Entries Tagged 'Loro' ↓
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
Ecco qua il meglio di debora
http://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act?dir=%2Frafvg%2Fcms%2FRAFVG%2Fnotiziedallagiunta%2F&nm=20131110104125001
10.11.2013 10:41
TAV: DA GIUNTA VIA LIBERA A TRE INTERVENTI STRATEGICI
MA NON ESPRIME PARERE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE SUL PROGETTO PRELIMINARE PER LA TRATTA RONCHI-TS
Trieste, 10 nov – La Giunta regionale non esprime parere di compatibilità ambientale sul progetto preliminare complessivo della nuova linea ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità per la tratta Ronchi dei Legionari-Trieste, presentato da Italferr S.p.A., ma dà il “via libera”, con alcune prescrizioni, a tre interventi specifici compresi nel progetto, ritenuti strategici per il sistema dei trasporti del Friuli Venezia Giulia: il Bivio di San Polo a Monfalcone, la stazione ferroviaria davanti al polo intermodale dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, le interconnessioni in località Bivio di Aurisina.
Si chiede inoltre a Italferr che venga sviluppata un’alternativa per quanto riguarda, in particolare, la tratta Bivio San Polo-Bivio di Aurisina e la tratta Bivio di Aurisina-Trieste, anche in considerazione di eventuali sviluppi di futuri progetti infrastrutturali concernenti la rete dei trasporti della confinante Repubblica di Slovenia, prima della realizzazione del progetto definitivo.
È quanto deciso nell’ultima riunione di Giunta, su proposta degli assessori all’Ambiente, Sara Vito, e alle Infrastrutture, Mariagrazia Santoro. Si è deciso di non esprimere il parere di compatibilità ambientale sul progetto complessivo di fronte alle “carenze documentali evidenziate e al permanere dello stato di incertezza e di insufficiente conoscenza in merito alle potenziali criticità indotte dal progetto”.
Per quanto riguarda le prescrizioni, Italferr dovrà predisporre, per ciascuno dei tre interventi puntuali, un Piano di monitoraggio sistematico dei fattori inquinanti, da sottoporre all’ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente). Per San Polo, in particolare, si chiede a Italferr di sviluppare una semplificazione progettuale, che consenta una riduzione degli impatti con una contestuale ottimizzazione della rete (utilizzo dei binari esistenti) anche in funzione del collegamento con il Porto di Monfalcone, mediante per esempio una soluzione a scavalco.
Per la stazione davanti al polo intermodale di Ronchi, Italferr dovrà porre particolare attenzione in fase di cantiere a non interferire con le aree relative ai laghetti di Dobbia e curare le opere di ripristino del verde, eseguendo la manutenzione nei cinque anni successivi rispetto alla chiusura dei lavori.
Infine, per l’interconnessione nei pressi di Aurisina, le opere dovranno essere limitate ai tratti superficiali e a quanto strettamente indispensabile, tenendo comunque in considerazione le alternative di tracciato proposte e le misure di mitigazione previste. Dovranno inoltre essere analizzate possibili soluzioni per il mantenimento delle caratteristiche architettoniche di manufatti eventualmente vincolati da un punto di vista storico-architettonico.
ARC/PF
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
1 agosto il piccolo
LA GIUNTA DI SAN CANZIAN
«Tav, la Regione preveda tutele per Pieris e Begliano»
SAN CANZIAN D’ISONZO Altolà della giunta comunale alla Regione in merito al tracciato della Tav: «Pieris e Begliano – ribadisce l’esecutivo – devono essere messe in salvaguardia». Ricordando le osservazioni già inoltrate in difesa delle due località, la giunta afferma: «Vogliamo una fascia di rispetto di trenta metri, consideriamo interferenti tutte le opere esistenti, viabilità inclusa, le barriere antirumore devono essere schermate da terrapieni e fasce boscate, chiare e precise le modalità di ristoro dei danni subiti». Questo dunque il diktat dell’amministrazione sancancanzianese verso un’opera non condivisa, se non a prezzo di una chiara e precisa tutela del territorio e dei residenti. La giunta inoltra così, con una nota tecnica, la delibera che riassume i capisaldi irrinunciabili secondo l’amministrazione. Infatti il documento “Nuova linea Av/Ac Venezia – Trieste – Sistema conoscitivo unitario” prodotto da Italferr spa e inoltrato anche ai Comuni interessati, rappresenta la visione complessiva del Progetto, raggruppando in modo organico i risultati dei modelli valutativi adottati nei quattro Sia. Tale documento è la visione complessiva del progetto della linea Av/Ac Mestre – Trieste ed è un’integrazione ai progetti depositati nel dicembre 2010 per i quali è tuttora in corso l’istruttoria. Lo scenario a cui fa riferimento è quello relativo al progetto preliminare già preso in esame dall’amministrazione comunale nel periodo dicembre 2010-marzo 2011. Inoltre non essendo pervenute al Comune osservazioni al documento né da singoli cittadini né da associazioni ambientaliste, né dal gruppo di minoranza comunale, e avendo verificato che nel tratto di competenza del comune di San Canzian d’Isonzo, che va da Pieris a Begliano, non ci sono state modifiche progettuali, la giunta ha ritenute valide tutte le osservazioni già recepite nella delibera.
MERCOLEDÌ, 01 AGOSTO 2012
Pagina 23 – Gorizia-Monfalcone
ALTA VELOCITà
Legambiente ripropone le osservazioni
Legambiente ripresenterà le osservazioni alla Via sul progetto dell’Alta velocità-Alta capacità, pur ritenendolo ormai parcheggiato su un binario morto. L’associazione porta come prova le affermazioni del Commissario straordinario per l’alta velocità della tratta Venezia-Ronchi, Bortolo Mainardi. «Mainardi ha dichiarato di non pensare alla realizzazione dell’intero tracciato – afferma Legambiente -, ma di intervenire in via prioritaria potenziando la linea esistente, sdoppiando la tratta Bivio San Polo-Monfalcone, per separare le linee Udine-Trieste e Venezia-Trieste che oggi confluiscono determinando una perdita di capacità fino a 40-50 treni al giorno, raddoppiando la linea Cervignano-Palmanova-Bivio Vat e completando la Linea dei Bivi quale circonvallazione merci a Mestre. Tra l’altro, sembra che Mainardi stia cercando di portare a casa un progetto diverso con i sindaci di Veneto e Friuli su un’ipotesi diversa da quella di cui si discute». Legambiente, quindi, ripresenterà le sue osservazioni al progetto Tav, rinviato per un parere a tutte le amministrazioni interessate, ma «non può che dichiarare sdegno per l’ostinazione con cui i sostenitori dell’alta velocità hanno portato avanti un progetto faraonico e inutile».(la.bl.)
DOMENICA, 29 LUGLIO 2012 Pagina 20 – Cronaca Trieste
Sì alla Tav, ma maggioranza sfasciata
In Consiglio no di Idv, Sel e Federazione della Sinistra. Astenuti Pdl, Lega, Un’Altra Trieste e Lista Dipiazza
di Matteo Unterweger
Maggioranza spaccata. E qualche “aiutino” dall’opposizione all’amministrazione Cosolini. La delibera che dà parere favorevole – con articolate e pesanti prescrizioni e osservazioni/raccomandazioni – al progetto Italferr del tratto Tav Venezia-Trieste, utile alla procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), è stata approvata l’altra notte in Consiglio comunale. Un voto sofferto, culmine di un dibattito acceso e lungo (come sperava l’assessore all’Ambiente Umberto Laureni): la fumata bianca è uscita dal Municipio quando l’orologio di piazza Unità segnava l’1.38 della notte fra venerdì e sabato. Sul documento il sindaco Roberto Cosolini ha perso l’appoggio degli alleati Sel, Idv e Federazione della Sinistra: presa di posizione annunciata in aula, con conseguenti sei voti contrari (assente il secondo “diepietrista” Cesare Cetin) nella maggioranza. Che si sono uniti a quelli dei grillini d’opposizione: per un totale di 8 “no”. Nemmeno il Pd ha mostrato la solita, granitica coesione: dei 12 presenti fra i “democratici”, 11 hanno optato per il “sì” a sostegno del documento di giunta mentre Anna Maria Mozzi ha deciso in autonomia di astenersi. Nello schieramento dei favorevoli, poi, Roberto Decarli (Trieste cambia) e Patrick Karlsen (Libertà civica). A loro, dall’altra parte della barricata, si è aggiunto trasversalmente Michele Lobianco (Fli). L’unico “finiano” del Consiglio comunale, poco prima, aveva chiesto le dimissioni del sindaco: «Cosolini deve prendere atto che la sua maggioranza non c’è più. Deve dimettersi. Solo il senso di responsabilità politica e istituzionale dell’opposizione ha consentito che questa delibera potesse continuare il suo iter». Undici gli astenuti: oltre a Mozzi, decisione compatta per Pdl, Lega Nord, Un’Altra Trieste e Lista Dipiazza. Ipoteticamente, i loro voti – in caso di “no” – avrebbero potuto determinare la bocciatura della delibera. Everest Bertoli, capogruppo pidiellino, spiega la strategia dei suoi: «Abbiamo deciso di astenerci per due motivi. Per non intraprendere un’azione che potesse pregiudicare un progetto strategico per il futuro economico della città e, in secondo luogo, per mettere a nudo le contraddizioni di questa maggioranza. Maggioranza che Cosolini non ha più: tre partiti si sono sfilati, non può far finta di nulla». Dal canto suo, il primo cittadino getta acqua sul fuoco: «Su questo tema le differenziazioni erano previste e annunciate. Anche negli interventi in aula è stato spiegato come abbiano riguardato il fatto in sé, per poi ribadire la solidità della coalizione». Apprezzamento di Cosolini per il «senso di responsabilità» dei consiglieri sulla votazione immediatamente successiva, quella che ha dato il via libera all’immediata eseguibilità della delibera. Ventuno i favorevoli (ai 15 del primo voto si sono aggiunti Mozzi, i grillini, la vendoliana Daniela Gerin e il Fds Marino Andolina) e 11 gli astenuti (incluso l’altro Fds, Iztok Furlanic), con Marino Sossi e Mario Reali di Sel non partecipanti al voto. «Così è stato possibile inviare il documento nei termini previsti alla Regione – aggiunge il sindaco -. Altrimenti, la nostra sarebbe diventata una posizione non caratterizzata». Paolo Bassi (Idv) ribadisce a seduta archiviata: «Un’opera che ad oggi non ha alcun motivo di essere costruita. Il Comune avrebbe dovuto esprimere un parere negativo». Di diverso avviso Pietro Faraguna (Pd): «Il progetto di alta capacità offre alla città ciò che chiediamo da decenni. Il Pd ha indicato un voto favorevole, come fatto poco più di un anno fa. Invece molti gruppi oggi all’opposizione a soli 15 mesi di distanza hanno reso un voto diverso, prendendo in giro i cittadini». Fra gli emendamenti approvati, quello del leghista Maurizio Ferrara che ha fatto mettere nero su bianco come «il mancato accoglimento di tutte le prescrizioni elencate a pag. 10, 11, 12, 13 e 14 comporterà automaticamente la decadenza del parere favorevole espresso».
