La “marcia del Don” commuove
la Bassa
Dopole polemiche i paesi
si sonostretti attorno agli alpini
Nessuna polemica ha turbato
l’avvio della “marcia del Don”,
iniziata quasi con mestizia, e
rinfrancatasi via via nell’incontro
con la gente delle contrade
che ha toccato da San Giorgio
di Nogaro a Palmanova. Soltanto
una brevissima schermaglia
verbale, prima dell’inizio della
cerimonia, tra il sindaco di San
Giorgio, Pietro Del Frate, e il
portavoce del Coordinamento
antifascista friulano, Paolo De
Toni, che assieme aunadecina
di aderenti al gruppo, ha distribuito
oltre 400 volantini inneggianti
alla resistenza dove si annuncia
anche, una manifestazione
antifascista di fronte alle
carceri di Udine per il 7 febbraio.
La cerimonia ha vissuto il
momento più significativo
all’alzabandiera, sulle note
dell’inno di Mameli, con schierati
oltre duecento rappresentanti
delle associazioni di combattenti,
i sindaci di diversi Comuni,
Paride Cargnelutti, in
rappresentanza della Regione,
Fabrizio Pitton, per la Provincia,
i comandanti delle caserme
dei carabinieri, guardia di
finanza e capitaneria di porto,
gli alunni delle scuole e gente
comune.
La giornata era iniziata con
l’assembramento delle
“truppe” delle associazioni dei
militari in congedo davanti al
municipio di San Giorgio. A loro
si sono unite una classe di
ragazzi delle medie e una classe
dibambini delle elementari,
accolti al loro arrivo da un
grande applauso ricambiato
agitando le bandierine tricolori
realizzate a scuola. A coordinare
il tutto Mattia Uboldi che
ha ricordato come questa rievocazione
voglia «commemorare
tutti i caduti in Russia, che
hanno fatto il loro dovere».Dopo
l’alzabandiera e la deposizione
della corona al monumento
ai caduti, la marcia è
partita alla volta di Porpetto. Il
paese, tutto imbandierato, ha
accolto il corteo tra lo sventolio
delle bandierine dei bambini
delle scuole.Sono stati proprio
loro ad eseguire l’inno di Mameli,
mentre il locale gruppo
Ana consegnava due riconoscimenti
ai reduci di guerra Miol
e Lesa. Anche qui e a Castello,
deposizione della corona ai
monumentiai caduti.
Le polemiche sulla “marcia del Don”, come noto, sono iniziate con l’attacco del Comitato antifascista friulano alla manifestazione. Si sosteneva, in particolare, che “Italica Virtus” e Associazione nazionale volontari
di guerra, co–ideatori dell’evento organizzato dall’Ana di Palmanova, utilizzassero simbologie fasciste. Ai sindaci, che hanno patrocinato
la marcia, l’Anpi ha chiesto la revoca dell’appoggio. A quel punto le due associazioni sono uscite dalla manifestazione e soltanto l’Ana è rimasta presente.
Nel mentre i sindaci tiravano in ballo la marcia di due anni prima – alla presenza di Furio Honsell – su cui nessuno aveva trovato nulla da dire.
Francesca Artico
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Dri: «Reso omaggio
all’eroismo italiano
esempio di dignità»
«Il sostegno
dell’amministrazione di Porpetto alla manifestazione promossa dalla sezione Ana di Palmanova, l’associazione Amici della
Fortezza di Osoppo e “Italica Virtus” ha voluto da una parte giudicare le gravi responsabilità storiche del
fascismo che ha inutilmente
mandato tanti uomini al massacro, dall’altra rendere onore ai nostri soldati che pur in
condizioni proibitive,
accerchiati e assiderati,
seppero comportarsi da
valorosi combattenti
conservando nel contempo
una dignità umana di esempio
sia per i russi che per i
tedeschi».A dirlo è il sindaco
di Porpetto, Pietro Dri,
evidenziando che «a seguito
delle polemiche l’Ana ha preso la dolorosa decisione di
modificare il programma della marcia: decisione che varispettata perché rappresenta un’ulteriore dimostrazione della volontà di essere super partes e non venir coinvolta in diatribe strumentali e
anacronistiche». (f.a.)
Passaggi nei Comuni
di Gonars e Bagnaria
E’ proceduta passo dopo passo,
paese dopo paese,
come da programma,
la “marcia del Don”
pensata per commemorare la
tragedia della ritirata di Russia
dell’allora regio esercito italiano.
