Marzo 18th, 2017 — CIE = Lager
Report che apparirà su Umanità Nova
Presidi contro il CIE in Friuli-Venezia Giulia
Da molti anni (da ben prima che venisse aperto nel 2006) per il movimento anarchico in Friuli-Venezia Giulia la lotta contro il CIE di Gradisca è stata un impegno importante. Pur con alti e bassi, pur se non sempre in modo continuativo, l’attenzione verso ciò che succedeva dentro il lager isontino non è mai venuta meno. L’ultima iniziativa significativa contro il campo si era svolta nel marzo del 2011: in occasione dell’ ”anniversario” dei cinque anni dall’apertura (a suon di manganellate sui manifestanti) i gruppi e le realtà anarchiche riunite nel “Coordinamento libertario contro i CIE” avevano dato vita ad un presidio con oltre 200 partecipanti che, per varie ore, avevano sparato musica e discorsi solidali davanti alle mura del centro nonché effettuato spontaneamente un blocco della statale (per questo erano arrivate nei mesi successivi decine di multe). Quest’anno si è deciso (anche sull’onda dell’impegno anticarcerario che ha visto numerose iniziative fra Tolmezzo, Udine e Pordenone) di rilanciare l’iniziava sul tema. Come “Coordinamento regionale contro il CIE”, nuova denominazione creata per allargare ancora di più la partecipazione a realtà e individualità non anarchiche, si è lanciato un presidio per il 1 giugno davanti al CIE. Per pubblicizzare la manifestazione e tornare a parlare di questi temi si è deciso di effettuare delle iniziative locali nelle settimane precedenti. E così sabato 18 si sono svolti in contemporanea due presidi uno a Trieste e uno a Pordenone. A Trieste come Gruppo Anarchico Germinal avevamo anche organizzato un’assemblea pubblica i primi di maggio per presentare e allargare la partecipazione alle iniziative. Dall’assemblea è venuta fuori l’idea di lanciare il presidio del 18 come “Assemblea contro i CIE”.
Una splendida e inaspettata giornata di sole ci ha accolto assieme a…un banchetto della Lega che raccoglieva firme contro i clandestini nella nostra stessa piazza! Incredibilmente infatti la questura aveva autorizzato entrambe le iniziative in contemporanea senza battere ciglio. Si è deciso di procedere come previsto, convinti che ben presto i razzisti avrebbero fatto fagotto non appena capito che non era la giornata e la piazza giusta per loro. Dalle 17 quasi un centinaio di compagn*, simpatizzanti e antirazzisti hanno affollato il presidio allestito con un banchetto con materiali informativi, diffusione del nuovo dossier sul lager di Gradisca, pannelli, video, impianto audio per gli interventi e un grande striscione “Chiudiamo i lager di stato. Né a Gradisca né altrove!”. Centinaia le persone che si sono fermate a leggere i tabelloni, a vedere il banchetto e a prendere il volantino (finito a metà pomeriggio). Appena sono iniziati gli interventi al megafono che spiegavano le nostre ragioni per essere in piazza e denunciavano le leggi razziste lo sparuto manipolo di leghisti hanno capito che non era aria (hanno raccolto meno di dieci firme per la loro petizione razzista) e hanno smontato il loro gazebo e se ne sono andati fra gli sfottò degli antirazzisti. A quel punto il presidio si allargato occupando tutta la piazza. Verso le 19 come previsto si è svolta la performance teatrale del Living Theatre “LasciateCIEntrare” che ha coinvolto e incuriosito centinaia di passanti. Generale la soddisfazione per la giornata che ha visto anche molte persone informarsi per partecipare al presidio che ci sarà a Gradisca. Anche a Pordenone il presidio (indetto dal Coordinamento antifascista unitario che vede fra i principali promotori gli anarchici) ha avuto una buona riuscita con alcune decine di partecipanti (fra cui diversi immigrati) che hanno animato piazzetta Cavour con vari interventi al microfono e diffusione del dossier sul CIE. Anche qui forte è la tensione a essere in tanti a Gradisca il 1 giugno. A Udine invece è prevista una proiezione video sabato 24 nel nuovo spazio sociale della ex caserma Osoppo. L’appuntamento del 1 giugno alle 18 davanti al CIE di Gradisca sta crescendo. Per foto:www.info-action.net