DOMENICA, 29 LUGLIO 2012
Pagina 20 – Cronaca Trieste
Il Wwf: progetto troppo lacunoso
Predonzan: «Non tenuto conto del parere negativo di Duino e Sgonico»
Da parte di Wwf e Legambiente c’è assoluta contrarietà e stupore per il parere favorevole alla Valutazione di Impatto Ambientale per la Tav Mestre–Trieste espresso dal Consiglio Comunale di Trieste. «Mentre i comuni limitrofi di Duino Aurisina e Sgonico si sono espressi negativamente sul progetto, il Comune di Trieste ha voluto marcare una continuità con i pareri positivi già espressi nel 2003 e nel 2004 per la linea Ronchi sud–Trieste. Un’assurdità – ha affermato Dario Predonzan, responsabile regionale energia e trasporti del Wwf – visto che la Ronchi-Trieste venne ritirata già allora dalla Giunta regionale a seguito dei pareri negativi emessi a livello ministeriale. Dicendo sì al nuovo progetto Italfer con la scusa che c’è bisogno di avviare nuove opere per risollevarci dalla crisi non ci si rende conto dei gravi problemi che sottendono alla realizzazione della linea». Secondo il Wwf il Comune di Trieste non avrebbe compiuto gli opportuni approfondimenti non confrontandosi con le amministrazioni locali contigue, eludendo pertanto il reale senso della Via, dove vengono analizzate le criticità prima che di decidere o meno sulla realizzazione del progetto. Soprattutto non si sarebbe tenuto conto della mancanza delle debite informazioni sul rapporto costi/benefici per la realizzazione dell’opera. «Quanto dovrebbe costare la Tav, quali gli elementi utili e profittevoli per il nostro territorio? Di tutto questo – ha detto Predonzan – non vi è traccia nel progetto, e il Comune non ha tenuto conto di tali deficienze». Secondo il Wwf nel parere non si sarebbe tenuto conto delle specificità geo-morfologiche dell’Altopiano carsico. «Fa davvero impressione poi che la stessa Italfer constati l’elevata vulnerabilità dell’ambiente carsico – ha sostenuto Andrea Wehrenfennig, referente trasporti di Legambiente – alimentando così nuovi dubbi, se ce ne fosse stato bisogno, sulla percorribilità del progetto Tav». Maurizio Lozei
—————————————————————————————-
Si alla Tav, ma solo se saranno accolte le modifche proposte
Sì alla Tav ma solo con le opere di mitigazione. Questo il parere della giunta comunale di Cervignano in risposta alla Regione che ha chiesto ai Comuni di esprimere, entro la giornata di ieri, la loro posizione sulla Valutazione d’impatto ambientale relativa al progetto preliminare presentato nel 2010 da Rfi. «Il 6 marzo scorso – recita la nota – si è costituita l’Assemblea permanente dei sindaci sulla valutazione del progetto preliminare dell’Alta velocità e capacità tra i Comuni interessati (Bagnaria Arsa, Carlino, Castions di Strada, Cervignano, Gonars, Muzzana, Palazzolo dello Stealla, Palmanova, Pocenia, Porpetto, Ronchis, Ruda, San Giorgio di Nogaro, Teor, Torviscosa e Villa Vicentina) che il 16 luglio scorso ha predisposto un documento unitario con le proprie osservazioni sul documento integrativo alla Via». Si chiede così all’amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia di far proprie tutte le richieste contenute nell’accordo Sonego del 2008 tra cui velocità massima dei treni passeggeri non superiore a 200 km/h; un tunnel trasparente nel viadotto per eliminare le emissioni sonore; barriere antirumore; seri interventi di mitigazione delle sollecitazioni nei tratti urbani. (el.pl.)
—————————————————–
LA PRECISAZIONE
Il Comune di Ronchi non ha detto sì alla Tav
Ho letto con assoluto sconcerto l’articolo riguardante il consiglio comunale del 23 luglio u.s. relativo alla discussione sulle problematiche TAV. Non corrisponde assolutamente al vero che il consiglio abbia votato “SI” al tracciato TAV: questa è una colossale bugia che ha provocato telefonate, prese di posizione, sconcerto a me pervenute da più parti coinvolgendo l’amministrazione comunale in una diatriba assolutamente dannosa per la sua immagine e per la reputazione di tutti i consiglieri intervenuti. Il consiglio di Ronchi dei Legionari all’unanimità ha ritenuto che il documento conoscitivo presentato da Italferr SPA non dia riscontro in alcun caso alle osservazioni precedentemente richieste. Evidentemente nessun giornalista del Il Piccolo si è premurato di leggersi la relazione tecnica relativa ma si è voluto semplicemente dar conto di un dibattito in modo assolutamente parziale e sostanzialmente fuorviante. I tre emendamenti presentati dal PRC sono stati bocciati perché nulla aggiungevano al senso complessivo di quanto si andava a deliberare. Nello specifico il termine “si esprime parere negativo” o “non si ritiene che il documento dia riscontro” per il Sindaco e per tutti i componenti del consiglio esprimevano concetti identici, tanto che al momento della votazione finale lo stesso consigliere di Rifondazione Comunista con tutti gli altri consiglieri presenti in aula, votava la relazione tecnica riguardante nuova linea Venezia Trieste all’unanimità. Si chiede pertanto di voler esprimere correttamente il pensiero del consiglio comunale che lungi dall’aver dato il “SI” al tracciato TAV, ha espresso fortissime perplessità, come meglio specificato nella relazione accompagnatoria alla delibera (lunga ben quindici pagine) su molteplici punti tra cui: – l’analisi dei costi/benefici riguardanti l’opera; – la localizzazione delle discariche; – le caratteristiche tecniche di progetto relative agli scarichi idrici; – i relativi sistemi di trattamento e depurazione; – i rapporti con le altre municipalità interessate al tracciato ecc.ecc.
dott. Roberto Fontanot sindaco del Comune di Ronchi dei Legionari
Da Il Piccolo
SABATO, 28 LUGLIO 2012
Tav in Consiglio, schermaglie e maratona
Nella maggioranza dicono no Idv, Sel e Federazione della Sinistra. Dibattito nel Pdl. Intemperanze tra il pubblico
Già prima della seduta, davanti al Municipio si è radunato un gruppo di ambientalisti per manifestare contro l’alta velocità ma non si sono verificati incidenti
di Matteo Unterweger Maratona notturna in Consiglio comunale per il voto sulla Tav. In aula la delibera proposta dalla giunta, che esprime parere favorevole con prescrizioni e osservazioni/raccomandazioni al progetto Italferr per il tratto Venezia-Trieste nell’ambito dell’iter sulla Valutazione di impatto ambientale. Il parere sarà inviato oggi, ultimo giorno utile, alla Regione. Schermaglie sin dal via, con i “grillini” Paolo Menis e Stefano Patuanelli a indossare due t-shirt con messaggio a prova di equivoco: “No tav”. All’orizzonte, a ieri sera, una votazione finale favorevole al documento, ma con una maggioranza tutt’altro che coesa sul tema (annunciati i “no” di Idv, Sel e Federazione della sinistra) e qualche possibile supporto dall’opposizione in mezzo ad astensioni e alla contrarietà dei 5 Stelle. «Mi auguro sia una notte lunga e dibattuta, la delibera lo merita». L’auspicio iniziale dell’assessore all’Ambiente Umberto Laureni ha trovato terreno fertile nell’assise municipale. L’atto, su cui in giunta Laureni pur firmandolo si era astenuto, include «prescrizioni pesanti. Imponiamo regole rigide – ha proseguito l’assessore -, per farle rispettare. Per molti una delibera favorevole con tante prescrizioni equivale a un no». Ricordate le “bocciature” delle prime quattro circoscrizioni e i “sì” delle altre tre, Laureni ha ribadito le principali richieste prescrittive inserite: chiarimenti sui collegamenti, armonizzazione con il Prg, analisi costi-benefici, tutela delle aree con vincoli considerato anche che «l’elemento di maggiore criticità, come ammesso dal proponente, è il Carso», attenzione ai cantieri di via Marziale e via Caduti sul lavoro. L’ombra della sospensione della seduta (cui hanno assistito vari esponenti del Comitato No Tav, presente pure in piazza Unità) e del rischio di rinvio all’indomani è durata mezzora circa: è stato il capogruppo del Pdl Everest Bertoli a rilevare come «la delibera che arriva oggi in aula non è quella su cui si sono espresse le circoscrizioni». Alcune modifiche sono state apportate proprio sulla base delle osservazioni dei parlamentini, ma – è stato chiarito in aula dal direttore della Pianificazione territoriale del Comune, Gianfranco Caputi – si è trattato solo di migliorie formali, il contenuto non è mutato. Temperatura bollente, in aula, durante l’intervento di Paolo Bassi (Idv), con la contestazione da parte di un paio di persone fra il pubblico: «Finila de contar balle, xe per magnar soldi pubblici!». E ancora: «Avanti con le c…….», opzione meno british dell’equivalente “stupidaggini”. Sul versante passeggeri la Tav «non si giustifica – ha ripreso Bassi – e per le merci i collegamenti con il Porto non ci sono». A favore il Pd: «Non me la sento di tradire Trieste – le parole di Stefano Ukmar – e per questo daremo l’assenso a un “sì” condizionato». Perentorio Stefano Patuanelli (5 Stelle): «Siamo contro a priori. Il modello del territorio che vogliamo non include opere così invasive». Pungente Marino Andolina (Fds): «Quelli di Muzzana e di Trieste sono gli unici Comuni della regione a dire sì… Una posizione già obsoleta». Pro-memoria di Mario Ravalico (Pd): «Il progetto è lo stesso votato in quest’aula nel 2011 favorevolmente». Deciso il capogruppo dei “vendoliani”, Marino Sossi: «Bisogna cambiare politica. Serve un “no” molto chiaro senza se e senza ma». Dibattito interno nel Pdl fra due opzioni: astensione o “sì”. Niente dubbi per Roberto Decarli (Trieste cambia) dai banchi della maggioranza: «Il futuro è da conquistare», premessa a sostegno all’amministrazione Cosolini.
