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Marzo 18th, 2017 — General, Tracciati FVG
Cosa farà il Ministero?
«Rete ferroviaria italiana, ha sollecitato il Ministero (dell’Ambiente, ndr) a dare indicazioni per le finalizzazioni del progetto di affiancamento alla linea esistente – ha detto Ferrazza a margine del convegno – Adesso il Ministero dell’Ambiente chiuderà il parere di Valutazione di impatto ambientale (Via) confrontando tra loro sia l’ipotesi costiera che quella di affiancamento alla linea ferroviaria esistente»
Stando a quello che dice questo Ferrazza il Ministero dovrebbe confrontare un progetto con un non-progetto, ma questo è “tecnicamente” impossibile; e poi cosa dovrebbe fare? Diventare progettista di un nuovo progetto, tagliando qui aggiungendo là ……
Invece secondo procedura dovrebbe o approvare o rispedire l’intero progetto 2010 al mittente (Italferr-Rfi), ma questo è “politicamente” impossibile.
Quindi chissà che razza di imbroglio tireranno su.
Intanto questi cazzo di parlamenteri grillini e Sel cosa fanno? Pare che non capiscono neanche il problema.
Dal Messaggero Veneto del 13/11/13
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«La linea della Tav è prioritaria»
Migliorare le infrastrutture di trasporto è fondamentale per i Paesi del Sud-Est dell’Europa, sia per favorire il superamento della crisi sia per accelerare l’integrazione con l’Unione europea. Ma in un periodo di risorse pubbliche in calo, è indispensabile concentrare l’attenzione sui piccoli progetti, sul miglioramento delle reti e dei servizi esistenti, in particolare nelle tratte di confine. È questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa firmato ieri a Trieste, nella sede della Presidenza della Regione, nell’ambito del progetto Acrossee (Accessibility Improved at Border Crossings for the Integration of South East Europe), sostenuto dall’Unione europea. A sottoscrivere il Protocollo sono stati la Regione FVG e gli altri partner: ministeri dei Trasporti, Camere di commercio, Università e altre istituzioni di Paesi dell’Unione europea e del Sud-Est. UDINE La linea alta capacità/alta velocità tra Venezia e Trieste riamane «prioritaria» per il Ministero delle Infrastrutture. Ma le grandi opere non sono più l’unica via contro la crisi e per riavviare lo sviluppo economico. Serve una politica in due tempi. In attesa che il governo si esprima sul tracciato – la palla ce l’ha ora il Ministero dell’Ambiente che deve confrontare i due tracciati ovvero quello costiero (osteggiato dalle due Regioni) e quello parallelo all’autostrada –, e vada avanti l’iter di un’opera a lungo termine, ci sono step di breve e medio periodo. Interventi che permetterebbero di recuperare fino al 30 per cento di capacità per il trasporto merci sulle attuali linee. A cominciare dall’eliminazione dei passaggi a livello e dei colli di bottiglia proprio tra Veneto e Friuli. A breve termine La direttrice è emersa ieri a Trieste durante la conferenza interministeriale che ha visto partecipare Ministeri dei Trasporti, Camere di Commercio, Amministrazioni pubbliche, Università e Partner dei Paesi aderenti al progetto Acrossee (Italia, Austria, Slovenia, Croazia, Montenegro, Romania, Ungheria, Albania, Grecia, Ucraina e Serbia). L’incontro ha portato infatti alla firma di un Memorandum d’intesa per la pianificazione di progetti che possono trovare attuazione nel giro di qualche anno nell’area del sud-est Europa. «Stiamo pianificando una mappa di interventi a breve termine da inserire nella nuova programmazione delle Reti Ten-T – ha spiegato Carlo Fortuna, Capo Unità Trasporti del Cei – che sarà varata in tempi stretti. C’è assoluto bisogno oggi di questi per rivitalizzare l’impresa e l’economia dell’area tramite la riduzione dei costi dei trasporti, mentre l’attesa passiva delle grandi opere porterebbe a una fase di stagnazione anche economica». Gli interventi Gli investimenti, per quanto riguarda il NordEst interessano: «La “linea dei bivi di Mestre”, il bivio San Polo, l’eliminazione dei passaggi a livello sulla tratta Venezia-Trieste, la linea Udine-Cervignano, e gli scali merci di Mestre e Trieste Campo Marzio – ha elencato Fortuna –, che dovranno essere riconfigurati per permettere il carico di treni fino a 750 metri ed equipaggiati con sistemi tecnologici di comando e controllo (che permetterebbe di recuperare il circa 30% di capacità di traffico)». Il governo Anche l’Italia non può aspettare la Tav. «L’Alta Velocità rimane prioritaria – ha confermato Roberto Ferrazza, responsabile dei progetti Ten-t per il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –, però c’è la necessità di servizi passeggeri e merci che siano adeguati. Per esportare abbiamo sempre più bisogno di linee ferroviarie efficienti, ma il costo della logistica oggi è superiore del 10% rispetto alla media europea e questo è un gap che si deve limare subito». Tav Rispetto al patto Veneto-Friuli Venezia Giulia per il superamento dell’ipotesi di una linea ferroviaria costiera, dal Ministero è arrivata la conferma che l’alternativa è allo studio. «Rete ferroviaria italiana, ha sollecitato il Ministero (dell’Ambiente, ndr) a dare indicazioni per le finalizzazioni del progetto di affiancamento alla linea esistente – ha detto Ferrazza a margine del convegno – Adesso il Ministero dell’Ambiente chiuderà il parere di Valutazione di impatto ambientale (Via) confrontando tra loro sia l’ipotesi costiera che quella di affiancamento alla linea ferroviaria esistente». Martina Milia
Marzo 18th, 2017 — General, Tracciati FVG
Dal Piccolo del 22/11/13
Grillini bocciati sulla mozione anti Tav Sergo: «La vecchia politica vuole l?opera»
