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Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Fino a l’altroieri le notizie che circolavano erano che la giunta volesse adottare una linea di “silenzio-assenso” (se una giunta non si esprime sul progetto viene considerato come un assenso) per non mettere i piedi nel piatto.
Oggi questa notizia. Del resto già la precedente giunta di centro-destra si era
espressa a favore. (anche il voto favorevole e due astensioni del PD).
INFOaction reporter
Dal Piccolo 19/07
Il sindaco: tema fuori dal patto elettorale
E come ai tempi dell’ultimo Dipiazza, in Consiglio comunale si torna a fare i conti sul filo. Il centrosinistra, ora maggioranza, sulla Tav potrebbe scendere sotto la soglia di sopravvivenza. I 25 voti di partenza su 41 scranni (contando Cosolini) rischiano di diventare 20, se non 18. Non più maggioranza, dunque. L’ala sinistra della coalizione, infatti, minaccia più lotta che governo.. Partiamo proprio da Sel. «Per la verità avremmo auspicato una posizione più cauta dall’amministrazione, ora che il documento diventa di dominio pubblico ritengo non ci sia un vincolo di maggioranza». «Liberi tutti», appunto, predica Fulvio Vallon, il coordinatore provinciale vendoliano, il quale però assolve il suo assessore: «Laureni ha sostenuto fino all’ultimo una posizione personale di forte criticità, e si è astenuto». «Continuiamo a ritenere che attorno a opere straordinarie come la Tav, che scavalcano necessità ordinarie come le tratte per i pendolari, si muovano più interessi finanziari che collettivi», suona la carica Marino Sossi, capo di un gruppo, proprio quello di Sel, che in Consiglio comunale conta tre teste. Da 25 a 22, tanto per cominciare. Occhio poi a Rifondazione: «Non voteremo a favore di nessuna delibera che abbia la parolina sì, dovesse riportare anche duecento prescrizioni», arremba Iztok Furlanic, qui non nel doppiopetto istituzionale di presidente dell’aula, ma come esponente della Federazione della sinistra che nel consesso di piazza Unità fa altre due teste. Ecco che la maggioranza di centrosinistra già crolla a quota 20 su 41. Sotto il 50%. A questo punto diventa non decisiva la crisi di coscienza dell’Idv, che ha a sua volta due teste in Consiglio. «Il confronto è aperto, noi non siamo aprioristicamente contrari ma vogliamo che l’opera abbia un senso, cioè che arrivi in porto e lo colleghi col mondo, e non che si fermi, incompleta, sopra, in prossimità del collo di bottiglia», puntualizza il capogruppo dipietrista Paolo Bassi, che medita un emendamento in questo senso. Soffiano venti di crisi, allora? No, pare già tutto scritto. La stampella a Cosolini gliela porgeranno dal centrodestra. «Credo che manterremo per coerenza la posizione della votazione precedente, quando il Consiglio comunale sotto Dipiazza diede parere favorevole», anticipa Maurizio Ferrara dalla Lega. «Un’altra Trieste non offre stampelle a nessuno, ma crede semplicemente che quest’opera sia necessaria, basta evitare stupidaggini come il rigassificatore a Zaule», fa eco Franco Bandelli. «A prescindere da come ci esprimeremo, è chiaro che se al sindaco venisse a mancare il numero minimo della maggioranza, su un grande tema come questo, è meglio che non faccia finta di niente ma che ne prenda atto pubblicamente», sibila il capogruppo del Pdl Everest Bertoli. Dal canto suo, Roberto Cosolini ribatte mostrando serenità. C’è un’assicurazione sulla vita, che si è fatto, lungimirante, già prima del voto: «Ricordo che questa partita non fa parte del programma elettorale di coalizione. Noi il patto di governo ce l’abbiamo sul programma. È vero, le sensibilità sono differenti, il cuore della delibera è il messaggio politico che si vuole dare con quelle prescrizioni e che dice che né il Pd vuole devastare l’ambiente né Sel vuole isolare Trieste dal mondo». Non tutte le opposizioni, però, stanno col sindaco. I grillini, ad esempio, gli dichiarano guerra: «Con questa delibera – scrivono Paolo Menis e Stefano Patuanelli – Cosolini si toglie la maschera e si rimangia quello che ha detto in Consiglio comunale poco più di un anno fa. Così si esprimeva il sindaco il 27 giugno 2011: “Mi è stata chiesta la mia opinione sulla Tav, espressione che a me non piace, perché non ci sarà mai”».(pi.ra.)
Via libera alla Tav dalla giunta Cosolini
Sarà guerra politica vera. Ma breve. Una guerra-lampo. Perché il tempo stringe. Il Comune, infatti, deve liquidare il suo ultimo parere di Via entro un mese dal ricevimento del documento integrativo denominato “Sistema conoscitivo generale – Relazione generale”. La Direzione centrale Ambiente – Servizio Via della Regione l’ha inviato per Pec, Posta elettronica certificata, lo scorso 28 giugno. Conclusione: la risposta, alla stessa amministrazione regionale, a meno di richieste di proroga su cui sta rimuginando il presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic, deve arrivare entro il 28 luglio. Che è un sabato. Non è escluso che l’aula di piazza Unità si riunisca proprio in via straordinaria al sabato. Quel sabato. Ma prima no? No, evdidentemente. Le carte andavano studiate, prima che gli uffici potessero predisporre con Laureni una delibera. Tale delibera è stata votata martedì scorso. Da lì è partita subito la corsa burocratica: per legge le circoscrizioni hanno dieci giorni per esprimersi, e già finiamo al prossimo giovedì, 26 luglio. A quel punto serve, sempre per legge, un altro passaggio in giunta, prima dell’approdo nella commissione consiliare competente, in questa caso la Sesta. Solo allora si può votare in Consiglio comunale. Per accelerare le procedure Laureni presenterà la delibera alla Sesta commissione già martedì 24, alle 12, in quella che si profila essere una seduta tanto introduttiva quanto già gonfia potenzialmente di polemiche. Un mezzogiorno di fuoco. (pi.ra.) di Piero Rauber Uno, due, Tav. Liberi tutti. Liberi, a sinistra, di votare contro Cosolini. Liberi, a destra, di porgere al sindaco la stampella per non cadere. Perché è questo lo scenario che si profila. Ah sì: liberi anche, quelli di Sel, di disconoscere la firma, apposta per senso istituzionale in testa alla delibera della discordia, dall’assessore all’Ambiente di Cosolini Umberto Laureni. Di Sel. Detona insomma in Municipio, inatteso non nei modi ma nei tempi, il proietto della Ronchi-Trieste, il pezzo nostrano del Corridoio 5. Il fuoco