http://bora.la/2012/07/27/trieste-oggi-riunione-del-consiglio-comunale-per-decidere-sulla-tav/
su facebook
I risultati di ieri a Trieste!
15 favorevoli: barbo, beltrame, carmi, cogliati, cosolini, faraguna, lepore, muzzi, petrossi, ravalico, toncelli, ukmar (pd), decarli (triestecambia), karlsen (liberta’ civica), lobianco (fli). 8 contrari: menis e patuanelli (m5s), andolina e furlanic (fds), bassi (idv), gerin, reali, sossi (sel). 11 astenuti: bandelli e rosolen (un altra ts), de gioia e ferrara (lega nord), bertoli, bucci, camber, giacomelli, rovis (pdl), grilli (lista dipiazza), mozzi (pd). Assenti: cetin (idv), coloni, svab, zerjul (pd), declich (pdl), dipiazza, antonio
venerdi 27 luglio Ore 1 e 40 di notte termina il Consiglio comunale di Trieste che si è espresso sulla TAV. Alla faccia della maggioranza ambientalista, 15 favorevoli, 8 contrari, 11 astenuti.
Nella maggioranza dicono no Idv, Sel e Federazione della Sinistra. Dibattito nel Pdl. Intemperanze tra il pubblico
la TAV in carso? non ha nulla di ambientalista e di sostenibile economicamente.
Consilieri del comunale di Trieste: con quali soldi si faranno questi popo’ di lavori?
Una domanda facile facile ai consiglieri comunali che hanno votato NO alla delibera della giunta del centrosinistra…A CHI ASPETTATE PER USCIRE DALLA MAGGIORANZA VISTO CHE IL VOTO PER LA TAV NON E’ CERTO UNA SCIOCCHEZZUOLA PER DEFINIRE IL PROFILO PROGRAMMATICO , POLITICO E SOPRATTUTTO DIREI ETICO E MORALE DI UNA COALIZIONE ?!
DALLA VAL DI SUSA A TRIESTE DEI TERRITORI NON SI ABUSA !Venerdì 27 luglio ore 18 presidio NOTAV sotto il Comune in concomitanza con la seduta del consiglio comunale che dovrebbe deliberare sulla TAV . Indovinate di quale gruppo politico è stato l’intervento più vergognosamente protav questa sera al consiglio comunale ?…
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
dal Piccolo del 02/10/12
L’Est Europa “tifa” per il Corridoio V Summit a Budapest
di Giulio Garau wINVIATO A BUDAPEST Le grandi infrastrutture dei corridoi multimodali Paneuropei – e in particolare il Corridoio V, il Corridoio Mediterraneo (rinominato 3 dalla Commissione europea nell’elenco delle priorità) – come misura anti-crisi, per dare sviluppo e occupazione delle regioni dell’Europa centrale. Mentre in Italia non si sono sopite le proteste contro la Tav in Val di Susa, oggi a Budapest si riuniscono in un vertice i paesi del Centroeuropa attraversati da questo asse intermodale per fare il punto con il Coordinatore europeo dei corridoi, Laurens Jan Brinkhorst, della direzione generale mobilità e trasporti Ue. Rappresentanti del governo ungherese, sloveno, ucraino, assieme ai vertici delle rispettive aziende ferroviarie (ma ci saranno pure quelli delle ferrovie italiane e tedesche), chiederanno un rilancio del Corridoio V, che interseca tutti gli altri corridoi, l’accelerazione dei tempi e degli investimenti per l’apertura dei cantieri. Mai finora era giunta così forte la richiesta delle regioni del centro Est Europa di passare alla fase attuativa delle opere che potrebbero dare un impulso vitale alle economie provate dalla crisi mondiale. Fra queste l’Ungheria, crocevia dei corridoi paneuropei, cerniera tra Europa centrale ed orientale e l’Europa del Sud, canale naturale di transito da e per la Russia. Budapest si trova a combattere con più fatica il deficit che deve essere mantenuto sotto la soglia comunitaria, fissata al 3% e negli ultimi mesi, come ha confermato il ministro dell’Economia Gyorgy Matolcsy, ha rivisto al ribasso le stime del pil, che nel secondo trimestre del 2012 è passato dal -1,2% al -1,3%. Colpiti il settore agricolo (-10,4%) e quello industriale (-0,7%). Ma se anche oggi a Budapest non è prevista alcuna presenza dei vertici del governo italiano sarà comunque l’Italia con la Camera di commercio italo-ungherese a fare da protagonista (è guidata da un triestino, Maurizio Sauli, con un passato all’Ansaldo) come organizzatore dell’evento internazionale. E ci saranno anche l’Ince (Iniziativa centro Europea), Unioncamere, la Transpadana e Unicredit. A tener banco l’attraversamento in regioni come quelle del centro Est Europa caratterizzate ancora da uno straordinario potenziale di sviluppo economico che suscita interesse per gli investitori. Uno sviluppo del corridoio, sottolineano gli economisti, permetterebbe all’Italia di recuperare buona parte del gap commerciale (tempi e costi di trasporto) che ne ha limitato la capacità competitiva oltre a dare vantaggi a un paese fortemente penalizzato dalle carenze infrastrutturali specie a Nordest. Lo dimostra la “soverchiante” presenza tedesca dovuta alla maggiore capacità di penetrazione di quei mercati grazie alle infrastrutture consolidate. Ma il summit di oggi introdurrà anche una focalizzazione sulla Russia: senza la destinazione finale Kiev, gli investimenti non avranno ritorni significativi. Quello di oggi potrebbe rivelarsi un giorno cruciale, ne è convinta anche Debora Serracchiani, componente della Commissione trasporti Ue. «Il Corridoio 5, così come lo abbiamo inteso finora – spiega -, è a una svolta. Occorre dunque cominciare a guardare con occhi diversi e maggiore realismo al senso strategico di quest’opera, alla luce dei problemi finanziari soprattutto della Slovenia e dell’Ungheria, e alla luce degli interventi che l’Austria sta facendo sul Semmering. Bisogna ad esempio considerare che l’ingresso pieno della Croazia nella Ue il prossimo anno produrrà l’apertura di un vero mercato e nuove opportunità trasportistiche, nella direzione dell’Ungheria e del Danubio, della Serbia e della Russia, e tenere conto di ciò nel tracciare i nuovi collegamenti, come ad esempio quello passante da Fiume, Zagabria e Budapest». In finale una costatazione amara: «Il governo italiano – conclude la Serracchiani – avrebbe dovuto cogliere l’opportunità di questo incontro a Budapest per indirizzare e rimarcare le nostre priorità nazionali, che in questo caso poi sono anche le priorità del Friuli Venezia Giulia».
