire che in tutto devono andarsene 23 e il consiglio dovrà dissolversi).
Il sindaco dal altro lato ha deciso di andarsene il 31. 12. anche se la gente gli ha mandato l’ultimatum per questo giovedì alle 15:00.

RIGASSIFICATORE: nuova VIA, si riparte da zero

dal Piccolo

GIOVEDÌ, 20 DICEMBRE 2012

Clini: stop al rigassificatore

Il ministro fa ripartire la procedura di Via. «Ma un impianto in Alto Adriatico è strategico»

di Matteo Unterweger «Non possiamo fare finta di niente. Il tema non è l’impianto, ma il rapporto fra rigassificatore e porto. Servono degli approfondimenti». Perché quella Via rilasciata più di tre anni fa nel luglio 2009, per il progetto di Gas Natural per l’insediamento nella baia di Zaule va «riconsiderata» e il parere finale «può cambiare». Corrado Clini certifica la frenata che già aveva fatto intendere otto giorni prima. Dichiarazioni ma anche atti: il ministro dell’Ambiente ha infatti disposto la riapertura della procedura sulla Valutazione di impatto ambientale (Via), per un «supplemento di istruttoria». Lo mette nero su bianco una nota ufficiale del ministero diramata nel pomeriggio di ieri. Uno stop il cui primo effetto sarà presumibilmente quello di dilatare le tempistiche dell’iter, rendendo improbabile la convocazione a gennaio della riunione per la concessione dell’autorizzazione unica alla società proponente. Una decisione, quella di Clini, che trae origine dai dati aggiornati sull’attualità e sugli sviluppi futuri dell’attività del porto di Trieste, inviati a Roma dalla presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi. Dati e numeri che, annota Clini, cambiano lo scenario delineato nella documentazione risalente all’avvio dell’iter. Monassi nella sua recente missiva aveva «messo in evidenza possibili conflitti – si legge nel comunicato del ministro – fra la localizzazione dell’impianto di Zaule, il traffico marittimo e lo sviluppo futuro» dello scalo. «Il supplemento di istruttoria – puntualizza il ministero – deve tenere conto anche della Valutazione ambientale strategica (Vas) del Piano regolatore portuale di Trieste, ancora in corso» e, per l’appunto, di tutte le limitazioni che la presenza del rigassificatore potrebbe determinare per i traffici portuali. Le integrazioni, peraltro, sono state disposte da Clini anche per il progetto di un rigassificatore offshore, al largo del golfo, presentato da Endesa, la cui procedura di Via è in essere e nella quale va tenuto conto dei «vincoli derivanti dalle regole di Imo – International maritime organization, che impongono la creazione di una vasta zona di rispetto, con riflessi sulle acque territoriali della Slovenia». Il ministro – con una lettera ufficiale – ha chiesto nei giorni scorsi a Regione, Comune, Provincia e Autorità portuale di inoltrare a Roma ogni possibile ulteriore osservazione e informazione. «Vorrei evitare – ha approfondito Clini in serata – di assumermi la responsabilità di dare un via libera, per scoprire poi che quell’impianto sarebbe stato meglio non costruirlo. Serve un’etica delle responsabilità. Gli enti dunque si esprimano, dicendo se e cosa preferiscono». Risposte note in quasi tutti i casi, con la Regione unico punto interrogativo, dopo l’ormai nota «pietra sopra» di Tondo e in attesa dei pronunciamenti della giunta. «Vogliamo capire se i nuovi elementi acquisiti possano andare a modificare la situazione – ha continuato Clini -. E anche soluzioni alternative all’ubicazione proposta devono essere inserite nella documentazione». Confermando la linea del governo («Gli impianti di rigassificazione dell’Alto Adriatico sono strategici per l’Italia»), il ministro ha osservato come debbano essere superate «le criticità emerse», anche quelle sollevate dalla Slovenia. E sul tema dell’approvvigionamento del gas è in programma in gennaio «con la partecipazione della Commissione europea» il vertice fra Italia, Slovenia e Croazia

 

 

