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Marzo 17th, 2017 — General, Studenti Trieste
Scuole, occupazioni stroncate sul nascere
La Digos è intervenuta all’alba per far sgomberare Carli, Nautico, Petrarca, Galvani, Da Vinci, Sandrinelli, Oberdan
Ieri la maggior parte degli studenti, dopo aver seguito assemblee e lezioni autogestite, è tornata a casa per cena. Gli iscritti del Max Fabiani, invece, hanno trascorso la notte a scuola. Una forma di occupazione illegale? Tutt’altro. Negli spazi dell’istituto di via Monte Grappa, infatti, i ragazzi non saranno da soli (in quel caso sì, la protesta sarebbe stata illegittima). A vigilare su di loro ci sarà un professore di economia, Pietro Bellino, che con la sua presenza terrà i ragazzi lontani dal rischio sgombero. «Non avevamo alcuna intenzione di violare le regole – spiega Desirè De Monte, rappresentante d’istituto -. Ci siamo quindi informati sulle strade che avremmo potuto percorrere per rimanere nella legalità, scoprendo che la presenza di un docente o di un bidello avrebbe reso lecita la nostra presenza di notte. Aver trovato un professore che ci appoggia e crede nelle nostre motivazioni, ci ha permesso quindi di dare corpo all’idea, approvata anche dalla preside». Al Max Fabiani, quindi, le luci sono rimaste accese anche di notte. Al Dante e al Carducci, invece, si sarebbero accontentati di restare a scuola al pomeriggio. «Invece quell’opportunità ci è stata negata – racconta Tommaso Gandini -. Nonostante l’accordo preso con la preside, abbiamo trovato le porte sbarrate e ci siamo sentiti dire “possono entrare solo i maggiorenni, gli altri devono avere l’autorizzazione dei genitori…”.
di Maddalena Rebecca Qualcosa, anzi molto, è cambiato. Non tanto nella scelta degli alunni di dar vita a forme di protesta più o meno plateali – prevedibili e attese in questo periodo dell’anno -, quanto nella risposta che tali iniziative hanno suscitato. È bastato infatti mettere in circolo la parola “occupazione” per innescare una reazione quanto mai ferma e decisa da parte delle forze dell’ordine. Una netta politica di tolleranza zero verso ogni forma di passaggio considerato illegale e, quindi, inammissibile. La prova si è avuta ieri fuori dai cancelli di numerosi istituti superiori: dal Da Vinci all’Oberdan, dal Nautico al Carli, dal Petrarca al Sandrinelli. I gruppetti entrati a scuola già all’alba per prendere possesso di aule e palestre, sono stati fatti fisicamente sgomberare dagli agenti della Digos. Agenti – e qui sta il netto cambio di registro rispetto al recente passato – intervenuti non su sollecitazione dei dirigenti scolastici, ma in virtù di uno specifico ordine diramato dal questore. «Io ho saputo di questa direttiva un paio di settimane fa – spiega la preside del Max Fabiani Delia Bloise -. Non ho partecipato a riunioni, mi è stata comunicata telefonicamente l’esistenza di un nuovo obbligo: mentre prima i dirigenti scolastici decidevano secondo la propria discrezionalità come agire, ora sono tassativamente tenuti a segnalare le proteste e a chiedere lo sgombero». Ieri, peraltro, non c’è stato nemmeno bisogno delle segnalazioni dei dirigenti. Già di primo mattino, infatti, la Digos si era attrezzata per intervenire nelle scuole ritenute più “calde”. «Attorno alle 5.30 – racconta Susan, studentessa del Da Vinci – l’edificio era presidiato dalla polizia. E alcuni agenti si sono messi addirittura a setacciare con le torce il giardino fuori dall’edificio, nel tentativo di stanare studenti pronti a varcare i cancelli». Stesse scene all’istituto Sandrinelli e al liceo Oberdan, dove gli studenti, al pari di quelli del Da Vinci, sono comunque riusciti ad entrare a scuola e a dar vita alle occupazioni, rimaste in piedi però solo poche ore. «Verso le 7 – racconta Erasmo Sosich, rappresentante del liceo scientifico – la Digos ha fatto riaprire i cancelli e preso i documenti degli studenti entrati in precedenza a scuola con l’intenzione di occupare e indire poi un’assemblea per decidere la linea da tenere». «La scelta è caduta sull’autogestione, autorizzata fino a sabato – spiega la preside Donatella Bigotti -. I ragazzi potranno organizzare corsi dalle 8 alle 10 e dalle 10 alle 12. Ma chi vorrà, potrà fare lezione». Lo stesso copione, tentativo di occupazione e successivo sgombero da parte della Digos impegnata in un lungo tour tra le scuole, si è ripetuto poi al Petrarca – dove i ragazzi sono sgattaiolati dentro l’edificio assieme al primo bidello, chiudendo poi il portone con un lucchetto da moto tagliato dai pompieri -, al Nautico (qui gli studenti, dopo lo sgombero, hanno desistito completamente e oggi faranno lezioni regolari), al Galilei, al Carli (dove gli occupanti sono entrati all’una di notte sfruttando una finestra lasciata aperta il giorno prima) e al Galvani. Nell’istituto di via Campanelle, però, a voler occupare è stato solo un gruppetto di pochi ragazzi, scappati poi dalle finestre alla vista dei poliziotti, dai quali il comitato di autogestione ha preso subito le distanze, revocando immediatamente l’agitazione. A portarla avanti anche oggi, ovviamente con corsi autogestiti e assemblee straordinarie, saranno invece Nordio, Deledda, l’Isis Dante-Carducci e le scuole slovene.