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
Dal Piccolo del 04/10/12
Tav, Mainardi gela il summit a Budapest con la linea “slow”
di Giulio Garau INVIATO A BUDAPEST Non ci sono i soldi per realizzare la Tav da Venezia a Trieste, meglio una “soluzione soft”, non più un tratto ad alta capacità per merci-passeggeri, ma risolvere i colli di bottiglia della linea fino a Monfalcone e Trieste e poi instradare i treni attraverso Tarvisio e l’Austria che fra alcuni anni realizzerà l’ampliamento dei tunnel verso Nord. Una spesa di 750 milioni di euro contro i 3 miliardi previsti: la proposta è stata lanciata dal Commissario straordinario per l’asse Venezia-Trieste Bortolo Mainardi ai due presidenti di Confindustria del Veneto, Andrea Tomat e del Friuli Venezia Giulia, Alessandro Calligaris. Addio Corridoio V e sbocco nei mercati del Centro Est Europa, un clamoroso abbandono la cui eco giunge fino a Budapest in dove si è appena concluso un vertice con il coordinatore del Corridoio V, Laurens Jan Brinkhorst. Proprio ieri mattina, al termine del summit con ungheresi, italiani, ucraini e sloveni, organizzato della Camera di commercio italiana per l’Ungheria, Brinkhorst dopo aver lanciato un ultimatum a tutti i paesi, in particolare Italia e Slovenia («Se non si parte con i progetti della Trieste-Lubiana-Budapest trasferirò i finanziamenti su altri corridoi») ha incontrato i ministri del governo ungherese, quello allo Sviluppo Janòs Fònagy e quello ai Trasporti Pal Vollner. Ma il nuovo summit per spingere sull’infrastruttura che va fino a Kiev, è stato gelato dalle notizie dall’Italia. «Con questa soluzione passiamo dai 3 miliardi ai 750 milioni di euro di spesa – spiega lo stesso Calligaris raggiunto da Budapest – so bene che il progetto del Corriodio V è un disegno di prospettiva, ma i tempi in cui è nato il progetto non sono più quelli, non c’è più la capacità finanziaria». Mainardi ha annunciato che Tomat e Calligaris chiederanno al governo un accelerazione. La soluzione è banale: inutile quadruplicare la linea ferroviaria fino a quando non si arriverà a sfruttare completamente le potenzialità oggi al 40%. Bisognerà agire sui colli di bottiglia. Quello di Mestre, raddoppiare il binario a Cervignano, eliminare 30 passaggi a livello tra Venezia e Ronchi dei Legionari. Niente più 250 all’ora, al massimo 200 per i passeggeri. Una Tav lenta. Nel documento di Mainardi è scritto in maniera esplicita: il Nordest ha un interesse prioritario verso il Corridoio 1 Baltico Adriatico «più avanzato rispetto agli altri all’interno del quale la Verona-Venezia-Trieste è fondamentale». Nessun riferimento sulla Ronchi-Trieste e i colli di bottiglia verso il porto. Il summit di Mainardi con Calligaris e Tomat si è tenuto martedì scorso ed ora è chiara l’assenza del governo italiano a Budapest, ma anche quella slovena che ha fatto sapere che investirà prima sul rinforzo di strade e ferrovie esistenti. Caduti nel vuoto i moniti del coordinatore europeo: «Non è questione di soldi ma di volontà politica, le infrastrutture sono state pensate per unire fisicamente l’Europa, superare i confini creando un mercato unico». Fuori tempo massimo l’appoggio dell’assessore regionale del Fvg Riccardo Riccardi a Brinkhorst: «Condivisibile, va rilanciato con forza a tutti i paesi, in primis la Slovenia». Inutili anche gli appelli lanciati dall’Ince attraverso il segretario generale, Giorgio Rosso Cicogna, presente a Budapest anche perchè proprio l’Ungheria ha assunto la presidenza Ince, che ha espresso il timore che l’Italia sia tagliata fuori dalle strategie trasportistiche (il coordinamento è della Slovenia). Carta straccia anche lo studio commissionato alla Bocconi da Transpadana che evidenzia come su 33 miliardi di euro previsti di investimento sulla Tav il moltiplicatore socio economico sarebbe di 70 miliardi con 44 mila occupati.
Corriere del Veneto del 3 ottobre
ALTA VELOCITA’
Tav azzoppata da Venezia a Trieste
Spunta un progetto da 750 milioni
Mancano i soldi, avanza un piano alternativo. Tomat e Calligaris: «Opera irrinunciabile». Il commissario Mainardi: meglio potenziare la linea esistente
VENEZIA — Niente più visioni di treni lanciati a 400 chilometri all’ora su linee dedicate, la Tav qui da noi diventa soft. Ha detto proprio così, il commissario straordinario per l’asse Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi, incontrando a pranzo, a Mogliano Veneto, i presidenti di Confindustria di Veneto e Friuli Venezia Giulia, Andrea Tomat e Alessandro Calligaris. Sotto i loro occhi ha posto l’unica proposta di progetto ritenuta realistica per i soldi che ci sono. Soft per i costi, dunque, e soft anche perché senza sprechi di nuovo suolo. «Tomat e Calligaris – ha spiegato Mainardi alla fine – hanno approvato ed assieme chiederanno al governo un’accelerazione procedurale per andare avanti. Il costo è di 750 milioni, compresa la bretella di raccordo con l’aeroporto di Tessera». La filosofia di fondo è molto semplice. Inutile quadruplicare i binari fino a quando, in una prima fase, non si arriverà a sfruttare completamente le potenzialità della linea esistente, oggi utilizzata al 40%.
Per farlo occorre sostanzialmente agire su alcuni colli di bottiglia, il più pesante dei quali è quello di Mestre. Poi bisogna raddoppiare il binario a Cervignano del Friuli ed eliminare una trentina di passaggi a livello fra Venezia e Ronchi dei Legionari. Tutto questo nell’ambito di una prospettiva ampia che vede un interesse prioritario del Nordest verso il Corridoio Europeo n.1, più avanzato rispetto agli altri che interessano l’area (il n.3 ed il n.5), all’interno del quale la ferrovia Verona-Venezia-Trieste è opera fondamentale. Il quadruplicamento dei binari non è però del tutto accantonato. «Procediamo per fasi. Mentre portiamo al massimo le capacità della linea esistente – prosegue il commissario – progettiamo con calma il suo raddoppio. Potremmo realizzarlo in un orizzonte di una decina d’anni ma lo faremo nel momento in cui la Venezia-Trieste si avvierà a saturazione». Quando, esattamente, non è prevedibile. Molto dipenderà dal contemporaneo sviluppo del traffico merci nel sistema portuale dell’Alto Adriatico, partner prioritario di dialogo con la strada ferrata. Ad ogni buon conto, è certo che è abbandonata definitivamente l’idea di tracciato litoraneo avanzata «prima che iniziasse la crisi» per l’attraversamento del basso Veneto. «Intendiamoci, quel progetto aveva pure un senso – puntualizza Mainardi – ma i costi che avrebbe richiesto con le penurie finanziarie degli anni seguenti sarebbero stati insostenibili. Dunque è ovvio che al momento giusto si procederà in affiancamento».
Rimane da capire se, così concepita, la linea nel frattempo modernizzata possa essere chiamata Tav. «Certo che sì. I passeggeri andranno a 200 chilometri l’ora invece che a 250 ma intanto quintuplichiamoli. Le merci, in ogni caso, più veloci di 160 all’ora non potrebbero andare». L’impatto della soluzione di Mainardi sugli interlocutori confindustriali è descritto da una nota formale congiunta in cui Tomat e Calligaris sostengono di concordare «sulla irrinunciabilità dell’AC Verona-Trieste» e di aver «stabilito un percorso di approfondimento e di condivisione con i soggetti istituzionali ed economici interessati, chiedendo immediatamente al governo di stanziare le risorse necessarie alla progettazione dell’opera inserendola fra le priorità non solo per il Nord est ma anche per l’Italia». I presidenti ritengono infine necessaria «una progettazione e gestione unitaria dell’intera opera pur cadenzando la sua realizzazione secondo un piano finanziario da definire».
Gianni Favero
02 ottobre 2012 (modifica il 03 ottobre 2012)
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
da Il Piccolo del 21 ottobre 2012 — pagina 11 sezione: Attualità
Italia e Slovenia accelerano «Subito la macroregione»
di Mauro Manzin INVIATO A BRDO PRI KRANJU L’Italia mostra le carte e mette sul tavolo diplomatico la sua “nuova” strategia politica con cui gestire la sua Ostpolitik, ben incardinata nell’ambito geopolitico dell’Unione europea. Lo strumento operativo scelto dalla Farnesina si chiama Macro-regione adriatico-ionica, una sorta di catalizzatore di nuove energie operative nella politica di allargamento dell’Ue ma anche volano per sviluppare nuovi interessanti prospettive economiche, industriali, energetiche, ma anche sociali. L’occasione è stata la riunione del Comitato dei ministri di Italia e Slovenia qui a Brdo pri Kranju, la bucolica tenuta che fu del maresciallo Tito. Nella costituzione della nuova Macro-regione europea «la volontà dell’Italia – spiega il ministro degli Esteri Giulio Terzi – è che venga attuata una strategia a tutto tondo che assicuri coerenza ed efficacia agli interventi comunitari, nazionali e locali, ciò per promuovere lo sviluppo di quei Paesi, non solo nel settore marittimo, ma anche in ambiti, altrettanto importanti, come l’ambiente e il turismo. È quanto ci chiedono le istituzioni locali e le società civili di un’area dove le forme di cooperazione regionale sono numerose e producono ottimi risultati». Ma attenzione. Per avere un risultato concreto e ottimale sul piano del ritorno economico, industriale, portuale ed energetico «bisogna eliminare dal tavolo qualsiasi forma di localismo», sostiene sempre Terzi, localismo che, soprattutto nei Balcani è troppo spesso sinonimo di veteronazionalismo che in queste terre, politicamente, paga ancora. Ed è in quest’ottica europea che si inserisce l’altra opportunità che viene fornita dal Corridoio Baltico-Adriatico che «consentirà alle zone interessate – puntualizza Terzi – di diventare delle piattaforme collegate al Baltico da vere e proprie “catene logistiche” di trasporto di persone e merci, attraverso il funzionamento integrato delle attività portuali, retro-portuali, ferroviarie e stradali». E perché tutto ciò si concretizzi serve fare sistema anche perché dobbiamo pensare che un porto come quello di Amburgo riesce a movimentare molto, ma molto di più degli scali di Trieste, Capodistria e Fiume messi assieme. «Le potenzialità sono enormi – precisa il responsabile della Farnesina – il Corridoio attraverserà sei Stati (oltre all’Italia, l’Austria, la Repubblica Ceca, la Polonia, la Slovacchia e la Slovenia), rafforzando la coesione di uno dei territori più competitivi d’Europa che annovera qualcosa come 15 porti, 300 università, 75 distretti produttivi e una crescita media del reddito stimata attorno al 6%». La Macro-regione adriatico-ionica, è emerso dai colloqui di ieri con la Slovenia che peraltro esercita ed eserciterà fino al 2013 la presidenza dell’Iniziativa adriatico-ionica vera incubatrice della Macro-regione, potrà fornire un grande contributo al processo europeo dei Paesi dell’area, promuovendo un processo di omogeneità e integrazione al loro interno. Quindi, nel quadro di avvicinamento dei Balcani occidentali all’Ue la Macro-regione (ecco lo “strumento operativo” dell’Ostpolitik italiana) potrà stimolare il concreto utilizzo coordinato ed efficiente dei fondi comunitari e nazionali già disponibili, senza bisogno di risorse aggiuntive, ma utilizzando al meglio quanto è già disponibile. E di questi tempi non è certo cosa da poco.