Il Consiglio affossa la mozione Tav del M5S. Al documento – che, oltre a quello dei grillini, ha incassato solo il voto favorevole del leghista Violino -, si sono opposti Pd, Cittadini, Pdl, Autonomia Responsabile e Piccin del Carroccio. Astenuta Sel. La norma sollecitava la giunta a una serie di interventi, tra i quali un’integrazione del progetto e una nuova analisi costi-benefici dell’infrastruttura. «I politici di professione – è l’accusa di Sergo (M5S) – hanno dato il via libera all’opera». L’assessore Santoro ha ricordato «che la Regione ritiene prioritari i grandi corridoi europei, quindi anche la linea ferroviaria ad Alta capacità/Alta velocità, per garantire la piena valorizzazione della piattaforma logistica regionale. Questo non significa che venga distolta l’attenzione dalle criticità delle reti esistenti». Duro l’intervento di Riccardo Riccardi (Pdl): «Visto che ha cambiato idea sulla Tav, la Serracchiani ci dica quante case dobbiamo buttare giù tra Latisana e Monfalcone». (g.s.)
Marzo 18th, 2017 — General, Tracciati FVG
Messaggero Veneto
28/11/13
Alta velocità, ecco i “paletti” di Latisana
LATISANA Impensabile quadruplicare una rete ferroviaria che attraversa il centro abitato, accanto alla quale, nei decenni, si è sviluppata un’intera cittadina. Impensabile che dei treni per l’alta velocità possano transitare per Latisana dove la curva effettuata dai binari poco prima della stazione già adesso costringe i convogli a importanti rallentamenti, che nel caso della Tav “costerebbero” minuti a ogni passaggio. Tutto questo il sindaco di Latisana, Salvatore Benigno, lo andrà a ribadire, domani sera a Portogruaro, nel corso di un convegno organizzato proprio per parlare della Tav e dell’ipotesi, valutata negativamente anche dal Veneto, di spostare il tracciato verso la costa (da Mestre la Tav scenderebbe verso Campalto, Caposile, La salute di Livenza, Portogruaro e San Michele al Tagliamento, per poi rientrare in affiancamento all’autostrada A4 nel tratto friulano). Rimostranze che Benigno assieme ai sindaci di San Michele al Tagliamento, San Giorgio di Nogaro, Palazzolo dello Stella, Precenicco e Muzzana del Turgnano ha già indirizzato ai presidenti delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto (peraltro con il presidente Zaia c’è già stato un incontro), attraverso una lettera che ribadisce la non condivisione dell’ipotesi che stravolge il vecchio progetto Tav, definendo unico punto fermo della questione il progetto di Rfi in affiancamento all’asse autostradale, «un tracciato che ha avuto ampio consenso – ribadiscono i sindaci – e che sta seguendo il proprio iter a Roma». «E’ in atto il tentativo, da parte di alcune amministrazioni, in ciò sostenute dalla giunta regionale, di giungere a una revisione del tracciato Tav sinora previsto, con il potenziamento della linea esistente, anziché prevedere il tracciato affiancato all’autostrada. Un’ipotesi dalle problematiche insormontabili fra le città di Latisana e San Michele al Tagliamento – ribadisce il sindaco Salvatore Benigno -, un’ipotesi a quanto pare fortemente sostenuta dalla presidente Serracchiani che non tiene in nessun conto l’ipotesi di costruire l’alta capacità/velocità accanto all’autostrada A4, sfruttando la programmazione dei lavori per la terza corsia, altro cavallo di battaglia della presidente. Però è anche un’ipotesi progettuale non supportata da nessun approfondimento tecnico che evidenzi i rischi e i benefici per la Bassa friulana». Ma il sindaco Benigno vuole ricordare anche i venti milioni di euro spesi solo pochi anni fa per dotare il ponte ferroviario di un impianto di sollevamento, in caso di eventi di piena del Tagliamento, «ora cosa facciamo – dice -, rimettiamo tutto in discussione perché qualcuno si è sognato di cancellare il tracciato su cui si è discusso per anni, infischiandosene del territorio?». C’è poi l’aspetto politico di tutta questa vicenda che il sindaco di Latisana esamina per ultimo: «In questa battaglia a beneficio dei nostri cittadini dove si trova il Centrosinistra di Latisana? Dopo aver sostenuto un ordine del giorno, approvato all’unanimità dal consiglio comunale, dove a parole la Sinistra si è detta assolutamente contraria al quadruplicamento della linea esistente, non ho più visto nessuna azione di esplicita opposizione alla decisione della giunta regionale di cambiare il tracciato, a danno del territorio di Latisana e dei Comuni contermini. Caro Centrosinistra, se ci sei batti un colpo». Paola Mauro
27/11/13
Sulla Tav Riccardi se la prende con la Serracchiani
«La Serracchiani ci dica quante case bisognerà buttare giù per il quadruplicamento della Tav». Duro attacco del presidente della Comitato legislazione, valutazione e controllo in consiglio regionale, Riccardo Riccardi, alla presidente della Regione, “colpevole”, a suo dire, di portare avanti il progetto del tracciato dell’alta velocità-alta capacità che prevede l’ammodernamento e il quadruplicamento della linea storica, cassando il precedente progetto. «Visto che ha cambiato idea sulla Tav, la Serracchiani ci dica quante case dobbiamo abbattere tra Latisana e Monfalcone per fare questa ferrovia – attacca -. La nostra proposta correva su un percorso esterno altrettanto efficace e funzionale e che non comportava alcun abbattimento di abitazioni. Servono fatti e la giunta farebbe bene a fare una simulazione di impatto sul territorio relativamente al quadruplicamento del tracciato ferroviario nell’area della Bassa friulana per capire realmente quante persone dovranno lasciare alloggi e terre. Queste cose ci deve dire la Serracchiani e se non le sa porti qui le Ferrovie dello Stato a dircelo, magari loro avranno le risposte». Riccardi non ci sta a intervenire sulla linea storica Trieste-Venezia e si schiera con i sindaci dei comuni di San Giorgio, Muzzana, Palazzolo, Precenicco, e Latisana contro questo progetto. (f.a.)
