Marzo 18th, 2017 — General, No OGM
Ogm in Friuli Venezia Giulia: Déjà vu
Il 9 luglio scorso il Corpo forestale della regione FVG avrebbe dovuto bonificare il campo coltivato a Mon 810 a Colloredo di Montalbano, come annunciato il 26 giugno dal vice-presidente della regione e assessore alle attività produttive Sergio Bolzonello, durante un incontro avvenuto dopo un presidio sotto la sede istituzionale dell’amministrazione del FVG.
E invece, la forestale si è trovata di fronte trattori e un nutrito gruppo di persone che ne hanno impedito la bonifica. Addirittura con la notizia del 14 luglio apprendiamo che la Procura di Udine ha deciso di non sequestrare quel campo, né di fare alcun tipo di intervento, e sta valutando il da farsi e nel frattempo quel mais sta fiorendo e il suo polline si sta propagando nell’ambiente.
Questa tragica situazione é il risultato di un quadro legislativo contraddittorio e carente che, pur dichiarando fuorilegge le coltivazioni transgeniche (abbiamo un decreto interministeriale il 187 del 2013 e una legge regionale la 5 del 2104 con una moratoria), non é in grado di fermare le azioni provocatorie di chi coltiva Mon 810.
La farsa della Procura di Udine é l’ennesima dimostrazione che le leggi valgono solo per difendere gli interessi dei potentati economici, mentre il singolo cittadino si vede calpestare quotidianamente i più elementari diritti: per chi protesta e lotta contro gli Ogm ci sono i divieti a manifestare, mentre per chi fa il gioco delle multinazionali come la Monsanto é permesso qualsiasi deroga legislativa.
E non poteva mancare, infine, l’atteggiamento pilatesco dell’amministrazione comunale di Colloredo di Montalbano che non degna la minima attenzione all’iniziativa di alcune persone che, di fronte alla fioritura delle piante di mais transgenico e al baraccone dei pro-ogm, hanno provato ad organizzare una raccolta di firme, cercando l’appoggio del consiglio comunale.
Il nostro scetticismo verso le “leggi imbroglione” e le dichiarazioni di facciata di qualche politico locale non può che aumentare dopo quanto deciso dalla Procura di Udine, mentre si rafforza in noi l’idea che ė finito il tempo delle parole e che solo l’azione diretta potrà fermare gli interessi criminali di chi minaccia la nostra autodeterminazione alimentare, come ci insegnano i movimenti contadini d’oltralpe.
15 luglio 2014
COORDINAMENTO TUTELA BIODIVERSITA’
Marzo 18th, 2017 — General, Manifestazioni
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Giovedì 24 luglio
a San Giorgio di Nogaro
alle ore 21.00
in Piazza del Municipio
Presidio /Assemblea
con interventi e proiezione filmati,
contro il genocidio
del Popolo Palestinese
per l’autodeterminazione
di tutti i Popoli oppressi,
indetto da “Tepee Tal Parco”
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Marzo 18th, 2017 — General, No OGM
Dal messaggero veneto online del 19/07/14
Distrutte le coltivazioni di mais Ogm
Prima i campi sono stati posti sotto sequestro. L’opera di distruzione è stata più lunga del previsto per gli ostacoli messi in atto da Fidenato
di Domenico Pecile
COLLOREDO DI MONTE ALBANO. Un’operazione di stampo militare con polizia, carabinieri e guardie forestali. Mancavano i vigili urbani perché nessuno – dichiara stizzito il sindaco di Colloredo di Monte Albano, Luca Ovan – ha avvertito il Comune di quanto sarebbe accaduto. «Non sono – commenta – né pro né contro gli Ogm, ma una telefonata al primo cittadino…».
Così, su ordine della Procura della Repubblica di Udine – in ottemperanza alla normativa nazionale relativa al divieto di coltivazione di colture transgeniche – il Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con la forestale regionale, ha prima posto sotto sequestro i terreni nel comune di Colloredo di Monte Albano dove erano state piantumate coltivazioni di mais Mon 810 transgenico su una superficie di 6.500 metri quadrati e in tarda mattinata li ha fatti distruggere con mezzi meccanici.