LA REAZIONE DEGLI STUDENTI
«Cacciandoci hanno solo rafforzato la protesta»
«Hanno sgomberato tutte le scuole, e ora cos’hanno ottenuto? Sono solamente riusciti a compattare e a far incazzare ulteriormente gli studenti». A parlare è un ragazzo reduce dallo sgombero dell’Oberan. Sono le 16.30 e alla Casa delle Culture sta per avere inizio una riunione fra gli iscritti delle scuole superiori. Sono una trentina e fra di loro c’è anche una ragazza che studia a Monfalcone, venuta qui per confrontarsi con i coetanei di Trieste. Mentre aspettano che arrivino i ritardatari, parlano degli sgomberi effettuati dalla Digos in mattinata. Interventi definiti repressivi, messi in atto per “spezzare le braccia” alla protesta. Gli studenti siedono in cerchio intorno ad un tavolo rischiarato dalla luce delle candele. Sono qui per fare il punto della situazione e accordarsi su eventuali future forme di protesta. «Non siamo i rappresentanti eletti all’interno degli istituti -sottolineano- ma siamo parte del Coordinamento unito scuole Trieste». Un’associazione informale, nata per coordinare il dissenso studentesco nella provincia. “Occupiamo le scuole. Liberiamo il futuro” recita un volantino che racchiude i punti che accomunano le proteste dei vari istituti. Gli studenti indicano come ragione essenziale dell’agitazione il diritto allo studio. Chiedono uno statuto che difenda i diritti degli studenti impegnati in stage e una didattica alternativa che superi le vecchie lezioni frontali. Rivendicano il diritto di avere in ogni scuola un’aula autogestita, una commissione paritetica e un sistema di referendum che dia loro voce. Negano la validità delle prove Invalsi e chiedono la rimozione immediata delle telecamere fuori dalle scuole. Condannano l’idea dei badge di riconoscimento e accusano la Provincia di non impegnarsi abbastanza per risanare gli edifici scolastici. Nelle loro parole c’è la delusione per la fine delle occupazioni, stroncate sul nascere in ogni istituto anche se attuate pacificamente. «Ci hanno cacciato dalle nostre aule, ma ora -assicurano- ci riprenderemo tutta la città». Giovanni Ortolani.