Marzo 18th, 2017 — General, Tracciati FVG
da il piccolo del 11/12/13
La Tav spacca il fronte dei sindaci
SAN GIORGIO DI NOGARO Cresce la polemica sul tracciato della Tav e il fronte dei sindaci si spacca. E il vicepresidente del consiglio regionale, Paride Cargnelutti, lancia una proposta: nessun quadruplicamento della linea ferroviaria esistente, no al tracciato Tav Illy-Sonego, si al progetto dell’eurodeputato del Ppe, Antonio Cancian. Cargnelutti ha incontrato Cancian a margine del convegno sulla piattaforma logistica del Fvg dove si è fatto il focus sul ruolo della regione in relazione ai Corridoi europei. In quell’occasione l’eurodeputato ha esposto le importanti novità sul tracciato dell’Av/Ac che passerà in regione e nella Bassa. «Con l’onorevole Cancian – commenta Cargnelutti – avevamo affrontato già ad ottobre la questione assieme agli amministratori locali. In meno di due mesi sono emerse delle importanti novità relative al tracciato dell’Av/Ac che attraverserà la Bassa e vanno nella direzione che auspicavamo. In più occasioni e anche in Consiglio regionale ho espresso contrarietà al quadruplicamento della linea che avrebbe devastato questo territorio. Gli ultimi studi aggiornati di Cancian, invece, ci presentano la possibilità, con gli opportuni adeguamenti tecnologici, di ottenere il transito delle merci e l’alta velocità passeggeri migliorando l’attuale linea ferroviaria. Il corridoio che taglia la Bassa insieme al tracciato che da Venezia arriva a Udine via Conegliano-Pordenone hanno, con opportuni interventi, già i quattro binari necessari per l’Alta capacità delle merci (tratto Ve-Pn-Ud) e delle persone (tratto costiero Ve-Ts). Le velocità di trasporto rientrano nei parametri minimi richiesti dall’Ue che non devono essere al di sotto dei 160 e 200 km/h. Questo studio – spiega – risolve il contenzioso di questi anni e non stravolge l’ambiente: l’unica tratta da migliorare sarà la Udine-Cervignano. In termini di costi l’intervento è fattibile: si passerebbe dagli oltre 7 miliardi di euro previsti a un miliardo. Questa ipotesi ha già avuto parere favorevole da parte di TreniItalia che sarebbe pronta ad intervenire in tempi rapidi. L’Europa, come ha spiegato Cancian, ha già dato l’ok alla programmazione e predisposto un ammontare economico per tutti i progetti che verranno presentati. Ora tocca alle amministrazioni locali e alla Regione non perdere la coincidenza con questa opportunità di crescita. La pianificazione del precedente tracciato Illy-Sonergo risulta superata liberando vincoli urbanistici».(f.a.)