lo appicca proprio una delibera di giunta appena approvata, e subito inoltrata d’urgenza ai presidenti di circoscrizione e ai capigruppo di un Consiglio comunale chiamato a dire l’ultima parola per le vie brevi. Tale provvedimento, in effetti, riporta il parere favorevole dell’amministrazione Cosolini – benché zeppo di prescrizioni (16) e osservazioni/raccomandazioni (4) – all’ultima «integrazione documentale» sulla «nuova linea AV/AC Venezia-Trieste», per la «tratta Ronchi-Trieste», «inerente il procedimento di Valutazione di impatto ambientale del medesimo progetto proposto da Italferr Spa – Gruppo Fs». Il tutto deriva dalla richiesta, da parte della Regione, di un ennesimo, definitivo, parere di Via. Un parere da dare, su input ministeriale, proprio su questa «integrazione documentale», che diventa così «documento unitario» per i precedenti studi di impatto ambientale sulle varie tratte della Venezia-Trieste. Tradotto: un passaggio burocratico, amministrativo. Che però, come era altamente prevedibile, diventa grana politica. In giunta si narra che la delibera sia stata affrontata in un clima imbarazzato, e che sia stata licenziata con almeno un paio di distinguo. Uno di Emiliano Edera, l’assessore di Idv, che ha votato a favore chiedendo però di mettere a verbale alcune «perplessità». L’altro di Laureni. L’assessore competente. Che si è astenuto. Pur mettendoci la firma. E la faccia. «Una circostanza dalla portata relativa, questa», precisa Laureni. E aggiunge: «Ho ricevuto dagli uffici risposte che facevano desumere come la cosa potesse essere fatta, pur con pesantissime prescrizioni. Ho riflettuto a lungo, per capire se quelle equivalessero a un no. Alla fine ho deciso di proporre un sì condizionato. È nata una discussione molto impegnativa. Sarò il primo a far presente che quelle prescrizioni rappresentano elementi di criticità. Sono consapevole che per il ruolo che si ha bisogna assumersi delle responsabilità, come sono consapevole che mi prenderò delle critiche. Mi auguro che la mia scelta produca un forte dibattito». Infatti: dalla Sel di governo a quella di lotta il passo è ridotto. In una nota il coordinamento vendoliano, nell’apprezzare il no al rigassificatore, ammonisce il governo Cosolini di cui fa parte con Laureni: «Un sì, anche se parziale, a progetti quali la Tav, sarebbe tanto prematuro quanto immotivato anche a fronte delle numerose e circostanziate obiezioni in merito a tale infrastruttura».
I cantieri? Uno al Broletto, l’altro sopra via Commerciale
Il clamore del caso politico è tale che camuffa i contenuti della delibera di Via a un’opera che, per quanto riguarda Trieste come Comune, come è già noto corre sostanzialmente sotto terra. Contenuti tecnici, insomma. Che non sono di poco conto. Anzi. Le prescrizioni, come detto, sono sedici, le osservazioni/raccomandazioni quattro. Nella categoria uno, le prescrizioni, il Municipio fra le altre cose pretende un’«analisi costi-benefici (che non c’è)dell’infrastruttura ferroviaria», evoca il «vincolo paesistico-ambientale per territori contermini a fiumi, torrenti e corsi d’acqua», ricorda che «l’infrastruttura, sebbene posizionata completamente in galleria, attraversa il centro abitato di Trieste a diverse quote di profondità», e quindi chiede «che venga incluso tutto il territorio del Comune di Trieste all’interno della lista delle aree potenzialmente critiche» in fatto di «vibrazioni», nonché che «il proponente predisponga adeguati calcoli previsionali che attestino la sicurezza statica dell’intervento». Ma è l’ultima di tali prescrizioni, assieme a una delle quattro osservazioni/raccomandazioni, a costituire il paio di notizie che saltano all’occhio più di tutte le altre. Una e l’altra, in effetti, dicono che Italferr prevede di aprire due aree cantiere, per la realizzazione della Tav nel suo pezzo tutto triestino: uno sopra via Commerciale, l’altro nel perimetro di Trieste Trasporti in zona Broletto, giusto oltre Campi Elisi. Per quanto attiene la seconda area, il Comune «in linea tecnica» «osserva che particolarmente delicati e critici appaiono i due cantieri, base ed operativo, localizzati all’interno del comprensorio della Trieste Trasporti, con accesso dalla via Caduti sul Lavoro in quanto il traffico indotto va a gravare su assi viari ed incroci stradali urbani che hanno significativi flussi di traffico, viale Campi Elisi, via Caduti sul Lavoro e via Svevo, prima di immettersi sulla Gvt». E l’altra area? Non meno ansiogena, a quanto si capisce. «Il cantiere di imbocco galleria localizzato presso Scorcola e accessibile da via Marziale – si legge nella delibera firmata da Laureni – è delicato e potenzialmente critico, in quanto il tratto di via Commerciale che si collega con la strada regionale 58, oltre a essere interessato da un notevole traffico veicolare presenta una carenza infrastrutturale generalizzata: curve, pendenza, ristrettezza carreggiata, trenovia in attraversamento». E c’è dell’altro: «La via Marziale, strada privata, appare particolarmente inadeguata con un innesto sulla via Commerciale del tutto inidoneo, dovranno pertanto essere previsti interventi di adeguamento dell’innesto e della strada, concordandoli in sede esecutiva con gli uffici comunali».(pi.ra.)
http://www.triesteallnews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2028:la-giunta-cosolini-e-a-favore-della-tav-pronta-una-delibera&catid=2&Itemid=104
La giunta Cosolini è a favore della Tav, pronta una delibera
CRONACA Domani alle 17.30 ad Aurisina Cave l’assemblea pubblica che discuterà sull’impatto ambientale del progetto
17.7.2012 | 22.28 – La giunta Cosolini è a favore della Tav. La notizia è trapelata dal Consiglio comunale di oggi. Il sindaco in persona ha preparato una delibera che esprime un parere positivo alla Tav. La proposta oggi è passata in giunta dove ci sono state forti tensioni con l’assessore all’ambiente Umberto Laureni, in quota a Sinistra ecologia e libertà.
Si tratta di un primo passo di un percorso, tutto istituzionale, che vedrà la delibera discussa nelle circoscrizioni ed entro la fine di luglio in Consiglio comunale.
Inutile sottolineare che questa presa di posizione del sindaco Cosolini (nella foto il sindaco discute con Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato) e della sua giunta apre di fatto una nuova stagione di conflittualità dentro e fuori la maggioranza di centro-sinistra.