E’ stata più lunga e complicata del previsto la distruzione del mais Ogm nei campi di Fidenato in quanto erano stati messi in atto una serie di accorgimenti tra cui un masso per impedire l’ingresso della mietitrebbiatrice della Forestale (video Petrussi Turco)
Il tutto di fronte alla protesta compatta di decine e decine di agricoltori favorevoli a quello che hanno definito «un esperimento a cielo aperto, in nome della ricerca e dell’innovazione». Nell’ambito dell’inchiesta tuttora in corso risultano indagati il proprietario dei campi, il biologo Leandro Taboga e suo fratello (favoreggiamento) e il coltivatore, Giorgio Fidenato, leader nazionale del movimento pro-Ogm.
A Colloredo di Monte Albano, si è consumata l’ennesima battaglia ideologica di un Paese che non riesce a scrollarsi di dosso le stimmate del manicheismo. Ci sono stati diversi momenti di grande tensione che le forze dell’ordine (sul posto era presente anche il questore di Udine, Antonio Tozzi) hanno saputo ammortizzare con molta professionalità. Alla fine, il campo è stato completamente distrutto.
«Oggi – è stato il commento di un giovane agricoltore – è il funerale dell’agricoltura friulana. Chi ci combatte fa finta di difendere la salute e invece è soltanto al soldo delle multinazionali che vendono pesticidi e veleni. Questa è la verità. Vedere distruggere un campo è una cosa che fa male, rabbia».
Rimossi gli ostacoli messi da Fidenato, leader di Futuragra e proprietario dei campi, l’operazione di distruzione del mais Ogm a Colloredo di Monte Albano è stata esaguita (video Petrussi Turco)
“La ricerca è l’anima del progresso”, era il testo di uno dei cartelli esposti dagli agricoltori di Colloredo. Che a fianco del campo trangenico avevano adagiato una serie di vasi per dimostrare che dentro quelle piante vivevano tranquillamente gli insetti a dimostrazione che la biodiversità non era messa in discussione. Gli agricoltori se la sono resa soprattutto con il corpo forestale, a lungo insultato («Vergogna, andate a lavorare, siamo noi che vi manteniamo») la cui massiccia presenza è stata giudicata uno spreco di denaro pubblico.
Dal Piccolo del 20/07/14
CAMPO DI MAIS OGM DISTRUTTO DAI FORESTALI
PORDENONE Il Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con la Forestale friulana, su delega della Procura della Repubblica di Udine, ha posto ieri sotto sequestro i terreni del comune di Colloredo di Monte Albano (Uine) dove sono state piantumate coltivazioni di mais transgenico MON 810 transgenico su una superficie di 6.500 metri quadrati. Contesualmente è partita l’opera di distruzione con mezzi meccanici di tutte le piante ogm seminate resa complicato dal fatto che i forestali hanno rinvenuto numerosi chiodi metallici infissi all’interno delle piante in grado di danneggiare i mezzi stessi. Sono stati indagati il coltivatore e i proprietari dei campi. A riferirlo una nota del comando nazonale del Corpo forestale dello Stato che ha ricordato «le importanti attività operative avviate già dal 2013 e mirate a monitorare i campi seminati in Friuli Venezia Giulia, ad accertare le contaminazioni di polline ogm sulle colture convenzionali e ad applicare la normativa nazionale relativa al divieto di coltivazione, attraverso attività di iniziativa e su delega della Procura di Udine». Proprio la Procura, con lo stesso Corpo forestale, ha applicato la specifica norma sanzionatoria di tipo penale stabilita dal decreto legge n. 91 del 24 giugno 2014 che prevede che chiunque violi i divieti di coltivazione di ogm rischi la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 10mila a 30mila euro. È stato accertato nei precedenti interventi di analisi che, a causa dell’inquinamento irreversibile prodotti in tutte le aree agricole, chi ha introdotto sul proprio territorio la coltivazione degli ogm non riesce poi in modo efficace a produrre vegetali che ne siano privi. Di recente il Consiglio europeo dei ministri ha deliberato circa la possibilità per ogni Paese dell’Unione europea di potere scegliere la coltivazione o meno sul proprio territorio della coltura di organismi ogm. Soddisfazione per la distruzione del campo di Colloredo di Monte Albano è stata espressa dalle tante voci che in questi mesi si sono levate contro gli ogm, da Legambiente a Coldiretti, passando per Sel.
