Entries from Marzo 2017 ↓

REPRESSIONE/ I deliri fascisti di Gasparri: adesso è tutto più chiaro

19 dicembre

Repubblica

 

Gasparri: studenti,  arresti preventivi"    Saviano   (audio) : "E' follia autoritaria "

Gasparri: studenti, arresti preventivi”
Saviano (audio): “E’ follia autoritaria

Insorgono le opposizioni: annunci pericolosi

Dopo le richieste di Daspo (scheda audio) e di zone rosse più dure il capogruppo Pdl se la prende con “le sciocchezze” dell’Anm e invoca un “nuovo 7 aprile ’78”, (era il ’79). Il Pd: “Un irresponsabile che gioca col fuoco”. Vendola: “Verso il fascismo” (video). Gli studenti romani protestano
Nuove foto dell’aggressore di Cristiano / I video degli scontri

LE PROTESTE DEGLI STUDENTI

«Servono arresti preventivi»
E sulla piazza è lite tra i poli

Gasparri vuole gli arresti preventiviVendola: «Annuncio di fascismo»

22:23 POLITICA Gasparri fa scoppiare il caso: «Fermare i capi della sinistra collusi col terrorismo». Vendola: «Annuncio di fascismo». Pd: irresponsabile, soffia sul fuocoCommenta
Quel 7 aprile del 1979 citato da Gasparri e il teorema Calogero

NOTAV: “Venezia-Ronchi, il progetto è pronto”

La truffa continua….

 

Da Il Piccolo

20/12/10

Venezia-Ronchi, il progetto è pronto

 

TRIESTE Il progetto è pronto. Rfi dovrebbe presentare alle Regioni e al Ministero il preliminare della linea ad alta velocità-alta capacità tra Venezia a Ronchi entro domani. Poi, dopo Natale, il progetto relativo alla Ronchi-Trieste, il tutto per arrivare a trasmettere gli atti a Bruxelles entro fine anno, come richiesto dall’Europa. Pena, la perdita dei finanziamenti.

Al di là delle scadenze formali, il viaggio della Tav friul-veneta si preannuncia un’Odissea. Da un lato c’è la necessità di un commissario che tagli tempi e conflitti: le Regioni lo hanno chiesto tre mesi fa, ma Roma sembra aver insabbiato la lettera dei presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Dall’altro c’è l’affaire ”tracciato”, che si gioca in terra veneta ma che rischia di ripercuotersi a est. La scelta della giunta Zaia di fare retromarcia rispetto all’ipotesi di un tracciato costiero – osteggiato con forza dai Comuni, al di là del colore politico – riapre la porta all’affiancamento con l’autostrada. Ma questa scelta, all’alba dei primi cantieri della terza corsia, rischia di creare qualche problema anche all’autostrada.

IL COMMISSARIO Per recuperare il tempo perduto, Luca Zaia e Renzo Tondo, lo scorso 22 settembre, avevano inviato al governo la richiesta di nominare un commissario straordinario per l’alta velocità. Un commissario che, proprio per l’urgenza della domanda, ha già un nome e cognome: Bortolo Mainardi, l’architetto bellunese già commissario straordinario delle infrastrutture del Nordest ai tempi del ministro Lunardi, consulente di Tondo per la terza corsia e consigliere nel cda di Anas. A tre mesi, di quella richiesta urgente, nessuna notizia. «Mainardi ha tutto il diritto di fare il commissario, io e Tondo abbiamo già deciso», dichiarava dieci giorni fa Zaia. «Non mi resta che credere – aveva aggiunto – che la nostra lettera si sia incagliata in qualche ufficio romano».

Un pensiero non distante dalla verità visto che il 7 ottobre, pochi giorni dopo la richiesta dei governatori, dal ministero dell’Economia, a firma di Giulio Tremonti, era partita una nota, diretta al ministero delle Infrastrutture, che confermava il favore del Mef alla richiesta dei presidenti e invitava il ministero di Altero Matteoli – la procedura commissariale prevede l’intesa tra i due dicasteri – a fare lo stesso. Da allora, però, nessun passo avanti.