Lubiana contraria a qualsiasi progetto nel golfo di Trieste

pronunciamento del parlamento sloveno

Un secco no ai rigassificatori nel golfo di Trieste. Il Comitato esteri del Parlamento sloveno, riunito ieri a porte chiuse, ha ribadito la posizione di Lubiana sulla costruzione dei terminal: contrari a Zaule, contrari all’impianto off shore. «Abbiamo voluto dare un chiaro segnale all’opinione pubblica slovena, italiana ed europea», ha dichiarato al termine della seduta il presidente del Comitato Jozef Horvat. Il Comitato ha espresso anche il pieno appoggio al governo sloveno, affinché «adotti tutti i mezzi giuridici necessari» per impedire la costruzione dei rigassificatori, ma Horvat, così come i ministri dell’Ambiente Franc Bogovic e degli Esteri Karl Erjavec, entrambi presenti alla riunione, non ha voluto precisare se questo significa anche una denuncia formale della Slovenia contro l’Italia in sede di Commissione e Corte europea. «Continuiamo a dialogare con Roma», ha spiegato il capodiplomazia sloveno Erjavec . Convinto delle ragioni slovene, ma anche della necessità del dialogo, pure il ministro sloveno dell’agricoltura e dell’ambiente Franc Bogovic, soddisfatto della disponibilità dichiarata dal ministro italiano Clini a riaprire il discorso sulla Valutazione di impatto ambientale. Franco Babich

 

Tondo: primo obiettivo è il futuro del porto

Il presidente della Regione: «Le osservazioni dell’Authority non potevano essere ignorate». Il sindaco Cosolini: «Adesso ribadiremo il nostro “no”»

Tutela del porto prima di tutto. Renzo Tondo annota le disposizioni del ministro Clini per il supplemento di istruttoria sulla Via del progetto del rigassificatore di Zaule (e per ulteriori approfondimenti anche in merito alla procedura inerente la proposta del terminale offshore) e vi si ritrova: «È una notizia rilevante – esordisce il presidente della Regione -. Le recenti osservazioni dell’Autorità portuale, che chiamano in causa il traffico presente e futuro del porto, non potevano essere ignorate. Noi – prosegue Tondo – le abbiamo ascoltate e così pure sta facendo il ministero. Il futuro del porto è il futuro della città, elemento imprescindibile per qualsiasi valutazione sul tema». Quasi un anticipo delle considerazioni politiche sulla questione rigassificatore che il governatore porterà domani, come annunciato (partendo dal «mettiamoci una pietra sopra» del discorso di otto giorni fa all’hotel Savoia), all’attenzione della sua giunta e sulle quali poi l’esecutivo si esprimerà. Chiarendo dunque le intenzioni della Regione rispetto alla richiesta di annullamento della contestata Conferenza dei servizi del 22 novembre scorso – in cui venne dato l’ok all’Aia nonostante i pareri contrari di Comune e Provincia – e di riconvocazione della stessa piovute dalle amministrazioni comunali e provinciali di Trieste e dal Municipio di Muggia nei giorni scorsi. «È un bene che sia arrivata questa risposta – parte dal canto suo Roberto Cosolini -. Le ricadute sulle movimentazioni portuali vanno valutate. E così le previsioni contenute nel Piano regolatore portuale, che gira da anni con il suo iter al ministero dell’Ambiente. Mi pare che la posizione del ministro Clini sia coerente». Il sindaco prende quindi atto della decisione romana, preannunciando: «Di fronte alla richiesta del ministro ribadiremo la nostra posizione». Cioè quella di un “no” sancito più volte dal Consiglio comunale, l’ultima proprio lo scorso lunedì in aula. E su quelle «soluzioni alternative» che il ministro ha chiesto di inserire nella documentazione, Cosolini osserva: «Il proponente fino a oggi insiste su un sito. Se qualcuno dovesse prendere l’iniziativa, organizzando un tavolo anche assieme a Croazia e Slovenia per valutare una localizzazione idonea a dare modo di soddisfare un’esigenza energetica di tutto un territorio, questo sarebbe un passo avanti. L’avevo proposto tre anni fa, quando ancora ero segretario provinciale del Pd…». Sorride («è chiaro che a questo punto si tratta di un approfondimento che fa ben sperare») ma non si illude Maria Teresa Bassa Poropat: «Ora deve esserci però un dialogo nel governo, fra i ministri Clini e Passera, considerato che quest’ultimo sostiene che il rigassificatore si debba fare qui a Trieste. Spero – è l’auspicio della presidente della Provincia – che Clini gli trasferisca le sue preoccupazioni». Motivi di apprensione da tempo evidenziati dall’ente di palazzo Galatti: «Nelle nostre osservazioni – aggiunge Bassa Poropat – avevamo inserito i rischi per lo sviluppo portuale, per noi un elemento cardine. E a Roma avevamo fatto notare i vizi procedurali sull’Aia». La numero uno della Provincia si sposta così sull’esito della Conferenza dei servizi di un mese fa, andando a punzecchiare Tondo: «Mi pare un elemento insolito e strano che la Regione non riconvochi la Conferenza dei servizi. Le annunciate valutazioni del governatore? Qui bisogna convocare…». Da Muggia giunge infine tutta la soddisfazione del sindaco Nerio Nesladek: «Un passo in linea con quanto già dichiarato dal ministro. Siamo fiduciosi che riusciremo a far emergere tutti i deficit del progetto del rigassificatore di Zaule. E se la Via sarà fatta come va fatta, con serietà e competenza, sono convinto che le ragioni “contro” prevarranno». (m.u.)