Intanto è prevista per domani, mercoledì 18 luglio, nella piazza davanti al Municipio ad Aurisina Cave l’assemblea incaricata di discutere sul progetto della Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe attraversare l’intero territorio comunale; la seduta è stata convocata alle 17.30 e rientra nel quadro delle consultazioni volute dal Comune di Duino Aurisina per stabilire quale impatto ambientale possa comportare tale progetto.
L’iniziativa è aperta anche ad enti, associazioni e comitati che potranno parteciparvi – esprimendo pareri e punti di vista – inviando un’e-mail all’indirizzo segreteria@comune.duino-aurisina.ts.it.
I risultati del dibattito saranno poi vagliati dalla commissione consiliare la mattina del 19 luglio. L’argomento sarà poi discusso durante la riunione del Consiglio comunale prevista per il 25 luglio.
Daniela Mosetti
Marzo 17th, 2017 — Carceri, General
Da Il Piccolo del 20/07/12
Il Coroneo scoppia e manca l’acqua calda sale la protesta in cella dei 240 detenuti
Protesta nuova, problema vecchio. A causa del sovraffollamento anche il Coroneo è una potenziale polveriera. Continua a scoppiare di detenuti. La casa circondariale di Trieste deve fare i conti con una struttura vecchia. L’ultima tegola: l’acqua calda che non esce da due settimane. Lì ci si lava solo con quella fredda, e si andrà avanti a farlo fino a mercoledì, quando arriverà e sarà rimontato il pezzo di ricambio del miscelatore. Costo, circa 1.600 euro. È stato ordinato subito dopo il guasto dal direttore della struttura Enrico Sbriglia, nonostante quella spesa non sia nemmeno coperta. E meno male che siamo in estate. Proprio per questo, dalle finestre aperte del vicino Tribunale di Foro Ulpiano, si sentiva levare l’urlo degli ospiti del Coroneo: «Vogliamo l’acqua calda». A far fronte alla situazione, un manipolo di poliziotti penitenziari in servizio. Pure quell’organico non abbonda. E deve occuparsi di 240 persone recluse a fronte di una capienza di 155. Qualcuno, come altrove, ha proclamato lo sciopero della fame per quattro giorni, tanti quanti dura la protesta.
Coroneo, una polveriera «Anche in 12 in una cella»
«I problemi sono antichi, e a fronte di questi ora, a livello nazionale, il ministro Severino e il Capo dipartimento Tamburino stanno cercando di avviare un percorso di soluzione. Perché non si può rispondere a crimine privato con crimine di Stato». Così Sbriglia (foto) commenta la partecipazione dei detenuti triestini alla protesta nazionale. E l’acqua calda? « Il Provveditore regionale Bocchino mi ha autorizzato ad intervenire nelle more. La ripareremo pur senza avere i fondi. Quasi un’autodenuncia alla Corte dei Conti. Ma facciamo tutto ciò che possiamo, anche di più. Lo abbiamo spiegato ai detenuti. Confidiamo che, con queste manifestazioni pacifiche, mostrino quella ragionevolezza che altri, in passato, decidendo i fondi per l’amministrazione penitenziaria, avrebbero dovuto avere». (pi.ra.) di Piero Rauber Protesta nuova, problema vecchio. Incancrenito. In questa città come altrove. Più che altrove, forse. La mobilitazione non violenta di quattro giorni pro-amnistia, appena lanciata a livello nazionale da Marco Pannella col Partito Radicale – estremo tentativo di dare uno scossone all’opinione pubblica e allo Stato a proposito del sovraffollamento delle carceri e della precaria vivibilità al loro interno – riporta a galla in tutta la sua gravità il caso Trieste. Il Coroneo, infatti, è una potenziale polveriera. Continua a scoppiare di detenuti, ben oltre la capienza ufficiale. E li costringe non solo a passare le giornate uno sopra l’altro, ma anche a sopportare pesantissimi disagi causa la vetustà della struttura e dei suoi impianti, peraltro mai soggetti negli anni addietro a una manutenzione degna di tal nome, conseguenza di un progressivo, alla luce dei fatti eccessivo, assottigliamento dei fondi statali destinati proprio al funzionamento, all’ordinaria amministrazione (e manutenzione) delle carceri. Banale esempio. Nella casa circondariale di Trieste, in alcune celle, ci sono sciacquoni difettosi e lavandini semintasati, ancorché utilizzati quotidianamente da una decina di persone chiuse dietro la stessa sbarra. L’ultima tegola: l’acqua calda che non esce da due settimane. Lì ci si lava solo con quella fredda, e si andrà avanti a farlo fino a mercoledì, quando arriverà e sarà rimontato il pezzo di ricambio del miscelatore. Costo, circa 1.600 euro. È stato ordinato subito dopo il guasto dal direttore della struttura Enrico Sbriglia, nonostante quella spesa non sia nemmeno coperta. E meno male che siamo in estate. Proprio per questo, dalle finestre aperte del vicino Tribunale di Foro Ulpiano, si sentiva levare l’urlo degli ospiti del Coroneo: «Vogliamo l’acqua calda». E ciò con un po’ d’anticipo rispetto all’esordio del tam-tam ideato dal vecchio Giacinto detto Marco (Pannella), che è cominciato mercoledì sera. Anche a Trieste i detenuti hanno iniziato (replicando poi ieri sera) a sbattere pentole e qualsiasi altro oggetto che potesse far un po’ di casino sulle sbarre delle finestre. Hanno armeggiato quindi accendini nell’oscurità per attirare l’attenzione al grido di «amnistia» e «libertà». A far fronte alla situazione, un manipolo di poliziotti penitenziari in servizio. Pure quell’organico non abbonda. E deve occuparsi di 240 persone recluse, metà delle quali in attesa di giudizio, a fronte di una capienza di 155. Qualcuno, come altrove, ha proclamato lo sciopero della fame per quattro giorni, tanti quanti dura la protesta. Sul posto, anzi dentro il posto, accompagnato dallo stesso Sbriglia – facendo valere così i poteri ispettivi che gli sono propri in quanto consigliere regionale – si è fiondato il giovane Alessandro Corazza, il capogruppo dell’Idv in piazza Oberdan. Ironia della sorte, il più reattivo, per vedere che aria tirava nel carcere triestino in occasione di una protesta che punta all’amnistia, è stato un politico dipietrista, nelle cui corde l’amnistia non trova spazio. Ma che importa. Qui sono in ballo, o meglio in discussione, i più elementari «diritti umani», fa capire Corazza. Il quale, dopo il sopralluogo, denuncia: «Ho scorto un sovraffollamento impressionante, la situazione è indegna. Dieci, anche 12 detenuti, in una cella che avrà avuto 20 metri quadri, senza condizionatore ovviamente. Peggio che a San Vittore, che io ho visitato. Bravo è il direttore Sbriglia, devo ammettere, a riuscire a gestire con i suoi uomini una situazione simile».
