Marzo 17th, 2017 — General, Gruppo Anarchico Germinal
Questo il testo del volantino diffuso oggi all’iniziativa NOTAV contro moretti dai compagn* del Gruppo Anarchico Germinal
NE’ STATO NE’ PRIVATI
AUTOGESTIONE!
Moretti è l’amministratore delegato. Di Trenitalia. E’ un simbolo.
Moretti decide di eliminare i treni notturni e licenzia decine di dipendenti.
Moretti decide sulla sicurezza delle ferrovie, chiama “spiacevolissimo episodio” la morte di 32 persone a Viareggio, licenzia il ferroviere che denuncia le responsabilità di Trenitalia.
Moretti decide che basta un solo macchinista a far viaggiare centinaia di persone sui treni.
Moretti decide gli orari e le condizioni di viaggio di migliaia di pendolari tutti i giorni.
Moretti aggiusta i bilanci sopprimendo i treni, dando in appalto e perciò peggiorando i servizi di manutenzione e di pulizia, chiudendo le biglietterie e i gabinetti sui treni e nelle stazioni, affittando le stazioni ai commercianti e togliendo le sale d’aspetto e le panchine.
Ma Moretti su quei treni non ci viaggia, in quelle stazioni non è costretto a passarci le ore per aspettare treni perennemente in ritardo o addirittura soppressi.
Moretti, soprattutto, non li fa viaggiare i treni. Quei treni viaggiano perché ci sono i ferrovieri e tutto il personale che ha le competenze, le capacità di muoverli, organizzarli, curarne la manutenzione. Quei treni senza Moretti e il suo apparato viaggerebbero molto meglio e più sicuri.
Le ferrovie sono un mezzo che permette di soddisfare il nostro desiderio e la nostra necessità di viaggiare; sono una struttura che ci appartiene perché generazioni di lavoratori e lavoratrici hanno messo a disposizione della collettività le braccia, il territorio, il denaro e la vita per realizzarla. Non è proprietà dello Stato né di una società per azioni.
Le ferrovie, come tutti i beni e le strutture essenziali, devono essere gestite da chi le fa funzionare assieme a chi le usa. Dobbiamo cominciare a pensare a come riappropriarcene e autogestirle.
Non sono lo Stato né il capitalismo con i loro illustri professori, gli ottimi tecnici e i preparatissimi manager, pubblici e privatizzati, che soddisferanno i nostri bisogni.
Questa che può apparire un’utopia irrealizzabile è la sola via d’uscita da una situazione di miseria crescente e di rapina e distruzione di ogni aspetto della nostra vita e della natura.
Crediamo che mai come oggi le illusioni sul ruolo positivo dei governi e dei parlamenti siano cadute. Giorno dopo giorno lo Stato si rivela sempre più chiaramente per quello che è: strumento delle classi dominanti per mantenere i loro privilegi e il loro potere, in un inestricabile groviglio di interessi fra diversi apparati (industriali, chiesa, esercito, partiti, finanza…).
Siamo ben consci che lo stato attuale delle cose può indurre un pericoloso qualunquismo in chi non riesce ad immaginare delle vie d’uscita non autoritarie. Non puntiamo l’indice solo contro questa o quella “casta” ma al contrario sosteniamo e promuoviamo le lotte autogestite e indipendenti da istituzioni compromesse e di fatto complici: partiti e partitini sedicenti di sinistra e sindacati concertativi. Pensiamo a creare, appoggiare e propagandare un altro tipo di rapporti sociali fondati sull’uguaglianza, la solidarietà e la partecipazione in prima persona.