 

PROTESTA IN VIA DEL TEATRO ROMANO

Un’altra manifestazione di protesta contro il rigassificatore di Gas Natural si svolgerà questo pomeriggio alle 18 in via del Teatro Romano organizzata dai Vigili del fuoco della Uil e alla quale aderiscono anche il comitato “Trieste gasata” e il Circolo verdeazzurro di Legambiente che invitano cittadini e partiti a parteciparvi. Sono previsti interventi tecnici di studiosi e di rappresentanti di associazioni oltre a un monologo dell’attore Flavio Furian.

 

Striscione sul vecchio balcone del Germinal

Questa mattina un compagno si è accorto che anonimi hanno appeso uno striscione sul balcone della vecchia sede del Gruppo Anarchico Germinal in via Mazzini 11.

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Negata la piazza all’Arcigay a Trieste

Dal Piccolo

VENERDÌ, 21 DICEMBRE 2012

Pagina 27 – Cronaca Trieste

Arcigay: proibito manifestare davanti alla Curia

Con grande amarezza dobbiamo comunicare che la Questura di Trieste ci ha negato il diritto di manifestare oggi sotto la Curia contro le dichiarazioni omofobe del papa. È già la seconda volte nell’arco di un mese che ci spostano una nostra manifestazione senza alcun margine di trattativa. Non accettiamo il compromesso di manifestare in un’altra piazza, sarebbe un ulteriore schiaffo alla nostra dignità, dopo le gravi affermazioni del massimo rappresentante della Chiesa cattolica, nei confronti delle famiglie omosessuali. La nostra manifestazione aveva senso davanti a quel palazzo del potere ecclesiastico, che, spiace constatarlo, è in grado di condizionare la vita democratica della nostra città. La motivazione ufficiale della Questura è che potremmo causare turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il movimento omosessuale in Italia, come nel resto del mondo, ha sempre manifestato pacificamente: e così volevamo fare, ma ci viene impedito. Domani non ci sarà alcuna manifestazione in Cavana e in nessun altro luogo della città; non potremo esprimere la nostra indignazione per quanto ci è stato detto, non potremo esercitare quel diritto fondamentale della democrazia, che consiste nella critica e nella manifestazione pacifica del proprio pensiero. In Italia noi omosessuali siamo senza diritti, non tutelati come singoli e come coppie, ed ora ci tolgono anche il diritto di manifestare. Indetta una conferenza-stampa alle 14.30 al caffè Verdi.

Report, foto e rassegna stampa del 21 dicembre a Lubiana

Un’altra grande manifestazione ha attraversato oggi la capitale della Slovenia, in contemporanea con molte altre citta´ del paese. Due diversi concentramenti nel pomeriggio si sono poi ritrovati davanti al Parlamento completamente blindato da transenne e polizia in tenuta antisommossa (nota di colore: di cui alcuni con addosso un garofano rosso simbolo della protesta). Con le debite proporzioni la scena assomiglia molto alle immagini del parlamento blindato di Atene durante le manifestazioni di questo ultimo anno. Varie migliaia di persone in piazza, fra le 6 e le 8000, forse di piu´. I compagni e le compagne anarchiche della FAO (federazione per l´organizzazione anarchica) si sono ritrovati nella Piazza del congresso dove hanno formato un blocco anticapitalista con bandiere anarchiche e striscioni (quello piu´ grande recitava “riprendiamoci il futuro, nessuno ci rappresenta”) che forte di almeno 300 persone -molte delle quali non anarchiche- si e´ diretto verso il parlamento. Qui la grande folla ha stazionato per tutto il pomeriggio di fronte alle transenne con cori, slogan, cartelli e striscioni contro il governo e il parlamento: che se ne vadano tutti! era lo slogan unificante dei manifestanti di tutte le eta´.