Cosa è accaduto? C’è forse un veto sul commissario scelto dalle Regioni? «Non lo so – dice contattato Mainardi -. Posso solo conformare che ad oggi non ho ricevuto alcun incarico».

IL PROGETTO Il ruolo del commissario, nei disegni delle Regioni, dovrebbe servire a tagliare i tempi della procedura e anche – almeno per quel che riguarda il Veneto – a guidare quel processo di condivisione col territorio che deve portare al consenso sociale sull’opera. Se in Friuli Venezia Giulia questo lavoro è stato fatto preventivamente dalla Regione, il Veneto deve ripartire da zero, e da un tracciato che non è quello ipotizzato inizialmente.

AFFIANCAMENTO Il fatto che la giunta Zaia debba virare sul tracciato, il più possibile affiancato all’autostrada, riapre antiche questioni che legano la vicenda Tav a quella della terza corsia. Se entrambe le Regioni hanno deliberato lo sganciamento tra la procedura autostradale e quella ferroviaria, per accelerare la realizzazione della terza corsia, è pur vero che costruire prima l’autostrada e poi la ferrovia pone il problema dei costi dei cavalcavia che andrebbero realizzati una prima volta e rifatti una seconda. La maggiorazione, qualche anno fa. era stata stimata in 300 milioni di euro.

Martina Milia

 

17/12/10

«Tav veneta in ritardo» Il Pd lancia l allarme

 

TRIESTE «Il tempo passa inesorabile e rischiamo di trovare un’amara sorpresa sotto l’albero, se la giunta regionale del Veneto continua a tenere sigillato il progetto della tratta Venezia-Trieste della Tav». L’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani lancia l’allarme in vista della scadenza del 31 dicembre, termine fissato dalla Commissione europea per la consegna dei progetti della Tav nella tratta Venezia-Trieste. «Da Giancarlo Galan a Luca Zaia, la gestione della partita Tav è stata improntata a una sottovalutazione, le cui conseguenze appaiono evidenti ora che si è alla stretta finale: il centrodestra, dopo aver perso anni di tempo prezioso, continua a non mostrare un minimo di responsabilità».

 

Dal Piccolo del 21/12/10

 

«Tav veneta, Rfi consegni subito le tre varianti del tracciato»

 

TRIESTE Il conto alla rovescia è ampiamente agli sgoccioli: l’Europa attende il tracciato della Tav nordestina entro il 31 dicembre, pena la decadenza dei finanziamenti. E Confindustria del Friuli Venezia Giulia, ben sapendo che il tracciato veneto è il più controverso, auspica che Rete ferroviaria italiana ”consegni” a Bruxelles non solo l’ipotesi ”balneare”, quella che vede la Tav attraversare la zona delle bonifiche, ma anche le due varianti «già studiate a livello di fattibilità»: l’una in affiancamento all’autostrada A4 e l’altra alla linea storica. Ad affermarlo, rispondendo alla lettera aperta dell’ex assessore regionale Lodovico Sonego, il presidente di Confindustria Alessandro Calligaris: «Questo servirebbe ad evitare che la valutazione di impatto ambientale respinga immediatamente il progetto lungo la costa senza avere alternative da prendere subito in esame». A fronte delle perplessità di Sonego sulla variante alta della tratta transfrontaliera Trieste-Divaccia, invece, Calligaris difende l’accordo italo-sloveno siglato a Trieste in ottobre, alla presenza del coordinatore europeo Laurens Jan Brinkhorst: «Il nuovo accordo non discende unicamente dalla volontà slovena ma è anche frutto di una ferma opposizione da parte delle istituzioni regionali, e segnatamente del Comune di trieste, all’attraversamneto della Val Rosandra. Naturalmente, non so se la soluzione allo studio sia la migliore dal punto di vista trasportistico ed ambientale, ma bisogna riconoscerle il merito di aver sbloccato la situazione. Confindustria Fvg e Transpadana sono naturalmente disponibili per approfondimenti e promozione di iniziative a supporto del dialogo istituzionale».

