MERCOLEDÌ, 21 NOVEMBRE 2012
Vidali: bene la protesta, la sicurezza degli edifici è una priorità
«Appoggio pienamente gli studenti triestini in questa protesta perché le loro preoccupazioni sono anche le mie preoccupazioni, tanto da padre quanto da politico». Maurizio Vidali (foto), presidente del Consiglio provinciale, non ha dubbi: di fronte alla situazione attuale gli studenti devono fare sentire la loro voce. L’esponente della Slovenska skupnost – Unione slovena stigmatizza poi come «le Province, a causa degli indiscriminati tagli imposti dal Governo Monti e dalla Regione, non avranno più le risorse necessarie per intervenire negli interventi di manutenzione degli edifici scolastici». Vidali, padre di uno studente iscritto al secondo anno dell’istituto professionale sloveno Stefan, lancia infine una provocazione: «È più utile fare una legge per l’inno di Mameli o garantire la sicurezza dei nostri figli? Il Governo Monti, purtroppo, ha già risposto». (r.t.)
MERCOLEDÌ, 21 NOVEMBRE 2012
Il Galvani e il Volta “cogestiti” da studenti e professori assieme
Dilaga la protesta nelle scuole superiori, ma in alcune sono partite forme di ribellione congiunte Il Deledda avvia l’autogestione nella sede centrale, all’Oberdan lunedì l’assemblea decisiva
di Riccardo Tosques La protesta delle scuole superiori triestine si sta ampliando a macchia d’olio. Nella mattinata di ieri Galvani e Volta hanno deciso di avviare una cogestione tra studenti e professori che prenderà il via oggi e proseguirà sino a venerdì. L’istituto tecnico Deledda ha invece attuato la proclamata autogestione nella sede centrale. In fibrillazione anche gli studenti del liceo scientifico Oberdan che lunedì prossimo si riuniranno per decidere il loro futuro. Sempre in fermento poi gli istituti sloveni, i pionieri di questa nuova ondata di contestazione. Galvani e Volta Le assemblee degli studenti svoltesi ieri mattina all’istituto professionale Galvani e all’istituto industriale Volta hanno sancito l’inizio della loro protesta. «L’occupazione era esclusa così come l’autogestione: da qui la decisione di cercare una forma di elaborazione congiunta dei temi cari al mondo studentesco sotto forma di una cogestione organizzata»: Roberto Pagani, vicepreside del Galvani, spiega la nuova linea adottata in sinergia con i propri studenti. L’accordo stipulato tra le due parti è chiaro: seguire regolarmente le lezioni durante le quali verrà concesso uno spazio in cui ogni insegnante sarà invitato a sospendere interrogazioni e verifiche scritte, facendo invece degli approfondimenti, durante l’orario curricolare, sulle problematiche nazionali inerenti la scuola. La cogestione entrerà in vigore oggi e proseguirà sino a venerdì. Stesse modalità per l’istituto Volta. Dopo un’accesa assemblea si è optato per abbracciare la via della conciliazione. Scongiurata dunque l’autogestione che pareva oramai imminente. Istituti sloveni e Deledda Prešeren, Zois e Slomšek proseguiranno l’autogestione, probabilmente sino a venerdì. Grande attesa poi per capire le decisioni dell’istituto Stefan oramai in rotta di collisione con il proprio preside Primož Strani. «Non ci siamo presentati a scuola ma perché il preside ci aveva promesso l’autogestione poi negandocela. Ora torneremo a fare la stessa richiesta. Se ci dirà di no, non so dire cosa faremo», spiega il rappresentante d’istituto Borut Svara. Intanto al Deledda la promessa autogestione ieri ha vissuto il suo primo giorno di vita. Nella sede centrale di via Rismondo si sono riversati anche gli studenti delle due succursali. Oberdan Se il liceo scientifico Galilei, a differenza di quanto trapelato ieri, non ha inscenato alcuna protesta, i cugini dell’Oberdan sembrano orientati diversamente. Domani è in programma una riunione dei professori che dovranno prendere in esame anche le richieste avanzate da parte degli studenti. «Fino ad oggi abbiamo espresso sempre massima collaborazione, proponendo una cogestione assieme ai professori – spiega il portavoce degli studenti, Piero Facchin- Ora dipende da loro se voler interrompere la didattica per qualche giorno per fare informazione su cosa sta accadendo attorno al mondo della scuola». Per lunedì 26 novembre è stata fissata l’assemblea d’istituto. «Siamo fiduciosi – aggiunge Facchin – e attendiamo, sperando che durante quella giornata si possa discutere di quando e come iniziare la cogestione». Gli studenti sembrano tendere la mano. Ora toccherà ai docenti, e soprattutto alla preside, decidere se stringerla o meno.
