Entries from Marzo 2017 ↓

STUDENTI: comunicato antifascista del Mov.studentesco di Udine

A poche settimane dai festeggiamenti per il 25 aprile (liberazione dell’Italia dal nazifascismo) il Pdl presenta un ddl costituzionale per abolire la norma che vieta la ricostituzione del partito fascista.
Il Movimento Studentesco di Udine denuncia l’inammissibile appoggio che il centro destra ha più volte offerto ai movimenti fascisti e/o neofascisti che in seguito a quest’ultimo fatto raggiunge il suo apice smascherando definitivamente la natura “nostalgica” del Pdl.
La nostra coscienza antifascista, la memoria storica dovuta alle lotte partigiane che hanno liberato la nostra terra dai nazifascisti, ci portano a condannare queste gravi azioni che altro non fanno se non dare carta bianca ad associazioni o partiti che seguono quest’ideologia. Ancora una volta denunciamo i pestaggi avvenuti negli ultimi anni ai danni degli studenti friulani, tra cui l’aggressione al collettivo Makhno, i tentativi di bruciare il CSA di Via Scalo Nuovo, e per ultimi i numerosi pestaggi avvenuti a Trieste nel corso degli scorsi mesi.
L’antifascismo ora più che mai deve rimanere un valore fondamentale da trasmettere a tutta la società. Ricordiamo il male che ha portato il fascismo alle nostre terre, i deportati nei campi di sterminio e i partigiani imprigionati e uccisi.
Come ogni 25 Aprile, ricordiamo l’importanza della resistenza impegnandoci a far in modo che movimenti del genere non distruggano nuovamente le nostre libertà e i nostri diritti.

Movimento Studentesco di Udine

studentiudine.org

ENERGIA/ Scenari dopo la crisi globale, il medioriente e Fukushima

 

Tratto da QualeEnergia

I disordini in Medio Oriente e Nord Africa stanno causando un nuovo shock energetico e costringono gli Stati Uniti a guardare a fonti alternative. Il presidente Barack Obama dichiara di voler ridurre le importazioni di petrolio e guarda alle fonti rinnovabili. Intanto crescono gli investimenti nel mercato del gas naturale.

I fatti che in questa prima parte del 2011 stanno trasformando la geografia politica del Medio Oriente e del Nord Africa costringono gli Stati Uniti ad aprire una seria riflessione sulla sicurezza energetica. In un paese che importa circa il 50% del proprio petrolio (vedi grafico a destra), fonte da cui si ricava poco meno del 40% dell’energia, la questione  approvvigionamenti e la dipendenza dall’estero sono argomenti cruciali.

Aumenta di gravità la crisi nucleare a Fukushima, con pesanti incertezze sul futuro, anche dal punto di vista energetico. Il Giappone dovrà sopperire al blocco definitivo di migliaia di megawatt nucleari. Sarà necessario puntare su rinnovabili e import di gas

La classificazione dell’incidente nucleare in Giappone ha toccato il livello 7, ma secondo Giorgio Ferrari, intervistato da Qualenergia.it, le problematiche di questa crisi sono molto più complesse e di difficile soluzione rispetto al 1986. Il rischio di esplosione del nocciolo è reale e qui i reattori critici sono almeno quattro.

EGITTO: «L’esercito e il popolo non sono mai dalla stessa parte»

dal Manifesto del 12/04/11

VIETATO CRITICARE I MILITARI
Blogger SENZA DIVISA
Maikel Nabil ha denunciato le torture perpetrate dall’esercito e svelato la continuità tra il regime di Mubarak e il Consiglio supremo che ora governa l’Egitto. Rivelazioni pagate con l’arresto, per «aver diffuso informazioni false e insultato le forze armate»

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NO TAV/ Volantinaggio giovedì al Deganutti ad Udine

Giovedì alle ore 18.00 c’è Riccardo Riccardi al Deganutti ad Udine, a raccontare balle agli studenti, supportato da quei furbastri di Legambiente e dal collaborazionista di regime Alberto Terasso di Telefriuli

Segue volantino

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Sbarchi: “Oltre 400 immigrati fra Trieste e il Friuli”

da Il Piccolo

 

Sbarchi: “Oltre 400 immigrati fra Trieste e il Friuli”

Spuntano le cifre della ripartizione fra le regioni italiane. La Seganti: “È solo il tetto massimo se ne arrivano 50mila”

 

di Gianpaolo Sarti

TRIESTE Ora sono 400 o forse oltre 500. Almeno per la stampa nazionale e per le stime calcolate sui censimenti dell’Istat che attribuiscono al Friuli Venezia Giulia una quota precisa di immigrati da accogliere nelle strutture del territorio. È “Repubblica” a rendere nota per prima la ripartizione regione per regione, così come previsto dall’accordo siglato nei vertici delle scorse settimane a Roma tra Stato ed enti locali. Un patto per la “condivisione dell’emergenza” che, stando all’analisi del quotidiano, il ministero dell’Interno dovrà riabilitare dopo lo stop di Bruxelles alle richieste italiane. Il governo, infatti, aveva proposto di rendere esecutiva la direttiva 55 del 2001 targata Unione Europea che consente agli immigrati di muoversi nei Paesi del continente. Roma aveva varato poi un provvedimento, subito criticato dall’Unione, per concedere permessi di soggiorno temporanei. La bocciatura alla norma Ue costringerebbe il Viminale a bussare di nuovo alle porte delle Regioni.