Gruppo Anarchico Germinal
gruppoanarchicogerminal@hotmail.com
germinalts.noblogs.org
info-action.net
umanitanova.org
SOLIDARIETA’ ALLA VALLE CHE RESISTE E AI NOTAV COLPITI DALLA REPRESSIONE
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
dal Messaggero Veneto
Mainardi sulla Tav: Comuni ancora senza lo studio ambientale
Richiamo del commissario ai sindaci della Bassa «Spero che tutti vogliano realizzare una ferrovia moderna»
29 febbraio 2012 — pagina 13 sezione: Gorizia
Sarà davvero possibile realizzare l’alta velocità a Nordest? «E’ più corretto parlare di alta capacità. Oggi da Mestre a Trieste si viaggia a 70/80 chilometri l’ora e non con un efficiente servizio ferroviario, come hanno rilevato scrittori del calibro di Susanna Tamaro, Paolo Rumiz e Veit Heinchen. L’attuale linea – ricorda il commissario – ha circa 120 anni ed è stata realizzata per tratti, a partire dal 1885, è frutto della legge “Baccarini” promulgata da re Umberto. Da allora, pare che tutto sia rimasto tale e quale! I sistemi ferroviari europei ad Alta velocità viaggiano, invece, su tracciati pressoché rettilinei a 300 chilometri l’ora e oltre. In Italia, la velocità media di un Frecciarossa e Frecciargento è di 200-150 chilometri l’ora circa per effetto delle brevi distanze tra i centri maggiori e per l’orografia del territorio». (m.m.) di Martina Milia
PORDENONE La clessidra è partita. Entro la fine dell’anno la progettazione preliminare dovrà essere completata per non perdere il treno dei finanziamenti europei, ma i sindaci della Bassa friulana ancora non hanno consegnato lo studio ambientale per approfondire l’impatto che la ferrovia ad alta capacità, la Tav, avrà in Friuli Venezia Giulia. Bortolo Mainardi, commissario straordinario per l’alta velocità della Venezia-Ronchi, suona la sveglia. «Mi auguro che tutti vogliano essere protagonisti della realizzazione di un servizio ferroviario moderno che possa un giorno collegare gente e merci da Trieste e Venezia verso l’Europa. Abbiamo bisogno di grandi visioni strategiche combattendo l’inerzia che, spesso, è figlia dell’incompetenza». Commissario, lei è stato nominato a luglio: che situazione ha trovato? «L’analisi della progettazione depositata a dicembre 2010, specie in Veneto, mi segnalava preoccupanti criticità: impatto ambientale, costi previsti tripli rispetto alla media europea, alto consumo di territorio agricolo, contrarietà dei Comuni. Più di tutto mi impressionavano i costi previsti: 7,4 miliardi per 158 chilometri. Le opere, invece, devono essere sempre economiche per la collettività e soprattutto sostenibili dal punto di vista finanziario». Come si è mosso? «Per la tratta dall’aeroporto “Marco Polo” a Portogruaro di 61,5 chilometri ho proposto uno studio di fattibilità per la modernizzazione attraverso quadruplicamento della linea esistente da Mestre a Portogruaro. Lo studio, pronto a giugno, potrà o meno essere alternativo all’attuale tracciato». E in Friuli Venezia Giulia? «Sul progetto da Portogruaro a Ronchi (51 chilometri), non ho registrato dei dissensi radicali, ma comprensibili preoccupazioni per le ripercussioni ambientali. La Regione, con l’assessore Riccardi, ha sostenuto e finanziato una consulenza tecnica ai Comuni per una loro valutazione ambientale puntuale e specialistica, relazione tuttora in attesa di essere prodotta e analizzata. Il costo previsto per questa tratta è di 2,246 miliardi di euro. Non mi risulta che nessuno abbia mai proposto un quadruplicamento della linea ferroviaria esistente, neanche il famoso “Accordo dei sindaci” del febbraio 2008 ne faceva cenno». Ma sarebbe possibile? «Un potenziamento dell’attuale linea a me non pare impossibile dal punto di vista strettamente tecnico-logistico, fatto salvo però che alcune aree mi sembrano eccessivamente urbanizzate». Come intende procedere? «Non pensando di realizzare l’intero tracciato, bensì lavorando per fasi: sdoppiando la tratta Bivio San Polo-Monfalcone (per separare le linee Udine-Trieste e Venezia-Trieste che oggi confluiscono determinando una perdita di capacità fino a 40-50 treni/giorno); raddoppiando la linea Cervignano-Palmanova-Bivio Vat; completando la Linea dei Bivi quale circonvallazione merci a Mestre. Queste fasi prioritarie si configurano di fatto come potenziamenti della linea esistente». E i soldi ci sono? «La tratta fa parte del Corridoio 3 Mediterraneo considerato prioritario e da realizzare entro il 2030 e al quale sono stati assegnati 31,7 miliardi da mobilitare anche attraverso dei Project Bond strutturali della Bei fino a 500 miliardi di euro. Risorse di cui la metà da attivare nei prossimi 10 anni».
Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa

Trieste 1 marzo 2012
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Rispondendo all’appello venuto dalla valle dopo le violenti cariche di questa notte e i rastrellamenti nei paesi nuova mobilitazione in regione come in decine e decine di città italiane (leggi qui l’elenco).
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Trieste: ore 18 in p.Unità sotto il Comune
Udine: volantinaggio con ore 18 in p.Libertà
Appuntamenti per sabato 3 marzo
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Marzo 17th, 2017 — Gas, General
da Il Piccolo del 1 marzo 2012
«Carenze nel progetto del rigassificatore nella baia di Muggia»
Il tavolo tecnico che analizza gli studi di Gas natural ha presentato le sue controdeduzioni in un’assemblea
MUGGIA
“Carenze e artifici progettuali su sicurezza e inquinamento del Terminale di ricezione e rigassificazione Gnl Zaule-Trieste sono presenti anche nella documentazione del nuovo progetto di Gas Natural”. Questo il nuovo monito del Tavolo tecnico rigassificatore che ieri nel corso dell’incontro-dibattito promosso dal Comune di Muggia al teatro comunale Giuseppe Verdi ha divulgato le ultime news sul progetto che andrebbe a riflettersi anche sulla baia muggesana.
Effetto domino
Uno dei punti chiave è la sicurezza che l’impianto di rigassificazione metterebbe a repentaglio tramite gli ipotetici incidenti industriali a catena, incendi ed esplosioni con conseguenze sulla sicurezza pubblica che potrebbero venir innescati – è il cosiddetto “effetto domino” – sia dal rigassificatore e dalle navi gasiere. L’attuale progetto definitivo presentato da Gas Natural è “privo di un rapporto di sicurezza credibile”.
Esso “esamina il progetto preliminare del Terminale, ossia quello precedente, caratterizzato dalla confusione determinata dal posizionamento dei serbatoi, disegnati ora a destra ora a sinistra delle apparecchiature di processo”, spiega il Tavolo.
Anche lo studio geotecnico appare errato. E gli anonimi estensori del nuovo Rapporto di Sicurezza mettono le mani avanti scrivendo che “progettare impianti di Gnl in modo da assicurare livelli di rischio generalmente accettati per la vita e la proprietà all’interno e all’esterno del perimetro degli stessi è obiettivo oneroso”, e che la loro analisi “contiene un elenco non esaustivo degli scenari di rischio”.
Incompatibilità porto
I tecnici del Tavolo hanno verificato le prescrizioni emanate dalla Capitaneria di Chioggia per il rigassificatore a mare di Porto Viro e quelle emanate a livello internazionale in anni recenti. “In nessun caso sono state prescritte distanze di interdizione alla navigazione, da navi gasiere in manovra o in scarico, inferiori ai 450 metri”. In più, viene prescritta una “fascia di mare larga il doppio sempre sgombra per consentire alla gasiera – in caso di incidente – di allontanarsi senza rimorchiatori”. A Trieste, tali distanze di interdizione includerebbero “tutto il canale navigabile fra la diga e Muggia, accesso al molo VII compreso, bloccando i pontili della Siot, procurando non meno di 220 giorni all’anno di fermo del porto industriale (2 giorni per ognuna delle 110 navi gasiere all’anno)”. E anche “il nuovo terminal traghetti Aquilinia-Noghere nascerebbe morto, per non parlare della pesca e del turismo”.
