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Marzo 18th, 2017 — Anarcosindacalismo, General
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XXI CONGRESSO NAZIONALE DELL’U.S.I. / A.I.T.
TRIESTE, 24 – 25 – 26 APRILE 2015
SEDE: Via Fabio Severo, 14/b
ORDINE DEL GIORNO DEFINITIVO DEL CONGRESSO USI-AIT:
* la natura della crisi in atto,quali ricadute prossime e future?
* analisi della riduzione dei diritti e delle conquiste della classe lavoratrice, delle privatizzazioni in tutti i campi, dell’annientamento di tutte le forme di organizzazione dei lavoratori e lavoratrici e della loro rappresentanza sindacale, strategia di conflittualità per un valido ostacolo contro lo strapotere delle classi dominanti: nelle politiche contrattuali,nelle forme dell’autorganizzazione,nella questione del reddito e dell’occupazione, delle politiche energetiche e nella difesa dell’ambiente e del territorio.
* Analisi della rappresentanza e strategia dell’USI-AIT stante il rigetto dell’accordo Confindustria / sindacati confederali del gennaio 2014.
* situazione AIT dopo il congresso straordinario in Portogallo.
* lo sviluppo delle forme dell’autogestione, dell’azione diretta e riappropriazione/ occupazione di spazi, da parte delle classi subalterne, come presupposto necessario per una società futura liberata.
* rapporti con le altre OO.SS. del sindacalismo di base.
* azione dell’USI-AIT coi precari, disoccupati e precariato sociale.
* antimilitarismo e guerra.
* organismi di propaganda, di comunicazione e di coordinamento.
* nomine incarichi statutari.
Trieste, 23/04/2015
Programma congressuale
Venerdì 24/04:
Dalle 9.00: Accoglienza delle delegazioni.
Ore 13.00: Pranzo
Ore 14.00: inizio lavori – Apertura congresso e saluti.
Approvazione ordine del giorno definitivo
Ore 20.00: chiusura lavori prima giornata
Sabato 25/04:
Ore 9.00: inizio lavori seconda giornata
Ore 13.00: sosta pasto
Ore 14.00: ripresa dei lavori pomeridiana
Ore 20.00: chiusura lavori seconda giornata
Domenica 26/04:
Ore 9.00: inizio lavori ultima giornata
Ore 14.00: fine lavori congressuali – Pasto di arrivederci e fraterni saluti a tutti.
Comunicato di saluto CUB Friuli Venezia Giulia indirizzato ai delegati USI-AIT
Marzo 18th, 2017 — Fascisti carogne, General
SE NON LI CONOSCETE… – Comunicato Stampa
Oggi abbiamo avuto il dispiacere di vedere un muro, di fronte al prefabbricato dove ha sede il nostro circolo, vergato con la scritta “25 aprile lutto nazionale”.
L’insulto è ovviamente riconducibile a qualche fascista, probabilmente appartenente ad uno dei gruppi organizzati appena sbarcati in città e di cui uno in particolare ha aperto la sede con ampia pubblicità mediatica.
Oltre alla nostra sede è stato imbrattato anche un muro della Casa del Popolo di Torre di Pordenone. Si tratta di 2 sedi che hanno un valore simbolico forte non solo per chi crede nei valori che rappresentano ma anche per chi fa dell’intolleranza, della prevaricazione e del razzismo le proprie ragioni politiche. Se la Casa del Popolo di Torre fu il cuore delle barricate in armi di un intero quartiere contro le squadre fasciste nel maggio del ’21 ed ancora oggi è luogo di incontro e socialità, il Circolo Zapata rappresenta da più di 30 anni un luogo di cultura autogestionaria e politica di alternativa all’esistente, un esistente purtroppo spesso fatto di profitto, sfruttamento, repressione e xenofobia.
Come Circolo Libertario Zapata prendiamo atto che anche per i fascisti di oggi il 25 aprile rappresenti un lutto. D’altra parte per i fascisti di allora fu senz’altro un lutto più significativo proprio perché rappresentò la tomba di un regime sanguinario che portò un intero paese in una guerra mondiale tracimando milioni di vite tra leggi razziali, deportazioni e campi di concentramento e sterminio.
Per noi invece il 25 aprile era e rimane una festa, la festa di una liberazione che però non è ancora conclusa ma che continua anche grazie al nostro impegno contro i fascismi di oggi, spesso travisati e più subdoli ma anche rigurgiti di un passato esplicito e rivendicato.
