CIE DI GRADISCA: rassegna stampa del 30/09

Da Il Piccolo del 30 settembre 2013

«La Provincia si occupi del Cie»

GRADISCA «La prossima seduta del Consiglio provinciale si svolga a Gradisca». E l’appello che il consigliere Stefano Cosma (capogruppo Futuro e Libertà-Monti per l’Italia) rivolgerà al presidente del Consiglio provinciale Gennaro Falanga per chiedere che la prossima assise provinciale rientri in quelle itineranti prefissate all’inizio del mandato. «Considerato che l’argomento del Cie è da mesi tornato nuovamente all’attenzione dei media e dei politici regionali e nazionali – riflette Cosma – il consiglio si potrebbe riunire nella sala consiliare di Gradisca». In questi giorni in Consiglio regionale sono stati presentati una mozione di maggioranza (del centrosinistra) e un ordine del giorno dal centrodestra, entrambi sul Centro di identificazione e espulsione. Nella prima si impegna, fra l’altro, la giunta a verificare il rispetto delle norme e dei diritti delle persone, a consentire l’ingresso dei consiglieri regionali, nonché a richiedere al Ministero degli Interni la chiusura del centro, qualora non si rendesse possibile modificare in meglio le condizioni di vita degli stranieri lì trattenuti. La seconda, primo firmatario Rodolfo Ziberna – pur esprimendo apprezzamento nei confronti di Prefettura, Questura e forze dell’ordine e pur chiedendo l’impegno degli altri Paesi Ue e l’intervento nei confronti degli Stati di provenienza degli immigrati -, impegna la giunta regionale a richiedere eventualmente la chiusura immediata del Cie. Cosma: «Si potrebbe chiedere una forma di compensazione da parte dello Stato. La Provincia ha un proprio Garante dei diritti delle persone la cui libertà è limitata, perciò va previsto per questa figura l’accesso al Cie, come avviene per l’ingresso in carcere». (l.m.)

 

 

La chiusura del Cie approda in aula

TRIESTE Due sedute d’aula, quella di domani prevista dallo Statuto, Statuto, ma anche lavori delle commissioni. È il “menù” offerto dal Consiglio regionale nella settimana che si apre oggi. Si parte questa mattina con la riunione, in seduta congiunta, alle 10.00, della I e della IV commissione, alle quali la governatrice Debora Serracchiani riferirà sugli interventi strategici riguardanti le infrastrutture. E alle 11.45 la I commissione proseguirà da sola i lavori esaminando un disegno di legge che contiene norme urgenti in materia di enti locali (Imu e Tares). Domani, come detto, seduta di diritto del Consiglio, che dopo il “question time” discuterà la mozione sul Cie di Gradisca, affronterà la legge europea 2012 e il disegno di legge con le norme procedurali per l’approvazione del Piano paesaggistico. Provvedimento che, se non sarà esaurito, sarà al primo punto all’ordine del giorno della seduta di mercoledì, cui seguirà l’esame del disegno di legge che contiene norme urgenti in materia di Enti locali (Imu e Tares) e la discussione di una mozione sull’aeroporto. Mercoledì pomeriggio la III commissione completerà l’analisi delle criticità di funzionamento del Fondo per l’autonomia possibile e per l’assistenza a lungo termine. Giovedì mattina la II commissione farà il punto con le organizzazioni sindacali Fiom Cgil, Cisl Fim e Uilm di Trieste sulla situazione della cantieristica del capoluogo regionale e, al pomeriggio, incontrerà i referenti dei precari impiegati nei Servizi del lavoro e nei Centri per l’impiego. Sempre giovedì, infine, la VI commissione esprimerà un parere sul regolamento per la tenuta del registro generale del volontariato.