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Da Il Piccolo del 20/07/12
Duino, no bipartisan al progetto della Tav Assemblea in piazza
DUINO AURISINA Assemblea in piazza contro la Tav. Il progetto della linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe attraversare, soprattutto in galleria, tutto il territorio di Duino Aurisina non piace a nessuno. L’incontro, organizzato dalla seconda commissione consiliare, si è svolto nello spazio attrezzato di Aurisina cave, davanti al municipio, presenti esperti, associazioni e comitati. L’iniziativa fa parte del programma di consultazioni che proseguirà nei prossimi giorni nelle località più direttamente coinvolte nel progetto. Presente al completo la giunta comunale con il sindaco Kukanja e il vice Veronese; sono intervenuti anche molti consiglieri di maggioranza e dell’opposizione, con l’ex primo cittadino Ret e l’ex vice Romita in prima fila. Il presidente della commissione consiliare, Maurizio Rozza, ha illustrato le finalità dell’ampia consultazione promossa dal Comune. Hanno preso poi la parola i rappresentanti di associazioni e comitati che erano stati sollecitati dal Comune a portare un contributo al dibattito. Pastorutti, per il Comitato no Tav della Bassa friulana, ha sottolineato che manca un’analisi dei costi e dei benefici dell’opera; inoltre è sottovalutato l’impatto dei cantieri. Fulvio Premiani della Federazione speleologica triestina ha ricordato che la mappa esistente delle grotte rileva appena il 10 per cento delle cavità e che proprio attorno alla stazione di Aurisina c’è la più alta densità di grotte. Alberto Ballarini del comitato di Ceroglie, partendo dalla sua esperienza nella costruzione delle linee ferroviarie francesi ad alta velocità, ha ricordato che sono soprattutto le vibrazioni a bassa frequenza a provocare lesioni agli edifici circostanti e tali vibrazioni vengono emesse soprattutto dai convogli merci. Franz Fabez dell’Alleanza contadina ha sostenuto che l’opera porterà più danni che benefici. Per Simone Napolitano, presidente del Comitato Rilke, il territorio rischia uno sventramento gravissimo. Altri contributi al dibattito sono stati portati da Paolo de Toni (coordinamento comitati no Tav), Peter Barens (no Tav Trieste), Roberta Russi (Lega ambiente Monfalcone) e Carlo Gherghic delle proprietà collettive. Intanto si profila un voto unanime, sostanzialmente negativo, del Consiglio comunale di Duino Aurisina al progetto della Tav. La circostanza è emersa ieri mattina nel corso della riunione tra tutti i capigruppo e i membri della commissione consiliare che hanno gestito in queste settimane l’ampia consultazione avviata dall’amministrazione. Il Sindaco Kukanja ha convocato per mercoledì 25 luglio, alle 9, il Consiglio comunale che dovrà licenziare il parere, richiesto dalla Regione, sull’impatto ambientale dell’opera. Premessa dell’intesa tra maggioranza e opposizione è il voto unanime espresso dalla seconda commissione consiliare su un documento presentato dal presidente Maurizio Rozza, integrato nel corso del dibattito. Al termine dei lavori della commissione il vice Sindaco Massimo Veronese, assessore al territorio, ha espresso la soddisfazione dell’amministrazione per il fatto che Duino Aurisina è compatta nel dire no, senza se e senza, ma al progetto dell’alta velocità. «Tale giudizio – ha aggiunto – è scaturito anche a seguito dell’audizione della cittadinanza, delle associazioni, dei comitati e dei vari portatori di interesse. Il Carso e in particolare il Comune di Duino Aurisina hanno già dato tanto in passato. Adesso basta. Questo progetto non è compatibile con le finalità di tutela ambientale, di sviluppo rurale e turistico che questo splendido territorio merita».
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Cosolini: sulla Tav non cambio idea
Il sindaco Cosolini cambia idea sulla Tav,come sostengono i consiglieri comunali grillini Patuanelli e Menis? Arriva la replica da parte del primo cittadino con alcuni distinguo. «Non vorrei che gli amici grillini prendessero le cattive abitudini di tanta vecchia politica strumentalizzando e deformando posizioni altrui a proprio uso e consumo. Dicono che mi tolgo la maschera e che mi rimangio di aver detto che non mi piace l’espressione Tav perché a Trieste non ci sarà mai? Sanno benissimo che non mi rimangio alcunché, quello che ho detto il 27 giugno 2011 riguardava molto chiaramente il concetto di Alta velocità, visto che è noto che l’infrastruttura destinata a raggiungere Trieste non avrà questa funzione nel tratto che ci riguarda ed è semmai finalizzata all’alta capacità per il trasposto merci in funzione del Porto. Guarda caso proprio ciò dicevo il 27 giugno, intendendo che semmai l’alta capacità poteva interessare Trieste, cosa che ho ribadito in più occasioni. Resto convinto che vadano coniugate le esigenze del contenimento in termini fortemente sostenibili dell’impatto ambientale della realizzazione e del potenziamento dell’infrastruttura del trasporto ferroviario, tanto più visto che i trasporti su rotaia consumano e inquinano di meno e sono più sicuri di quelli su gomma, ed è su questo aspetto che tutti dovremmo essere molto attenti. Ai consiglieri Menis e Patuanelli ribadisco attenzione e rispetto per la loro funzione di stimolo anche critico; ma proprio per le ragioni di protesta contro tanta brutta politica che ha alimentato il loro successo elettorale consiglio di non ricorrere a certe pratiche proprie di questa politica».
http://www.triesteallnews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2047:sulla-tav-e-qbattagliaq-tra-il-sindaco-cosolini-e-il-movimento-5-stelle&catid=2&Itemid=104
- POLITICA «Il sindaco si è finalmente tolto la maschera». «Strumentalizzazioni e deformazioni da vecchia politica»

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19.7.2012 | 20.12 – Infuriano le polemiche e le contrapposizioni sulla delibera comunale sulla Tav. E siccome, ormai lo sappiamo, le polemiche corrono sul web, tra ieri ed oggi c’è stato un rovente scambio di battute tra il sindaco Roberto Cosolini e i consiglieri comunali d’opposizione Paolo Menis e Stefano Patuanelli del Movimento 5 Stelle. A dare “fuoco alle polveri” sono stati proprio questi ultimi con la diffusione, nella serata di ieri, di un comunicato dal titolo “Tav, dal movimento 5 Stelle un NO secco“.