Nonostante tutto anche una vigliaccata così porta in se qualcosa di buono: ci ricorda che siamo sulla strada giusta, quella della libertà!
Circolo libertario E. Zapata
Mani ignote nella notte, non rovineranno la nostra festa!
Non siamo nuovi ad imprevisti e provocazioni nell’avvicinarsi del 25 aprile, già l’anno scorso dopo il divieto di suonare e cantare bella ciao da parte del prefetto per “evitare tensioni” siamo stati in centinaia a cantarla in piazzale Ellero e alla ex caserma Martelli al nostro appuntamento.
Nella notte tra il 22 e il 23 Aprile, mani ignote, ma riconoscibili come fasciste per argomenti e modalità, hanno imbrattato i muri con scritte contro la Resistenza.
Anche quest’anno non ci faremo intimidire.
I luoghi non sono casuali e rappresentano una forte provocazione nel 70° anniversario della Liberazione: la Casa del Popolo di Torre, simbolo delle barricate di Torre (1921) e luogo storico della storia del mutualismo pordenonese dove siamo passati proprio pochi giorni fa con il nostro InfoPoint itinerante Bella Ciao; i muri antistanti il Circolo Libertario Zapata che da mesi ospita il percorso di PN Rebel e dove il 25 aprile, dopo l’evento alla ex Caserma Martelli, terremo un grande concerto che durerà tutta la giornata.
Luoghi simbolo della Resistenza di ieri e di quella di oggi, imbrattati da una vile provocazione notturna, da parte di chi agisce di notte, per fare scritte offensive, appendere striscioni o tappezzare il centro di adesivi senza neppure firmarsi.
Questa provocazione non fermerà la nostra festa, la nostra voglia di libertà e di resistere alle ingiustizie e alla precarietà che viviamo ogni giorno.
Vi aspettiamo tutti e tutte ancora più numerosi e convinti in piazza, all’ex caserma Martelli e al prefabbrikato per festeggiare insieme il 25 Aprile.
PN REBEL: FINO AL CUORE DELLA RESISTENZA
Marzo 18th, 2017 — 25 Aprile, General
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Distribuite 600 copie del volantino
Appello per una Manifestazione Regionale
Antifascista e Antimilitarista
a Gorizia per il 23 maggio 2015
Il 24 Maggio di cent’anni fa l’Italia entrò nella I guerra mondiale e i fascisti del terzo millennio scelgono questo giorno di vergogna per ribadire il loro slogan demenziale: “alcuni italiani non si arrendono”; infatti per sabato 23 Maggio, Casa Pound ha convocato un corteo nazionale a Gorizia. È degno dei fascisti celebrare milioni di morti, inviati al macello per il riassetto di quei poteri che subivano prima e subirono ancora dopo nelle loro vite. Proprio i fascisti sono sempre stati e sempre saranno i migliori alleati di quegli stessi poteri: le prime azioni squadriste furono proprio contro gli scioperi e le autorganizzazioni popolari per garantire gli interessi e i profitti di quei poteri, o contro gli sloveni, in queste terre, per creare il mito di una identità nazionale contro “i barbari”.
“Risorgi, combatti e vinci”, dice Casa Pound: a parte il fatto che ben poco fu vinto e molta ignominia ricade ancora sul comportamento dei “generali” sadici che mandarono al macello seicentomila persone, certamente non si trattò di un risorgimento perché in quella guerra e dalla sua mitologia nazionalista e razzista si propagarono poi i prodromi e le radici lunghe del fascismo e degli orrendi crimini di cui si macchiò poi lungo questi confini.
Si trattò certamente per centinaia di migliaia di combattere una guerra che non era la loro, strappati a forza dalle loro terre e mandati al massacro in condizioni disumane: è facile trovare testimonianze, foto e video che restituiscono lo schifo e l’orrore di quella “bella morte” che esiste solo nei deliri fascisti. Casa Pound sceglie Gorizia perché fu l’unica città conquistata con le armi, al prezzo di decine di migliaia di vite e della distruzione e abbandono dell’intera città – l’8 agosto 1916 vi era tra le macerie solo un decimo degli iniziali 30mila abitanti – che di “redenzione” visse assai poco e, in più, conobbe la prima deportazione razzista, a danno degli sloveni che erano circa la metà della popolazione iniziale. Ma sceglie Gorizia anche perché da decenni è stato seminato in questa città, da parte di alcune organizzazioni, un seme nazionalista, irredentista, che legittima operazioni come quelle che ora si vorrebbero attuare.
Solo dei fascisti possono trovare in tutto questo qualcosa di degno e glorioso.