NOTAV: la Serracchiani ribadisce la sua fedeltà alla lobby pro-tav

Messaggero Veneto del 30/09/13

Tariffe e nuovo piano finanziario Scommessa per la terza corsia A4

di Laura Pigani TRIESTE La terza corsia dell’A4 e la Tav sono opere indispensabili e vanno realizzate. Parola della presidente della Regione Debora Serracchiani che, ieri a Trieste, nell’ambito della riunione congiunta della I commissione (investimenti strategici) e IV (infrastrutture), ha riferito sugli interventi strategici riguardanti le infrastrutture del Fvg. La terza corsia dell’A4 La presidente ha confermato che vuole realizzare l’opera («strategica non solo per il Fvg, ma anche per il Nordest, l’Italia e l’Europa»), asserendo di voler «appesantire» Autovie con maggiori obbligazioni contrattuali, in maniera tale che il valore di indennizzo – che sarà a base d’asta della gara alla scadenza della concessione, nel 2017 – risulti il più alto possibile. «Sono d’accordo con quanto detto dalla presidente – ha commentato il consigliere del Pdl Riccardo Riccardi –, finalmente ha preso atto di quello che noi abbiamo detto per ben 5 anni. Questa è l’unica strada da percorrere. L’atto aggiuntivo da noi fatto nel 2012, infatti, diceva che se la gara va deserta, Autovie prosegue la sua attività. E per fare questo bisogna che il livello di indennizzo posto a base d’asta sia il più alto possibile e quindi bisogna caricare la società di tutte le opere». Un intervento, questo, che inciderà anche sul portafoglio degli automobilisti, dal momento che Autovie, per rientrare, dovrà necessariamente ritoccare all’insù i pedaggi. L’intero piano economico-finanziario per la terza corsia dell’A4 sarà aggiornato entro la fine dell’anno. Sul fronte risorse, oltre ai 160 milioni di euro previsti dal Governo nel decreto del “Fare”, è stato firmato un contratto di finanziamento con la Cassa depositi e prestiti per 150 milioni di euro. «Queste due risorse – ha sottolineato Vittorino Boem, consigliere del Pd e presidente della IV commissione –, unitamente a un’eventuale revisione progettuale con abbattimento dei costi rendono la terza corsia un progetto più fattibile». La polemica Critico il commento dell’ex governatore Renzo Tondo (Gruppo misto) : «Sulla terza corsia – commenta – la giunta Serracchiani, dopo tutte le critiche e le accelerazioni promesse in campagna elettorale, sembra essersi fermata nella piazzola di sosta». Il presidente della coalizione di centrodestra in Consiglio ha aggiunto: «Andando oltre il gioco delle parti che la Serracchiani continua a mettere in scena, i fatti dicono che, al momento, le uniche attività che procedono sono quelle avviate dalla mia giunta, inclusa l’attività commissariale che resta l’unico strumento per poter continuare a far progredire l’opera. Fa piacere – ha concluso Tondo – vedere come la Serracchiani si sia ricreduta sulla figura del commissario dato che, da male estremo e inutile, sta diventando lo strumento costante della sua azione». Critiche che non piacciono a Boem, che subito ha replicato: «Altro che fermi alla piazzola di sosta: è solo grazie all’impegno costante della giunta Serracchiani che la terza corsia oggi è più vicina. Se avessimo lasciato la guida a Tondo e Riccardi saremmo rimasti senza benzina». Secondo Boem, infatti, la giunta Serracchiani è «tutt’altro che immobile. Ha lavorato con tenacia per rendere la realizzazione dell’opera una possibilità concreta, coinvolgendo lo Stato nel suo finanziamento e rivedendo l’intero progetto, con l’obiettivo di mantenere tutte le opere previste e ridurne il costo». La Tav Nel corso dell’audizione, è stato affrontato anche il tema della Tav. «La Regione – ha detto la presidente – non ha mai messo in dubbio l’opportunità di realizzare l’opera». Per fare chiarezza sul tracciato, la Regione ha chiesto di convocare un tavolo al ministero delle Infrastrutture, coinvolgendo accanto al Fvg anche il Veneto, il commissario e Rfi (Rete ferroviaria italiana). Si è parlato del progetto del 2010, bocciato da alcuni sindaci, e della prospettiva di raddoppiare la rete ferroviaria esistente. «A questo proposito – ha fatto sapere Riccardi – ho chiesto che mi venga riferito l’impatto che tale potenziamento avrebbe: quante case si devono buttare giù?». Gli altri nodi La Regione punta ad accelerare la soluzione del “nodo” di Udine, di quello del bivio di San Polo a Monfalcone con il collegamento al porto, l’accesso al porto di Trieste (Campo Marzio) e la velocizzazione dell’attuale tracciato Trieste-Venezia, per la quale il Governo ha stanziato 30 milioni. Opere – ha precisato la presidente – che possono essere realizzate «a prescindere dalla linea Alta velocità/Alta capacità, con la quale sono comunque compatibili».

 

 

 

http://www.triesteprima.it/regione/8549-serracchiani-la-tav-e-la-terza-corsia-a4-sono-opere-prioritarie-strategiche-per-la-regione.html

SERRACCHIANI: LA TAV E LA TERZA CORSIA A4 SONO OPERE PRIORITARIE STRATEGICHE PER LA REGIONE

TAV: “La Regione – ha detto la presidente – non ha mai messo in dubbio l’opportunità di realizzare l’opera”.

Sarà aggiornato entro la fine dell’anno il Piano economico-finanziario per la Terza corsia dell’autostrada “A4” Trieste-Venezia, tenendo conto dei 160 milioni che il Governo ha deciso di stanziare e dei 150 milioni attesi dal contratto di finanziamento stipulato con la Cassa Depositi e Prestiti.
Lo ha detto la presidente della Regione, Debora Serracchiani, intervenendo oggi in un’audizione congiunta delle Commissioni I e IV del Consiglio regionale espressamente dedicata al tema delle infrastrutture. “La Terza corsia – ha confermato la presidente – è un’opera che la Regione considera strategica non solo per il Friuli Venezia Giulia, ma anche per il Nord Est, per il Paese e per l’Europa”.

La nuova Amministrazione regionale, ha ricordato Debora Serracchiani, si è adoperata per arrivare a un intervento finanziario dello Stato, ottenendo dal Governo il riconoscimento del carattere strategico della Terza corsia e lo stanziamento di 160 milioni.

