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Pordenone e Trieste: striscioni per ricordare genova e l’assassinio di Carlo Giuliani

pncarlogiulianiA Pordenone il collettivo Pn Rebel e a Trieste il Collettivo Up-attivismo critico hanno voluto ricordare con due iniziative similari l’anniversario dei 15 anni dalla mattanza di Genova e l’assassinio di Carlo Giuliani.

Qui foto e comunicato da Pordenone e di seguito foto e comunicato da Trieste. 

20/07/2001-20/07/2016
NON C’È FUTURO SENZA MEMORIA
NOI NON PERDONIAMO, CARLO VIVE

Oggi ricorre l’anniversario della morte di Carlo Giuliani e come tutti i mesi di Luglio, da quindici lunghi anni ad oggi, questa ricorrenza riporta le nostre menti alla violenza e brutalità poliziesca di quelle caldissime giornate genovesi del 2001.
Organizzazioni come Amnesty International hanno definito i fatto del G8 di Genova come “la più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dalla Seconda guerra mondiale” e la Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo ci conferma che le forze di polizia operarono praticando di fatto la tortura e ogni altra procedura che, anche non solo attraverso le lesioni fisiche, si è tradotta comunque in trattamento degradante e umiliante.

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GENOVA 2001: noi c’eravamo e non dimentichiamo

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GENOVA 2001/ Le motivazioni della sentenza

Repubblica 31 luglio 2010

“Al G8 condotta vergognosa degli agenti”
Le motivazioni della condanna /
Il documento

Per i giudici i funzionari della polizia presenti alla irruzione alla Diaz avevano l’obbligo di impedire le violenze e non lo hanno fatto. Per Gratteri e gli altri la sentenza fu tra i due e i quattro anni

 

LE MOTIVAZIONI DELLA CORTE D’APPELLO

“G8, i vertici della polizia coprirono
la vergognosa condotta dei poliziotti”

Due dei più importanti poliziotti italiani, “preso atto del fallimentare esito della perquisizione, si sono attivamente adoperati … concorrendo a predisporre una serie di false rappresentazioni della realtà a costo di arrestare e accusare ingiustamente i presenti nella scuola”

di MARCO PREVE

Gli alti funzionari della polizia presenti alla irruzione alla scuola Diaz di Genova durante il G8 sono stati condannati dalla Corte d’Appello in base all’articolo 40 del codice penale, perché avevano l’obbligo di impedire le violenze e non lo hanno fatto. E’ quanto emerge dalle motivazioni della sentenza depositate oggi dalla Corte d’Appello di Genova, presieduta da Salvatore Sinagra. Ribaltando la sentenza di primo grado, i giudici avevano condannato il 18 maggio scorso 25 imputati, tra i quali il capo dell’anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), l’ex comandante del primo reparto mobile di Roma Vincenzo Canterini (5 ani), Giovanni Luperi (4 anni), Spartaco Mortola (3 anni e 8 mesi) Gilberto Caldarozzi (3 anni e 8 mesi).

DOCUMENTI Il testo delle motivazioni (.pdf)

Luperi e Gratteri, dirigente il primo dell’intelligence e il secondo dell’antiterrorismo, due dei più importanti poliziotti italiani: “preso atto del fallimentare esito della perquisizione, si sono attivamente adoperati per nascondere la vergognosa condotta dei poliziotti violenti concorrendo a predisporre una serie di false rappresentazioni della realtà a costo di arrestare e accusare ingiustamente i presenti nella scuola”. Parole pesantissime e non sono le sole quelle contenute nelle 313 pagine delle motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Appello di Genova ha condannato questa primavera, poliziotti e funzionari che effettuarono, coordinarono e gestirono la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz trasformata in dormitorio dei no global durante il G8 del 2001 a Genova.

