Pubbliche Rivolte
1 dicembre Milano Occupata autostrada
Onda Resistente
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
Marzo 17th, 2017 — General, Studenti Trieste
I numeri della protesta a Trieste continuano a non essere alti, ma la voglia di mobilitarsi in modo più determinato degli scorsi anni fa da contrappeso.
Anche ieri un corteo non autorizzato e -dopo oltre 10 anni che non succedeva- un blocco dei binari alla stazione.
Clima allegro ma determinato in corteo, ovviamente il Piccolo da fin troppo spazio alle prevedibili dissociazioni.
infoaction reporter
Da Piccolo
MERCOLEDÌ, 01 DICEMBRE 2010
MA LE RAPPRESENTANZE UFFICIALI SI DISSOCIANO: «GESTO NON AUTORIZZATO DECISO DA POCHI»
Studenti in corteo, un gruppo occupa i binari
Sit-in davanti alla Regione, fissato per domani un incontro. Presidio alla Prefettura, disagi al traffico
di GABRIELLA ZIANI
Civilmente, con calma e gesto improvvisato, anche gli studenti di Trieste hanno invaso ieri i binari della stazione ferroviaria: lo stavano facendo in tutta Italia per protestare contro la riforma universitaria in pieno dibattito alla Camera, e dunque un gruppetto al grido di ”Binari! Binari!” si è a un certo punto staccato dal corteo che già in mattinata era sceso da piazzale Europa per unirsi al sit-in davanti al Consiglio regionale, e si è diretto in stazione, e da lì ha deviato verso l’ingresso, presidiato da poliziotti con scudo antisommossa.
I tabelloni orari sono stati modificati, introducendo l’avviso di 20 minuti di ritardo, ma pare che solo un treno abbia dovuto attendere un po’. «Dopo circa una mezz’ora, in cui siamo stati sui binari zitti e fermi, senza bandiere e senza slogan, i poliziotti hanno cominciato a dirci – racconta uno dei partecipanti – che in fondo avevamo fatto abbastanza, che a insistere ci sarebbe arrivata una denuncia, con rischio di pagare danni, e allora ci siamo allontanati, in fondo era stato sufficiente».
Da lì il gruppo si è spostato in piazza Unità, sotto la Prefettura, e ha chiesto di parlare con il prefetto Giacchetti, che infatti è sceso a incontrarli. I ragazzi hanno preannunciato l’invio di una lettera di dissenso e chiesto che il rappresentante del Governo la inoltrasse a Roma. Il prefetto ha chiarito di non poter essere solidale con le proteste, ma di essere a disposizione per inoltrarle. E questo avverrà oggi.
La giornata di dimostrazioni si era aperta al mattino nella sede centrale dell’ateneo, dove già l’altra sera la statua di Minerva che sovrasta lo scalone di piazzale Europa era stata drappeggiata di giallo, mentre all’interno striscioni gialli appesi nell’ampio varco delle scale recitavano: «Units appesa a un filo».
Il corteo si è dapprima snodato per i corridoi interni, poi all’aperto, dove è stato raggiunto dal rettore Francesco Peroni, solidale col dissenso che gli studenti stavano per rappresentare in città. Circa 500 ragazzi sono scesi fino in piazza Oberdan, dove il Consiglio degli studenti aveva organizzato un sit-in soprattutto per chiedere il ripristino delle borse di studio, attualmente (a graduatoria definitiva) tagliate della metà. Volevano parlare con esponenti della maggioranza di governo e e ripetere la richiesta già inoltrata di essere ricevuti dalla commissione capigruppo. Sono scesi a incontrarli tre esponenti dell’opposizione: Corazza (Italia dei valori), Codega (Pd) e Kocjancich della Sinistra arcobaleno che ha fatto da portavoce: l’appuntamento in Regione è per domani alle 13. All’incontro parteciperanno il Consiglio degli studenti, il Movimento Units, rappresentanti della Casa dello studente.
Ma la coda «ferroviaria» della protesta, non preventivamente organizzata, non ha trovato sostegno nelle rappresentanze ufficiali di studenti e ricercatori. Cesare Buiatti, rappresentante del Consiglio degli studenti in Consiglio di amministrazione, lo afferma esplicitamente: «Il corteo non era autorizzato, noi abbiamo ottenuto l’obiettivo che ci eravano prefissati sol sit-in in Regione, e ci dissociamo dall’iniziativa di occupare i binari, anche se siamo contrari alla riforma Gelmini». La Rete 29 Aprile dei ricercatori altrettanto non è stata promotrice della pacifica invasione, e qualche suo esponente se ne dissocia. Intanto ieri assemblea a Scienze politiche e presidio a Lettere, con interventi dei professor Claudio Venza e della ricercatrice Tullia Catalan.
Marzo 17th, 2017 — General, Studenti
Gli universitari hanno interrotto l’occupazione del rettorato, ma si sono appropriati della città. Hanno esposto striscioni in piazza Libertà, a palazzo D’Aronco e sulla specola del castello. A Udine, come in altre città italiane, la protesta studentesca si è infiammata a tal punto da mandare in scena, sotto la Loggia del Lionello, in stazione e in galleria Bardelli, la fucilazione dell’università pubblica.