Noi ci troviamo solo putrefazione e morte: per dirla con Kafka, a noi “la guerra non suggerisce nessuna idea degna”.
Come dice Dürrematt, “quando lo stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria”: non ci piace quell’Europa nella quale gli stati e il capitalismo a suon di patriottismo costruivano e affermavano il loro dominio con la guerra e i massacri, e ci opprime quella di oggi fondata sull’austerity imposta dalla Banca Centrale e dalla commissione Europea, sulla privatizzazione di tutto, sulla distruzione dei diritti e la precarizzazione di ogni aspetto della vita, mentre l’1% si arricchisce tanto da possedere quanto il rimanente 99%.
Il nostro nemico non è chi vive oltre una qualche linea chiamata confine, ma chi ci opprime ogni giorno, e a ben guardare non è cambiato poi molto, si è solo organizzato meglio.
Di queste terre a noi piace ricordare le rivolte, l’ammutinamento e la resistenza di tante e tanti nelle fabbriche, nei quartieri, nei luoghi di lavoro che si diedero allora così come in altre forme quarant’anni dopo e poi ancora, sino ad oggi, nella trama di una società che, quella sì, non si arrende mai reclamando diritti e dignità per tutte e tutti. Ci è impossibile accettare che il 23 Maggio, a Gorizia si celebri l’infamia dei massacri, tanto più da parte di un’esplicita organizzazione neofascista come Casa Pound, che, nella fattispecie, sfrutta proprio le coincidenze simboliche degli anniversari, per esaltare la guerra da un lato e infangare la Resistenza antifascista dall’altro. Il 23 Maggio a Gorizia ci saranno manifestazioni antifasciste, e rivolgiamo un appello per una mobilitazione ampia e plurale a tutte e tutti coloro – antifascisti, antirazzisti, movimenti sociali, associazioni, singoli – che hanno per patria il mondo intero, che odiano la guerra ma amano la resistenza e la liberazione dai fascismi di ieri e di oggi. Allo stato attuale è stato comunicato alla Questura di Gorizia un presidio per tutta la giornata di sabato 23 maggio in Piazza della Vittoria e lo svolgimento di due cortei; uno che parte da Piazza Transalpina e raggiunge Piazza della Vittoria e l’altro che parte dalla Stazione ferroviaria e arriva, a sua volta, in Piazza della Vittoria. Ulteriori informazioni verranno ovviamente date in seguito attraverso, i giornali, i siti internet, facebook eccetera.
Osservatorio Regionale Antifascista del Friuli Venezia Giulia
Fip Udine via scalo nuovo 24 aprile 2015
Marzo 18th, 2017 — 25 Aprile, General
Anche quest’anno varie le presenze extraistituzionali presenti fuori dalla risiera di San Sabba.
“Trieste antifascista-antirazzista” ha diffuso centinaia di volantini con l’appello contro il corteo di casapound del 23 maggio a gorizia e con i propri appuntamenti in città ed è stato anche affisso uno striscione di fronte all’entrata.
Vi è stata anche la riuscita esibizione del coro sociale “Voci arcutinate” che ha proposto varie canzoni della resistenza.
Come anarchici oltre a contribuire alle iniziative di “Trieste antifascista-antirazzista” eravamo presenti con banchetto, diffusione di Umanità Nova e Germinal e bandiere.
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Resoconto del 25 Aprile a Trieste per Umanità Nova
Trieste
Contro vecchi e nuovi fascismi
A Trieste ogni 25 aprile ci si ritrova di fronte alla Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio in Italia, per ricordare sia la lotta al nazifascismo sia le tante persone che in questa ex industria del riso vennero trucidate o imprigionate prima di essere deportate nei campi in Germania o in Polonia.
Ogni anno, mentre all’interno le varie autorità politiche e religiose si dilungano nei soliti discorsi retorici, all’esterno restano singoli e gruppi antifascisti ed extraistituzionali.
Quest’anno però c’era un motivo in più per essere presenti di fronte alla Risiera.
Il 23 maggio infatti i fascisti di Casapound hanno indetto un corteo nazionale a Gorizia per celebrare quel bagno di sangue che fu la Prima Guerra Mondiale e in particolare la conquista della città isontina. Contro questo corteo è iniziata una mobilitazione che, attraverso un percorso di informazione e lotta, avrà il suo culmine in una manifestazione antifascista quello stesso giorno sempre a Gorizia. Non intendiamo tollerare senza far nulla una celebrazione dei massacri e delle stragi in queste terre, peraltro proveniente da un’organizzazione palesemente fascista come Casapound.