da Il Piccolo del 20 ottobre 2012
Terzi: «Nessuno blocchi l’ingresso della Croazia»
Il ministro degli Esteri rilancia l’allargamento dopo le minacce slovene e tedesche «L’Italia si aspetta che i Paesi membri diano prova di lungimiranza politica»
di Mauro Manzin
BRDO PRI KRANJU. L’Italia non cambia. Anzi, con ancora più determinazione, ribadisce la propria Ostpolitik volta a una politica di inclusione dei Balcani occidentali nell’Unione europea. Lo ribadisce chiaramente il ministro degli Esteri, Giulio Terzi ieri a Brdo pri Kranju per guidare il Comitato dei ministri italo-sloveno.
La Slovenia sta vivendo una pesante crisi economica. Che impressione ha ricavato dai colloqui qui a Brdo?
La Slovenia sta agendo con determinazione su entrambi i fronti, quello interno e quello europeo. Nel 2012 il Parlamento di Lubiana ha varato un importante pacchetto di norme in materia di bilancio che dovrebbe consolidare i conti pubblici. Sul piano europeo la Slovenia ha già ratificato i recenti provvedimenti adottati dall’Ue in materia economico-finanziaria, ossia il Fiscal Compact e il Meccanismo europeo di stabilità. Il quadro è complesso, ma abbiamo fiducia che la Slovenia sia sulla strada giusta.
Dopo le tanto conclamate ma mai attuate autostrade del mare sta ora prendendo forma il Corridoio Baltico-Adriatico. Capodistria è inserita o no nel tracciato?
Lo è. Il Corridoio è destinato a fornire un forte contributo alla valorizzazione del progetto delle autostrade del mare rafforzando le connessioni tra i porti del Nord Adriatico, la rete di trasporti dell’Europa settentrionale e i collegamenti di quest’ultimi con i mercati dell’Europa orientale e dell’Asia. Il Corridoio consentirà alle zone interessate di diventare delle piattaforme collegate al Baltico da vere e proprie “catene logistiche” di trasporto, attraverso il funzionamento integrato delle attività portuali, retro-portuali, ferroviarie e stradali.
C’è poi la questione aperta della macroregione adriatico-ionica.
L’Italia è molto impegnata affinchè entro l’anno il Consiglio d’Europa dia mandato alla Commissione per mettere a punto una strategia Ue per la macroregione adriatico-ionica. Il 2014 sarà l’anno della presidenza italiana e greca e intendiamo fare in modo che per quella data l’ancoraggio di tutti i Paesi ancora non Ue dell’area (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia) al percorso europeo si a una realtà concreta in una ideale e virtuosa congiunzione con i Paesi Ue che partecipano alla strategia (Italia, Slovenia, Grecia e Croazia). Con un significato politico molto importante: nel centenario dello scoppio della Prima Guerra mondiale i Paesi adriatico-ionici devono ritrovarsi uniti e coesi nel segno dei valori europei.
Sul versante energetico la Slovenia ha costituito una società con Gazprom per la gestione del gasdotto Southstream. Qual è la strategia italiana a Nordest?
Noi intendiamo favorire le interconnessioni e l’integrazione dei mercati dell’energia, a Nordest così come verso le altre fondamentali direttrici mediterranee e sudorientali. È necessario sviluppare una rete infrastrutturale per diversificare le fonti e le rotte di approvvigionamento. In questa prospettiva guardiamo con interesse a quei progetti capaci di incrementare i flussi energetici verso l’Italia a beneficio della sicurezza energetica nazionale e, più in generale, europea.
Quindi Southstream è coerente con la strategia italiana?
L’Italia sostiene questo progetto al quale partecipa Eni con una quota del 20% per la realizzazione del tratto offshore. Qualora prevalesse l’ipotesi di punti di approdo del gasdotto a Tarvisio rispetto all’alternativo approdo in Austria, tale interesse sarebbe ulteriormente consolidato.
A breve la Croazia sarà la 28ma stella d’Europa, ma c’è il rischio di un veto della Slovenia relativo alla questione della Ljubljanska Banka.
Auspichiamo che le questioni bilaterali siano composte in modo concorde senza conseguenze sul processo di allargamento. Ci aspettiamo che tutti diano prova di visione strategica e lungimiranza politica.
La Germania però si sta dimostrando riottosa all’allargamento dell’Ue, per Berlino addirittura la Croazia non sarebbe pronta all’adesione.
Ho parlato spesso con gli amici tedeschi dell’allargamento e devo dire che abbiamo numerose convergenze. Penso alla visione condivisa del processo di allargamento quale strumento politico per incoraggiare i Paesi candidati ad adeguarsi agli standard europei con positive ricadute in termini di maggiore sviluppo, accresciuta prosperità e rafforzamento dello stato di diritto.
Quindi l’Italia è ampiamente favorevole all’allargamento a Est dell’Ue.
Abbiamo una strategia chiara che ritiene il percorso di integrazione europea dei Balcani occidentali un fattore fondamentale di sviluppo, stabilizzazione e riconciliazione, secondo i meriti e le singole capacità di ogni Paese.
Un allargamento che comprende anche la Turchia?
Certo, nell’interesse dell’Italia, della Turchia e della stessa Ue. La nuova “positive Agenda” della Commissione rappresenta una buona cornice che potrà dare rinnovato impulso ai negoziati con Ankara e favorire il processo di liberalizzazione del regime dei visti per i cittadini turchi.
Nell’attuale politica di risparmio quale sarà la sorte del Consolato generale d’Italia a Capodistria?
Ho deciso di nominare un nuovo console generale, la dottoressa Maria Cristina Antonelli, persona di grande esperienza nel settore consolare. Quindi, in un momento difficilissimo per le risorse della Farnesina, manteniamo Capodistria. Un forte segnale di attenzione alla minoranza italiana e alla nostra presenza culturale, politica ed economica in Slovenia.
da Il Piccolo del 19 ottobre 2012 — pagina 13 sezione: Attualità
Dall’energia ai treni, vertice italo-sloveno
TRIESTE La quarta riunione del Comitato di coordinamento dei ministri di Italia e Slovenia si terrà oggi a Brdo pri Kranju e si inquadra in un anno particolarmente ricco di incontri bilaterali che, nella ricorrenza del ventennale dello stabilimento delle relazioni diplomatiche italo-slovene, ha avuto il suo apice nella Visita di Stato in Slovenia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano(9-11 luglio). La riunione si articola in 5 incontri bilaterali paralleli ai quali parteciperanno per l’Italia, oltre al ministro degli Esteri Terzi, il ministro dell’Ambiente Clini, il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Ciaccia, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Vari, il sottosegretario all’Istruzione Rossi Doria. «Le relazioni bilaterali con la Slovenia sono ottime», affermano fonti diplomatiche italiane. La riunione si articola in 5 incontri bilaterali. Si parlerà dei progetti di rigassificatori nel Golfo di Trieste della gestione delle risorse idriche e della cooperazione ambientale nell’Adriatico. Per quanto riguarda l’istruzione in agenda c’è il ripristino della cattedra di Lingua slovena presso l’Università La Sapienza, il riconoscimento reciproco dei diplomi e la cooperazione nel settore dell’istruzione). Per quanto riguarda le infrastrutture e i trasporti ci si confronterà sul collegamento ferroviario Trieste-Divaccia sulle collaborazioni fra i porti nel Nord Adriatico e sullo sviluppo dei programmi infrastrutturali. Si tratterà anche di cooperazione economica bilaterale e investimenti, di cooperazione territoriale transfrontaliera, di energia e delle interferenze radiotelevisive.(m. man.)
Gas: Clini, presto riunione con Slovenia e Croazia
Per discutere di politiche energetiche e ambientali comuni
(ANSA) – BRDO (SLOVENIA), 19 OTT – L’Italia ha proposto di tenere una riunione trilaterale con Slovenia e Croazia ”entro la fine dell’anno o all’inizio del 2013, comunque molto presto” per discutere insieme delle politiche energetiche e ambientali dell’alto Adriatico, per poi affrontare nel dettaglio ”le singole problematiche che sono state oggetto di contenziosi” tra i Paesi, come il progetto del rigassificatore di Zaule, nel porto di Trieste, e di quello offshore. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a margine della quarta riunione del Comitato di coordinamento dei ministri italo-sloveno in corso a Brdo, in Slovenia.
L’obiettivo della riunione ”non è quello di convincere qualcuno sulle bonta’ dei progetti italiani ma di capire insieme cosa vogliamo fare”, valutando anche i progetti di Slovenia e Croazia, ha aggiunto Clini riferendo che la proposta di un incontro trilaterale e’ stata accettata dal collega sloveno Franc Bogovic.
