Gradisca: Tommasini contro Kyenge, no al maxi Cara

da Il Piccolo del 27 gennaio 2014

Gradisca contro Kyenge, no al maxi Cara

Il sindaco boccia l’ampliamento del centro di accoglienza degli immigrati richiedenti asilo “approvato” dal ministro

 

GRADISCA. Cecile Kyenge lascia il Friuli Venezia Giulia esprimendo parere positivo alla proposta di ampliare il Cara per scongiurare la riapertura del Cie e impegnandosi a sensibilizzare il governo. Risultato? Gradisca ora trema. E gli amministratori locali, all’indomani della visita del ministro dell’Integrazione a Udine e Pordenone, non nascondono l’amarezza e le perplessità: «Ancora una volta si decide sulla nostra testa».

L’ampliamento del Cara, il centro di accoglienza dei richiedenti asilo dove vengono inviati e ospitati gli stranieri richiedenti asilo privi di documenti di riconoscimento per consentire l’identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato, non trova favorevole solo Kyenge. Il presidente della Commissione straordinaria per la Tutela dei diritti umani, Luigi Manconi, ha già espresso un parere positivo. E la stessa presidente della Regione, Debora Serracchiani, non è affatto contraria. Ma è evidente che il via libera del ministro dell’Integrazione pesa, eccome, tanto più che a Gradisca è ancora cocente la delusione per il mancato incontro con Kyenge.

Il sindaco Tommasini, sia chiaro, ricorre ancora alla democrazia nei confronti del ministro: «Capisco le sue ragioni, ma lei avrà capito le nostre: un confronto così aperto e delicato non poteva essere svolto di notte». Ma, facendo capire tutta la sua irritazione per la questione del Cara, se la prende più genericamente con i politici: «Siamo francamente delusi da tutti quei professionisti della politica che sembrano avere soluzioni in tasca per le problematiche di Gradisca senza neppure conoscerne la realtà. In prima linea ci siamo noi, cittadini e amministratori: su Cie e Cara non si può continuare a decidere sulla nostra testa come avvenuto negli ultimi quindici anni».

E l’amministrazione comunale non ha dubbi che l’ampliamento del Cara non può e non deve essere l’unica soluzione per scongiurare la riapertura del vicino Cie, il centro di identificazione ed espulsione deputato per legge al trattenimento degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati appunto all’espulsione. «Non solo non è una soluzione ma per la città rischia di essere un boomerang. Non abbiamo numeri né risorse per andare oltre il modello di accoglienza che già applichiamo» spiega Tommasini. Subito dopo si rivolege a Serracchiani: «Siamo sicuri che una volta risolte le problematiche del Pordenonese ci dedicherà la giusta attenzione. Il governatore aveva condiviso la nostra posizione espressa anche in un ordine del giorno: su Cie e Cara si gioca il futuro del territorio provinciale».

Se la posizione di Kyenge e Manconi dovesse trovare concretezza, dall’ex Polonio un domani sparirebbero gabbie e camere di parcellizzazione nell’ottica di ospitare non più soggetti ritenuti “pericolosi” ma profughi che richiedono protezione umanitaria. Persone libere di circolare sul territorio e bisognose di risposte concrete, a livello sociale, scolastico, lavorativo, di orientamento. Proprio per tale motivo l’ipotesi di ampliamento del Cara lascia con il fiato sospeso l’amministrazione comunale della cittadina isontina. Attualmente, con poco meno di 200 ospiti, la situazione è tutto sommato ben gestita. Ma che succederebbe con un aumento della capienza? «Un maxi-Cara sarebbe una realtà difficilmente sostenibile per un piccolo comune di semila anime, che già sta facendo molti sforzi per l’integrazione e la convivenza dei rifugiati con progetti unici in Italia. Ma se le presenze dovessero raddoppiare o triplicare per noi diventerebbe molto complicato convivere con questa realtà. Gradisca ha già dato molto, non deve essere lasciata sola in questa fase delicata in cui si sta prendendo una decisione» conclude il sindaco. Anche il locale Pd aveva già definito «miope e sbagliata» la soluzione di ampliare il Cara sfruttando gli spazi del Cie ora chiuso per restauro.