Dopo oltre un´ora di attesa di fronte alle transenne il blocco anticapitalista e´ ripartito per un corteo selvaggio in giro per la citta´ al grido di “riprendiamoci le strade”, portandosi dietro almeno 400 persone, che per tutto il percorso hanno urlato costantemente slogan anticapitalisti e per la rivoluzione. Nelle strade molte persone sostenevano e applaudivano i compagni e le compagne. Dopo una breve pausa sotto la sede della banca nazionale slovena il blocco e´ rientrato nella piazza del parlamento fra gli applausi degli altri manifestanti che urlavano assieme a noi slogan contro il presidente Jansa.

A quel punto il blocco si e´ sciolto e ci si e´ ritrovati nella sede dei compagni per bere e stare assieme e discutere della giornata e organizzare avanti le lotte.

 

Due compagni del Gruppo Anarchico Germinal di Trieste

VIDEO DEL BLOCCO

FOTO DEL BLOCCO

FOTO DEL BLOCCO 2

FOTO DEL BLOCCO 3

ALCUNE FOTO DELLA PIAZZA

 

Dal Piccolo del 22/12/12

Lubiana in piazza, garofani alla polizia

di Mauro Manzin INVIATO A LUBIANA Babbo Natale ha portato a Lubiana un sacco pieno di garofani che le donne ieri sera hanno gettato addosso ai poliziotti in assetto anti-sommossa che presidiavano il Parlamento. In Slovenia è l’anniversario del plebiscito con cui si sancì l’indipendenza dalla ex Jugoslavia. Oggi la gente lo celebra scendendo in piazza per protestare contro il governo, i deputati e le istituzioni. E’ la gente della Rivolta dei fiori, la gente che guadagna 600 euro al mese e non ce la fa più. Ieri sera erano in 10mila in Trg Republike, nella capitale, a urlare la propria rabbia in faccia ai palazzi del potere. Poche ore prima la polizia ha sequestrato a Lubiana e in altre città 15 “molotov” e sassi, destinati – secondo le autorità – a essere usati durante le manifestazioni. Un popolo autoconvocato con il tam tam di facebook. Di fronte a loro un migliaio di poliziotti dell’unità “Bestie Ninja”. Infreddoliti con le visiere dei caschi bagnate da una pioggerellina ghiacciata. Sul petto, accanto al manganello, un garofano o un rametto d’ulivo. Fanno paura, ma forse hanno più paura loro dei manifestanti, loro che portano a casa 400 euro al mese e vivono sotto la soglia di povertà. In faccia al Parlamento uno striscione “urla”: «Ci riprenderemo il nostro futuro». Altri chiedono di restituire al popolo la sua primavera. Ci sono i reduci della guerra d’indipendenza con le bandiere slovene listate a lutto. Ci sono famiglie con i bambini, coppie di pensionati, femministe arrabbiate che urlano la loro rabbia in faccia ai poliziotti. Ci sono bandiere anarchiche e bandiere dell’ex Unione sovietica. Bustine di partigiano in testa molti anziani rivendicavano il proprio onore mutilato, a loro dire, da uno Stato infingardo e ladro. Un uomo vestito da giraffa porta in mano un cartello con su scritto: «Le vostre dita sono più lunghe del mio collo». E poi un maiale di cartapesta a raffigurare i deputati. Le vuvuzelas fanno un chiasso infernale, assieme a fischietti e tamburi. Gli operai girdano: «Restituiteci le nostre fabbriche, vogliamo lavorare». Improvvisamente, dal nulla, sbuca un enorme sanpietrino di plastica gonfiato e la gente se lo passa sulle proprie teste come fosse un pallone. «Noi siamo lo Stato» si grida. E’ una sorta di dittatura del proletariato che si insinua tra il malessere della gente al tramonto del capitalismo. Gli “arrabbiati” voltano le spalle alla sede della Nova Ljubljanska Banka. Sull’ingresso dell’istituto di credito è stato attaccato un cartello: «Banchieri siete finiti», recita. Le femministe sono inviperite. «Donne in prima linea», strepitano dagli altoparlanti e fronteggiano il cordone di polizia. «Gotovi», «gotovi», siete finiti, siete finiti, scandisce la massa che ondeggia contro le transenne. Tra gli “arrabbiati” spunta la figura di Franco Juri, ex ambasciatore in Spagna, ex sottosegretario di Stato ed ex deputato, uno dei leader del partito Zares che non ha deputati in questa legislatura. Insomma un uomo delle istituzioni. E che ci fa qui in mezzo? «Protesto contro il governo – dice – bisogna identificare il bersaglio della protesta, l’antipolitica finisce col favorire chi gestisce il potere» e si immerge nel popolo degli “arrabbiati”, che urla gli slogan della rivolta, che balla e agita i pugni chiusi verso il cielo. La notte cala su Lubiana. La polizia accende i gruppi elettrogeni per meglio osservare i manifestanti. La pioggia gelata continua a cadere. Arriva un gruppo con degli enormi cartelli azzurri che invocano una Goli Otok slovena (l’isola del Quarnero dove Tito imprigionava i nemici del popolo) e chiedono al premier Jansa che cosa venderà dopo che avrò venduto tutto. Momenti di tensione. I poliziotti serrano i ranghi e con gli scudi si avvicinano alle transenne. E su di loro piove un’altra scarica di fiori. Un agente saluta un bambino e pensa ai suoi figli che lo aspettano a casa per festeggiare il Natale. Una coppia di fidanzati si bacia ignara della folla che li circonda. Due anziani commentano: «Inutile ,quelli lì (governo e deputati) non si schiodano di fronte a 10mila incazzati, ce ne vorrebbero 200-300mila». «Non importa – risponde l’amico – l’importante è cominciare».

