San Canzian dice no al tracciato della Tav

da Il Piccolo del 20 febbraio 2014 – Pagina 27 – Gorizia-Monfalcone

San Canzian dice no al tracciato della Tav

L’assessore Dreos: «Il progetto non ha tenuto conto dei suggerimenti formulati» La strada provinciale Fogliano-Pieris rimarrà chiusa per tutta la durata dei lavori

 

SAN CANZIAN D’ISONZO Nonostante le integrazioni, il progetto preliminare della Tav nella tratta Portogruaro-Ronchi dei Legionari non è senza pecche, secondo il Consiglio comunale di San Canzian d’Isonzo. Anche perché, come spiegato dall’assessore ai Lavori pubblici, Luciano Dreos, dei correttivi suggeriti dal territorio non si è tenuto molto conto. Nell’ultima seduta dell’assemblea, è stata quindi approvata, dalla maggioranza, che l’aveva proposta, un’ipotesi alternativa rispetto alla soluzione da progetto per il viadotto di attraversamento dell’Isonzo. Il progetto di Italferr prevede che il futuro viadotto attraversi il fiume con la quota delle rotaie a più 18,50 metri, circa 6 metri in più dei ponti ferroviari esistenti. Con un impatto visivo nel tratto tra il fiume Isonzo e l’ex stazione di Pieris a dir poco importante, considerando che le rotaie all’intersezione con la strada provinciale numero 1 Fogliano–Pieris saranno a una quota di 16,88 metri, circa 7,50 dal piano stradale. Il gruppo di maggioranza Centrosinistra Democratico ha quindi proposto l’abbassamento del nuovo viadotto, impostando le travi alla quota di più 13 metri, quindi a un metro sopra la quota superiore dell’argine, e di raccordare la linea con gli attuali binari nell’ex stazione di Pieris. Per evitare la chiusura della Sp 1 durante i lavori, e fino alla dismissione della linea storica, è stata richiesta invece la costruzione di una strada di by-pass, con la creazione di un sottopasso ferroviario e una nuova bretella stradale di variante alla Sp 1 stessa. Questa soluzione, secondo l’assessore Dreos, consentirà, oltre che di evitare la chiusura della Sp 1, un minor costo del tratto ferroviario tra l’ex stazione di Pieris e il fiume Isonzo e, soprattutto, un minor impatto visivo dell’opera, che potrà essere mitigata con terrapieni o fasce boschive. Il gruppo di maggioranza Centrosinistra Democratico ha quindi reiterato le richieste già formulate nei documenti precedenti. In particolare sono state ribadite quelle concordate con i cittadini interessati e che riguardano la demolizione e la ricostruzione in altro loco, prima dell’inizio dei lavori, di tutte le case entro una fascia di 30 metri dalla ferrovia e la formazione su tali aree di una fascia boscata a mimetizzazione delle barriere antirumore. «L’amministrazione comunale non intende chiedere opere pubbliche a compensazione del passaggio della linea Av-Ac – ribadisce l’assessore Dreos -, ma pretende che siano soddisfatte in primo luogo le esigenze abitative dei suoi cittadini, che in prima persona subiranno gli effetti dell’allargamento della ferrovia. Riteniamo che lo sforzo finanziario richiesto sia pienamente sostenibile per un’opera di un tale impatto sociale».