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Non si vuole quadruplicare la tratta. Cargnelutti (Nuovo centro destra) spinge per la ristrutturazione della ferrovia
Marzo 18th, 2017 — General, Tracciati FVG
Messaggero Veneto VENERDÌ, 20 DICEMBRE 2013
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Pagina 12 – Economia
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Tav, c’è l’ipotesi del tunnel sott’acqua
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Progetto dell’architetto De Simone che boccia il quadruplicamento delle linee esistenti e l’idea di Cancian: sono pericolose
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UDINE Boccia il quadruplicamento della linea esistente ma anche lo sdoppiamento a Mestre e l’idea di far passare l’alta capacità lungo la linea Pontebbana (come proposto dall’europarlamentare Antonio Cancian). Perché «sono ipotesi pericolose. Non è sostenibile far passare treni ad alta capacità nelle stazioni esistenti». Per Fernando De Simone, esperto in costruzioni sotterranee e referente per due delle maggiori società nella progettazione di tunnel (Tec tunnel e Norconsult, olandese la prima e svedese la seconda), la soluzione è un tunnel sottomarino – valore 5 miliardi di euro da realizzare con finanza di progetto – per trasportare da un lato le merci e dall’altro, attraverso un sistema cadenzato di metropolitana, le persone interessate a raggiungere le spiagge di Jesolo, Caorle e Lignano (collegate al tunnel con bypass). Fantascienza? Il progetto è già sul tavolo delle due regioni da un paio d’anni. «Lo abbiamo presentato anche alla presidente Serracchiani – spiega il tecnico – e riteniamo sia l’ unica ipotesi credibile». I vantaggi duplici: ambientali e di sicurezza. «Qualche giorno fa è accaduto un incidente a Marghera un convoglio che trasportava gas liquido ha preso fuoco. Ma viaggiava a 20 all’ora e il peggio è stato evitato. Cosa accadrebbe se succedesse su un treno che viaggia a 160 chilometri orari?. Una strage peggiore di Viareggio». Incendi in tunnel sotterraneo, invece, «comportano rischi solamente per chi si trova a bordo del treno merci, un paio di persone a viaggio» rivendica De Simone. L’architetto giudica inattuabili le ipotesi in galleria proposte dai progetti che puntano a lavorare sul potenziamento o rafforzamento dell’esistente «anche se potenziare la linea esistente è giusto, ma non per far passare le merci in alta capacità. In Italia la pendenza massima che può superare un treno per il trasporto merci è di 15 metri di profondità ogni 1000 metri di lunghezza. Per arrivare quindi al tunnel posizionato a circa 30 metri di profondità servirebbero due chilometri per scendere e altri due chilometri per risalire. I centri che si susseguono da Marcon a Portogruaro distano pochi chilometri l’uno dall’altro per cui, seguendo questa idea, costruiremmo le montagne russe». E poi «la velocità oraria dei treni sarebbe di gran lunga inferiore a quella attuale. I costi per la realizzazione dei tunnel vicino a circa 2000 abitazioni incalcolabili in termini di denaro e tempo». E come si trovano 5 miliardi? «L’opera si autofinanzia trasportando 30 mila mezzi pesanti al giorno – ipotizzando un costo di 50 euro a viaggio – garantirebbero di rientrare dell’investimento in dieci anni. Se poi andassimo a calcolare il flusso che sarà garantito dalla Orte-Mestre, i numeri aumenterebbero di gran lunga». Ma per far fronte ai camion si sta lavorando alla terza corsia. Opera che per De Simone «non serve. Negli Stati Uniti hanno smesso di sventrare il territorio perché si sono resi conto che aumentando le corsie non superi i colli di bottiglia. Solo noi – aggiunge – non l’abbiamo ancora capito». Martina Milia
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Marzo 18th, 2017 — General, Tracciati FVG
Ma cosa aspettano a dire al Ministero che bocci il progetto 2010?
mv 24 gennaio 2014
Latisana, le prime da Mestre sarebbero dirottate sulla Treviso-Pordenone-Udine. Per i viaggiatori da potenziare l’attuale via San Donà-Portogruaro-Cervignano
LATISANA. Separare la linea merci da quella passeggeri, mantenendo quest’ultima sulla linea “bassa” da Mestre a Cervignano-via Portogruaro e spostando l’altra sulla linea “alta”, via Treviso-Pordenone-Udine.
E’ questa la proposta elaborata dai sindaci di Latisana, Ronchis, Precenicco, Porpetto, Palazzolo dello Stella e Pocenia, al termine di un incontro che li ha visti riuniti, l’altra sera, per esprimere ancora una volta parere contrario al quadruplicamento della linea ferroviaria esistente per adattarla all’alta velocità/alta capacità e, allo stesso tempo, formulare un’ipotesi, «senza la necessità di creare una nuova linea ferroviaria – precisano in una nota – puntando invece sulla possibilità di utilizzare i binari esistenti adattandoli alle tecnologie Ertms 1 per l´alta capacità e dell´Ertms 2 per l’alta velocità, più altri interventi tecnologici sulle stazioni ferroviarie».
«L’idea – spiega il sindaco di Latisana, Salvatore Benigno, anche a nome dei colleghi, Vanni Biasutti per Ronchis, Massimo Occhilupo per Precenicco, Pietro Dri per Porpetto, Mauro Bordin per Palazzolo e Danilo Bernardis per Pocenia – è quella di separare le merci dai passeggeri all’altezza di Mestre, per poi ricongiungerle a Cervignano in direzione Trieste.
In questo modo occorrerà adeguare l’infrastruttura esistente tra Mestre e Cervignano-via Portogruaro e renderla operabile per l’alta velocità passeggeri, prevedendo per le merci il passaggio via Treviso-Pordenone-Udine sfruttando la linea esistente. Inoltre, il collegamento degli interporti di Pordenone e Cervignano sarebbe garantito e farebbe uscire queste infrastrutture dall’attuale marginalità».