«Il 28 giugno 2012 la Regione ha chiesto a tutti gli enti interessati di esprimersi in merito alle integrazioni di Italferr relative all’unione delle tratte AV/AC Ronchi-Trieste – si legge nel comunicato -. I Comuni devono esprimersi entro 30 giorni. Ieri la Giunta comunale di Trieste ha espresso in delibera uno scellerato parere favorevole al progetto con alcune prescrizioni».
«Il movimento 5 Stelle, da sempre a fianco dei Comitati NoTav nella battaglia contro un progetto insensato, che devasta il territorio nel quale si inserisce, che non è supportato da alcuna analisi costi/benefici e che si basa su dati di traffico risalenti a oltre dieci anni fa, ha quale obiettivo quello di trasformare in consiglio comunale il parere favorevole in parere contrario, con le motivazioni riprese nelle prescrizioni e l’aggiunta di altri elementi. Chiediamo ai cittadini, al Comitato NoTav, alle associazioni ambientaliste di aiutarci in questo percorso, per stilare un documento concreto, preciso e fondato su dati certi».
«Con questa delibera Cosolini si toglie la maschera e si rimangia quello che ha detto in consiglio comunale poco più di un anno fa. Così si esprimeva il sindaco il 27 giugno 2011: “Mi è stata chiesta la mia opinione sulla Tav, espressione che a me non piace, perché non ci sarà mai. […] È possibile, poi, consigliere Patuanelli, investire sul potenziamento della ferrovia senza andare a fare opere che, mi permetto di dire, fanno sorridere per la loro insostenibilità dal punto di vista della copertura dei piani finanziari già quando vengono presentate con degli schizzi, che poi cambiano da un mese all’altro sul Piccolo? Sì, io credo che sia possibile investire sul potenziamento della ferrovia facendo scelte che siano sostenibili da un punto di vista ambientale, ma che siano sostenibili anche da un punto di vista economico, perchè altrimenti rischiamo di parlare di libri dei sogni che non verranno mai realizzati”».
Accusato di essere un voltagabbana, Cosolini affida nel tardo pomeriggio di oggi al suo profilo Facebook il suo sfogo: «Non vorrei che gli amici grillini prendessero le cattive abitudini di tanta vecchia politica strumentalizzando e deformando posizioni altrui a proprio uso e consumo. Dicono che mi tolgo la maschera e che mi rimangio di aver detto che non mi piace l’espressione Tav perché a Trieste non ci sarà mai? Sanno benissimo che non mi rimangio alcunché, quello che ho detto il 27 giugno del 2011 riguardava molto chiaramente il concetto di Alta velocità, visto che è noto che l’infrastruttura destinata a raggiungere Trieste non avrà questa funzione nel tratto che ci riguarda ed è semmai finalizzata all’alta capacità per il trasposto merci in funzione del Porto».
«Guarda caso proprio ciò dicevo il 27 giugno, intendendo che semmai l’alta capacità poteva interessare Trieste, cosa che ho ribadito in più occasioni. Resto convinto che vadano coniugate le esigenze del contenimento in termini fortemente sostenibili dell’impatto ambientale della realizzazione e del potenziamento dell’infrastruttura del trasporto ferroviario, tanto più visto che i trasporti su rotaia consumano e inquinano di meno e sono più sicuri di quelli su gomma, ed è su questo aspetto che tutti dovremmo essere molto attenti».
«Ai consiglieri Menis e Patuanelli – scrive Cosolini – ribadisco attenzione e rispetto per la loro funzione di stimolo anche critico; ma proprio per le ragioni di protesta contro tanta brutta politica che ha alimentato il loro successo elettorale consiglio di non ricorrere a certe pratiche proprie di questa politica, altrimenti la spinta propulsiva rischia di esaurirsi».
Tirati per la giacchetta Menis e Patuanelli rispondono: «Prendo atto – scrive Menis – che quello che voteremo fra 10 dieci giorni, a detta di questa giunta e del sindaco, è un progetto sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico. Ah, il progetto presentato manca di un’analisi costi/benefici». Poco dopo anche Patuanelli dice la sua: «Credo che vi sia differenza tra richiedere investimenti che mirino al potenziamento della rete ferroviaria esistente ed esprimere un parere favorevole a QUESTO progetto di AV/AC».
Mentre a Trieste la politica litiga, a Duino Aurisina ieri sera ci si è confrontati in un incontro pubblico sulle criticità del progetto che dovrebbe passare proprio sotto all’abitato di Aurisina e sotto a tutto il territorio del Comune. Hanno preso la parola tra gli altri speleologi, associazioni del territorio, vari esponenti dei comitati NoTav provenienti da tutta la Regione, tecnici e molti cittadini.
Gli interventi sono stati tutti fortemente critici nei confronti della Tav, ritenuta devastante per il territorio anche perché il percorso sarebbe quasi tutto in galleria, in un ambiente come quello carsico fragile e pieno di cavità naturali.
Ilaria Bagaccin
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Da Il Piccolo del 20/07/12
Tav, uno stralcio per il bivio S. Polo
Riproposto tale e quale, solo non slegato dalle altre tratte, il progetto della linea ad Alta velocità-Alta capacità ferroviaria torna a essere oggetto delle pesanti osservazioni del Comune di Monfalcone.
A rinforzare le “critiche” del Consiglio comunale, che vanno dall’assenza di un piano economico-finanziario alla collocazione dei cantieri, si aggiunge, però, ora l’ordine del giorno presentato dal Partito della rifondazione comunsita e approvato a maggioranza dal centrosinistra.
Sul documento, che di fatto impegna il sindaco a chiedere lo stralcio dell’intervento sul bivio di San Polo dalla legge obiettivo, si sono astenuti ben quattro consiglieri del Partito democratico (Marco Ghinelli, Lucia Giurissa, Paolo Fogar e Andrea Davanzo), a dimostrazione delle diverse sensibilità esistenti sul tema, oltre al capogruppo di Sinista ecologia e libertà, Giovanni Iacono.
L’altra sera in aula Iacono aveva portato un altro documento, di contrarietà netta al progetto Tav e «non negoziabile», che alla fine è stato bocciato in modo netto.
L’ordine del giorno di Rifondazione si occupa, se si vuole, di un aspetto di dettaglio, facendo propria però la richiesta del Comitato No Tav e delle associazioni ambientaliste di slegare la questione del potenziamento del nodo di San Polo dal progetto dell’Alta velocità. Un’opera ritenuta necessaria per dare impulso al trasporto su rotaia, evitando però l’impatto, ritenuto devastante dai contrari, del progetto Tav.