TRIESTE: per ora niente armi ai vigili

Buone notizie ogni tanto.

 

Da Il Piccolo

MARTEDÌ, 21 DICEMBRE 2010

ACCORDO TRASVERSALE MA LEGA E AN PROTESTANO. SBRIGLIA MINACCIA DIMISSIONI

Vigili con la pistola, la delibera va in archivio

Delle armi ai vigili urbani si occuperà la prossima maggioranza. Quella che uscirà dalle urne in primavera. È questo l’esito del confronto a tratti aspro di ieri nel corso della riunione della sesta Commissione consiliare, presieduta da Roberto Sasco. È stato lo stesso sindaco Roberto Dipiazza a proporre di “congelare” la delibera che prevede l’attribuzione delle armi ai vigili urbani. «Viste le attuali difficoltà di bilancio – ha detto Dipiazza – sarebbe meglio procrastinare. Armare e addestrare 70 vigili, pensare alla custodia delle pistole, sono tutte operazioni che alla fine comporterebbero per le casse del Comune – ha precisato – una spesa di svariate centinaia di migliaia di euro. Tutto questo – ha aggiunto – in una città dove la sicurezza non è una delle problematiche più urgenti, anzi. Meglio rinunciare alla delibera, ritirandola». A quel punto si sono dichiarati d’accordo con Dipiazza Bruno Sulli, capogruppo di Un’altra Trieste, Piero Camber, capogruppo di Forza Italia-Pdl, Alessandro Minisini, responsabile del Gruppo misto, Fabio Omero, capogruppo del Pd, Roberto Decarli, capogruppo dei Cittadini, Alfredo Cannataro e Giuseppe Colotti del gruppo Dipiazza per Trieste, lo stesso Sasco, come capogruppo dell’Udc.

Un “sì” trasversale a maggioranza e opposizione, che ha trovato la ferma opposizione dell’assessore alla Vigilanza, Enrico Sbriglia. «Le leggi nascono per essere rispettate – ha detto, riferendosi a quella regionale sull’armamento dei vigili – e a questo punto non escludo di pensare alle mie dimissioni». Un secco no alla proposta di Dipiazza è arrivato da Antonio Lippolis, capogruppo di Alleanza Nazionale: «Perché improvvisamente si decide di non far rispettare le leggi?» si è chiesto. Con lui si è schierato Vincenzo Rescigno, dello stesso gruppo.

Sulla linea del no anche Maurizio Ferrara, capogruppo della Lega Nord: «Sono contrario, perché c’è un’amministrazione locale che è della stessa parte di quella che governa la regione, perché cambiare? L’assessore Sbriglia – ha affermato – sta subendo il ritiro politico della delibera, invece la legge va applicata. Alle prossime elezioni – ha concluso – la Lega riproporrà come programma l’armamento dei vigili».

Nel corso della seduta si è deciso che sarà il consiglio comunale a prendere atto della presentazione della relazione geologica composta per integrare il Piano regolatore.

Ugo Salvini

TRIESTE: gli studenti non mollano!

211210-2

Dopo l’assemblea di ieri all’università in cui gli studenti hanno raccontato la loro esperienza a …

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ROMA/ Gli studenti non chiedono permesso

«Vi sorprenderemo»

fregate

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Lampioni e chiarezza/ Tratto da Macerie+Senza Frontiere

Facciamo il punto sul CIE di Gradisca

Completamente condivisibile l’intervento di Macerie che di seguito pubblichiamo integralmente. E’ come se fosse la pubblicazione della serrata critica che stiamo conducendo per evitare la deriva istituzionale e lo snaturamento di quella che è stata la lotta contro il CPT di Gradisca che ha visto impegnato per alcuni anni un movimento variegato composto da varie anime, compresa quella cattolica. E’ proprio per tale motivo che già questa estate siamo ritornati in Piazza a Gradisca a fare un nuovo ulteriore presidio-volantinaggio, dopo che, nel 2004-5-6 ne abbiamo fatti numerosi. E’ grazie ad una mobilitazione capillare ed insistente che a Gradisca e nell’isontino, la percezione dell’ex-CPT, ora CIE, c’è e si è sedimentata come negativa, in larga parte della popolazione. (continua)