un compagno







Marzo 18th, 2017 — CIE = Lager
Dal Piccolo del 19/05/13
Gestione Cie, truffa da 2,3 milioni
di Franco Femia GRADISCA Non sono noccioline i soldi che, secondo la Procura della repubblica, sono stati truffati allo Stato nella gestione dei due centri di immigrazione di via Udine, il Cie e il Cara. Il primo ospita extracomunitari in attesa di identificazione ed espatrio, il secondo i richiedenti asilo politico. Entrambe le strutture sono gestite dalla Connecting People. Il capo di imputazione con cui i pubblici ministeri Enrico Pavone e Enrico Pavone hanno chiesto il rinvio a giudizio per associazione a delinquere dei vertici del consorzio siciliano parla di un milione e 800 mila euro riferiti alla gestione del Cie nel periodo 2008-2011; 500mila euro invece riguardano il Cara. In tutto 2 milioni e 300mila euro. Una truffa che, secondo la Procura, sarebbe avvenuta gonfiando i numeri delle presenze degli ospiti all’interno dei centri immigrati. Le fatturazioni presentate alla Prefettura per i pagamenti, quindi, non sempre sono state conformi alle reali presenze degli ospiti. La Connecting people, secondo il contratto dì’appalto, percepiva in quel periodo 42 euro al giorno per immigrato. E con questa cifra doveva gestire i centri e cioè fornire agli ospiti pasti, medicinali, vestiario e quanto di altro necessario. Ma anche su questi servizi sono state rilevate delle irregolarità sempre stando al capo di imputazione e di qui l’accusa pure di inadempimenti nella pubblica fornitura. Imputazioni che dovranno ora passare al vaglio del giudice delle udienze preliminare, che ha già, come anticipavamo ieri, fissato l’udienza al prossimo 2 luglio. Udienza dove è già annunciata battaglia da parte dei difensori degli imputati che cercheranno di smontare, dati alla mano, le accuse mosse dalla Procura. Diversa la posizione dei due imputati, dipendenti della Prefettura. La viceprefetto vicario Gloria Sandra Allegretto e il ragioniere capo Telesio Colafati devono rispondere solo di falsità materiale e ideologica in atti pubblici. In concreto si imputa a loro di non aver verificato la congruità di quanto dichiarato in fattura sul numero degli ospiti presenti al Cie e al Cara. C’è da sottolineare che per Colafati, sin dall’inizio dell’inchiesta, l’accusa è stata quella di falso e che mai è stato indagato di corruzione. Contrariamente alla viceprefetto Allegretto, che a un certo punto dell’indagine si era vista notificare anche l’accusa di corruzione. Nel prosieguo dell’inchiesta – nel frattempo erano cambiati anche i pm titolari dell’indagine – questa ipotesi di reato è caduta ed è rimasta quella iniziale di falso
Per i dipendenti torna lo spettro del ritardo nei pagamenti
GRADISCA E intanto per i dipendenti del Cie e del Cara, in tutto una settantina, sembrano concretizzarsi nuovi ritardi nell’erogazione degli stipendi. Da fonti interne si apprende che sarebbero due le mensilità attualmente in arretrato per i lavoratori della Connecting People: operatori, personale sanitario e amministrativo, magazzinieri. La cartina tornasole di un rapporto difficile, quello fra Prefettura e il consorzio cooperativistico trapanese. Dopo un’infinita guerra a colpi di carte bollate, Connecting People è rimasta in sella. La cooperativa siciliana si è vista aggiudicare dalla Prefettura una nuova gestione che si concluderà nel 2014. Formalmente si tratta di una compagine societaria differente rispetto a quella che gestisce il Cie dal 2008 . Anche se tutti i posti di lavoro esistenti – avevano spiegato i vertici di Connecting People – sono stati confermati “con contratti a tempo indeterminato”. I lavoratori sono stati tutti riassorbiti dalla “nuova” società. «Il pagamento delle retribuzioni – dichiarava l’ultima nota ufficiale di Connecting – é stato regolarmente effettuato fino a gennaio 2013. Tale situazione di arretrato – era stata la precisazione del cda di Connecting – é da addebitare in toto al ritardo nei pagamenti da parte della Prefettura, che sono fermi a dicembre 2012 e che sono stati decurtati per ben 18 mesi del 20% di quello spettante all’ente gestore per i servizi resi». (l.m.)