L’idea, definita dai sindaci «maggiormente sostenibile sotto il profilo dell’impatto ambientale e dai molti vantaggi in un’ottima di sviluppo delle reti infrastrutturali», verrà sottoposta all’attenzione degli enti locali, della Provincia, della Regione e del ministero delle Infrastrutture, sottolineando anche il fatto che questa ipotesi «avrebbe il pregio di non devastare il territorio e recuperare il carattere di sostenibilità dell’intervento, anche da un punto anche economico – spiega ancora Benigno -.
L’opera, a questo punto, diventerebbe fattibile perché da 7,4 miliardi di euro di spesa prevista si passerebbe a circa 1 miliardo». Una proposta, quella formulata dai sindaci della Bassa che per loro stessa ammissione va ulteriormente approfondita, ma che tuttavia ha l’obiettivo di stimolare una discussione con la Regione in particolare con la presidente Serrachiani «per scongiurare il pesante vincolo urbanistico del tracciato Illy-Sonego (progetto del 2010, ndr) – dice ancora Benigno – e al contempo rappresenta una occasione utile per migliorare le attuali reti ferroviarie, senza quadruplicamento».
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Marzo 18th, 2017 — General, Tracciati FVG
da Il Piccolo del 20 febbraio 2014 – Pagina 27 – Gorizia-Monfalcone
San Canzian dice no al tracciato della Tav
L’assessore Dreos: «Il progetto non ha tenuto conto dei suggerimenti formulati» La strada provinciale Fogliano-Pieris rimarrà chiusa per tutta la durata dei lavori
SAN CANZIAN D’ISONZO Nonostante le integrazioni, il progetto preliminare della Tav nella tratta Portogruaro-Ronchi dei Legionari non è senza pecche, secondo il Consiglio comunale di San Canzian d’Isonzo. Anche perché, come spiegato dall’assessore ai Lavori pubblici, Luciano Dreos, dei correttivi suggeriti dal territorio non si è tenuto molto conto. Nell’ultima seduta dell’assemblea, è stata quindi approvata, dalla maggioranza, che l’aveva proposta, un’ipotesi alternativa rispetto alla soluzione da progetto per il viadotto di attraversamento dell’Isonzo. Il progetto di Italferr prevede che il futuro viadotto attraversi il fiume con la quota delle rotaie a più 18,50 metri, circa 6 metri in più dei ponti ferroviari esistenti. Con un impatto visivo nel tratto tra il fiume Isonzo e l’ex stazione di Pieris a dir poco importante, considerando che le rotaie all’intersezione con la strada provinciale numero 1 Fogliano–Pieris saranno a una quota di 16,88 metri, circa 7,50 dal piano stradale. Il gruppo di maggioranza Centrosinistra Democratico ha quindi proposto l’abbassamento del nuovo viadotto, impostando le travi alla quota di più 13 metri, quindi a un metro sopra la quota superiore dell’argine, e di raccordare la linea con gli attuali binari nell’ex stazione di Pieris. Per evitare la chiusura della Sp 1 durante i lavori, e fino alla dismissione della linea storica, è stata richiesta invece la costruzione di una strada di by-pass, con la creazione di un sottopasso ferroviario e una nuova bretella stradale di variante alla Sp 1 stessa. Questa soluzione, secondo l’assessore Dreos, consentirà, oltre che di evitare la chiusura della Sp 1, un minor costo del tratto ferroviario tra l’ex stazione di Pieris e il fiume Isonzo e, soprattutto, un minor impatto visivo dell’opera, che potrà essere mitigata con terrapieni o fasce boschive. Il gruppo di maggioranza Centrosinistra Democratico ha quindi reiterato le richieste già formulate nei documenti precedenti. In particolare sono state ribadite quelle concordate con i cittadini interessati e che riguardano la demolizione e la ricostruzione in altro loco, prima dell’inizio dei lavori, di tutte le case entro una fascia di 30 metri dalla ferrovia e la formazione su tali aree di una fascia boscata a mimetizzazione delle barriere antirumore. «L’amministrazione comunale non intende chiedere opere pubbliche a compensazione del passaggio della linea Av-Ac – ribadisce l’assessore Dreos -, ma pretende che siano soddisfatte in primo luogo le esigenze abitative dei suoi cittadini, che in prima persona subiranno gli effetti dell’allargamento della ferrovia. Riteniamo che lo sforzo finanziario richiesto sia pienamente sostenibile per un’opera di un tale impatto sociale».
Marzo 18th, 2017 — General, Tracciati FVG
…. Però la TAV c’è ancora e non si sa nulla su cosa abbia deciso il Ministero
Messaggero online 26 marzo 2014
Raggiunto l’accordo a Roma tra Fvg, Veneto, ministero delle infrastrutture, commissario per la Tav e Rfi. Serracchiani: “Rfi ha recepito le nostre istanze che da tempo chiedevano di modificare il tracciato del 2010. Inoltre è stato concordato che gli interventi saranno intanto finalizzati alla velocizzazione della tratta esistente”. Il ministro Lupi: riunione molto concreta e operativa
TRIESTE. Il collegamento ad alta velocità fra Venezia e Trieste si farà, procedendo però con una realizzazione per fasi, più sostenibile economicamente e meno invasiva.
È quanto emerso oggi a Roma, al termine dell’incontro al quale hanno preso parte la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, il presidente del Veneto, Luca Zaia, il commissario straordinario per la Tav Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi, l’amministratore delegato di Rfi, Michele Mario Elia, e il capo della struttura tecnica di missione del ministero alle Infrastrutture, Ercole Incalza.
