Entries from Marzo 2017 ↓

PORDENONE. Ciriani, Lo Perfido e Ribetti: perchè tanto odio?

Ciriani, Lo Perfido e Ribetti: perché tanto odio?

Apprendiamo che anche quest’anno è andato in scena nel municipio pordenonese lo psicodramma del 25 aprile “nessuno fischi Ciriani” con una novità però. Cambia il direttore artistico e a presentare questa “sentitissima” interrogazione comunale non è più il prode Lo Perfido, sgamato e sputtanato pubblicamente mentre il moderato si faceva immortalare in pieno saluto fascista, pensando fosse appena il caso di concedere l’onore al suo collega pidiellino ovvero Francesco Ribetti che, dopo il secondo piazzamento di Cosmopolitan “I tre boys del concorso più sexy d’Italia”, chiede che i facinorosi che interrompono con canti partigiani e fischi il loro presidente vengano sanzionati dai vigili con una multa.

Ora, a parte ricordare a questi sciagurati che anche a Pordenone la crisi ormai è arrivata e di licenziati, cassaintegrati e precarizzati si contano a migliaia, le aziende chiudono a decine ogni mese e chi non riesce a pagare l’affitto e i servizi aumenta senza soste, per tanto si potrebbero occupare di ben più decenti propositi, vorremmo comunque ribadire che in democrazia sia ad uno spettacolo che non piace così come a un’orazione che disgusta è lecito manifestare disapprovazione o al contrario, vista miglior performaces, si è soliti applaudire e congratularsi. Lo sappiamo che prima, quando c’era Lui, era tutt’altra cosa ma dopo tanti anni una ragione potrebbero farsela. D’altronde per risolvere il problema basterebbe cambiare oratore il 25 aprile, così da una parte si eviterebbe di offendere la resistenza e dall’altra lasceremmo i nostri rispettivi coniglieri pidiellini l’uno alle gite a Predappio e l’altro ai fotoromanzi. Contenti loro, contenti noi, contenti tutti.

 

Iniziativa Libertaria

NO TAV/ Udine Foto 30 giugno

Foto del Presidio No Tav (e Pro Terremotati), ad un anno dalla aggressione militare dello Stato alla Libera Repubblica della Madallena del 27 giugno 2011.

Più Treni Meno Tav

Soldi ai Terremotati e non alla Tav

udine_30_giugno_2012_foto_01

 

udine_30_giugno_2012_foto_02

 

udine_30_giugno_2012_foto_03

 

udine_30_giugno_2012_foto_04

 

udine_30_giugno_2012_foto_05

 

udine_30_giugno_2012_foto_06

 

udine_30_giugno_2012_foto_07

 

udine_30_giugno_2012_foto_08

 

udine_30_giugno_2012_foto_09

 

udine_30_giugno_2012_foto_10

 

udine_30_giugno_2012_foto_11

 

udine_30_giugno_2012_foto_12

 

udine_30_giugno_2012_foto_13

 

udine_30_giugno_2012_foto_14

 

OPICINA in “rivolta” contro la centrale a biomasse

Dal Piccolo del 03/07/12

Centrale a biomasse Opicina in rivolta contro l’impianto

 