Entro la fine dell’anno sarà definito anche l’aggiornamento delle tariffe, un aggiornamento che sarà in linea con quanto già previsto nel Piano Economico Finanziario vigente di Autovie Venete”.

Nel corso dell’audizione, è stato affrontato anche il tema della linea ferroviaria ad Alta velocità /Alta capacità (AV/AC).
“La Regione – ha detto la presidente – non ha mai messo in dubbio l’opportunità di realizzare l’opera”.
Per fare chiarezza sul tracciato, la Regione ha chiesto di convocare un tavolo al ministero delle Infrastrutture, coinvolgendo accanto al Friuli Venezia Giulia anche il Veneto, il commissario e RFI (Rete Ferroviaria Italiana).

Nel frattempo, la Regione punta ad accelerare la soluzione di alcuni “colli di bottiglia”: il “nodo” di Udine, il bivio di San Polo a Monfalcone con il collegamento al porto, l’accesso al porto di Trieste (Campo Marzio) e la velocizzazione dell’attuale tracciato Trieste-Venezia, per la quale il Governo ha stanziato 30 milioni.
“Si tratta di opere – ha precisato la presidente – che possono essere realizzate a prescindere dalla linea AV/AC, con la quale sono comunque compatibili”.

 

 

NO OGM: rassegna stampa del 2 ottobre

dal Messaggero Veneto del 02/10/13

Zanin: la biodiversità è la strada da seguire

“Una legge per le biodiversità” è il tema del convegno in programma venerdì, alle 17.30, in Regione a Pordenone con gli interventi di Susanna Cenni, presentatrice della proposta di legge, Cristina Micheloni, Cinzia Scaffidi, Emilio Gottardo e Andrea Pitton. Coordina l’appuntamento, promosso dagli ecologisti democratici, il deputato del Pd, Giorgio Zanin, di cui ospitiamo l’intervento sul tema. * * * Il dibattito sugli ogm suscitato dalle semine nel territorio regionale ha visto sin qui prevalere soprattutto aspetti legali e di tutela della salute. Non v’è dubbio infatti che la maggioranza dei cittadini contrari al cibo ogm esprimano preoccupazioni proprio per la salute. Ma la posizione di salvaguardia responsabile di chi come me propende per un territorio ogm-free è legittima anche su altri piani. Non si tratta infatti di una posizione che mira ad accantonare la ricerca scientifica, come qualcuno più o meno maliziosamente sostiene, quanto piuttosto di usare il tempo e la ricerca per scopi coerenti con gli interessi di tutti. Qui in Friuli e nell’intero pianeta. Cosa che non corrisponde per nulla al principio della monocultura implicita con gli ogm. In linea generale gli effetti delle monoculture, come ha ricordato ancora una volta Vandana Shiva a Pordenonelegge, sono infatti sempre più chiaramente l’espressione di un processo economico, spesso ammantato di finalità umanitarie, che viceversa genera squilibrio: determina in larga misura profitto per pochi – il sistema delle multinazionali – e scarica nel tempo vari problemi sui residenti. La vera prospettiva in gioco a mio parere è soprattutto quella del modello di produzione agricola da perseguire. E’ fuori discussione infatti che gli aspetti anche economici della vicenda siano un motore fondamentale per chi ha ingaggiato la battaglia della semina. Ed è appunto la profittabilità di tale scelta che mi rende perplesso e contrario. Posto pure che non sia immaginabile per l’Italia un’agricoltura solo di nicchia, è indubbio che le forze in campo nello scenario europeo – si pensi alle agricolture forti di Francia e Germania, alla crescita della Spagna, ma soprattutto si dia un’occhiata alle produzioni agricole in forte ascesa dell’est europeo, Russia compresa – inducono a interrogarsi con forza sulla specifica vocazione agricola del nostro Paese. La cui qualità indubbia si fonda viceversa su vocazioni locali così esplicite, da non lasciar dubbi. La via della biodiversità, strada maestra della nostra agricoltura, è il campo dove gli agricoltori e il paese possono trarre maggior profitto. Assicurando tra l’altro la tutela dello straordinario nesso tra cultura e alimentazione che fa del nostro Paese un unicum. La scelta di tutelare e promuovere la biodiversità con una legge è dunque auspicabile in termini di prevenzione sanitaria, di giustizia e di vocazione economica. Una scelta di avanguardia culturale e di saggezza che le istituzioni italiane e regionali possono assicurare, mirando a realizzarla anche a livello europeo. Giorgio Zanin

 