MERCOLEDÌ, 21 NOVEMBRE 2012
IN VIA CANTÙ
E i docenti fanno vedere il loro «lavoro sommerso»
Due pomeriggi di «emersione dal lavoro sommerso», oggi e domani dalle 14.30 alle 17.30 nella sede di via Cantù. È l’iniziativa aperta al pubblico – protesta simbolica per la «politica di bilancio miope e ingiusta» riservata dal governo alla scuola pubblica italiana – che un folto gruppo di insegnanti dell’istituto Volta attuerà con l’obiettivo di attirare l’attenzione appunto su tutto il lavoro “sommerso” e silenzioso: preparazione delle lezioni, correzione dei compiti e così via. La notizia è inserita in un lungo documento che molti docenti del Volta hanno sottoscritto «facendo proprie le riflessioni dei colleghi del liceo Petrarca» ma anche di quelli di altre scuole – dal Nordio al Dante – che dinanzi all’aumento delle ore di insegnamento da 18 a 24 ma, più in generale, ai tagli che ancora con la legge di stabilità andranno a colpire la scuola pubblica stanno esprimendo in vari modi il proprio dissenso un po’ in tutta Italia. La protesta, in vari istituti superiori cittadini, si è già tradotta nella sospensione di ogni forma di attività extracurriculare, proprio per sottolineare la quantità di lavoro che gli insegnanti si sobbarcano oltre l’orario normale di lezione. «L’Italia – si legge nel documento dei docenti del Volta – destina solo il 4,7 del proprio Pil all’istruzione, collocandosi ben sotto alla media europea, pari al 5,44. Il dato è ancor più allarmante se si considera il rapporto tra spesa pubblica totale e spesa pubblica per l’istruzione: in questo caso l’Italia non è soltanto sotto la media europea, ma è addirittura l’ultimo tra i paesi dell’Europa a 27». Eppure «il potenziamento del sistema di istruzione è direttamente proporzionale all’innalzamento della qualità di vita della popolazione».
Da Il Piccolo
MARTEDÌ, 20 NOVEMBRE 2012
Occupazioni e autogestione, scuole in rivolta
La protesta è partita dagli Istituti di lingua slovena e poi è rientrata. Assemblee infuocate al Galilei e al Deledda
Ma la ribellione “cova” anche al Volta e al Galvani
Si preannunciano estremamente calde anche le assemblee degli studenti in programma oggi all’istituto tecnico industriale “Alessandro Volta” in via Monte Grappa e all’istituto professionale per l’industria e l’artigianato “Luigi Galvani” in via delle Campanelle. Il professor Pagani, vicepreside del Galvani, è sereno: “Rispetto all’esperienza dell’anno scorso non c’è l’ipotesi concordata di autogestione. Le lezioni si svolgeranno regolarmente”. ALTRI ISTITUTI Tutto tace invece dagli altri istituti superiori. Gli unici possibili “movimenti” si registrano al liceo classico “Francesco Petrarca” che mercoledì 28 ospiterà in via Rossetti un’assemblea degli studenti. “Nulla da segnalare”, chiosa la preside Donatella Bigotti. Almeno per ora. Ma la protesta pare pronta a riesplodere.