«Macchè linea dura, cercato il dialogo»
Il questore Giuseppe Padulano respinge le accuse: un’operazione per tutelare il diritto di tutti
di Corrado Barbacini «Macché linea dura. Non c’è stato nessun inasprimento da parte della polizia nei confronti degli studenti delle scuole superiori. Abbiamo concertato, abbiamo usato il dialogo». Getta acqua sul fuoco delle polemiche il questore Giuseppe Padulano e respinge insinuazioni e accuse da parte degli studenti. Spiega: «Qualche giorno fa c’è stata una riunione con i presidi e abbiamo detto loro che devono essere rispettati i diritti di tutti sia di chi non vuole far lezione, ma anche di chi è di parere contrario. Insomma abbiamo voluto consentire a tutti, professori e studenti di fare il loro lavoro nell’ottica della massima libertà e tolleranza. Non è stato un ordine da Roma. È stata una scelta fatta con il concorso dei presidi» Racconta la giornata dal punto di vista della Questura: «Alle 6.30 gli agenti della Digos in borghese sono andati nei pressi delle scuole. È vero, abbiamo identificato dei ragazzi, ma nessuno è stato denunciato. E non corrisponde al vero che i poliziotti hanno controllato i messaggi dei telefonini degli studenti. In alcune scuole i presidi hanno consentito l’autogestione e tutto si è svolto regolarmente. Nessun poliziotto in divisa. Con il dialogo è stato ottenuto molto. Insomma i ragazzi, buona parte dei ragazzi, hanno capito. Noi abbiamo consentito a chi voleva entrare nelle scuole di farlo». «In quattro scuole abbiamo riscontrato un tentativo di protesta più dura – ha spiegato Luca Carocci, dirigente della Digos e responsabile dell’operazione – ovvero al liceo classico Petrarca, al Nautico, e agli istituti professionali Carli e Galvani. In questi casi siamo dovuti intervenire con i nostri agenti, che hanno dialogato con gli studenti, spiegando che non saranno tollerate occupazioni, ma solo forme di protesta concordate i dirigenti scolastici. E soprattutto – ha aggiunto – non si può precludere l’accesso agli insegnanti, Non possiamo accettare le barricate». Al Galvani i poliziotti sono entrati passando attraverso una finestra. Al Petrarca gli studenti avevano chiuso l’accesso principale con una catena recisa da vigili del fuoco. Tentativi di occupazione più blandi, sono stati segnalati anche ai licei scientifici Oberdan e Galilei
Marzo 17th, 2017 — General, Osservatorio locale
A cura del Gruppo Ecologia Sociale
Chiodo scaccia chiodo. Non sembrano esserci ragioni sostanziali per occuparsi del clima, né a livello globale né a livello locale, in fin dei conti il tempo nessuno lo comanda. La maggior parte delle persone infatti non se ne occupa, in quanto non pensa che si tratti di un problema rilevante e tanto meno sul quale si possa incidere. La realtà è ben diversa e molto articolata. E’ necessario sviluppare una sensibilità verso i mutamenti climatici e spingere le persone a diventare osservatori del clima che cambia.
Praticamente l’unica fonte di informazione a livello locale, per quanto approssimativa, è quella delle cronache dei quotidiani locali. Andrebbero salvate le foto degli eventi, fino a che sono accessibili nel quotidiani online, perchè altrimenti sono perse mentre molti articoli, o quasi tutti, si trovano negli archivi.
Per esempio su può fare una ricerca con parole chiave “alluvioni” o “alluvione” nell’archivio del messaggero veneto.
http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto?query=alluvioni&view=web_locali.Messaggero+Veneto
http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto?query=alluvione&view=web_locali.Messaggero+Veneto
Per esempio, ricordiamo, a chi fosse sfuggito che la Regione, in luglio di quest’anno (2011), ha detto: “sarà l’ultima volta”
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…nazionale, peraltro dotato di scarse risorse. Temo, pertanto, che sarà difficile replicare in futuro quanto fatto per l’alluvione del 31 ottobre e 1° novembre del 2010». Anche il ricorso all’assicurazione privata obbligatoria è congelato. «Serve…
— 21 luglio 2011 —
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Messaggero Veneto 27 ottobre 2011
GIOVEDÌ, 27 OTTOBRE 2011 Pagina 23 – Provincia
Pioggia record, esondazioni e danni Circa 300 mm sulle Prealpi, in quota torna la neve. Nella Bassa scantinati allagati, ma non c’è la mareggiata a Lignano
di Domenico Pecile