Clorazione acqua
Gli impianti di rigassificazione moderni minimizzano i danni all’ambiente non utilizzando il mare per riscaldare il gas liquido e portarlo allo stato aeriforme. L’impianto di Trieste invece prevede “un impiego massiccio dell’acqua marina”.
Siccome i numerosi organismi presenti colonizzerebbero rapidamente le superfici interne delle tubature dell’impianto, ostruendole, le acque in entrata devono venire preventivamente sterilizzate. “Gas Natural sceglie di farlo con composti del cloro, estremamente tossici per batteri e plancton, uova, larve, avannotti, eliminando interi anelli della catena alimentare e restituendo al mare sostanze chimiche tossiche per gli animali e per l’uomo, sostanze che permangono a lungo nell’ecosistema marino, accumulandosi progressivamente nell’acqua e nel pesce”.
Temperature baia
“I rapporti DHI del 2008 e 2011 continuano a considerare il comportamento della baia solo nelle prime ore di funzionamento dello scarico, mentre occorrerebbe simulare la situazione dopo 1 o più anni”. I consulenti di Gas Natural scrivono che “a mille metri dallo scarico la differenza di temperatura non supera i 3 °C”, affermazione “equivoca” perché lascia intendere che i 3 °C non verranno superati con l’impianto funzionante a regime (dopo anni, non dopo ore). Per il Tavolo “si sarebbe dovuto calcolare, invece, l’andamento delle temperature (e della clorazione con formazione di cloroderivati) nel corso dei mesi e degli anni”.
Ennesima riprova – è stato detto ieri a Muggia – “di un progetto carente che continua a non convincere”.
Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
Il Gazzettino Venerdì 2 Marzo 2012
LA PROTESTA
Ieri in piazza la solidarietà con la Val Susa

PORDENONE – «Siamo qui a testimoniare la nostra solidarietà alla lotta della popolazione della Valsusa contro il Tav, contro la repressione e contro lo stato di occupazione militare in cui è sottoposta un’intera valle». Oltre una ventina di militanti anti-Tv di Pordenone ha accolto, ieri pomeriggio, l’appello lanciato dall’assemblea piemontese dei No-Tav che nella notte tra mercoledì e ieri aveva chiesto mobilitazioni in tutta Italia. Una prima manifestazione era st
ata organizzata martedì scorso. Ieri i No-Tav sono tornati in piazza Cavour (annunciando iniziative per i prossimi giorni) con bandiere e slogan di solidarietà a Luca Abbà, il militante caduto dal traliccio. «Siamo qui a ricordare – hanno scritto in un volantino distribuito ai cittadini – che il Tav riguarderà anche il Friuli Venezia Giulia con una spesa incredibile di 7,4 miliardi di euro, mentre il servizio ferroviario per i pendolari è sempre più precario e inefficiente».
Marzo 17th, 2017 — General, Noi

Fermarci è impossibile!
Rispondiamo all’appello della Valsusa.
Siamo qui a testimoniare la nostra solidarietà alla lotta della popolazione valsusina contro il TAV, contro la repressione contro lo stato di occupazione militare a cui è sottoposta un’intera valle per far passare un opera inutile, dannosa e costosissima (dai 20 ai 40 miliardi di euro) che verrà pagata con i soldi di tutti per fare gli interessi di pochi.
Siamo qui a solidarizzare con Luca Abbà caduto da un traliccio mentre veniva inseguito.
Siamo qui a solidarizzare con tutti i numerosissimi attivisti, No Tav arrestati, feriti, inseguiti fin dentro i locali pubblici.
Ma siamo qui anche per ricordare che il TAV riguarderà anche la Regione FVG con una spesa incredibile di 7,4 miliardi di euro mentre il servizio ferroviario per i pendolari è sempre più precario e inefficiente; mentre il debito pubblico prodotto da un sistema corrotto e prepotente viene fatto pagare alla stragrande maggioranza della popolazione, ma senz’altro non a chi sta al potere.
Il TAV è parte integrante del sistema di corruzione che costa 60 miliardi all’anno ai contribuenti.