Dopo giorni di voci e smentite ecco farsi largo, per il Friuli Venezia Giulia, quella che ora appare più di un’ipotesi. È il Palazzo stesso a confermare. Dice l’assessore Federica Seganti: «Questo è quanto avevamo negoziato fin da subito con il Viminale ed effettivamente sì, adesso potrebbe essere questa la situazione a cui dovremmo far fronte». L’assessore leghista, mette le mani avanti: «Attenzione, dobbiamo vedere come evolve l’emergenza, ci troveremmo a ospitare immigrati se il quadro peggiorerà». E precisa: «Noi accoglieremo 400 o 500 di questi nel caso si dovesse arrivare a quota 50 mila in Italia, ma per ora non siamo a livelli del genere».

Seganti, quindi, ammette che «dobbiamo navigare a vista e seguire passo dopo passo gli sviluppi. In ogni caso – chiarisce – non ci sono richieste per mamme e bambini, nessuno ci ha chiesto disponibilità in questo senso, il problema è che ci troviamo davanti sono gli sbarchi dei tunisini». L’assessore però non molla l’indirizzo stabilito dalla giunta e su cui il Carroccio si era battuto fin da subito e ribadisce che «dovranno essere prima le altre Regioni a muoversi, noi abbiamo già 700 immigrati».

19.360 le persone, tra clandestini e profughi, da ridistribuire in tutta Italia: 5 mila provengono dalla Libia. 14.360 invece sono giunti dalla Tunisia e otterranno il permesso temporaneo. Il piano del Viminale che “Repubblica” ha pubblicato elenca nel dettaglio il numero previsto per ogni singola regione; la tabella fissa in una proporzione di 1 migrante ogni 1000 abitanti la soglia massima di accoglienza. Alla Lombardia spetta la percentuale più elevata, il 16% del totale, vale a dire 3.240 persone. Alla Campania 1.920 e al Lazio 1.880. Il Friuli Venezia Giulia si troverebbe con una quota dell’1-2%, 400 appunto. O un centinaio in più, stando alle agenzie di ieri sera. In ogni caso la Regione è chiamata a fare concretamente la propria parte per la gestione dell’emergenza, quella che il ministro Roberto Maroni non aveva esitato a definire «uno tsunami umano». «Un esodo biblico» aveva detto invece il presidente del Veneto Luca Zaia, definendo «quello che sta accadendo» un fenomeno «mai visto».

E per il Friuli Venezia Giulia, stando ai programmi di palazzo Chigi, non si parla più dunque di «qualche decina di richiedente asilo» e neppure di «mamme e bambini». Per il momento, perché la situazione in corso a Lampedusa è in continua evoluzione e potrebbe riservare altri cambiamenti di rotta nei prossimi giorni, alimentando anche le tensioni politiche all’interno della maggioranza di centrodestra.

BRUGNERA: primo sciopero dopo 40 anni!

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Anche nell’apparente inattaccabile zona del Mobile di Brugnera, da sempre considerato il traino del nordest,  iniziano ad alzare la testa: Florida non ha pagato gli stipendi…
Dopo 40 anni primo sciopero dei dipendenti! Si va verso la chiusura e questo vale per tutto il gruppo con 406 dipendenti.

ACQUA/ Buja (Ud) anche le sorgive di Bars inquinate dal depuratore

Messaggero Veneto 14 aprile

Anche le Sorgive di Bars inquinate dal depuratore

di Maura Delle Case

Per anni la preoccupazione dei residenti nei pressi della zona industriale di Osoppo ha riguardato le emissioni delle fabbriche. Oggi, la perizia della Procura di Tolmezzo nell’ambito delle indagini sul nuovo depuratore rivela invece che la minaccia viene non dall’aria, ma dall’acqua.