UDINE Piogge abbondanti (con punte record sulle Prealpi carniche), neve soltanto in alta quota e comunque in media oltre i 2mila metri, vento forte di scirocco, temperature sopra la media stagionale, allagamenti, qualche corso d’acqua tracimato. Unica “consolazione” in questa due giorni da profondo autunno è che la temuta mareggiata lungo la costa non si è verificata. Questo, dunque, in estrema sintesi il quadro meteorologico (per altro puntualmente annunciato dall’Osmer) verificatosi nelle ultime 48 ore in Friuli, colpito da un’intensa perturbazione atlantica. Il fronte è stato preceduto e accompagnato da venti di scirocco che lungo la costa hanno raggiunto anche i 60 chilometri. Lo scirocco ha, tuttavia, favorito una sensibile impennata delle temperature, basti pensare che la minima di Udine ieri si è fermata a 15 gradi. Temperature minime sensibilmente sopra la media anche in Carnia con valori a due cifre anche a fondovalle. Il maltempo si è esaurito nel corso del tardo pomeriggio di ieri. Oggi, la nuvolosità sarà variabile e non i esclude qualche residua precipitazione piovosa, mentre domani il tempo si stabilizzerà. Fino al 1 novembre il cielo si manterrà generalmente poco nuvoloso o sereno e le temperature si riallineeranno alle medie stagionali con minime che in pianura saranno attorno ai 5-6 gradi e le massima nel fine settimana potranno raggiungere anche i 20 gradi. Ma ecco nel dettaglio come sono andate le cose in provincia di Udine grazie ai dati desunti dal sito dell’Osmer. Sulle Prealpi carniche, come si diceva, si è verificato il record della pioggia. In 48 ore (anche se in realtà il tempo della precipitazione si è concentrato in molte ore) sono caduti circa 300 millimetri di pioggia (Valcellina, Piancavallo, Val Tramontina, Musi ecc.). Un episodio che dal punto di vista meteorologico viene annoverato come eccezionale. Tantissima pioggia, dunque, se soltanto si pensa che a Udine città in tutto il mese di ottobre cadono mediamente 150 millimetri di pioggia e 160 in quello di novembre. Precipitazioni intense anche in Carnia, ma nettamente inferiori a quelle verificatesi sulle Prealpi, con una media che oscilla tra i 100 millimetri di diverse località di fondovalle ai 200 di Tolmezzo. È andata meglio nel Tarvisiano con “appena” 60 millimetri di pioggia. Cento, invece, i millimetri caduti a Udine città dei quali un settantina ieri e i rimanenti nella giornata precedente. Ha piovuto molto anche nella Bassa friulana, con 100 millimetri di pioggia a Cervignano gran parte della quale caduta però ieri nella parte centrale della giornata di ieri. Come detto, invece per fortuna la temuta mareggiata lungo le coste non si è verificata. Quella più distruttiva degli ultimi anni risale al 1 dicembre del 2008. Anche i danni tutto sommato sono stati contenuti, come informa l’addetto stampa dei vigili del fuoco del Comando di Udine. Interventi sono stati effettuati a Moggio udinese per la rimozione di un masso nella frazione di Roveredo. Allagamenti si sono verificati a Villa Santina in piazza Mercato. Numerosi gli interventi dei pompieri anche nella Bassa, soprattutto a Rivignano, Cervignano e Villa Vicentina. Richieste di aiuto, infine, anche in via Carlo Alberto, a Cividale.
MV GIOVEDÌ, 27 OTTOBRE 2011
Pagina 22 – Cronache
Piove all’interno di cinque edifici scolastici
I problemi maggiori registrati alla materna di via D’Artegna. Infiltrazioni pure al Ceconi
la dirigente maria piani «Preoccupati per i pannelli del controsoffitto del salone d’ingresso e per alcune macchie di umidità evidenziate in un’aula»
Pioggia battente per tutta la giornata a Udine e così l’acqua caduta in abbondanza, mette in evidenza le difficoltà, e in alcuni casi la precarietà, degli edifici scolastici udinesi. In gran parte degli istituti, ieri, è stata una giornata di passione con macchie di umidità che si evidenziavano su pareti e soffitti. In alcuni casi si è dovuti persino ricorrere ai classici catini per raccogliere l’acqua che gocciolava dai tetti o dalle intercapedini. I problemi maggiori si sono registrati alla scuola di via D’Artegna. A destare grande preoccupazione erano i pannelli del controsoffitto del salone d’ingresso e alcune macchie d’umidità evidenziatesi in un’aula. Ma la dirigente del Terzo circolo cittadino Maria Piani, insieme con i tecnici del Comune, è intervenuta in breve tempo disponendo la recinzione di un’ampia sezione del salone, la rimozione dei pannelli intrisi d’acqua e lo spostamento di tutti i bambini della sezione ospitata nella classe oggetto delle verifiche. Già nella mattinata di ieri alcuni addetti del Comune sono saliti sul tetto per controllarne lo stato e oggi ci sarà un secondo sopralluogo che segnerà il via ai lavori di sistemazione. «Le infiltrazioni hanno riguardato il salone e una sezione – ha spiegato la dirigente Piani –. Abbiamo subito richiesto l’intervento dei tecnici. Già domani mattina (oggi per chi legge, ndr) effettueremo una seconda verifica, ma abbiamo cercato di rassicurare i genitori anche se le forti piogge non aiutano. Io stessa davanti alle notizie sentite in televisione e riguardanti la drammatica situazione della Liguria mi sono spaventata, ma posso assicurare che abbiamo preso tutte le contromisure affinché le lezioni possano svolgersi in totale sicurezza. Parte del salone è recintata in modo che nessuno possa sostare nelle aree in cui scende l’acqua e abbiamo