«Rfi – ha confermato Serracchiani – ha recepito le istanze del Friuli Venezia Giulia e del Veneto che da tempo chiedevano di modificare il tracciato del 2010. Inoltre, considerati i tempi lunghissimi previsti per la realizzazione e l’enorme impegno finanziario richiesto per l’opera, è stato concordato che gli interventi saranno intanto finalizzati alla velocizzazione della tratta esistente, per la quale è previsto un impegno di 1,8 miliardi di euro.
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Tav: Serracchiani, da Mestre a Trieste avanti per fasi
26 Marzo 2014 – 14:53
(ASCA) – Trieste, 26 mar 2014 – Il collegamento ad Alta velocita’ fra Venezia e Trieste si fara’, procedendo pero’ con una realizzazione per fasi, piu’ sostenibile economicamente e meno invasiva. E’ quanto emerso oggi a Roma, al termine di un incontro al quale hanno preso parte, oltre alla presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, anche il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, il presidente del Veneto, Luca Zaia, il commissario straordinario per la Tav Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi, l’amministratore delegato di Rfi, Michele Mario Elia, e il capo della struttura tecnica di missione del ministero alle Infrastrutture, Ercole Incalza. Rfi, ha confermato Serracchiani, ha recepito le istanze del Friuli Venezia Giulia e del Veneto che da tempo chiedevano di modificare il tracciato del 2010. Inoltre, considerati i tempi lunghissimi previsti per la realizzazione e l’enorme impegno finanziario richiesto per l’opera, e’ stato concordato che gli interventi saranno intanto finalizzati alla velocizzazione della tratta esistente, per la quale e’ previsto un impegno di 1,8 miliardi di euro. Lo sdoppiamento e scavalco del bivio San Polo presso Monfalcone rientra in questa serie di interventi, mentre l’intervento sulla Udine-Cervignano e quello, gia’ finanziato, sul nodo di Udine, andra’ ad integrarsi con la modernizzazione dell’asse Adriatico-Baltico, attraverso il potenziamento tecnologico e strutturale della linea Pontebbana. fdm/sam/
Tav: Zaia, portiamo a casa sblocco Mestre-Portogruaro
26 Marzo 2014 – 13:31
(ASCA) – Venezia, 26 mar 2014 – ”Ho trovato il ministro Lupi tonico ed efficiente sulla partita della Tav in Veneto”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo l’incontro con il ministro sulla Tav Mestre-Triste, a cui ha partecipato anche Debora Serracchiani, presidente del Fvg. ”Dalla riunione di stamattina – ha aggiunto – noi portiamo a casa lo sblocco della progettazione del tratto Verona-Padova e anche quello del tratto Venezia-Portogruaro, con l’abbandono dell’ipotesi del vecchio tracciato”. Prossimo un incontro col sindaco di Vicenza, Achille Variati, cosi’ da affrontare il nodo del tracciato nella cittadina berica. Oltre ai progetti per la Tav, poi, ”portiamo a casa anche lo sblocco della progettazione del tratto fra Venezia e l’aeroporto, che e’ strategico”. fdm/cam
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La Nuova Venezia 26 marzo
Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti ha incontrato i governatori Serracchiani e Zaia oggi a Trieste
TRIESTE. «L’alta velocità tra Venezia e Trieste va avanti. Abbiamo deciso di abbandonare il vecchio progetto del 2010 e di sbloccare la progettazione di un nuovo tracciato». Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, al termine di un incontro al ministero a Roma con i presidenti di Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e Veneto, Luca Zaia.
Per il tratto in questione – ha ricordato Lupi – c’è già il consenso del territorio per il tratto veneto, e presto arriveranno le osservazioni dal Friuli Venezia Giulia. «Rfi prenderà in considerazione le osservazioni e le verificherà – ha continuato Lupi -, in modo da poter avviare in tempi rapidi lo studio di fattibilità e il conseguente progetto preliminare da sottoporre al ministero dell’Ambiente per la Valutazione di impatto ambientale». Parallelamente alla progettazione della Tav RFI sta lavorando per velocizzare la linea esistente con interventi funzionali di ammodernamento tecnologico che permetteranno velocità fino a 200 Km orari. A tal fine è stata evidenziata la necessità di intervento su alcuni nodi critici (Linea dei Bivi, Bivio San Polo, passaggi a livello, nodo di Udine). L’investimento per queste opere è di un miliardo e 800 milioni di euro. Il ministro Lupi, in pieno accordo con il presidente Zaia, ha quindi chiesto a Rfi di lavorare sul collegamento ferroviario con l’aeroporto internazionale di Venezia. Alla riunione con Lupi e i presidenti di regione hanno partecipato il commissario straordinario per la Tav Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi, e i vertici di RFI, l’amministratore delegato Michele Elia e il direttore Investimenti Maurizio Gentile.