UDINE. Gli universitari hanno interrotto l’o ccupazione del rettorato, ma si sono appropriati della città. Hanno esposto striscioni in piazza Libertà, a palazzo D’Aronco e sulla specola del castello. A Udine, come a Roma e in altre città italiane, ieri la protesta studentesca si è infiammata a tal punto da mandare in scena, sotto la Loggia del Lionello, in stazione e in galleria Bardelli, la fucilazione dell’università pubblica. Tutto questo mentre una delegazione seguiva, da un maxi schermo allestito sotto la Loggia, il voto alla Camera. L’approvazione del ddl però non zittisce i manifestanti decisi a far sentire le loro voci anche nei prossimi giorni, magari il 14 dicembre in occasione della fiducia al Governo.
Quella di ieri è stata una lunga giornata di protesta tant’è che neppure il freddo pungente è riuscito a fermarla. Alle 10 gli studenti si sono ritrovati sotto la Loggia del Lionello per seguire da un maxi schermo i lavori dei parlamentari alla Camera. Qui i manifestanti hanno preso possesso dei monumenti dove hanno esposto striscioni che recitavano: “Atenei come Pompei”, “Senza ricerca non c’è futuro, senza università non c’è Friuli”.
Una cosa è certa: la Loggia del Lionello è diventata il luogo simbolo della protesta studentesca. Da piazza Libertà, infatti, gli studenti hanno fatto sentire le loro voci per dire «no» alla riforma Gelmini che oltre a penalizzare il diritto allo studio, prevede lo «sfruttamento» dei ricercatori, apre le porte degli atenei pubblici ai privati, ma soprattutto non garantisce un futuro ai giovani. Concetti, questi, sintetizzati in un’ironico spettacolo teatrale messo in scena per giustiziare l’università pubblica italiana.
Sul banco degli imputati la ricerca, il diritto allo studio, il futuro, il diritto al lavoro e la cultura accusati di «sprecare denaro per mantenere ruderi decadenti come Pompei ben sapendo che con la cultura non si mangia, di difendere il diritto al lavoro nonostante sia chiaro a tutti che i ricercatori devono essere sottopagati e sfruttati» oppure di determinare «un’eccessiva preoccupazione per il futuro quando tutti sanno che il futuro non esiste».
In men che non si dica gli imputati sono stati condannati e sottoposti al plotone di esecuzione obbligato a «caricare, puntare e sparare». Chiaro il messaggio: «La riforma Gelmini uccide l’u niversità pubblica». In serata, la scenetta è stata riproposta anche in stazione e in galleria Bardelli.
«Sono qui perché sono stufo delle prese in giro» ha affermato Lorenzo Passilongo, mentre Joshua Cesa, uno dei rappresentanti dell’� osservatorio indipendente “Osserva”, spiegava che le ricadute dei tagli all’università non pesano solo sugli studenti e sulle loro famiglie, bensì sull’intero territorio. Ecco perché il centro è stato tappezzato di manifesti con lo slogan «delitto allo studio».
Questo è successo in mattinata perché nel pomeriggio, mano a mano che i colleghi delle altre città italiane bloccavano treni e autostrade, la rabbia saliva anche tra gli studenti dell’ateneo friulano trasferiti nella sala convegni di palazzo Antonini. Non a caso, intorno alle 17, un gruppo si è diretto verso la stazione ferroviaria dove i convogli provenienti da Trieste accumulavano minuti di ritardo proprio a seguito delle proteste studentesche in corso nel capoluogo giuliano. Qualcuno ha temuto che anche i friulani potessero sedersi sui binari, ma invece ancora una volta tra gli universitari è prevalsa la prudenza. E così gli studenti si sono limitati a coinvolgere i viaggiatori nella fucilazione dell’u niversità pubblica italiana.
«Siamo stufi – hanno ripetuto i manifestati – delle promesse non mantenute, della mancanza di dialogo visto che nessuno ha pensato di confrontarsi con noi prima di scrivere la riforma». Tutto questo mentre un altro gruppo partecipava all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Accademia Nico Pepe. Altri, invece, invitati dagli studenti del liceo scientifico Copernico e artistico Sello hanno preso la parola nelle rispettive assemblee d’istituto.
Su quel dialogo mancato fanno leva gli studenti intenzionati a proseguire con la protesta, magari in occasione della fiducia al Governo in calendario per il 14 dicembre. Prima però una delegazione parteciperà al convegno “Il futuro dell’università. Coloreremo ancora la materia grigia?» organizzato dall’ateneo in sala Ajace. L’iniziativa si svolgerà domani, alle 17. Il confronto, insomma, proseguirà dentro e fuori le aule universitarie senza escludere nuovi blitz in centro.