L’autunno caldo delle scuole è approdato a Trieste. Nella mattinata di ieri tre istituti superiori con lingua d’insegnamento slovena sono stati occupati per diverse ore dagli studenti prima di essere “liberati”. Nella giornata di oggi “Galilei” e “Deledda” hanno annunciato l’inizio dell’autogestione. E le assemblee odierne del “Volta” e del “Galvani” potrebbero ampliare il raggio della protesta. ISTITUTI SLOVENI Il primo blitz è stato compiuto all’alba di ieri al liceo scientifico sloveno “France Prešeren” e all’attiguo istituto professionale “Jozef Stefan” di strada di Guardiella. Alle 5 del mattino una quindicina di studenti si sono dati appuntamento davanti alle scuole con l’obbiettivo di entrare e occupare il Prešeren. Col passare delle ore il numero è salito superando il centinaio di unità. Quasi contemporaneamente anche l’istituto magistrale Anton Martin Slomšek di via Caravaggio ha deciso di protestare. Per non ostacolare le lezioni delle scuole elementari e medie che si trovano nello stesso edificio, gli studenti si sono trasferiti al Prešeren, diventato di fatto la base della protesta. Ma l’occupazione del liceo, anche dopo il vociferare dell’intervento della Digos, è però terminata attorno alle 18.30. Gli studenti preannunciano che oggi torneranno alla carica. Più agguerriti e meglio equipaggiati. E’ durata invece solo pochissime ore l’occupazione dell’istituto tecnico commerciale e per geometri “Žiga Zois”. La sede (provvisoria) di via Edoardo Weiss è stata “liberata” dagli stessi studenti in quanto oggi l’istituto dovrà ospitare un’assemblea ed una conferenza programmate da tempo. Molto probabilmente a partire da domani la protesta monterà di nuovo sotto forma di autogestione. GALILEI E DELEDDA E l’autogestione pare essere il futuro immediato anche di altri due istituti cittadini. In primis al liceo scientifico “Galileo Galilei” di via Mameli. Anche se non tutti sono di questo parere. “Autogestione? E’ un termine bandito dal nostro lessico – spiega la preside Lucia Negrisin -. Pian piano si sta formando un concetto di scuola partecipata, anche se devo dire che tra i miei studenti non vedo questa ansia di protesta, ma il desiderio di diventare protagonisti del loro spazio educativo”. La dirigente scolastica ha poi lasciato intendere che vi sarà fermezza nel caso si dovessero infrangere le regole: “Devo mantenere l’attività in determinati binari, come previsto dagli ordinamenti”. Un’infuocata assemblea degli studenti si è vissuta poi ieri nella sede centrale dell’istituto tecnico “Grazia Deledda” di via Rismondo. Anche qui, nonostante una corposa minoranza volesse occupare lo stabile, si è optato per l’autogestione. A partire da oggi tutti gli studenti del Deledda sono stati chiamati all’appello in via Rismondo per il primo giorno di protesta. Riccardo Tosques
MARTEDÌ, 20 NOVEMBRE 2012
IL PORTAVOCE
Zuccolo: «Sperperati tanti soldi con i test Invalsi»
La situazione di degrado degli edifici scolastici, lo spreco di denaro pubblico legato all’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), la diseguaglianza della legge Aprea, la mancanza di autonomia da parte della Regione nel settore scolastico. Dean Zuccolo, 19enne studente portavoce del malcontento del liceo scientifico sloveno France Prešeren, racconta i perché della protesta. «Fortunatamente le strutture delle scuole slovene non hanno i problemi degli altri edifici, ma protestiamo esprimendo la nostra solidarietà agli studenti con lingua d’insegnamento italiana», spiega Zuccolo. Poi ci sono problemi comuni come «lo sperpero di soldi per gli inutili test Invalsi sul grado di istruzione dei giovani», la legge Aprea «che penalizza le scuole pubbliche» e infine «la necessità di dare più potere alle Regioni sulle scuole», fattore che poi potrebbe comportare «una maggior tutela economica per la minoranza slovena». Zuccolo svela che il blitz di ieri mattina al liceo Prešeren si è svolto «in seguito alle false promesse della preside Loredana Gustin che inizialmente era favorevole a concedere un’autogestione concordata». Poi però nella giornata di sabato «la preside si è rimangiata le sue stesse parole. E noi abbiamo deciso di occupare». Un’occupazione agevolata pare anche dal cancello dell’entrata principale trovato accostato e aperto senza alcuna forzatura. E oggi è preannunciato il bis. Questa volta più duraturo. (r.t.)