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TAV: presentati i progetti (farsa) preliminari

Dal Piccolo del 23/12/10

Tav, approvata la Mestre-Ronchi Sud

 

TRIESTE Il progetto preliminare della tratta Mestre-Ronchi Sud è approvato. E le risorse comunitarie, dunque, assicurate. Riccardo Riccardi archivia con soddisfazione il vertice con ministero e ferrovie sulla Tav: «I tempi imposti dalla Ue sono stati rispettati, ora potrà partire la fase di ascolto dei soggetti interessati, in primis gli enti locali». Un passaggio per niente secondario in Veneto, dove l’attuale previsione di un tracciato costiero rimane fortemente osteggiato dal territorio. E non è escluso debba venire modificato.

Il primo obiettivo, sottolinea Riccardi, è però raggiunto. La conferma arriva a Trieste nel corso della riunione tra l’assessore regionale ai Trasporti, il responsabile per le Reti transeuropee del ministero Roberto Ferrazza e il direttore per gli investimenti di Rfi Matteo Triglia. «Grazie a Rfi – sottolinea ancora Riccardi -, si è riusciti a rispettare la scadenza del 31 dicembre 2010 indicata da Bruxelles».

Ieri infatti Italferr, per conto delle Ferrovie italiane, ha pubblicato l’avviso di avvio della procedura di valutazione d’impatto ambientale (Via) delle fasi progettuali preliminari Mestre-Aeroporto Marco Polo e Aeroporto-Portogruaro nonché della tratta Ronchi Sud-Trieste. Il prossimo 30 dicembre, sempre in tempo utile, il percorso si concluderà con la pubblicazione di un ulteriore avviso per la Portogruaro-Ronchi.

Sulla Tav veneto-friulgiuliana partirà nei prossimi mesi la consultazione sul progetto con il territorio. Nella nostra regione, come da programma, il tracciato sarà affiancato all’autostrada. In Veneto, invece, i dubbi rimangono gli stessi di sempre. Il progetto realizzato da Rfi è arrivato ieri a Venezia in una cassa di due metri quadri che ha sfidato l’acqua alta. «Intendo esaminarle presto ma con calma – è il primo commento dell’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso -, ma in ogni caso abbiamo finalmente una base concreta rispetto alla quale articolare le aspettative e le convenienze del territorio». Il tracciato è quello che risponde alle prime indicazioni della Regione Veneto, il cosiddetto «basso», ma Chisso fa sapere: «Abbiamo fatto studiare a Rfi delle soluzioni alternative e consegneremo anche quelle al territorio, entro fine anno in Cd, per avviare il confronto con le comunità locali».

«La stella polare di quest’opera – prosegue Chisso – è il fatto che deve creare benefici per il territorio. Ecco perché, se l’ipotesi studiata è quella indicata dai giornali ovvero con stazione all’aeroporto di Venezia ma senza stazioni intermedie, non ci va bene».

L’alternativa fatta studiare dalla Regione di Luca Zaia è l’affiancamento all’autostrada attraverso il potenziamento della linea esistente. Una ipotesi che secondo alcuni rischierebbe di rallentare la procedura della terza corsia, ma su questo la struttura commissariale esclude ripercussioni. «Lo sganciamento delle due procedure fu deciso proprio per evitare questo problema», ricorda Riccardi nel ruolo di vicecommissario.

Sempre ieri a Trieste ha avuto pure luogo luogo il secondo incontro operativo del «Common executive Body» Italia-Slovenia per la realizzazione della porzione transfrontaliera della Tav. Guidato da Ferrazza e dal direttore per la parte ferroviaria del ministero dei Trasporti sloveno Ljubo Zerak, il Ceb ha discusso e analizzato il progetto di prefattibilità della linea secondo la «variante alta» decidendo di portarlo all’attenzione della riunione del 25 gennaio a Lubiana del Comitato intergovernativo Italia-Slovenia, alla presenza anche dei funzionari Ue. (m.b.)