di Fabio Dorigo Altro che biomasse. Il progetto della centrale di Opicina produce massa critica. E contraria. La folla che si è ritrovato l’altra sera nella sala della Banca di Credito cooperativo del Carso non ha dubbi sulla insostenibilità del megaimpianto che dovrebbe sorgere nell’area delle ex Officine meccaniche e ferroviarie Laboranti. «Non s’ha da fare. Siamo pronti a stenderci davanti alle ruspe» chiarisce subito dal palco Dario Vremec battagliero cittadino che ha all’attivo la vittoria contro l’antenna di via dei Salici nei pressi dell’asilo e della scuola (5mila le firme raccolte all’epoca). La bocciatura del progetto presentato in Regione dalla società Investimenti industriali Triestini è totale e senza appello. Una petizione sta già raccogliendo migliaia di firme tra la gente del Carso e non solo. Nel testo la centrale a biomassa assume il nome di “ecomostro” con i due camini altri 35 metri e i 39 serbatoio di olio combustibile previsti- L’Associazione per la difesa di Opicina, che ha organizzato l’incontro pubblico, ha depositato venerdì mattina 23 osservazioni agli organismi regionali con la richiesta di applicazione alla procedura della Via (valutazione di impatto ambientale). La stessa richiesta avanzata dal Comune di Trieste per iniziativa dell’assessore all’Ambiente Umberto Laureni. Un’arma, quella della Via, che dovrebbe seppellire sul nascere il progetto da 50 milioni di euro di investimenti. «Un dossier inattaccabile» certifica l’avvocato Roberto Corbo, residente a Opicina. Le osservazioni, illustrate dall’ingegnere Stefano Patuanelli (consigliere comunale del Movimento 5 Stelle), sono un malloppo di oltre 500 fogli, dallo spessore di 5 centimetri. Dal punto di vista tecnico e ambientale non c’è nulla da salvare. «Questo progetto – spiega Patuanelli – cela un impianto che di sostenibile ha ben poco». L’argomento forte sono le emissioni di CO2. La centrale a biomassa non produce anidride carbonica. Vanta un ciclo a emissioni zero. Solo che brucia olio di palma prodotto in una piantagione della Costa d’Avorio grande come la metà della provincia di Trieste (10mila ettari). «Il trasporto via mare e poi via terra annulla l’effetto delle emissioni zero» spiega Patuanelli. Ma non basta. L’agenzia americana Epa, nel febbraio scorso, ha rimosso l’olio di palma dalla lista dei combustibili ecologici. «Sono impianti che vanno di modo – ha spiegato Luciano Zorzenone,presidente del Cordicom (coordinamento dei comitati del Fvg) – grazie agli incentivi statali che poi paghiamo noi in bolletta». Una beffa consumato sulla promessa dei 100 posti di lavoro per la costruzione della centra e dei 25 per la sua gestione. «Raccontano balle» spiega Lino Santoro di Lega ambiente che lancia l’allarme sull’aspetto neocoloniale del progetto. «Per le piantagioni di palma da cocco sono in corso una deforestazione selvaggia con relativo aumento di CO2 nei paesi di origine». «Ma chi si nasconde dietro la società Investimenti industriali triestini?» si chiede dal pubblico. «Un gruppo di Napoli con sede a Roma in viale Buozzi che sta facendo tutta questa operazione senza metterci una lira. Sul terreno, inoltre, ci sono ipoteche giudiziarie per 4 milioni di euro» assicura l’avvocato. Il fronte dei contrari sta arruolano anche diversi consiglieri comunali. Mauro Ravalico (Pd) è «molto perplesso e preoccupato». «Non sono d’accordo – dice – sul fatto di bruciare olio di palma africano trasportato per migliaia di chilometri via mare e ferrovia». Marino Sossi (Sel), invece, ha già predisposto una mozione urgente al consiglio comunale. Non ci sono però solo preoccupazioni per la salute e l’ambiente. C’è anche un rischio meno nobile. Immobiliare. «Con la centrale le case di Opicina varranno zero» dice l’avvocato Corbo mentre mima il numero con la mano sinistra. Zero. Come le emissioni di CO2 della centrale a biomasse.

UDINE: raccolta di solidarietà per i terremotati

Informiamo che è stata organizzata una raccolta di materiali per i terremotati dell’Emilia.

Tali materiali saranno consegnati DIRETTAMENTE ai centri di raccolta dei paesi interessati.

