Trieste/Servizi educativi ancora una volta sotto attacco
Dopo i titoloni sui giornali (“assumeremo 200 precari”) esce non al cinema ma nella realtà…
La grande beffa!
L’anno scolastico inizia nei peggiori dei modi, almeno per quanto riguarda i servizi educativi (asili nido, scuole dell’infanzia e ricreatori) del Comune di Trieste. Se si va a leggere gli articoli pubblicati da Il Piccolo sembrerebbe che tutti o quasi gli educatori precari siano assunti, mentre la realtà è molto diversa.
Nei ricreatori si va verso una situazione in cui più della metà di coloro che fino ad oggi avevano lavorato in modo continuo per tutto l’anno resteranno a casa e non molto diverso, sembra, sarà lo stato dell’arte negli asili nido e scuole dell’infanzia.
Una situazione che non potrà non avere pesanti ripercussioni sulla famiglie che usufruiscono di questi servizi per molti mesi da oggi in avanti…
Sì ok… ma poi tutti assunti giusto? In realtà è tutto da capire e niente è ancora chiaro. Alla richiesta di un incontro con l’Assessore al Personale, dopo una conferenza stampa in piazza Unità organizzata dall’Unione Sindacale di Base, le educatrici e gli educatori precari si sono visti negare l’accesso alla sala della Giunta da un cordone di vigili urbani, mentre non è stata data ancora alcuna risposta ai tanti quesiti che i lavoratori hanno posto.
Qui di seguito un comunicato stampa dell’Unione Sindacale Italiana sulla vicenda.
La beffa.
L’Unione Sindacale Italiana, aderente all’Associazione Internazionale dei Lavoratori, esprime grave preoccupazione per il futuro dei servizi educativi di Trieste e delle centinaia di lavoratrici e lavoratori precari che quotidianamente vi operano con passione e impegno.
Non sono per nulla sufficienti le rassicurazioni da parte dell’amministrazione comunale, che si è impegnata a garantire circa 200 assunzioni in ruolo suddivise fra asili nido, scuole dell’infanzia e ricreatori, in diversi profili lavorativi, a partire da gennaio 2015.
Queste rassicurazioni, più volte espresse attraverso comunicati ufficiali e riportate dalla stampa locale, non ci bastano in quanto:
– I numeri, se confermati, non basteranno a coprire il fabbisogno per i tre servizi, ma colmeranno solo alcune lacune, senza contare i posti che si renderanno disponibili da qui al prossimo anno.
– Non sono ancora chiare le modalità con cui verranno assunti i lavoratori in possesso dei requisiti richiesti. Si tratterà di stabilizzazioni, come viene specificato anche nella legge regionale 15/2014, ma quali sono i criteri che verranno adottati per formulare le graduatorie? E ancora, il Comune continuerà a gestire le supplenze? Per rispondere a questi ed altri interrogativi da parte di diverse decine di educatori precari è stato richiesto un incontro all’Assessore al Personale Treu, ma l’unica risposta è stata quella di trovarsi di fronte uno schieramento di vigili urbani che bloccava l’accesso alle scalinate del Palazzo della Giunta.
– Infine, la questione più urgente: fra oggi e dicembre 2014 si profilano pesantissimi tagli ai servizi educativi: nei ricreatori più della metà di coloro che fino ad ora lavoravano stabilmente e continuativamente verranno lasciati a casa, così come negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia molte educatrici ed educatori che da anni erano presenti nelle diverse strutture non verranno più richiamati in servizio.
Una vera e propria beffa, che comporterà pesanti ripercussioni sul funzionamento dei servizi e grossi problemi alle famiglie. Non solo fino a dicembre, ma sicuramente anche oltre, visto che la programmazione viene fatta a inizio anno scolastico e non a gennaio.
Questa situazione, quali ne siano le ragioni, si sarebbe potuta evitare se la Giunta si fosse impegnata ad inserire nello statuto comunale l’essenzialità e l’infungibilità dei servizi educativi pubblici, come richiesto non solo dai lavoratori, ma da numerosissime famiglie che usufruiscono degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e dei ricreatori di questa città.
L’USI-AIT continuerà a sostenere ed appoggiare la mobilitazione delle educatrici e degli educatori precari del Comune, non solo per salvaguardare il futuro occupazionale di centinaia di persone, ma soprattutto per la sopravvivenza stessa di servizi per l’infanzia e l’adolescenza pubblici e aperti a tutti e tutte.