Per questo il 25 aprile abbiano diffuso centinaia di volantini con l’appello ad essere presenti a Gorizia il 23 maggio, perché se ricordare l’insurrezione di settanta anni fa è un impegno doveroso, battersi contro i fascisti di oggi è ancora più importante ed urgente.
Davanti all’entrata dell’ex lager abbiamo affisso uno striscione con le semplici parole “23 maggio – via i fascisti da Gorizia” firmato da Trieste antifascista – antirazzista, un’assemblea aperta nata dal bisogno di organizzarsi per contrastare la calata di Casapound e le sempre più numerose provocazioni fasciste in città e in regione.
Come gruppo Germinal siamo rimasti all’esterno della Risiera con un banchetto e diffondendo Umanità Nova e il numero 122 di Germinal, fresco di stampa.
Sempre fuori si è anche esibito il Coro sociale delle “Voci arcutinate”, che ha proposto alcuni canti della Resistenza, tra i quali il “nostro” “Dai monti di Sarzana”.
Due righe ancora per segnalare che in questi giorni a Trieste si è svolto anche il XXI Congresso Nazionale dell’Unione Sindacale Italiana – A.I.T., che ha visto la partecipazione di decine di delegati e osservatori, anche dall’estero. Sabato 25 aprile abbiamo cenato tutti e tutte assieme presso la sede del Germinal, in un momento conviviale piacevole e fecondo.
Da questo Congresso, con il rinnovo degli incarichi e dopo un prolifico dibattito, nasce una rinnovata spinta per una lotta sindacale autorganizzata e solidale, contro lo sfruttamento e il capitalismo.
Il prossimo appuntamento importante a Trieste sarà il Primo Maggio, quando sfileremo in corteo con uno spezzone anarchico e libertario, per la solidarietà fra gli sfruttati e per una società senza padroni, razzisti, governi e repressione.
red_ts
Marzo 18th, 2017 — 1° Maggio 2015, General
Marzo 18th, 2017 — General, Montagna
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/04/28/news/dall-austria-altro-no-al-mega-elettrodotto-1.11321780
UDINE. Sul progetto dell’elettrodotto da 220 kV Würmlach-Somplago è stata posta la pietra tombale. Già nel settembre scorso il Tribunale amministrativo federale aveva negato l’autorizzazione all’opera, giudicandola incompatibile con il territorio che avrebbe dovuto attraversare, una vallata che da Kötschach-Mauthen si insinua a sud verso il confine italiano, il cosiddetto “Kronhofgraben”, considerato un gioiello naturalistico, candidato a entrare a far parte del Patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco e già facente parte degli ambiti tutelati dal protocollo “Natura 2000”.
Ora quella sentenza è stata confermata
anche dal Consiglio di Stato, con un provvedimento che porta la data del 24 febbraio, ma che è stato pubblicato soltanto in questi giorni. Ovviamente, la competenza territoriale di questo supremo organo giurisdizionale si limita all’Austria, ma è evidente che, non potendosi realizzare i 42 chilometri di elettrodotto previsti in territorio carinziano, non avrebbe alcun senso allestire i restanti in territorio italiano, dal confine a Somplago, anche se sul nostro versante esisteva un parere positivo espresso in luglio dal Ministero per l’Ambiente, con provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, relativo alla valutazione di impatto ambientale.
La decisione di settembre del Tribunale amministravo era stata accolta con sorpresa sia dai promotori dell’elettrodotto – la Alpe Adria Energia Spa di Udine – sia dagli oppositori (vari Comuni della Carinzia e della Carnia, nonché alcuni comitati ambientalisti transfrontalieri), perché dopo
la decisione del Ministero italiano per l’Ambiente e soprattutto dopo la presa di posizione favorevole dell’Unione europea, tutti davano per scontata una sentenza pro elettrodotto.
Nell’estate scorsa – lo ricordiamo – l’Ue aveva inserito l’opera nell’elenco, aggiornato ogni due anni, dei «progetti di interesse comunitario», condizione che avrebbe consentito ad
Alpe Adria Energia Spa di accedere ai finanziamenti europei, di accelerare i processi autorizzativi e di ottenere, se necessario, l’esproprio dei terreni. Ma il Tribunale amministrativo, come avevamo riferito anche in questo giornale, era stato di diverso avviso. Contro quella sentenza la società proponente aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato, che però è stato respinto.