Per chi volesse contribuire il punto di raccolta è presso

CAS*AUPA

(Udine – via Val Aupa 2 – Villaggio del Sole)

fino a Giovedi 12 luglio

con i seguenti orari

dal lunedi al giovedi dalle 18 alle 21

per consegne fuori orario contattare 3394675812

per maggiori informazioni movimentonotavfvg@gmail.com


ELENCO MATERIALI:

Vestiario e articoli per la cura della persona:

– biancheria intima NUOVA per uomo, donna e bambino;

– lamette usa e getta, schiuma da barba;

– insetticidi, spray antizanzare, creme dopopuntura;

– prodotti igienizzanti (tipo amuchina, napisan, per lavare sia gli abiti che ad esempio tettarelle e biberon);

– detersivi per bucato a mano ;

– detergenti intimi;

– pomate “dopopannolino” per bambini;

– creme solari;

– deodoranti;

Alimentazione:

– tonno, fagioli, ma anche confezioni di sugo di pomodoro (meglio in latte di metallo);

– condimenti quali olio, aceto di mele, sale e zucchero;

– caffè;

– piatti, bicchieri e posate usa e getta;

Attrezzature:

– fornelletti, bombolette e lampade da campeggio;

– tende alte e spaziose per almeno 4 persone (soprattutto per gli anziani);

– teli ombreggianti;

– brandine e/o reti da letto singole;

– tavoli, sedie;

– taniche da campeggio (meglio quelle col rubinetto)

 

TAV: continua la farsa della Trieste-Divaccia

Da Il Piccolo del 04/07/12

Monito Ue sulla Tav: «Perso troppo tempo»

 

TRIESTE Sulla progettazione della Trieste-Divaccia, Roma e Lubiana hanno già perso anche troppo tempo. Serve quindi un deciso cambio di passo che consenta di accelerare l’iter e rispettare, questa volta in maniera rigorosa, la tabella di marcia fissata da Bruxelles. La stoccata, accompagnata da modi cordiali ma decisi, è arrivata dal commissario europeo e coordinatore del progetto prioritario Laurens Jan Brinkhorst. Nel giorno in cui il viceministro Mario Ciaccia e il sottosegretario sloveno alle Infrastrutture Igor Salamun annunciano la nascita del Geie, il Gruppo europeo di interesse economico per la realizzazione della tratta transfrontaliera dell’Alta velocità, e la ritrovata sintonia sulla strategicità dell’opera, Brinkhorst richiama tutti all’ordine: ulteriori ritardi e slittamenti, in futuro, non verranno più tollerati. «Ho constatato con soddisfazione l’impegno a portare avanti l’opera, espresso anche dall’esponente del governo sloveno – ha affermato il commissario -. Un impegno atteso da 4-5 anni. Un passo avanti indispensabile perchè la Commissione europea può agire solo per lubrificare i meccanismi, ma il funzionamento del motore dipendono dai due Stati». Meglio quindi rispettare i termini per non vedere andare in fumo i 28 milioni di euro già stanziati di Bruxelles per l’attività progettuale (cifra che corrisponde al 50% del costo complessivo) e l’atteso, seppur non ancora messo nero su bianco, cofinanziamento per la realizzazione vera e propria dell’opera: costo totale 1,3 miliardi di euro, di cui 283 milioni in carico alla Slovenia e la parte restante di competenza italiana. Stando ai buoni propositi annunciati ieri dai componenti dei due governi, tuttavia, il rischio di restare a secco non esiste più. «Andremo avanti con i tempi previsti – ha affermato il sottosegretario Igor Salamun -. I nostri Paesi hanno constatato che si tratta di un progetto di grande importanza». Quanto alla connessione con il porto di Capodistria e alla possibilità di veder realizzata anche la tratta Venezia-Trieste dell’Alta velocità, tanto Salamun quanto Ciaccia hanno tagliato corto. «Il progetto europeo – ha affermato il sottosegretario – va già nella direzione del collegamento tra gli scali di Trieste e Capodistria». «Più che in termini di singole tratte – ha chiarito il viceministro italiano – dobbiamo ragionare in termini di rete. L’Europa ci chiede di abbandonare il concetto di infrastruttura spot e di abbracciare una visione di sistema. In quest’ottica, il passaggio di un Corridoio porterà benefici a tutti i terminali intermodali presenti nelle aree limitrofe». Soddisfatto dell’intesa siglata a Trieste, città che ospiterà la sede operativa del Geie, anche l’assessore regionale Riccardo Riccardi. «La riunione di oggi (ieri ndr) ha compiuto passi avanti sulla strada delle realizzazione di un’opera strategica». Opera che prevede un tratto di 21 km – 12 in Italia, prevalentemente in galleria, 9 in Slovenia per lo più in superficie- . E il tracciato, rivisto un anno fa, ha voluto ricordare Riccardi, non attraverserà la Val Rosandra. (m.r.)