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
Wikileaks. Che pensare? Che dire? 7 dicembre Assange arrestato. 6 dicembre Il pensiero di Odifreddi. 5 dicembre. La disfatta degli USA. 4 dicembre Assange tratta l’arresto. 3 dicembre. Oscurato Wikileaks (importante: l’evidenza della mafia Italo-russa). 2 dicembre. Dipartimento di Stato Usa: “Assange un anarchico”
Marzo 17th, 2017 — General, Studenti Trieste
GIOVEDÌ, 02 DICEMBRE 2010
Riforma, occupata la Biblioteca generale
Seconda notte di presidio negli spazi di piazzale Europa Striscioni di protesta alla Sissa
Si allarga il fronte della protesta contro la riforma universitaria. Agli studenti e ricercatori dell’ateneo – che martedì, dopo aver occupato i binari della Stazione, hanno anche ”invaso” pacificamente la Biblioteca generale di piazzale Europa, trascorrendovi la notte -, si sono uniti ieri gli iscritti della Sissa. Gli studenti hanno esposto sulla facciata della sede di via Bonomea due striscioni: “Sos Ricerca” e “Tagli=Bagagli”. Una scelta, spiegano i promotori dell’iniziativa, fatta «per sottolineare quella che riteniamo essere l’emergenza principale che affligge l’istruzione superiore italiana. I tagli promossi dal ministro Tremonti sottrarranno all’università e alla ricerca pubblica quasi un miliardo di euro il prossimo anno. A questi tagli si sommano poi il blocco del turn over, applicato senza distinzione a sedi virtuose e sedi con il bilancio in rosso, il taglio delle trasferte all’estero per partecipare a convegni e, da ultimo, il taglio del numero delle borse di dottorato».
Critiche già illustrate con forza anche dagli iscritti dell’ateneo, che intendono continuare a tenere accesi i riflettori sulla protesta. Con quali modalità e attraverso quali azioni tuttavia, al momento, non si può e non si vuole prevedere. «Benvenuti nella precarietà, anche dei programmi», rispondono ironicamente i promotori della mobilitazione. Una battuta che mette bene a fuoco però la natura magmatica, fluida e autonoma dell’agitazione degli universitari, decisi a trovare di qui ai prossimi giorni forme sempre diverse per dire il loro dissenso. Unico dato certo, per ora, la decisione di proseguire ancora l’occupazione notturna della Biblioteca generale, dove ieri sera è stata organizzata un’assemblea aperta alle tante voci e anime del movimento.
Marzo 17th, 2017 — General, Mare
Dal Piccolo GIOVEDÌ, 02 DICEMBRE 2010
AMBIENTE ED ECONOMIA
«Rigassificatore, annientato l’ecosistema del golfo»
Uno studio di cinque docenti: con l’impianto sottratti ogni anno 1451 ettari di habitat marino
Si tratterebbe di 1.451 ettari di habitat marino sottratti ogni anno all’ecosistema del golfo di Trieste, con una perdita economica compresa fra i 3.270.329 e i 5.271.120 euro, nei settori della pesca, dei processi di auto depurazione e del turismo subacqueo.
Queste le conseguenze della realizzazione del rigassificatore di Zaule da parte di Gas Natural, in base a uno studio compiuto da Donatella Del Piero, docente di Biologia marina, Ranieri Urbani della facoltà di Chimica, Marina Zweyer della Facoltà di Medicina dell’Università cittadina, e da Marina Cabrini dell’Ogs e Carlo Franzosini della Riserva marina di Miramare, con l’approvazione del Tavolo tecnico rigassificatori Trieste.
«Una cospicua parte del danno ambientale – è stato detto – sarà dovuta all’utilizzo di acqua di mare, in un anno dai due ai tre ricircoli di quella presente nella baia di Muggia e circa il 4-5 per cento dell’intero bacino del golfo di Trieste, il cui ricambio idrico è inferiore rispetto ad altre località che ospitano simili impianti, come Barcellona e Tokyo. La combinazione di cloro, utilizzato per impedire l’intasamento delle tubazioni da parte di organismi marini, lo shock termico e lo stress meccanico, rappresentato dal passaggio attraverso le pompe – hanno aggiunto – comporterebbe una sostanziale sterilizzazione e la denaturazione di quanto presente nelle acque marine. Tutto questo – hanno sottolineato – non appare nelle relazioni di Gas Natural».
In base agli studi fatti, «tutto quello che sarà introdotto nell’impianto sarà poi espulso in una forma quasi sterile, con l’annientamento di gran parte delle forme di vita presenti, l’ossidazione dei sali minerali cosiddetti nutrienti e la restituzione di sostanze chimiche tossiche. Così come per gli aspetti di sicurezza antropico-industriale, più volte evidenziati negli scorsi mesi dallo stesso Tavolo tecnico – hanno concluso – anche riguardo gli studi di impatto ambientale, il progetto di Gas Natural si dimostra incompleto e inadeguato». (u. s.)
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
Marzo 17th, 2017 — General, Manifestazioni locali
Il fascista De Corato non si smentisce
Per una cronaca dai compagni:
http://senzafrontiere.noblogs.org/post/2010/12/02/senza-pieta-dalla-torre-al-cie/
MILANO 2 dicembre Corriere
17:57 CRONACA Il 32 enne marocchino cede per una colica renale. De Corato: ora sia espulso
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General