Articoli precedenti

da Il Piccolo del 25 gennaio 2014

Kyenge a Serracchiani: «Sì all’ampliamento del Cara di Gradisca»

Il ministro a Udine dopo la mancata visita alla struttura isontina: «Invierò una lettera in tal senso al governo». La governatrice del Fvg: «Importante che il Cie invece non riapra più»

 

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«Mi farò carico di inviare una lettera al Consiglio dei ministri al rientro dalla mia visita per proporre l’ampliamento del Cara di Gradisca. Altri territori mi hanno chiesto un’analoga trasformazione dei Cara in centri di accoglienza per rispondere alle esigenze e concordo del tutto su questa opportunità». Lo ha affermato il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge nel corso dell’incontro avuto a Udine con la presidente della Regione Debora Serracchiani. Il ministro avrebbe dovuto visitare Gradisca ieri sera ma la tappa è saltata (tra il disappunto degli amministratori locali) a causa di “ritardi istituzionali”.

Serracchiani ha ricordato che la legge per l’immigrazione ha avuto un «percorso travagliato» in Friuli Venezia Giulia. «La giunta Illy aveva approvato una norma molto partecipata, uno dei primi esempi in Italia di creazione di una rete di volontariato – ha spiegato – la giunta di centrodestra l’ha abrogata e ora ci troviamo nella situazione di doverla riscrivere con una certa sollecitudine, tenendo conto delle mutate condizioni che si sono verificate in questi anni».

Netta la posizione della Regione su Cie e Cara di Gradisca. «Ho chiesto con forza di non riaprire il Cie – ha affermato Serracchiani – perchè non ci sono le condizioni minime di sicurezza e di vivibilità. Concordiamo con la proposta del senatore Manconi di ampliare il Cara, una struttura che funziona ma che è diventata di ridotte dimensioni per le attuali esigenze».

«Attendo quindi – ha aggiunto – dal Consiglio dei ministri un parere in merito visto che, vigente la legge Bossi-Fini, la decisione spetta al presidente, di concerto con il ministro dell’Interno». Il ministro Kyenge si è poi informato dello stato delle politiche giovanili. «Il Friuli Venezia Giulia sarà la prima regione italiana a sperimentare Garanzia Giovani», ha fatto sapere Serracchiani riferendosi alla misura introdotta dal governo Letta per favorire l’inserimento dei giovani dai 15 ai 24 anni nel mondo del lavoro.

 

da Il Piccolo del 24 gennaio 2014

Kyenge in ritardo, niente visita a Gradisca

Il ministro dell’Integrazione in Fvg, ma arriverà a notte fonda. Salta la tappa al Cara e al Cie. Sabato sarà a Udine e a Pordenone: attese manifestazioni sia pro sia contro

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GRADISCA. Delusione a Gradisca per la mancata visita del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge. Una visita molto attesa (dal 2006 ad oggi nessun ministro della Repubblica aveva mai visitato ufficialmente il Cie/Cara della cittadina isontina) che purtroppo, a causa di una serie di ritardi, è stata annullata tra le proteste degli amministratori locali. «Lo scopo della mia presenza in Fvg – aveva spiegato nei giorni scorsi il ministro – è di visitare tutti i centri di questo tipo in Italia. Lo faccio dal primo giorno della mia nomina. Mi renderò conto di persona della situazione, degli aspetti che hanno attinenza con la mia delega». Queste le intenzioni. Invece impegni istituzionali hanno fatto rivedere il programma e a saltare è stata proprio la visita al Cara / Cie di Gradisca, l’incontro con i parlamentari del Fvg e con la governatrice Serracchiani..

Il tour del ministro si limiterà dunque allo sbarco a Ronchi intorno alle 23. Poi il trasferimento al centro “Balducci” di Zugliano per trascorrervi la notte. Sabato Kyenge è attesa alle 9 in castello a Udine con il meeting “Prospettive di inclusione in Comune”. Il pomeriggio sarà dedicato alla visita a Pordenone. Previste manifestazioni sia pro sia contro, con la blindatura dei luoghi dove transiterà e sosterà il ministro.