Dal Piccolo del 18/11/12
Superiori, occupate le quattro scuole di lingua slovena
Assemblee degli studenti in vari altri istituti cittadini: al Deledda i ragazzi hanno proclamato l’autogestione a partire da domani
È riesplosa in mattinata l’agitazione nelle scuole superiori cittadine. In prima linea i ragazzi degli istituti con lingua d’insegnamento slovena: dalle 7.15 del mattino sono stati occupati il liceo Prešeren e l’istituto tecnico Stefan. Poche ore dopo è stata proclamata dagli studenti anche l’occupazione dell’istituto tecnico Žiga Zois e del liceo delle scienze umane Slomšek. Quest’ultimo istituto però è ospitato nello stesso edificio (in via del Caravaggio a San Giovanni) di una scuola media e di una materna. I ragazzi dunque per non interferire con le lezioni dei più piccoli hanno deciso di trasferirsi al liceo Prešeren.
L’agitazione sta comunque interessando anche altre scuole, di lingua italiana. I ragazzi dell’istituto Deledda stamattina hanno tenuto un’assemblea decidendo alla fine di proclamare l’autogestione a partire da domani. In assemblea anche il liceo Galilei, dove però gli studenti hanno detto no all’occupazione. Al Volta è prevista un’assemblea per domani alle 9. Lezioni normali infine al Petrarca, al Nautico, al Carducci, all’Oberdan e al Dante.
I motivi della protesta restano quelli per i quali i ragazzi sono scesi in piazza negli scorsi giorni dopo una serie di precedenti iniziative: la fatiscenza degli edifici, e dunque le pessime condizioni logistiche in cui gli studenti sono costretti a trascorrere le proprie mattinate in aula.
La cosa ha dell’incredibile, si stanno arrotolando nel fango, e stanno violando la procedura di VIA
Le nostre osservazioni avevano colto completamente nel segno! e cioè per esempio che mancava la comparazione.
Ma non possono mica farla a posteriori???
Il progetto è quello del 2010 punto e basta e come tale va bocciato!!
Martedì 6 novembre 2012
VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)
7-00959 Viola e 7-00995 Lanzarin: Individuazione
delle migliori soluzioni, sotto il profilo ambientale,
per la localizzazione del tracciato della linea AC/AV
Venezia-Trieste.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione
– Approvazione della risoluzione
n. 8-00209).
La Commissione prosegue la discussione
congiunta delle risoluzioni in titolo
rinviato da ultimo nella seduta del 10
ottobre scorso.
Manuela LANZARIN (LNP), dopo aver
ricordato che nella precedente seduta era
stata presentata una proposta di testo
unificato sulla quale il rappresentante del
Governo si era riservato di esprimere,
illustra una nuova proposta di riformulazione
(vedi allegato) che impegna il Governo
a verificare la disponibilità da parte
della società RFI per l’elaborazione di un
nuovo progetto, non necessariamente preliminare
– come invece specificato nella
precedente proposta di testo unificato –
diretto a proseguire i necessari approfondimenti
tecnici e la consultazione e coinvolgimento,
anche nelle forme della progettazione
partecipata, delle comunità ed
amministrazioni locali, al fine di realizzare
le soluzioni progettuali alternative di
cui in premessa che limitano gli impatti
ambientali e paesaggistici e riducono al
minimo gli effetti derivanti dall’attraversamento
dei centri abitati.