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Precedentemente
Tracciato alternativo Tav per il Ministero non esiste – Cronaca – la Nuova di Venezia
nuovavenezia.gelocal.it
Allarme del Pd dopo la risposta del sottosegretario De Caro all’interrogazione «Il percorso litoraneo è stato bocciato da tutti ma a Roma c’è solo quello»
Marzo 18th, 2017 — General, Tracciati FVG
Dal piccolo 2014-07-13, 20 Regione RIVOLUZIONE SUI BINARI A MILANO IN TRE ORE
di Giovanni Tomasin wTRIESTE Ferrovie dello Stato conta entro il 2016 di ridurre a un’ora e 15 minuti il tempo di percorrenza fra Trieste e Venezia e a tre ore e 6 minuti (14 in caso di più fermate) quello fra il capoluogo regionale e Milano. Sarebbe una autentica rivoluzione, l’uscita per Trieste e la regione da uno status di marginalità e di penalizzazione. Il risultato sarebbe raggiungibile essenzialmente con due manovre: entro il 2016 il tratto lombardo della Tav dovrebbe essere completato, con quanto consegue rispetto alla velocità dei convogli; con una serie di lavori mirati a sanare i “colli di bottiglia”, le pendenze e i raggi di curvatura, e con nuove tecnologie per il controllo del traffico ferroviario nella tratta veneta e friul-giuliana sarebbero poi recuperate altre decine di minuti sugli attuali tempi di percorrenza. E il secondo capitolo di lavori – non parliamo dunque dei cantieri Tav – sarebbe spesabile con investimenti sostenibili anche in tempi di grave penuria di risorse pubbliche. Insomma, non saremmo di fronte all’ennesimo libro dei sogni. L’aveva annunciato nei giorni scorsi la presidente della Regione, Debora Serracchiani, in seguito a un summit romano con i vertici e i tecnici di Fs. Una rassicurazione importante, visto che i collegamenti ferroviari del Friuli Venezia Giulia con il resto d’Italia sono un tasto dolente da diversi anni. Ora un documento della Rete ferroviaria italiana (Rfi fa parte del gruppo Fs) illustra come la società intenda raggiungere questo risultato. E siamo in grado di anticiparlo. Quattro fasi d’intervento Va da zero a tre la scansione degli interventi che Fs intende mettere in campo. L’ultimo, la fase 3, riguarda la possibilità di introdurre l’alta velocità in regione e, sebbene il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi abbia ribadito di recente la «priorità dell’opera per il governo», resta per il momento sospesa agli interrogativi di opportunità, tempi e finanziamenti. Le fasi comprese fra 0 e 2, però, sono quelle che dovrebbero giungere a compimento entro un paio d’anni: Serracchiani qualche giorno fa ha annunciato al top managment di Allianz Italia, riunito a Trieste, l’impegno da parte di Fs a investire 50 milioni di euro per la velocizzazione della linea. Il documento di Rfi qualifica le prime tre fasi come «interventi finanziati per 30 milioni di euro nel Dl Fare». La fase zero Il primo passaggio contempla interventi sul tratto di ferrovia compreso fra Venezia e Quarto d’Altino (dal km 4 al km 16). Come tutti quelli successivi, prevede modifiche agli impianti tecnologici Te ed Is; l’adeguamento del tracciato con la modifica delle geometrie delle curve; interventi di opere civili nell’ambito di Quarto d’Altino e dell’ex fermata di Gaggio; l’inserimento del “blocco automatico banalizzato a correnti codificate” (Bab cc), un dispositivo che regola in modo automatico il distanziamento dei treni. Il recupero di tempi stimati è di un minuto per i treni di rango C (la maggior parte dei treni destinati al trasporto passeggeri) e di un minuto e mezzo per i treni di rango P (la classe di treni che si sposta a velocità superiori al rango C). La fase uno Il secondo passaggio prevede interventi generici sulla tratta compresa fra Quarto d’Altino e Portogruaro (dal km 18 al km 58), con modifiche di geometria del binario, opere civili e interventi Te ed Is. Il recupero nel minutaggio calcolato per questa fase è di 2,5 minuti per il rango C e di 4 minuti per il rango P (3,5 minuti per il rango C e 5,5 minuti per il rango P nel complesso). Secondo le previsioni i treni di ultimo modello potrebbero raggiungere i 200 chilometri orari in questo tratto. La fase due Il terzo momento della velocizzazione si interessa della parte di tracciato compresa fra Latisana e il bivio di San Polo a Monfalcone (dal km 75 al km 109,5). Verrà attuato l’adeguamento del tracciato con interventi sulle curve da Latisana a Cervignano. Piccole varianti di tracciato verranno realizzate fino a al km 99 (poco prima di Cervignano), con ulteriori modifiche alle curve e piccoli interventi nei chilometri rimanenti. Previste anche in questo caso le modifiche agli impianti tecnologici. I recuperi stimati in questo caso sono di 2,5 minuti per il rango C e di 3,5 minuti per il rango P. I tempi di percorrenza La relazione di Rete ferroviaria italiana si conclude con una coppia di tabelle che riassume i guadagni di minutaggio previsti alla fine degli interventi: non soltanto quelli appena descritti sulla linea Venezia-Trieste, ma anche quelli di carattere organizzativo generale e sul resto del tracciato fino a Milano. Secondo Rfi i treni di rango C a lavori ultimati (nel 2016) impiegheranno tre ore e