già provveduto a una prima ispezione sul tetto nonostante il maltempo. Il rischio del controsoffitto è che, impregnandosi d’acqua e cadendo, possa nuocere a qualcuno, per questo ho chiesto agli operai che provvedano a rimuovere tutti i pannelli: preferisco di gran lunga vedere l’acqua che cade piuttosto che correre pericoli». Ma anche alle scuole medie Fermi e Manzoni (direzione di piazza Garibaldi) si sono registrati alcuni inconvenienti. «Alla Fermi – ha spiegato il dirigente, Stefano Stefanel – gran parte del tetto è stata rimessa a nuovo di recente, nella porzione restante, però, c’era evidente il segno di qualche infiltrazione. Diverso il caso della Manzoni dove dobbiamo convivere con un cantiere purtroppo ancora bloccato: alcuni muri sono scoperti e anche il parco retrostante per metà è chiuso e nell’area del cantiere si sono formate enormi pozze». Nella conta dei danni entra pure la scuola primaria Divisione alpina Julia, nella cui palestra si sono verificate delle infiltrazioni di acqua piovana, comunque nulla che impedisse il regolare svolgimento delle lezioni. Il maltempo e le conseguenti infiltrazioni d’acqua non hanno dato pace neppure alle scuole superiori. A segnalare i maggiori problemi, comunque circoscritti, è stato l’istituto professionale Ceconi. «Abbiamo sottoposto all’attenzione della Provincia la presenza di alcune infiltrazioni d’acqua al secondo piano – ha spiegato il dirigente, Giovanni Francois –, ma per risolverli è stato sufficiente sistemare un secchio lungo il corridoio in questione». Parte del tetto dell’istituto di via Manzoni non è nuovo a simili problemi, per questo motivo la Provincia sta predisponendo il progetto per la risistemazione. La porzione restante è già stata messa a nuovo nel 2010 quando è stato inaugurato anche il sistema fotovoltaico installato per la scuola. (m.z.)
GIOVEDÌ, 27 OTTOBRE 2011 Pagina 23 – Provincia
Rivignano, Ariis finisce ancora sott’acqua
Allagati anche il parco di Villa Otellio, quello dello Stella e l’area festeggiamenti del paese

RIVIGNANO Frazione di Ariis sott’acqua, ieri, a seguito delle intense precipitazioni che si sono abbattute sull’intero Medio Friuli. Il Parco dei festeggiamenti, nell’area antistante al parco comunale dello Stella e all’acquario “Paolo Solimbergo”, una delle zone più basse del paese e di conseguenza con maggiori criticità, era completamente sommerso. Allagato anche il parco di villa Ottelio. Il fiume Stella e i fossati che costeggiano via Ottavo Bersaglieri che collega il capoluogo con la frazione, già dalla mattinata avevano raggiunto il livello di guardia. Situazione peggiorata nel corso della giornata tanto da spingere i volontari del gruppo della Protezione Civile a chiudere in via precauzionale la strada. Un tratto, quello interessato ieri dal pericolo di fuoriuscita, continuamente soggetto alle esondazioni del fiume con i conseguenti disagi che ne conseguono per le abitazioni che sorgono ai suoi lati. Proprio per risolvere tale situazione l’amministrazione comunale ha già provveduto a reperire i fondi necessari per poter realizzare un’opera che consenta di allargare e di sollevare la via interessata. Il Comune ha infatti già ottenuto dalla Regione, un finanziamento di 700 mila euro che coprirà interamente le spese per i lavori. L’opera in questione, ora in fase di progettazione, comporterà anche un rifacimento degli argini e una loro migliore collocazione finalizzata a garantire un deflusso delle acque controllato che non arrechi danno né alla popolazione né al territorio. Anche in diverse altre zone del comune si sono verificati allagamenti nelle campagne. Allertate le squadre del gruppo della Protezione Civile che hanno aspettato la piena del fiume avvenuta intorno alle 17. L’allarme è rientrato, nonostante le precipitazioni abbiano smesso di cadere nel pomeriggio, solo in tarda serata. Viviana Zamarian
Marzo 17th, 2017 — General, Studenti Trieste
Da Il Piccolo
GIOVEDÌ, 27 OTTOBRE 2011
«Scuole, protesta spenta con metodi repressivi»
La rabbia degli studenti all’indomani degli sgomberi eseguiti dalla Digos Oggi si prosegue con assemblee e autogestioni. Lezioni regolari solo al Volta
sel Lauri: «Precedente molto pericoloso»
«Lo sgombero delle scuole effettuato la scorsa notte dalle forze dell’ordine è un fatto grave e costituisce anche un precedente pericoloso». Così Giulio Lauri, coordinatore regionale di Sel, interviene sull’azione messa in campo l’altro giorno dagli uomini della Digos per sventare le occupazioni degli istituti. «Anzichè ascoltare i giovani, e dare loro modo di discutere di un futuro sempre più incerto – continua Lauri – è stata scelta la strada di una repressione della protesta senza mediazioni. Abbiamo quindi chiesto ai parlamentari triestini di interrogare urgentemente i ministri competenti per accertare la legittimità e le responsabilità per quanto è accaduto».
