Grande risultato dell’iniziativa del 1° luglio a San Giorgio di Nogaro. Oltre 300 persone hanno partecipato all’assemblea pubblica in Piazza del Municipio
Si tratta di una lotta fortermente bio-regionale, ma che si sta allargando e unendo ad altre tematiche.
Per la Serracchiani “A sarà dura!”
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Rassegna stampa a e foto
Messaggero Veneto 3 luglio 2015
«La presidente Serracchiani deve venire a dire cosa intende fare delle fontane!». Si capiva in anticipo che non sarebbe stata un’assemblea come le altre e infatti si è rivelata come una prova di forza, peraltro perfettamente riuscita. cioé un attacco esplicito alla presidente della giunta regionale, di fronte ad una piazza strapiena, con oltre trecento persone attente e motivate. Chiaro è stato l’obiettivo politico: Debora Serracchiani deve venire a San Giorgio a dire di persona quello che intende fare su fontane e allacciamenti alle fognature separate. Chiara è stata anche la delegittimazione del tavolo tecnico del quale sono stati letti i nominativi dei componenti. Il primo attacco è stato per i sindaci di Fiumicello e Cervignano, i quali «non hanno saputo fare altro che indicare il nome di un ingegnere già in carico al Cato e privo di competenze specifiche». Poi critiche anche al direttore del Cafc, Massimo Battiston, che «demanda alla Regione i tempi della sperimentazione mentre si era già espresso sulla durata minima di tre anni, notoriamente incompatibile con i tempi di approvazione del Piano di massimi 18 mesi».
Paolo De Toni, portavoce del comitato “Giù le mani dalle fontane”, non ha risparmiato neanche un suo vecchio amico dei tempi dell’università, il geologo Bruno della Vedova, docente a Trieste, con il quale ha avuto negli
ultimi giorni uno scambio di mail. «Ha le idee molto confuse sulla reale situazione della Bassa friulana” ha detto De Toni, dedicandogli poi una famosa frase di Leonardo da Vinci: “Se t’avviene di trattar delle acque consulta prima l’esperienza e poi la ragione”. Sono intervenuti anche i consiglieri regionali Sergo (Movimento 5 stelle), che si è domandato come mai i sindaci non abbiano chiesto l’audizione in IV Commissione; Cargnelutti (Ncd), che ha ribadito la necessità dell’acquedotto industriale e un periodo di sperimentazione di almeno 5 anni; un preoccupato Travanut (Pd), paventando che il tavolo tecnico obbedisca a ordini prestabiliti, in quanto comunque fortemente condizionato dalla presenza di ben 4 funzionari della Regione; Travanut ha appoggiato la richiesta che la Serrracchiani venga di persona a confrontarsi con la popolazione. Presenti anche i comitati Friuli rurale, No Tav Bagnaria, No alla variante di Dignano e altri di Terra Nova, Fiumicello e Ruda. (f.a.)
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