«Eravamo e siamo convinti che sia meglio calare il documento sul territorio, perché più utile», spiega il segretario provinciale e consigliere comunale di Rifondazione comunista, Alessandro Saullo.
«Il sindaco Silvia Altran – aggiunge – è stata in ogni caso impegnata ad adoperarsi in difesa dell’integrità del territorio, evidenziando nelle sedi opportune le criticità emerse riguardo all’impianto progettuale, in particolar modo nel transito nell’area carsica, e la intollerabile gravità degli impatti segnalati».
A fronte del documento, il sindaco dovrà poi per l’appunto presentare richiesta all’amminisrtrazione regionale del Friuli Venezia Giulia, affinché si provveda alla stesura di uno specifico e prioritario progetto, riguardante la riqualificazione della linea storica, nel tratto del bivio San Polo, tale però da «garantire il minimo impatto sul territorio, richiedendo lo scorporo dello stesso dalle procedure sottoposte alla legge obiettivo». «Una legge che minimizza il ruolo dei Comuni e delle comunità – sottolinea Saullo -. Tant’è che il progetto è stato ripresentato identico, senza tenere alcun conto delle osservazioni presentate un anno e mezzo fa».
Laura Blasich
Marzo 17th, 2017 — General, Genova 2001
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
VALSUSA 21 luglio, attacco alle recinzioni
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
MV 22 luglio 2012
anche sull’online
di Francesca Artico
San Giorgio di Nogaro, lettera aperta ai primi cittadini della Bassa coinvolti. Il portavoce: e adesso i Comuni dicano chiaramente che l’opera non serve

SAN GIORGIO Inviate ai sindaci coinvolti sul parere di Via per la tratta Av/Ac Venezia–Trieste dal Coordinamento NO Tav della Bassa Friulana, le lettere nelle quali si cheide il respingimento del Via al progetto del 2010, a fronte della bocciatura, da parte del commissario straordinario, Bortolo Mainardi, del tracciato “Litoraneo” favorendo invece l’affiancamento alla linea esistente. Il Coordinamento denunciando ai sindaci questa «pesantissima contraddizione» e chiedendone la bocciatura del parere di Valutazione d’impatto ambientale richiesto dal Ministero, affermano attraverso il portavoce Paolo De Toni: «È pervenuta a tutti i Comuni della Regione coinvolti nell’opera, la richiesta di pronunciarsi entro il 28 luglio sul Via unificato del progetto preliminare del 2010 dell’intera linea Ve-Ts, che prevede, per quanto riguarda la tratta Veneta, il cosiddetto tracciato litoraneo che è stato respinto da tutti i comuni interessati. Il commissario straordinario Mainardi, su carta intestata del Ministero alle Infrastrutture e Trasporti, ha inviato a luglio ai Comuni del Veneto una lettera sulla Nuova Linea Av/Ac Venezia – Trieste (tratta Mestre/Carpenedo – Portogruaro), nella quale sostiene che in questa prima fase di confronto ha registrato il quasi unanime del dissenso dei Comuni al Tracciato “Litoraneo” del Progetto Preliminare 2010, mentre appare favorevole allo scorrimento parallelo alle linea esistente. Si tratta ovviamente di una contraddizione insanabile tra il Via Ministeriale e l’ attività istituzionale del commissario straordinario. Siamo di fronte ad un gravissimo corto circuito istituzionale- dice- che i sindaci chiamati a dare il parere non potranno esimersi dal rilevare dando non solo parere negativo ma stigmatizzando la mancanza di serietà del Ministero, della Regione e del commissario stesso. Ma c’è di più: la Slovenia, prima dichiara di ritirarsi dall’opera e poi il commissario europeo Brinkhorst a il viceministro ai Trasporti Ciaccia (Banca Intesa) presentano addirittura la formazione del Gruppo europeo di Iniziativa economica assicurando che la tratta Transfrontaliera Italia-Slovenia si farà quanto prima, superando tutti i dubbi del geologo Carlo Comin, che non se la sente di andare a forare il Carso e nel 2010 ha rinviato l’inizio lavori di almeno 50 anni per avere la certezza di non trovare “grotte impossibili” dove si andrà a scavare. Se a questo – conclude – aggiungiamo le perplessità della Francia sulla Torino-Lione, l’abbandono definitivo di Lisbona e lo stato disastrato dell’economia Spagnola, vediamo che la politica italiana su questa infrastruttura è completamente smascherata. È il momento da parte dei sindaci di dire la verità: l’ex-Corridoio 5 non serve a nulla».
Francesca Artico

Joy! ce biele zoventût
Nota infoaction.
La foto pubblicata dal MV risale al 16 ottobre 2006 ed è scattata ad Udine alla Loggia del Lionello durante una contestazione ad Illy che nel frattempo stava su in Cjscjel, a un convegno interreg, Alpe Adria o qualcosa del genere, ma in ogni caso per propagandare la TAV.
In primo piano, circa al centro nella foto, si vede anche Luciano Giorgi (regge la bandiera con l’asta) deceduto lo scorso anno, che qui cogliamo l’occasione per ricordare.
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
Bilancio attuale provvisorio
Trieste SI esplicito, ma politicamente debolissimo.
Ronchi dei Legionari. SI mascherato da osservazioni (come molti altri)
Monfalcone. Posizione non contraria ma contradditoria (vedi questione bivio San Polo)
Doberdò. NO esplicito
Sgonico. NO esplicito
Duino Aurisina NO tecnico abbastanza forte
Palmanova NO tecnico (del Consiglio)
San Giorgio di Nogaro e Torviscosa NO tecnico ( di Giunta)
Bagnaria Arsa NO tecnico (di Giunta)
Muzzana del Turgnano e San Canzian i peggiori.
Manzano si riunisce l’8 agosto, quindi probabilmente è di fatto un silenzio assenso
Da rilevare che i comuni della Bassa Friulana (per un totale di 22 ) hanno firmato un documento unitario (qui pubblicato) in cui rilevano le contraddizioni (vedi lettera del Commissario Mainardi ai Comuni del Veneto) e praticamente rinviano la loro posizione, coadiuvati dal consulente ing. Debernardi, a fine 2012.