di Giovanni Ortolani Le occupazioni delle scuole messe in atto martedì scorso sono durate, nei migliori dei casi, appena poche ore. Stroncate sul nascere dagli interventi della Digos che, quest’anno, è intervenuta con una tempestività mai vista negli ultimi tempi. Il fatto che le occupazioni non siano andate in porto non significa però che tra i banchi sia tornata la normalità. L’unico istituto a fare regolarmente lezione, al momento, è il Volta. Nelle altre scuole per tutta la giornata di ieri si sono susseguite riunioni, lezioni autogestite e momenti di dialogo fra studenti e professori. Quello che succederà nelle prossime ore non è ancora chiaro. L’unica certezza è che i ragazzi delle superiori di Trieste, archiviata l’idea di partenza, stanno studiando nuove forme di protesta. La formula della notta trascorsa passata in classe, sperimentata l’altra sera al Max Fabiani, di sicuro non si ripeterà. È stato un atto dimostrativo, spiegano i ragazzi, che lascerà spazio adesso ad assemblee di mattina e a corsi autogestiti il pomeriggio. E la speranza è di riuscire a coinvolgere nei corsi anche ricercatori universitari e magari Margherita Hack, a cui lanciano un appello. La mattinata di ieri è stata particolarmente movimentata al Nautico. Agli alunni era stato offerto un incontro con il preside per giovedì. Ma i rappresentanti degli studenti hanno radunato nei corridoi della scuola di piazza Hortis tutti i loro compagni di scuola e, dopo una trattativa durata un’ora e mezza con il dirigente scolastico, hanno ottenuto l’autogestione. E sono autogestiti anche il Da Vinci e il Sandrinelli. Ogni giorno c’è assemblea dalle 8 fino alle 9.30, quindi gli studenti hanno la possibilità di scegliere quale seguire fra i 17 corsi tenuti dai loro compagni di scuola. Anche negli altri istituti la giornata di ieri è stata segnata da assemblee e riunioni fra alunni e presidi. Riunioni che sono durate fino al pomeriggio inoltrato e con tutta probabilità ricominceranno questa mattina. «Alcuni nostri compagni hanno chiesto un incontro con il sindaco Cosolini- fa sapere Lara, studentessa dal Dante – e ora aspettiamo la sua risposta». «Qui all’Oberdan -racconta Erasmo- le assemblee sono molto affollate e domani (oggi ndr) andremo avanti con le discussioni». Nel frattempo alcuni studenti, riuniti sotto la sigla del Coordinamento unito scuole Trieste, hanno diramato un comunicato stampa dove spiegano il loro punto di vista sulle ragioni della protesta, inserita in un quadro di dissenso verso il sistema finanziario e politico, oltre che sull’intervento della Digos di martedì. «Ci siamo trovati davanti ad una vera e propria repressione – si legge nella nota -, scatenata usando strumentalmente come pretesto i fatti accaduti a Roma il 15 ottobre. Ronde di polizia fin dall’alba, zone vicine agli istituti quasi blindate, torce, volanti e divise: questo lo scenario che ci siamo trovati davanti. Un intervento repressivo voluto anche dai dirigenti scolastici che, la settimana scorsa, hanno chiamato le forze di polizia per “controllare” la situazione». «Ma noi -conclude il comunicato -, non ci fermeremo e, al contrario, continueremo la mobilitazione con più forza. Ci hanno buttato fuori dalle scuole, ora noi ci prendiamo tutta la città!».