 

Dal Messaggero del 23/12/10

Le Ferrovie approvano il tracciato Tav: rispettata la scadenza imposta dall Ue

 

UDINE. «L’approvazione, cosiddetta “interna”, da parte di Rfi-Rete ferroviaria italiana – come prevista dall’Unione europea – del progetto preliminare della tratta ferroviaria tra Mestre e Ronchi Sud mette definitivamente in sicurezza – sottolinea l’assessore regionale alla Viabilità e Trasporti Riccardo Riccardi – il contributo comunitario per le spese di progettazione della linea. Grazie a Rfi, infatti, si è così riusciti a rispettare la scadenza del 31 dicembre 2010 indicata da Bruxelles».

Lo conferma è giunta ieri a Trieste nel corso della riunione tra lo stesso assessore Riccardi e i vertici tecnici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roberto Ferrazza (responsabile per le Reti transeuropee), e di Rfi, Matteo Triglia, direttore per gli Investimenti. Italferr, per conto di Rfi, ha pubblicato l’avviso di avvio della procedura di valutazione d’impatto ambientale (Via) delle fasi progettuali preliminari Mestre-Aeroporto Marco Polo ed Aeroporto-Portogruaro nonché della tratta Ronchi Sud-Trieste, «e il percorso si concluderà il prossimo 30 dicembre con la pubblicazione dell’avviso per la Portogruaro-Ronchi», indica Riccardi.

«Rispettati, come dovuto, i tempi dell’Unione europea, dai prossimi mesi si potrà aprire la fase di “ascolto” e di consultazione sul progetto con il territorio – che ritengo di sviluppare secondo aree omogenee – per approfondire, in primis con gli Enti locali, i diversi punti progettuali che compongono la parte di competenza del Friuli Venezia Giulia dell’asse ad Alta capacità (per il traffico merci) ed Alta velocità (per i passeggeri) dalla Francia verso Slovenia, Ungheria e Ucraina», ha osservato l’assessore. E sempre ieri, nel capoluogo regionale, ha avuto luogo il secondo incontro operativo del «Common executive Body»/Ceb Italia-Slovenia previsto per la realizzazione della porzione transfrontaliera della stessa linea da Lione verso il confine magiaro-ucraino.

VERA RESTAURAZIONE

23 dicembre 2010

Un giorno disumano.

Riforma dell’Università ed accordo alla Fiat.

Studenti ed operai colpiti contemporaneamente

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NOTAV: Tracciato Tav nella Bassa, i comitati a Bruxelles

Dal Messaggero Veneto del 24/12/10

Tracciato Tav nella Bassa, i comitati a Bruxelles

 

BAGNARIA ARSA. Gli abitanti di diversi Comuni della Bassa friulana, e nello specifico quelli del Comune di Bagnaria Arsa, si ritrovano sotto l’albero come regalo di Natale il Progetto preliminare della Tav. «L’assessore Riccardi- sottolinea il portavoce, Giancarlo Pastorutti – ha dichiarato che “partirà nei prossimi mesi la consultazione sul progetto con il territorio”. Come più volte sottolineato, il Progetto è vincolato dalle caratteristiche della linea ferroviaria e dalla Legge Obbiettivo con il Decreto Legislativo 190-2002. I margini di trattativa potranno al massimo riguardare finanziamenti per qualche opera pubblica “sicuramente necessaria” che non compenserà certamente gli impatti sul territorio e sulla qualità della vita degli abitanti».

«Il tracciato della Tav – continua Pastorutti – passerà a sud di Castions delle Mura, area già interessata ai carotaggi, inoltre all’interno del Progetto ricadono la variante sulla linea storica Udine-Cervignano a doppio binario da Palmanova a Torviscosa con l’interconessione alla linea Alta Velocità/Alta Capacità, i raccordi con l’impianto dello scalo di Cervignano definito a suo tempo “lunotto”».