VENETO: situazione incomprensibile
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San Giorgio di Nogaro giovedì 9 agosto
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Palmanova parere negativo
Mercoledì 25 luglio Una trentina di attivisti ha partecipato al presidio No Tav a Palmanova davanti al Municipio
Consiglio comunale sotto la Loggia
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Marzo 17th, 2017 — General, Mare
Facciamo notare all’interno dell’articolo anche le assurde dichiarazioni dell’assessore all’ambiente di Trieste di Sel Laureni sulla TAV, lo stesso che si è astenuto sul vergognoso documento di approvazione della TAV che la giunta vorrebbe approvare.
Dal Piccolo
23/07/12
«Il ministro s’informi sul rigassificatore: ci distrugge il porto»
di Gabriella Ziani I triestini contrari al rigassificatore non si fanno scalfire dalle ultimative indicazioni del ministro alle Infrastrutture Corrado Passera. Che ieri al nostro giornale ha ribadito: il rigassificatore di Gas Natural si deve fare, subito, e nella baia di Zaule. Per approvigionare il paese, per far calare il costo del gas. «Posizione non supportata da nulla – obietta l’assessore all’Ambiente, Umberto Laureni -, io alla Tav (che personalmente non condivido) riconosco la dignità di un lungo percorso decisionale europeo, ma sul rigassificatore non trovo nulla, c’è una drammatica assenza di vere motivazioni. E il Comune – annuncia Laureni – sta pensando di associarsi al ricorso al Tar già presentato da Wwf, Comuni di Muggia e Dolina, e dalla Slovenia». Mentre gli ambientalisti chiedono al Comune di far arrivare con più forza a Roma le proprie argomentazioni, Laureni passa la palla a un’altra autorità, quella del porto, su cui il rigassificatore avrebbe conseguenze: «Che cosa ne pensa la presidente Monassi? Un suo parere – osserva – sarebbe molto importante. Ma finora non l’abbiamo sentito». Il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, è tranciante: «Neanche un ministro della Repubblica può permettersi di saltare così i passi della democrazia. Inoltre si metta d’accordo col ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ha detto come le amministrazioni locali vanno sentite. Terzo – conclude irritato il sindaco – se questo impianto si dimostrasse necessario, e necessario a Zaule, invito Passera a un civilissimo, ma quanto mai opportuno, confronto su alternative che sarebbero meno costose, meno inquinanti, più sicure e non di ostacolo allo sviluppo della città. Per esempio il progetto trilaterale Italia-Slovenia-Croazia, meno impattante e di grande valenza geopolitica». «Le dichiarazioni di Passera sono francamente stonate, sorprendono e disturbano, probabilmente non conosce la realtà di cui parla, o gli è stata presentata in un certo modo: faccia un salto a Trieste col ministro Clini e gli spieghiamo – afferma Sergio Lupieri, consigliere regionale Pd – come il rigassificatore è incompatibile con le norme di sicurezza, con lo sviluppo di porto e città, con la volontà dei cittadini». Per Lucia Sirocco, presidente di Legambiente, proprio il porto è il problema. «Vogliamo passare la palla a Capodistria? Facciamo il rigassificatore a Zaule, che stronca ogni possibilità di crescita del nostro porto. Passera non ha chiara la situazione, per il ministro Trieste si trova in un Estremo oriente…». «Dalle parole del ministro i triestini potrebbero desumere che pagheranno del 25% in meno la bolletta del gas – argomenta Adriano Bevilacqua della Uil-Vigili del fuoco, a capo del Tavolo tecnico rigassificatore formato da un nutrito gruppo di docenti universitari che denuncia i pericoli dell’impianto -, ma non è vero, forse e chissà quando ci sarebbe un minor costo solo a livello nazionale. Pretendere più sicurezza poi è impossibile, bisognerebbe spianare le altre industrie e le case nell’area di Zaule. Ma non bisogna scoraggiarsi. Passera è un tecnico e non ci tiene alla carriera, il presidente Tondo non ha alcun interesse per Trieste, tutti però prima o poi andranno a elezioni, e noi lì ci faremo sentire». Per Giorgio Trincas, docente al dipartimento di Architettura navale, e componente del Tavolo, «il ministro ci dovrebbe dire a quale piano energetico nazionale in un quadro europeo si sta riferendo: quel piano non c’è, e fra un paio d’anni sarà attivo il circuito Southstream, il rigassificatore nasce del tutto superato, senza dire che in Corea ormai portano il gas con le navi e senza rigassificatore, e a metà del costo. Il ministro ha una posizione fuori dal tempo». Aggiunge Trincas: «Qui si sacrifica il porto al gas. Si sente dire che l’Autorità portuale è contraria: lo affermasse anche fuori dai salotti. Lo stesso sindaco si limita a dare testimonianza, altro non fa». Posizione condivisa da Dario Predonzan del Wwf: «Il ministro parla per frasi fatte, sembra una nota dell’ufficio stampa di Gas Natural. Non ha idea di tutte le criticità emerse. Le istituzioni triestine dovrebbero far sedere a un tavolo Passera e il ministro dell’Ambiente Clini. E il Comune, oltre a fare dichiarazioni, faccia i dovuti passi associandosi alla causa aperta al Tar. Faccia aprire gli occhi al governo»
22/07/12
Bassa Poropat e Cosolini: «Noi restiamo contrari»
TRIESTE Ma sul rigassificatore le amministrazioni locali non demordono, confermano il loro parere contrario e promettono ancora battaglia perché qui non si tratta più di difetti di comunicazione da parte di Gas Natural, com’era stato denunciato in una prima fase, bensì di una risposta negativa data dal territorio dopo aver soppesato vantaggi da una parte e svantaggi e pericoli dall’altra. «Rispetto tutte le opinioni – afferma il sindaco di Trieste Roberto Cosolini – quindi a maggior ragione quella di un ministro come Corrado Passera. Spero però anche di poter avere presto un confronto con il governo per poter spiegare il merito e il senso di una contrarietà al rigassificatore che mi sembra un sentimento diffuso e maggioritario in città. Non si tratta certo di una contrarietà pregiudiziale bensì di evidenti, ripetute e mai superate criticità d’impatto di una simile struttura». E il confronto che il sindaco spera di avere presto con il governo va oltre la questione rigassificatore. «Vorrei porre la questione del futuro dell’area di Servola e della Ferriera e quella dei collegamenti di cui la città è particolarmente carente, in particolare in ambito ferroviario perché credo che Trieste oggi abbia molto più bisogno di treni che di rigassificatori». L’ultima carta in mano al Comune, del resto già ventilata, potrebbe essere quella del ricorso amministrativo al Tar. «Ma non lo useremo certo come arma politica – frena il sindaco -, sarà una strada che potremmo seguire solo se nell’iter burocratico ravvisaremo irregolarità procedurali o amminsitrative». Il “no” al rigassificatore è confermato anche dalla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. «Ma non è certo una posizione solo mia bensì di giunta e Consiglio provinciali – afferma -. E anche dei Comuni di Trieste, di Dolina e ancora più di Muggia dove, oltre ai problemi di sicurezza, le prospettive di sviluppo del territorio che includono la creazione di un nuovo terminal traghetti cozzerebbe con il traffico di gasiere». (s.m.)