”Il ruolo del gas naturale nell’economia italiana, in quella della Slovenia e anche in quella della Croazia, che ormai e’ un paese dell’Ue, e’ molto importante anche ai fini del rispetto dei nostri obblighi ambientali, in particolare la seconda fase del protocollo di Kyoto a partire dal prossimo anno e l’impegno in vista della conferenza sui cambiamenti climatici di Doha a dicembre, ha spiegato il ministro italiano.
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
dal Messaggero Veneto del 19 ottobre 2012
Aeroporto a nuovo entro il 2015
Presentato alla giunta il progetto preliminare da 17 milioni di euro per il polo intermodale di Ronchi. Diventerà un polo integrato tra logistica ferroviaria, stradale e aerea. Il piano vale complessivamente 17 milioni di euro e si basa sostanzialmente sulla connessione tra l’attuale aeroporto e la linea ferroviaria che transita a pochi passi dallo scalo
di Beniamino Pagliaro
TRIESTE L’aeroporto del Fvg diventa intermodale: ieri il progetto preliminare del nuovo polo che metterà finalmente in connessione lo scalo con la vicina linea ferroviaria è stato presentato alla giunta regionale. Il progetto (nato negli atenei della regione, nelle facoltà di architettura di Udine e Trieste), darà vita a un polo integrato tra logistica ferroviaria, stradale e aerea. Il piano vale complessivamente 17 milioni di euro e si basa sostanzialmente sulla connessione tra l’attuale aeroporto e la linea ferroviaria che transita a pochi passi dallo scalo. Il primo lotto vale 13 milioni di euro, di cui oggi si ha già una copertura per 9,3 milioni di euro, in parte fondi comunitari.
L’assessore ai Trasporti, Riccardo Riccardi, e il presidente della spa, Sergio Dressi, hanno confermato l’intenzione di procedere nel minor tempo possibile all’adozione dei progetti definitivi. Il piano prevede un iter di dieci mesi per autorizzazioni e appalto integrato e 23-28 mesi per la realizzazione. Con la nuova stazione ferroviaria, lo scalo sarà così collegato ai centri urbani via rotaia. Il progetto ha un aspetto rilevante in vista del network tra gli aeroporti di Venezia, Treviso e Trieste.
La manifestazione di interesse di Save per diventare partner industriale della Regione, che oggi è azionista unico dello scalo, è infatti l’unica pervenuta all’amministrazione regionale. L’esecutivo riunito ieri a Trieste ha anche approvato il regolamento sulla definizione e le modalità per il finanziamento dei progetti delle imprese che operano nei settori in crisi. «È così possibile attuare quella parte di legge regionale sull’agevolazione dell’accesso al credito delle imprese che prevede aiuti de minimis alle aziende che più sentono la crisi», ha ricordato l’assessore Federica Seganti, indicando che in particolare l’articolo 14 della legge prevede la concessione di 2 milioni di euro alla Camera di Commercio di Udine e di altri 2 a quella di Pordenone per l’attuazione di progetti per l’innovazione delle imprese e per offrire occasioni di contatto, informazione e conoscenze.
Le aziende potranno presentare le domande entro i primi mesi del 2013, dopo che verrà sottoscritta tra gli enti una convenzione. In materia di sanità, la giunta ha approvato una delibera che descrive l’iter per la realizzazione dei nuovi ospedali di Cattinara-Burlo Garofolo a Trieste e del nuovo nosocomio di Pordenone. La realizzazione dei due ospedali sarà parallela ma seguirà due strade diverse dal punto di vista economico-finanziario. Il nosocomio di Pordenone sarà realizzato attraverso il sistema del project financing, mentre, per Trieste, l’Azienda ospedaliero-universitaria è autorizzata ad avviare la progettazione preliminare per la quale verrà bandito un concorso di progettazione comunitario. Infine, l’esecutivo ha dato il via libera al regolamento per la concessione dei contributi straordinari a vantaggio delle associazioni di volontariato che svolgono l’attività di trasporto di malati, anziani e disabili.
da Il Piccolo del 19 ottobre 2012
Un “plastico” per il polo dell’aeroporto di Ronchi
Dressi presenta il modellino del progetto. Il tutto va realizzato entro giugno 2015, pena la perdita dei fondi
di Roberto Urizio
TRIESTE. La Giunta regionale ha potuto vedere in forma tridimensionale il futuro polo intermodale di Ronchi dei Legionari. Con tanto di plastico in perfetto stile “Porta a Porta”, il presidente dell’Aeroporto del Friuli Venezia Giulia, Sergio Dressi, ha mostrato il risultato finale del progetto che dovrebbe unire lo scalo aeroportuale, la strada e la ferrovia per garantire una migliore fruibilità dei diversi assi di trasporto. Quello illustrato ieri da Dressi è un progetto preliminare che ha visto in prima fila le due Università, in particolare quella di Trieste con il preside della Facoltà di Architettura, Giovanni Fraziano, insieme a un gruppo di sei ricercatori dell’ateneo giuilano. «Formalmente siamo alla progettazione preliminare – spiega Dressi – ma di fatto siamo in fase piuttosto avanzata e vicina a un progetto definitivo che dovrebbe permetterci entro tempi brevi di ottenere l’approvazione, da parte del Comune di Ronchi, della variante al piano regolatore».
I tempi non sono ancora così stretti ma non è nemmeno il caso di tergiversare perché l’opera deve essere conclusa e rendicontata entro il giugno del 2015 per non perdere i finanziamenti europei già ottenuti per la realizzazione del polo. Si tratta di un intervento da complessivi 17 milioni di euro, di cui 13 per il primo lotto già finanziati con 9,5 milioni tra fondi europei e l’integrazione della Regione che ora dovrà ulteriormente intervenire per dare completa copertura finanziaria all’opera.
Il polo intermodale di Ronchi sorgerà su un’area di 475.000 metri quadrati a soli 250 metri dal terminal passeggeri dell’aeroporto. E’ prevista la realizzazione di due parcheggi, uno multipiano da 500 posti macchina e uno a livello della strada da mille posti. Sarà costruita una stazione delle autocorriere e una ferroviaria che sarà collegata all’aeroporto da un’apposita passerella che “scavalcherà” la strada che passa davanti all’ingresso dello scalo di Ronchi dei Legionari. I lavori saranno suddivisi in due lotti: il primo, da 13 milioni di euro, vedrà la realizzazione delle strutture fondamentali dell’opera. Alla conclusione del primo lotto il polo sarà infatti già fruibile dagli utenti. Il secondo lotto, il cui costo è previsto in 4 milioni di euro, vedrà la realizzazione di strutture “accessorie”.
da Il Piccolo del 18 ottobre 2012 — pagina 18
Dressi porta agli assessori il plastico del futuro polo intermodale di Ronchi
L’ipotesi della piattaforma intermodale a servizio dell’aeroporto di Ronchi prende forma. E non solo in senso figurato. Le idee progettuali, sviluppate dagli esperti delle università di Trieste e Udine con la supervisione del preside di Architura Giovanni Fraziano, sono state infatti condensate in un plastico tridimensionale. Plastico che, questa mattina, farà ingresso a Palazzo. Il presidente dell’aeroporto Sergio Dressi ne illustrerà caratteristiche e segreti alla giunta regionale, arricchendo la presentazione con slide e piantine. Il plastico consentirà di mettere a fuoco visivamente la localizzazione delle varie soluzioni pensate per potenziare i collegamenti con lo scalo regionale: dalla stazione dei treni a quella delle autocorriere, dal grande parcheggio interrato ai nuovi stalli in superficie a disposizione dei passeggeri. Una volta incassato il via libera dalla giunta, spiega Dressi, si potrà proseguire con maggior decisione nell’iter del progetto, per non rischiare di perdere i previsti finanziamenti europei, che scadranno a giugno 2015.
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
da Il Piccolo del 26 ottobre 2012
Tav Trieste-Venezia, lo stop di Moretti
L’ad delle Ferrovie: «Siamo ancora alla progettazione e quindi è prematuro parlare di investimenti»
di Massimo Greco
TRIESTE. L’alta velocità procede ancora troppo piano sulla tratta Venezia-Trieste, dunque è prematuro parlare di investimenti. A rilevare la lentezza dell’iter progettuale è lo stesso amministratore delegato delle Fs Mauro Moretti, ieri a Venezia per un convegno. «Ho visto – ha dichiarato il manager delle Ferrovie – che anche in questi giorni ci sono state delle non accettazioni sul tracciato da parte di una serie di sindaci. Siamo ancora alla fase di progettazione, quindi prima di poter parlare dei soldi per gli investimenti, occorre avere un programma chiaro dei tempi di definizione del progetto».
Se la Venezia-Trieste ad alta velocità resta nel limbo dei desiderata, con differente ritmo sembra invece evolversi la situazione a Ovest del capoluogo lagunare. Moretti è stato esplicito: «La Venezia-Milano ad alta velocità è l’opera più importante da fare in Italia. Bisogna dare atto a questo governo di aver finanziato la Milano-Brescia, un primo passo importante perchè è la zona più congestionata. Speriamo di chiudere il collegamento tra la metropoli lombarda e Brescia entro il 2016».
Già messa a punto la Padova-Venezia, che era l’altra tratta a maggiore congestione di traffico, «adesso dobbiamo procedere gradualmente – ha scandito Moretti – fino a Verona e da Verona fino a Padova. Proprio sulla Verona-Padova stiamo definendo il preliminare, vi sono iniziative di sostegno assolutamente apprezzabili, che però non risolvono il problema del finanziamento». Brennero-Bologna e Milano-Venezia – ha osservato l’ad delle Fs – sono le linee che disegnano e attraversano l’area “forte” del Paese.