Rodolfo Giuliano VIOLA (PD), nel concordare
con la collega Lanzarin sulla
nuova proposta di testo unificato illustrata,
richiama l’attenzione sulla necessità
di adottare iniziative dirette a svolgere una
reale comparazione tra i possibili tracciati
alternativi presentati al Governo, sia
quello litoraneo all’esame della Commissione
VIA, sia quello presentato dal Commissario
Mainardi con lettera dell’8 agosto
2012 ed anche con tracciati non formalmente
depositati che sono stati in ogni
caso oggetto di valutazione da parte di RFI
almeno nella prima fase, al fine di garantire
la compiutezza e la validità sostanziale
della procedura di valutazione di impatto
ambientale in corso presso il Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e
del mare.
Nessun altro chiedendo di intervenire,
la Commissione approva all’unanimità il
nuovo testo unificato delle risoluzioni
7-00959 Viola e 7-00995 Lanzarin, che
assume il numero 8-00209.
ALLEGATO
7-00959 Viola: Individuazione delle migliori soluzioni, sotto il profilo
ambientale, per la localizzazione del tracciato della linea AC/AV
Venezia-Trieste.
7-00995 Lanzarin: Individuazione delle migliori soluzioni, sotto il
profilo ambientale, per la localizzazione del tracciato della linea
AC/AV Venezia-Trieste.
TESTO UNIFICATO APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
premesso che:
nell’ambito dello sviluppo della
rete transeuropea dei trasporti, la Commissione
europea ha compilato nel 2004
un nuovo elenco di 30 progetti prioritari
da avviare prima del 2010 (si veda la
decisione n. 884/2004/Ce del Parlamento
europeo e del Consiglio del 29 aprile
2004, che modifica la decisione n. 1692/
96/CE);
uno dei 30 assi e progetti prioritari
è l’asse ferroviario Lione – Trieste –
Divaca/Koper – Divaca – Lubiana – Budapest
– confine ucraino che fa parte del
Corridoio V;
attualmente è in via di definizione
la proposta COM(2011)650 di regolamento
sugli orientamenti dell’Unione europea per
la rete transeuropea di trasporto (TEN-T),
presentata il 19 ottobre 2011, che prospetta
una revisione della rete TEN-T allo
scopo di realizzare una rete completa ed
integrata che comprenda e colleghi tutti gli
Stati membri dell’Unione europea in maniera
intermodale ed interoperabile, per
contribuire alla realizzazione, entro il
2050 di uno spazio unico europeo dei
trasporti basato su un sistema di trasporti
competitivo ed efficiente;
il nostro Paese è fortemente coinvolto
nel completamento dei sistemi trasportistici
europei individuati da corridoi
verticali e orizzontali di interconnessione
con l’intera Europa, che rappresentano un
fondamentale elemento di sviluppo delle
relazioni sociali e economiche dell’Europa
allargata;
il progetto del sistema AV/AC, in
corso di realizzazione, rientra nelle politiche
strategiche di interconnessione con
l’Europa centrale e i mercati asiatici ed ha
ripercussioni positive sull’intero apparato
economico e produttivo del Paese, realizzando
significativi incrementi dell’offerta e
degli scambi commerciali;
in molte aree del Paese i lavori
sono già stati realizzati e alcune tratte
sono già in funzione con soddisfazione dei
cittadini e benefìci del sistema produttivo
come ad esempio l’asse del corridoio 1 tra
Milano e Napoli ormai completato;
in alcuni casi il mancato coinvolgimento
dei cittadini e delle amministrazioni
locali interessate dal passaggio dell’AV/
AC, sin dalla predisposizione del
primo progetto preliminare ha creato accese
contrapposizioni tra i cittadini e le
amministrazioni centrali provocando effetti
devastanti sia sull’ordine pubblico che
sulla credibilità delle istituzioni;
un esempio eclatante di tali carenze
è rappresentato dal progetto della
Val di Susa dove, dopo un approccio
iniziale non chiaro, a seguito del lavoro