Per una controinformazione dettagliata vi invitiamo al
“TG in Piazza”
sabato 3 marzo dalle ore 16.30 alle 19.30
Udine in Piazza Libertà
con proiezione di filmati che documentano la verità su quello che accade in Valsusa e la verità dell’Alta Velocità in generale e cioè che
TAV = MAFIA.
Abbiamo anche preparato un DVD con molte informazioni che vi permetteranno di documentarvi con calma e per farvi un’idea approfondita sulla realtà della cose. Una realtà che vi interessa direttamente anche se non lo sapete ancora.
Comitato No Tav Udine
Fip Udine via Baldissera 30 1 marzo 2012 siamo su facebook Gruppo No Tav Udine e Gruppo No Tav FVG
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
No Tav news. Blocchi e mobilitazioni. Luca fuori pericolo. Linea dura del Governo
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Marzo 17th, 2017 — General, Noi
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
News. i Baschi in corteo a Milano.
Turi Vaccaro sul traliccio

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Marzo 17th, 2017 — General, Noi
Messaggero Veneto 4 marzo 2012

SLOGAN E STRISCIONI
In cento in piazza Libertà per dire no alla Tav

Solidarietà e pieno appoggio alla lotta della Val Susa dal Comitato No Tav di Udine. Erano circa un centinaio, ieri in piazza Libertà, gli aderenti al movimento che si oppone alla realizzazione della tratta ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione. «Siamo scesi ancora una volta in strada per dire no alla tratta ad alta velocità e richiamare l’attenzione sulle violenze che in questi giorni stanno continuando in Val Susa – ha spiegato Gianmarco Romano del Comitato No Tav di Udine –. Quel territorio sta vivendo un’invasione militare in piena regola. L’incidente accaduto a Luca Abbà ne è un esempio: il terreno che le forze dell’ordine stavano sgomberando è di proprietà di Abbà che, per evitare di incorrere in una denuncia, è salito sul traliccio. È possibile seguire minuto per minuto quei terribili attimi grazie a decine di filmati caricati in rete». La linea ad alta velocità osteggiata in Val Susa dovrebbe favorire il trasporto su rotaia delle merci togliendo i tir dalle strade. Ma, secondo il Comitato No Tav di Udine, «l’opera è inutile e finirà per gravare sul debito italiano» ha detto Romano. «Sarebbe sufficiente migliorare la linea attuale per garantire un po’ di respiro alle autostrade – ha continuato l’esponente del Comitato No Tav di Udine –. Proprio nella nostra regione, poi, si evidenzia una contraddizione: da un lato il governo regionale investe per la realizzazione della terza corsia, dall’altro l’apertura del corridoio baltico. Entrambe spese importanti che non possono convivere». E dal Comitato No Tav fanno sapere che «l’insensatezza dell’opera è evidente dopo gli straordinari tagli dello stato sociale che stiamo vivendo: tagli alle ferrovie, alla scuola, all’università, alla ricerca, alla cultura, alla sanità, alle pensioni, al lavoro. Tutte conquiste sociali ottenute dal dopoguerra a oggi con grandi mobilitazioni popolari e con lotte politico-sindacali». A manifestare il proprio dissenso contro la linea ad alta velocità ieri in piazza Libertà è arrivato anche il segretario regionale di Rifondazione comunista Kristian Franzil: «È troppo grande lo squilibrio fra l’investimento, il costo in termini ambientali, da un lato, e le ipotizzate migliorie ai trasporti dall’altro – ha spiegato –. Per questo motivo come Rc ci siamo sempre opposti alle grandi opere. In regione sarebbe sufficiente sistemare le tratte Cervignano-Udine e Cervignano-Monfalcone per ottenere una tratta ad alta capacità in direzione nord. In un momento di crisi sono necessari dei tagli e prima di intervenire sulle pensioni sarebbe molto meglio fare una seria riflessione sulle grandi opere per eliminare tutte quelle che non sono assolutamente indispensabili e la Tav di certo non lo è». Michela Zanutto
Ma Michela Zanutto è forse l’addetta stampa di Kristian Franzil???
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Il Gazzettino 4 marzo

Dedicato a Franzil