Fabiani, il prof: sui ragazzi luoghi comuni
Si sbaglia di grosso chi si aspetta un capopopolo o un istigatore degli studenti. Perché Pietro Bellino, l’insegnante del Max Fabiani che con la sua presenza ha permesso che una trentina di studenti permanessero legalmente all’interno della scuola durante la notte di martedì, è il ritratto vivente della tranquillità. È un professore (precario) di economia, ha 54 anni, la barba lunga e un accento che tradisce le sue origini sicule. E per dare la possibilità ai suoi studenti di manifestare, martedì è rimasto a scuola dalle 18 alle 7.25 del giorno successivo, ovvero fino all’arrivo dei bidelli. «La notte – racconta – è andata bene ed è stata un’esperienza molto positiva. I ragazzi si sono comportati benissimo, hanno tenuto in ordine e difeso la propria scuola. Questa iniziativa ha avuto il vantaggio di evitare lo scontro frontale con le forze dell’ordine, pur dando la possibilità ai ragazzi di esprimere il loro dissenso». Bellino ha dormito fra le sedie della bidelleria, ma nella notte non sono mancati momenti di dialogo e confronto con gli alunni. «I discorsi che vengono fatti sugli studenti che manifestano unicamente per fare vacanza sono solo dei luoghi comuni», assicura: «I ragazzi protestano contro i tagli, che penalizzano soprattutto gli istituti tecnici causando la perdita di insegnanti e di ore di laboratorio. Ma anche contro le telecamere installate nei dintorni delle scuole della Provincia: per gli studenti le priorità sono ben altre». «Pensare che l’ultima volta in cui ho dormito in una scuola – ricorda infine Bellino – risale all’occupazione del liceo scientifico di Palermo nel ’77. Dormire nelle scuole, ma legalmente: ai nostri tempi – annota con una battuta – queste cose ce le sognavamo…». (g.o.)
Marzo 17th, 2017 — General, Storia
Nonostante l’ora pomeridiana quasi un centinaio di persone ha partecipato alla presentazione del libro “Il Fabbro Anarchico” organizzata dal Centro Studi Libertari. Non solo compagni/e che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, ma anche amici, studenti universitari, curiosi.

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Marzo 17th, 2017 — General, Studenti Trieste
Dal pomeriggio del 29 ottobre gli studenti hanno piantato le tende in piazza unità per protestare contro lo sgombero immediato, il 25 ottobre scorso all’alba, di tutte le scuole triestine. Gli studenti, non appena deciso lo stato di occupazione, erano stati identificati e minacciati dalla DIGOS ed erano stati costretti ad terminare sul nascere le occupazioni. Tra l’altro la polizia era intervenuta non su sollecitazione dei dirigenti scolastici, ma per uno specifico ordine diramato dal questore. Centinaia di studenti sono passati per tutta la giornata in piazza Unità, a parlare, scrivere striscioni, piantare tende. Molti si sono fermati anche la notte e hanno dato vita a un’assemblea generale.Di seguito foto e aggiornamenti e qui la rassegna stampa.

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Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
Il potere delle grandi opere
Marzo 17th, 2017 — General, Manifestazioni Regionali

Trieste martedì 1° novembre mattina (ingrandisci le foto). Tentativo di sgombero fallito.
“…perché noi, al contrario di voi, abbiamo ragiooneee !”
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Questa mattina (martedì) la polizia ha tentato di portare via uno ad uno gli acampados, ma alla fine ha dovuto rinunciare.

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http://www.facebook.com/occupytrieste
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Marzo 17th, 2017 — General, Treni
Polo economico giuridico Via Tomadini
Università di Udine
CICLO DI LEZIONI DI DIRITTO INTERNAZIONALE
L’ordinamento europeo e le misure per la crescita
9.15 Benvenuto delle Autorità accademiche
Presentazione, Prof. Maurizio Maresca, Ordinario di Diritto Internazionale e dell’Unione Europea, titolare del corso di Diritto Internazionale
9.30 Lezione dell’Onorevole Debora Serracchiani, Parlamentare Europeo, e dell’Architetto Riccardo Riccardi, Assessore alla viabilità e trasporti della Regione Friuli Venezia Giulia
“LA SFIDA DEL NUOVO CORRIDOIO ADRIATICO-BALTICO: IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI EUROPEE E NAZIONALI E DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA”
Al termine della lezione il dott. Dario Danese, Direttore Centrale delle infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale e lavori pubblici della Regione Friuli Venezia Giulia illustrerà i contenuti del disegno di legge regionale predisposto per attuare il Corridoio
Interverranno amministratori pubblici, operatori economici membri della comunità accademica
12.30 Chiusura dei lavori
Nella riunione del 19 ottobre u.s., la Commissione Europea ha varato la lista dei Progetti prioritari ai sensi degli artt. 170 e ss. TFUE, che include anche il Corridoio Adriatico-Baltico.