TAV: presentato il documento per la Trieste-Venezia

Tav, spunta un nuovo documento “misterioso” realizzato da Italferr

TRASPORTI Si tratta del “Sistema Conoscitivo Unitario”, presentato sotto silenzio in pieno periodo estivo

Continua l’iter di approvazione del progetto della Tav Venezia – Trieste ma, secondo la denuncia del Wwf del Friuli Venezia Giulia, non tutta la prassi avanzerebbe alla luce del sole.
Pare infatti che negli ultimi giorni sia stato presentato da Italferr, la società del gruppo Ferrovie dello Stato che si occupa della progettazione, del controllo e della realizzazione delle nuove linee Alta Velocità/Alta Capacità, un nuovo documento riguardo alla procedura di Valutazione d’Impatto ambientale, che lo stesso Wwf definisce misterioso, ovvero il “Sistema Conoscitivo Unitario

«Un oggetto misterioso non identificato è atterrato nel Nord Est d’Italia», esordisce ironicamente l’associazione ambientalista. «Si tratta del “Sistema Conoscitivo Unitario”, relativo alla linea Tav Venezia-Trieste, che si limita maldestramente a rendere coerente lo studio di impatto ambientale sui quattro progetti preliminari delle varie tratte, presentati nel dicembre 2010. Il documento, in ritardo di due anni, non sembra presentare alcun ripensamento sui tracciati. La relazione generale e una illeggibile cartina in scala 1:200.000 (circa) sono stati depositati nei giorni scorsi da Italferr (gli annunci sono apparsi su alcuni quotidiani): su questi documenti si potranno presentare osservazioni entro il 20 agosto».
Il “Sistema Conoscitivo Unitario” è una novità assoluta nelle procedure di Via ministeriali e visti i tempi stretti per la presentazione delle critiche e delle considerazioni sul dossier è necessario, secondo il Wwf, che venga subito messo a disposizione del pubblico, in modo che possa essere conosciuto e discusso.

Anche allora i progetti erano stati presentati in un “periodo morto”, ovvero tra il 22 e il 30 dicembre, e resi disponibili via internet con enorme ritardo e solo dopo che il Wwf aveva provveduto a fare richiesta di accesso agli atti e aveva provveduto a pubblicarli sul proprio sito. «Le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto intendono supplire alla clamorosa “dimenticanza”del Ministero, divulgando lo Studio nei propri siti internet?», si chiedono ancora al Wwf. Le altre questioni sollevate dall’associazione riguardano poi le tempistiche della presentazione della documentazione: «Perché si è atteso proprio il pieno del periodo estivo per divulgare questo elaborato, quando la richiesta del Ministero da cui lo stesso trae origine risale al novembre 2011?».Perplessità sui contenuti del documento anche riguardo a quale progetto della Tav si riferisca: «lo studio ricalca pari pari il tracciato della linea Venezia-Trieste, quale risulta dai citati 4 progetti del 2010, oppure tiene conto anche delle modifiche sostanziali annunciate già mesi addietro dal Commissario Straordinario Mainardi?». Pochi mesi fa infatti Bortolo Mainardi aveva proposto e divulgato alla stampa un nuovo tracciato affiancato alla linea “storica” elaborato con tecnici di Rfi-Italferr, con minori impatti ambientali e minori costi.