Ogm, uno studio non li boccia ma i grillini restano scettici

C’è vita sul mais ogm seminato da Giorgio Fidenato a Vivaro e Mereto e questa non deve essere nascosta per ragioni faziose. Ne è convinto il biologo Leandro Taboga che ha individuato le uova della Pralide e anche larve e adulti di coccinella «che lo specialista in biodiversità del mais dell’Ersa Fvg, Gianluca Governatori, ha documentato scientificamente in presenza di testimoni». Taboga, che sta seguendo l’evoluzione del mais Mon 810 sui campi di Fidenato lo ha scritto alla Regione invitandola a divulgare e a non celare i risultati di questa scoperta scientifica in modo da consentire un vero confronto sul tema. «Questa scoperta ha una notevole importanza in ambito europeo ed è di fondamentale importanza per la definizione dei piani di coesistenza tra Mon 810 e mais ibridi di mais tradizionali, nonché per l’elaborazione dei piani di gestione volti a prevenire la comparsa di piralide resistente alla tossina espressa dal Mon 810» spiega il biologo che ha invitato a far visita alle colture di Fidenato anche Federica Ferrario di Greenpeace e la consigliera del Movimento 5 stelle Eleonora Frattolin. Quest’ultima ha declinato ribadendo che il movimento resta scettico sull’utilizzo di colture transgeniche. «Non è possibile – sostiene – affermare che tutti gli ogm sono sicuri così come non si può affermare che tutti gli ogm sono a rischio. La valutazione deve essere effettuata singolarmente. Nonostante i dati sulla sicurezza del consumatore forniti dall’Ersa riguardo i prodotti attualmente presenti sul mercato tendano a essere rassicuranti, almeno per il breve periodo, non esistono però ancora studi sugli effetti nel lungo periodo». Frattolin si interroga poi sull’assenza di studi legati all’impatto ambientale e sulla compatibilità delle colture ogm con l’agricoltura italiana. (m.mi.)

 

NOTAV: anche S.Canzian boccia Italferr

da Il Piccolo del 2 ottore 2013

«No alla Tav senza una tutela per le case”

 SAN CANZIAN D’ISONZO Pur ritenendo il progetto dell’Alta velocità-Alta capacità ferroviaria necessario per lo sviluppo futuro del Paese, amministrazione comunale e maggioranza al governo di San Canzian d’Isonzo preannuncia parere negativo nel caso in cui non siano accolte le osservazioni già presentate nel 2011. «E di cui non c’è alcuna traccia nelle integrazioni apportate da Italferr su richiesta della commissione di Via», ha sottolineato nell’ultima seduta del Consiglio comunale il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Luciano Dreos. Tant’è che questa volta l’amministrazione comunale è stata impegnata dal Consiglio a inviare il giudizio non solo alla Regione, ma anche, direttamente, ai ministeri coinvolti e agli esponenti politici del territorio. Il documento ribadisce quindi come imprescindibile l’allargamento della fascia di rispetto a 30 metri dalla linea. In questo modo le abitazioni da abbattere sarebbero 30, ma si eliminerebbero i pesantissimi disagi per chi si troverebbe a ridosso dei 10 metri di distanza dal tracciato. In ambito residenziale si chiede di nuovo la formazione di una fascia boscata di mascheramento delle barriere antirumore e che nelle zone extraurbane, dove non ci saranno pannelli fonoassorbenti, sia eseguito un terrapieno di mitigazione visiva. Vengono riproposte tutte le perplessità espresse a inizio 2011 sulle fasi di cantiere. A iniziare dalla richiesta di mantenere il cavalcaferrovia esistente di Pieris fino a quando non venisse costruito quello nuovo, prospettato dal progetto di Italferr. «In caso contrario una mole enorme di traffico attraversebbe Begliano», ha ricordato Dreos. Nel documento si richiede anche un’analisi costi-benefici dell’opera e la precisazione degli scenari dal punto di vista dei volumi di traffico, rilevando, inoltre, che il progetto preliminare non contiene alcuna previsione di raccordo tra la nuova linea e il porto di Monfalcone. Pur condividendo l’esigenza di tutelare la comunità, i quattro consiglieri presenti del Centrosinistra per San Canzian futura si sono astenuti, confermando la scelta di non ritenere “necessaria” la Tav, a differenza dell’amministrazione comunale. «Il gruppo di minoranza astenendosi ha scelto di non scegliere – attacca il gruppo di maggioranza Centrosinistra democratico -, accettando però così supinamente tutto quello che ci vene proposto da Italferr. Astenersi dal presentare osservazioni significa non richiedere compensazione per i cittadini, non avere nessuna opera di compensazione viaria a seguito dell’insediamento dei cantieri e accettare la chiusura della regionale 14 a Begliano». Significa, ancora secondo la maggioranza, «considerare indispensabile la costruzione del nuovo raccordo tra il Bivio D’Aurisina e Trieste, benché non sia supportato da analisi tecniche e trasportistiche» e «accettare che il porto di Monfalcone non sia collegato alla linea di alta capacità, limitandone l’operatività futura». Laura Blasich

 

CIE DI GRADISCA: la regione si esprime sul CIE

Ovviamente staremo a vedere se le buone intenzioni rimarranno sulla carta o meno. C’è da ribadire che la regione avrebbe da subito gli strumenti normativi per chiudere – almeno temporaneamente – il lager per motivi sanitari ma che non lo fa per non andare allo scontro vero con il Ministero.
Da parte nostra ribadiamo che i CIE non possono essere riformati ma solo smantellati una volta e per sempre!