Non si conoscono ancora
le reazioni sul versante austriaco, mentre su quello italiano ha già preso posizione Renato Garibaldi, uno dei principali oppositori al progetto.
«A nome mio e del comitato che per anni si era battuto per fermare questo scempio – ci ha dichiarato – esprimo da una parte la nostra soddisfazione per il raggiungimento dello scopo ottenuto a prezzo di molte battaglie nelle
piazze e nelle sedi amministrative; dall’altra, il nostro rammarico per aver avuto bisogno della giustizia austriaca per fermare questo assurdo ovvero che l’interesse economico di pochi (tre imprenditori) prevalesse sugli interessi di tutti. Perché questo scrive la sentenza: la natura, il paesaggio sono un valore immenso e la speculazione di alcuni non può prevalere su questi beni comuni».
Marzo 18th, 2017 — 1° Maggio 2015, General
Foto a Cervignano del Friuli 1° maggio 2015
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Particolare. Sul palco c’è la catastrofica Assessore Regionale Maria Grazia Santoro e di fronte lo striscione contro la variante di Dignano
Marzo 18th, 2017 — 1° Maggio 2015, General
Per il terzo anno consecutivo la trieste anarchica, libertaria ed anarcosindacalista (Gruppo Anarchico Germinal, USI-AIT e individualità libertarie e simpatizzanti “riuniti” nell’Assemblea Libertaria) hanno dato vita ad uno spezzone caratterizzato all’interno del rituale corteo del 1 maggio.
Il corteo ha seguito il percorso classico con partenza la mattina dal popolare quartiere di S.Giacomo per poi sfilare per le vie del centro e concludersi nella centrale piazza unità. Davanti la triplice sindacale con in coda Fiom, sinistra Cgil e Anpi, a seguire gli spezzoni di movimento (quest’anno costituiti da “Trieste antifascista-antirazzista” e il nostro) e a seguire i sempre più esigui spezzoni di Rifondazione, Pdci e Lista Tsipras. Il corteo ha visto come di consueto la partecipazione di qualche migliaio di persone.
Il nostro spezzone, (che quest’anno aveva come tema la solidarietà fra gli sfruttati) aperto dallo striscione “Divisi siamo nulla-solidali siamo tutto-senza padroni, razzisti, governi-repressione” e chiuso dal quello dell’Usi-Ait “per l’alternativa libertaria-per un mondo senza sfruttati e sfruttatori” ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di persone ed è stato molto visibile e comunicativo: camioncino per gli interventi al microfono, bandiere rossonere, della FAI, dell’USI, NOTAV, NOMUOS e antifasciste, centinaia di volantoni bilingui in italiano e sloveno diffusi, centinaia di copie del nuovo numero di Germinal vendute e una rumorosa e allegra banda di tamburi e percussioni che ha animato tutto il percorso. Durante tutta la strada abbiamo coperto con adesivi antifa e antirazzisti adesivi fascisti e affisso ai pali i volantini della manifestazione del 23 maggio a gorizia contro i fascisti di casapound. All’interno del nostro spezzone vi era anche lo striscione di Radio Fragola (radio locale legata a Popolare Network) e alcuni compagni curdi con la propria bandiera, segnale che il lavoro politico e di solidarietà svolto negli scorsi mesi sulla situazione della Rojava è stato significativo.
Molto partecipato (circa duecento persone) anche lo spezzone unitario di “trieste antifascista-antirazzista” assemblea cittadina formatasi da qualche settimana e formata da diverse realtà e individualità (fra cui gli anarchici) per contrastare il riemergere in città delle formazioni fasciste e spingere alla mobilitazione per il 23 maggio a Gorizia.
Arrivati in piazza unità, non ci siamo fermati a sentire il comizio dei tromboni sindacali e, come lo scorso anno, abbiamo proseguito fino a p.della Borsa dove abbiamo dato vita ad una nostra piazza con banchetto informativo, microfono aperto, piccola mostra sulle origini del 1 maggio e No Expo (che ha destato molto interesse fra i passanti) e con finale l’esibizione del coro sociale “Voci arcutinate” che ha coinvolto tutt* i presenti.
La giornata è proseguita alla festa dell’USI-AIT in carso e con la presenza con un banchetto alla festa di Radio Fragola.
Il bilancio della giornata è per noi sicuramente positivo: non solo abbiamo confermato una presenza visibile e sempre meglio organizzata, ma abbiamo avuto una partecipazione notevole nonostante quest’anno la mancanza di compagn* da fuori città (sia perchè andati a Milano contro l’expo o per altri impegni) e la presenza dello spezzone unitario antifascista che mancava gli anni passati.