Questo per evitare la cosiddetta “tratta balneare” a cui quasi tutti i sindaci dei territori tra Mestre e Portogruaro si erano opposti. Gli ambientalisti non sono certi che queste novità siano state recepite nello studio. Ma se il tracciato preso in esame fosse quello originario, non si comprenderebbe il reale scopo dello studio, che viene definito «una novità assoluta nelle procedure VIA ministeriali».

Ultimo punto non del tutto chiaro, sarebbero i costi dell’opera, le relative fonti di finanziamento e l’analisi costi-benefici, argomenti già del tutto assenti dai progetti del 2010 e che il Wwf si augura che finalmente siano stati presi in esame, così come previsto dalla legge. «È incredibile – commenta il Wwf – che su una partita così importante come questa, Rfi e Italferr (ma anche il Ministero delle Infrastrutture dai cui queste dipendono) si muovano con tanta opacità negli iter autorizzativi e nella informazione fornita e arrogante approssimazione e disprezzo per i più elementari principi di trasparenza e partecipazione. Viene anche da chiedersi, se risultasse confermato che il tracciato è rimasto quello originario, a cosa serva mantenere in vita la figura del Commissario Straordinario: solo a buttare fumo negli occhi delle comunità locali?».

Ilaria Bagaccin

 

http://www.triesteallnews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1935:tav-spunta-un-nuovo-documento-qmisteriosoq-realizzato-da-italferr&catid=2:cronaca&Itemid=104

 

CIMPELLO-GEMONA: Cresce la protesta

Messaggero Veneto del 05/07/12

Cimpello-Gemona: cresce la protesta

 

Si allarga il dissenso contro il progettato raccordo autostradale. L’Arca: va fermata. L’assessore Riccardi: lavori dal 2013

di Domenico Pecile

 

GEMONA. Il 20 febbraio dello scorso anno Legambiente del Friuli Venezia Giulia inviò una lettera aperta alle associazioni degli imprenditori e alle organizzazioni sindacali a commento del Piano regionale delle infrastrutture varato dalla giunta regionale. L’obiettivo era di «Avviare una riflessione» che potesse «individuare cosa effettivamente è necessario per l’economia regionale».

 

Il no di Legambiente. Quella lettera aperta si trasformò in una lettera morta. «Nessuno disse nulla. Nessuno obiettò alcunché», commenta l’ex consigliere regionale, Giorgio Cavallo. Eppure, non era un documento da Bastian contrario, tant’é che Legambiente indicò importanti 5 dei 9 grandi interventi pianificati dalla Regione. Tra le opere bocciate senza appello c’era il raccordo autostradale Cimpello-Gemona.

 

«L’autostrada di cui è in corso – si leggeva nelle motivazioni – un project financing da circa un miliardo di euro è anch’essa devastante di un territorio di qualità e non ha in realtà nessuna potenzialità di traffico tale da ripagare l’investimento. Se in futuro risulterà necessario un raccordo tra la Pedemontana veneta (o la Gronda Nord di Pordenone) e la A23 ci sono altre soluzioni non costose e meno impattanti che potranno risolvere questo tema».

 

L’ottimismo di Riccardi. L’assessore regionale alle infrastrutture, Riccardo Riccardi, fa voti di ottimismo. E si dice quasi certo che entro il prossimo anno «si potrà riuscire a individuare il concessionario che poi dovrà avviare sia l’attività di progettazione sia il lavoro di concertazione con gli enti locali. Poi spiega: «Continuiamo a considerare la realizzazione della Cimpello-Gemona un’opera strategica e determinante per il Friuli e l’intera regione, a maggior ragione adesso in un momento cioè in cui il Veneto ha dato l’avvio alla costruzione della cosiddetta Pedemontana veneta».