Le sorgive di Bars dove l’acqua risulta inquinata
Le sorgive di Bars dove l’acqua risulta inquinata

ACQUA/ Rassegna stampa dell’assemblea di Terzo d’Aquileia

Messaggero Veneto VENERDÌ, 15 APRILE 2011 Pagina 41 – Provincia

Terzo D’AQUILEIA

Appello della lista Per Terzo: mobilitazione per i pozzi

TERZO Organizzare una mobilitazione a difesa dei pozzi artesiani, raccogliere le richieste di rimborso per i canoni di depurazione con effetto retroattivo decennale e chiedere al Cafc e all’amministrazione di mettere a norma gli scarichi fognari. Questi gli obiettivi della lista civica “Per Terzo” rappresentata dai consiglieri Natale Guerra, Serena Tell e Daniele Milocco che qualche giorno fa ha organizzato un’assemblea pubblica alla quale hanno partecipato anche il referente del Comitato difesa ambientale Bassa Friulana Paolo De Toni e il sindaco Michele Tibald. «E’ stato ribadito – spiegano i rappresentanti della lista – che l’idrovora di via Ermenteressa non può essere classificata quale impianto di depurazione primario. L’amministrazione ha dichiarato l’inesistenza di un depuratore sul territorio comunale e non prevede di installarne«. La lista civica sottolinea l’obbligo, per l’Ente Gestore (Cafc), di provvedere a predisporre un progetto finalizzato alla realizzazione di un sistema di grigliatura da completare entro 18 mesi. (e.m.)

FUKUSHIMA/ Soluzione lontana

Fukushima: sei /nove mesi per stabilizzare la situazione? Non è poco ed è anche poco credibile
Tepco: «Reattori stabilizzati in 6-9 mesi

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FERROVIE:“In Fvg c’è poco mercato e non investiamo”

Trenitalia, l’ad Moretti: “In Fvg c’è poco mercato e non investiamo”

“Le piccole stazioni sono antieconomiche. Sulla Venezia-Trieste meno profitti che in Repubblica Ceca”

di Piercarlo Fiumanò e Nicola Comelli

TRIESTE. «Il business dei viaggiatori in treno nelle piccole stazioni di provincia è antieconomico»: ne è convinto Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato. Moretti, a Praga per inaugurare la rinnovata stazione di Praga centrale, alla presenza del presidente Napolitano, spiega così il motivo delle oltre due ore necessarie per percorrere la tratta ferroviaria fra Venezia e Trieste. L’azienda Trenitalia, in questo momento, sta investendo molto nel business internazionale del Centro Est Europa verso Germania, Cechia, Slovacchia, Polonia fino ai Balcani: «Da tre anni la nostra azienda è in utile – incalza Moretti – e dobbiamo sottostare alle leggi del mercato». Nulla di strano quindi che nell’Italia del Nordest percorrere il tratto fra Venezia e Trieste per un pendolare significhi sopportare un’attesa pari almeno a quella necessaria per arrivare da Venezia a Milano con il Frecciabianca. Moretti non si stupisce: «Anche a Trieste state sperimentando la logica di mercato. Le piccole stazioni non sono redditizie. Le città medio-piccole non riescono a creare mercato perchè non riescono ad attrarre sufficienti passeggeri».

 

In altre parole, il milione e 200mila abitanti del Friuli Venezia Giulia non giustifica investimenti funzionali a un miglioramento sostanziale dei collegamenti con l’area della pianura Padana, del centro Italia e del Nord ovest. L’idea di fondo è quella di far arrivare a Mestre i passeggeri friulani e giuliani. E, poi, attraverso questo hub fare sì che possano prendere i convogli dell’alta velocità verso le maggiori città del Paese.

 

Fa eccezione – l’unica al momento -, come detto, è quella del Frecciabianca, che collega Trieste e Monfalcone direttamente a Milano in circa 4 ore, senza imporre ai passeggeri di cambiare a Mestre. Anche se, chi lo prende, non può non accorgersi del fatto che il tempo impiegato da Trieste per raggiungere Mestre (1 ora e 40 minuti) è lo stesso – più o meno – che si impiega dalla stessa Mestre per arrivare sotto le grandiose volte in acciaio e vetro della Centrale di Milano (2 ore e 20 minuti). Per il resto, la soluzione è sempre la stessa: interregionale fino a Mestre e poi un Eurostar verso Roma o la stessa Milano. «Il mercato deve essere regolato e compensato – spiega Moretti -. Per contratto siamo costretti a prevedere treni nelle ore in cui ci sono soltanto tre-quattro passeggeri. Non si può sempre avere tutti i vantaggi e allo stesso tempo il ritorno economico. Il guadagno per ogni passeggero al chilometro, nel tragitto Venezia-Trieste, è addirittura inferiore a quello dell’azienda dei treni nella Repubblica Ceca».

 

E quando sulle rotaie italiane sbarchera Ntv, il nuovo vettore privato di Montezemolo e Della Valle, l’attenzione di Trenitalia verosimilmente si concentrerà ancora di più sulle direttrici Venezia-Roma-Napoli e Venezia-Milano-Torino (per citare le due che fanno capolino a Nordest), dove si giocherà la partita per la conquista di quel mercato che invece in Friuli Venezia Giulia non ci sarebbe. Moretti, infine, mette in evidenzia come «nelle gare fatte in Veneto e Emilia Romagna Trenitalia ha sempre vinto. Le regioni possono indire gare per migliorare la qualità del trasporto ma se non lo fanno significa che non trovano nessun privato in grado di sostenere un simile rapporto qualità-prezzo».