info-action reporter

 

 

Da Il Piccolo del 2 ottobre 2013

La Regione approva la chiusura del Cie

di Gianpaolo Sarti TRIESTE Il rispetto per i diritti umani degli ospiti e la chiusura «immediata» del Cie di Gradisca qualora non si riuscisse a migliorare le condizioni di vita degli stranieri, diventano un preciso impegno politico della giunta Serracchiani. E dalla presidente è già partita una lettera indirizzata al ministero dell’Interno con la richiesta di rivedere la legge Bossi-Fini sul reato di immigrazione clandestina. Ieri, tra polemiche (e urla), l’aula ha approvato la mozione del centrosinistra che assegna una serie di compiti all’esecutivo, chiamato ad agire nei confronti della Prefettura di Gorizia, dell’Ufficio Immigrazione della Questura e di chi gestisce la struttura. Sarà inoltre sotto la stretta responsabilità della Regione verificare l’osservanza della «costituzionalità delle norme e dei regolamenti imposti al Centro», teatro di numerose rivolte scoppiate per mano degli immigrati. La norma sottoscritta da Pd, Sel e Cittadini, che vede come primo firmatario Franco Codega, è a tutti gli effetti una svolta sulla vicenda: d’ora in avanti dovrà essere garantita la possibilità di accesso libero alla comunicazione con l’esterno – stampa compresa – al supporto legale, alla tutela della salute attraverso il Sistema Sanitario Regionale. Agli stessi consiglieri non potrà più essere impedito l’ingresso «in qualunque momento e a qualsiasi ora» al fine di verificare le condizioni. La giunta, inoltre, dovrà darsi da fare con il ministero degli Interni per garantire un «adeguato sostegno» al Comune di Gradisca che si trova nelle condizioni di rispondere a un problema considerato dal centrosinistra «umanitario, di interesse internazionale». E con il governo dovrà adoperarsi «per abrogare le norme non rispettose dei Diritti umani», oltre che sollecitare la riforma della normativa che regola il sistema delle espulsioni e dei trattenimenti, incluso il reato di immigrazione clandestina. In aula si è scatenata la bagarre. Gli interventi che via via si sono susseguiti dal fronte del centrosinistra – prima Codega (Pd), poi Pustetto e Lauri di Sel, poi ancora Cremaschi e Shaurli per i democratici – vengono interpretati dall’opposizione di centrodestra come un tentativo di «creare un fossato tra chi ha il cuore e l’anima per gli immigrati e chi invece li tratta come bestie», per usare le parole del capogruppo Pdl Colautti che, evidentemente, si è sentito sotto attacco. Anche perché l’ordine del giorno presentato dal centrodestra (Lega inclusa, ma curiosamente assente durante il dibattito), poi bocciato, diceva cose non troppo dissimili da quelle della mozione. «Conosciamo il dramma dello scafismo, dell’accoglienza e dell’inserimento», rilevava Colautti. Dell’odg dell’opposizione non sono andati giù i toni, lì dove – stando alle dichiarazioni dei proponenti Ziberna e Novelli (Pdl) – si ricordava che «le degradate condizioni delle strutture sono ascrivibili anche al comportamento dei trattenuti che fomentano le ribellioni, protetti da una certa parte politica». L’aula si è presto surriscaldata durante l’intervento di Pustetto (Sel) interrotto De Anna (Fi): «Vai ad abitare tu al Cie con la famiglia che è il tuo ambiente naturale», ha urlato. Ecco allora i tentativi di Lauri, ancora da Sel, di far capire che gli ospiti sono persone «che fuggono da una guerra o cercano condizioni di vita migliori». O di Codega che metteva in luce, come pure i grillini, le condizioni in cui i “trattenuti” sono costretti a vivere, i lunghi tempi di permanenza, la precarietà delle condizioni igienico-sanitarie, la mancanza di attività e la somministrazione di psicofarmaci. Rispondeva di nuovo il Pdl, sempre con Ziberna e Novelli, rimarcando l’apprezzamento per il lavoro delle forze dell’ordine, oltre che la necessità “di garantire i diritti inviolabili delle persone, sostenere il Comune di Gradisca e assegnare i costi sanitari al Sistema nazionale” non regionale, pretendendo inoltre che tutti i Paesi dell’Ue si facciano carico degli oneri della lotta all’immigrazione clandestina. Approvati, in chiusura, gli emendamenti M5S sulla formazione del personale, la diffusione di materiale di svago e il recupero del campo di calcio della struttura.