«Gli abitanti di Castions delle Mura, Campolonghetto e Bagnaria Arsa – continua il portavoce dei comitati – devono ringraziare il sindaco Bertossi su come ha gestito autonomamente la questione, snobbando pure la Commissione viabilità comunale. La prossima primavera ci saranno le nuove elezioni comunali, e sarà l’occasione per i cittadini di trarre le valutazioni del caso, magari un’occasione opportuna per ricambiare quanto fatto».

Ora i Comitati No Tav della Bassa Friulana valuteranno quali azioni intraprendere a fronte di un’opera che ritengono inutile, vista anche la linea preferenziale apertasi con Bruxelles, dopo l’invio della petizioni di 1.500 firme, e la conseguente audizione alla Commissione petizioni presieduta dall’onorevole Mazzoni, alla quale avevano partecipato il segretario della Commissione Brinkhorst e l’onorevole Cancian (Pdl). Certamente la situazione nella Bassa Friulana, in special modo a Bagnaria Arsa, è alquanto tesa e si attendono le reazioni anche dei cittadini di Porpetto (comune che non ha sottoscritto l’accordo, così come Villa Vicentina), dove il tracciato Av/Ac passerà sopra la zona artigianale e commerciale, “spaccando” in due il paese (qualcuno già afferma che il tracciato lungo la A4 non voluto dall’allora sindaco Cecilia Schiff, era forse meno impattante di questo).

«Ricordo – evidenzia Pastorutti – i costi elevati di queste opere che sono elevatissimi, non c’è nessuna assunzione di responsabilità su eventuali fallimenti e i danni all’ecosistema, in questo caso, sarebbero devastanti e irreparabili. Ricordo che la rete ferroviaria regionale, non è satura e la qualità del servizio e l’offerta non sono apprezzate, anzi sono molto criticate, soprattutto dagli utenti».

Francesca Artico

 

La Casarsa-Porto collegata alla Tav

 

SAN VITO. Mentre continuano i disservizi lungo la tratta ferroviaria Casarsa-Portogruaro, quest’ultima incassa un punto a suo favore, per la soddisfazione delle amministrazioni locali che premevano per questo risultato: il progetto preliminare per l’alta capacità e l’alta velocità tra Veneto e Friuli Venezia Giulia prevede l’interconnessione a Portogruaro, il che potrebbe portare al potenziamento della linea locale, che diventerebbe il collegamento della provincia con la Tav.

Disservizi. Non è certo stata un’annata tranquilla per i pendolari della tratta Casarsa-Portogruaro: come avvenuto quasi regolarmente nel corso dell’anno, anche questa settimana si sono verificati dei disagi. In particolare, negli ultimi giorni è stato in funzione un solo “Minuetto”: diversi treni sono stati soppressi e sostituiti da autocorsa. La causa sembra essere sempre legata a guasti al materiale rotabile. Nei mesi scorsi, per simili sostituzioni con autobus, vi sono stati anche casi di proteste, come quando un gruppo di genitori si recò dal primo cittadino di Cordovado evidenziando i disagi subiti dai figli studenti. La serie di sostituzioni sembra al momento non avere fine.

Potenziamento. Il progetto preliminare della Tav sarà presentato entro il 31 dicembre all’Unione europea da Rfi: è prevista l’interconnessione con la linea esistente a Lison, nelle vicinanze di Portogruaro. Era un’incognita, quella del tracciato in territorio veneto. Le amministrazioni e l’economia di Veneto orientale e Friuli occidentale auspicavano l’interconnessione a Portogruaro, anziché un tracciato più vicino alle località balneari, che escluderebbe questi territori dalle opportunità dell’alta capacità (per le merci) e velocità (per i passeggeri). Proprio a San Vito, un mese or sono, si era riunito un forum dei portatori d’interesse intorno al tracciato. A San Vito era stato previsto il potenziamento della Casarsa-Portogruaro come dipendente dal tracciato Tav.