 

Cresce il fronte del “no”. Tuttavia, nonostante l’ottimismo di Riccardi tutto lascia presagire che da qui all’avvio dei cantieri il percorso sarà in difficile salita. La Regione dovrà infatti fare i conti non soltanto con ambientalisti e comitati da tempo operativi nei territori interessati all’infrastruttura, ma anche con alcune amministrazioni sempre più determinate nel dire “no” a un’opera che rischia – sostengono – di sfregiare un paradiso incontaminato delle Prealpi e dei fiumi Tagliamento e Arzino, spendendo circa 975 milioni di euro. Si tratta dunque di una protesta trasversale, che sorvola i partiti sempre più in palese difficoltà a gestire ruoli di decisione in casi come questi.

 

La posizione dei Comuni. Riassumendo la posizione delle amministrazioni comunali, si può dire che contrarie all’opera sono Pinzano e Forgaria. La precedente amministrazione di Vito d’Asio era contraria, mentre la nuova compagine che amministra il Comune non si è ancora dichiarata apertamente.

 

Neutrali Ragogna, Castelnovo e Travesio in attesa però di approfondire le conoscenze sul progetto e di verificarne gli sviluppi. Sequals è ora commissariata, in quanto la precedete giunta è caduta. Ma al suo interno si stava formando una posizione maggioritaria critica sull’opera. Anche Buja nicchia e ha manifestato i suoi dubbi in un’assemblea con la popolazione. Infine, tutte ancora da definire le posizioni dei Comuni di San Daniele, Majano e Osoppo.

 

L’Arca guida il dissenso. Innamorati del territorio interessato all’infrastruttura e consapevoli della sua unicità in Fvg e in tutto il Nordest gli oltre 400 soci del Comitato Arca (Assieme Resistiamo Contro l’Autostrada) hanno fondato questo sodalizio per inventare insieme progetti di valorizzazione del territorio e di richiamo turistico, progetti di sviluppo sostenibile tra i quali «non riteniamo possa annoverarsi la costruzione di una devastante autostrada». L’Arca ha raccolto migliaia di firme e le ha depositate in Regione. Il suo presidente, Alberto Durì, si dice certo che questa infrastruttura avrebbe «un impatto ambientale devastante perché andrebbe a incunearsi fra un grande numero di aree tutelate».

 

I motivi della protesta. L’opera – dice ancora l’Arca – devasterebbe aree tutelate (ben 5 Sic, siti di interesse comunitario, una riserva naturale, ecc.) e consumerebbe qualcosa come 1000 ettari di superficie e dovrebbe servire inizialmente 25 mila veicoli al giorno nei due sensi di marcia e oltre 50 mila a regime (per dare un’idea, oggi a Pontebba, tra autostrada e statale si contano poco più di 20 mila veicoli al giorno) producendo ossidi di azoto sistematicamente fuori norma, inquinamento atmosferico, luminoso e acustico non tollerabile dalle popolazioni e da tutto il resto della vita che oggi fiorisce indisturbata da millenni».

 

10 domande all’assessore. L’Arca ha di recente presentato un documento che consiste in 10 domande all’assessore regionale Riccardi in cui punta a demolire la caratteristica strategica dell’opera. Un esempio? «Quale traffico pesante – si legge nel terzo quesito – potrà drenare dalla viabilità ordinaria se già oggi i camion percorrono la Ss 463 piuttosto che sostenere i costi di pedaggio della A23/A4? E perché dovrebbe intercettare il traffico locale che oggi si muove gratuitamente e domani per transitare sull’autostrada? Quale vantaggio apporterebbe alle imprese locali a fronte di un aggravio simile dei costi di trasporto». E ancora (domanda 6): «Quale modello è stato usato per prevedere un incremento di traffico costante medio del 3% annuo se già negli ultimi tre anni si registra una sistematica contrazione dei flussi».