 

Dal Messaggero Veneto

Pd: o al Cie le condizioni migliorano o lo chiuderemo

TRIESTE Il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato una mozione sul Cie di Gradisca d’Isonzo presentata dalle forze di maggioranza. La mozione impegna la giunta a una serie di iniziative nei confronti della Prefettura di Gorizia, dell’ufficio immigrazione della Questura e dei gestori del Cie. Prima del voto, che ha approvato la mozione a maggioranza, la presidente della Regione Debora Serracchiani aveva manifestato all’Aula il favore alla mozione, ma non all’ordine del giorno del centrodestra non condividendone le premesse. Il Consiglio ha accolto tre emendamenti del M5S che integrano la mozione prevedendo la fornitura di libri e altro materiale di lettura ai trattenuti, un’adeguata formazione al personale esterno addetto ai servizi e il recupero del campo di calcio interno del Centro, per fornire un’attività di svago. La mozione così emendata è stata approvata a maggioranza dal Consiglio che, sempre a maggioranza, ha respinto l’ordine del giorno. Il consigliere del Pd Franco Codega, primo firmatario della mozione, ha sostenuto «la completa mancanza di tutela dei diritti all’interno del Cie per i trattenuti». «O quel centro cambia – ha fatto eco il capogruppo del Pd Cristiano Shaurli –, oppure questa Regione lo chiude». La consigliera Silvana Cremaschi (Pd) ritiene sprecati i soldi spesi per un Centro che non garantisce nessuno, nè i trattenuti, nè le forze dell’ordine, nè i cittadini. «Il Cie di Gradisca d’Isonzo è da molti riconosciuto come il peggiore fra quelli presenti in Italia – ha sottolineato Giulio Lauri, capogruppo di Sel in Consiglio –. I Cie vanno chiusi, tutti, ma se c’è uno da cui bisogna cominciare, così come ha chiesto anche la presidente Serracchiani, è quello di Gradisca».

CIE: tentata fuga

da Macerie

Resistenze a Torino e Gradisca

Diario

Continua la resistenza dei reclusi nel Cie di Torino. Nella giornata di ieri erano in programma alcune espulsioni, ma non tutto è filato liscio come al solito.  Un recluso di origine cinese ha fatto così tanto casino sull’aereo da riuscire a non farsi deportare, e la polizia è stata costretta a riportarlo al Centro. Deportazione riuscita con non pochi problemi per un altro recluso di origine siriana, cui la polizia ha dovuto legare mani e piedi per fermare le proteste.

E intanto anche nel Cie di Gradisca la situazione resta calda. Ieri è stato arrestato S. un recluso di origine marocchina, accusato di resistenza e lesioni. Secondo alcune agenzie di stampa (scritte come al solito copiando le veline della Questura) avrebbe mandato al Pronto Soccorso due agenti che erano riusciti a bloccarlo durante un tentativo di evasione. Ma i racconti degli altri reclusi nel Centro friulano parlano chiaramente di ritorsione: S. in tutti questi mesi di proteste è stato tra i più caldi, e la polizia avrebbe deciso di arrestare proprio lui, sperando di sbarazzarsi di un ribelle e di spaventare gli altri reclusi.


 

I toni del Messaggero al solito sono triviali…

 

dal Messaggero Veneto del 2 ottobre 2013

Tenta la fuga dal Cie e ferisce due agenti

Un pregiudicato marocchino di 23 anni è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale dopo che, al culmine di un tentativo di fuga, ha ferito un poliziotto e un finanziere intervenuti per bloccarlo

 

GRADISCA. Un pregiudicato marocchino di 23 anni, ospitato al Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d’Isonzo, è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale dopo che, al culmine di un tentativo di fuga, ha ferito un poliziotto e un finanziere intervenuti per bloccarlo.

Il giovane era riuscito a raggiungere i tetti della struttura. Brandendo un cavo d’acciaio di due metri, ha quindi tentato di fuggire.

All’arrivo degli operatori della sicurezza, ha ferito i due agenti con il cavo procurando loro lesioni per le quali sono state necessarie cure al Pronto soccorso.

L’elettrodotto Udine-Repudiglia si farà

dal Messaggero Veneto del 2 ottobre 2013

L’elettrodotto Udine-Repudiglia si farà

Lo ha detto l’assessore regionale all’energia Sara Vito, rispondendo a un’interrogazione del M5s: la Giunta vuole aprire un dialogo con Terna per garantire tempi più certi nella demolizione delle linee obsolete e per migliorare le compensazioni agli Enti locali coinvolti nel progetto

TRIESTE. «Non è in discussione la realizzazione dell’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia, tanto più che questa infrastruttura energetica ha già concluso il suo iter ottenendo l’autorizzazione unica ministeriale il 12 marzo scorso».

Ad affermarlo è l’assessore regionale all’Energia, Sara Vito, rispondendo a un’interrogazione della presidente del Gruppo consiliare del M5S, Elena Bianchi.

In particolare, ricorda l’assessore, con una delibera del 25 ottobre 2012 la precedente Giunta regionale aveva espresso l’intesa con lo Stato ai fini del rilascio, a favore della società Terna, dell’autorizzazione unica ministeriale alla costruzione e all’esercizio dell’elettrodotto.

Con successiva delibera, il 18 aprile del 2012, la Giunta Tondo aveva inoltre approvato lo schema di convenzione tra la Regione e la Terna con lo scopo di definire le misure di compensazione e riequilibrio ambientale a favore delle amministrazioni comunali interessate.