I giudici analizzano poi l’origine del blitz e di nuovo le considerazioni sono inquetanti: “L’esortazione ad eseguire arresti, di per sé considerata, anche fosse indicativa di rimprovero implicito per precedente colposa inerzia, sarebbe stata comunque superflua, essendo in ogni caso gli operatori di polizia giudiziaria tenuti ad eseguire gli arresti nella ricorrenza dei presupposti di legge dettati nel codice di rito…. Ma anche per procedere alla perquisizione non è sufficiente un sollecito da parte del Capo della Polizia, bensì occorre pur sempre il sospetto della presenza di armi illegalmente detenute”. Ancora su Luperi e Gratteri: “Entrambi hanno cercato di sminuire i loro rispettivi ruoli e funzioni nella vicenda in esame, ma sono stati smentiti dalle molteplici circostanze di segno contrario emerse nel processo”.

Le motivazioni della sentenza di secondo grado, contenute in 310 pagine, sono state depositate con anticipo sulla scadenza del 16 agosto che era stata annunciata. Rispetto alla sentenza di primo grado, la novità della condanna in Appello è la responsabilità dei vertici per le violenze e per i falsi atti, come le bottiglie molotov portate dentro la scuola dai poliziotti e poi fatte risultare come prova del possesso di armi da parte degli occupanti. Secondo la Corte d’Appello di Genova, del falso documentale sono responsabili infatti anche i vertici della polizia presenti, non solo i loro sottoposti. Mentre per il Tribunale, unico responsabile risultò Pietro Troiani, la Corte d’Appello ha stabilito che i filmati sono inequivocabili, perchè indicano un conciliabolo tra alti dirigenti della polizia nel cortile della scuola con le bottiglie in mano, e ha stabilito che non potevano perciò non sapere nulla.

Per quanto riguarda le violenze commesse dalle forze dell’ ordine durante l’irruzione, la Corte spiega che Gratteri, Canterini e Luperi erano stati mandati a Genova da Roma per gestire l’ordine pubblico ed erano i più alti funzionari presenti in loco. Erano presenti all’operazione e hanno visto quello che accadeva e poichè erano gerarchicamente sovraordinati potevano intervenire per impedire le violenze. Ma non lo fecero.
E’ questo il passaggio mancato nella sentenza del Tribunale. La Corte, come detto, ha applicato l’articolo 40 del codice penale: non impedire un evento che si ha l’obbligo di impedire equivale a cagionarlo.

Dalle motivazioni emerge inoltre che le attenuanti generiche non sono state concesse a molti imputati, come Francesco Gratteri, Vincenzo Canterini e Giovanni Luperi, per la gravità dei fatti commessi da alti funzionari dello Stato che hanno giurato fedeltà e lealtà alle leggi. L’unico ad ottenerle è stato Michelangelo Fournier, ex vice dirigente del reparto mobile di Roma, che ha un certo punto, sebbene con ritardo dice la sentenza, disse basta alle violenze temendo che potesse accadere qualcosa di irreparabile.

(31 luglio 2010)

 

Il Corriere

«G8 di Genova, i vertici della polizia non impedirono le violenze alla Diaz»

19:39 CRONACHELe motivazioni della sentenza di condanna della Corte d’Appello: «I filmati sono inequivocabili: i dirigenti presenti sono responsabili anche per le false molotov introdotte nella scuola»

 

GENOVA 2001/ Sorpresa: De Gennaro condannato in appello.

Corriere 17 giugno

L’APPELLO

G8 di Genova, De Gennaro condannato

G8 di Genova, De Gennaro condannato1 anno e 4 mesi per l'ex capo  della polizia

Un anno e 4 mesi all’ex capo della Polizia: per la corte d’appello indusse l’ex questore Colucci alla falsa testimonianza nel processo per l’irruzione alla Diaz

16:28 CRONACHE In primo grado l’attuale capo del Dis era stato assolto Video

 

Repubblica

Irruzione alla Diaz
Per De Gennaro
condanna in appello

“Istigò false testimonianze
sugli incidenti di Genova”

Per i fatti del G8 2001 condannato a un anno e due mesi anche l’ex capo della Digos e attualmente vicequestore vicario di Torino Spartaco Mortola. In primo grado entrambi assolti “per mancanza di prove sufficienti”. Il pm: “‘Perche’ non pensare che la sentenza di primo grado non era giusta? L’appello serve anche a questo”