 

Mobilitazione permanente. Stefania Garlatti Costa del Comitatio Arca annuncia che la mobilitazione continua in tutti i Comuni interessati con una serie di assemblee pubbliche. E continua pure la raccolta delle firme a sostegno della petizione che ha superato quota 5 mila. «Il 26 agosto – aggiunge – assieme a Onde furlane Arca organizzerà la seconda edizione del “Concerto al Tiliment” che si terrà in località Pontaiba, nel comune di Pinzano, alla confluenza dell’Arzino con il Tagliamento, sotto il futuro passaggio dell’autostrada».

 

 

Il LIVING THEATRE a Trieste

Dal Piccolo del 05/07/12

 

Living Theatre, da New York per dire no alla pena di morte  Fino a domenica nella sede del Germinal workshop organizzato da Gary Brackett Il regista in autunno tornerà per un progetto che coinvolgerà i detenuti


di Francesco Cardella Meno accademia e più sentimento, poca dizione ma maggior coinvolgimento e impegno sociale. Il Living Theatre, progetto originario di New York verso la fine degli anni ’40, accoglie da sempre queste tracce e cerca di farne un manifesto artistico alla portata (quasi) di tutti, suggerendo spunti politici e temi di confronto. Trieste diviene ufficialmente uno dei suoi “laboratori” itineranti, ricevendo in dote il titolo di sede ufficiale del circuito Living Theatre Europa, la sigla sorta nel 1999 e allestita in Piemonte, a Rocchetta Ligure. Il Living Theatre sbarca nel frattempo nel covo del Gruppo Anarchico Germinal di via del Bosco 52/a e abbozza i primi spunti del percorso “made in Trieste” affidato a Gary Brackett, il direttore artistico, 51 anni, nativo della Virginia, attore, pittore, regista, soprattutto ambasciatore dell’avanguardia newyorchese in campo teatrale. «Non è necessario avere esperienze specifiche alle spalle – sottolinea la guida del Living Theatre Europa – bisogna piuttosto essere aperti a vari linguaggi e all’impegno sociale, giocando sulla formazione dell’attore–ricercatore attraverso forme dinamiche che coinvolgano il binomio corpo–mente e la biomeccanica». I copioni qui possono attendere, il “gioco” parte dalla valorizzazione dei mezzi espressivi, anche fruendo di canali estrapolati da altri campi. «Tecniche provenienti dallo yoga, ribadisce il regista, dalle arti marziali come il Chi–Kung, o dalla meditazione, il training rituale e la creazione collettiva». Laboratori, spettacoli nelle piazze, sui palchi del quotidiano; più tra il pubblico che davanti al pubblico. Tra i lavori firmati da Gary Brackett figura “Mahoul, viaggio in Palestina”, allestito nei territori occupati a fianco degli attivisti e operatori sociali, lavoro divenuto poi un documentario. A Trieste il viaggio inizia con il workshop “Non in mio nome-Un’azione di protesta con la pena di morte” (lavoro che si protarrà sino a domenica e a cui è ancora possibile accedere), laboratorio teatrale che investiga nella tradizione pacifista. Durante il periodo estivo la nuova compagnia sbarcherà in altre sedi italiane, tra la Campania e il Lazio, ma in autunno farà ritorno a Trieste per un progetto, ancora da definire, ma su cui Gary Brackett intende investire in modo particolare: «Abbiamo preso dei contatti con il carcere e l’idea è quella di coinvolgere alcuni detenuti in un percorso teatrale, perfezioneremo il quadro a breve», ha detto il regista. Informazioni su www.livingeuropa.org, oppure si può telefonare al 347–8344336.

 

 

Crisi globale

CRISI GLOBALE/ La battaglia di Madrid nell’anniversario della rivoluzione del 19 luglio 1936

Spread a 500 , Borsa in caduta      Allarme Monti:    contagio in corso Continue reading →

Coordinamento Territoriale Ambiente

Riunione Coordinamento Territoriale per l’ambiente. Flagogna (Ud) 5 luglio 2012

Continue reading →