Le penne nere hanno compiuto
l’intero tragitto, incontrando nei
vari Comuni altri alpini e
autorità, per onorare la memoria
dei caduti davanti ai monumenti
delle singole comunità. E così,
dopo San Giorgio, Porpetto e
Castello, sono stati toccati anche
Gonars, Fauglis, Bagnaria,
Sevegliano. Presenti anche i
ragazzi delle medie di Gonars. E
proprio a questi ultimo ha voluto
rivolgersi il sindaco di Gonars,
Marino Del Frate. «Questa è
l’occasione – ha spiegato – per
chiarire che l’ignoranza, la
semplificazione, il fanatismo,
l’intolleranza e la miseria sono il
terreno su cui si sviluppa l’odio
che ha portato alle ideologie
totalitarie nazifasciste. Soltanto
la conoscenza approfondita e
laica di questi fatti impedirà il
ripetersi di queste tragedie» E sul
senso più profondo della
manifestazione è intervenuto
anche il sindaco di Bagnaria
Cristiano Tiussi. «Qui, oggi,
ricordiamo tutti i caduti della
campagna di Russia – ha detto –, le cui cause ci sono ben chiare: fu un’aggressione ad uno Stato
sovrano da parte dei nazisti
tedeschi e dei fascisti italiani.
Questa non è una manifestazione nostalgica,maun evento organizzato dall’Ana per
ricordare le vittime di quella
campagna, i soldati italiani, i
morti di tutti gli eserciti
schierati, i civili che perirono
durante il conflitto». (m.d.m.)
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A Porpetto tripudio di bandieretricolori
Una presenza scarna, ma
significativa, degli studenti, ha
presenziato ieri all’alzabandiera
di avvio alla “marcia del Don” di
San Giorgio di Nogaro.
I bambini di una classe delle
elementari sono arrivati con le
loro maestre, assistendo seri, per tutta la durata della
manifestazione, alla cerimonia.
Più riservati i ragazzi dell’unica
classe delle medie presente: forse
la defezione va imputata alle
polemiche sorte attorno
all’evento.A Porpetto, invece, la
situazione è stata decisamente
diversa: presenti tutte le classi di
studenti, che hanno sventolato le
loro bandierine con grande
impegno e serietà. (f.a.)
Cargnelutti si schiera a difesa degli alpini
Solidarietà del consigliere regionale
all’Ana: «Regalate un libro di storia a chi ha voluto contestarvi»
PALMANOVA
Una folla di penne nere è affluita
in piazza Grande a Palmanova
per il momento conclusivo
della “marcia del Don”. Accanto
a loro tanti sindaci del territorio
con la fascia tricolore, i rappresentanti di Provincia e Regione, le autorità militari, quelle
civili, le associazioni combattentistiche
e d’arma e i gruppi
Ana. Dopo l’omaggio ai caduti
reso al cimitero austroungarico
di Palmanova, il corteo si è diretto
verso il centro della città
stellata. Centinaia di penne nere
si sono riunite davanti al sacello
ai caduti per i discorsi ufficiali.
In rappresentanza del comune
di Palmanova, il vicesindaco
Adriana Danielis ha ringraziato
gli alpini per lo spirito con cui hanno organizzato la
manifestazione. «La memoria –
ha detto – è fondamentale in una società democratica. E la
memoria è conoscenza dei fatti e delle scelte che li hanno determinati.
Da questi nasce la convinzioneche
la guerra è sempre fonte di morte, disgrazie, povertà e generatrice di derive di vario tipo».
Sull’importanza della memoria
si è soffermato anche il vicepresidente
del consiglio provinciale
Luca Marzucchi, mentre parole di vicinanza all’Ana sono state espresse dal vicepresidente
del consiglio regionale
Paride Cargnelutti. «E’ una pagina dolorosa
della nostra storia – ha spiegato –, ma da ricordare.
L’Ana ci ha dato una doppia lezione:
ci ha invitato a ricordare
perché senza la memoria non
c’è futuro e ha saputo ingoiare
un’ingiustizia per conservare il
senso di questa manifestazione.
A chi vi ha contestato (Anpi
e Coordinamento antifascista
friulano ndR), regalate un libro
di storia». A ribadire il senso della
marcia, il presidente della sezione
Ana di Palmanova, Luigi
Ronutti. «La Sezione ha agito
sempre in buona fede – ha sostenuto
– nell’intento di ricordare
la tragedia della campagna
di Russia e onorare tutti coloro
che in essa ebbero a patire
e morire». Ronutti ha precisato
che la presenza di rievocatori in
divisa d’epoca era stata prevista
con l’intento di «attirare l’interesse
della cittadinanza sui fatti
ricordati». Un aspetto da precisare,
questo, voluto «non per
scusarci o cercare giustificazioni, maper ribadire lo spirito e le ragioni dell’iniziativa». La cerimonia si è conclusa con la consegna, da parte del locale gruppo Ana del proprio gagliardetto
al reduce Sereno Lesa.
Monica DelMondo
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