Foto e volantone della giornata su www.info-action.net
Uno che c’era
(report che apparirà su umanità nova)
dopo le foto il volantone diffuso
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Divisi siamo nulla – Solidali siamo tutto
Senza razzisti, padroni, governi e repressione
La grave situazione in cui siamo immersi (impoverimento crescente, disoccupazione e precarietà sempre più diffusi, servizi sociali sempre più carenti, inquinamento ambientale…) sta facendo emergere una marcata spinta alla frammentazione sociale, al ripiegamento su se stessi, alla logica del “tutti contro tutti”. In questo clima di incertezza e di paura del domani trovano facilmente terreno di coltura idee ed atteggiamenti autoritari e discriminatori: razzisti, nazionalisti se non apertamente fascisti.
Sempre più spesso vediamo additare gli immigrati, i poveri, gli emarginati come la causa dei problemi che ci troviamo di fronte quotidianamente. Sono idee pericolose, che vanno combattute in maniera risoluta, non solo perché opposte ai principi di solidarietà, uguaglianza, libertà di circolazione che noi troviamo irrinunciabili ma anche perché fanno il gioco di chi -realmente- decide sulle vite di tutt* noi (padroni nostrani e multinazionali, stati, lobby, apparati militari e religiosi…).
L’artificiale divisione fra “noi” (triestini, italiani, europei, cristiani…) e “loro” (immigrati, extracomunitari, profughi, negri, islamici…) che molte persone hanno in testa è il primo passo di una lotta fra sfruttati in cui a guadagnarci è solo chi comanda e specula riducendo ogni cosa e ogni essere vivente a merce da scambiare, forza-lavoro da sfruttare o consumatore da spremere.
Contro tutto questo occorre reagire agendo in prima persona nelle lotte sociali e territoriali (per la casa, per servizi sociali gratuiti e di qualità, contro le devastazioni ambientali…) e con pratiche di solidarietà concreta.
Solidarietà: ecco una parola chiave da riscoprire, una risposta possibile allo sfacelo e alla disperazione che vediamo crescere giorno dopo giorno, tramite la costruzione di relazioni dirette e di aiuto fra sfruttati/e.
Solidarietà fra vicini contro uno sfratto nel condominio in cui si vive.
In molte città esistono comitati di lotta e associazioni che mettono assieme persone in difficoltà abitativa e sotto sfratto che si autoorganizzano per opporsi agli sfratti e occupare case abbandonate e lasciate al degrado.
Solidarietà fra abitanti di un quartiere in lotta contro la cementificazione del poco verde pubblico rimasto.
A Roma è in atto una lotta per impedire che il lago e il verde presenti nell’area dell’ex Snia venga cementificata e creare invece un parco pubblico.
Solidarietà fra lavoratori e lavoratrici contro ricatti e licenziamenti sul posto di lavoro.
Negli ultimi anni nel settore della logistica hanno preso piede delle lotte molto ampie e determinate portate avanti soprattutto da lavoratori immigrati che –grazie alla solidarietà attiva fra lavoratori di aziende diverse e solidali e con il metodo del blocco delle merci e dello sciopero- sono riuscite ad ottenere grandi miglioramenti nelle condizioni di lavoro e dei salari.
Solidarietà internazionalista verso chi lotta in altre parti del mondo per una società più libera.
Negli ultimi mesi come area libertaria siamo riusciti tramite iniziative pubbliche a inviare nella zona del Kurdistan fra la Turchia e la Siria oltre 1400 euro di sostegno ai profughi fuggiti dalla città di Kobane durante i combattimenti contro l’Isis e per la ricostruzione della stessa.
Solidarietà fra genitori con forme di mutuo appoggio per i bambini esclusi dagli asili pubblici.
Gli esempi potrebbero continuare: quello che conta è uscire dalla sensazione di isolamento, di impotenza e capire che assieme, fra persone con uguali dignità pur nelle nostre diversità -che sono una ricchezza collettiva-, possiamo invertire la rotta, possiamo riprenderci in mano -pezzo dopo pezzo- le nostre vite che ci sono state espropriate dal soffocante potere politico ed economico.