RIGASSIFICATORE: rassegna stampa del 22 e 24 dic.

 

Da Triesteallnews.it

Rigassificatore, Bevilacqua: «Chi dovrebbe chiedere i danni è la popolazione, non Gas Natural»

  • CRONACA Il coordinatore della Uil-Vigili del fuoco Fvg torna all’attacco: «Da troppo tempo siamo costretti ad inseguire l’insensatezza di questa politica economica»
  • 24.12.2012 | 12.50 – «Ci ritroviamo a fine anno ed è per questo che ritengo necessario guardare con lungimiranza al 2013 e prevedere ciò che accadrà. Prima di questo, è inevitabile fare ancora una volta il punto della situazione con imparzialità (per quanto possibile) e cercando di interpretare con onestà gli ultimi avvenimenti che riguardano la nostra città».

     

    Comincia con queste parole la lettera aperta inviata alla nostra redazione da Adriano Bevilacqua, coordinatore regionale della Uil-Vigili del fuoco. Una meditazione ragionata e carica di rammarico che intende ripercorrere l’iter burrascoso del famigerato rigassificatore di Gas Natural. Ma non solo. Perché, ad animare le sue parole, c’è anche un “pizzico” di rabbia.

     

    «Personalmente – continua il testo – sono molto preoccupato per quanto riguarda il rapporto tra la cittadinanza e politica e in particolare guardo all’immagine che viene riflessa dalla stampa di questi politici. Qui a Trieste le azioni e dichiarazioni politiche sono immutabilmente interpretate da un unico quotidiano sterile e privo di un contenuto giornalistico che sia in grado di poter far riflettere la città sulle sue possibilità future. Il Piccolo, come un pappagallo, sembra voler riportare le notizie storpiandone i contenuti secondo i diktat imposti dall’alto e così la sensazione che se ne ricava è che in merito al rigassificatore tutto sia risolto».

     

    «Il problema del futuro di questo rigassificatore, invece, sarà molto probabilmente consegnato in mano al Pd ed è questo partito che ad oggi, con grande probabilità, sta “manovrando” la macchina mediatica, impostandone le dichiarazioni. Questo è dimostrato anche dal fatto che anche il sindaco di Muggia (di cui ho grande considerazione e che reputo un caro amico), personaggio con cui ho condotto grandi battaglie contro questa oscenità, si sia in qualche modo assuefatto al nuovo ordine di scuderia “Il rigassificatore non si fa più”».