Con la sospensione della convenzione per 90 giorni, decisa il 13 settembre scorso, l’attuale Giunta vuole aprire un dialogo con Terna per garantire tempi più certi nella demolizione delle linee obsolete e per migliorare le compensazioni agli Enti locali coinvolti nel progetto.

«Tutto ciò – osserva ancora Vito – nell’interesse dell’intera comunità regionale. Pertanto verrà definito con la società Terna un nuovo accordo per ottenere una soddisfazione reciproca solo e unicamente su queste due questioni

NO OGM: la regione apre a Fidenato

Da Messaggero Veneto del 04/10/13

Ogm, la Regione “apre” 30 associazioni in rivolta

Il mondo anti Ogm si riunisce oggi a Pordenone nella sede della Regione. Alle 14 tocca alla task force per un’Italia libera da Ogm, rete consolidata di 30 associazioni e alcuni parlamentari da anni impegnati sul fronte della valorizzazione della biodiversità e del made in Italy contro il rischio di contaminazione da Ogm. Alle 16.30 tre delle associazioni, (Coldiretti, Aiab e Legambiente) presenteranno la 14a edizione della Biodomenica che si svolgerà domenica anche in regione. Alle 17.30 presentazione della proposta di legge promossa dagli Ecologisti democratici (primo firmatario Susanna Cenni, “regia” di Giorgio Zanin) sulla tutela della biodiversità. (m.m.) L’affaire Ogm scoppiato in provincia si sta tramutando in uno scontro istituzionale con principale imputato il governo del Fvg. E per ragioni diverse. Se le 30 associazioni che afferiscono alla task force «per un’agricoltura libera da Ogm» – oggi a Pordenone – denunciano mancanza di chiarezza, Leonardo Facco in un video postato sul sito di Movimento libertario, attacca i funzionari regionali accusandoli di aver insabbiato i dati scientifici che riconoscono la biodiversità nel campo di Giorgio Fidenato. E anche la magistratura non fa sconti circa il comportamento tenuto dalla Regione. La task force. Aiab, Legambiente e WWf riferiscono di aver incontrato sul tema la presidente Debora Serracchiani che «ha confermato l’indirizzo politico contrario a consentirne la coltivazione futura, motivando la propria convinzione dell’impossibilità giuridica a impedirne ora la coltivazione sugli appezzamenti già seminati». Le associazioni «hanno invitato comunque Serracchiani a valutare ulteriormente le possibilità di azione legale e richiamato il rischio che si profilerà a breve di una immissione anche sul mercato di mais Ogm». Appreso poi del via libera alla trebbiatuta per Dalla Libera e al riconoscimento, in ordinanza, della “libertà di semina”, chiedono chiarezza perché «queste sono le considerazioni della magistratura europea e non quelle del governo che, pur tardivamente, si è pronunciato per il divieto di coltivazione. Non sono affermazioni compatibili con le dichiarazioni di netta volontà politica di avviare politiche agricole e filiere No Ogm in Fvg». Dati scientifici. Ben più pesanti le accuse di Leonardo Facco (da sempre vicino alla causa di Giorgio Fidenato) che, in un video, attacca la Regione – non risparmiando dalle ingiurie il direttore di area – per aver “oscurato” la relazione di un tecnico Ersa sulla biodiversità riscontrata nel mais Ogm seminato da Giorgio Fidenato. Il sopralluogo del tecnico, sollecitato da un biologo amico di Fidenato, avrebbe prodotto una relazione mai diffusa perché scomoda, è la tesi di Facco. La sentenza. Il giudice Rodolfo Piccin, che ha assolto l’agricoltore di Arba, evidenzia che la legge regionale 5/2011 (assessore Claudio Violino) «oltre che posteriore ai fatti in giudizio – scrive il giudice – si rivela anche inapplicabile: i regolamenti di attuazione previsti, e adottati con delibera del 13 dicembre 2012, non sono mai entrati in vigore, poiché tale delibera non è mai stata pubblicata in Bur». E aggiunge: «Vi sarebbe in ogni caso da dubitare seriamente della compatibilità tra la normativa regionale e quella comunitaria» posto che la prima è «in palese contrasto con la disciplina dettata dall’Unione europea».

 

 

 

