Udine
Ci associamo alla presa di posizione del Collettivo Makhno
http://collettivomakhno.noblogs.org/post/2013/12/31/ud-minacciato-un-compagno-dai-fascisti/
CSA in esilio
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Volantino a cura dell’Assemblea Cittadina di Movimento distribuito il 5 gennaio ad Udine.
In quella data si è svolto il quarto corteo dei forconi udinesi: certamente anche a causa del maltempo (che però non era poi così male) si sono ritrovati in una cinquantina.
Adesso vedremo cosa combinano a Trieste il 9 gennaio
UDINE: un’escalation di minacce e intimidazioni fasciste
La notte del 30 dicembre le mura di casa di un antifascista udinese, attivista sindacale, sono state imbrattate con scritte minacciose firmate con croci celtiche. Negli stessi giorni sono comparse altre scritte, con velate minacce, vicino ad un bar frequentato da un secondo attivista antifascista. In più occasioni, fascisti di vario genere, si sono recati in un locale frequentato da attivist* del movimento e collettivi studenteschi con atteggiamenti tipicamente da agguato; alcuni giorni prima un altro studente era stato “contattato” al telefono per ricordargli il nome di un fascistello locale, ben noto per le sue “eroiche” aggressioni… tutto questo è conseguenza dalle nostre critiche al “coordinamento del 9 dicembre”, detto anche dei forconi.
Le persone minacciate sono state molto attive nello smascherare la natura padronale, nazionalista e corporativista di questo pseudo-movimento; nazionalista perché mira a fomentare la guerra tra lavoratrici/lavoratori italian* e stranier*; corporativista perché mette nello stesso calderone del “bene nazionale” chi sfrutta e chi è sfruttato, come se entrambi fossero vittime e potessero essere alleati. L’hanno fatto per denunciare il tentativo di neofascisti, politicanti falliti ed ex-padroncini in bancarotta, di pilotare il dissenso e la rabbia sociale a proprio vantaggio; l’hanno fatto allo scopo di aprire gli occhi alle persone giustamente incazzate affinché non si facciano strumentalizzare dai nuovi furbi che, stringi stringi, non hanno nulla di concreto da proporre a chi subisce la crisi.
Vista l’ambiguità dei capi locali del movimento, Alessandro Gallo in primis (che da un lato si fa scudo del partigiano Sandro Pertini e dall’altro, di fatto, ha ridato spazio politico a tutto il fascistume udinese); visto il carosello di vecchie facce leghiste dei “ladroni a casa nostra” e la presenza evidente e costante dei fascisti di casapound al presidio di piazzale Osoppo, non abbiamo molti dubbi su chi siano gli autori delle minacce, su chi siano i mandanti e per quali finalità.
Per essere ancora più precisi, il “coordinamento del 9 dicembre” o quel che ne è rimasto dopo la fuoriuscita di molte sigle e dopo il flop colossale della manifestazione romana del 18 dicembre, è oggi nelle mani di un unico rappresentante nazionale, cioè quel tale Danilo Calvani, che dà gli ordini dalla sua Azienda Agricola di Pontinia! (Latina) dove il 27 dicembre si è svolto il vertice nazionale dei suoi comitati, e che ha stabilito uno stretto legame con la formazione dichiaratamente neofascista denominata “Casa Pound Italia”. C.P.I., infatti, è in grado di fornire a Calvani gli attivisti per mandare avanti i presidi e ne ottiene in cambio un’egemonia ideologica attraverso l’imposizione dei suoi slogans (“alcuni italiani non si arrendono”, “siamo tutti italiani”, “né rossi, né neri ma liberi pensieri” …) in un contesto sociale sottomesso all’uso spudoratamente politico del tricolore, dove fare proselitismo per la propria organizzazione che quando può non disdegna di presentarsi alle elezioni. E’ da quest’analisi che discende l’individuazione dei responsabili delle minacce e delle intimidazioni fasciste, altro che da “indagini sommarie” di cui parla il Messaggero Veneto!
Chi è sempre stato in prima linea contro il fascismo, contro i CIE e leggi razziste come la Bossi-Fini, contro il precariato, per il diritto alla casa e al reddito, per la difesa della scuola pubblica, contro il capitalismo, contro la TAV e le grandi opere inutili, per la difesa dell’ambiente e del territorio, non può che rilanciare questi temi che da alcuni anni si sono consolidati nello slogan internazionale “Que se vayan todos”; che se ne vadano tutti, ma veramente tutti! Non solo Letta, Alfano e Napolitano. Se ne vada Honsell con il suo scandaloso parcheggio di piazza Primo Maggio, e la scandalosa fusione di Amga con Hera, ma se ne vadano anche Ioan e Fontanini, e poi renziani, berlusconiani, leghisti, grillini, caccapound e fascisti vari…
Riprendiamo veramente a fare politica fuori e contro i partiti, più o meno mascherati.
Organizziamoci attraverso la democrazia diretta, la pratica assembleare e l’autogestione delle lotte!
ACdM – Assemblea Cittadina di Movimento – Udine –
Fip udine via scalo nuovo, 4 gennaio 2013