Marzo 18th, 2017 — CIE = Lager, General
da Il Piccolo del 23 luglio 2014
«Il Cie non riaprirà più» Missione compiuta a Roma
Garanzie dal ministro Alfano al deputato Brandolin e al sindaco Tomasinsig Il parlamentare Pd: «Il Cara non sarà ampliato senza l’ok di Provincia e Comune»
GRADISCA. Il sindaco di Gradisca Linda Tomasinsig ci spera, il parlamentare Giorgio Brandolin (che ieri ha guidato l’audizione della delegazione isontina davanti al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione) ne è convinto: «Il Cie di Gradisca non riaprirà, e il Cara non verrà ampliato senza il parere positivo di Comune e Regione. Il sindaco Tomasinsig ha spiegato quali sono le pressioni cui il territorio deve rispondere e a colpire i deputati è stata la notizia che a Gorizia è situato il Comitato unico del Triveneto per le richieste di asilo, e quindi oltre agli ospiti della struttura, Gradisca e l’Isontino si trovano anche a dover affrontare le situazioni, spesso problematiche, di chi arriva in zona per questo». Brandolin ha ribadito quanto scritto dal ministro Alfano in risposta a una sua interrogazione. «Il ministro ha messo per iscritto che il Cie non riaprirà e sul Cara non si prenderanno decisioni non condivise da Comune e Regione, e questo è stato ribadito anche nelll’audizione. Siamo soddisfatti – ha concluso – perché siamo riusciti a portare le esigenze del territorio a Roma, e continueremo a tenerle sotto controllo, assicurando che nessuna decisione venga presa sopra la nostra testa».
Per il sindaco Linda Tomasinsig «la chiusura del Cie non è una chimera». È tornata da Roma con questo significativo spiraglio. Nel corso dell’intervento durato 40’ Linda Tomasinsig ha esposto le criticità che la doppia struttura per migranti ha portato al territorio. Ha ha ricordato la contrarietà espressa dal Comune fin dal 2000 a una struttura di trattenimento; ha ricordato le carenze della struttura sotto il profilo «del rispetto delle regole e dei diritti umani, così come evidenziato negli anni da ben due commissioni parlamentari».
Sbarre, assenza di spazi di socializzazione, divieto di utilizzo di libri e giornali, di utilizzare il cellulare, che hanno portato agli episodi di tensione riguardanti le rivolte, i danneggiamenti e le fughe degli anni recenti, e non certo ultima la tragica morte di un immigrato dopo mesi di coma a seguito di una caduta. Tutti episodi che hanno portato alla chiusura e ristrutturazione del Cie. Non ha mancato di sottolineare, Tomasinsig, le difficoltà degli operatori da mesi senza stipendi e delle stesse forze di polizia, il cui organico è insufficiente per fare fronte alle problematiche del Cie e al contempo al presidio del territorio. Ha infine espresso preoccupazione per l’avanzamento dei lavori di ristrutturazione, affermando senza mezze misure che essi «non risolvono le carenze evidenziate dalla struttura, fra cui quelle igieniche e sanitarie».
Per il sindaco, «il modello Cara va superato in favore di progetti medio-piccoli di accoglienza diffusa sul territorio».
Da parte sua la senatrice goriziana Laura Fasiolo ha annunciato che, sul problema del Cie/Cara di Gradisca, promuoverà la prossima settimana un incontro a Roma con il sindaco Linda Tomasinsig e il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico.
Marzo 18th, 2017 — General, Manifestazioni
News: La Questura ha vietato il corteo per cui si svolgerà
solo un presidio statico ed in Piazza XX Settembre
–> Rinviata causa maltempo al 2 agosto ore 16.00 <–
Presidio anche a Trieste venerdì 1 luglio ore 18 p.Borsa indetto da BDS Trieste

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Marzo 18th, 2017 — Auto-organizzazione, General
Se toccano uno toccano tutti!