Martedì 6 novembre 2012 — 102 — Commissione VIII
fatto dal cosiddetto Osservatorio, il progetto
è stato modificato in maniera sostanziale
ma, nonostante ciò, proprio per
la mancata chiarezza iniziale, si sono
sviluppati movimenti di contestazione al
progetto che nel tempo hanno travalicato
i legittimi interessi degli abitanti e delle
amministrazioni di quei territori per assumere
una connotazione di contrarietà
assoluta con gli interessi generali, sfociando
in molte occasioni in ripetute e
gravissime violazioni dell’ordine pubblico;
si intravede il rischio che questi
fenomeni si ripetano in altri prossimi
scenari, come ad esempio quelli relativi al
tratto Venezia Trieste, e che possano compromettere
il completamento del sistema
infrastrutturale della TAV nel nostro
Paese;
l’obiettivo del sopraccitato progetto
prioritario 6, compreso fra Lione e Kiev,
in cui ricade la nuova linea alta velocità/
alta capacità Venezia-Trieste, è quello di
dare risposta alla crescente domanda di
trasporto merci da e per i Paesi dell’Est
europeo, mediante le seguenti strategie:
a) trasferire sui nuovi binari
parte del traffico merci attualmente circolante
sulla linea storica;
b) assorbire una quota significativa
del traffico merci su gomma attualmente
circolante sul corridoio autostradale;
su questo corridoio sono in corso
di costruzione i sistemi di infrastrutturazione
della linea ferroviaria alta velocità/
alta capacità con tratti già realizzati
(Padova-Venezia, Milano-Torino), altri all’inizio
dei lavori (Torino-Lione), altri in
fase di finanziamento e/o progettazione
definitiva);
la definizione del tracciato spetta
alle regioni interessate dall’attraversamento
di tale opera;
in Veneto e in Friuli Venezia Giulia
è in corso di definizione il tracciato della
Linea Venezia-Trieste fino al confine con
la Slovenia che prevede nel tratto friulano,
dal confine tra Veneto e Friuli Venezia
Giulia fino a Trieste, il parallelismo con il
sistema autostradale dell’A4, mentre il
progetto presentato da Italferr il 20 dicembre
2010 presso la regione Veneto nel
tratto della provincia di Venezia da Venezia
a Portogruaro sposta il tracciato più
a sud per poi riaffiancarsi all’A4 da Portogruaro
in poi (cosiddetto « tracciato litoraneo
»);
tale tracciato litoraneo è fortemente
contestato dalle amministrazioni
locali come espresso con ordini del giorno
dei rispettivi consigli e con le osservazioni
formulate alla Commissione nazionale per
la valutazione d’impatto ambientale, nell’ambito
del parere di competenza;
i motivi di contrarietà vanno ricondotti
al gravissimo impatto ambientale che
l’opera avrebbe su un sistema ambientale
e idrogeologico molto delicato, essendo
l’area interessata territorio di bonifica a
rischio ricorrente di esondazioni e con
gravi problemi di subsidenza;
di conseguenza recentemente la regione
Veneto ha nominato commissario
alla TAV l’architetto Bortolo Mainardi con
l’obiettivo di rivedere il progetto depositato
e di studiare soluzioni alternative;
il commissario Mainardi ha presentato
un progetto di affiancamento all’attuale
linea ferroviaria in data 23 aprile
2012 e, pur in assenza di elementi di
approfondimento ancora da fornire, ha
chiesto un parere di massima alle amministrazioni
coinvolte, la maggior parte
delle quali si sono già espresse anche
formalmente;
con lettera datata 13 luglio 2012 il
commissario Mainardi ha informato i sindaci
dei comuni interessati che « in questa
prima fase semestrale di utile confronto
ho registrato la conferma quasi unanime
del dissenso dei Vs. Comuni al Tracciato
« Litoraneo » del Progetto Preliminare dicembre
2010 mentre, rispetto all’ipotesi
alternativa delineata dallo Studio di Fattibilità
illustrato/consegnatovi in aprile u.s.