     

    «La Gas Natural – conclude Bevilacqua – gioca le sue ultime carte ma il risultato ottenuto dall’azienda è quello di far paura più a se stessa che alle persone investite da tali denunce. Tutta la presentazione del progetto, carico di gravi anomalie, sarebbe dovuta essere sufficiente a far reagire con forza le istituzioni. Ugualmente, le sue denunce non ci mettono paura. In realtà, chi dovrebbe chiedere i danni è la popolazione, da tanti anni siamo costretta ad inseguire l’insensatezza di questa politica economica.Sono certo che con il nuovo anno tutto tornerà come prima del manifestarsi delle piccole azioni cittadine. Il progetto riaffiorerà come se nulla fosse mai accaduto e chi combatte questa battaglia da sempre si troverà a dover ripartire da zero, mentre la politica, come spesso accade, farà finta di dimenticarsi tutto quel che è accaduto alla viglia di Natale».

 

Tondo: sul rigassificatore ora ripartiamo da zero

Il governatore in giunta non si schiera ma propone una giornata da dedicare all’ascolto del territorio. «Molti hanno cambiato idea…»

di Silvio Maranzana «Tiriamo una riga sotto la questione rigassificatore e ripartiamo con il percorso ricognitivo». Lo ha detto il governatore Renzo Tondo nella comunicazione fatta ieri alla giunta regionale e lo ha ripetuto poco dopo, rispondendo alla domanda di un giornalista, alla conferenza stampa di fine anno nel palazzo di piazza Unità. «Promuoverò una giornata di ascolto e monitoraggio – ha annunciato – e inviterò tutti a esprimersi chiaramente per il sì oppure per il no.» Solo dieci giorni fa però, al convegno sul porto organizzato dal Piccolo, era stato molto più drastico affermando non di avervi tirato una riga sotto, ma di avervi messo «una pietra sopra». Tutto sembrerebbe esser tornato alla casella di partenza, ma per ripartire con le consultazioni. E potrebbe non essere nemmeno così vista la reazione stizzita di Gas Natural, che riportiamo nell’altra pagina, ma visto anche il timore di molti che ritengono puramente formale la riapertura del procedimento di Valutazione d’impatto ambientale annunciata dal competente ministero. Tanto che anche ieri un’autorevole voce all’interno della Regione affermava: «La giunta potrebbe a breve essere chiamata a votare la delibera per l’intesa con il governo per l’Autorizzazione unica». E il presidente della Regione da parte sua ancora una volta ha voluto prendere le distanze dalla Conferenza dei servizi in cui il dirigente regionale Pietro Giust che era affiancato dal collega Pierpaolo Gubertini ha dato il via libera all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) sebbene sia il Comune che la Provincia (due dei tre soggetti chiamati a esprimersi, oltre alla Regione stessa) avessero espresso un parere negativo. Non solo, come del resto aveva già fatto, ha anche ribaltato la questione, chiamando in causa l’amministrazione precedente. «Questa giunta regionale – ha sottolineato Tondo – non ha fatto alcun atto amministrativo, né a favore né contro il rigassificatore, per una ragione molto semplice: la certificazione della strategicità dell’opera è venuta dalla giunta Illy e la delibera fu votata anche dall’attuale sindaco di Trieste ed ex assessore regionale Roberto Cosolini. Mi sono ritrovato con il percorso già iniziato sia dal punto di vista tecnico che delle “carte” – si è scusato il governatore – noi invece non abbiamo fatto alcun atto. A distanza di qualche anno vedo che il Comune ha cambiato idea, la Provincia è contraria, l’Autorità portuale si è pure schierata contro, ma soprattutto il ministro dell’Ambiente Clini ha richiesto una nuova Valutazione d’impatto ambientale». Così Tondo ha fatto il punto della situazione parlando “a braccio” ai colleghi assessori della giunta. Poi ne ha riferito anche nel corso della conferenza stampa. «Nella giunta di oggi – ha rivelato – mi sono impegnato a tirare una riga e a capire dove siamo, parlo nel senso del Governo. Siamo con il ministro Passera che è per il sì, oppure siamo con il ministro Clini che è per il no?» C’è la necessità dunque di rifare il punto della situazione con le amministrazioni locali anche se le posizioni sono piuttosto chiare. Formalmente per il no si sono espressi più di una volta sia il Comune di Trieste che la Provincia, che i Comuni minori a partire da quello di Muggia che è stato il primo a rivolgersi anche al Tar seguito dalla stessa amministrazione del capoluogo. Contrario anche il parere dell’Autorità portuale, vista soprattutto la crescita del traffico navale, la vicinanza con il terminale della Siot dove già l’anno prossimo dovrebbero arrivare ben cinquecento petroliere e le nuove infrastrutture portuali previste, in primis il terminal per i traghetti ro-ro all’ex Aquila. Il Comitato portuale dovrebbe esprimersi con un no che sembra piuttosto scontato nella seduta che dovrebbe essere convocata per il 3 gennaio. Alla fine dunque le promesse e le aperture che sono giunte dallo stesso Tondo anche se non è certo che possano realmente fermare l’iter autorizzativo. «Dopo la pausa natalizia – ha annunciato il governatore – promuoverò sul tema una giornata di ascolto e monitoraggio delle istituzioni. Inontrerò la città in tutte le sue ramificazioni e mi farò un’idea alla luce di di tutte queste consultazioni. Non si può imputare al presidente una scelta che viene “sballottata” di qua e di là. È per questo che chiamerò tutti a esprimersi chiaramente con un sì oppure con un no». La senatrice del Pd Tamara Blazina in una nota ha definito «ridicolo» il bisogno di Tondo di ascoltare il territorio. «Ha avuto cinque anni per raccogliere pareri e prendere decisioni – ha commentato – li ha impiegati per dire tutto e il contrario di tutto senza il coraggio di prendere una posizione chiara.»