Marzo 18th, 2017 — CIE = Lager
Il “Coordinamento Regionale contro il CIE” organizza
Sabato 1° Giugno 2013 a Gradisca d’Isonzo (GO)
dalle ore 17.00 alle 21.00
Presidio/Manifestazione contro i CIE
DA PORDENONE FAREMO UNA CORRIERA CON PARTENZA ORE 15.00 (luogo da definire) e ripartenza da Gradisca ore 20.00 (arrivo a PN ore 21.30 circa)
IL COSTO E’ di 5 € a testa
che può arrivare a 3 € se riempiamo ulteriormente la corriera, per cui DIFFONDETE!!
PER PRENOTARSI:
antironde@gmail.com o tel. 333.4866588 (Stefano)
La solidarietà è un’arma, l’antirazzismo e l’antifascismo valori imprescindibili!
CHIUDIAMO TUTTI I LAGER CIE, NOSTRA PATRIA E’ IL MONDO INTERO!
Coordinamento Antifascista Pordenonese – Ass.ne Immigrati Pordenone
EVENTO FB
Marzo 18th, 2017 — Informazione
Dal Piccolo del 22/05/13
Assalto alla Minerva, due condanne
Giovedì 30 maggio alle 10.30 verrà inaugurata, nei locali della Scuola dell’ifanzia di Romans, la mostra intitolata “L’arte che parla: gli artisti del territorio incontrano la scuola”, nella quale sono esposti i lavori realizzati dai bambini della scuola dell’infanzia di Romans, grazie all’intervento di alcuni artisti, quali Enzo Valentinuz e Stefano Comelli; inoltre è l’occasione per esporre le creazioni del laboratorio Maninarte tenuto da Manuel Grosso e l’esito di alcuni percorsi didattici realizzati con le insegnanti della scuola. di Franco Femia wSAVOGNA Il 1° febbraio 2006 anni fa un gruppo di “no global” effettuarono un’incursione nella sede della Minerva di Savogna d’Isonzo per protestare contro l’impegno della cooperativa nei servizi di gestione dell’allora Cpt di Gradisca (oggi Cie). Imbrattarono i di vernice la palazzina, distrussero i cavi di alimentazione elettrica del cancello di ingresso che poi saldarono. A distanza di sette anni sono stati condannati per violazione di domicilio legato ai danneggiamenti il monfalconese Mauro Bussani, 44 anni, a 1 anni e 3 mesi di reclusione e il goriziano Giancarlo Cocianni, 30 anni a 1 anni e 4 mesi con la sospensione condizionale della pena e l’applicazione dell’indulto. Sono stati pure condannati al risarcimento dei danni patiti dalla Minerva da quantificare in separata sede. Per quanto riguarda l’accusa di violenza privata il giudice ha deciso il non doversi procedere per mancanza di querela. Una sentenza emessa dal giudice Luca Marani, dopo una lunga camera di consiglio, che è andata controcorrente alla richieste. Sia il pm Giuseppe Salvo che i difensori – gli avvocati Giovanni Iacono per Bussani e Andrea Finizio per Coceani – avevano chiesto l’assoluzione degli imputati. Nel corso del dibattimento processuale non erano emerse prove nei confronti della responsabilità dei due imputati. Tanto che la Digos aveva messo tra le prove filmati tratti dai siti dei no global, perché non erano stati girati dei video dalle forze dell’ordine intervenute quella mattina dinanzi alla sede della Minerva. Subito dopo la lettura della sentenza l’avvocato Iacono ha rilasciato una dura dichiarazione: «Tutte le modalità dell’istruttoria dovranno passare al vaglio dei giudici di appello visto che anche il pm aveva chiesto l’assoluzione». L’unico a chiedere ieri la condanna di Bussani e Cocianni è stato l’avvocato Samo Sanzin, che rappresentava la Minerva costituitasi parte civile. Sanzin ha ricordato nel suo intervento come, dati alla mani, l’incursione dei no global aveva creato danni materiali alla Minerva per 100mila euro. Bussani e Coceani erano gli unici due no global rinviati a giudizio tra i 55 indagati dalla Procura della Repubblica tra cui noti appartenenti alla galassia dei disobbedienti del Triveneto come Luca Casarini, Andrea Olivieri e Tommaso Cacciari. Sei anni fa il giudice delle udienze preliminari Massimo Vicinanza aveva disposto 53 proscioglimenti per non aver commesso il fatto. Era emerso che dei 55 giovani che dimostravano dinanzi alla Minerva soltanto due, Bussani e Coceani, sarebbero stati riconosciuti mentre provocavano i danni alla sede della Minerva. Insomma, i passamontagna che indossavano i no global non permettevano l’identificazione precisa per l’attribuzione dei singoli episodi di violenza contestati. L’assalto alla Minerva era avvenuto di prima mattina. Il gruppo di giovani aveva provveduto a tranciare cavi elettrici, bloccare i portoni e tracciare con la vernice scritte sui muri.
