STUDENTI TRIESTE: scuole in movimento (agg.21/11)

MERCOLEDÌ, 21 NOVEMBRE 2012

Vidali: bene la protesta, la sicurezza degli edifici è una priorità

«Appoggio pienamente gli studenti triestini in questa protesta perché le loro preoccupazioni sono anche le mie preoccupazioni, tanto da padre quanto da politico». Maurizio Vidali (foto), presidente del Consiglio provinciale, non ha dubbi: di fronte alla situazione attuale gli studenti devono fare sentire la loro voce. L’esponente della Slovenska skupnost – Unione slovena stigmatizza poi come «le Province, a causa degli indiscriminati tagli imposti dal Governo Monti e dalla Regione, non avranno più le risorse necessarie per intervenire negli interventi di manutenzione degli edifici scolastici». Vidali, padre di uno studente iscritto al secondo anno dell’istituto professionale sloveno Stefan, lancia infine una provocazione: «È più utile fare una legge per l’inno di Mameli o garantire la sicurezza dei nostri figli? Il Governo Monti, purtroppo, ha già risposto». (r.t.)

 

MERCOLEDÌ, 21 NOVEMBRE 2012

Il Galvani e il Volta “cogestiti” da studenti e professori assieme

Dilaga la protesta nelle scuole superiori, ma in alcune sono partite forme di ribellione congiunte Il Deledda avvia l’autogestione nella sede centrale, all’Oberdan lunedì l’assemblea decisiva

di Riccardo Tosques La protesta delle scuole superiori triestine si sta ampliando a macchia d’olio. Nella mattinata di ieri Galvani e Volta hanno deciso di avviare una cogestione tra studenti e professori che prenderà il via oggi e proseguirà sino a venerdì. L’istituto tecnico Deledda ha invece attuato la proclamata autogestione nella sede centrale. In fibrillazione anche gli studenti del liceo scientifico Oberdan che lunedì prossimo si riuniranno per decidere il loro futuro. Sempre in fermento poi gli istituti sloveni, i pionieri di questa nuova ondata di contestazione. Galvani e Volta Le assemblee degli studenti svoltesi ieri mattina all’istituto professionale Galvani e all’istituto industriale Volta hanno sancito l’inizio della loro protesta. «L’occupazione era esclusa così come l’autogestione: da qui la decisione di cercare una forma di elaborazione congiunta dei temi cari al mondo studentesco sotto forma di una cogestione organizzata»: Roberto Pagani, vicepreside del Galvani, spiega la nuova linea adottata in sinergia con i propri studenti. L’accordo stipulato tra le due parti è chiaro: seguire regolarmente le lezioni durante le quali verrà concesso uno spazio in cui ogni insegnante sarà invitato a sospendere interrogazioni e verifiche scritte, facendo invece degli approfondimenti, durante l’orario curricolare, sulle problematiche nazionali inerenti la scuola. La cogestione entrerà in vigore oggi e proseguirà sino a venerdì. Stesse modalità per l’istituto Volta. Dopo un’accesa assemblea si è optato per abbracciare la via della conciliazione. Scongiurata dunque l’autogestione che pareva oramai imminente. Istituti sloveni e Deledda Prešeren, Zois e Slomšek proseguiranno l’autogestione, probabilmente sino a venerdì. Grande attesa poi per capire le decisioni dell’istituto Stefan oramai in rotta di collisione con il proprio preside Primož Strani. «Non ci siamo presentati a scuola ma perché il preside ci aveva promesso l’autogestione poi negandocela. Ora torneremo a fare la stessa richiesta. Se ci dirà di no, non so dire cosa faremo», spiega il rappresentante d’istituto Borut Svara. Intanto al Deledda la promessa autogestione ieri ha vissuto il suo primo giorno di vita. Nella sede centrale di via Rismondo si sono riversati anche gli studenti delle due succursali. Oberdan Se il liceo scientifico Galilei, a differenza di quanto trapelato ieri, non ha inscenato alcuna protesta, i cugini dell’Oberdan sembrano orientati diversamente. Domani è in programma una riunione dei professori che dovranno prendere in esame anche le richieste avanzate da parte degli studenti. «Fino ad oggi abbiamo espresso sempre massima collaborazione, proponendo una cogestione assieme ai professori – spiega il portavoce degli studenti, Piero Facchin- Ora dipende da loro se voler interrompere la didattica per qualche giorno per fare informazione su cosa sta accadendo attorno al mondo della scuola». Per lunedì 26 novembre è stata fissata l’assemblea d’istituto. «Siamo fiduciosi – aggiunge Facchin – e attendiamo, sperando che durante quella giornata si possa discutere di quando e come iniziare la cogestione». Gli studenti sembrano tendere la mano. Ora toccherà ai docenti, e soprattutto alla preside, decidere se stringerla o meno.