che prevede il futuro corridoio « AV/AC »
Martedì 6 novembre 2012 — 103 — Commissione VIII
lungo l’attuale Linea Ferroviaria nella
Tratta da Mestre/Carpenedo a Portogruaro,
pur con tutte le Vostre comprensibili/
legittime richieste di ulteriori chiarimenti/
approfondimenti, ho registrato la
Vostra essenziale preferenza e condivisione
»;
pertanto il commissario ha così
dato atto di aver acquisito il parere favorevole
di massima della maggior parte
delle amministrazioni interessate salva la
richiesta da parte delle stesse di ulteriori
approfondimenti e modifiche (analisi domanda,
analisi costi-benefici, verifica delle
possibili varianti) che però non modificherebbero
il corridoio impegnato;
va altresì considerato che la soluzione
prospettata ha costi minori e prevede
prioritariamente l’ammodernamento
e potenziamento della linea esistente, garantendo
in prospettiva – con l’ipotesi da
verificarsi del quadruplicamento – al sistema
economico nazionale la realizzazione
di una fondamentale opera infrastrutturale
per il collegamento rapido con
l’Europa dell’est;
appare quindi evidente che, oltre ai
problemi di natura ambientale e progettuale
sottolineati sopra per il cosiddetto
tracciato litoraneo, diventa fonte di ulteriore
conflitto con il territorio la prosecuzione
della procedura di valutazione di
impatto ambientale presso il Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e
del mare limitata al progetto litoraneo,
considerata la volontà contraria a detto
progetto già espressa dalle amministrazioni
locali interessate e la stessa indicazione
progettuale alternativa proposta dal
commissario Mainardi;
il commissario Mainardi, l’8 agosto
2012, ha presentato un rapporto al Ministro
delle infrastrutture e dei trasporti e al
presidente della regione Veneto relativo
alle tratte della TAV nel territorio veneto,
evidenziando le proprie valutazioni sui
due tracciati alternativi e chiedendo un
intervento politico per la scelta della soluzione
dell’affiancamento della nuova
tratta da Mestre/Carpenedo a Portogruaro
all’attuale linea ferroviaria; su tale ipotesi
non sembra che il commissario abbia
ricevuto risposta,
impegna il Governo:
ad assumere le iniziative di competenza
dirette a svolgere una reale comparazione,
anche nell’ambito di ogni procedura
amministrativa in corso, tra i
possibili tracciati alternativi presentati al
Governo, sia quello litoraneo all’esame
della Commissione VIA, sia quello presentato
dal Commissario Mainardi con
lettera dell’8 agosto 2012 ed anche con
tracciati non formalmente depositati che
sono stati in ogni caso oggetto di valutazione
da parte di RFI almeno nella
prima fase, come quello in affiancamento
del sistema autostradale A4, al fine di
garantire la compiutezza e la validità
sostanziale della procedura di valutazione
di impatto ambientale in corso presso il
Ministero dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare;
a verificare, considerate le volontà
espresse dalle amministrazioni comunali
interessate, dallo stesso commissario Mainardi
nonché da Rete ferroviaria italiana,
la disponibilità da parte della RFI per
l’elaborazione di un nuovo progetto, diverso
da quello relativo al tracciato litoraneo,
diretto a proseguire i necessari
approfondimenti tecnici e la consultazione
e coinvolgimento, anche nelle forme della
progettazione partecipata, delle comunità
ed amministrazioni locali, al fine di realizzare
le soluzioni progettuali alternative
di cui in premessa che limitano gli impatti
ambientali e paesaggistici e riducono al
minimo gli effetti derivanti dall’attraversamento
dei centri abitati.
(8-00209) « Viola, Lanzarin, Rubinato,
Forcolin, Callegari, Fabi,
Dussin, Togni, Alessandri