Assemblea Libertaria
Gruppo Anarchico Germinal
Unione Sindacale Italiana – USI AIT
Brez rasistom, gospodarjem, vladam in represiji
Solidarni zmoremo vse, ločeni ničesar
Trenutna težka situacija v kateri se znajdemo (naraščajoče obubožanje, brezposelnost in začasna zaposlenost, vedno bolj pomanjkljive socialne storitve, onesnaženo okolje…) postaja pogon k čim večji socialni razdrobljenosti, k zaprtju v same vase, k logiki “vsi proti vsem”. V tem ozračju nelagodja in strahu prihodnosti se zlahka pojavljajo in rastejo ideje ki so avtoritarne in diskriminantne kot rasizem, nacionalizem ali v najslabšem primeru fašizem.
Vedno bolj pogostoma smo priča krivljenja priseljencev, revnih, oseb na robu družbe kot razlog problemov katere moramo vsak dan premostiti. To so nevarne ideje, katerim moramo odločno nasprotovati, ne samo ker se postavijo na nasprotno stran za nas neobhodnih principov solidarnosti, enakosti, svobodnega premikanja, ampak tudi ker so izraz igre tistih, ki res odločajo o naših življenjih (domači in tuji gospodarji, države, lobby, vojaški in verski aparati).
Namišljena ločitev med “nami« (tržačani, italijani, slovenci, evropejci, kristjani..) in«njimi« (priseljenci zunaj in znotraj Evropske Unije, ubežniki, »črnci«, muslimani…), katero mnogi imajo v mislih, je prvi korak k vojni med izkoriščenimi. Zaslužek pri temu ima kdor ukazuje in špekulira nad vsemi živimi bitji, ki postanejo v njegovih rokah blago izmenjave, delovna sila za izkoristiti ali potrošniki katerim izmolsti prihranke.
Proti vsemu temu je treba reagirati v prvi osebi s socialnimi in teritorjalnimi boji (za hišo, za zastonj in kvalitetnejše socialne storitve, proti razdejanju okolja…) in s konkretnimi solidarnostnimi praksami.
Solidarnost je ključna beseda in edini možen odgovor proti razpadu in obupu ki nas obdaja. Solidarnost izvršena z ustanovitvijo direktnih vezi in pomočjo med izkoriščenimi.
Solidarnost med sosedi proti prislini izselitvi.
V mnogih mestih obstajajo odbori in organizacije ki združujejo osebe ki so prisljene se izseliti iz lastnih domov in jim pomagajo se upreti prisilnim izselitvam ter zasesti zapuščena stanovanja in hiše.
Solidarnost med prebivalci iste mestne četrti proti cementifikaciji še zadnjega mestnega zelenja.
V Rimu je v teku boj da bi ohranili jezero in zelenje na območju ex Snia in da bi iz tega predela ustvarili ljudski park.
Solidarnost med delavci in delavkami proti izsiljevanju in odpustitvam na delovnem mestu.
V sektorju logistike se v zadnjih letih pojavljajo boji za boljše delovne pogoje. Zelo aktivni so priseljenci, kateri hvala aktivni solidarnosti med delavci raznih podjetij, prekinitvi dostave dobrin ter stavkanju, so si v kratkerm priborili boljše pogoje ne delovnem mestu in izboljšanje plač.
Internacionalistična solidarnost do tistih ki se v drugih krajih sveta borijo za svobodnejšo družbo
V zadnjih mesecih nam je uspelo z raznimi javnimi pobudami zbrati in odposlati v Kurdistan, med Turčijo in Sirijo, preko 1400 euro za podporo ubežnikom ki so zbežali iz mesta Kobane med boji proti ISISU in za ponovno izgradnjo porušenega mesta.
Solidarnost na podlagi vzajemne podpore med starši otrok, kateri niso bili vključeni v ljudske vrtce
Lahko bi nadaljevali s primeri, a važno v tem trenutku je to, da se upremo temu občutku izolacije in nemoči. Važno je razumeti, da naša drugačnost, ki predstavlja eno kolektivno bogastvo, lahko združuje osebe z istim dostojanstvom in nam pomaga pri spremembi smeri, da si znova priborimo naša življenja, ki so nam bila odvzeta od dušeče politične in ekonomske oblasti.
Marzo 18th, 2017 — General, Manifestazioni
Il corteo antifascista partirà dal Piazzale della Stazione Ferroviaria di Gorizia.
il Concentramento inizia alle ore 15.00
Evento facebook
https://www.facebook.com/events/1588782074702934/
Appello per una Manifestazione Regionale Antifascista e Antimilitarista a #Gorizia per il #23maggio 2015
Il 24 Maggio di cent’anni fa l’Italia entrò nella I guerra mondiale e i fascisti del terzo millennio scelgono questo giorno di vergogna per ribadire il loro slogan demenziale: “alcuni italiani non si arrendono”; infatti per sabato 23 Maggio, Casa Pound ha convocato un corteo nazionale a Gorizia.