 

 

MERCOLEDÌ, 21 NOVEMBRE 2012

IN VIA CANTÙ

E i docenti fanno vedere il loro «lavoro sommerso»

Due pomeriggi di «emersione dal lavoro sommerso», oggi e domani dalle 14.30 alle 17.30 nella sede di via Cantù. È l’iniziativa aperta al pubblico – protesta simbolica per la «politica di bilancio miope e ingiusta» riservata dal governo alla scuola pubblica italiana – che un folto gruppo di insegnanti dell’istituto Volta attuerà con l’obiettivo di attirare l’attenzione appunto su tutto il lavoro “sommerso” e silenzioso: preparazione delle lezioni, correzione dei compiti e così via. La notizia è inserita in un lungo documento che molti docenti del Volta hanno sottoscritto «facendo proprie le riflessioni dei colleghi del liceo Petrarca» ma anche di quelli di altre scuole – dal Nordio al Dante – che dinanzi all’aumento delle ore di insegnamento da 18 a 24 ma, più in generale, ai tagli che ancora con la legge di stabilità andranno a colpire la scuola pubblica stanno esprimendo in vari modi il proprio dissenso un po’ in tutta Italia. La protesta, in vari istituti superiori cittadini, si è già tradotta nella sospensione di ogni forma di attività extracurriculare, proprio per sottolineare la quantità di lavoro che gli insegnanti si sobbarcano oltre l’orario normale di lezione. «L’Italia – si legge nel documento dei docenti del Volta – destina solo il 4,7 del proprio Pil all’istruzione, collocandosi ben sotto alla media europea, pari al 5,44. Il dato è ancor più allarmante se si considera il rapporto tra spesa pubblica totale e spesa pubblica per l’istruzione: in questo caso l’Italia non è soltanto sotto la media europea, ma è addirittura l’ultimo tra i paesi dell’Europa a 27». Eppure «il potenziamento del sistema di istruzione è direttamente proporzionale all’innalzamento della qualità di vita della popolazione».

 

 

Da Il Piccolo

MARTEDÌ, 20 NOVEMBRE 2012

Occupazioni e autogestione, scuole in rivolta

La protesta è partita dagli Istituti di lingua slovena e poi è rientrata. Assemblee infuocate al Galilei e al Deledda

Ma la ribellione “cova” anche al Volta e al Galvani

Si preannunciano estremamente calde anche le assemblee degli studenti in programma oggi all’istituto tecnico industriale “Alessandro Volta” in via Monte Grappa e all’istituto professionale per l’industria e l’artigianato “Luigi Galvani” in via delle Campanelle. Il professor Pagani, vicepreside del Galvani, è sereno: “Rispetto all’esperienza dell’anno scorso non c’è l’ipotesi concordata di autogestione. Le lezioni si svolgeranno regolarmente”. ALTRI ISTITUTI Tutto tace invece dagli altri istituti superiori. Gli unici possibili “movimenti” si registrano al liceo classico “Francesco Petrarca” che mercoledì 28 ospiterà in via Rossetti un’assemblea degli studenti. “Nulla da segnalare”, chiosa la preside Donatella Bigotti. Almeno per ora. Ma la protesta pare pronta a riesplodere.

L’autunno caldo delle scuole è approdato a Trieste. Nella mattinata di ieri tre istituti superiori con lingua d’insegnamento slovena sono stati occupati per diverse ore dagli studenti prima di essere “liberati”. Nella giornata di oggi “Galilei” e “Deledda” hanno annunciato l’inizio dell’autogestione. E le assemblee odierne del “Volta” e del “Galvani” potrebbero ampliare il raggio della protesta. ISTITUTI SLOVENI Il primo blitz è stato compiuto all’alba di ieri al liceo scientifico sloveno “France Prešeren” e all’attiguo istituto professionale “Jozef Stefan” di strada di Guardiella. Alle 5 del mattino una quindicina di studenti si sono dati appuntamento davanti alle scuole con l’obbiettivo di entrare e occupare il Prešeren. Col passare delle ore il numero è salito superando il centinaio di unità. Quasi contemporaneamente anche l’istituto magistrale Anton Martin Slomšek di via Caravaggio ha deciso di protestare. Per non ostacolare le lezioni delle scuole elementari e medie che si trovano nello stesso edificio, gli studenti si sono trasferiti al Prešeren, diventato di fatto la base della protesta. Ma l’occupazione del liceo, anche dopo il vociferare dell’intervento della Digos, è però terminata attorno alle 18.30. Gli studenti preannunciano che oggi torneranno alla carica. Più agguerriti e meglio equipaggiati. E’ durata invece solo pochissime ore l’occupazione dell’istituto tecnico commerciale e per geometri “Žiga Zois”. La sede (provvisoria) di via Edoardo Weiss è stata “liberata” dagli stessi studenti in quanto oggi l’istituto dovrà ospitare un’assemblea ed una conferenza programmate da tempo. Molto probabilmente a partire da domani la protesta monterà di nuovo sotto forma di autogestione. GALILEI E DELEDDA E l’autogestione pare essere il futuro immediato anche di altri due istituti cittadini. In primis al liceo scientifico “Galileo Galilei” di via Mameli. Anche se non tutti sono di questo parere. “Autogestione? E’ un termine bandito dal nostro lessico – spiega la preside Lucia Negrisin -. Pian piano si sta formando un concetto di scuola partecipata, anche se devo dire che tra i miei studenti non vedo questa ansia di protesta, ma il desiderio di diventare protagonisti del loro spazio educativo”. La dirigente scolastica ha poi lasciato intendere che vi sarà fermezza nel caso si dovessero infrangere le regole: “Devo mantenere l’attività in determinati binari, come previsto dagli ordinamenti”. Un’infuocata assemblea degli studenti si è vissuta poi ieri nella sede centrale dell’istituto tecnico “Grazia Deledda” di via Rismondo. Anche qui, nonostante una corposa minoranza volesse occupare lo stabile, si è optato per l’autogestione. A partire da oggi tutti gli studenti del Deledda sono stati chiamati all’appello in via Rismondo per il primo giorno di protesta. Riccardo Tosques