Le amministrazioni. «Il progetto, per quanto si presenta oggi, è favorevole a quanto auspicavamo – afferma il vicesindaco, Antonio Di Bisceglie –: si potrebbe così procedere all’elettrificazione della linea e alla costruzione della “lunetta” per il collegamento diretto con Pordenone». Soddisfazione anche dal vicesindaco di Portogruaro, Luigi Villotta: «E’ un’opportunità per il Veneto orientale, ma anche per il Friuli occidentale, considerati gli investimenti sul territorio». L’assessore regionale alla Viabilità, Riccardo Riccardi, ha già indicato l’apertura di tavoli per discutere del tracciato con gli enti locali: sarà l’occasione per chiedere anche il potenziamento della Casarsa-Portogruaro».

Andrea Sartori

MUTAMENTI CLIMATICI/ Il caldo, il freddo e le precipitazioni

Repubblica 24 dicembre

CLIMA

Inverni sempre più freddi
perché il pianeta si riscalda

Gli esperti non hanno dubbi: Europa del nord, Nord America e Asia orientale per i prossimi anni devono aspettarsi inverni sempre più freddi, piovosi e anche nevosi, come quello cioè, che si è avuto a cavallo tra il 2009 e il 2010. Ecco perché

L’INVERNO appena iniziato in Italia è stato preceduto da un periodo di gelo non facile da dimenticare. E sembra che nuove ondate di freddo siano alle porte. Se facciamo memoria poi, non sarà difficile ricordare quanto freddo, soprattutto al centro nord, si è dovuto patire durante l’inverno scorso. E se ci si sposta più a nord del pianeta, verso la Francia settentrionale e l’Inghilterra la situazione è stata ancor più tremenda. Paradossalmente invece, in Groenlandia e nel Nord del Canada la situazione è opposta: le temperature sono sopra le medie. Ma come è possibile ciò se il pianeta si sta riscaldando sempre più? Sembrerà strano, ma la situazione rientra perfettamente in un quadro di un pianeta sempre più caldo. Europa del nord, Nord America e Asia orientale per i prossimi anni devono aspettarsi inverni sempre più freddi, piovosi e anche nevosi. Come quello che si è avuto a cavallo tra il 2009 e il 2010.

La causa è da ricercare molto più su rispetto alla fascia del pianeta interessata dal freddo, bisogna cioè salire in prossimità del Polo Nord. Qui l’area artica si sta riscaldando come in nessuna altra parte del pianeta, al punto che la temperatura degli ultimi anni è cresciuta mediamente di due volte rispetto al resto del pianeta. Ciò causa una variazione sulla pressione atmosferica al Polo Nord che a sua volta determina una variazione della circolazione atmosferica che porta venti freddi a scendere verso sud. “Ciò

fa si che inverni freddi e nevosi diverranno la norma piuttosto che l’eccezione. E tutto ciò è determinato dalla perdita di ghiacci che si sta verificando in prossimità del polo boreale”, spiega James Overland dell’US National Oceanic and Atmospheric Administration 1. Questa conclusione Overland e colleghi l’hanno esposta durante un incontro tenutosi ad Oslo. Secondo il ricercatore, la perdita di ghiacci polari (che sta avvenendo ad un ritmo dell’11% al decennio) fa sì che una maggiore quantità di mari accumuli al Polo Nord molto più calore rispetto al passato e le ricadute sul clima causate da tale situazione è di molto superiore a quanto i modelli climatici avevano delineato fino ad oggi.

A questa condizione, secondo un’altra ricerca, si somma l’influenza della “Oscillazione Artica”, una relazione tra l’alta pressione sulle medie latitudini e la bassa pressione dell’Artico. Quando le pressioni sono relativamente deboli, la differenza tra loro è piccola e ciò porta a far si che aria dall’Artico fluisca verso sud, mentre aria più calda viaggi verso nord. Questa situazione è quella presente in questi ultimi anni e ciò determina inverni già di per sé freddi e nevosi sul nord Europa, ancora più rigidi.

(24 dicembre 2010)