Dal messaggero Veneto del 03/10/13

Ogm, la Regione “apre” a quelli ammessi in Europa

 Riconosce, alla luce del “processo Fidenato”, che «la messa in coltura di varietà di mais iscritto nel catalogo comune europeo sia da considerarsi libera», che la normativa «consente l’impiego di prodotti geneticamente modificati» e che «la messa in coltura di varietà di mais Ogm autorizzate e iscritte al catalogo comune non può essere assoggettata ad una procedura nazionale di autorizzazione». Allo stesso tempo, però, detta prescrizioni stringenti per la trebbiatura del Mais mon 810. La Regione, con l’ordinanza del direttore di servizio del Corpo forestale, Massimo Stroppa, indirizzata a Silvano Dalla Libera, rompe il silenzio e i tabù di questi anni. Riconosce il diritto europeo alla semina di una varietà ogm stabilita dal catalogo europeo e traccia in modo chiaro la linea entro la quale un agricoltore che ha seminato mais transgenico – e il vicepresidente di Futuragra ha seminato complessivamente 1,09 ettari – deve muoversi. Una linea che anticipa il regime di coesistenza mai sancito fino a oggi. Il documento, richiamando la raccomandazione della commissione europea del 13 luglio 2010 sulla coesistenza, la sentenza della Corte Costituzionale del 7 febbraio 2006, la legge regionale 5 del 2011 e la nota dell’Ersa inviata a Dalla Libera a settembre, evidenzia che l’agricoltore deve «osservare gli accorgimenti necessari a evitare che le colture di mais Mon 810 nei citati appezzamenti di Vivaro possano determinare la presenza involontaria di mais Ogm in altre colture convenzionali o biologiche». Stabilisce poi 14 punti operativi per evitare la contaminazione, a partire dal fatto che la raccolta del mais dovrà avvenire entro il 10 ottobre. Chiarisce anche che, se tutte le prescrizioni date «non dovessero risultare sufficienti a evitare la nascita di piante erratiche derivanti da semi accidentalmente caduti a terra, nella primavera 2014, anteriormente alla successiva semina, si dovrà procedere al diserbo dell’appezzamento a mezzo di erbicida ad azione sistemica». La nota, seppure tecnica, ha un alto valore politico per Dalla Libera e Futuragra perché «è la prima volta che la Regione dichiara apertamente di riconoscere e rispettare la norma europea. E’ una vittoria del diritto e della libertà d’impresa», ha proseguito Dalla Libera. «Siamo finalmente a una svolta che apre per il settore agricolo una nuova opportunità per risollevarsi da una crisi che non ha precedenti nella storia del nostro Paese», evidenzia l’agricoltore. L’ordinanza rischia invece di essere una doccia fredda per la task force per un’Italia libera da ogm, rete consolidata di 30 associazioni che proprio domani sarà a Pordenone assieme a parlamentari che sostengono la causa e a esponenti di associazioni del Veneto, per riportare l’attenzione sul caso di Vivaro e denunciare il rischio contaminazione. Martina Milia

 

TAV/ Serracchiani e Zaia d’accordo su cosa non si è ben capito

Tav, il Veneto sposa la politica di Serracchiani

Tav, il Veneto sposa la politica di Serracchiani

Il presidente Zaia propone e fa approvare dalla giunta veneta una delibera che prevede il raddoppio dell’attuale tracciato ferroviario. «Il percorso litoraneo ha un impatto elevatissimo»

 
 
 
 

UDINE. Luca Zaia boccia la linea dell’assessore veneto Renato Chisso e sposa quella di Debora Serracchiani sul percorso della Tav. La giunta regionale del Veneto, su proposta appunto del presidente Luca Zaia, ha approvato la delibera che conferma la scelta di realizzare la Ferrovia Alta Capacità/Alta Velocità da Mestre a Trieste lungo il tracciato dell’attuale linea ferroviaria.

«Abbiamo formalizzato con un atto di indirizzo una decisione già nota – ha sottolineato Zaia – per confermare una scelta già discussa e fatta, così da evitare che qualcuno a Roma possa imbastire speculazioni sulle recenti decisioni statali sulla questione, che fanno riferimento a un percorso definito litoraneo che non ha nè senso nè consenso».

«Il cosiddetto tracciato basso – ha ribadito Zaia – avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi. Questa soluzione alternativa dovrà prevedere peraltro soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati, di Marcon, Quarto d’Altino, Meolo, Fossalta, di Piave, Musile di Piave, San Donà di Piave, Ceggia, San Stino di Livenza, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro, allo scopo di minimizzare l’impatto ambientale sui centri interessati».

«Sarà una linea cosiddetta Ac/Av, cioè realizzata per migliorare il trasporto di merci e persone lungo un corridoio strategico – ha concluso Zaia – che ci connette con i grandi quadranti europei».

 

sul Piccolo

http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/10/03/news/il-veneto-boccia-il-tracciato-balneare-della-tav-1.7856083

 

 

    UDINE/ Solidarietà a Maurizio Alfieri (+report e volantino)

    Report completo e volantino

     

    Lunedì 7 ottobre

    solidarietà a Maurizio Alfieri

    davanti al Tribunale

    di Udine inizio presidio

     ore 9.00

     

    Breve report. Buon presidio anche questa mattina. Maurizio Alfieri è uscito dall’aula gridando “viva l’anarchia”; si trattava di un’udienza filtro che è durata 10 minuti. La Prossima udienza si terrà a Trieste l’8 febbraio.

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    Maurizio Alfieri è stato portato

    presso il carcere di Udine.

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    Domenica 6 ottobre ore 17.00

    presidio sotto il carcere in Via Spalato

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    Volantino distribuito all’iniziativa

    del Police Departement sulle cerceri

     

     

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