Moretti ha affrontato altri importanti temi relativi alla politica dei trasporti nazionale, lamentando la carente attenzione nei confronti della rotaia, sottoutilizzata rispetto alla modalità su gomma.
E’poi tornato sul trasporto ferroviario locale, sottolineando come, rispetto ad altri Paesi europei, l’utenza e le Regioni paghino decisamente meno il servizio, che invece ha bisogno di più consistenti risorse. «Contentissimi», commenta Moretti, se si vorranno bandire le gare, perchè questa esigenza finanziaria verrà finalmente evidenziata, visto che alle gare «fino a questo momento non ha partecipato nessuno e noi abbiamo dovuto continuare a fare il servizio anche dove a volte non lo vorremmo fare».
Nel derby sull’alta velocità, che vede opposti Trenitalia e Ntv, Moretti non ha voluto perdersi una battuta sulle dimissioni, presentate l’altro giorno da Luca Cordero di Montezemolo, dalla presidenza della compagnia ferroviaria privata. «Le dimissioni di Montezemolo – ha celiato – sono un campionato perso. Mi sembra che qui non abbia vinto il Mondiale, come è abituato a fare con la Ferrari. Gli auguro anch’io di vincere un giorno in Formula 1, ma intanto, lui, questo campionato lo ha perso». Ricordiamo che al posto di Montezemolo è stato nominato Antonello Perricone.
Marzo 17th, 2017 — Loro
La cosa ha dell’incredibile, si stanno arrotolando nel fango, e stanno violando la procedura di VIA
Le nostre osservazioni avevano colto completamente nel segno! e cioè per esempio che mancava la comparazione.
Ma non possono mica farla a posteriori???
Il progetto è quello del 2010 punto e basta e come tale va bocciato!!
Martedì 6 novembre 2012
VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)
7-00959 Viola e 7-00995 Lanzarin: Individuazione
delle migliori soluzioni, sotto il profilo ambientale,
per la localizzazione del tracciato della linea AC/AV
Venezia-Trieste.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione
– Approvazione della risoluzione
n. 8-00209).
La Commissione prosegue la discussione
congiunta delle risoluzioni in titolo
rinviato da ultimo nella seduta del 10
ottobre scorso.
Manuela LANZARIN (LNP), dopo aver
ricordato che nella precedente seduta era
stata presentata una proposta di testo
unificato sulla quale il rappresentante del
Governo si era riservato di esprimere,
illustra una nuova proposta di riformulazione
(vedi allegato) che impegna il Governo
a verificare la disponibilità da parte
della società RFI per l’elaborazione di un
nuovo progetto, non necessariamente preliminare
– come invece specificato nella
precedente proposta di testo unificato –
diretto a proseguire i necessari approfondimenti
tecnici e la consultazione e coinvolgimento,
anche nelle forme della progettazione
partecipata, delle comunità ed
amministrazioni locali, al fine di realizzare
le soluzioni progettuali alternative di
cui in premessa che limitano gli impatti
ambientali e paesaggistici e riducono al
minimo gli effetti derivanti dall’attraversamento
dei centri abitati.
Rodolfo Giuliano VIOLA (PD), nel concordare
con la collega Lanzarin sulla
nuova proposta di testo unificato illustrata,
richiama l’attenzione sulla necessità
di adottare iniziative dirette a svolgere una
reale comparazione tra i possibili tracciati
alternativi presentati al Governo, sia
quello litoraneo all’esame della Commissione
VIA, sia quello presentato dal Commissario
Mainardi con lettera dell’8 agosto
2012 ed anche con tracciati non formalmente
depositati che sono stati in ogni
caso oggetto di valutazione da parte di RFI
almeno nella prima fase, al fine di garantire
la compiutezza e la validità sostanziale
della procedura di valutazione di impatto
ambientale in corso presso il Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e
del mare.
Nessun altro chiedendo di intervenire,
la Commissione approva all’unanimità il
nuovo testo unificato delle risoluzioni
7-00959 Viola e 7-00995 Lanzarin, che
assume il numero 8-00209.
ALLEGATO
7-00959 Viola: Individuazione delle migliori soluzioni, sotto il profilo
ambientale, per la localizzazione del tracciato della linea AC/AV
Venezia-Trieste.
7-00995 Lanzarin: Individuazione delle migliori soluzioni, sotto il
profilo ambientale, per la localizzazione del tracciato della linea
AC/AV Venezia-Trieste.
TESTO UNIFICATO APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
premesso che:
nell’ambito dello sviluppo della
rete transeuropea dei trasporti, la Commissione
europea ha compilato nel 2004
un nuovo elenco di 30 progetti prioritari
da avviare prima del 2010 (si veda la
decisione n. 884/2004/Ce del Parlamento
europeo e del Consiglio del 29 aprile
2004, che modifica la decisione n. 1692/
96/CE);
uno dei 30 assi e progetti prioritari
è l’asse ferroviario Lione – Trieste –
Divaca/Koper – Divaca – Lubiana – Budapest
– confine ucraino che fa parte del
Corridoio V;
attualmente è in via di definizione
la proposta COM(2011)650 di regolamento
sugli orientamenti dell’Unione europea per
la rete transeuropea di trasporto (TEN-T),
presentata il 19 ottobre 2011, che prospetta
una revisione della rete TEN-T allo
scopo di realizzare una rete completa ed
integrata che comprenda e colleghi tutti gli
Stati membri dell’Unione europea in maniera
intermodale ed interoperabile, per
contribuire alla realizzazione, entro il
2050 di uno spazio unico europeo dei
trasporti basato su un sistema di trasporti
competitivo ed efficiente;
il nostro Paese è fortemente coinvolto
nel completamento dei sistemi trasportistici
europei individuati da corridoi
verticali e orizzontali di interconnessione
con l’intera Europa, che rappresentano un
fondamentale elemento di sviluppo delle
relazioni sociali e economiche dell’Europa
allargata;
il progetto del sistema AV/AC, in
corso di realizzazione, rientra nelle politiche
strategiche di interconnessione con
l’Europa centrale e i mercati asiatici ed ha
ripercussioni positive sull’intero apparato
economico e produttivo del Paese, realizzando
significativi incrementi dell’offerta e
degli scambi commerciali;
in molte aree del Paese i lavori
sono già stati realizzati e alcune tratte
sono già in funzione con soddisfazione dei
cittadini e benefìci del sistema produttivo
come ad esempio l’asse del corridoio 1 tra
Milano e Napoli ormai completato;
in alcuni casi il mancato coinvolgimento
dei cittadini e delle amministrazioni
locali interessate dal passaggio dell’AV/
AC, sin dalla predisposizione del
primo progetto preliminare ha creato accese
contrapposizioni tra i cittadini e le
amministrazioni centrali provocando effetti
devastanti sia sull’ordine pubblico che
sulla credibilità delle istituzioni;
un esempio eclatante di tali carenze
è rappresentato dal progetto della
Val di Susa dove, dopo un approccio
iniziale non chiaro, a seguito del lavoro
Martedì 6 novembre 2012 — 102 — Commissione VIII
fatto dal cosiddetto Osservatorio, il progetto
è stato modificato in maniera sostanziale
ma, nonostante ciò, proprio per
la mancata chiarezza iniziale, si sono
sviluppati movimenti di contestazione al
progetto che nel tempo hanno travalicato
i legittimi interessi degli abitanti e delle
amministrazioni di quei territori per assumere
una connotazione di contrarietà
assoluta con gli interessi generali, sfociando
in molte occasioni in ripetute e
gravissime violazioni dell’ordine pubblico;
si intravede il rischio che questi
fenomeni si ripetano in altri prossimi
scenari, come ad esempio quelli relativi al
tratto Venezia Trieste, e che possano compromettere
il completamento del sistema
infrastrutturale della TAV nel nostro
Paese;
l’obiettivo del sopraccitato progetto
prioritario 6, compreso fra Lione e Kiev,
in cui ricade la nuova linea alta velocità/
alta capacità Venezia-Trieste, è quello di
dare risposta alla crescente domanda di
trasporto merci da e per i Paesi dell’Est
europeo, mediante le seguenti strategie:
a) trasferire sui nuovi binari
parte del traffico merci attualmente circolante
sulla linea storica;
b) assorbire una quota significativa
del traffico merci su gomma attualmente
circolante sul corridoio autostradale;
su questo corridoio sono in corso
di costruzione i sistemi di infrastrutturazione
della linea ferroviaria alta velocità/
alta capacità con tratti già realizzati
(Padova-Venezia, Milano-Torino), altri all’inizio
dei lavori (Torino-Lione), altri in
fase di finanziamento e/o progettazione
definitiva);
la definizione del tracciato spetta
alle regioni interessate dall’attraversamento
di tale opera;
in Veneto e in Friuli Venezia Giulia
è in corso di definizione il tracciato della
Linea Venezia-Trieste fino al confine con
la Slovenia che prevede nel tratto friulano,
dal confine tra Veneto e Friuli Venezia
Giulia fino a Trieste, il parallelismo con il
sistema autostradale dell’A4, mentre il
progetto presentato da Italferr il 20 dicembre
2010 presso la regione Veneto nel
tratto della provincia di Venezia da Venezia
a Portogruaro sposta il tracciato più
a sud per poi riaffiancarsi all’A4 da Portogruaro
in poi (cosiddetto « tracciato litoraneo
»);
tale tracciato litoraneo è fortemente
contestato dalle amministrazioni
locali come espresso con ordini del giorno
dei rispettivi consigli e con le osservazioni
formulate alla Commissione nazionale per
la valutazione d’impatto ambientale, nell’ambito
del parere di competenza;
i motivi di contrarietà vanno ricondotti
al gravissimo impatto ambientale che
l’opera avrebbe su un sistema ambientale
e idrogeologico molto delicato, essendo
l’area interessata territorio di bonifica a
rischio ricorrente di esondazioni e con
gravi problemi di subsidenza;
di conseguenza recentemente la regione
Veneto ha nominato commissario
alla TAV l’architetto Bortolo Mainardi con
l’obiettivo di rivedere il progetto depositato
e di studiare soluzioni alternative;
il commissario Mainardi ha presentato
un progetto di affiancamento all’attuale
linea ferroviaria in data 23 aprile
2012 e, pur in assenza di elementi di
approfondimento ancora da fornire, ha
chiesto un parere di massima alle amministrazioni
coinvolte, la maggior parte
delle quali si sono già espresse anche
formalmente;
con lettera datata 13 luglio 2012 il
commissario Mainardi ha informato i sindaci
dei comuni interessati che « in questa
prima fase semestrale di utile confronto
ho registrato la conferma quasi unanime
del dissenso dei Vs. Comuni al Tracciato
« Litoraneo » del Progetto Preliminare dicembre
2010 mentre, rispetto all’ipotesi
alternativa delineata dallo Studio di Fattibilità
illustrato/consegnatovi in aprile u.s.