sei minuti (o 14 in caso di più fermate) da Trieste a Milano, un’ora in meno rispetto al collegamento più rapido attuale (e si tratta di un treno in andata e uno al ritorno da Milano, particolarmente veloce solo perché ferma esclusivamente a Verona e a Mestre). Quanto ai tempi di percorrenza da Trieste a Mestre saranno di un’ora e un quarto rispetto all’ora e mezza odierna (ma in effetti i “Frecciabianca” non impiegano mai meno di un’ora e 45 minuti). Per il rango P i tempi previsti sono di due ore e 54/46 minuti da Trieste a Milano e di un’ora e otto minuti per la Trieste-Mestre. La fase tre L’ultima fase delineata da Rfi è la Tav e, come titola un celebre film dei comici britannici Monty Python, è «qualcosa di completamente diverso»: costo previsto di un miliardo e ottocento milioni di euro, decine di chilometri di varianti di tracciato, alta velocità prevista su quasi tutto il tracciato con una forte decelerazione dopo Monfalcone. Ma se e come questo debba tradursi in pratica è ancora tutto da vedere
014-07-15, 17 LA RIVOLUZIONE SUI BINARI INCASSA IL SÌ DI LEGAMBIENTE
TRIESTE Via libera alla velocizzazione della linea ferroviaria del Friuli Venezia Giulia che consentirà di unire Trieste a Milano in poco più di tre ore e a Venezia in soli 68 minuti. E che intonerà le campane a morte all’aborrita Tav. Legambiente non ha dubbi e brinda alla “rivoluzione” sui binari: «Nonostante la presidente Debora Serracchiani non se la senta di dichiarare morta e sepolta la Tav, è del tutto evidente che a quel progetto faraonico, che andava contro il parere di tutte le amministrazioni locali e che portava con sè un costo esorbitante, non ci crede più nessuno». L’associazione ambientalista apprezza invece che gli interventi di velocizzazione sulla rete esistente, «quelli che la nostra associazione caldeggiava già più di dieci anni fa», stiano finalmente prendendo forma. Nel dettaglio Legambiente cita la “velocizzazione e aumento di capacità della attuale linea Trieste–Venezia sul tratto Latisana–Pieris compresa l’eliminazione dei passaggi a livello”, gli “interventi di miglioramento funzionale e tecnologico del nodo di Monfalcone e delle connessioni con Porto e Fincantieri”, la cancellazione di «una serie di interventi dannosi e obsoleti sulle infrastrutture di mobilità come ad esempio il collegamento autostradale A23 – A27». E aggiunge: «Con questi interventi, che consentiranno di portare la velocità dei treni a 200 Km/h, si vedrà realizzato quanto indicato dall’Unione europea, che stabiliva chiaramente che l’alta velocità è costituita anche da “linee specialmente ristrutturate per l’alta velocità, attrezzate per velocità pari a circa 200 km/h”». Legambiente esprime invece le perplessità sugli interventi (necessari) di modernizzazione del Bivio San Polo «in assenza di una progettazione specifica svincolata dall’attuale progetto preliminare della Tav» e sulla realizzazione del Polo intermodale di Ronchi dei Legionari perché «la nuova stazione di Ronchi aeroporto sembra sarà costituita da una modesta fermata “passante” in evidente contraddizione con le esigenze dei passeggeri provenienti dall’aeroporto e con le enormi dimensioni del parcheggio».
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Marzo 18th, 2017 — Tracciati FVG
dal Piccolo del 11/03
Frenata sulla Capodistria-Divaccia: «Inutile il raddoppio»
TRIESTE «Contrordine compagni». Chi l’ha detto che il raddoppio della linea ferroviaria Capodistria-Divaccia sia così strategico per il futuro della Slovenia? A instillare il seme del dubbio è proprio il ministro delle Infrastrutture (del governo Janša in carica solo per l’ordinaria amministrazione) Zvonko ‹erna›. Nel corso di una sua visita a Pirano il ministro, infatti, ha dichiarato che bisogna seriamente ripensare se l’infrastruttura ferroviaria sia veramente utile a fronte degli 1,3 miliardi di euro che verrebbe a costare. Secondo il ministro per il porto di Capodistria sarebbe molto più importante velocizzare e aumentare la capacità della linea esistente fino a 130-150 treni al giorno. Con la modernizzazione entro il 2015 si raggiungerà la quota di 103 convogli ferroviari al giorno. C’è ancora tempo per pensarci su con attenzione, sostiene ancora ‹erna›, e il compito di svolgere le opportune valutazioni spetta agli esperti. Ma c’è di più. Secondo il responsabile delle infrastruttue, infatti, con la modernizzazione della linea attuale si riuscirebbe a garantire al porto di Capodistria il numero di convogli soddisfacente fino al 2020. Egli ha altresì ricordato che nell’attuale situazione economica per il raddoppio della Capodistria-Divaccia sarebbero garantiti non più di 52 milioni di euro i quali andrebbero perduti se non venissero convogliati su altri obiettivi infrastrutturali. In futuro, ha concluso ‹erna›, non bisognerà solo assicurare la realizzazione dei principali progetti infrastrutturali, ma sarà indispensabile costruirli «in modo razionale e in base alle necessità reali». Chiaro il messaggio lanciato al nuovo nascituro governo sloveno che comunque dovrà rimettere mano alle dissestate finanze dello Stato e decidere con oculatezza i futuri investimenti. (m. man.)