Marzo 18th, 2017 — CIE = Lager
Partenze da Trieste: stiamo organizzando più auto possibili. L’appuntamento per tutt* è per Sabato 1 giugno alle 15.30 in piazza Oberdan per partire assieme e caricare tutti.
Chi viene ed ha auto a disposizione con dei posti se lo fa sapere prima è meglio: scrivere a gruppoanarchicogerminal@hotmail.com
Marzo 18th, 2017 — Internazionale
Quello che segue è il comunicato prodotto dall’Assemblea Generale della Balkan Anarchist Bookfair riguardante il corteo spontaneo di più di 150 compagn* che sabato sera si è preso le strade di Ljubljana per esprimere il totale rifiuto del capitalismo e dello Stato ed esprimere solidarietà a tutte le persone che stanno combattendo per questo in tutti i luoghi e che sono prese di mira dalla repressione.
SIAMO NOI LA LORO CRISI! Per una lotta transnazionale contro capitalismo e repressione!

Siamo i/le partecipanti del Balkan Anarchist Bookfair di Ljubljana, oggi ci prendiamo le strade per esprimere il nostro comune rifiuto del capitalismo e della repressione.
Siamo una comunità internazionale di anarchici/che e antiautoritar*, impegnat* nelle lotte contro il regime di sfruttamento del capitalismo, le misure d’austerità, l’aumento del nazionalismo, del fascismo e della repressione da parte dello Stato.
La crisi globale del capitalismo ha completamente screditato il dogma che il capitalismo e la democrazia liberale possa provvedere al benessere di tutt*. Come anarchici/che e antiautoritar*, rifiutiamo le misure d’austerità e l’amministrazione della crisi autoritaria come soluzione per la crisi stessa. Per noi le misure di austerità sono una strada verso un’europa di povertà generalizzata.
Rifiutiamo anche il populismo nazionalista e il fascismo come risposta alla crisi sociale provocata da queste misure di austerità. L’unica soluzione possibile di questa crisi è la distruzione del capitalismo e dello stato e la costruzione di nuove relazioni sociale, libere da tutte le forme di sfruttamento e dominio.
Per un nuovo mondo nel guscio di quello vecchio!

Nei tempi della crisi e dell’intensificarsi dei conflitti sociali, la repressione dello Stato sta diventando sempre più brutale e la polizia si sta trasformando sempre di più in una forza paramilitare, che difende gli interessi dell’elite poltico-economica.
I diritti base di tutt* coloro che resistono alla espropriazione capitalistica delle proprie vite vengono continuamente sospesi. Siamo solidali a tutti i/le prigionier* politici/che e a tutt* coloro che stanno subendo repressione.
Rifiutiamo fermamente la criminalizzazione delle rivolte che si stanno diffondendo.
No justice, no peace, fuck the police!