Passera: «Il rigassificatore di Zaule si deve realizzare a tutti i costi»
di Silvio Maranzana TRIESTE Il rigassificatore a Trieste si farà, sarà quello di Gas Natural e verrà localizzato a Zaule. Lo afferma il governo nazionale, per la prima volta in maniera inequivocabile e lo spiega in esclusiva al “Piccolo” il ministro dello Sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti Corrado Passera. Si farà nonostante l’opposizione dei Comuni di Trieste e Muggia, della Provincia, di molti comitati di cittadini e formazioni politiche e sindacali. E mentre si moltiplicano anche richieste di referendum per sentire il parere di tutti i cittadini, a netto sostegno del rigassificatore di Trieste sembra solo l’amministrazione regionale di Renzo Tondo, ma il governo Monti sarebbe deciso a procedere su una decisione che non sembra negoziabile e sulla quale pende già la minaccia di ricorsi amministrativi. «Bisogna puntare a iniziare i lavori al più presto – afferma convinto Passera – poiché è una grande opportunità per tutto il Paese». Ministro Passera, è vero che il governo vede con favore la realizzazione del rigassificatore di Trieste? Il rigassificatore di Trieste-Zaule è un’infrastruttura chiave per lo sviluppo del territorio, oltre che uno degli impianti su cui far leva per far sì che la nostra bolletta energetica cali e che il nostro Paese possa diventare un importante hub del gas Sud-europeo con benefici effetti anche sull’occupazione. Come si svilupperà la politica italiana in ambito energetico, in particolare nel settore del gas? Nei prossimi 15-20 anni l’Europa aumenterà significativamente l’importazione di gas. Per il nostro Paese questa è un’opportunità, possiamo diventare un importante ponte d’ingresso per il gas che arriverà via nave o via gasdotti dalle nuove fonti di approvvigionamento: dall’Africa, dalla regione del Caspio, dall’Est del Mediterraneo, dal Medio Oriente. Questo contribuirà a rendere il mercato italiano del gas più efficiente e competitivo e meno dipendente da pochi fornitori. E in questa ottica l’impianto triestino che ruolo può svolgere? Il rigassificatore di Trieste-Zaule sarà localizzato in una posizione ideale perché vicina al baricentro dei consumi nazionali e prossima a importanti mercati di interscambio, come l’Austria, la Germania, i Balcani, favorendo quindi una maggiore integrazione con il mercato europeo. Questo, tra l’altro, si potrà fare senza necessità di significativi interventi sull’attuale rete di trasporto del gas. Ma a Trieste le amministrazioni locali, molte forze politiche e sindacali e migliaia di cittadini sono contrari al rigassificatore. Le ragioni e i vantaggi di realizzare opere strategiche come quella del rigassificatore di Trieste-Zaule vanno naturalmente spiegate e condivise con la cittadinanza: è compito delle istituzioni nazionali e locali farlo. I cittadini devono sapere che la loro bolletta costa in media il 20-25% in più della media europea anche perché l’Italia non dispone di un numero sufficiente d’infrastrutture come questa. Come si risolverà dunque il contraddittorio con il territorio? È giusto discutere, confrontarsi, approfondire i progetti dal punto di vista della sicurezza e della sostenibilità ambientale e garantire le migliori soluzioni tecnologiche, ma poi le decisioni vanno prese e concretamente attuate. Il governo dunque considera questo impianto strategico? Quali saranno i prossimi passaggi e si arriverà presto a dare addirittura il via alla costruzione? Bisogna portare avanti, in tempi rapidi e nei diversi livelli istituzionali, tutte le procedure necessarie per assumere decisioni concrete, puntando a iniziare i lavori al più presto. Quali benefici si possono attendere da un’opera come questa? A livello locale ci sarà un impatto in termini di occupazione, investimenti e sviluppo del porto. Più in generale, è un dato di fatto che crescita e occupazione passano per l’energia: tutti insieme abbiamo la responsabilità di ridurne il costo per i cittadini e le imprese.
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Il Piccolo del 28/07/11
Avvocati in campo per aprire il Cie
GRADISCA E adesso si procede per tribunali. Dopo la mobilitazione di giornalisti e parlamentari, è arrivato il turno degli avvocati. L’Unione Forense per la tutela dei diritti umani, ha appena comunicato di avere impugnato dinanzi al Tar del Lazio la circolare 1305 del Ministro dell’Interno, che dal primo aprile vieta in modo assoluto e senza possibilità di deroghe, l’accesso da parte dei giornalisti ai centri di identificazione e espulsione, nonché ai centri di accoglienza per richiedenti asilo. Gli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci difendono i giornalisti Raffaella Cosentino (free lance, collaboratrice di Repubblica e Redattore Sociale) e Stefano Liberti (Il Manifesto), che alla loro richiesta di visita ai centri si sono visti opporre un diniego da parte delle prefetture di Crotone, Roma e Catania. Tali limitazioni della libertà di stampa costituiscono, secondo i legali, «un’indebita restrizione all’esercizio della libertà di stampa ed informazione, garantita dalla Costituzione e dalle norme internazionali in materia di diritti umani. Una restrizione fondata su motivazioni del tutto arbitrarie e discriminatorie». Il tema è stato toccato anche a Gradisca, dove il solo onorevole Carlo Monai (Idv) ha potuto varcare la soglia del Cie mentre la delegazione di Assostampa è stata come previsto “rimbalzata” dalla Prefettura goriziana. I Cie sono «l’emblema del fallimento assoluto della politica in tema di immigrazione clandestina». Lo afferma Maurizio Iannarelli, Segretario Generale Regionale del Friuli Venezia Giulia del sindacato di Polizia Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia (Coisp) all’indomani dell’iniziativa nazionale ”LasciateCientrare” che ha anche interessato la struttura di accoglienza di Gradisca d’Isonzo. «Le condizioni delle carceri – ha affermato invece Monai – sono certamente migliori del trattamento riservato a queste persone, molte delle quali non hanno commesso reati. Agli operatori dell’informazione – ha concluso – deve assolutamente essere consentito di raccontare all’opinione pubblica cosa sono queste strutture». Luigi Murciano