Intervento di Paolo De Toni San Giorgio di Nogaro
Come se non avessi nient’altro da fare, personalmente ho dovuto dedicare molte ore al giorno per 5 giorni consecutivi, da venerdì a martedì, ad un problema che ritengo da un lato gravissimo, ma allo stesso tempo demenziale, se peraltro penso che si è trattato del cosiddetto “fuoco amico”. Va detto che il Comune di Torviscosa ha veramente una storia particolare che non starò qui a raccontare (rimando al sito del comune), talmente particolare che alla fine questo Comune si è trovato, in seguito alla lotta vincente della popolazione contro il cementificio (2007) ad avere, dopo 60 anni di amministrazioni asservite alla dittatura della fabbrica post-fascista ma fascista di fatto, una Giunta comunale “alternativa” . Nell’odierna amministrazione c’è anche il compagno Settimo (cognome) Mareno (nome). Un compagno, si intende in senso generico, ma sicuramemnte antifascista e ambientalista, che capeggiava una lista di opposizione, fino alle elezioni post cementificio vinte dall’alleanza di due liste civiche (in carica fino al 2016). Settimo non ha voluto fare il Sindaco e neanche l’Assessore all’Ambiente, ma si è preso l’assessorato alla Cultura, dimostrando in questo modo di volersene stare fuori dai problemi più scottanti dell’area, dopo che per anni se ne era occupato, stando all’opposizione. Era anche noto il suo interesse per la Storia di Torviscosa che pare abbia ricostruito con dovizia e da qui nasce il pasticcio: è andato a risollevare anche TROPPO questa Storia, senz’altro molto di più di quanto gliene importi al cittadino medio ed inoltre, senza accorgersene, è andato anche contro la stessa storia recente di questo Paese. Infatti sulla questione principale cioè di riportare la Piazza fascista, di un cittadina costruita ex novo dal fascio, secondo il suo schema architettonico autoritario e gerarchico, agli antichi “splendori”, ha cozzato contro modifiche involontariamente trasfiguranti, come un pozzo finto nel centro della Piazza (anni cinquanta), e tre, ora enormi cedri, (anni ottanta) che “oscurano” le visuali; modifiche promosse da amministrazioni precedenti e totalmente asservite al potere della fabbrica. Semmai, per continuare, ora volontariamente, sulla strada dell’attenuazione dell’archittettura fascista si poteva piantare, per ragioni di simmetria, anche il cedro mancante e render il pozzo vero anzichè finto, in onore della vera caratteristica della bassa friulana che è l’acqua. Invece l’Architetto Settimo Mareno ha partorito una e più idee da far rabbrividire; che sia in buona fede o meno, politicamente ha nessuna importanza, un amministratore fascista tout court non avrebbe saputo fare una proposta più fascista di quella della Giunta torviscosina. Per il momento non mi dilungo, ne ha parlato molto la stampa locale, spero che alla fine il risultato sia quello riportato nell’articolo odierno (11 giugno) del Messaggero Veneto, ma nutro ancora dei dubbi in merito. Altre cose si potrebbero aggiungere sui voltafaccia della Giunta torviscosina (per esempio oggi il referente regionale del Sindaco Fasan è nientemeno che Piero Paviotti!) per cui, per concludere, voglio solo nuovamente riflettere e far riflettere, sul fatto che entrare nel gioco del potere anche se piccolo e locale, porta, per un motivo o per l’altro, ma con certezza, fuori strada.
MV 11 giugno 2015
Formato testo dell’articolo del MV
Alla fine saranno i cittadini a decidere sulla riqualificazione del centro storico della città di fondazione. Lo faranno attraverso le assemblee pubbliche che saranno di volta in volta indette, dove ognuno potrà dire la sua e gli amministratori trarne le conclusioni. Mentre la doppia toponomastica sarà sostituita da pannelli esplicativi che ricordino la storia e la nascita di Torviscosa. Questo alla fine è quanto promesso dal sindaco Roberto Fasan e dall’assessore alla cultura Mareno Settimo all’assemblea pubblica tenutasi martedì sera alla presenza di un centinaio di persone. I due amministratori si sono detti fortemente indignati dalla polemica scoppiata sul progetto di doppia toponomastica proposta per vie e piazze che vede la riproposizione dei nomi del Ventennio. L’assemblea si è “accesa” alla fine con gli interventi da parte dei presenti che diligentemente avevano ascoltato la dettagliata spiegazione di come venivano descritti Torviscosa e il suo fondatore Franco Marinotti, nei documenti trovati da Settimo nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti di Washington. Lapidari nei confronti di Marinotti, mentre per la città ci si rifaceva al suo apparato industriale. Due gli interventi di spicco: quello del presidente dell’Anpi provinciale Dino Spanghero e quello dell’ex consigliere comunale Marcello Gobessi. Il primo ha chiarito che la sua posizione è decisa. «Un nome che venga esso aggiunto o sottotitolato – ha detto – fa correre il rischio di urtare la sensibilità di molti e noi dobbiamo tenerne conto. La storia non si cancella e che Torviscosa sia nata in periodo fascista non ci piove. Ma la storia va spiegata affinché sia lezione di vita. Sul fascismo ci dev’essere un’opinione sola, non c’è fascismo buono o cattivo: lo abbiamo combattuto. Questo non vuol dire rinnegare la storia. Per cui installare cartelli che la spieghino mi pare la soluzione: comunque questo è un problema reale che richiede risposte concrete». Gobessi non ha criticato le scelte dell’amministrazione, ma che a farle sia stato Settimo, noto per la sua battaglia sul quadro (copia di un Marinetti) che rappresentava “l’apologia del delitto Matteotti” che si trovava al Cid e che è stato tolto. (f.a.)