Invitiamo tutte le persone interessate a partecipare a questa lotta comune:
Diamo il colpo finale al capitalismo adesso che è a terra
Ljubljana 25 maggio 2013
(traduzione a cura di AFFINITA’ LIBERTARIE)
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QUI IL COMUNICATO IN INGLESE SUL NAZIONALISMO
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QUI UN VIDEO DEL CORTEO DI SABATO
Marzo 18th, 2017 — No OGM
Dal Messaggero veneto del 28/05/13
Fidenato al Governo «Ogm, consultatemi»
La Corte di giustizia europea ha riconosciuto le ragioni dell’imprenditore pordenonese Giorgio Fidenato, accusato di avere messo a coltura mais Ogm senza avere ottenuto l’autorizzazione prescritta dalla legislazione nazionale. La normativa europea non consente a uno Stato membro di opporsi alla messa in coltura sul suo territorio di ogm. L’ottenimento di un’autorizzazione nazionale costituirebbe, infatti, una misura di coesistenza volta a evitare la presenza involontaria di ogm in altre colture. «Ricordiamo che la Regione ha revocato la deliberazione sull’impiego degli ogm in agricoltura che vieta, se non per sperimentazione, l’impiego di sementi geneticamente modificate sul proprio territorio», spiega il deputato del Movimento 5 Stelle Aris Prodani. Per questo i deputati M5S hanno depositato un’interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri delle Politiche agricole e dell’Ambiente per sapere se l’esecutivo intenda rispettare subito gli impegni assunti con l’approvazione dell’ordine del giorno del Senato, adottando come criterio guida per la coltivazione degli Ogm la clausola di salvaguardia. E, proprio sulla clausola di salvaguardia – una norma, prevista dalla direttiva europea del 2001 e già applicata da vari paesi, che dà la possibilità a uno Stato di vietare sul proprio territorio la coltivazione di colture transgeniche nel caso si profilino rischi per la salute o per l’ambiente –, Giorgio Fidenato, quale «portatore di interessi», intende dire la sua. Quale titolare dell’azienda agricola “In Trois” e presidente di Agricoltori Federati, ha scritto ai ministri dell’Ambiente, della Salute e delle Politiche agricole, chiedendo «ai sensi del principio di trasparenza, di partecipare all’adozione del provvedimento amministrativo della clausola di salvaguardia, per analizzare congiuntamente le nuove prove scientifiche sulla rischiosità del Mon810 per la salute e per l’ambiente». Oggi, infine, Fidenato, a seguito del pronunciamento della Corte di giustizia Ue, chiederà il dissequestro di azienda, campi, conto corrente e trattore.
Marzo 18th, 2017 — Loro
Marzo 18th, 2017 — CIE = Lager
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Circa 150 persone hanno partecipato al presidio regionale contro il CIE di Gradisca d’Isonzo sabato 1° giugno

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Marzo 18th, 2017 — CIE = Lager
Messaggero Veneto online
Foto
Manifestazione di protesta al Cie di Gradisca
«Serracchiani e grillini dicano cosa pensano del Cie. Se vogliono chiuderlo, o condividono un suo ritorno a pieno regime». Torna a spirare il vento della contestazione nei confronti della struttura isontina per immigrati irregolari. Un centinaio di manifestanti (guardato a vista da una quarantina di agenti) ha partecipato al presidio davanti all’ex caserma Polonio, mentre in precedenza erano stati organizzati uno spettacolo e una distribuzione di materiale informativo in centro a Gradisca. (Foto Bumbaca)
Dal Piccolo del 02/06/13
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/06/02/news/la-serracchiani-dica-cosa-pensa-del-cie-1.7186847
«La Serracchiani dica cosa pensa del Cie»
GRADISCA «Serracchiani e grillini dicano cosa pensano del Cie. Se vogliono chiuderlo, o condividono un suo ritorno a pieno regime». Torna a spirare il vento della contestazione nei confronti della struttura isontina per immigrati irregolari. Un centinaio di manifestanti (guardato a vista da una quarantina di agenti) ha partecipato al presidio davanti all’ex caserma Polonio, mentre in mattinata erano stati organizzati uno spettacolo e una distribuzione di materiale informativo in centro a Gradisca. «Riprendere questa battaglia è doveroso – afferma Paolo De Toni, portavoce del Coordinamento regionale contro il Cie – anzi, per molti non si è mai interrotta. Parliamo di un luogo in cui i diritti umani sono sospesi, calpestati, e che costituisce anche un enorme spreco di denaro pubblico oltre che un’occasione per affari poco chiari come dimostrano le recenti inchieste e il ritardo nei pagamenti dei lavoratori». «Chiudiamo i lager di Stato», «Siamo tutti clandestini», hanno scandito i manifestanti. (l.m.)
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