 

SABATO, 22 DICEMBRE 2012

Pagina 21 – Cronaca Trieste
«Chiederemo i danni a chi ostacola il progetto»
Dura presa di posizione di Gas Natural dopo la riapertura del procedimento di Via da parte del ministro Clini. «La decisione sarà annullata in sede legale»

Energica, quasi rabbiosa la reazione di Gas Natural, sempre più intenzionata a realizzare il rigassificatore a Zaule. di fronte al procrastinarsi dei tempi dell’iter autorizzativo sia dell’impianto stesso che del gasdotto connesso. La società catalana non solo parte al contrattacco tentando di disinnescare ogni frenata, ma minaccia e anzi annuncia azioni giudiziarie sia sotto il profilo penale che di risarcimento danni nei confronti di tutte le contestazioni e di tutti i ritardi. Lo fa con una lettera inviata al Ministero dell’Ambiente e al Ministero dello Sviluppo economico, lettera che l’assessore a Programmazione e ambiente Sandra Savino riferisce invece non essere giunta alla Regione. Nella missiva si afferma in particolare che Gas Natural «non potrà esimersi dal censurare in tutte le sedi amministrative, civili e penali competenti», le contestazioni definite «parziali e preconcette» portate avanti dagli oppositori del progetto del rigassificatore da realizzare a Trieste, chiedendo il risarcimento dei danni. La replica sarebbe stata innescata in particolare dall’annuncio fatto dal ministero dell’Ambiente Corrado Clini del procedimento di Valutazione d’impatto ambientale a seguito in particolare ai rilievi mossi dalla presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi riguardo alla recente crescita del traffico navale nel porto di Trieste e a una presunta incompatibilità con le infrastrutture previste dal nuovo Piano regolatore del porto. La precedente Via infatti risaliva al 2008-2009. Da parte della multinazionale catalana dell’energia viene fatto rilevare che la riapertura del procedimento di Via è «destituita di ogni fondamento e destinata a essere annullata nelle sedi giurisdizionali competenti» oltre a indurre la società stessa a «inevitabili richieste risarcitorie». E Gas Natural interviene specificatamente anche riguardo alla crescita dei traffici nel porto di Trieste fatta rilevare dall’Authority e sostiene che «le prospettate ripercussioni risultano del tutto inconferenti». La multinazionale ricorda ancora che la crescita del traffico navale è già stato considerato dalla Commissione tecnica nell’ambito del procedimento di Via e afferma ancora che «non intende assecondare i grotteschi suggerimenti» sull’ipotetica variazione della localizzazione del terminale. Suggerimenti che del resto non sono mai stati resi pubblici. Infine Gas Natural non abbassa il tiro nemmeno per quanto concerne il gasdotto Trieste – Grado – Villesse proposto da Snam e che dovrebbe essere logicamente connesso al rigassificatore e per il quale non è ancora conclusa la Valutazione d’impatto ambientale. La società conclude affermando di voler valutare «l’adozione delle tutele più opportune per evitare il procrastinarsi di tale illegittimo ritardo.» Silvio Maranzana