Solidarietà ai lavoratori in lotta
Anche all’Ikea di Villesse questa mattina si è svolto un presidio e un volantinaggio in solidarietà ai lavoratori della cooperativa San Martino di Piacenza, licenziati perchè colpevoli di essere protagonisti di una lunga e dura lotta contro i salari da fame e per una distribuzione dei carichi di lavoro più equa, attraverso il sindacato di base SICobas. La cooperativa, che opera nel magazzino centrale Ikea di Piacenza, ha risposto con 33 sospensioni, a cui hanno fatto seguito 24 licenziamenti.Tutto questo semplicemente per aver richiesto il rispetto del contratto collettivo nazionale.
Oggi è stata una giornata nazionale di solidarietà: da Piacenza (dove ci sono state cariche e feriti) a Firenze, da Parma a Napoli ci sono state manifestazioni, cortei e volantinaggi di fronte e dentro i centri del colosso svedese, che ha sempre taciuto di fronte ai metodi delle cooperative che operano per esso.
In 12 città in Italia e anche a Berlino e a Vienna è stato ribadito che i lavoratori delle cooperative della logistica non sono soli.
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Marzo 18th, 2017 — General, No OGM
Dal messaggero veneto on line del 29/07/14
Il gip convalida il sequestro del campo di mais ogm
Il provvedimento era stato firmato d’urgenza dal pm Viviana Del Tedesco ed eseguito il 19 luglio dal Corpo forestale con la distruzione del raccolto
UDINE. Il gip del tribunale di Udine ha convalidato il sequestro preventivo urgente del campo di Colloredo di Monte Albano, coltivato con mais transgenico Mon810 dal leader dei pro-ogm, Giorgio Fidenato
Il provvedimento era stato firmato d’urgenza dal pm Viviana Del Tedesco ed eseguito il 19 luglio dal Corpo forestale con la distruzione del raccolto.
Il gip ha contestualmente emesso un decreto di sequestro preventivo ritenendo che il provvedimento cautelare sia l’unico modo per «impedire che la libera disponibilità dei fondi sui quali il mais era coltivato determini il pericolo di reiterazione del reato mediante la messa a dimora di nuove coltivazioni non consentite», «anche in ragione del comportamento sinora tenuto da Fidenato il quale, rivendicando costantemente la legittimità della coltivazione, dimostra il proprio intento di proseguire in tale attività anche in presenza di ostacoli normativi».
Marzo 18th, 2017 — General, Manifestazioni
Pordenone 2 agosto 2014. Oltre 200 persone hanno partecipato alla manifestazione per la Palestina. Molti striscioni. Minicortei all’interno della piazza e delle strade limitrofe. Molti interventi al microfono e molta voglia di reagire

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Marzo 18th, 2017 — CIE = Lager, General
Marzo 18th, 2017 — Carceri, General
CARCERE/ TRIESTE, ALTRO DETENUTO MORTO IN CARCERE

Giriamo dai media borghesi (Adnkronos, 11.08.2014):
“”Un detenuto di 42 anni, di Trieste, in carcere è morto questa mattina per un probabile infarto nel carcere giuliano”. A darne notizia è una nota del Sappe (Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria), spiegando che ”questa mattina, intorno alle 9 il detenuto è stato trovato morto nel proprio letto della sezione infermeria”.
”Dai primi accertamenti -prosegue il Sappe- sembrerebbe che il decesso sia avvenuto per cause naturali, tanto che gli stessi compagni di cella credevano che l’uomo dormisse. Il prossimo 27 settembre, avrebbe finito di scontare la pena per reati di maltrattamenti in famiglia. Non risultava essere tossicodipendente e non era sottoposto a terapie particolari”.
”Condivideva la cella con altri sei detenuti”, riferisce spiega il segretario generale del Sappe, Donato Capece, sottolineando che ”le celle, inizialmente nate per ospitare tre detenuti con problemi sanitari, sono state poi trasformate in sezione comune per questioni di sovraffollamento. Attualmente -conclude il leader dei baschi azzurri del Sappe- sono 195 i detenuti a Trieste rispetto 155 posti regolamentari””.
http://collettivomakhno.noblogs.org/post/2014/08/13/carcere-trieste-altro-detenuto-morto-in-carcere/