che prevede il futuro corridoio « AV/AC »
Martedì 6 novembre 2012 — 103 — Commissione VIII
lungo l’attuale Linea Ferroviaria nella
Tratta da Mestre/Carpenedo a Portogruaro,
pur con tutte le Vostre comprensibili/
legittime richieste di ulteriori chiarimenti/
approfondimenti, ho registrato la
Vostra essenziale preferenza e condivisione
»;
pertanto il commissario ha così
dato atto di aver acquisito il parere favorevole
di massima della maggior parte
delle amministrazioni interessate salva la
richiesta da parte delle stesse di ulteriori
approfondimenti e modifiche (analisi domanda,
analisi costi-benefici, verifica delle
possibili varianti) che però non modificherebbero
il corridoio impegnato;
va altresì considerato che la soluzione
prospettata ha costi minori e prevede
prioritariamente l’ammodernamento
e potenziamento della linea esistente, garantendo
in prospettiva – con l’ipotesi da
verificarsi del quadruplicamento – al sistema
economico nazionale la realizzazione
di una fondamentale opera infrastrutturale
per il collegamento rapido con
l’Europa dell’est;
appare quindi evidente che, oltre ai
problemi di natura ambientale e progettuale
sottolineati sopra per il cosiddetto
tracciato litoraneo, diventa fonte di ulteriore
conflitto con il territorio la prosecuzione
della procedura di valutazione di
impatto ambientale presso il Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e
del mare limitata al progetto litoraneo,
considerata la volontà contraria a detto
progetto già espressa dalle amministrazioni
locali interessate e la stessa indicazione
progettuale alternativa proposta dal
commissario Mainardi;
il commissario Mainardi, l’8 agosto
2012, ha presentato un rapporto al Ministro
delle infrastrutture e dei trasporti e al
presidente della regione Veneto relativo
alle tratte della TAV nel territorio veneto,
evidenziando le proprie valutazioni sui
due tracciati alternativi e chiedendo un
intervento politico per la scelta della soluzione
dell’affiancamento della nuova
tratta da Mestre/Carpenedo a Portogruaro
all’attuale linea ferroviaria; su tale ipotesi
non sembra che il commissario abbia
ricevuto risposta,
impegna il Governo:
ad assumere le iniziative di competenza
dirette a svolgere una reale comparazione,
anche nell’ambito di ogni procedura
amministrativa in corso, tra i
possibili tracciati alternativi presentati al
Governo, sia quello litoraneo all’esame
della Commissione VIA, sia quello presentato
dal Commissario Mainardi con
lettera dell’8 agosto 2012 ed anche con
tracciati non formalmente depositati che
sono stati in ogni caso oggetto di valutazione
da parte di RFI almeno nella
prima fase, come quello in affiancamento
del sistema autostradale A4, al fine di
garantire la compiutezza e la validità
sostanziale della procedura di valutazione
di impatto ambientale in corso presso il
Ministero dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare;
a verificare, considerate le volontà
espresse dalle amministrazioni comunali
interessate, dallo stesso commissario Mainardi
nonché da Rete ferroviaria italiana,
la disponibilità da parte della RFI per
l’elaborazione di un nuovo progetto, diverso
da quello relativo al tracciato litoraneo,
diretto a proseguire i necessari
approfondimenti tecnici e la consultazione
e coinvolgimento, anche nelle forme della
progettazione partecipata, delle comunità
ed amministrazioni locali, al fine di realizzare
le soluzioni progettuali alternative
di cui in premessa che limitano gli impatti
ambientali e paesaggistici e riducono al
minimo gli effetti derivanti dall’attraversamento
dei centri abitati.
(8-00209) « Viola, Lanzarin, Rubinato,
Forcolin, Callegari, Fabi,
Dussin, Togni, Alessandri
Marzo 17th, 2017 — Loro
|
Dici TAV, dici TRUFFA
per non dire mafia, camorra, frode, corruzione, associazione a delinquere, traffico di rifiuti, abuso d’ufficio, e poi molto altro ancora.
Come al solito i/le NO TAV hanno ragione.
Deliziatevi con questo bel quadretto:
|
Appalti alle Coop rosse. Indagata ex presidente Umbria. A Maria Rita Lorenzetti, ex presidente della Regione Umbria e presidente dell’Italferr (società di progettazione del gruppo Ferrovie) vengono contestati l’abuso di ufficio, l’associazione a delinquere e la corruzione, “svolgendo la propria attività nell’interesse e a vantaggio della controparte Nodavia e Coopsette (soggetti appaltanti, ndr) mettendo a disposizione dell’associazione le proprie conoscenze personali i propri contatti politici e una vasta rete di contatti grazie ai quali era in grado di promettere utilità ai pubblici ufficiali avvicinati e conseguendo altresì incarichi professionali nella ricostruzione dei terremoto in Emilia in favore del coniuge”.
Tra gli altri indagati, ci sono Valerio Lombardi, dirigente Italferr, responsabile unico del procedimento e Gualtiero Bellomo, funzionario della commissione ‘Valutazione impatto ambientale’ (Via) del ministero delle Infrastrutture; quest’ultimo, secondo i magistrati, in cambio di “assunzioni di parenti, consulenze” e altri favori personali, “si metteva a disposizione per stilare pareri compiacenti”. Indagato anche Ercole Incalza, ex consigliere del ministro Lunardi, dirigente dell’unità di missione del ministero delle infrastrutture. Coinvolti anche imprenditori e funzionari del ministero dell’ambiente e di società di Fs. (Il Fatto Quotidiano)
Ah, un tocco di classe: la trivella sequestrata si chiama Monna Lisa. In questo momento anche noi abbiamo il suo sorriso appena accennato, evanescente, impercettibile, beffardo.
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
La linea attuale che viene usata dal porto di Trieste è usata al 20% delle potenzialità! (fonte Trenitalia) E questi parlano ancora di necessità di una nuova linea….ma a chi credono di darla a bere?
Dal Piccolo del 11/01/12
Trieste, progetto Tav per risolvere i nodi del porto
di Ferdinando Viola
TRIESTE L’opportunità di inserire nel progetto della Tav anche la possibilità di accedere ai finanziamenti e definire così i molti nodi del sistema portuale di Trieste. Problema questo di cui da tempo si discute a vari livelli e la cui soluzione è diventata fondamentale per cercare di aumentare i traffici portuali e attrarre nuovi investitori. Di questo si è parlato anche ieri nella sede della Regione a Udine durante un incontro tecnico convocato dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, al quale hanno partecipato il funzionario del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roberto Ferrazza, coordinatori di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) e funzionari dell’Autorità portuale di Trieste. Un primo incontro a cui ne seguirà un altro al Ministero, la prossima settimana, tra Rfi e Autorità portuale. In attesa che lo stesso Amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, sia a Trieste il 2 febbraio per partecipare a un tavolo di lavoro con Comune, Autorità portuale e Regione. E allora se ne saprà di più per quanto riguarda tempi, modi e finanziamenti. Ieri intanto a Udine si è parlato di modalità, sviluppo e adeguamento strutturale dei collegamenti ferroviari a supporto del porto: lo scalo di Campo Marzio anzitutto, ma anche quello di Aquilinia e dell’intera rete. Progetto da inserire all’interno delle operazioni gestite dallo Stato per la realizzazione del tratto transfrontaliero Trieste-Divaccia dell’Alta velocità finanziato dall’Unione europea. «La Regione ha sollecitato l’incontro perchè ritiene indispensabile, nel momento stesso in cui si sta procedendo alla progettazione della rete ad alta velocità immaginare le soluzioni più idonee per mettere mano al nodo ferroviario di Campo Marzio a Trieste, cogliendo l’opportunità – ha sottolineato Riccardi – di inserirsi nella partita dei finanziamenti europei». La Regione ha fretta, Riccardi infatti vuole che vengano «al più presto individuati nel dettaglio gli interventi prioritari di riqualificazione e quindi definire i progetti, tra Rfi e Autorità portuale, al fine di consentire di inserirli nell’agenda di lavoro che l’Amministrazione regionale tiene con la Commissione europea sul tema dei trasporti». Da parte del Ministero, Ferrazza ha confermato che la qualità degli interventi previsti per il collegamento ferroviario del porto di Trieste rientra a pieno titolo nelle priorità di investimento decise dal Governo Monti.