 

SABATO, 22 DICEMBRE 2012

Pagina 21 – Cronaca Trieste
«Cancellare tutto l’iter per l’impianto di Zaule»
Nella conferenza-stampa di Legambiente illustrati i rischi: «Le schiume lambirebbero Barcola»

Azzerare da subito tutte le procedure che portano alla realizzazione del rigassificatore e delle infrastrutture energetiche che con quell’impianto sono connesse. E’ questa la richiesta formulata con forza ieri da Wwf e Legambiente. «Finora – ha spiegato Dario Predonzan del Wwf – abbiamo sentito solo dichiarazioni volanti. Noi vogliamo una presa di posizione ufficiale delle istituzioni – ha aggiunto – che garantisca che il rigassificatore non si farà. Non basta che l’Autorità portuale si dichiari contraria, perché il rigassificatore comporterebbe un ridimensionamento dei traffici nel golfo. La ragione per la quale l’impianto non deve essere fatto – ha sottolineato Predonzan – va individuata nella necessità di sicurezza e di tutela ambientale». Per ribadire la loro posizione, i presidenti regionali delle due associazioni, Roberto Pizzutti (Wwf) ed Elia Mioni (Legambiente), hanno scritto ai ministri per lo Sviluppo economico, per l’Ambiente e per i Beni culturali, oltre che alla Commissione europea competente per l’ambiente, chiedendo «l’immediata sospensione dell’iter che porta alla realizzazione del rigassificatore, annullando la procedura di ‘Via’ già avviata, revocandola». Al futuro governo, Wwf e Legambiente chiedono di «definire un piano energetico nazionale che tenga conto delle reali esigenze del Paese e che oggi manca». Predonzan ha precisato che: «Esistono precise responsabilità dei ministeri competenti e di chi le guida. E ricordiamo che, all’epoca della presidenza Boniciolli – ha specificato – il parere dell’Autorità portuale fu favorevole al rigassificatore». Carlo Franzosini, biologo della Riserva marina di Miramare ha spiegato che: «Abbiamo riscontrato che nel mare si creerebbero schiume nocive capaci di arrivare a Barcola, veicolando elementi di contaminazione batterica. Si arriverebbe a dover sancire il divieto della balneazione. Inoltre – ha evidenziato Franzosini – ci sarebbe un rilascio di cloro e idrogeno gassosi nell’atmosfera e chi risiede nelle vicinanze di Zaule sarebbe costretto a respirarli». Il vice presidente di Legambiente Trieste, Andrea Wehrenfennig, ha ricordato che: «Finora non e’ stato reso noto in maniera chiara il rischio che sarebbe determinato dalla vicinanza di impianti che, fra loro, agirebbero come detonatore l’uno dell’altro». Ugo Salvini

TOLMEZZO. Sotto il carcere a capodanno: presidio+report

Un bel capodanno!
Circa cinquanta compagn* sotto il carcere di Tolmezzo per il capodanno ribelle solidale con i detenuti, contro le carceri.
Libere tutte, liberi tutti!
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Pignarul CSA 2013

 

Grande successo del pignarul 2013

Foto e report. Circa 300 persone hanno partecipato all’iniziativa, fra le quali anche molta gente del quartiere.

Interventi contro il carbone a Monfalcone, il rigassificatore di Trieste, l’elettrodotto Ronchi-Udine ed ovviamente contro la TAV, da parte dei rispettivi comitati.

E’ stata ricordata la formazione del Coordinamernto di Difesa Ambientale che si pone l’obiettivo di collegare fra loro le realtà territoriali in lotta in tutta la Regione.

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