È degno dei fascisti celebrare milioni di morti, inviati al macello per il riassetto di quei poteri che subivano prima e subirono ancora dopo nelle loro vite.
Proprio i fascisti sono sempre stati e sempre saranno i migliori alleati di quegli stessi poteri: le prime azioni squadriste furono proprio contro gli scioperi e le autorganizzazioni popolari per garantire gli interessi e i profitti di quei poteri, o contro gli sloveni, in queste terre, per creare il mito di una identità nazionale contro “i barbari”.
“Risorgi, combatti e vinci”, dice Casa Pound: a parte il fatto che ben poco fu vinto e molta ignominia ricade ancora sul comportamento dei “generali” sadici che mandarono al macello seicentomila persone, certamente non si trattò di un risorgimento perché in quella guerra e dalla sua mitologia nazionalista e razzista si propagarono poi i prodromi e le radici lunghe del fascismo e degli orrendi crimini di cui si macchiò poi lungo questi confini.
Si trattò certamente per centinaia di migliaia di combattere una guerra che non era la loro, strappati a forza dalle loro terre e mandati al massacro in condizioni disumane: è facile trovare testimonianze, foto e video che restituiscono lo schifo e l’orrore di quella “bella morte” che esiste solo nei deliri fascisti.
Casa Pound sceglie Gorizia perché fu l’unica città conquistata con le armi, al prezzo di decine di migliaia di vite e della distruzione e abbandono dell’intera città – l’8 agosto 1916 vi era tra le macerie solo un decimo degli iniziali 30mila abitanti – che di “redenzione” visse assai poco e, in più, conobbe la prima deportazione razzista, a danno degli sloveni che erano circa la metà della popolazione iniziale.
Ma sceglie Gorizia anche perché da decenni è stato seminato in questa città, da parte di alcune organizzazioni, un seme nazionalista, irredentista, che legittima operazioni come quelle che ora si vorrebbero attuare.
Solo dei fascisti possono trovare in tutto questo qualcosa di degno e glorioso.
Noi ci troviamo solo putrefazione e morte: per dirla con Kafka, a noi “la guerra non suggerisce nessuna idea degna”.Come dice Dürrematt, “quando lo stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria”: non ci piace quell’Europa nella quale gli stati e il capitalismo a suon di patriottismo costruivano e affermavano il loro dominio con la guerra e i massacri, e ci opprime quella di oggi fondata sull’austerity imposta dalla Banca Centrale e dalla commissione Europea, sulla privatizzazione di tutto, sulla distruzione dei diritti e la precarizzazione di ogni aspetto della vita, mentre l’1% si arricchisce tanto da possedere quanto il rimanente 99%.
Il nostro nemico non è chi vive oltre una qualche linea chiamata confine, ma chi ci opprime ogni giorno, e a ben guardare non è cambiato poi molto, si è solo organizzato meglio.
Di queste terre a noi piace ricordare le rivolte, l’ammutinamento e la resistenza di tante e tanti nelle fabbriche, nei quartieri, nei luoghi di lavoro che si diedero allora così come in altre forme quarant’anni dopo e poi ancora, sino ad oggi, nella trama di una società che, quella sì, non si arrende mai reclamando diritti e dignità per tutte e tutti.
Ci è impossibile accettare che il 23 Maggio, a Gorizia si celebri l’infamia dei massacri, tanto più da parte di un’esplicita organizzazione neofascista come Casa Pound, che, nella fattispecie, sfrutta proprio le coincidenze simboliche degli anniversari, per esaltare la guerra da un lato e infangare la Resistenza antifascista dall’altro.
Il 23 Maggio a Gorizia ci saranno manifestazioni antifasciste, e rivolgiamo un appello per una mobilitazione ampia e plurale a tutte e tutti coloro – antifascisti/e, antirazzisti/e, movimenti sociali, associazioni, singoli – che hanno per patria il mondo intero, che odiano la guerra ma amano la resistenza e la liberazione dai fascismi di ieri e di oggi.
OSSERVATORIO REGIONALE ANTIFASCISTA
Marzo 18th, 2017 — General, Manifestazioni
Evento ufficiale della manifestazione di Gorizia
https://www.facebook.com/events/1588782074702934/
Volantino in distribuzione a Udine.
E’ stato indetto un presidio informativo
per sabato 16 maggio pomeriggio
in Piazza Libertà a Udine.
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