Da tempo l’Università di Udine ha elaborato una serie di proposte che mettono in risalto la centralità del Corridoio come unica struttura in grado di alimentare l’Europa dal Mediterraneo nel segmento Trieste-Monfalcone-Udine-Monaco-Vienna. Il Corridoio è stato approvato anche nella versione slovena tra Koper-Lubiana-Maribor-Monaco-Vienna.
La scommessa, in un Paese dove le tratte internazionali dei corridoi tardano ad essere realizzate, è quella di attivare in tempi rapidi un’infrastruttura, in larga misura esistente, migliorando il tracciato ferroviario, ma specialmente realizzando una piastra portuale in grado di contendere traffico ai sistemi portuali del Nord Europa.
Per questo l’Università di Udine, con importanti partner del mondo finanziario (HypoVereins Bank e Bank of Austria) e dei trasporti (APM Terminal, To Delta e Italia Marittima), ma specialmente con il decisivo sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e del Land della Baviera, ha avviato un progetto di studio di un nuovo modello di corridoio a carattere fortemente integrato ed in grado di superare le criticità che fino ad oggi si sono manifestate nel caso dei corridoi che interessano il Sud dell’Europa.
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Nota1. Cosa vuol dire che il corridoio è stato approvato in due versioni, quella slovena e quella italiana? Che si fanno due corridoi o che sono in competizione in attesa di una scelta che lo individui univocamente?
Nota2. Non ci risulta che l’iniziativa sia pubblica, ma è per invito e quello sopra riportato è infatti il testo dell’invito.
Marzo 17th, 2017 — General, Iniziativa Libertaria
MESSAGGERO VENETO, MARTEDÌ, 01 NOVEMBRE 2011
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Pagina 17 – Pordenone |
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Blitz contro l’ecomostro in piazza Costantini |
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Iniziativa libertaria affigge uno striscione nella notte sulla recinzione privata Contestato l’investimento immobiliare che contrasta con le tante case sfitte |
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la protesta |
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Blitz di Iniziativa libertaria nel cantiere dell’ecomostro di piazza Costantini. La scorsa notte, infatti, è stato affisso un grande striscione con la scritta “basta metri cubi agli speculatori, più abitazioni per tutti”. Un’iniziativa motivata con un comunicato stampa dall’organizzazione. «Il mostro di cemento di piazza Costantini – afferma Iniziativa libertaria – è solo l’esempio più visibile della speculazione edilizia in città e più in generale nella provincia pordenonese. Al netto di una crisi ormai inarrestabile dove molte famiglie non riescono neppure a pagare l’affitto di casa, per non parlare dei giovani che fuori casa non possono nemmeno sognare di andarci, grazie al lavoro precario confezionato e consegnatoci direttamente da tutti i Governi di varia casacca che si sono passati gli scranni, è l’ora di riprendersi gli spazi di decisione per quello che riguarda l’urbanistica, l’abitare, la socialità e la salute, a partire dai quartieri dove abitiamo». Iniziativa libertaria sottolinea che «mentre in tanti, alimentati dai vari megafoni istituzionali, puntavano l’indice contro la vitalità di una piazza Risorgimento brulicante di migranti non rassegnati a farsi sfruttare per poi rimanere chiusi a casa, a poche decine di metri un ecomostro, così ribattezzato dai media, ha potuto inglobare metri cubi in totale libertà costringendo ora il Comune di Pordenone a sanzionare se non a far demolire l’oscenità edilizia: e i danni agli abitanti chi li paga? E i lavoratori delle imprese che falliranno?». Per l’organizzazione in questo modo si aggiungono danni ai danni. «A Pordenone e in provincia – continua – si è costruito senza freni, per speculazione, per incassare l’imposta comunale sugli immobili, creando un deserto che oggi conta almeno 30 mila tra case e appartamenti sfitti». L’alternativa è «che gli alloggi vengano distribuiti a chi ne ha bisogno e che si finisca di usare il territorio per arricchire le solite imprese, le bolle immobiliari con la complicità di amministrazioni interessate». L’abuso edilizio in piazza Costantini consiste nell’aver edificato un piano e mezzo in più rispetto ai metri cubi previsti nella concessione edilizia, anche se il piano attuativo dell’ambito consente comunque di arrivare fino a 21 mila metri cubi. Da qui la possibilità che era concessa all’impresa Acquazzurra di poter presentare una variante, cosa che non è stata fatta. Ora spetta al Comune decidere, anche in relazione al parere legale da parte degli esperti contattati, se prevedere una sostanziale sanatoria con il pagamento di una multa, che l’impresa farà ricadere sul progettista, oppure disporre la demolizione di quanto non previsto nella concessione edilizia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA |
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
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