 

 

MARTEDÌ, 20 NOVEMBRE 2012

IL PORTAVOCE

Zuccolo: «Sperperati tanti soldi con i test Invalsi»

La situazione di degrado degli edifici scolastici, lo spreco di denaro pubblico legato all’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), la diseguaglianza della legge Aprea, la mancanza di autonomia da parte della Regione nel settore scolastico. Dean Zuccolo, 19enne studente portavoce del malcontento del liceo scientifico sloveno France Prešeren, racconta i perché della protesta. «Fortunatamente le strutture delle scuole slovene non hanno i problemi degli altri edifici, ma protestiamo esprimendo la nostra solidarietà agli studenti con lingua d’insegnamento italiana», spiega Zuccolo. Poi ci sono problemi comuni come «lo sperpero di soldi per gli inutili test Invalsi sul grado di istruzione dei giovani», la legge Aprea «che penalizza le scuole pubbliche» e infine «la necessità di dare più potere alle Regioni sulle scuole», fattore che poi potrebbe comportare «una maggior tutela economica per la minoranza slovena». Zuccolo svela che il blitz di ieri mattina al liceo Prešeren si è svolto «in seguito alle false promesse della preside Loredana Gustin che inizialmente era favorevole a concedere un’autogestione concordata». Poi però nella giornata di sabato «la preside si è rimangiata le sue stesse parole. E noi abbiamo deciso di occupare». Un’occupazione agevolata pare anche dal cancello dell’entrata principale trovato accostato e aperto senza alcuna forzatura. E oggi è preannunciato il bis. Questa volta più duraturo. (r.t.)

 

 

Dal Piccolo del 18/11/12

Superiori, occupate le quattro scuole di lingua slovena

 

Assemblee degli studenti in vari altri istituti cittadini: al Deledda i ragazzi hanno proclamato l’autogestione a partire da domani

 

È riesplosa in mattinata l’agitazione nelle scuole superiori cittadine. In prima linea i ragazzi degli istituti con lingua d’insegnamento slovena: dalle 7.15 del mattino sono stati occupati il liceo Prešeren e l’istituto tecnico Stefan. Poche ore dopo è stata proclamata dagli studenti anche l’occupazione dell’istituto tecnico Žiga Zois e del liceo delle scienze umane Slomšek. Quest’ultimo istituto però è ospitato nello stesso edificio (in via del Caravaggio a San Giovanni) di una scuola media e di una materna. I ragazzi dunque per non interferire con le lezioni dei più piccoli hanno deciso di trasferirsi al liceo Prešeren.

 

L’agitazione sta comunque interessando anche altre scuole, di lingua italiana. I ragazzi dell’istituto Deledda stamattina hanno tenuto un’assemblea decidendo alla fine di proclamare l’autogestione a partire da domani. In assemblea anche il liceo Galilei, dove però gli studenti hanno detto no all’occupazione. Al Volta è prevista un’assemblea per domani alle 9. Lezioni normali infine al Petrarca, al Nautico, al Carducci, all’Oberdan e al Dante.

 

I motivi della protesta restano quelli per i quali i ragazzi sono scesi in piazza negli scorsi giorni dopo una serie di precedenti iniziative: la fatiscenza degli edifici, e dunque le pessime condizioni logistiche in cui gli studenti sono costretti a trascorrere le proprie mattinate in aula.